Nota Bene: La Sardegna è anche, tradizione, canto, ballo, musica e poesia...... Il canto a chitarra o gara a chitarra è uno dei bellissimi canti tradizionali della Sardegna, dove il suono della chitarra e fisarmonica si unisce per accompagnare le voci de is'cantadorisi che si esibiscono a gara nelle piazze Isolane.
Ricordi , Mansardo , ci capitò tempo addietro di riflettere su artisti , musicisti e la loro sofferenza del vivere . Dove , se non qui , potremmo dedicare un pensiero a Andrea Pazienza , valido autore di fumetti e sceneggiatore , per cui non valse il detto nomen omen , tutt’altro . Se ne andò il 15 giugno 1888 a soli 32 anni e” Morto un genio non se ne fa un altro “recitò il n. 92/93 di Frigidaire : ricordiamolo senza tante parole , chè a volte tante parole non servono , anzi fermiamoci ad ascoltare chi gli fu amico .
Sai, Marialuisa, alcune sere fa ho cenato con un musicista che ha vissuto insieme a Pazienza alla fine degli anni '70. Si tratta di Bruno Mariani, arrangiatore e raffinato chitarrista. Con loro, all'epoca, anche altri amici che poi sarebbero diventati esponenti della musica di denuncia sociale (Claudio Lolli) e giornalisti (Gino Castaldo). E' stata una chiacchierata interessante, tra due persone (me e lui) con esperienze e mentalità molto differenti. Di Andrea Pazienza mi ha detto che era il più geniale della loro compagnia, ma con una personalità piuttosto fragile. Niente di nuovo, in fondo.
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Mansardo....bellissimo video....struggente, credo che il dolore più grande che possa esistere sia, per una mamma, perdere un figlio....in questo video c'è il dolore, la solitudine del dolore, il rannicchiarsi in se stessi, ogni ruga ogni piega della pelle esprime dolore immenso, cicatrici e ferite che non guariranno mai, solo il tempo riuscirà in qualche modo a rendere il dolore più soportabile, la disperazione negli occhi delle mamme.....gli occhi della foca che guardano l'essere spregevole che le ha portato via il suo cucciolo, il volo degli uccelli .........e l'infinito......chi ci ha lasciato è volato via, così mi piace pensare...... La musica rende ancora più commovente le immagini.......guardandolo mi è venuto un nodo alla gola.......ricordi che riaffiorano, ferite mai chiuse che si riaprono........in quei visi, in quegli occhi rivedo gli occhi di mia madre.......
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Nevathrad
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Emotività viscerale... occhi profondi e pieni di dolore... una immagine più dolorosa, cruda, coinvolgente, spiazzante dell'altra... per una musica accorata ed eterna.
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Mansardo....bellissimo video....struggente, credo che il dolore più grande che possa esistere sia, per una mamma, perdere un figlio....in questo video c'è il dolore, la solitudine del dolore, il rannicchiarsi in se stessi, ogni ruga ogni piega della pelle esprime dolore immenso, cicatrici e ferite che non guariranno mai, solo il tempo riuscirà in qualche modo a rendere il dolore più soportabile, la disperazione negli occhi delle mamme.....gli occhi della foca che guardano l'essere spregevole che le ha portato via il suo cucciolo, il volo degli uccelli .........e l'infinito......chi ci ha lasciato è volato via, così mi piace pensare...... La musica rende ancora più commovente le immagini.......guardandolo mi è venuto un nodo alla gola.......ricordi che riaffiorano, ferite mai chiuse che si riaprono........in quei visi, in quegli occhi rivedo gli occhi di mia madre...
Lo so, è un effetto collaterale. Il nodo alla gola è quasi venuto a me leggendo il tuo commento. Ho capito di aver risvegliato (inconsapevolmente) vecchie ferite e - per un attimo - mi sono quasi pentito di aver postato un video così particolare, che, durante la realizzazione, non mi aveva certo lasciato indifferente. Voleva soltanto essere un omaggio a tutte quelle donne che hanno dovuto sopportare il dolore più atroce e, probabilmente, innaturale che esista. Voleva soltanto essere un pensiero accorato a qualsiasi dolore materno, anche quello della povera foca che assiste impotente al vile massacro dei proprii cuccioli ad opera dell'animale più avido e crudele della terra. Un sincero abbraccio, Tizi.
Pia Deidda ha scritto: Stabat Mater dolorósa iuxta crucem lacrimósa, dum pendébat Fílius.
Oggi, in caldo e soffocante pomeriggio torinese, sento brividi di freddo. Perché?
Perchè hai un'anima. Se un video su un tema del genere lasciasse indifferenti sarebbe un bruttissimo segno.
Nevathrad ha scritto: Emotività viscerale... occhi profondi e pieni di dolore... una immagine più dolorosa, cruda, coinvolgente, spiazzante dell'altra... per una musica accorata ed eterna.
E' vero, Nevathrad. La mia interpretazione dello Stabat Mater è questa. Qualsiasi dolore di mamma per il proprio figlio sulla croce merita il medesimo rispetto. Senza steccati. E' il Dolore. Perchè perdere i genitori è tristissimo ma rientra nel ciclo naturale della vita. Prima o poi sappiamo che accadrà. Perdere un figlio, invece, dev'essere un'esperienza devastante. Soprattutto per chi l'ha sentito crescere in grembo. Non posso nemmeno immaginare l'intensità di un dolore così. La musica di Rossini, infine, è uno di quei brani perfetti, immensi, dotati di intrinseca eternità. E' forse l'unico video che ho avuto quasi timore di fare. Un timore reverenziale, un pudore istintivo che mi ha fatto sentire piccolissimo davanti a una magnificenza così chiara, imponente, profonda. Ho provato a esprimere ciò che avevo nella mente cercando di essere il meno banale possibile.
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UtOld
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Inserito il - 19/07/2009 : 09:44:24
@ Tizi (Per canzone De Gregori)
E poi ti dicono "Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera". Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Arrivederci Pia ... Ciao Tizi ... Un saluto a tutti gli amici di Suite
Modificato da - UtOld in data 19/07/2009 09:47:50
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Mansardo ha scritto: Lo so, è un effetto collaterale. Il nodo alla gola è quasi venuto a me leggendo il tuo commento. Ho capito di aver risvegliato (inconsapevolmente) vecchie ferite e - per un attimo - mi sono quasi pentito di aver postato un video così particolare, che, durante la realizzazione, non mi aveva certo lasciato indifferente. Voleva soltanto essere un omaggio a tutte quelle donne che hanno dovuto sopportare il dolore più atroce e, probabilmente, innaturale che esista. Voleva soltanto essere un pensiero accorato a qualsiasi dolore materno, anche quello della povera foca che assiste impotente al vile massacro dei proprii cuccioli ad opera dell'animale più avido e crudele della terra. Un sincero abbraccio, Tizi.
Carissimo Mansardo non ti devi sentire assolutamente in colpa, ne pentirti di aver postato il video, anzi come ti ho detto l'ho trovato bellissimo nella sua tragicità......il dolore materno. Le ferite mai completamente guarite sono parte di me, in ogni momento possono riaffiorare i ricordi, basta un immagine, una canzone, un video, una fotografia ed ecco che la mente mi riporta indietro nel tempo......ma credo sia normale, è la vita, anche se terribile ma è la vita......ed il dolore ne fa parte...io lo afronto parlandone. Il tuo video ha colpito ognuno di noi in maniera diversa, non ci ha lasciato sicuramente indifferenti, la tua sensibilità è riuscita attraverso le immagini a dare vita a quel dolore così immenso che è la perdita di un figlio...... E tu sei riuscito con sensibilità ad esprimere il tuo pensiero e rendere omaggio a tutte le mamme che sopportano per tutta la vita questo immenso dolore......... Grazie Mansardo, ricambio l'abbraccio
Aldo ha scritto: E poi ti dicono "Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera". Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso. Quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare, ed è per questo che la storia dà i brividi, perchè nessuno la può fermare.
Mansardo ha scritto: ......Di Andrea Pazienza mi ha detto che era il più geniale della loro compagnia, ma con una personalità piuttosto fragile. Niente di nuovo, in fondo.
Lo abbiamo sempre saputo ma siamo sempre disarmati davanti a personalità così difficili . Pazienza fu figlio di una generazione che, come scrisse Tondelli, "non ha mai realmente creduto a niente, se non nella propria dannazione", anche se questa dannazione ha saputo raccontarla con leggerezza e sapiente fantasia .
Di nuovo benritrovati . Che belle riflessioni su Suite ; ormai sulla scia dei video di Mansardo non mancano spunti e arte e musica fanno da sottofondo perfetto . Il dolore e lo Stabat Mater mi riportano per assonanza all’ultimo libro di Scarpa ,letto d'un fiato durante un volo aereo di tre ore alcuni giorni fa . Il libro è un piccolo capolavoro : intenso per il racconto e essenziale e pulito per il linguaggio narrativo . E' il dolore a far da protagonista , il dolore di una orfanella dell'antico orfanotrofio della Pietà a Venezia , Cecilia .
"Signora Madre , è notte fonda , mi sono alzata e sono venuta qui a scrivervi "
Cecilia di giorno suona il violino nell'orchestra dell'orfanotrofio e di notte combatte con l'angoscia e l'insonnia e scrive lettere a una madre sconosciuta che l'ha abbandonata alla sua nascita .
"Perchè si nasce ? Perchè mi avete fatta nascere, Signora Madre ? Volete sapere come mi sento quando sto male?... Esiste al mondo una persona meno sola di me?..
Poi un giorno un prete entra nella vita di Cecilia : è Antonio Vivaldi , un giovane musicista che preparerà le orfanelle nell'esecuzione delle sue opere .
"Io sono stata tutto questo, burrasca , tempesta , tuoni , lampi , ho pianto nel sentirmi diventare tanta furia , oltrepassando me stessa . Mi sono commossa di potermi trasformare in così tanto , e ho avuto pietà di me , senza compatimento .Ho pianto di non poter essere semplicemente io, quando posso diventare cose tanto diverse , tanto forti , io che non chiederei nient'altro che poter dire sono qui , sono Cecilia , sono tutta qui ."
In Stabat Mater Scarpa racconta di un dolore tutto dalla parte della figlia abbandonata , quello della madre possiamo solo intuirlo dal modo con cui ha lasciato la piccina alle cure dell’orfanotrofio ; e se la perdita di un figlio , comunque sia avvenuta , è un’esperienza straziante anche l’abbandono di una madre , la sua assenza e la consapevolezza di disperare di conoscerla è altrettanto devastante per un figlio . Il libro è struggente , intriso di musicalità e di musica .Sarà la musica e tendere la mano a Cecilia , sarà la musica a guidarla verso la luce .
Ps Che belle le assonanze e le empatie in Suite , mica casuali , vero?
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Quante domande ci si pone nel dolore.....spesso non hanno risposta.....si cerca di non sprofondare di rimanere a galla, l'importante è risalire e ritrovare la fiducia in se stessi e nella vita......
"io che non chiederei nient'altro che poter dire sono qui , sono Cecilia , sono tutta qui ." Mi hai incuriosita, leggerò il libro di Scarpa....
Luisa ha scritto: se la perdita di un figlio , comunque sia avvenuta , è un’esperienza straziante anche l’abbandono di una madre , la sua assenza e la consapevolezza di disperare di conoscerla è altrettanto devastante per un figlio .
Credo che qualsiasi dolore nel momento in cui lo viviamo sia straziante e devastante.....
Prendiamo una superstar del pop. Non una a caso. La superstar per eccellenza. Ha raggiunto la massima popolarità, venduto centinaia di milioni di dischi, guadagnato montagne di dollari. Al culmine del successo, scompare per parecchi anni. Nessun disco, nessun tour. Di lui si parla soltanto per via delle assurde stravaganze. Tipo cambiare il colore della pelle o rimodellarsi il naso. Niente musica. Molto gossip. Poi, all’improvviso, ricompare. Oberato dai debiti, al punto di dover vendere anche la sua reggia, progetta una nuova tournèe. Inizia le prove. Parte la prevendita dei (costosissimi) biglietti. Un evento. Alla vigilia del tour, del rilancio, della rinascita, la star, anzi LA Superstar, muore misteriosamente. Al funerale, naturalmente un evento mediatico studiato molto bene, partecipano tantissimi fans. Molti di più sono quelli che avrebbero voluto partecipare. L’unica assente è proprio la salma della superstar. L’artista non riposa ancora in pace. Probabilmente è in corso una delicatissima autopsia perché probabilmente è morto. I suoi dischi vanno a ruba in tutto il mondo. Spuntano come funghi video inediti, brani segreti, servizi fotografici esclusivi. Backstage, interviste, merchandising. E ancora tributi, mostre, musei, aste con i cimeli del defunto. Le prove del nuovo spettacolo diventano un film. Che sbancherà il botteghino. Un film costato praticamente nulla, una vera miniera d’oro. Il vorticoso giro di soldi messo in moto dalla morte della Superstar ripiana i debiti. Adesso sono tutti più tranquilli. Creditori, collaboratori, parenti, figli. I rischi di un tour al buio, di un flop artistico ed economico, di una caduta d’immagine, sono dissipati. L’ultimo business sicuramente sarà un successo. Talvolta la morte è un vero affare. Una via di fuga dai guai, una scorciatoia verso l’immortalità quando un artista è morto da tempo ma non può permettersi di rivelarlo al mondo. Talvolta è davvero un affare, la morte. E non solo quella altrui.
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