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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 09/05/2008 : 19:50:32
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| ziama ha scritto:
| Turritano ha scritto:
P. S. il termine di onorato di “paladino”, tienilo per te: io non voglio altro che quello che ogni buon sardo dovrebbe volere.
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PS..... Non cadiamo nello stesso errore fatto in precedenza di crederci migliori degli altri, solo perche' la pensiamo in maniera diversa. Qui ognuno espone le proprie idee per confrontarsi, non per essere giudicati ne' tantomeno condannati. Secondo la legge poi, se non sbaglio, si e' innocenti fino a quando non si prova la colpevolezza di un individuo. Abellu cun is fueddusu!!!!!!!!!
Grazie.....
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Infatti, io non mi credo migliore di nessuno. Ho solo degli IDEALI in cui credo fermamente e di cui sono fiero, e questo non da adesso. C' è chi non ne ha, sicuramente è più comodo, ma io non l'invidio. Tutto qua! Turritano
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Modificato da - Turritano in data 09/05/2008 19:53:22 |
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Le dominazioni passano ... i Sardi restano! |
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ziama
Salottino
Utente Maestro
AmBASCIUatrice in USA
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Inserito il - 09/05/2008 : 19:54:00
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E chi ti ha detto che scelgo io per i tuoi figli? Lungi da me avere mai detto o persino pensato una cosa del genere....
E' che mi fa sorridere il sentire parlare di DEMOCRAZIA da uno che vuole imporre l'insegnamento del sardo OBBLIGATORIO nelle scuole... Ma se gia' ci fosse, come nelle tue piu rosee previsioni, una scuola dove si insegna in SARDO...perche' imporlo a coloro che SCELGONO di andare alla scuola italiana? Se avessero voluto il sardo...sarebbero andati nella tua scuola, giusto? Alla faccia della democrazia!!
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Santa Mariedda - Senorbi
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna
Siamo sardi Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi. Grazia Deledda. |
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 09/05/2008 : 19:59:00
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| ziama ha scritto:
E chi ti ha detto che scelgo io per i tuoi figli? Lungi da me avere mai detto o persino pensato una cosa del genere....
E' che mi fa sorridere il sentire parlare di DEMOCRAZIA da uno che vuole imporre l'insegnamento del sardo OBBLIGATORIO nelle scuole... Ma se gia' ci fosse, come nelle tue piu rosee previsioni, una scuola dove si insegna in SARDO...perche' imporlo a coloro che SCELGONO di andare alla scuola italiana? Se avessero voluto il sardo...sarebbero andati nella tua scuola, giusto? Alla faccia della democrazia!!
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E allora lasciami scegliere e tu fai come vuoi. Democrazia con insegnamento obbligatorio? e cosa c'entra? in tutte le democrazie del mondo nelle Scuole ci sono sempre state materie obbligatorie. Cosa c'è di strano? Ma non deragliamo: tutto il discorso si fa per salvare sa Limba, piaccia o non piaccia! Turritano
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Modificato da - Turritano in data 09/05/2008 19:59:35 |
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ziama
Salottino
Utente Maestro
AmBASCIUatrice in USA
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:00:46
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| Turritano ha scritto:
Infatti, io non mi credo migliore di nessuno. Ho solo degli IDEALI in cui credo fermamente e di cui sono fiero, e questo non da adesso. C' è chi non ne ha, sicuramente è più comodo, ma io non l'invidio. Tutto qua! Turritano
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Pensarla diversamente non significa non avere ideali....ma deduco da quanto dici che i tuoi siano comunque i piu giusti e saggi! O gli unici di essere presi in considerazione.... BUON PER TE! L'importante e' esserne convinti!!!
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Santa Mariedda - Senorbi
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nicode
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:00:49
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In archivio ho trovato quest'articolo di Francesco Cesare Casula, pubblicato su l'Unione Sarda del 24 aprile 2006.
La lingua sarda è morta da 600 anni.
Ho raccontato altre volte, anche sulle pagine di questo giornale, che la lingua sarda nasce dalla lenta trasformazione del latino a ridosso del Mille dopo Cristo. Aveva già in sé il seme della disunione perché, dalla catena del Marghine in su, tutte le “c”, accompagnate da “e” e da “i”, si pronunciavano “k”, e ancora oggi, nel Capo di Sopra, per dire “cento” si dice “kentu”, per dire “cinque” si dice “kimbe”, mentre nel Capo di Sotto si dicono “centu” e “cincu”. Sennonché, sempre attorno al Mille, si formarono quattro Stati sovrani - i regni giudicali di Càlari, Torres, Gallura e Arborèa - che, in piena indipendenza, elaborarono ciascuno per proprio conto la lingua tanto che, se il processo fosse durato, alla fine si avrebbero avute quattro lingue nazionali distinte: il Calaritano, il Logudorese, il Gallurese e l’Arborense, probabilmente incomprensibili fra loro, come successe nello stesso tempo in Europa con l’italiano, il francese, lo spagnolo e il rumeno, anch’esse nate dal latino. Purtroppo, i regni giudicali durarono solo trecento anni, troppo poco per maturare ognuno una propria lingua. Visse più a lungo il Regno di Arborèa che, avendo conquistato nel Trecento quasi tutta l’isola, impose la sua lingua fin nei villaggi più sperduti della Sardegna, tenendo presente la grande divisione fra nord e sud; tant’è che la Carta de Logu è scritta nelle due varianti che i linguisti chiamano satem e kentum, ma che per noi sono semplicemente il campidanese e il logudorese. Con la caduta dell’Arborèa nel 1420 il quadro linguistico si sfece: da allora i documenti, le leggi, gli ordini, le orazioni, le prediche vennero scritte e dette quasi tutte in catalano o in castigliano, poi in italiano. La gente dei paesi continuò a parlare in sardo, è vero, ma elaborandolo, coartandolo, svilendolo con neologismi e acquisizioni di parole straniere. In pratica, in settecento anni ogni paese si è creato un propria variante di lingua, un proprio dialetto. E questa è la situazione odierna. Stando così le cose, la domanda che ci poniamo è se esiste ancora una lingua sarda generale che ci possa dare un’identità. La risposta è no.Ognuno dei 386 Comuni dell’isola che aspiri a coltivare le proprie radici culturali si tenga la propria parlata: la studi, la insegni, la mostri. Se, invece, si volesse operare a livello politico costruendo artificialmente una lingua sarda unitaria almeno per gli atti pubblici, ben venga la proposta della Regione. Purché, con la lingua, si veicolino buone idee.
Unione Sarda - 24 aprile 2006
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Modificato da - nicode in data 09/05/2008 20:01:46 |
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Donovan
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:05:03
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| annika ha scritto:
Grazie Donovan......vedi ragionando piano piano ci capiamo tutti !!!
ddu bisi arrexionendi..abellu abellu si cumprendeus tottus......!!!
a si biri.....
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Ellus! Aici tocat de chistionai, is diferèntzias funt prus pagas de su chi unu podit pentzai, su sardu est sempri sa pròpriu cosa in donnia logu...asinunca cumenti emu pòtziu fai a imparai a scriri su campidanesu chentza mancu una diì de scola e chentza ddu intendi mai fueddendi? E custu no mi fait scaresciri su fueddu cosa mia, poita donnia borta sa fràsia dda depu pentzai a sa moda de sa bidda mia!
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"I sardi a mio parere deciderebbero meglio se fossero indipendenti all'interno di una comunità europea ma anche mediterranea"
Fabrizio De Andrè |
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:05:44
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Di quei ridicoli articoli ne e pieno il mondo. Il fatto si è che ognuno ragiona con la sua testa, e non con quella di chi scrive nei giornali.
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Modificato da - Turritano in data 09/05/2008 20:06:26 |
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Donovan
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:09:27
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| nicode ha scritto:
In archivio ho trovato quest'articolo di Francesco Cesare Casula, pubblicato su l'Unione Sarda del 24 aprile 2006.
La lingua sarda è morta da 600 anni.
Ho raccontato altre volte, anche sulle pagine di questo giornale, che la lingua sarda nasce dalla lenta trasformazione del latino a ridosso del Mille dopo Cristo. Aveva già in sé il seme della disunione perché, dalla catena del Marghine in su, tutte le “c”, accompagnate da “e” e da “i”, si pronunciavano “k”, e ancora oggi, nel Capo di Sopra, per dire “cento” si dice “kentu”, per dire “cinque” si dice “kimbe”, mentre nel Capo di Sotto si dicono “centu” e “cincu”. Sennonché, sempre attorno al Mille, si formarono quattro Stati sovrani - i regni giudicali di Càlari, Torres, Gallura e Arborèa - che, in piena indipendenza, elaborarono ciascuno per proprio conto la lingua tanto che, se il processo fosse durato, alla fine si avrebbero avute quattro lingue nazionali distinte: il Calaritano, il Logudorese, il Gallurese e l’Arborense, probabilmente incomprensibili fra loro, come successe nello stesso tempo in Europa con l’italiano, il francese, lo spagnolo e il rumeno, anch’esse nate dal latino. Purtroppo, i regni giudicali durarono solo trecento anni, troppo poco per maturare ognuno una propria lingua. Visse più a lungo il Regno di Arborèa che, avendo conquistato nel Trecento quasi tutta l’isola, impose la sua lingua fin nei villaggi più sperduti della Sardegna, tenendo presente la grande divisione fra nord e sud; tant’è che la Carta de Logu è scritta nelle due varianti che i linguisti chiamano satem e kentum, ma che per noi sono semplicemente il campidanese e il logudorese. Con la caduta dell’Arborèa nel 1420 il quadro linguistico si sfece: da allora i documenti, le leggi, gli ordini, le orazioni, le prediche vennero scritte e dette quasi tutte in catalano o in castigliano, poi in italiano. La gente dei paesi continuò a parlare in sardo, è vero, ma elaborandolo, coartandolo, svilendolo con neologismi e acquisizioni di parole straniere. In pratica, in settecento anni ogni paese si è creato un propria variante di lingua, un proprio dialetto. E questa è la situazione odierna. Stando così le cose, la domanda che ci poniamo è se esiste ancora una lingua sarda generale che ci possa dare un’identità. La risposta è no.Ognuno dei 386 Comuni dell’isola che aspiri a coltivare le proprie radici culturali si tenga la propria parlata: la studi, la insegni, la mostri. Se, invece, si volesse operare a livello politico costruendo artificialmente una lingua sarda unitaria almeno per gli atti pubblici, ben venga la proposta della Regione. Purché, con la lingua, si veicolino buone idee.
Unione Sarda - 24 aprile 2006
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Il signor Casula quel giorno deve aver bevuto qualche cicchetto di troppo...
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:11:23
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| ziama ha scritto:
| Turritano ha scritto:
Infatti, io non mi credo migliore di nessuno. Ho solo degli IDEALI in cui credo fermamente e di cui sono fiero, e questo non da adesso. C' è chi non ne ha, sicuramente è più comodo, ma io non l'invidio. Tutto qua! Turritano
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Pensarla diversamente non significa non avere ideali....ma deduco da quanto dici che i tuoi siano comunque i piu giusti e saggi! O gli unici di essere presi in considerazione.... BUON PER TE! L'importante e' esserne convinti!!!
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Ne fai una storia anche per questo? è ovvio che, se qualcuno (chiunque) ha degli IDEALI crede che siano giusti, se no che "ideali" sarebbero? In ogni modo non bisogna confondere gli "ideali" con le "opinioni": sono cose diverse. Turritano
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Modificato da - Turritano in data 09/05/2008 20:12:13 |
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Mirko
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:12:04
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la storia infinita
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:13:16
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| nicola80 ha scritto:
la storia infinita
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Da che mondo è mondo...! Comunque uno può anche non leggere!
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Modificato da - Turritano in data 09/05/2008 20:14:50 |
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nicode
Salottino
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:15:09
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| Donovan ha scritto:
Il signor Casula quel giorno deve aver bevuto qualche cicchetto di troppo...
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Forse perchè dice cose che non ti piacciono.
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Turritano
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:19:34
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Non è questione di piacere o meno, i fatti dimostrano il contrario. O apriamo un'altra discussione: "Il Sardo esiste o non esiste?" vedremo allora a cosa può servire quell'articolo di giornale!
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Modificato da - Turritano in data 09/05/2008 20:21:20 |
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annika
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:22:41
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| nicode ha scritto:
| ziama ha scritto:
Nicode....quelli non contano.....la Sardegna e' dei sardi. Fuori lo straniero.
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nicode
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Inserito il - 09/05/2008 : 20:24:29
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| Turritano ha scritto:
Non è questione di piacere o meno, i fatti dimostrano il contrario. O apriamo un'altra discussione: "Il Sardo esiste o non esiste?" vedremo allora a cosa può servire quell'articolo di giornale!
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Personalmente spero che il prossimo Consiglio Regionale blocchi questa iniziativa e pensi a cose molto più serie per la rinascita della nostra isola.
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