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Nota Bene: I costumi femminili di Aritzo, Belvì, Desulo e Gadoni conservano uno straordinario "fossile vestimentario ". Non comprendono, infatti, gonne a ruota, amplissime, pieghettate o increspate come tutti i restanti costumi femminili dell'Isola, ma una singolare gonna a sacco. Questo tipo di gonna e' formata da due stretti teli d'orbace raccordati ai lati da due esigui gheroni trapezoidali. Si ritiene che l'indumento derivi da arcaici capi drappeggiati o formati da due pannelli rettangolari separati, utilizzati per coprire il corpo femminile dalla vita in giu.



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UtOld
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 11/05/2009 : 22:02:26  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
In suite trovo sempre un pasto caldo cucinato con amore, nell'ultimo mese sono anche ingrassato.... ma in confidenza della dieta non me ne frega niente.
Ciao Marialuisa, Mansardo, Tizi, Pina & c. ... a domani Aldo







 Regione Sardegna  ~ Prov.: Nuoro  ~ Città: Nuoro  ~  Messaggi: 1161  ~  Membro dal: 28/11/2008  ~  Ultima visita: 23/12/2012 Torna all'inizio della Pagina

Mansardo
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 12/05/2009 : 09:32:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mansardo Invia a Mansardo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Marialuisa ha scritto:
Intanto dovremmo spendere qualche parola sul significato di poesia , sfatare la credenza che sia il gradino più alto dell’espressione letteraria .
Poesia è una forma di linguaggio e dunque comunicazione .Penso che ognuno comunichi come può , la creatività si traveste in mille modi e ciascuno la estrinseca a suo modo .
Ho postato due poesie : la prima di Borges l’eclettico scrittore che , a mio parere, diventa poeta più quando scrive racconti che quando scrive in versi .
La seconda è una” poesia bambina” di Vivian Lamarque , una poetessa che ha mantenuto la freschezza e l’innocenza nei suoi versi .
Da anni mi porto in borsa uno dei suoi libelli , mi dà tanta gioia leggere anche un guizzo , una strofa delle sue .

Si , perché poesia è gioia , è immediatezza , è trascrivere un sogno quando non si vuole o non si può più raccontare .
Poesia è anche dolore , morte , tragedia ma chissà perché regala sempre gioia . Hai mai pensato alla musicalità della poesia ? Poesia è suono , quindi musica .
Ricordi , Mansardo , tempo fa ti dissi "Oggi hai scritto in poesia "
Non so tu cosa pensi , e mi farebbe piacere il tuo parere , io trovo che la poesia sia dentro noi e faccia capolino come meglio crede ; certo Petrarca , Leopardi erano e sono sommi ma la poesia è anche nella semplicità del quotidiano , nei sentimenti , nella natura , nella vita .
Va oltre il tempo e lo spazio , non ha bisogno d’età , a volte di cultura e neanche di lingua .
Per questo è immortale .


Con il tuo arguto intervento hai posto l’accento su un equivoco terminologico che talvolta è fonte di fraintendimenti: il significato della parola “poesia”.
Io credo che si debba tenere ben distinto il genere letterario “poesia”, contrapposto a prosa, dal concetto di “poesia” come sinonimo di bellezza, armonia, sentimento, musicalità.

Poesia come genere letterario.
Sono d’accordo con te: non è necessariamente il gradino più alto dell’espressione letteraria. Siamo circondati da poesie banali, scontate, ripetitive, senza lampi. Qualcuno è ancora convinto che basti azzeccare una rima baciata (quando, ad esempio, l’assonanza è molto più elegante di una sequela di rime) per aver scritto una poesia. A volte, leggendo certe poesie, ho la sensazione che l’autore abbia semplicemente voluto imboccare una scorciatoia comunicativa, senza lavorare sulle parole, senza dosare le pause, curare il ritmo, prendere per mano il lettore. Si butta lì un cuore/amore, mare/sognare e il gioco sembra fatto.
Non è così facile. Fatta salva la buona fede della maggioranza dei poeti (soprattutto dilettanti), molte presunte poesie sono solo frasi in versi. Senza poesia.

Il mio precedente intervento si riferiva soltanto a questo significato di poesia come contrario di prosa.
Sarà che tendo a dilungarmi, sarà che vedo l’esigenza di rime o assonanze come un vincolo, sarà che pensare di concentrare certe idee complesse e articolate in una poesia mi sembra limitativo (e probabilmente non ne sarei capace), ma ho sempre preferito la prosa, il racconto. Anche da lettore.
Devo dire che anche a me, quando scrivo, sfuggono inconsciamente allitterazioni o altre figure retoriche che possono vagamente ricordare rime e assonanze, ma sono quasi sempre casuali, non volute.
Hai detto bene tu: ognuno comunica come può.
Detto questo, certe intuizioni geniali di Ungaretti come Mattina (M’illumino d’immenso) o Soldati (Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie) o certi testi di De Andrè (dove le cose si complicano perché con la musica bisogna rispettare anche la metrica) valgono più di pagine e pagine di prosa.

Poesia come bellezza, armonia, etc.
Qui entriamo nel campo dei sentimenti, delle emozioni pure che prescindono dalla forma, dallo stile e le definizioni hanno meno senso. La poesia di un tramonto è in re ipsa, non ha bisogno di parole. Idem per un brano di Bach o la Pietà di Michelangelo o un dipinto di Canaletto.
Ci può essere poesia in una carezza, in uno sguardo, in una lapide, nella pioggia, nel pianto, in una foto, in un vestito, in un fiore, in una pietanza, in una parola incastonata bene nello spazio e nel tempo.

Vorrei aggiungere, infine, che non necessariamente poesia è musicalità. Un brano musicale non ha bisogno di essere tradotto, ha un’immediatezza totale, mentre una poesia può avere una sua musicalità nella lingua originale e risultare insignificante se tradotta.

p.s.
Ricordo benissimo la tua frase “Oggi hai scritto in poesia” e l’ho sempre ritenuta un grandissimo complimento.







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Thomas Kinkade, Stepping Stone Cottage

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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 12/05/2009 : 19:26:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La poesia...la prosa...la musica...la pittura...un giorno arrivano le Muse, ti si avvicinano e ti prendono per mano conducendoti fuori di qui al di là del tempo per portarti negli spazi dell'eterno.
Ma quelle mani bisogna afferrarle saldamente, con fiducia tenerle fortemente strette, lasciandosi condurre senza più remore.
E' questo Mansardo che le voci amiche ti stanno dicendo dalle pagine di questa Suite.




Scriabin Sonata no. 5 Op. 53 'The Poem of Ecstasy" VICTOR GOLDBERG Pianist - Part 2







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Pedra Longa

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Mansardo
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 12/05/2009 : 21:09:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mansardo Invia a Mansardo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aldo g ha scritto:

In suite trovo sempre un pasto caldo cucinato con amore, nell'ultimo mese sono anche ingrassato.... ma in confidenza della dieta non me ne frega niente.
Ciao Marialuisa, Mansardo, Tizi, Pina & c. ... a domani Aldo

Tranquillo, questo tipo di calorie non possono che fare bene. Niente dieta, qui è meglio essere sovrappeso.







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Mansardo
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 12/05/2009 : 21:16:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mansardo Invia a Mansardo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Pia Deidda ha scritto:

La poesia...la prosa...la musica...la pittura...un giorno arrivano le Muse, ti si avvicinano e ti prendono per mano conducendoti fuori di qui al di là del tempo per portarti negli spazi dell'eterno.
Ma quelle mani bisogna afferrarle saldamente, con fiducia tenerle fortemente strette, lasciandosi condurre senza più remore.
E' questo Mansardo che le voci amiche ti stanno dicendo dalle pagine di questa Suite.

E io alle voci amiche presto sempre attenzione.
Senza dimenticare che lo spirito originario di Suite è proprio quello che hai descritto tu.







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Mansardo
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 13/05/2009 : 09:46:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mansardo Invia a Mansardo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tizi ha scritto:

Trovo che questa canzone sia molto bella, dolce e malinconica....poetica.
Bravissimo Modugno.....

Spero vi piaccia

Ci piace, Tizi, ci piace.
Ottima scelta.
Modugno è stato il primo vero innovatore della canzone italiana moderna. Questa, una delle sue canzoni migliori.







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Thomas Kinkade, Stepping Stone Cottage

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Marialuisa

Utente Master



Inserito il - 14/05/2009 : 08:46:42  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Marialuisa Invia a Marialuisa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Buona giornata e shalom aleichem - "la pace sia su di voi" - a chi passerà di qui

Ilana Yahav




* * *









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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso



Inserito il - 14/05/2009 : 10:42:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tizi Invia a Tizi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
buona giornata Luisa a te a tutti quelli che passano di quì
Bellisimi video, soprattutto il secondo...
in quante forme si può esprimere l'arte.....







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Panorama

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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 14/05/2009 : 12:03:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Shalom Maria Luisa e amici tutti di Suite.

Grazie.

L'arte dell'effimero mi ha sempre messo un po' di angoscia esistenziale e intellettuale.
L'arte dei madonnari, i grandi apparati scenici barocchi, le rappresentazioni teatrali, ...., mi hanno sempre fatto soffrire un po'. Arte che si disperde, arte che se ne va senza lasciare traccia, se non nell'anima di chi ne è stato testimone, in quel breve, transitorio attimo.

Per noi, affinché sappiamo vivere e cogliere quei fugaci momenti come doni preziosi che ci vengano donati in quell'istante.

Grazie.







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Pedra Longa

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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 14/05/2009 : 15:28:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vi faccio una confidenza: ho finito di leggere "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery. E' un capolavoro. Ho le lacrime agli occhi.
Ho pensato a voi amici di Suite perché pagina dopo pagina avrei postato frasi su frasi...accompagnate da brani musicali che s'ispiravano ad esse.
E poi, tanti riferimenti all'Arte, alla Musica, all'interiorità, all'eternità, al senso della nostra esistenza.
Un romanzo laico ma che va oltre il confine finora tracciato dalla laicità.
Muriel amica di Suite.

Voglio essere camelia sul muschio del tempio.







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Pedra Longa

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santobevitore

Utente Medio


Inserito il - 14/05/2009 : 19:13:07  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di santobevitore Invia a santobevitore un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Pia Deidda ha scritto:

L'arte dell'effimero mi ha sempre messo un po' di angoscia esistenziale e intellettuale.
L'arte dei madonnari, i grandi apparati scenici barocchi, le rappresentazioni teatrali, ...., mi hanno sempre fatto soffrire un po'. Arte che si disperde, arte che se ne va senza lasciare traccia, se non nell'anima di chi ne è stato testimone, in quel breve, transitorio attimo.

Per noi, affinché sappiamo vivere e cogliere quei fugaci momenti come doni preziosi che ci vengano donati in quell'istante.

Grazie.

Pia, perché angoscia? Non è mica poco ciò che hai scritto! Credo che questo tipo di arte, quando di Arte si tratta, proprio per la sua effimera durata, sia in grado di comunicare in modo forte e intenso: deve lasciare traccia di sé e lo deve fare in fretta, prima che sopraggiunga la fine. è un pò come per le farfalle. Vivono pochissimo tempo ma, in quel breve attimo, ci sanno regalare tutta la loro grazia e bellezza. Se di arte si tratta, essa riuscirà a toccare le anime secondo la diversa sensibilità di ciascuno, colpirà la memoria e con essa saprà produrre effetti che durano nel tempo, ben più intensi di quanto si possa immaginare. Tanti salotti sono pieni di quadri ma sono davvero tutti opere d'arte? Sono lì, appesi da anni, ma colpiscono la nostra sensibilità? Mi sono accorto che a volte basta anche un oggetto di breve durata, però fatto "con arte", per scatenare una serie di riflessioni. Del resto la Natura stessa non ci ha abituato alla durata limitata? Ciò che guardiamo una volta non lo rivedremo, almeno in modo identico, mai più. Per questo, consciamente o meno, siamo portati ad ammirarlo, io credo.






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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 14/05/2009 : 21:11:28  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Che cosa è la magia? si chiedeva Mansardo all'inizio di questo spazio.

A me è successo in questo momento. Appena letto l'intervento di Santobevitore (e stavo dicendo fra me e me: come ha ragione! la bellezza dell'effimero naturale!) ho ripreso in mano il libro appena finito di cui vi ho parlato sopra.....aprendolo a caso .....e guardate cosa ho riletto:

"Dove si trova la bellezza? Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire, oppure nelle piccole che, senza nessuna pretesa, sanno incastonare nell'attimo una gemma d'infinito?"







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Pedra Longa

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Mansardo
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 14/05/2009 : 22:41:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mansardo Invia a Mansardo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
santobevitore ha scritto:

Pia Deidda ha scritto:

L'arte dell'effimero mi ha sempre messo un po' di angoscia esistenziale e intellettuale.
L'arte dei madonnari, i grandi apparati scenici barocchi, le rappresentazioni teatrali, ...., mi hanno sempre fatto soffrire un po'. Arte che si disperde, arte che se ne va senza lasciare traccia, se non nell'anima di chi ne è stato testimone, in quel breve, transitorio attimo.

Per noi, affinché sappiamo vivere e cogliere quei fugaci momenti come doni preziosi che ci vengano donati in quell'istante.

Grazie.

Pia, perché angoscia? Non è mica poco ciò che hai scritto! Credo che questo tipo di arte, quando di Arte si tratta, proprio per la sua effimera durata, sia in grado di comunicare in modo forte e intenso: deve lasciare traccia di sé e lo deve fare in fretta, prima che sopraggiunga la fine. è un pò come per le farfalle. Vivono pochissimo tempo ma, in quel breve attimo, ci sanno regalare tutta la loro grazia e bellezza. Se di arte si tratta, essa riuscirà a toccare le anime secondo la diversa sensibilità di ciascuno, colpirà la memoria e con essa saprà produrre effetti che durano nel tempo, ben più intensi di quanto si possa immaginare. Tanti salotti sono pieni di quadri ma sono davvero tutti opere d'arte? Sono lì, appesi da anni, ma colpiscono la nostra sensibilità? Mi sono accorto che a volte basta anche un oggetto di breve durata, però fatto "con arte", per scatenare una serie di riflessioni. Del resto la Natura stessa non ci ha abituato alla durata limitata? Ciò che guardiamo una volta non lo rivedremo, almeno in modo identico, mai più. Per questo, consciamente o meno, siamo portati ad ammirarlo, io credo.


Sono d'accordo con te, ma capisco Pia.
Spesso siamo condizionati dalla nostra propensione (istintiva e naturale) a collezionare l'arte, per non lasciarcela sfuggire.
Un esempio? Se assistiamo a un bel concerto pensiamo "speriamo che ne facciano un cd o un dvd", come se non ci appagasse a sufficienza aver vissuto di persona l'evento.
Abbiamo bisogno della testimonianza tangibile, del feticcio. Come se non ci fidassimo del nostro potere evocativo. Come se avessimo paura di perdere irrimediabilmente la magia.
Forse dovremmo abituarci di più a cogliere l'attimo, a godere fino in fondo dell'intensità dell'arte senza cedere a tentazioni di collezionismo.
Anche un tramonto non lo rivedremo mai più. La sera successiva ce ne sarà un altro, certo, ma non lo stesso. Proprio per questo dobbiamo gustarcelo fino in fondo. Per non avere rimpianti.
Il primo, affascinante video di Marialuisa (che - tra l'altro - ha una delle più belle canzoni di tutti i tempi, forse la più bella) ci dice questo.

L'accostamento di Suite a L'eleganza del riccio è un gran bel regalo di Pia e non può che fungere da stimolo per continuare ad arricchire questo forziere di arte e memorie.
Per un decoratore di ricordi come me è un onore.

Buonanotte con un capolavoro di Chico Buarque (e stavolta mi perdonerete un piccolo vezzo in stile hitchcockiano...)








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santobevitore

Utente Medio


Inserito il - 15/05/2009 : 18:31:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di santobevitore Invia a santobevitore un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Pia, il fatto che ci sia un collegamento tra quello che le nostre teste elaborano separatamente (neanche ci conosciamo personalmente!) è segno che ognuno può aiutare l'altro a capire o a fare chiarezza. Si tratta di uno scambio reciproco in cui tutti guardano dalla stessa grande finestra per poi raccontare agli altri ciò che ha visto. Sapessi quante volte leggo sul forum, ma in particolare su suite, cose che anche io avevo pensato ma sulle quali non mi ero ancora soffermato a riflettere!

Mansardo, mi è piaciuto il tuo collegamento col collezionismo. Credo che il collezionista vero, non quello che agisce per moda, più o meno consapevolmente non faccia altro che sfidare il tempo e la sua inesorabile forza distruttiva salvando quanti più oggetti può. Non so, forse qualcuno ha una sensibilità più fine che lo aiuta a percepire l'importanza e il valore delle cose, non necessariamente in termini economici. Ho letto persino che il collezionismo può essere considerato una patologia! Sarà vero?






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Mansardo
Salottino
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Inserito il - 17/05/2009 : 13:05:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mansardo Invia a Mansardo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
santobevitore ha scritto:

Pia, il fatto che ci sia un collegamento tra quello che le nostre teste elaborano separatamente (neanche ci conosciamo personalmente!) è segno che ognuno può aiutare l'altro a capire o a fare chiarezza. Si tratta di uno scambio reciproco in cui tutti guardano dalla stessa grande finestra per poi raccontare agli altri ciò che ha visto. Sapessi quante volte leggo sul forum, ma in particolare su suite, cose che anche io avevo pensato ma sulle quali non mi ero ancora soffermato a riflettere!

Mansardo, mi è piaciuto il tuo collegamento col collezionismo. Credo che il collezionista vero, non quello che agisce per moda, più o meno consapevolmente non faccia altro che sfidare il tempo e la sua inesorabile forza distruttiva salvando quanti più oggetti può. Non so, forse qualcuno ha una sensibilità più fine che lo aiuta a percepire l'importanza e il valore delle cose, non necessariamente in termini economici. Ho letto persino che il collezionismo può essere considerato una patologia! Sarà vero?


Temo di sì. Ricordavo di aver letto qualcosa in merito. Ecco l'articolo.

Gli psichiatri: è un disordine «ossessivo-compulsivo»
Il collezionismo nasce da un trauma cerebrale
Ricercatori americani hanno localizzato l'«anomalia» del cervello che causa l'istinto ad accumulare cose inutili

IOWA (USA) - Secondo i ricercatori americani dell'Università dell'Iowa, i collezionisti non hanno tutte le rotelle a posto. La tendenza ad accumulare oggetti, considerata fino a oggi un tipico esempio di comportamento ossessivo-compulsivo (OCD), potrebbe invece avere una sua specifica e diversa origine neuro-biologica. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista «Brain», l'istinto ad accumulare oggetti inutili, sarebbe causato da un'alterazione del lobo frontale del cervello (soprattutto la parte destra), che i ricercatori statunitensi hanno localizzato con precisione. Questa passione, definita «fine a sé stessa», farebbe parte di quella serie di «comportamenti e pensieri che denotano un disordine dovuto ad ansietà e di solito conseguente a un trauma».

ESPERIMENTI - L'equipe ha studiato 13 persone che, come reazione emotiva conseguente a un trauma subito, avevano cominciato a collezionare oggetti, sviluppando una vera mania. Alcuni avevano accumulato enormi quantitá di cartoline o elettrodomestici rotti, di cui non volevano assolutamente sbarazzarsi. Il loro cervello è stato confrontato, tramite risonanza magnetica, con quello di altri 73 pazienti che avevano riportato un trauma cerebrale senza però sviluppare quel tipo di conseguenze. «Alterazioni in un'area del lobo frontale della corteccia, in particolare sul lato destro - spiega Steven Anderson - sono risultate evidenti in tutti i maniaci dell'accumulo». La ricerca «potrebbe avere profonde implicazioni per la cura delle manie» ha confermato il Dr Naomi Fineberg, esperto di malattie mentali presso l'ospedale Regina Elisabetta di Welwin. Ma gli risponde lo psichiatra Paul Salkovskis del «King's College» di Londra che è convinto che «conoscere l'esatta localizzazione del trauma nel cervello, in realtà non aiuta i pazienti a risolvere i loro problemi quotidiani. Dal punto di vista della terapia il collezionismo viene considerato un tipico comportamento ossessivo-compulsivo». Vi compiacete della vostra collezione di conchiglie o portachiavi? Tenetevelo per voi: potreste finire sotto i ferri dei neurobiologi o dritti dritti in terapia.
(Corriere della sera, 2004)







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