Nota Bene: A Lanusei in località Monte Armidda (Monte del Timo) si trova l'Osservatorio Astronomico Ferdinando Caliumi. L'osservatorio astronomico Ferdinando Caliumi nasce nel 1992, dalla volontà di un gruppo di astrofili, già riuniti nell'Associazione Ogliastrina di Astronomia, con l'intento di offrire a chiunque l'opportunità di avvicinarsi all'universo dell'astronomia.
Grazie a Giuseppe Aricò per la graditissima presenza, spero non sporadica. Grazie a Tizi, a Marialuisa e a cedro del Libano per aver colmato le mie lacune. Grazie a Pia per aver sollevato un dubbio, legittimo, sofferto. Rispetto la sua inquietudine e la franchezza di manifestarla liberamente in queste pagine. Accostarsi ai meccanismi nebulosi della mente umana non è indolore. E’ un pensiero comprensibilmente sgradevole, un faticoso esercizio di speleologia spirituale. Con la paura costante che il confine con l’ignoto sia troppo vicino. Non sempre si ha voglia di questo disagio.
Dove sta la magia in tutto questo?
Esattamente dove stava quando abbiamo parlato di autodistruzione, abbiamo postato le foto terribili di un terremoto, abbiamo rivelato il dolore di mancanze importanti. Non sempre la magia è profumata, è colorata, è luminosa. A volte può avere i toni del grigio, come la realtà. La differenza la fanno i nostri occhi, il nostro modo di porci davanti a una magia da costruire, da strappare all’oblìo, la nostra volontà di riempire quel grigio con un po’ di colore, un po’ di luce. Buona domenica a tutti.
Firma di Mansardo
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Marialuisa il mio PERCHE' non era un voler scansare il problema di altri ma la paura di affrontare una realtà così a noi vicina nella nostra mente debole ...tutto così aleatorio. Una mia cara amica poetessa ha l'Alzaimer; qualche giorno fa parlando con lei mi ha detto "ispirazione? cosa vuol dire ispirazione?".
Grazie Mansardo.
E, visto che si è citata la grande Merini, la poetessa che mi accompagna da anni nelle mie giornate, vi dedico la mia poesia preferita. Ogni volta che la rileggo (ho il foglietto sempre sulla mia scrivania) mi viene la pelle d'oca.
Ma il giorno che ci apersero i cancelli, che potemmo toccarle con le mani quelle rose stupende, che potemmo finalmente inebriarci del loro destino di fiori. ........ Divine, lussureggianti rose! ........ Non avrei potuto scrivere in quel momento nulla che riguardasse i fiori, perchè io stessa ero diventata un fiore, io stessa avevo un gambo e una linfa.
Marialuisa il mio PERCHE' non era un voler scansare il problema di altri ma la paura di affrontare una realtà così a noi vicina nella nostra mente debole ...tutto così aleatorio.
Pia , mi spiace e mi scuso se ho dato l'impressione che le mie considerazioni fossero dirette a te personalmente . Non era mia intenzione : erano osservazioni su quella problematica in generale che traevano spunto dal video e volevano solo essere un momento di riflessione . Credo che a questo serva Suite , condividere pensieri e riflessioni senza voler trarre conclusioni o giudizi .
Buona giornata .
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Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenar tempesta. Così Proserpina lieve vede piovere sulle erbe, sui grossi frumenti gentili e piange sempre la sera. Forse è la sua preghiera.
(Alda Merini)
Per chi come me è nata all'annuncio della primavera, per chi come me condivide questa esperienza di Suite con sensibilità, per Mansardo, Marialuisa, Tizi, Nevathard, AldoG e tutti gli amici che si sono avvicinati a questo spazio.....dedico questa poesia.
sono nata in pieno inverno,ma con il sole nel cuore, questa poesia commuove fino a scioglierti come neve al sole Grazie Pia Grazie Alda per il dono che ci fai con le tue parole dolorose,che sciolgono i cuori di tutti anche di quelli che temendoti per il tuo voler scuotere il mondo ti chiusero dietro le sbarre condannandoti alla sofferenza solo perchè eri donna e perchè hai avuto il coraggio di voler combattere l'ipocrisia e le meschinita'di coloro che vogliono che il mondo sia solo una palla che gira per inerzia.
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Il video che hai postato mi ha permesso di vedere e riascoltare una delle interpretazioni che fa parte della mia ristretta play list musicale.
Ho per Mia un'ammirazione sconfinata. Bellissimo anche il video del grande Troisi, forse a questi Artisti dovevamo dare di più quando erano ancora tra di noi. Penso in modo particolare a Mia e alla Sua triste fine....
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Non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà.......
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Quanti sono gli indicatori che permettono di classificare un tipo di personalità? Pochi ma precisi oppure molti ma sfumati? Sono sicuro che gli esperti saprebbero rispondere in modo esauriente, inconfutabile, documentato, magari dividendosi in più correnti di pensiero tutte autorevoli e tutte convinte di avere qualcosa in più delle altre, come succede in ogni comunità scientifica che si rispetti. Nessuno, però, risponderebbe come Manuel Persiceto. Non credo che questo filosofo messicano appartenga alla schiera di coloro che possano essere definiti esperti, ma il suo breve trattato sull’argomento (La vita è sempre occupata. Memorie di un centralinista, edizioni El Mas, Città del Messico, 1991, 105 pagine, lire 12.000) offre spunti molto interessanti e originali perché analizza alcuni aspetti del comportamento umano visti dalla prospettiva, piuttosto inconsueta, di un impiegato dell’azienda telefonica di Stato messicana. Il personaggio narrante, un centralinista in pensione di nome Pablo (figura probabilmente ispirata al padre dell’autore, dipendente di una società telefonica privata), durante un viaggio in corriera in compagnia di un amico, racconta gli aneddoti più curiosi e – a suo dire – emblematici avvenuti nel corso di trenta anni di carriera, divertendosi a classificarli per tipologie. Secondo Pablo, infatti, si può capire molto della personalità di ciascun individuo osservando semplicemente il suo modo di comunicare o annotare un numero telefonico. Si possono distinguere, cioè, differenti stili a cui corrispondono altrettante impronte psicologiche. Il discorso di Persiceto prende le mosse da un numero telefonico qualsiasi, 487022. Era il numero di telefono della sua casa d’infanzia. Ogni persona, afferma il filosofo, leggerà questo numero con occhi diversi, a seconda della propria forma mentis, dandogli una scansione metrica particolare. Ad esempio, il tipo ordinato, convinto assertore della politica dei piccoli passi, lo leggerà Quarantotto Settanta Ventidue. Vi è, a parere dell’autore, quasi una venatura ritmica in questa separazione per cifre egualmente brevi, una suddivisione del mondo circostante in settori separati ed equidistanti, apparentemente di pari importanza, ma in realtà tenuti distinti per una gestione più efficace. Tre parole piane, inoltre, ammorbidiscono (almeno in questo caso) la curva armonica, attenuando l’eccessiva presenza della lettera t. L’alternanza piana-sdrucciola-piana, invece, avrebbe sortito l’effetto di anticipare il baricentro del blocco (si provi a dire, ad esempio, quarantotto-dodici-ventidue, con una sdrucciola al centro, e si faccia il confronto con il numero in esame). La scelta strategica di tracciare “frangifuoco” ogni due numeri permette di circoscrivere un eventuale errore di trasmissione a un settore soltanto. Il tipo esterofilo, invece, secondo Pablo ha un altro approccio con il numero, per via dell’istintiva abitudine a parcellizzare i vocaboli. Ai suoi occhi, il numero appare come Quattro Otto Sette Zero Due Due. E non potrebbe essere altrimenti. L’assuefazione allo spelling lo porta a vivisezionare ogni agglomerato lessicale per azzerare la possibilità di errore. Così facendo, infatti, non c’è il rischio di capire sessanta al posto di settanta, per esempio. La pulizia di trasmissione è pressoché assoluta, ma la linea melodica ne risente. Salvo combinazioni fortuite. Il soggetto in questione, presumibilmente, ha il cervello strutturato come quei moduli in cui in ogni casellina va scritta una e una sola lettera o cifra. Secondo Pablo, costui ha anche un debole per Leibniz e la teoria delle monadi (e qui esce fuori la vera matrice di Persiceto), ma difetta un po’ nelle visioni d’insieme. Dopo altri esempi meno riusciti, il trattato prende in esame il soggetto, definito professional, che legge Quattrocentottantasette Zeroventidue perché non ha tempo da perdere e con le cifre è abituato a trattare, soprattutto in formato alfanumerico. Il professional è impersonale come tutti i burosauri e legge allo stesso modo una targa di automobile e un codice fiscale. Anzi, proprio alla struttura particolare del codice fiscale è da far risalire la sua forma mentis. Egli tende a spersonalizzare le situazioni, forse per non lasciarsi coinvolgere, forse per un anelito di scientificità. Leggermente diverso è il tipo matematico-contabile che, per forza dell’abitudine, legge Quattrocentottantasettemilaventidue. Questo soggetto tende a contabilizzare tutto, crede nella legge dei grandi numeri, gioca la schedina al computer e vince al massimo diecimila lire. Persiceto pare divertirsi nel tracciare i profili dei soggetti esaminati. A proposito del matematico-contabile, Pablo dice testualmente: Presenta una certa predilezione per Cartesio, una certa passione per Pitagora e una certa inclinazione verso la tirchieria (pag. 92). Talvolta sembra che Pablo, più che un anziano centralinista che scorre i propri ricordi seduto in autobus con un amico, sia un docente di filosofia che spettegola in un salotto in compagnia di colleghi. A Persiceto, comunque, il tipo matematico-contabile piace parecchio e ci gioca come il gatto col topo. A proposito della sua capacità di memorizzare i numeri, infatti, il narratore osserva che a un metodico della mnemonizzazione, infine, non sfugge sicuramente che 70 è uguale a 48 + 22. Ciò gli consente di fornirci una chiave di lettura ulteriore: la possibilità per chiunque di ricavare il numero mediante formule incardinate in esso. Egli, in virtù di questa innata propensione al calcolo, non disdegna di manipolare allo stesso modo le date di nascita e, quando è fermo al semaforo, guarda la targa dell’auto davanti fantasticando intrecci, analogie, simmetrie e compenetrazioni tra quelle cifre che, ignare di essere spiate con voluttà da un voyeur aritmetico, ritengono di formare semplicemente una qualsiasi targa automobilistica. Illuse. (pag. 97).
La corriera è ormai giunta a destinazione. Persiceto dedica al suo soggetto prediletto le ultime considerazioni. Il matematico-contabile è un tipo che non si perde mai d’animo perché confida sempre nella propria capacità di estrarre dalla realtà le informazioni necessarie per cavarsela in qualsiasi circostanza. Il suo grosso limite, tuttavia, è di andare in tilt quando due elementi, due calcoli, due destini, non combaciano come desiderato.
Confesso che il finto rigore metodologico e l’improbabile valenza scientifica del lavoro di Manuel Persiceto mi hanno divertito e incuriosito. Non è frequente che un accademico accetti di non prendersi troppo sul serio. Cercando altre informazioni sul suo conto, ho appreso che recentemente ha collaborato con il noto musicologo (e appassionato di scienze esoteriche) Sylvester Cat, con il quale ha compiuto uno studio sulla vita dopo la morte. In particolare, Persiceto ha curato la parte relativa alla trasmigrazione delle anime dei musicisti defunti. Il titolo è Musica e metempsicosi. Cenni sulla legge del contrabbasso.
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Come sempre la cassapanca di Mansardo ci regala spunti preziosi di riflessione : questa volta – devo confessare – mi ha rimarcato anche la differenza di interessi tra un’età e l’altra . Un tempo , da giovanissima , ero molto curiosa e andavo perennemente alla ricerca di saggi che appagassero il desiderio di conoscenza e che mi guidassero in quel mistero che è l’uomo con i suoi comportamenti . Oggi non dico che sia in fase di bonaccia , ma sono diventata molto selettiva – anche per via del tempo, nel senso che mi sfugge come sabbia tra le dita – ergo bussano alla mia porta altre curiosità . Ciò che non ha mai smesso di incuriosirmi e che continua a sollecitare la ricerca è la mutevolezza dell’anima e della mente . Forse è questo il motivo che mi ha allontanata da letture di studi che vorrebbero irreggimentare il comportamento umano in schemi o definizioni paradigmatiche . Oggi più che mai : essere o divenire ? Si potrebbe rispondere essere per divenire , lapalissiano . Si dice , inoltre : tutto passa con una velocità raccapricciante ma io mi chiedo spesso se - al contrario – tutto resti uguale e a cambiare sia solo l’uomo . E mi domando se oggi il problema più difficile non sia diventato incontrare sé stessi , se non sia quello l’incontro da cui fuggiamo perché ci spaventa . Nella consapevolezza di non poterlo evitare , consoliamoci pensando che sia un buon punto di partenza per una maggior conoscenza degli altri .
Firma di Marialuisa
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Ieri sera è stato Equinozio d'autunno , vorrei augurare a tutti voi una splendida stagione autunnale , ricca di colori e profumi con la musica di Antonio Vivaldi
Modificato da - Marialuisa in data 23/09/2009 17:57:46
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Nevathrad
Utente Maestro
Inserito il - 23/09/2009 : 20:18:49
Altrettanto a te Marialuisa e a tutti quelli che frequentano Suite... l'autunno è una stagione bellissima, colorata, più intima dell'estate, forse la più adatta ai ritmi pacati e regolari e finalmente, dopo l'euforia della stagione calda, si può concedere di più e di meglio a se stessi...
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Grazie Luisa.......si belli i colori dell'autunno....ma gli alberi che lentamete si spogliano, le foglie che cadono, le giornate più corte mi rendono malinconica......
San Martino
La nebbia a gl'irti colli piovigginando sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo dal ribollir de' tini va l'aspro odor de i vini l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi lo spiedo scoppiettando: sta il cacciator fischiando sull'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi stormi d'uccelli neri, com'esuli pensieri, nel vespero migrar.
(Giosuè Carducci)
Mattino d'Autunno
Il cielo era tutto sereno: di mano in mano che il sole s’alzava dietro il monte si vedeva la sua luce... Un venticello d’autunno, staccando dai rami le foglie appassite del gelso, le portava a cadere qualche passo distante dall’albero.