Nota Bene: Nella zona di Perfugas ( Sassari) e' stata ritrovata l'unica statua di "dea madre" preisorica dell'Isola e del Mediterraneo Occidentale che raffiguri una donna con bimbo in braccio. La bellissima statuetta, databile al Neolitico Medio ( circa 4000 a.c.) e' eposta al Museo Archeologico di Perfugas. Proviene da Sa Binza Manna ( Ploaghe), la più piccola statuina di" dea madre" del Mediterraneo. L'idoletto, del tipo cruciforme, e' eseguito in terracotta, misura meno di 2 cm di altezza e, con l'ausilio di una lente piazzata nella vetrina che lo ospita, e' visibile presso il Museo Sanna di Sassari.
Mi rammarico solo di non aver scoperto prima questo luogo , questo giardino che è semplicemente meraviglioso. Ho letto avidamente , lo sguardo incollato alle immagini che scorrevano davanti agli occhi nel mio procedere . Sono passata dal sorriso che annuisce compiaciuto nei primi post , al pianto nella narrazione dell‘uomo rimasto bambino per passare infine allo stupore crudo e crudele per lo scritto finale.
Posso solo ringraziarti di tanta bellezza.
Ciao Euneada
Ciao Euneada, grazie a te innanzitutto per aver definito giardino questo spazio. E' già gratificante così. Tu poi hai addirittura aggiunto meraviglioso... Visitalo quando ti fa piacere. E se vuoi piantarci un nuovo fiore, fallo pure. Questo giardino è aperto a tutti. Come il mio blog. Ciao F
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Aveva visto giusto la volpe ? " L'essenziale è invisibile agli occhi "
Fu chiesto al musicista “Come mai, dopo essere stati negli anni ’70 un simbolo della musica contemporanea, oggi siete diventati un gruppo pop?”. Risposta “Come mai lei non usa gli stessi abiti che indossava negli anni ’70? Come mai non è pettinato allo stesso modo?”
Come mai?
Perché il tempo non aspetta. Perchè da bambino aspettavo che mia zia mi chiamasse per dividere i ravioli fatti in casa. Prendevo la rotellina zigzagata e separavo le file di palline di ripieno racchiuse da due strati di sfoglia, mangiando i bordi esterni di pasta cruda avanzata. Perché un tempo andavo in bicicletta tra gli F104 parcheggiati nella pista dell’aeroporto militare di Decimomannu e non ho mai capito un tubo di aerei. Perché quando ero piccolo non moriva nessuno, tutt’al più qualcuno si assentava temporaneamente per lavoro. E non tornava indietro facilmente perché, guarda caso, il lavoro era vicino al cielo. Perché quando ero ragazzo la donna era ancora un universo misterioso da conquistare e si dovevano sudare sette camicie per sbottonare una camicetta. Perché ho respirato aria senza amianto, ho bevuto latte senza colla, ho guidato macchine senza poggiatesta, ho conosciuto tanti amici senza bisogno del computer. Perchè ogni tanto ci capitavano personaggi che la realtà aveva preso in prestito dalla fantasia e si era dimenticata di restituirli in tempo. Perché quando i sogni zoppicavano un po’ bastavano un libro e una radiolina. Perché ogni tanto torniamo sul luogo del delitto, ma sbagliamo luogo o sbagliamo delitto. Perché il silenzio fa paura soltanto quando c’è dietro un vuoto di idee e di sentimenti ed è l’atteggiamento più saggio quando attorno c’è troppa gente che fa rumore.
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Perché il tempo non aspetta. Perchè da bambino aspettavo che mia zia mi chiamasse per dividere i ravioli fatti in casa. Prendevo la rotellina zigzagata e separavo le file di palline di ripieno racchiuse da due strati di sfoglia, mangiando i bordi esterni di pasta cruda avanzata. Perché un tempo andavo in bicicletta tra gli F104 parcheggiati nella pista dell’aeroporto militare di Decimomannu e non ho mai capito un tubo di aerei. Perché quando ero piccolo non moriva nessuno, tutt’al più qualcuno si assentava temporaneamente per lavoro. E non tornava indietro facilmente perché, guarda caso, il lavoro era vicino al cielo. Perché quando ero ragazzo la donna era ancora un universo misterioso da conquistare e si dovevano sudare sette camicie per sbottonare una camicetta. Perché ho respirato aria senza amianto, ho bevuto latte senza colla, ho guidato macchine senza poggiatesta, ho conosciuto tanti amici senza bisogno del computer. Perchè ogni tanto ci capitavano personaggi che la realtà aveva preso in prestito dalla fantasia e si era dimenticata di restituirli in tempo. Perché quando i sogni zoppicavano un po’ bastavano un libro e una radiolina. Perché ogni tanto torniamo sul luogo del delitto, ma sbagliamo luogo o sbagliamo delitto. Perché il silenzio fa paura soltanto quando c’è dietro un vuoto di idee e di sentimenti ed è l’atteggiamento più saggio quando attorno c’è troppa gente che fa rumore.
Decalogo , ápeiron , arché ? Mi è piaciuto molto :per chi ha la fortuna di iniziare con cotanta ricchezza (lo stupore di Elémire Zolla ) il viaggio della vita sarà una continua piacevole scoperta , intercalata da pause di riflessione - a volte malinconiche - ma sempre sorretta dal sorriso del cuore . Giorni sereni , Mansardo .
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Marialuisa ha scritto: Decalogo , ápeiron , arché ? Mi è piaciuto molto :per chi ha la fortuna di iniziare con cotanta ricchezza (lo stupore di Elémire Zolla ) il viaggio della vita sarà una continua piacevole scoperta , intercalata da pause di riflessione - a volte malinconiche - ma sempre sorretta dal sorriso del cuore . Giorni sereni , Mansardo .
Ti dirò, Marialuisa: ho pescato nel mazzo dei ricordi. In modo casuale. Escluderei pertanto il decalogo, perchè - anche se sono 10 riflessioni, non le avevo mai contate - non c'è strategia e tantomeno pretesa di compilare (o proporre) elenchi esaustivi. Tempo fa, guardando un magnifico dvd dei Genesis, ho assistito al botta e risposta che ho riportato all'inizio. "Come mai..." etc. etc. Già. Come mai. Mi piacque molto la risposta del musicista e buttai giù alla rinfusa le prime cose che mi vennero in mente. Sai, ho sempre avuto l'abitudine di conservare ciò che scrivo. Per me sono come fotografie. Possono apparire banali, riuscite male, inutili, ma rappresentano un momento ben preciso, danno l'idea del tempo. Non le butto mai. A distanza di anni possono sempre dirti qualcosa di nuovo, se non altro perchè le guardi con occhi diversi. In quel preciso istante, sollecitato da quella riflessione di Tony Banks, la mia memoria ha estratto quelle immagini e così le ho lasciate.
Giorni sereni anche a te.
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Buongiorno Mansardo . I Genesis , la musica e l'intento di intrecciare la parola alla musica , l'avevi accennato . Non ti nascondo che sono molto curiosa e attendo che tu ci regali qualche bella novità. E allora ti dico subito che quando ho letto le tue riflessioni le ho idealmente accompagnate alla musica Jan Garbarek ,"In praise of dreams " sottofondo perfetto.
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Buongiorno Mansardo . ...ti dico subito che quando ho letto le tue riflessioni le ho idealmente accompagnate alla musica Jan Garbarek ,"In praise of dreams " sottofondo perfetto.
Quale onore...Mi piacciono molto le atmosfere di Garbarek (http://it.youtube.com/watch?v=_D4LtzZACek) e proprio un suo brano è il tappeto musicale del testo che segue, una breve riflessione su passato presente e futuro.
Il brano (suonato insieme a un altro mio mito, Keith Jarrett) è http://it.youtube.com/watch?v=Tn5r6KscagM Il testo è uno stralcio di quanto ho pubblicato oggi nel mio blog. Si riallaccia idealmente ad altri due miei post di questo topic.
Già, come mai? Perché il tempo non aspetta. Dobbiamo stare al suo passo, che all'inizio ci sembra lento, lentissimo, poi con il passare degli anni diventa sempre più veloce. Tanto che a un certo punto non riusciamo più a stargli dietro. Ma il tempo è sempre uguale. Non è lui che cambia.
Se noi leggiamo un qualsiasi testo, dal più impegnato al più leggero, prima o poi dobbiamo fare i conti con concetti che rimandano al passato o al futuro, anche se l'argomento è il presente.
Quando discutiamo con amici o con sconosciuti, in qualunque contesto, dal più ingessato al più balneare, quasi sempre ci proiettiamo in dimensioni lontane da quella in cui ci troviamo.
"Ti ricordi quando...?", "Cosa farai...?"
Ma come potremmo definire passato, presente e futuro? Gran bella domanda. Con tante autorevoli e argomentate risposte. Spesso divergenti. Insomma, una Domanda senza Risposta.
Poichè in questo piccolo spazio non si possono rielaborare secoli di pensiero filosofico ed è mio preciso intento non fornire certezze ma dubbi, con uno sforzo di sintesi estrema mi limito a citare due visioni diametralmente opposte della questione.
C’è chi sostiene che il presente non esisterebbe, ma sarebbe soltanto la linea di demarcazione ideale (cioè immaginaria) tra passato e futuro. In pratica, la soglia sottilissima attraverso la quale il futuro diventerebbe passato con il trascorrere del tempo. Anche il più piccolo gesto, prima di essere fatto apparterrebbe al futuro, appena compiuto verrebbe immediatamente preso in consegna dal passato.
La teoria opposta afferma che passato e futuro sarebbero soltanto stati mentali, rappresentazioni pure e semplici della nostra memoria (il passato) e della nostra immaginazione (il futuro), e che esisterebbe esclusivamente il presente, l’unica dimensione tangibile. Noi quindi vivremmo un eterno presente, tutto il resto sarebbe un’elaborazione della nostra mente, un rimpallo continuo tra memoria e immaginazione.
Ho la sensazione che entrambi questi orientamenti contengano elementi di verità e corrispondano a due modi diversi di gestire il passare del tempo, di mettere ordine nelle priorità individuali, di concepire la vita. La nostra percezione del tempo è soggettiva e condizionata dagli eventi. Aderire a una della due correnti di pensiero in una fase della nostra esistenza non preclude la possibilità di riconoscersi nell’altra in un periodo successivo. E non siamo immuni da ingannevoli giochi di luce: le ombre cinesi del presente, le iridescenze del futuro, i riflessi del passato.
Proviamo a immaginare. Il passato è uno specchio, il futuro una finestra. Nel primo vediamo la nostra figura riflessa e tutto ciò che c’è alle nostre spalle, immobile. Dalla seconda vediamo l’orizzonte, il cielo, le montagne. E oltre, chissà.
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Si dice ci sia un tempo per tutto : per me c'è sempre del tempo per la lettura e del tempo per la musica . Il tempo per la lettura arriva quando rischio di perdermi e mi fermo cercando un punto fermo per ripartire . A volte non mi basta ed è allora che mi viene in soccorso la musica . La musica è il tempo della leggerezza , dell'ironia , dei sogni ma anche della forza , della potenza , del coraggio . Con la lettura viaggio attraverso vite che non conoscevo e mi sorprendo a scoprire altro da me ; con la musica mi ascolto e mi sorprendo diversa ma sempre uguale , mi lascio andare fino a perdermi sicura di ritrovarmi. E quando arrivo a essere in sintonia con quel che sento allora è tempo della mia musica . La lettura ti chiede cento per restituirti mille , la musica sa regalarti tutto senza chiedere nulla in cambio . Al signor Conte , che sa assaporare i piaceri della vita , affido il mio tempo nei lunghi viaggi .... per chiudere gli occhi e lasciarmi trasportare , pregustando la scoperta di nuove mete .
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Si dice ci sia un tempo per tutto : per me c'è sempre del tempo per la lettura e del tempo per la musica . Il tempo per la lettura arriva quando rischio di perdermi e mi fermo cercando un punto fermo per ripartire . A volte non mi basta ed è allora che mi viene in soccorso la musica . La musica è il tempo della leggerezza , dell'ironia , dei sogni ma anche della forza , della potenza , del coraggio . Con la lettura viaggio attraverso vite che non conoscevo e mi sorprendo a scoprire altro da me ; con la musica mi ascolto e mi sorprendo diversa ma sempre uguale , mi lascio andare fino a perdermi sicura di ritrovarmi.E quando arrivo a essere in sintonia con quel che sento allora è tempo della mia musica . La lettura ti chiede cento per restituirti mille , la musica sa regalarti tutto senza chiedere nulla in cambio . Al signor Conte , che sa assaporare i piaceri della vita , affido il mio tempo nei lunghi viaggi .... per chiudere gli occhi e lasciarmi trasportare , pregustando la scoperta di nuove mete .
Nelle due frasi che ho evidenziato, c'è il segreto della musica. Ascoltata, ma anche suonata. Complimenti.