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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 04/08/2009 : 14:51:20
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nella danza sarda presso un santuario del marghinotti la mantilla è celeste... nell'esemplare fine ottocento del museo arti e trad pop di roma è celste.. posso affermare di averne cisto una in cui il colore era color cobalto :mi sa che i toni di azzurro usati erano vari e che variavano. a seconda dei gusti delle persone quando l'abito era abito e non costume.. quello satudio del marghinotti si riferisce molto probabilmente a popolane cagliaritane... rappresentate ne l quadro che ho citato e nella partenza per una festa dello stesso marghinotti..ciau
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laier
Salottino
Utente Virtuoso
Campione Gp Passalafoto
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Inserito il - 04/08/2009 : 15:15:30
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concordo!!! è giusto mostrare le varianti! comunque nel secondo quadro possiamo ammirare le due scoffie (rossa e celeste) delle due classi sociali di cui parlavamo prima
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Tramonto a Porto Cauli - Masua
Iglesias (CI)
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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bargy77
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 04/08/2009 : 18:23:24
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Qualcuno ha delle immagini della cuffia olianese???
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BizioFolk
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Inserito il - 04/08/2009 : 21:17:26
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Mi sembra che ci si stia attaccando troppo alle cartoline e ai dipinti, ma siamo sicuri che riproducano fedelmente ciò che rappresentano. Ricordo un racconto di un re grasso che nei dipinti appariva magro
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 04/08/2009 : 21:33:36
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bizio: hai ragione ..in parte.. . l'iconografia è varia: affidabile. poco affidabile per nulla affidabile.. va "ragionata" , interpretata, comparata con tutti i dati a disposizione l'indagine sulle fogge popolari si avvale di tutta la gamma di testimonianze: reperti, ricordi , memorie popolari, diari di viaggio, dipinti, antichi atti e testamenti, la storia generale della moda, la merceologia dei tessuti, la storia delle tecniche di confezione .. ecc.. un dipinto da solo vale poco.. ma tutta una serie di attestazioni fanno la storia.. ciau
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 05/08/2009 : 12:29:17
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Ieri, prima di tornarmene finalmente a casa, ho fatto un giretto al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma; pur non avendo visto quello che cercavo -credo che il costume di Milis che mi interessa sia in deposito (devo ancora capire se e come potrò vederlo)- ho visto un sacco di belle cose e mi sono imbattuto in una mostra temporanea sui costumi della Val d'Aosta. Oltre agli scialli di seta e a certi fazzoletti commerciali, simili ai nostri, che mi aspettavo di trovare, c'era un velo ricamato identico a quelli che si portavano in Sardegna; allora mi sono chiesto se questo genere di veli, almeno all'inizio, non arrivasse già pronto, come i fazzoletti (per poi essere anche fabbricato in loco, una volta appresa la tecnica) oppure se si facesse riferimento a certe riviste nazionali con gli stessi disegni o se non sia altro che casualità. Che mi dite?
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 05/08/2009 : 13:05:10
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milis: puoi fare domanda scritta di vederlo.. motivandola.. sai bene che è parzialmente pubblicato su costumi ritrovati... a proposito ho l'impressione che il costume femminile che posseggo, di cui ti parlai, non sia di cabras, ma forse di san vero milis... delle tre camicie.. una credo ti potrebbe interessare molto è perchè davvero vecchia , semplicissima, cucita tutta mano e in lino tessuto al telaio, reversibile spalle avanti, senza alcun vezzo floreale nei ricami...
veli... situazione complessa ed articolata: molte cose usate in sardegna.. vedi quegli scialli violacei provenivano attraverso il piemonte e genova e sono comuni a tutta l'area alpina... (vi sono alcune somiglianze anche nella struttura di certi giubbetti) tornando ai veli.. ti sintetizzo la cosa.. nella metà ottocento erano probabilmente fatti a mano per le classi alte e privilegio di pochi rustici.... poi sono stati acquisiti dalle classi rustiche progressivamente e li facevano a macchina.. ( a thiesi sono stati introdotti timidamante nel 1890 ... mentre a metà ottocento nella vicina ittiri si usavano) con un operaio che seguiva velo per velo facendo una cornice, sistemando quattro mazzetti ai lati, campenlo spazio centrale con fiorellini, smerlando l'orlo ... come per il pizzo san gallo antico,, ne ho visto alcuni, mai usati, che hanno ancora traccia della cartavelina che segnava il disegno e che poi veniva strappata e scopariva con il primo lavaggio.. una delle fabbriche era a torino.... tutti quelli antichi del nord, villanova, ittiri, ossi, nulvi.. molti di osilo ecc, sono di produzione semimeccanica.... anche quelli , per es. di aritzo, ollolai, busachi della mostra dell'11 sono semi meccanici ... prova a guardare quello di Busachi di quella mostra e quello di osilo libro illisso... ecc. anche alcuni del circondario di cabras sono eseguiti cosi'.. altri a mano... nei centri del nord se ne sono fatti a mano e a macchina in casa quando quelli di fabbrica non erano reperibili.. ad osilo, invece, l'esecuzione manuale è divenuta canonica... ma qualcosina a macchina.. si faceva in casa... cosi' a busachi.. ma non ho visto cose novecentesche a macchina.. --- nel meridione selargius, quartu, teulada , iglesias.. sant'antioco ho invece visto soltanto produzioni antiche a mano,,, a quartu qualcuno riferisce che alcuni loro veli si facevano ad iglesias ... o anche ad iglesias.... sembrerebbe che nel meridione si sia continuata la tradizione antica, benchè ci sia più di una prova dell'antica presenza di mussole e non tulle , operati o meno , nel nord, dove i contatti con genova e torino erano "storici" si è consolidato il commercio di veli già fatti ( sono molto diversi dai brutti e dozzinali tulle sintetici e "tagliati" e con decorazioni non simmetriche e non "incorniciate" , impropriamente usati oggi , sia chiaro)
ah! anche i veli di seta color crudo usati a florinas, ossi, ittiri domenicale, sennori etc.. erano prodotti a torino prevalentemente
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 05/08/2009 : 16:09:43
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a margine dei veli in tulle... il tulle meccanico su cui sono prodotti, sia quelli a mano che quelli semimeccanici cominciò a diffondersi non prima del primo quidicennio del 1800 , quando fu inventata la macchina per produrlo... i veli, le mantiglie , le cosidette blonde, ecc erano appannaggio soprattutto della moda aristocratica ed altoborghese,, il velo bianco iniziò a divenire di gran moda per le spose dopo che la chiesa ( nel 1800) cominciò a diggondere il dogma dell'immacolata concezione ad indicare la purezza delle fanciulle.. prima gli abiti da sposa erano colorati, in ambito popolare spesso sul rosso.. è probabile che in sardegna, per imitazione delle classi borghesi il velo di tulle sia stato affiancato e poi abbia preso il sopravvento su altri tipi di copricapo.. in logudoro su fazzoletti commerciali di tela , mussolina, seta, a volte stampati,.. per indicare, inizialmente la sposa.. e che poi poichè l'abito nuziale diveniva di gala.. sia stato acquisito totalmente per alcune fogge festive,, provo a fare un elenco sommario e lacunoso dei paesi in cui è diffuso:
nulvi, osilo, sennori, sassari, usini, tissi, ossi, putifigari, uri, olmedo, villanoca, ittiri, thiesi, romana, monteleone, cossoine, giave, bessude, siligo, banari, cheremule, siligo ecc. e poi bosa, bortigali, macomer ecc e poi ollolai, dorgali, oliena, aritzo, ovodda, gadoni, belvi' , siniscola.. seneghe e poi busachi, neoneli, samugheo, meana, cabras ecc e poi quartu, cagliari, settimo, assemini eccce poi iglesias , teulada, sant'antioco,, direi una capillare diffusione...
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 05/08/2009 : 18:50:23
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Grazie Babbo, tutto molto interessante. Ora mi spiego il perchè di certe somiglianze, fra i disegni dei veli, riscontrate in paesi diversi, anche distanti. Tra l'altro, quei veli, sebbene semi-meccanici, sono molto belli. A Cabras ne ho visto uno di un tessuto meno traforato del tulle, una sorta di garza operata che non so cosa sia, ricamato con un motivo che ricorda foglie di palma o felce stilizzate. Appena posso chiedo nuovamente di vederlo e lo fotografo bene. Quanto al costume di Milis mi informerò bene, mi interessano certi dettagli sulla fattura che in foto, purtroppo, non si riesce a vedere. Per la camicia, magari!!! Credo non ci sia differenza con Cabras e gli altri paesi, anche perché alcune ricamatrici andavano a vendere mostas e tzrugheras in tutto il circondario, da un paese all'altro. Però mi sono accorto che è praticamente impossibile trovare camicie così antiche nelle case; infatti, nella maggior parte dei casi, le più antiche, lisce giornaliere, ricamate festive, anche in tela di lino tessuta a mano (comunque più rare perchè, con l'andare del tempo, si preferiva sempre più il bianco candido)rimontano tutt'al più agli anni '20 -30. Dalle foto si vede bene che le camicie più vecchie erano più semplici e mi sa che tu conservi uno dei pochi esemplari ancora in circolazione. Penso che ora Milis le stia riproponendo proprio sulla scorta del libro Costumi Ritrovati.
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 06/08/2009 : 10:26:44
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santo,, quella garza che citi è una mussola o un bisso di lino o di cotone, che a fine orrovento affiancava spesso quelli di tulle, ma di origine un po' più vecchiotta, ma anche queste sono solitamente fatte a macchina, immagino il disegno che citi, sono come delle goglie lanceolate e curvilinee con fogliettine che si dipartono a spiga sui due lati per la scarsa trasparenza con l'imperare del tulle, questi veli, molto belli per me, hanno spesso finito per divenire, "domenicali", da "povera", da anziana"..
camicia: ne ho visto tante, credimi , di tante località, ma questa mi sa che è la più vecchia che ho visto: ha l'apertura mediana e ledue asole ( minuscole) per i bottoni sia davanti che dietro per cui era a doppio ditirro, lo sparato su un lato presenta un solo sfilato stretto meno di un cm e fitto fitto, sull'altro lato due sfilati ancora più stretti e diversi adffiancati da un semplice ricamo di rombatti a punto antico,, la zughera è stretta più di uncentimetro ed ha dei trigohli piccolissimi stilizzati uniti da archetti , fatti con una variante del punto erba, il " pizzo" di finitura è fatto con una serie di microscopici archetti a punto occhiello e basta!! in tealtà, se si eccettua la stoffa non è diversissima dalle camicie antiche di ittiri e sennori, che come saprai, conservano un modello ottocentesco indenne da florealismi ed ispirazioni alla biancheria borghese,,, me la tengo molto cara, ma quando vorrai vederla.. ciau
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 07/08/2009 : 14:13:03
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Grazie davvero, sarò ben lieto di vederla quando sarà possibile, tanto più che dalla tua descrizione mi sembra veramente interessante, visto che di camicie così antiche se ne vedono ben poche. Quell'apertura posteriore che permetteva di avere un capo a doppio diritto si è conservata praticamente fino ad oggi; infatti, mentre alcune camicie nella parte posteriore sono cucite in alto ma aperte fino a metà spalla, altre invece, comunque aperte fino a metà spalla, nella parte alta non sono cucite ma hanno due occhielli per farci passare un fiocchetto. Quindi,dopo quello che hai scritto, sembrerebbe che, anche se nessuno è più a conoscenza della ragione di questo accorgimento (che invece si spiega bene con la questione del doppio diritto), per consuetudine, si è continuato a confezionarle in questo modo.
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maniscialli
Utente Medio
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Inserito il - 07/08/2009 : 15:31:45
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| sabry ha scritto:
esatto maniscialli proprio quello dell'immaggine. il dubbio che avevo era sul colore del tessuto. ripeto da noi non c'è memoria storica, ci sono due fazioni per quanto riguarda il colore, una dice che il colore del turbante veniva abbinato allo stato socilale della donna ed era tassattivo (bianco= sposate rosso=nubili ....... ecc.) (ma questa signora è sposata con un fonnese quindi ho l'impressione che la sua fonte sia alquanto contaminata!) mentre l'altra fazione dice che il turbante non aveva nessun significato specifico e quindi veniva usato principalmente bianco perchè era il tessuto più economico. sinceramente viste anche le vostre considerazioni sono propensa a dare più credibilità alla seconda versione. mani di che costume è quella immaggine che hai riportato? se ne hai altre me le puoi inviare? io mi sono già fatta un'idea di come dovesse essere più o meno un abito giornaliero ma ho bisogno di conferme.
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I particolari dei quadri del Marghinotti sono tutti abiti tradizionali dell’area campidanese ,non ti potrei dire con esattezza a quale centro si riferiscano,ma una cosa si, che la tipologia di alcuni accessori e indumenti era comune a tutti, l’abito era composto da una camicia, un busto smanicato, un fazzoletto che si incrociava sul petto, un’altro per raccogliere i capelli, la gonna sulla quale ricadeva un grembiule di cotone. Su questo abbigliamento basilare si introducevano spesso varianti di tessuti e di colori,ogni donna inseriva le varianti a seconda del proprio gusto personale,e delle possibilità finanziarie………
Partenza per la festa 1862.
Festa campestre in Sardegna 1861.
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ampuriesu
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Inserito il - 17/08/2009 : 09:53:14
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Babborcu...anche se abbiamo parlato del costume di Aggius nel forum riguardanti l'enciclopedia, ho preferito spostare qui i commenti successivi in quanto voglio spiegazioni in merito e questo forum sembra più attinente. Come ben sai ho intenzione di ricostruire la gonna rossa presente al museo di Aggius e così ieri sono andato a fare una visitina. Gentilissima l'operatrice mi ha messo a disposizione tutti i costumi e armato di metro e macchina fotografica ho preso tutte le misure e non tarderò ad iniziare il lavoro.un piccolo particolare...dicevo sempre che la gonna rossa era d'orbace...è di tibet granato con due balze viola... Mi è stato detto che quella gonna va indossata con il gilet; possibile che non si possa indossare con lu jupponi o la camisgijola? Inoltre ho notato che è tutta plissetata a differenza della gonna nera che rimane plissettata solo sul fondo schiena mentre la restante parte ha solo delle pieghe sovrapposte. altra differenza...la pultighesa; le aperture sono laterali e non centrali e nascoste come la gonna nera. questa gonna ha le aperture sui fianchi e visibili. dammi delucidazioni...
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Non importa quanto si da, ma quanto amore si mette nel dare! |
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 17/08/2009 : 11:45:42
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le aperture cosi' sono canoniche delle gonne antiche, le altre sono state acquisite in seguito,, le caratteristiche delle gonne nere e marrone denotano un forte influsso della moda borghese.. che è eclatante nel vestito da sposa tutto di seta e ne l cosidertto giupponi... sei sicuro che sia tibet e non un pannetto scarlatto finissimo?. o una saia? la gonna ha caratteri arcaici nella struttura. e rimanda aa quelle dell'aquerello che cito e vedrai.. siamo sicuri che quelle due striesce non siano state messe dopo? e.. dentro, ha una balza celeste,, di cui si vede l'orletto fuori, fine fine? sulla base di cosa dicono che si portava in maniche di camicia??? forse di un ultimo uso.. guarda che nel nord , in genere, che il rosso era segno , spesso, di alta gala e di classi sociali alte... è possibile che quella gonna, che, opinione personale, si sposa bene con la camisciola,, sia stata ridotta ad un uso secondario dall'influsso della moda esterna, che ha imposto l'eleganza dello scuro... adesso do' modo al tuo cervello di arrovellarsi e "macinare" ciau
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ampuriesu
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Inserito il - 17/08/2009 : 12:00:08
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| babborcu ha scritto:
le aperture cosi' sono canoniche delle gonne antiche, le altre sono state acquisite in seguito,, le caratteristiche delle gonne nere e marrone denotano un forte influsso della moda borghese.. che è eclatante nel vestito da sposa tutto di seta e ne l cosidertto giupponi... sei sicuro che sia tibet e non un pannetto scarlatto finissimo?. o una saia? la gonna ha caratteri arcaici nella struttura. e rimanda aa quelle dell'aquerello che cito e vedrai.. siamo sicuri che quelle due striesce non siano state messe dopo? e.. dentro, ha una balza celeste,, di cui si vede l'orletto fuori, fine fine? sulla base di cosa dicono che si portava in maniche di camicia??? forse di un ultimo uso.. guarda che nel nord , in genere, che il rosso era segno , spesso, di alta gala e di classi sociali alte... è possibile che quella gonna, che, opinione personale, si sposa bene con la camisciola,, sia stata ridotta ad un uso secondario dall'influsso della moda esterna, che ha imposto l'eleganza dello scuro... adesso do' modo al tuo cervello di arrovellarsi e "macinare" ciau
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Allora... vedo di risponderti con foto allegate per quanto possibile! l'orletto celeste non è altro che una fettuccia di cotone; dentro ha la solita balza di silesia. Non saprei dirti se le balze sono antecedenti alla gonna...sono cucite a mano ma non si vede niente in quanto l'interno è foderato con la silesia.
A primo acchitto mi è sembrato tibet anche perchè la tessitura è in diagonale mentre la tessitura del panno è talmente fitta che quasi non si vedono ordito e trama. ignorante sono ignorante nel riconoscere le stoffe, sopratutto se si tratta di distinguere stoffa antica. ti posto una foto con particolare del tessuto...
per quanto riguarda la camisgijola non mi è stato detto in modo perentorio che si portava solo con la camicia ma è stata solo una supposizione per quanto riguarda l'abbinamento del rosso con questo granato. tutto qua... inoltre ho chiesto notizie di una probabile camisgijola da uomo e sono caduti tutti dalle nuvole...
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