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asia
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 14/03/2008 : 00:34:24
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Da "Lettera a un giovane sardo" di Bachisio Bandinu.
«Ogni volta che muore una parola si spegne una stella». Quando muore una lingua si oscura un cielo. Oggi nel mondo ci sono seimila lingue : tremila spariranno nel giro di trent'anni. Muoiono le parole, i proverbi, le metafore che per secoli un popolo ha usato per amare, lavorare, comunicare. Muore persino quella parte del sentimento e della ragione che solo quella lingua incorpora in una specificità secolare e intraducibile.
Tace una voce che ha cantato la nascita e la morte. Parole sussurrate nella promessa d'amore, parole strozzate nel momento dell'agonia."
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 14/03/2008 : 10:18:18
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Sono convinto che Asia non sia una nemica della Lingua Sarda e che parli per vero affetto verso la Sardegna e lverso e cose sarde, tutte. Sono altresì convinto che Turritano e Perdixaddu siano mossi dagli stessi profondi motivi e da molta passione, oltre che dalle loro ottime conoscenze della lingua e del luogo. Io credo - mi permetto di dire, timidamente - che il problema della lingua non si possa, né si debba dissociare da quello della Tradizione e di tutto il patrimonio culturale di una popolazione. Credo di interpretare le opinioni di tutti, nel sottolineare questo fatto, che probabilmente gli altri hanno semplicemente sottointeso nei loro ultimi interventi, considerandolo ovvio. Salvare la lingua soltanto non avrebbe senso, se non si salvasse tutto il pacchetto culturale (profondamente sentito ancora in molti luoghi - sardi e no - anche da sardi che non vivono più in Sardegna da anni, come so da esperienza diretta). Sarebbe - credo che su questo siamo tutti d'accordo - un' operazione sterile e falsa. Quindi un'altra operazione utile (oltre a quelle elencate da Turritano e da altri, che condivido) potrebbe essere una campagna informativa capillare - condotta anche e specialmente fuori della Sardegna - volta a fare comprendere quali sono i motivi culturalmente importanti per ognuno (persino i più insensibili e meno interessati al problema), che devono convincerci tutti a contribuire a salvare ogni tipo di diversità ed individualità. In questo modo fu salvato in australia il Koala, che nel 1956 rischiava l'estinzione, dopo una serie secolare di interventi scervellati da parte dei colonizzatori su un ambiente - fragile ed isolano - molto più grande della Sardegna. E con questo non voglio certo paragonare le due cose in dimensioni ed importanza (è fuori di discussione che la limgua e le tradizioni di un popolo non si commisurano in alcun modo con una semplice specie animale, per quanto rara!). Desidero soltanto sottolineare ancora una volta - se fosse necessario - che il rigore, la costanza, l'assiduità e la grande forza di penetrazione del messaggio costituiscono elementi che non possono e non devono essere trascurati, perché ci si trova di fronte ad un nemico molto grande e forte. Io confesso che non riesco - però - ad identificare questo nemico in singole persone , tanto da riconoscerle come "nemiche della lingua sarda", che agiscono volutamente contro di essa (e - se queste persone esistono - non mi piacerebbe affatto incontrarle!). Credo che i veri nemici siano riscontrabili in una certa colpevole indifferenza a questo problema, in una certa passività di fronte alla penetrazione dell'Italiano (esiste infatti anche il problema della penetrazione passiva e scellerata di altre lingue nell'Italiano, faccio notare, di passaggio: senza che ci siano efficaci e veri nemici della lingua Italiana), in una serie di comportamenti francamente sbagliati, ed ossequiosi verso le novità che vengono da fuori, ma non necessariamente e maleficamente intesi ad annullare la lingua Sarda. Sono però convinto che una buona dose di testa dura e di incrollabile volontà servano assolutamente, per combattere questa battaglia, che io credo vada saggiamente condotta tanto in Italia quanto in Sardegna.
Un caro saluto a tutti.
Maurizio Feo
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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 14/03/2008 : 11:54:01
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Ricordate quella scena di Sonos 'e memoria in cui Paolo Fresu col padre mettono in un sacchetto delle parole in limba che una per volta leggono analizzandole ? Credo potremmo giocare con i nostri figli , nipoti , con i genitori , con chiunque ama sapere , conoscere e non dimenticare .Buttare lì un detto , chiedere di tale parola , servirsi anche della tecnologia , in un sms scrivere asos anzichè baci...credo muoia solo ciò che non amiamo , il resto viva per sempre . Non servono solo le grandi rivoluzioni ,spero al contrario nelle piccole gocce che ognuno di noi fa scivolare nella vita .
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asia
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 14/03/2008 : 12:31:36
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| Marialuisa ha scritto:
Ricordate quella scena di Sonos 'e memoria in cui Paolo Fresu col padre mettono in un sacchetto delle parole in limba che una per volta leggono analizzandole ? Credo potremmo giocare con i nostri figli , nipoti , con i genitori , con chiunque ama sapere , conoscere e non dimenticare .Buttare lì un detto , chiedere di tale parola , servirsi anche della tecnologia , in un sms scrivere asos anzichè baci...credo muoia solo ciò che non amiamo , il resto viva per sempre . Non servono solo le grandi rivoluzioni ,spero al contrario nelle piccole gocce che ognuno di noi fa scivolare nella vita .
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Modificato da - asia in data 14/03/2008 12:32:15 |
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Donovan
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 14/03/2008 : 14:22:28
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Anche io concordo con Maria Luisa: assieme alle grandi rivoluzioni servono anche delle piccole cose portate avanti da noi tutti che le assecondino.
Segnalo a questo proposito un convegno sulla lingua sarda in quel di Quartucciu che si svolgerà tra stasera e domani con un nome che è tutto un programma: "IL SARDO: UNA LINGUA PER PREMI LETTERARI E BASTA?" Relatori: Mariella Marras (Direzione scolastica regionale), Francesco Cesare Casula ed Eduardo Blasco Ferrer.
http://files.splinder.com/325a87deb...6f65e048.pdf
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Modificato da - Donovan in data 14/03/2008 14:26:52 |
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"I sardi a mio parere deciderebbero meglio se fossero indipendenti all'interno di una comunità europea ma anche mediterranea"
Fabrizio De Andrè |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 14/03/2008 : 14:50:31
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| Donovan ha scritto: Segnalo un convegno sulla lingua sarda che si svolgerà tra stasera e domani con un nome che è tutto un programma: "IL SARDO: UNA LINGUA PER PREMI LETTERARI E BASTA?" Relatori: Mariella Marras (Direzione scolastica regionale), Francesco Cesare Casula ed Eduardo Blasco Ferrer.
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Spero che ci farai avere un riassunto e le conclusioni. Io sono bloccato fuori dalla Sardegna, purtroppo. Grazie per la notizia. MF
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 14/03/2008 : 23:21:18
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| maurizio feo ha scritto: Sono altresì convinto che Turritano e Perdixaddu siano mossi dagli stessi profondi motivi e da molta passione, oltre che dalle loro ottime conoscenze della lingua e del luogo....
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Caro Maurizio, tante belle parole, ma permetti di dissentire, almeno in parte. Nemici della lingua Sarda non ce ne sono? Ma se la Sardegna ne è piena! Chi è il “nemico” ? e allora diciamolo: è il contrario di “alleato”, sinonimo di “avversario”, “chi è contrario o avverso a qualcuno o qualcosa” . E’ non è solo chi, dal muretto, spara al vicino per motivi di confine! Ci sono, ci sono e ad ogni angolo, non è una fissazione. E’ ho già esposto abbastanza bene (credo) le categorie. Se non ci fossero, la lingua Sarda sarebbe una lingua ufficiale da un bel pezzo, e non sull’orlo dell’estinzione. La tutela della lingua Sarda è sancita dalla Costituzione (italiana), ma chi doveva farlo, come l’hanno “tutelata”? abbandonandola al proprio destino (= estinzione) e dire che siamo “Regione a Statuto Speciale”, speciale perché? Perché ci è stata riconosciuta ufficialmente (dalla nascita della Democrazia nel lontano dopoguerra!) la nostra specificità: per Lingua, Cultura, Storia. Negli anni si sono succedute generazioni di politici che avevano il dovere e il potere di farlo, ma non hanno fatto un bel niente. Generazioni di giornalisti ed intellettualoidi che hanno fatto il contrario: hanno sempre boicottato e avversato la tutela della Lingua Sarda, altro che pungolare i politici a muoversi e prendere i provvedimenti del caso! Non solo ma, ovviamente hanno fatto opinione, per ccui oggi abbiamo una gran parte dei Sardi che, o gira le spalle davanti al problema o, addirittura è assolutamente contrario a che si prendano provvedimenti. E qui abbiamo una vasta gamma di posizioni. Da chi dice che questa lingua ,brutta e rozza, non serve a niente e quindi è meglio che tiri la cuoia, a quello che dice: la lingua Sarda è viva e non bisogna far niente perché se no la si naturalizza. Fra costoro ci sono senz’altro persone in buona fede, e sono la maggioranza, influenzate dalla nullità o dalla ostilità più o meno velata dei mass media e dalla totale mancanza di personalità dei politici, ma ci sono anche, è indubbio nemici dichiarati od occulti. Vuoi esempi reali e personali?Gli altri, quelli in buona fede”, non fanno che agevolare il loro gioco. Tu dici, “timidamente”, che “il problema della lingua non si possa, né si debba dissociare da quello della Tradizione e di tutto il patrimonio culturale di una popolazione”. Qui ti sbagli e di grosso. Questa affermazione apparentemente logica, in realtà è un paradosso. Logica perché? Perché la lingua di un popolo fa parte integrale, anzi è la parte più importante della cultura di un popolo. E fin qui niente da dire. Il paradosso dov’è? qui non tratta di dissociare la lingua dal resto della tradizione e della cultura di cui fa parte: ritratta però di un problema particolare, a se stante, le cause del suo declino son ben diverse da quelle di qualunque altra componente della Cultura, come di conseguenza son ben diversi i provvedimenti da prendere. Voglio fare un esempio terra terra:”lu casgiu fraziggu” è una specialità della “cucina” tradizionale Sarda, lo si è sempre mangiato e non ha mai fatto male a nessuno, eppure è stata dichiarata non igienica e messa la bando! Nessuno si è mosso per spiegare che quei “vermi” che danno quel gusto particolare al formaggio non sono larve di mosca domestica (portatrice di germi d’ogni tipo” bensì di una drosofila particolare che non infetta proprio niente, Quel formaggio è stato dichiarato avariato e quindi vietato il commercio. Anche lì si sarebbe dovuto intervenire per salvare un nostro prodotto tipico. Non se ne fatto niente. Si poteva e si potrebbe intervenire, intervenire, ma l’intervento, il rimedio sarebbe totalmente diverso da quello da prendere nei confronti della lingua, E così per altre tradizioni. Ma il problema della lingua è ben diverso. A parte che si tratta di due cose di ben diversa importanza c’è una bella differenza sul destino: se muore la lingua, non la si può più riportare in vita, invece la drosofila è sempre lì, pronta a deporre le sue uova nel formaggio! Non so se ho reso l’idea. Comunque voglio dire, riassumendo: 1) che la Lingua è il principale elemento di una cultura. 2) Se si estingue, la cultura a cui appartava perde praticamente gran parte della sua specificità (le rimarrebbe solo la Storia). Quindi sono parti diverse, problemi diversi, soluzioni diverse. Si può dissociare o no? Si può, anzi si deve! E non sarebbe certo “un’operazione sterile e falsa” ma efficace e necessaria. E neanche l’esempio del Koala mi piace molto. Perché, anche se riconosco che una “campagna” promozionale e informativa al di fuori della Sardegna potrebbe servire a smuovere i “nostri” politici, avrebbe dei punti deboli: chi la finanzierebbe? Qualche magnate, ma dove? Ci vorrebbe un’associazione apposita, attiva e motivata, che non c’è mai stata. E una “campagna” simile anche in Sardegna sarebbe di difficile attuazione per gli stessi motivi Concludendo, per far prendere in considerazione il problema della Lingua Sarda da chi di dovere, bisognerebbe costituire un movimento apposito e ben organizzato. Io sono pronto! Saludu Turritanu
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Modificato da - Turritano in data 14/03/2008 23:22:44 |
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 15/03/2008 : 00:31:25
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| maurizio feo ha scritto:
...Sono altresì convinto che Turritano e Perdixaddu siano mossi dagli stessi profondi motivi e da molta passione, oltre che dalle loro ottime conoscenze della lingua e del luogo. Io credo - mi permetto di dire, timidamente - che il problema della lingua non si possa, né si debba dissociare da quello della Tradizione e di tutto il patrimonio culturale di una popolazione....
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Siccome nel mio ultimo post ho constato una serie di errori quando ormai erano scaduti i fatidici “15” minuti, con un po’ di imbarazzo invio una nuova versione (speriamo) corretta. Chiedo scusa.
Caro Maurizio, tante belle parole, ma permetti di dissentire, almeno in parte. Nemici della lingua Sarda non ce ne sono? Ma se la Sardegna ne è piena! Chi è il “nemico” ? e allora diciamolo: è il contrario di “alleato”, sinonimo di “avversario”, “chi è contrario o avverso a qualcuno o qualcosa” . E’ non è solo chi, dal muretto, spara al vicino per motivi di confine! Ci sono, ci sono e ad ogni angolo, non è una fissazione. E ho già esposto abbastanza bene (credo) le categorie. Se non ci fossero la lingua Sarda sarebbe una lingua ufficiale da un bel pezzo, e non sull’orlo dell’estinzione. La tutela della lingua Sarda è sancita dalla Costituzione (italiana), ma chi doveva farlo, come l’ha “tutelata”? abbandonandola al suo destino (= estinzione) e dire che siamo una “Regione a Statuto Speciale”, speciale perché? Perché ci è stata riconosciuta ufficialmente (dalla nascita della Democrazia nel lontano dopoguerra!) la nostra specificità: per Lingua, Cultura, Storia. Negli anni si sono succedute generazioni di politici che avevano il dovere e il potere di farlo (tutelarla), ma non hanno fatto un bel niente. Generazioni di giornalisti ed intellettualoidi che hanno fatto il contrario: hanno sempre boicottato e avversato la tutela della Lingua Sarda, altro che pungolare i politici a muoversi e prendere i provvedimenti del caso! Non solo ma, ovviamente hanno fatto opinione, per cui oggi abbiamo una gran parte dei Sardi che, o gira le spalle davanti al problema o, addirittura, è assolutamente contrario a che si prendano provvedimenti. E qui abbiamo una vasta gamma di posizioni. Da chi dice che questa lingua, brutta e rozza, non serve a niente e quindi è meglio che tiri la cuoia, a quello che dice: la lingua Sarda è viva e non bisogna far niente perché se no la si snaturalizza. Fra costoro ci sono senz’altro persone in buona fede, e sono la maggioranza, influenzate dalla nullità o dalla ostilità più o meno velata dei mass media e dalla totale mancanza di personalità dei politici, ma ci sono anche, è indubbio, nemici dichiarati od occulti. Vuoi esempi reali e personali? Gli altri, quelli in buona fede”, non fanno che agevolare il loro gioco. Tu dici, “timidamente”, che “il problema della lingua non si possa, né si debba dissociare da quello della Tradizione e di tutto il patrimonio culturale di una popolazione”. Qui ti sbagli e di grosso. Questa affermazione apparentemente logica, in realtà è un paradosso. Logica perché? Perché la lingua di un popolo fa parte integrale, anzi è la parte più importante della cultura di un popolo. E fin qui niente da dire. Il paradosso dov’è? qui non tratta di dissociare la lingua dal resto della tradizione e della cultura di cui fa parte: si tratta però di un problema particolare, a se stante, le cause del suo declino son ben diverse da quelle di qualunque altra componente della Cultura, come di conseguenza son ben diversi i provvedimenti da prendere. Voglio fare un esempio terra terra:”lu casgiu fraziggu”. E’ una specialità della “cucina” tradizionale Sarda, lo si è sempre mangiato e non ha mai fatto male a nessuno, eppure è stata dichiarato non igienico e messo la bando! Nessuno si è mosso per spiegare che quei “vermi” che danno quel gusto particolare al formaggio non sono larve di mosca domestica (portatrice di germi d’ogni tipo), bensì di una drosofila particolare che non infetta proprio niente. Quel formaggio è stato dichiarato avariato e quindi vietato il commercio (lo stesso si potrebbe dire per il Gorgonzola, che è un formaggio “ammuffito” e invece è rimasto tranquillamente in commercio!). Anche allora si sarebbe dovuto intervenire per salvare un nostro prodotto tipico. Non se ne fatto niente. Si poteva e si potrebbe intervenire, ma l’intervento, il rimedio sarebbe totalmente diverso da quello da prendere nei confronti della lingua, E così per altre tradizioni. Ma il problema della lingua è un altro. A parte che si tratta di due cose di ben diversa importanza, c’è una grande differenza sul destino delle due categorie: se muore la lingua, non la si può più riportare in vita, invece la drosofila è sempre lì, pronta a deporre le sue uova nel formaggio! Non so se ho reso l’idea. Comunque voglio dire, riassumendo: 1) Che la Lingua è il principale elemento di una cultura. 2) Se si estingue, la cultura a cui appartava perde praticamente gran parte della sua specificità (le rimarrebbe solo la Storia). Quindi sono parti diverse, problemi diversi, soluzioni diverse. Si può dissociare o no? Si può, anzi si deve! E non sarebbe certo “un’operazione sterile e falsa” ma efficace e necessaria. E neanche l’esempio del Koala mi piace molto. Perché, anche se riconosco che una “campagna” promozionale e informativa al di fuori della Sardegna potrebbe servire a smuovere i “nostri” politici dall’inerzia, avrebbe dei punti deboli: chi la finanzierebbe? qualche magnate, ma dove? Ci vorrebbe un’associazione apposita, attiva e motivata, che non c’è mai stata. E una “campagna” simile, anche in Sardegna sarebbe di difficile attuazione per gli stessi motivi. Concludendo, per far prendere in considerazione il problema della Lingua Sarda da chi di dovere, bisognerebbe costituire un movimento apposito, ben organizzato e combattivo. Io sono pronto! Saludu Turritanu
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Modificato da - Turritano in data 15/03/2008 00:43:14 |
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sarrabus72
Salottino
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Inserito il - 15/03/2008 : 10:58:51
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| Turritano ha scritto:
| Perdixeddu ha scritto:
in custa circa ddoi funt is edadis puru e sa cosa no est posta aici mali ajò! labai deu seu de Cuartu, sa de tres citadis de Sardìnnia, e innoi is pipiues su sardu ddu scint, no ddu chistionant mancai cumenti a s'italianu, ma scint fai fràsias simpris...chini de prus, chini de mancu, calincuna borta m'ant spantu meda in sa scola!!! mai andau a Goni e in su Gerrei? su sardu ddu scint beni po finsas is pipius, e cun "ddu scint beni" bollu nai chi arrennescint a chistionai in sardu e beni puru!
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Podet esser, Perdixè, ma s'allega est ki sos pitzinnos Faedant in Sardu in pagos logos e bia, e d'onzi annu sunt semper plus pagos. Pro gussu bisonzat imbortulare sa tendentia, sinono sa limba nosthra morit, kena rimediu. Saludu Turritanu
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Confermo e garantisco quanto scritto da Perdixeddu, molta gente compresi giovani che conosco io della zona parlano tutti in Sardo ..... certo non posso dire della gioventu piú recente che conosco meno ....
Non conosco realta di altri posti .... ma posso dire che tanti Sardi che conosco qui faccio un esempio: Silius, Ballao, Orosei, Siniscola, Pauli Arbarei, Arbus, Suni, Mogoro, Borore, Alghero e altri paesi di qui non mi ricordo il nome ..... parliamo in Sardo tra di noi .... anche se avvolte certe parole ce le dobbiamo spiegare perche sono un pó diverse !
Non mi venite a dire che siamo piú attacati perché siamo fuori .... perché lo si parla cosi anche con tutta la gente quando si scende in vacanza !
Comunque sia non mi faro condizionare mai da nessuno sia a parlare oppure ad insegnarlo ai miei figli ! Dipende da tutti noi a seguire la lingua e non vale nessuno che tenti di impedircelo !!!
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Valle di Oddoene
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Perdixeddu
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Inserito il - 15/03/2008 : 11:10:33
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e bollu aciungi un'atra cosa, apu connotu a unu muntoni de babus e mamas afedalis (est a nai de 30 annus), chi ant detzìdiu de pesai is fillus insoru de manera bilìngua, est a nai unu chistionat in sardu sceti, s'atru in italianu sceti, comenti nant totu is psicolinguìstas e is pedagogus de su mundu. cosa chi apu a fai deu puru, is pipius nci ant a godangiai sceti!
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sarrabus72
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 15/03/2008 : 11:25:35
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Giusto .... sono stata sempre dell´oppinione che ai Cervelli piú gli dai e piu apprendono ed elaborano !!!
Oltre che a bilingue i bambini sono in grado di crescere anche con piú .... miei figli ad esempio sono cresciuti con l´Italiano e il Tedesco .... poi mano a mano si é aggiunto il Sardo, in terza elementare l´Inglese come prima lingua straniera e ora nella prima media come seconda lingua straniera hanno scelto lo Spagnolo ..... mia figlia (14) dove si possono gia vedere dei risultati e bravissima in tutto ..... che dire di piú ?
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Valle di Oddoene
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Turritano
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Inserito il - 15/03/2008 : 19:59:29
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| sarrabus72 ha scritto:
| Turritano ha scritto:
| Perdixeddu ha scritto:
in custa circa ddoi funt is edadis puru e sa cosa no est posta aici mali ajò! labai deu seu de Cuartu, sa de tres citadis de Sardìnnia, e innoi is pipiues su sardu ddu scint, no ddu chistionant mancai cumenti a s'italianu, ma scint fai fràsias simpris...chini de prus, chini de mancu, calincuna borta m'ant spantu meda in sa scola!!! mai andau a Goni e in su Gerrei? su sardu ddu scint beni po finsas is pipius, e cun "ddu scint beni" bollu nai chi arrennescint a chistionai in sardu e beni puru!
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Podet esser, Perdixè, ma s'allega est ki sos pitzinnos Faedant in Sardu in pagos logos e bia, e d'onzi annu sunt semper plus pagos. Pro gussu bisonzat imbortulare sa tendentia, sinono sa limba nosthra morit, kena rimediu. Saludu Turritanu
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Confermo e garantisco quanto scritto da Perdixeddu, molta gente compresi giovani che conosco io della zona parlano tutti in Sardo ..... certo non posso dire della gioventu piú recente che conosco meno ....
Non conosco realta di altri posti .... ma posso dire che tanti Sardi che conosco qui faccio un esempio: Silius, Ballao, Orosei, Siniscola, Pauli Arbarei, Arbus, Suni, Mogoro, Borore, Alghero e altri paesi di qui non mi ricordo il nome ..... parliamo in Sardo tra di noi .... |
Ciao Sarrabus, intanto mi devi spiegare come si fa a parlare in Sardo ad Alghero, visto che lì hanno, come “lingua ufficiale” il “catalano” (un catalano un po’ strano, a dire la verità). Ma come ho già avuto modo di accennare in un mio precedente post, la maggior parte è di recente origine dai paesi vicini (Uri, Ittiri, Villanova M.L., Romana e via dicendo) e quelli, fra di loro, possono anche parlare in Sardo (logudorese puro), ma ti sfido a trovarmi un bambino o ragazzino “algherese” (anche uno solo), con genitori logudoresi che parli il Sardo! E proprio di questo, stiamo parlando: del futuro della Lingua Sarda. Il FUTURO SONO I BAMBINI. Quindi la domanda è: quanti bambini, anche nei paesi da te citati, parlano abitualmente in Sardo con i genitori? Da notare che molti dei paesi di cui tu hai fatto l’elenco, sono della zona orientale dell’Isola, e anch’io avevo già detto che quella (insieme alla Gallura, che comunque è sempre “orientale”) è l’unica zona della Sardegna dove non sia molto difficile sentire bambini che parlano in Sardo fra loro. A Suni (vicino a Bosa)invece e Mogoro, zona centro-occcidentale che conosco bene, mi risulta che i “bambini” (insomma, sos pitzinnedhos !) che parlano in sardo con i genitori, sono molto pochi, forse nessuno. Questa è la triste realtà! Sono contento e ti ammiro per la volontà di parlare in Sardo ai tuoi figli (facessero tutti così!). Però attenzione: una cosa è insegnare il Sardo, un’altra è parlarlo abitualmente, come lingua madre, con i propri figli. Il risultato è enormemente diverso.
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Modificato da - Turritano in data 15/03/2008 20:01:35 |
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sarrabus72
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Inserito il - 16/03/2008 : 14:30:41
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| Turritano ha scritto:
Ciao Sarrabus, intanto mi devi spiegare come si fa a parlare in Sardo ad Alghero, visto che lì hanno, come “lingua ufficiale” il “catalano” (un catalano un po’ strano, a dire la verità). Ma come ho già avuto modo di accennare in un mio precedente post, la maggior parte è di recente origine dai paesi vicini (Uri, Ittiri, Villanova M.L., Romana e via dicendo) e quelli, fra di loro, possono anche parlare in Sardo (logudorese puro), ma ti sfido a trovarmi un bambino o ragazzino “algherese” (anche uno solo), con genitori logudoresi che parli il Sardo! E proprio di questo, stiamo parlando: del futuro della Lingua Sarda. Il FUTURO SONO I BAMBINI. Quindi la domanda è: quanti bambini, anche nei paesi da te citati, parlano abitualmente in Sardo con i genitori? Da notare che molti dei paesi di cui tu hai fatto l’elenco, sono della zona orientale dell’Isola, e anch’io avevo già detto che quella (insieme alla Gallura, che comunque è sempre “orientale”) è l’unica zona della Sardegna dove non sia molto difficile sentire bambini che parlano in Sardo fra loro. A Suni (vicino a Bosa)invece e Mogoro, zona centro-occcidentale che conosco bene, mi risulta che i “bambini” (insomma, sos pitzinnedhos !) che parlano in sardo con i genitori, sono molto pochi, forse nessuno. Questa è la triste realtà! Sono contento e ti ammiro per la volontà di parlare in Sardo ai tuoi figli (facessero tutti così!). Però attenzione: una cosa è insegnare il Sardo, un’altra è parlarlo abitualmente, come lingua madre, con i propri figli. Il risultato è enormemente diverso.
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Infatti io parlo di gente emigrata in Germania .... a zio Renato di Alghero .... non ho chiesto le sue origini e non so come parlano realmente a casa e nei loro paesi ..... ti posso dire solo del mio di paese e tutti i miei cugini e nipoti dai 5 anni in su parlano in sardo .... anche mia sorella (23) qui in Germania non parlava per niente in Sardo - nel 2000 e tornata in Sardegna con mamma e ora parla perfettamente in Sardo ..... forse la situazione cambia di zona in zona .... ma questo non posso dirlo io che di altre zone non ne conosco.
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 16/03/2008 : 16:11:20
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Io non conosco - come ho già ammesso - la situazione locale, né "ho il polso" dello stato della lingua sarda al momento, né ho le conoscenze della lingua stessa... Ma mi sembra che alcune considerazioni generali, per quanto spiacevoli o vaghe esse possano essere e sembrare, abbiano comunque qualche valore e debbano essere considerate. Anche soltanto per essere, alla fine, scartate.
E' fuori di discussione che la Sardegna faccia parte dell'Italia, a prescindere dal fatto che questo possa piacere o dispiacere. E anche se non facesse parte dell'Italia, essa agirebbe culturalmente, economicamente, commercialmente e socialmente in un'area vasta in cui le lingue e le culture trainanti non sono affatto sarde e - talvolta- con il sardo hanno in comune proprio niente. Interagire e confrontarsi quotidianamente con queste forze esterne e riuscire a conservare le proprie caratteristiche antiche - anche limitatamente alla lingua soltanto (operazione che non mi pare naturale, così, ma non discuto sulla scindibilità delle cose, per non complicare inutilmente l'argomento) - non è un compito facile. Le lingue minoritarie hanno questo tipo di situazione come vero grande nemico, che è sufficiente da solo a decretarne la fine, in quanto è l'abituale processo "naturale" attraverso il quale abbiamo già visto estinguersi tutte le altre lingue, precedentemente. Quindi sappiamo che esso è inesorabile ed inarrestabile, cioé che "funziona", a prescindere da aiuti di nemici della lingua e di omissioni applicative della Costituzione. La lingua sarda è parlata da meno di due milioni di persone. Meno ancora sono quelli che la sanno scrivere correttamente. Chiedere ed ottenere che la propria peculiarità sia rispettata, in modo che essa possa sopravvivere, a mio vedere, è quindi utile e legittimo e non può prescindere da:
1) una forte spinta interna spontanea e volontaria (non coatta), e da 2) una collaborazione altrettanto volontaria, (ma caldamente sollecitata, perché ora essa è del tutto inesistente; e molto bene informata, con tecniche di convinzione e di vero marketing capillare da parte degli interessati) dall'esterno.
Additare responsabilità di colpevoli interni ed esterni, veri o presunti, oltre a non abitualmente essere un metodo produttivo di buoni risultati, non avvicina a mio vedere la soluzione di un problema gravissimo e costituisce quindi - alla fine - prevalentemente un esercizio di masochismo. Cercare un maggiore isolamento è chiaramente controproducente, figurarsi se può essere utile.
Come fare, allora?
Bene: candidamente, rispondo che non lo so. Anzi, sono certo che altri (e molti) "forumisti" siano più accreditati di me ad ideare i rimedi.
Ma - chiedo - possiamo pensarci tutti insieme liberamente, no?
Domando: possiamo sentirci liberi, qui, di proporre tutte le fesserie idealistiche che ci vengono in mente, al solo scopo di confrontarle con le conoscenze ed esperienze varie (spesso migliori, più approfondite, più vaste e più complete) degli altri, per poi eliminare quanto di inutile o non percorribile è stato pensato, al fine di conservare solamente quanto di fattibile ed efficace resti da applicare? Possiamo essere perdonati - per avere profferito suddette fesserie - dal motivo (propositivo, costruttivo, buono) che ci induce a dirle?
Nella speranza che la risposta sia sì, mi azzardo a dire che - in prima ipotesi - si potrebbero cercare, nello Statuto della regione Autonoma della Sardegna, tutti quei meccanismi e quegli strumenti (ammesso che essi esistano, mi aspetto molti interventi, qui), che autorizzino l'effettuazione e la realizzazione della Campagna Informativa di cui sopra. Questa potrebbe almeno in parte essere condotta contestualmente all'arrivo dei turisti in Sardegna, oppure prima ancora, fornendo di materiale informativo (volantini a basso costo?) persino le agenzie turistiche, gli aeroporti, le navi; sensibilizzando il personale viaggiante: un annuncio in più dato con l'altoparlante dell'aereo e del traghetto, non costa nulla e può produrre qualche risultato. Le varie agenzie "pro-loco" potrebbero fornirsi di qualche cosa di più e potrebbero anch'esse spendere alcune buone parole. Quando mi riferivo al Koala australiano, mi riferivo - va da sé, ma è utile dirlo chiaramente - ai metodi utilizzati, per salvare "l'orsacchiottino profumato di eucalyptus". Annunci radio e televisivi locali e nazionali non costituiscono certo un problema. Anzi, molti "palinsesti" nazionali abbraccerebbero volentieri una campagna che gli permetta di mostrare qualcosa di nuovo e di diverso dalle altre reti (non sono così idealista da credere che lo farebbero per altruismo). L'intellighenzia sarda non è scarsa: molti scrittori - ne sono sicuro - diventerebbero volentieri efficacissimi vessilliferi di una causa comune. Fin qui, non credo di avere proposto iniziative costose. Ma passo volentieri la mano ad altri per il resto.
Un caro saluto a tutti, nel rispetto comune, che io per primo condivido, di questa cosa (lingua e cultura) di cui stiamo accoratamente parlando, per arrivare a stilare un Programma di azione valido e approvato da tutti.
Maurizio Feo.
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