Nota Bene:Seulo è un piccolo paese della provincia di Cagliari, che dà il nome alla zona inferiore della Barbagia (detta, appunto, Barbagia di Seulo). Posto sulla valle del Rio Medau a 790 metri slm, e ai piedi del Monte Perdedu.
Buona giornata anche a te. Petrucciani ci ha lasciati troppo presto, ma - tenuto conto delle sue condizioni - non gli si poteva chiedere di più. Ha certamente consegnato alla memoria collettiva un esempio di vita ammirevole.
Tempo fa ho trovato un articolo molto interessante sulla nostalgia. Spesso una canzone dolorosa, l'insegna di un locale che si riflette a intermittenza sul selciato bagnato, una foto in bianco e nero, ci fanno fare un improvviso tuffo all'indietro, incosciente e intimo. Un tuffo all'indietro. A braccia aperte, dal ciglio di uno strapiombo, con quel sottile, incontrollabile e ingiustificato brivido di piacere. Proditoria e infedele, la nostalgia. Ma, a quanto pare, curativa.
PSICOLOGIA La nostalgia non è un male ha un potere terapeutico Secondo uno studio inglese rimpiangere il passato aiuta gli adulti ad affrontare il presente. Considerata una malattia fino al secolo scorso, questa sensazione è stata rivalutata da Baudelaire di SARA FICOCELLI
PUO' riaffiorare mentre siamo felici, anzi, spesso è proprio stimolata da emozioni forti. La nostalgia torna a galla per ricordarci che abbiamo un passato. E che quello che abbiamo vissuto ha avuto senso per noi. Secondo il professor Constantine Sedikides, direttore del Centro di ricerca sull'identità personale dell'Università di Southampton, Regno Unito, non si tratta di una debolezza ma di una risorsa: "Le persone nostalgiche sono in realtà le più forti, perché capaci di rimettere insieme i pezzi del passato e fare della vita un percorso compatto".
Con i colleghi del dipartimento di Scienze e psicologia, lo scienziato ha analizzato gli effetti della nostalgia su un gruppo di volontari. Tutti hanno reagito positivamente agli stimoli, raggiungendo uno stato di serenità rispetto a molte brutte esperienze passate. "La nostalgia ha un effetto terapeutico sulla salute mentale - si legge nel report dello psicologo inglese - ed è fonte di positività, importante per affrontare i fantasmi di ieri e vivere con energia il presente".
La sensazione che si prova di fronte a una vecchia foto, a un tramonto o all'incontro con un ex compagno di scuola non occupa insomma lo spazio di un momento ma fa da ponte tra ciò che eravamo e ciò che siamo, regalandoci la sensazione che la nostra vita abbia avuto un percorso sensato, carico di esperienze ed emozioni, nel bene e nel male.
"Ricordare e rimpiangere - spiega lo psicologo Fabio Guida, coordinatore del portale di psicologia Cpsico - contribuisce al mantenimento della salute mentale. Si innesca un meccanismo di liberazione che permette di superare traumi e ricordi sgradevoli. La zona del cervello che si attiva è la corteccia, ma sono implicate anche amigdala, talamo e ipotalamo: è qui che si attivano gli impulsi che danno il feedback positivo". Studi simili sono stati condotti anche dalla Sun Yat-Sen University, in Cina. Questa ricerca ha dimostrato che le persone più sole sono anche le più nostalgiche e che proprio tale sentimento permette loro di combattere la sensazione di isolamento. Non tutti gli scienziati però concordano con questa interpretazione, Secondo i ricercatori della American Academy of Pediatrics, la nostalgia di casa non solo non ha affetti terapeutici ma rappresenta una malattia. Uno studio su bambini e adolescenti lontani dalla famiglia d'origine ha mostrato che la scarsa fiducia nella novità e l'incapacità di controllare le situazioni inaspettate possono portare i più piccoli ad "ammalarsi di nostalgia", con conseguenze per il loro equilibrio mentale.
Ha dunque senso parlare di "potere terapeutico" di questa sensazione solo se a provarla sono persone adulte o comunque capaci di ripercorrere a ritroso la vita, attribuendo ai ricordi il giusto valore. "Come per tutto, è meglio non esagerare - continua Guida - una dose eccessiva di nostalgia può togliere preziosi spazi mentali e peggiorare la qualità di vita e i rapporti sociali, trasformandosi in patologia. Ci sono individui che non riescono a godere il presente e vivono in un costante passato".
Il termine nostalgia deriva dal graco "nostos" (ritorno) e àlgos (dolore) ed è entrato nel vocabolario europeo solo nel XVII secolo grazie al medico svizzero Johannes Hofer. Era alle prese con una patologia diffusa tra i connazionali, costretti dall'arruolamento come truppe mercenarie: "nostalgia" era la designazione dotta del "dolore per la lontananza da casa", stato che talvolta portava i soldati alla morte.
Da quel momento la parola è diventata sinonimo di disturbo psichico e solo grazie alle poesie di Baudelaire ha cominciato a essere interpretata sotto una luce diversa. Scriveva Antoine da Saint-Exupèry: "Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere la legna e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito". Una spinta emozionale che, come confermano gli scienziati di oggi, nella giusta misura sa essere più efficace di tante medicine. (16 dicembre 2008)
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Per una nostalgica, piacevolmente convinta , questo saggio è di conforto . E mi conforta anche pensare che nel reiterare questa sensazione sia stata sempre virtuosa : mai ho voluto avvitarmi in un sentimento che è anche un’arma a doppio taglio . Rimpianto e rimorso sono dietro l’angolo e se il rimorso ancora non mi appartiente , il rimpianto , a giorni , mi sfiora . Mi assolvo dicendomi che sarà la mezza età , che ricordo , tempo , nostalgia sono compagni di cui mi devo fidare per ripartire fiduciosa e trarre energia positiva per il futuro . E allora nostalgicamente mi tuffo nell’atto più nostalgico che ci sia , quell’anacronistico mio modo di pensare e di riflettere passeggiando . Sì , passeggiare in silenzio , camminare per camminare, in questo mondo che va troppo di fretta, è un atto di nostalgia :)).
La casa dei doganieri di Eugenio Montale
Tu non ricordi la casa dei doganieri sul rialzo a strapiombo sulla scogliera: desolata t' attende dalla sera in cui v' entró lo sciame dei tuoi pensieri e vi sostó irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura e il suono del tuo riso non é più lieto: la bussola va impazzita all' avventura e il calcolo dei dadi più non torna. Tu non ricordi; altro tempo frastorna la tua memoria; un filo s' addipana.
Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana la casa e in cima al tetto la banderuola affumicata gira senza pietà. Ne tengo un capo; ma tu resti sola né qui respiri nell' oscurità.
Oh l' orizzonte in fuga, dove s' accende rara la luce della petroliera! Il varco é qui? (Ripullula il frangente ancora sulla balza che scoscende ...). Tu non ricordi la casa di questa mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.
Ps:Ora , bando alla nostalgia e buona giornata , Mansardo !
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Anch'io sono nostalgica.....basta una musica, una parola, una foto e la mia mente torna indietro nel tempo......le musiche da voi postate sono meravigliose....basta chiudere gli occhi.... e nel silenzio i pensieri viaggiano e vanno lontano.....bello.
Per una nostalgica, piacevolmente convinta , questo saggio è di conforto . E mi conforta anche pensare che nel reiterare questa sensazione sia stata sempre virtuosa : mai ho voluto avvitarmi in un sentimento che è anche un’arma a doppio taglio . Rimpianto e rimorso sono dietro l’angolo e se il rimorso ancora non mi appartiente , il rimpianto , a giorni , mi sfiora . Mi assolvo dicendomi che sarà la mezza età , che ricordo , tempo , nostalgia sono compagni di cui mi devo fidare per ripartire fiduciosa e trarre energia positiva per il futuro . E allora nostalgicamente mi tuffo nell’atto più nostalgico che ci sia , quell’anacronistico mio modo di pensare e di riflettere passeggiando . Sì , passeggiare in silenzio , camminare per camminare, in questo mondo che va troppo di fretta, è un atto di nostalgia :)).
La casa dei doganieri di Eugenio Montale
Ps:Ora , bando alla nostalgia e buona giornata , Mansardo !
Innanzitutto grazie per la poesia di Montale, che non leggevo dai tempi del Liceo Classico. Delicata, crepuscolare, sospesa. Grande maestro.
Anche io ritengo che la nostalgia, con tutti i suoi pregi, vada dosata e tenuta ben distinta dalla realtà. Come dici giustamente tu, è un'arma a doppio taglio. Un bagno di ricordi ogni tanto va bene, se si esagera spunta la muffa. L'unico problema è che non esiste un reale controllo razionale sulla nostalgia, non c'è un interruttore mentale che azioniamo a nostro piacimento. Un volto, un'immagine, una musica ci può assalire all'improvviso, dovunque e in qualunque momento.
Camminare per camminare in un mondo che va sempre più di fretta è un antidoto geniale nella sua semplicità, che mi ricorda la ricerca del silenzio di Edo mentre attorno tutti fanno a gara a chi urla di più, specialmente quando non hanno niente da dire.
Per dimostrare che la nostalgia può essere anche venata di allegria, ti offro un personalissimo ricordo del poetto di Cagliari e dello stabilimento balneare IL LIDO. E' solo un flash, dedicato a tutti coloro che hanno conosciuto quei posti, che oggi appartengono soltanto alla memoria.
Dalla fine degli anni '60 ai primissimi anni '80 è stato uno dei luoghi chiave della mia infanzia e della adolescenza. Arrivavo a metà mattina, cabina a destra, ultima fila in alto (di fronte al settore che oggi non esiste più, quello delle scale a incrocio davanti alle docce e della enorme terrazza panoramica). Spesso andavo via all’ora della chiusura, quasi al tramonto, dopo una sfibrante partita di calcio sul bagnasciuga e un tuffo nell’acqua tiepida delle serate estive cagliaritane.
Di quegli anni ricordo tutto. Innanzitutto che avevo l’incosciente felicità di chi ha ancora tutto il tempo davanti. Ricordo gli amici, le sfide alla piscina di sabbia, i tuffi dalla rotonda (con inevitabile nuotata per sfuggire ai bagnini sempre incazzati), i palloni sequestrati dai medesimi incxxxxsi, le gite in pattìno alla boa, gli sconfinamenti ai casotti, al Cavalluccio Marino e a Marina Piccola (quando c'erano ancora le baracche con veranda sul mare), i pranzi in cabina e il panino con nutella mangiato a merenda prima di andar via mentre mamma mi pettinava i capelli ancora umidi.
Ho conosciuto i pomeriggi bevuti in un attimo giocando a guardie e ladri o a biglie (quelle con le facce dei ciclisti. Tre ore per costruire fantastiche piste con la sabbia, un’ora di gara), poi a calcio, a tennis (nei tunnel) e a calcio-tennis, poi a corteggiare le ragazze. Passavano gli anni e gli interessi si allargavano, di pari passo con il testosterone.
Nei primi anni '70, verso la fine della stagione, la Direzione organizzava una specie di "giochi senza frontiere" per bambini. Del decennio successivo, invece, ricordo gli accesissimi tornei di calcetto nel cemento tra il bar e la rotonda. E le dure sfide a calcio, sulla sabbia, contro il D’Aquila, stabilimento rivale. Ricordo Arturo. Quanta paura mi faceva quando ero bambino. Ricordo Bob, un militare canadese che venne a Cagliari negli anni sessanta per starci un anno: l’ho visto al Lido anche l'estate scorsa, è da vent’anni in pensione e non abita più in viale Poetto. Ricordo anche intense sessioni di pinacolo e king.
Il Direttore, sino ai primi anni ’80, si chiamava Ibba, baffo alla Clark Gable. Poi c’era signor Casu che (con figli al seguito) sistemava gli ombrelloni, signor Giorgio che si occupava delle cabine e relative dotazioni, signor Curreli, il guardiano. Un capitolo a parte meriterebbe signor Naitana, il capo dei bagnini del Salvamento, soprannominato Modigliani (non senza cattiveria: aveva il collo come un vitello). Per un periodo ebbe in gestione lo stabilimento. Cagliaritano verace, aveva un tormentato rapporto con la lingua italiana. I suoi annunci agli altoparlanti, con l'inconfondibile voce roca, erano memorabili (“Il bagnino X, detto Cagaredda, è desiderato in Direzione. Ripeto: Cagaredda è desiderato urgente in Direzione”. Oppure: “Si ricorda ai signori bagnanti che è vietato il gioco delle racchette in riva. Ripeto: si ricorda che da oggi è attivo il servizio ristorante alla rotonda”). Gli ultimi fotogrammi che scorrono nella memoria mi riportano ai vivaci commenti con gli amici, davanti al bagnasciuga, la mattina del 12 luglio 1982, con i quotidiani sportivi in mano. La sera prima l'Italia era diventata campione del mondo di calcio. Poi, si sa, il tempo ti scivola via davvero come sabbia dalle dita e da circa 25 anni ho diradato la mia presenza al Lido, fino a ridurla a poche mattine, più che altro per andare a trovare mia madre. Oggi ci passeggio molto volentieri nelle giornate soleggiate d’inverno. Lo stabilimento è stato largamente mutilato con il passare degli anni, ma i ricordi di quelle splendide estati restano incancellabili, impermeabili a qualsiasi ripascimento.
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Mansardo ha scritto: Poi, si sa, il tempo ti scivola via davvero come sabbia dalle dita .......
Hai perfettamente ragione , quindi.....
...il problema di ciascuno di noi è di governare i ritmi della propria vita,cioè di mantenersi in rapporto con i veloci cambiamenti del mondo esterno, senza perdere la propria vita interiore. Come la famosa massima di Ernesto "Che" Guevara: "Bisogna essere duri senza perdere la tenerezza", ossia, bisogna essere veloci senza perdere la lentezza... Remo Bodei
* Spero gradisca questo video di Michele D'Auria , per me bellissimo con la musica di PFM.
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Bella discussione..... Grazie per la casa dei doganieri, la rileggo molto spesso e non mi stancherò mai di farlo. Ecco, leggendo questa poesia si può capire molto della nostalgia. Un caro saluto!
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Non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà.......
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Marialuisa ha scritto: Spero gradisca questo video di Michele D'Auria , per me bellissimo con la musica di PFM.
Graditissimo! Confesso la mia ignoranza. Conoscevo D'Auria soltanto per nome, ma adesso - anche attraverso il suo sito - ho potuto apprezzare la qualità della sua arte, davvero originale e raffinata.
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Confesso la mia ignoranza. Conoscevo D'Auria soltanto per nome, ma adesso - anche attraverso il suo sito - ho potuto apprezzare la qualità della sua arte, davvero originale e raffinata.
Sì , è molto bravo . Molto bello il corto su Soichiro Honda : ha unito animazione , parola e musica facendole vibrare sulle ali di un sogno .
Un lavoro emozionante e poetico .
Mi ricordo - lo hai scritto in qualche post - che ti rapporti meglio con la prosa , però tu ben sai , la poesia non è necessariamente parola scritta , anzi , nella quotidianità è una sensazione impalpabile che ci prende quando meno ce l'aspettiamo e che dovremmo saper cogliere e rispettare sì da non lasciarcela sfuggire mai qualora ci venisse a trovare nella nostra frenetica giornata . Buona giornata poetica , Mansardo !
Marialuisa ha scritto: Sì , è molto bravo . Molto bello il corto su Soichiro Honda : ha unito animazione , parola e musica facendole vibrare sulle ali di un sogno .
Un lavoro emozionante e poetico .
Mi ricordo - lo hai scritto in qualche post - che ti rapporti meglio con la prosa , però tu ben sai , la poesia non è necessariamente parola scritta , anzi , nella quotidianità è una sensazione impalpabile che ci prende quando meno ce l'aspettiamo e che dovremmo saper cogliere e rispettare sì da non lasciarcela sfuggire mai qualora ci venisse a trovare nella nostra frenetica giornata . Buona giornata poetica , Mansardo !
Incantato. L'avevo già adocchiato nel sito, ma oggi mi sono messo le cuffie e l'ho guardato bene. Hai ragione, la poesia non è necessariamente parola scritta. Infatti, la natura non ha bisogno di carta e penna. Buona giornata poetica anche a te. E, se hai un minuto (si fa per dire), guarda questo capolavoro
Pur essendo cagliaritano d.o.c., mi reco tutte le volte che posso in Gallura per farmi ritemprare lo spirito dai silenzi delle foschie mattutine che si diradano
per sentire il risveglio autunnale del bosco
per ammirare i colori della natura dal fascino antico
per fare delle lunghe passeggiate e trovare la pace giusta per scrivere
per trascorrere momenti rilassanti con la persona che amo e gustare nel modo migliore i sapori più autentici della nostra terra.
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