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Nevathrad
Utente Maestro
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Inserito il - 21/10/2008 : 11:15:40
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Complimenti Giuseppe! Mai pomposo, scarno, essenziale e così struggente! Un bagno nella tua anima, un berti a sorsi leggeri e contemporaneamente forti, questo è stato leggerti. Grazie.
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John tutor
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 22/10/2008 : 10:05:44
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Comincio solo ora a leggerti, versi stupendi, di grande spessore, Complimenti!! una bellissima scoperta per me. Ciao.
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Ascolta...è silenzio, svela la tua essenza, la tua luce nell'ombra, la tua ombra nella luce, l'eternità in un istante.
http://blog.libero.it/HUGOPOET/view.php
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 21/12/2008 : 18:09:39
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Se sapessi amare ....
Da "Poesie e solitudini" - Raccolta inedita
A conoscerlo il futuro che mai diventa presente ci sarebbe da infilare una porta per tuffarsi nell’ombra dei campanili sopra immense distese di campi sterrati dove alberi riarsi dal sole nascondono spazi spauriti e siepi d’erbe selvagge
Fragile l’esistere dentro l’ombra appartata degli altri a riordinare i giorni per data come se fosse importante il dolore di ieri o lo sguardo cattivo incrociato negli occhi di lupo a Dicembre quando abitavo in una casa a tre piani
Non amo le chiese troppo alte le volte per farci musica il suono dell’organo si disperde ed io ne colgo l’immensa tristezza tra la gente accorsa a fare presenza per ripulirsi le mani, e poi ripartire in cerca di nuove ipocrisie, vantaggiose. A conoscerlo il futuro che mai diventa presente avrei scelto una vita diversa. Io e te in una casa senza porte per ascoltare la voce del mare, a rubare al giorno briciole di luce e ritrovarti ad ogni mio ritorno A conoscere l’amore forse si trova un senso anche alla morte
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Modificato da - Giuseppe Aricò in data 21/12/2008 18:11:11 |
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Non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà....... |
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 21/12/2008 : 18:31:54
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Allora soffiava, vento d’amore
Ricordi la casa dalle ampie finestre a strapiombo sui fianchi della collina immersa nella bruma di quieti silenzi rotti dai raggi iridescenti dell’anima ?
Tramonti dai crepuscoli interminabili bruciavano i nostri occhi infantili perché niente è così potente come la rinnovata felicità nel ciclo delle stagioni
Vaga magia era il canto dell’avvenire mille progetti spingevano i giorni pieni dei suoni avvolgenti d’una natura aspra e zuccherosa come il vino passito
Fragili spiragli i tuoi sorrisi di seta sfioravano corazze di castagne mature ed un filo di nebbia avvolgeva terrazze a scalare di tralci spogliati
La storia ha disteso il suo velo senza fretta ne zelo, senza pietà forte d’una logica astratta sorda campana d’una fine annunciata
Il cielo ha cambiato colore si è spento il nostro unico tempo.
Ed io osservo nel pallore dei morti:
Tracce sulla pelle dalla patina opaca dove il gelo disegna arabeschi invernali ed il sole beffardo manda i suoi raggi freddi come l’alito dei miei pensieri
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 21/12/2008 : 18:38:48
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Paesaggi notturni
Le foglie nere di mezzanotte, le porte sbarrate alla notte, l’acqua d’una fontana. La luna dipinge d’argento una puttana dal ventre secco e le tasche piene
Scivola piano un pensiero lontano la nostalgia è una lama affilata. Dolce di miele si fanno i ricordi, spuma bianca sul mare della vita Come un eco infinito il silenzio,
culla la mia tenerezza, dimenticata.
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 21/12/2008 : 18:55:49
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La casa blu
- La casa blu è ancora lì, a Sassari -
Erano gli anni della grande casa con i balconi in paramano blu, le stanze in fila al corridoio chiudevano i nostri segreti
Cercavamo di crescere con tanta fatica mentre la vita correva dietro alle stagioni, noi parlavamo poco di cose passate impegnati a guardare il futuro fuori dai vetri
Avevamo gli occhi chiari, poche ombre c’erano momenti amari, lievi dolori, come quei giorni passati a forzare lacrime per i primi strani amori
C’erano chiese altissime dalle volte ampie per la messa festiva, spesso ignorata; c’era la borghesia dallo sguardo severo, i vestiti della festa e l’aria composta.
Dal mare arrivavano i primi sogni errate convinzioni ed allegri sorrisi La speranza aveva come fissa dimora la pelle morbida dei nostri visi accesi
Erano così i giorni ormai lontani degli anni nella casa grande con i balconi in paramano blu e le ampie stanze in fila al corridoio
Quando ignoravo che mio padre potesse morire
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 21/12/2008 : 19:01:00
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Il posto delle fragole
Splende sull’arco dell’orizzonte il riflesso d’un pensiero vago mentre la mano accarezza il buio
Aspetto qualcosa, forse qualcuno, un armonia nuova, un prisma di luce. In paradiso c’è festa. In questa sera smemorata, sento l’eco velato delle voci.
Il nero è un colore inesistente il bianco è pura trasparenza In mezzo l’arco della vita riemerge assumendo sembianze dai mille colori
Lei aveva un vestito azzurro, corto; legava alla vita, sciarpe di seta cinese finissime, intonate al turchese del mare. Gli occhi, due smeraldi trasparenti
Dall’asfalto ferito, rivoltato, frantumato, s’alza un suono sordo, di pietre divelte come le mie trincee dure al piccone ma inconsistenti più del vento se bussa alla porta un ricordo
Le mie pigrizie sfuggono il confronto con i freddi resoconti dell’anima: Ho perso l’affanno improvviso di bimbo sorpreso, quando l’ignoto era un mondo nuovo, da esplorare
Il bianco ed il nero, come un film di Bergman, sono le porte da cui si entra e si esce da questa strana ed unica esperienza , la vita.
Occhi di smeraldo e sciarpe di seta vagano nel limbo dei perduti amori senza che il tempo ne possa intaccare l’eterna consistenza, nuvola di niente.(*)
E la malinconia dilaga in sorriso amaro.
******************************** * Nuvole di niente è il titolo di un libro di poesie di Mariella Cerutti Marocco
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 21/12/2008 : 19:10:39
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Una domanda pietrificata
Il mio corpo è plastica lucida e scivolosa per difendermi quando un ricordo antico mi ripropone il quesito
- Ma che cosa è successo ?…-
Il volto è vetroresina porosa, qualcosa passa ancora, residui di sangue spesso, un ricordo attardato.
I miei occhi di cristallo trasparente a tutto, sono impossibili da scalfire Per questo ho l’aspetto delle cose immutabili
Le mani ingiallite dal fumo sono rami secchi, disadorni, dentro una disperazione quieta e silente
Ma tutti siamo disperati;
per un amore fragile per un ricordo implacabile per un orgasmo che atterrisce per una gioia troppo grande per un amore che finisce
Io sono disperato e basta
Dentro il silenzio d’una foresta lucido il corpo metallizzato senza memoria per ricordare
Sono una pietra liscia e scivolosa, grezza, senza colore.
Io sono abituato all’idea d’essere fatto di plastica
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Giuseppe Aricò
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Inserito il - 21/12/2008 : 19:36:22
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1944
Li misero contro un muro di calce e pietre friabili, dove tracce di piogge recenti erano strani segni, forse presagi d’un alba da dimenticare Gli occhi della vendetta hanno visuali ristrette ed il suono metallico, delle canne sporche di terra. - ultimo oltraggio a chi muore - Cinque corpi di pezza - due erano donne – caddero in terra Nella gola una preghiera spezzata senza speranza Ed io non ricordo se fossero rossi oppure neri
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UtBlocc
Utente Bloccato
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Inserito il - 21/12/2008 : 19:38:28
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Bentornato Giuseppemolto forti le tue poesie, belle profonde.....quasi impossibile separare la vita vissuta da quella sognata.Complimenti!!!
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UtBlocc
Utente Bloccato
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Inserito il - 21/12/2008 : 19:45:08
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| Giuseppe Aricò ha scritto:
1944
Li misero contro un muro di calce e pietre friabili, dove tracce di piogge recenti erano strani segni, forse presagi d’un alba da dimenticare Gli occhi della vendetta hanno visuali ristrette ed il suono metallico, delle canne sporche di terra. - ultimo oltraggio a chi muore - Cinque corpi di pezza - due erano donne – caddero in terra Nella gola una preghiera spezzata senza speranza Ed io non ricordo se fossero rossi oppure neri
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Stupenda!!
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6169 |
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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 21/12/2008 : 20:02:13
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Ciao Giuseppe bentornato e sei tornato alla grande....come sempre le tue poesia arrivano fino in fondo all'anima.....
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Panorama
Villa Sant' Antonio (Or)
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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euneada
Salottino
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Inserito il - 22/12/2008 : 23:18:53
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| Giuseppe Aricò ha scritto:
1944
Li misero contro un muro di calce e pietre friabili, dove tracce di piogge recenti erano strani segni, forse presagi d’un alba da dimenticare Gli occhi della vendetta hanno visuali ristrette ed il suono metallico, delle canne sporche di terra. - ultimo oltraggio a chi muore -
Cinque corpi di pezza - due erano donne – caddero in terra Nella gola una preghiera spezzata senza speranza Ed io non ricordo se fossero rossi oppure neri
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che colore ha la vendetta ? che colore ha la paura ? che colore ha la follia ? che colore ha l’ ultimo grido silenzioso e disperato alla vita ? che colore ha la ragione per cosa ? Per chi ? Per quale verita’ ? che colore ha l’immagine impressa negli occhi nell’attimo breve ed infinito dell’ultimo respiro ? che colora ha il credo ? che colore ha il non senso ? …. il non senso … non ha colore !
Quando l’ho letta mi è venuto un tuffo al cuore. Bellissima. Grazie
Euneada
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Giuseppe Aricò
Utente Medio
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Inserito il - 28/12/2008 : 22:01:38
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La solitudine dei Borghi arroccati Progetto una partenza, un viaggio; l’ansia delle valigie di pelle da riempire e la scelta casuale d’un tragitto inusuale fra colline estranee e dialetti sconosciuti Progetto un luogo senza memorie. Basta inseguire qualcosa o qualcuno, in fondo il passato è un vecchio giornale. I fatti hanno perso la vita che li percorreva Cancello ogni riferimento, ogni considerazione; progetto un viaggio per guardare paesaggi, come certi borghi aggrappati alle rocce scoscese, fermi nel gioco del tempo Piccole strade contorte sembrano tagli d’un chirurgo indeciso, sono ripari. C’è il mare velato in lontananza, oltre i dirupi; il sogno vicino ed irraggiungibile, la chimera Si parte presto e spesso non si ritorna da questi borghi scavati, incuneati e rocciosi Si lasciano gli anni migliori lungo i tornanti. I ricordi degli emigranti sono treni neri. Progetto un viaggio indietro nel tempo fino a tornare bambino e scoprire la solitudine delle false speranze l’inganno affettuoso che mi ha spinto Ad andare incontro alla morte, vivendo.
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Albertina
Salottino
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Inserito il - 28/12/2008 : 22:19:55
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Bellissime poesie, Giuseppe, sono veramente delle perle. In tutte c'è la nostalgia e il rimpianto, ma tutte vibrano d'eternità.
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