Forum Sardegna - I sardi e la loro lingua
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Nota Bene: Il Cugliettu o Coeru o Collette era una sopravveste di pelle ben conciata, molto usata dai sardi nel 1700 e nel 1800 ed oggi quasi scomparsa. L'indumento deriva dei "cojeti" rinascimentali usati come protezione del corpo dai ferri delle corazze.
A parte diverse ricostruzioni, oggi e' ancora indossato dai "novizi" del Gremio sassarese dei Viandanti e dal Componidòri, il capocorsa della Sartiglia oristanese.



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sardosempre

Utente Attivo


Inserito il - 20/02/2008 : 18:18:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sardosempre Invia a sardosempre un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
S.ard ha scritto:

sardosempre ha scritto:

maurizio feo ha scritto:

Messaggio di S.ard

Leggendo la mia firma potete capire che riguardo alla "sardità" ho
idee ben precise; quello che vorrei capire però è che tipo rapporto avete voi con il sardo. Ovvero, secondo voi, l'uso del sardo è una condizione senza la quale non possiamo definirci sardi? E poi, come e quando andrebbe usato?
P.S. ovviamente anche il parere dei non sardi sarà molto apprezzato.

S.ard
"No semus italianos, no l'amus a esser mai"



Io non credo che un casuale fatto logistico/geografico possa renderti orgoglioso di essere avvenuto, per caso, in modo del tutto indipendente dalla tua volonta'. Se tu fossi nato a Napoli, saresti orgoglioso di essere campano? Qualcuno che ha fatto qualche cosa d'importante, per migliorare se stesso, il proprio villaggio, il proprio Paese, quello sì, può essere orgoglioso. "Non siamo italiani e non lo dobbiamo essere mai" non è - a mio vedere - una frase politicamente corretta: invece di smussare gli spigoli, sottolinea le differenze; questo non è mai saggio.
Io non sono sardo. A me piace l'aspetto fisico della Sardegna, ma anche quello culturale, storico, folkloristico. La conosco, la frequento e la apprezzo molto di più della regione nella quale sono nato, l'Emilia. Ma la mia è una scelta operata dalla ragione e dal cuore, non dal caso o dall'anagrafe. La Sardegna ha gelosamente conservato, religiosamente custodito nelle sue cassapanche dipinte col sangue di bue, quello che il flusso e riflusso continuo di genti diverse ha cancellato nella Penisola: il passato più segreto e remoto, la Tradizione, una lingua neosarda in cui sono ancora riconoscibili austeri relitti di un paleosardo rustico e misterioso. Tutto quello - per inciso - di cui molti si vergognano, per assomigliare anzi sempre più ad imbecilli globali insulsi e moderni. Ciò che ancora esiste, in Sardegna, molti sardi non lo apprezzano (o sembrano non apprezzarlo appieno). E' qualche cosa di fragile e di antico, come una pianta di mirto appena nata, che è bizzosa e può morire di troppa acqua come anche di poca acqua, ma porta dentro di sè la forza e l'aroma dei mille mirti di cui è figlia e di cui riproduce le forme ineffabili e perenni. E' qualche cosa che va salvato e preservato ancora, con forza e convinzione, maggiori di quella forza e convinzione che possiedono coloro che tendono a cancellarlo, sia da fuori che da dentro l'isola.
Non so se, infine, riuscirò ad imparare il sardo: certo, riesco ad infilare qualche frase compiuta in un discorso, ogni tanto, con una fatica testarda he fa sorridere i miei interlocutori isolani. Se tento di ballare un ballo sardo, inciampo nei miei due piedi sinistri: ma credo che quel ballo debba continuare a vivere e ad essere ballato, proprio nei raduni in cui è nato ed in cui è sempre stato eseguito. E pensa che - la prima volta che la mia futura moglie mi portò di forza in Sardegna - io non volevo quasi venirci, sull'isola! Suo zio si offrì di mostrarmi il Losa ed io accettai soltanto per cortesia. Fu una visita sconvolgente, per me, che cambiò completamente il mio modo di vedere la Sardegna. Nessuno lo sa, ma - da allora - il Losa è il mio nuraghe. Solo mio e di nessun altro. La notizia non è di dominio pubblico, ma poco importa: quel muschio tenace e quelle pietre antiche sono un mio simbolo, per sempre...
Perché ti dico queste cose? Per spiegarti il mio modo di essere sardo e di difendere una sardità che inizialmente non mi apparteneva. Ma senza preclusioni etnico geografiche. E con la consapevolezza che, ben prima di essere spazzino, o professore, o veneto, o sardo, o questo, o quello, si deve essere uomini tolleranti, tra altri uomini. E parlare con loro e capire le loro ragioni.
Ti ho annoiato, lo so.
Ma non per cattiveria.
Ciao,
MF


concordo con quanto dice asia.....maurizio sei riuscito a cogliere appieno lo spirito di sardita´che accomuna la stragrande maggioranza dei sardi, i quali si identificano nella millenaria cultura della nostra terra,la Sardegna, che arricchisce e completare l'enorme bagaglio di culture che forgiano la nostra Italia.
E`imbarazzante, dopo tante battaglie fronteggiate per combattere l'isolamento culturale e soprattutto fisico, sentire sardi che ancora utilizzano motti come " NO SEMUS ITALIANOS, NO L'AMUS A ESSER MAI".
se S.ard avesse utilizzato questa frase al singolare nn avrei avuto nulla da ridire, ma cosi strumentalizzato in maniera corale mi vede in pieno disaccordo..e come me fortunatamente tanti altri.
e`l'ora di abbandonare questi inefficaci campanilismi, di un anacronismo sconvolgente, e conoscere le altre culture, carpirne le affinita´e le differenze....servira`ad apprezzarne ulteriormente la nostra ma anche a riconoscerne i limiti.


Stai facendo delle associazioni non pertinenti.
Indipendentismo non vuol dire chiusura all'interno dei propri confini e disconoscimento delle culture altrui.
Gli italiani sono indipendenti? Allora, secondo te', sono anche anacronistici e chiusi verso le altre culture, giusto?


ma italiani indipendenti rispetto a chi o a cosa????'
io vorrei che mi rispondessi alla domanta che ti ho fatto prima....cos'e`per te essere italiani? cos'e`per te essere sardi?






 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 689  ~  Membro dal: 19/04/2007  ~  Ultima visita: 11/08/2011 Torna all'inizio della Pagina

S.ard

Utente Normale



Inserito il - 20/02/2008 : 18:21:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di S.ard Invia a S.ard un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
asia ha scritto:

Istella ha scritto:

Forse mi sbaglio, ma la firma di s.ard ("No semus italianos, no l'amus a esser mai") è una frase di Antoni Simon Mossa, architetto, politico, ma soprattutto indipendentista...
é così, S.ard?

Istella credo che non ti sbagli.
A prescindere da Simon Mossa... quest'avversione per l'Italia è un classico.
Qualche indipendentista arriva addirittura a maledirla, convinto di farsi portavoce del popolo sardo.
Ho notato invece, soprattutto in questo forum, che molti sardi che adorano la loro terra sono felicissimi di essere italiani.


Asia, scusa se lo ribadisco ma nessuno ha avversione verso l'Italia, credo che ti faccia comodo pensare cosi' per evitarti di affrontare il problema sotto un'altro punto di vista. L'indipendentismo di cui parlo non e' contro qualcuno, piuttosto e' per qualcosa; e la mia opinione non rappresenta quella di tutti sardi ma, se permetti, sono libero di esprimerla ugualmente.






  Firma di S.ard 
S.ard
"No semus italianos, no l'amus a esser mai"

 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 72  ~  Membro dal: 29/08/2007  ~  Ultima visita: 25/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

S.ard

Utente Normale



Inserito il - 20/02/2008 : 18:32:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di S.ard Invia a S.ard un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sardosempre,
gli italiani sono indipendenti avendo un loro Stato o no?
Sono per caso una regione autonoma della Germania?
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?








  Firma di S.ard 
S.ard
"No semus italianos, no l'amus a esser mai"

 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 72  ~  Membro dal: 29/08/2007  ~  Ultima visita: 25/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

sardosempre

Utente Attivo


Inserito il - 20/02/2008 : 18:39:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sardosempre Invia a sardosempre un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
S.ard ha scritto:

Sardosempre,
gli italiani sono indipendenti avendo un loro Stato o no?
Sono per caso una regione autonoma della Germania?
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?





stiamo discutendo su questo...l'itlaia e`uno stato la sardegna no....o sbaglio?






 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 689  ~  Membro dal: 19/04/2007  ~  Ultima visita: 11/08/2011 Torna all'inizio della Pagina

sardosempre

Utente Attivo


Inserito il - 20/02/2008 : 18:44:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sardosempre Invia a sardosempre un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
sardosempre ha scritto:

S.ard ha scritto:

Sardosempre,
gli italiani sono indipendenti avendo un loro Stato o no?
Sono per caso una regione autonoma della Germania?
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?





stiamo discutendo su questo...l'itlaia e`uno stato la sardegna no....o sbaglio?


a me risulta che la sardegna sia una regione a statuto speciale...poi se tu hai fondato in sardegna una nazione...ebbene, di questo nn mi hanno avvertito!






 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 689  ~  Membro dal: 19/04/2007  ~  Ultima visita: 11/08/2011 Torna all'inizio della Pagina

Istella
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 20/02/2008 : 18:49:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Istella Invia a Istella un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ho esposto in altri punti del topic ciò che penso sul mio sentirmi Sarda ed Italiana.

Sull'indipendentismo (autonomia mi piace di più come termine) della Sardegna, oltre ad essere contraria a causa della mia "italianità", penso si tratti di un'utopia. Secondo me i Sardi non sono capaci di autoamministrarsi, e non è solo a causa della classe politica attuale. Secondo me è un discorso che ci porterebbe molto lontano, ma basta fare un raffronto su come è utilizzato in altre parti d'Italia l'essere "provincia autonoma" o "regione autonoma". Penso a Trento e penso a Bolzano. E non sto parlando di essere affezionati alle proprie tradizioni, sto parlando di capacità di utilizzare IN PRATICA opportunità legislative ed amministrative, in accordo e a vantaggio con le peculiarità di un territorio e di una popolazione.

qui (in sardegna) che si fa? si parla, si parla, si parla, si parla.... e poi, si parla, si parla, si parla.

per amministrarsi autonomamente occorre anzitutto essere uniti (lo siamo?), volere le stesse cose, ed essere capaci di realizzarle (lo siamo?)....

Il mio non è un discorso ideologico, del tenore "sarebbe giusto" , o "mi piacerebbe". Il mio è un discorso eminentemente PRATICO.

Ed in pratica... vedo in Sardegna 3 o 4 partitini (con tutto il rispetto per le loro ideologie ed alcune lodevoli battaglie) che parlano di indipendentzia, e non riescono a mettersi d'accordo in 4 persone!!! Come fai a candidarti, a proporti per unificare una nazione, se non riesci a portare avanti una piccola idea, una piccola battaglia con chi ha (dovrebbe) avere le idee MOOOOLTo simili alle tue?







  Firma di Istella 

Isola Foradada

Alghero (Ss)

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 407  ~  Membro dal: 04/08/2007  ~  Ultima visita: 13/08/2011 Torna all'inizio della Pagina

S.ard

Utente Normale



Inserito il - 20/02/2008 : 18:51:36  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di S.ard Invia a S.ard un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
sardosempre ha scritto:

sardosempre ha scritto:

S.ard ha scritto:

Sardosempre,
gli italiani sono indipendenti avendo un loro Stato o no?
Sono per caso una regione autonoma della Germania?
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?





stiamo discutendo su questo...l'itlaia e`uno stato la sardegna no....o sbaglio?


a me risulta che la sardegna sia una regione a statuto speciale...poi se tu hai fondato in sardegna una nazione...ebbene, di questo nn mi hanno avvertito!


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Una nazione (dal latino natio, "nascita", derivato da nasci, "nascere") è un raggruppamento di persone che hanno in comune caratteristiche quali la lingua, la cultura e, normalmente, l'etnia.
Ferma restando la corretta definizione di nazione in termini di comunanza di lingua, di costumi e di istituzioni sociali, le parole nazione e popolo vengono continuamente confuse tra loro finché l'una si sostituisce di fatto all'altra.
Nella Dichiarazione Universale dei Diritti Collettivi dei Popoli (CONSEU - Barcellona, 27 maggio 1990), si afferma:
"Ogni collettività umana avente un riferimento comune ad una propria cultura e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato (...) costituisce un popolo.
Ogni popolo ha il diritto di identificarsi in quanto tale.
Ogni popolo ha il diritto ad affermarsi come nazione."
Secondo l'affermazione recente di questi concetti e conformemente alle lingue francese e inglese, la parola nazione tende ad assumere un significato più politico che culturale mentre la parola popolo tende ad assumere un significato più culturale che politico.


Secondo te' i sardi non appartengono alla nazione sarda? Non esiste una nazione sarda? Questa volta mi lasci senza parole!






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S.ard
"No semus italianos, no l'amus a esser mai"

 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 72  ~  Membro dal: 29/08/2007  ~  Ultima visita: 25/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

S.ard

Utente Normale



Inserito il - 20/02/2008 : 18:56:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di S.ard Invia a S.ard un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Istella ha scritto:

Ho esposto in altri punti del topic ciò che penso sul mio sentirmi Sarda ed Italiana.

Sull'indipendentismo (autonomia mi piace di più come termine) della Sardegna, oltre ad essere contraria a causa della mia "italianità", penso si tratti di un'utopia. Secondo me i Sardi non sono capaci di autoamministrarsi, e non è solo a causa della classe politica attuale. Secondo me è un discorso che ci porterebbe molto lontano, ma basta fare un raffronto su come è utilizzato in altre parti d'Italia l'essere "provincia autonoma" o "regione autonoma". Penso a Trento e penso a Bolzano. E non sto parlando di essere affezionati alle proprie tradizioni, sto parlando di capacità di utilizzare IN PRATICA opportunità legislative ed amministrative, in accordo e a vantaggio con le peculiarità di un territorio e di una popolazione.

qui (in sardegna) che si fa? si parla, si parla, si parla, si parla.... e poi, si parla, si parla, si parla.

per amministrarsi autonomamente occorre anzitutto essere uniti (lo siamo?), volere le stesse cose, ed essere capaci di realizzarle (lo siamo?)....

Il mio non è un discorso ideologico, del tenore "sarebbe giusto" , o "mi piacerebbe". Il mio è un discorso eminentemente PRATICO.

Ed in pratica... vedo in Sardegna 3 o 4 partitini (con tutto il rispetto per le loro ideologie ed alcune lodevoli battaglie) che parlano di indipendentzia, e non riescono a mettersi d'accordo in 4 persone!!! Come fai a candidarti, a proporti per unificare una nazione, se non riesci a portare avanti una piccola idea, una piccola battaglia con chi ha (dovrebbe) avere le idee MOOOOLTo simili alle tue?



Concordo con quanto dici anche se credo che non bisogna cadere nel solito stereotipo che vede i sardi incapaci di tutto, altrimenti non si va' da nessuna parte.






  Firma di S.ard 
S.ard
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sardosempre

Utente Attivo


Inserito il - 20/02/2008 : 18:58:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sardosempre Invia a sardosempre un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
S.ard ha scritto:

sardosempre ha scritto:

sardosempre ha scritto:

S.ard ha scritto:

Sardosempre,
gli italiani sono indipendenti avendo un loro Stato o no?
Sono per caso una regione autonoma della Germania?
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?





stiamo discutendo su questo...l'itlaia e`uno stato la sardegna no....o sbaglio?


a me risulta che la sardegna sia una regione a statuto speciale...poi se tu hai fondato in sardegna una nazione...ebbene, di questo nn mi hanno avvertito!


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Una nazione (dal latino natio, "nascita", derivato da nasci, "nascere") è un raggruppamento di persone che hanno in comune caratteristiche quali la lingua, la cultura e, normalmente, l'etnia.
Ferma restando la corretta definizione di nazione in termini di comunanza di lingua, di costumi e di istituzioni sociali, le parole nazione e popolo vengono continuamente confuse tra loro finché l'una si sostituisce di fatto all'altra.
Nella Dichiarazione Universale dei Diritti Collettivi dei Popoli (CONSEU - Barcellona, 27 maggio 1990), si afferma:
"Ogni collettività umana avente un riferimento comune ad una propria cultura e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato (...) costituisce un popolo.
Ogni popolo ha il diritto di identificarsi in quanto tale.
Ogni popolo ha il diritto ad affermarsi come nazione."
Secondo l'affermazione recente di questi concetti e conformemente alle lingue francese e inglese, la parola nazione tende ad assumere un significato più politico che culturale mentre la parola popolo tende ad assumere un significato più culturale che politico.


Secondo te' i sardi non appartengono alla nazione sarda? Non esiste una nazione sarda? Questa volta mi lasci senza parole!

io preferisco sempre la parola popolo a quella di nazione...comunque al di la delle preferenze personali ti stai contraddicendo da solo perche nel momento in cui usi la parola nazione per il popolo sardo, nn puoi piu usarla per l'italia e per la germania....se poi continui a nn distinguere queste due cose stai negando la pluriculturalita`dell'itlaia !






 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 689  ~  Membro dal: 19/04/2007  ~  Ultima visita: 11/08/2011 Torna all'inizio della Pagina

maurizio feo
Salottino
Utente Master



Inserito il - 20/02/2008 : 19:14:38  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
S.ard ha scritto:
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?

Scusa l'intromissione: sento la necessità di farla, proprio perché questo è un tema molto conflittuale, in cui è facile finire per litigare - tra due o più - anche quando le rispettive posizioni non sono molto distanti e non è quindi giustificata una lite. Ci sono ora nel mondo due tendenze:
1) Quella di unificare le società e le culture, abbattendo i confini, eliminando i dazi e le dogane, uniformando i costi e via dicendo;
2) Quella di distinguere i differenti gruppi etnico linguistici, sottolineandone le identità con la creazione di nuove barriere doganali, creando nuovi stati (proprio come abbiamo visto succedere nell'Europa che ci è più vicina, da qualche anno a questa parte e fino a ieri in Kosovo).
Ambedue queste tendenze sono sostenute da ottime motivazioni teoriche e giustificate dalle ambizioni e speranze tradite dei loro rispettivi sostenitori.
(Ad esempio: unificare la moneta, lo scartamento delle ferrovie ed il tipo di prese elettriche in Europa, avrebbe dovuto avere un effetto positivo per l'economia ed il commercio: la cosa non è stata ancora completata, ma già si è visto che la globalizzazione uccide le imprese familiari ed individuali e che le economie più deboli, come quella italiana, ne ricevono pochi vantaggi e molti danni, a differenza di Francia e Germania).

Ambedue possiedono difetti e conseguenze che le rendono indesiderabili, se applicate indiscriminatamente a tutti i costi e per principio. (Ad esempio: nelle regioni che si sono fatte Stati, separandosi da nazioni più grandi, nelle quali non si riconoscevano, né si sentivano tutelate, si sono verificati chiari sintomi di insofferenza etnica, che prima almeno non erano giustificati dal crisma dell'ufficialità. Inoltre, i desiderati vantaggi economici non solo non sono arrivati, ma si sono allontanati in prospettiva.

Ora, è vero che lo statuto di regione autonoma non ha prodotto gli effetti che molti desideravano. E' vero che molti "piani di rinascita" sono state amare burle, con la finta creazione di industrie che prima ancora di iniziare a lavorare erano già dimostrate fuori da ogni possibile mercato. E' vero che... potrei andare avanti, citando tutto ciò che è stato perpetrato sul corpo della Sardegna e dei sardi fin dal tempo dei Savoia, creando illusioni e distruggendole.
Ma l'amarezza (pagu fele amargurat meda mele, e qui di fiele ce n'è stato davvero tanto!) e la delusione non devono far perdere lucidità, consigliando misure estreme ed "esemplari".

Deve, invece esistere una ricetta - difficile e laboriosa, come tutte le buone ricette - che conservi soltanto il meglio delle due tendenze opposte e che ci permetta di migliorare realmente le cose. Discutendone serenamente i punti, credo si possa arrivarci insieme.


Anzi, credo sia un discorso al quale appassionarsi.

Ciao, Maurizio







  Firma di maurizio feo 
Beni: ti naru unu contu...

 Regione Emilia Romagna  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 2962  ~  Membro dal: 11/01/2008  ~  Ultima visita: 23/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

S.ard

Utente Normale



Inserito il - 20/02/2008 : 19:38:12  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di S.ard Invia a S.ard un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
maurizio feo ha scritto:

S.ard ha scritto:
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?

Scusa l'intromissione: sento la necessità di farla, proprio perché questo è un tema molto conflittuale, in cui è facile finire per litigare - tra due o più - anche quando le rispettive posizioni non sono molto distanti e non è quindi giustificata una lite. Ci sono ora nel mondo due tendenze:
1) Quella di unificare le società e le culture, abbattendo i confini, eliminando i dazi e le dogane, uniformando i costi e via dicendo;
2) Quella di distinguere i differenti gruppi etnico linguistici, sottolineandone le identità con la creazione di nuove barriere doganali, creando nuovi stati (proprio come abbiamo visto succedere nell'Europa che ci è più vicina, da qualche anno a questa parte e fino a ieri in Kosovo).
Ambedue queste tendenze sono sostenute da ottime motivazioni teoriche e giustificate dalle ambizioni e speranze tradite dei loro rispettivi sostenitori.
(Ad esempio: unificare la moneta, lo scartamento delle ferrovie ed il tipo di prese elettriche in Europa, avrebbe dovuto avere un effetto positivo per l'economia ed il commercio: la cosa non è stata ancora completata, ma già si è visto che la globalizzazione uccide le imprese familiari ed individuali e che le economie più deboli, come quella italiana, ne ricevono pochi vantaggi e molti danni, a differenza di Francia e Germania).

Ambedue possiedono difetti e conseguenze che le rendono indesiderabili, se applicate indiscriminatamente a tutti i costi e per principio. (Ad esempio: nelle regioni che si sono fatte Stati, separandosi da nazioni più grandi, nelle quali non si riconoscevano, né si sentivano tutelate, si sono verificati chiari sintomi di insofferenza etnica, che prima almeno non erano giustificati dal crisma dell'ufficialità. Inoltre, i desiderati vantaggi economici non solo non sono arrivati, ma si sono allontanati in prospettiva.

Ora, è vero che lo statuto di regione autonoma non ha prodotto gli effetti che molti desideravano. E' vero che molti "piani di rinascita" sono state amare burle, con la finta creazione di industrie che prima ancora di iniziare a lavorare erano già dimostrate fuori da ogni possibile mercato. E' vero che... potrei andare avanti, citando tutto ciò che è stato perpetrato sul corpo della Sardegna e dei sardi fin dal tempo dei Savoia, creando illusioni e distruggendole.
Ma l'amarezza (pagu fele amargurat meda mele, e qui di fiele ce n'è stato davvero tanto!) e la delusione non devono far perdere lucidità, consigliando misure estreme ed "esemplari".

Deve, invece esistere una ricetta - difficile e laboriosa, come tutte le buone ricette - che conservi soltanto il meglio delle due tendenze opposte e che ci permetta di migliorare realmente le cose. Discutendone serenamente i punti, credo si possa arrivarci insieme.


Anzi, credo sia un discorso al quale appassionarsi.

Ciao, Maurizio


Maurizio, mi complimento per i tuoi interventi.
Quando io penso all'indipendenza della Sardegna non la motivo come rivalsa verso le vere o presunte ingiustizie della storia, anche recente, di cui siamo stati protagonisti; credo che una nazione e il relativo stato siano inscindibili, dove c'e' l'una dovrebbe esserci l'altro.
L'esperienza inoltre dovrebbe insegnare a disegnare il proprio futuro evitando gli errori del passato. Credo anche che in un mondo sempre piu' globalizzato sia importante relazionarsi ad esso senza filtri di nessun genere. Pensa ad esempio che la Sardegna appartiene allo stesso collegio elettorale europeo della Sicilia e , in virtu' del numero delle popolazioni i siciliani eleggono tutti e otto i rappresentanti spettanti a tale collegio.






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S.ard
"No semus italianos, no l'amus a esser mai"

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sardosempre

Utente Attivo


Inserito il - 20/02/2008 : 19:39:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sardosempre Invia a sardosempre un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
maurizio feo ha scritto:

S.ard ha scritto:
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?

Scusa l'intromissione: sento la necessità di farla, proprio perché questo è un tema molto conflittuale, in cui è facile finire per litigare - tra due o più - anche quando le rispettive posizioni non sono molto distanti e non è quindi giustificata una lite. Ci sono ora nel mondo due tendenze:
1) Quella di unificare le società e le culture, abbattendo i confini, eliminando i dazi e le dogane, uniformando i costi e via dicendo;
2) Quella di distinguere i differenti gruppi etnico linguistici, sottolineandone le identità con la creazione di nuove barriere doganali, creando nuovi stati (proprio come abbiamo visto succedere nell'Europa che ci è più vicina, da qualche anno a questa parte e fino a ieri in Kosovo).
Ambedue queste tendenze sono sostenute da ottime motivazioni teoriche e giustificate dalle ambizioni e speranze tradite dei loro rispettivi sostenitori.
(Ad esempio: unificare la moneta, lo scartamento delle ferrovie ed il tipo di prese elettriche in Europa, avrebbe dovuto avere un effetto positivo per l'economia ed il commercio: la cosa non è stata ancora completata, ma già si è visto che la globalizzazione uccide le imprese familiari ed individuali e che le economie più deboli, come quella italiana, ne ricevono pochi vantaggi e molti danni, a differenza di Francia e Germania).

Ambedue possiedono difetti e conseguenze che le rendono indesiderabili, se applicate indiscriminatamente a tutti i costi e per principio. (Ad esempio: nelle regioni che si sono fatte Stati, separandosi da nazioni più grandi, nelle quali non si riconoscevano, né si sentivano tutelate, si sono verificati chiari sintomi di insofferenza etnica, che prima almeno non erano giustificati dal crisma dell'ufficialità. Inoltre, i desiderati vantaggi economici non solo non sono arrivati, ma si sono allontanati in prospettiva.

Ora, è vero che lo statuto di regione autonoma non ha prodotto gli effetti che molti desideravano. E' vero che molti "piani di rinascita" sono state amare burle, con la finta creazione di industrie che prima ancora di iniziare a lavorare erano già dimostrate fuori da ogni possibile mercato. E' vero che... potrei andare avanti, citando tutto ciò che è stato perpetrato sul corpo della Sardegna e dei sardi fin dal tempo dei Savoia, creando illusioni e distruggendole.
Ma l'amarezza (pagu fele amargurat meda mele, e qui di fiele ce n'è stato davvero tanto!) e la delusione non devono far perdere lucidità, consigliando misure estreme ed "esemplari".

Deve, invece esistere una ricetta - difficile e laboriosa, come tutte le buone ricette - che conservi soltanto il meglio delle due tendenze opposte e che ci permetta di migliorare realmente le cose. Discutendone serenamente i punti, credo si possa arrivarci insieme.


Anzi, credo sia un discorso al quale appassionarsi.

Ciao, Maurizio


maurizio...grazie per placare un po gli animi!!!!






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sardosempre

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S.ard ha scritto:

maurizio feo ha scritto:

S.ard ha scritto:
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?

Scusa l'intromissione: sento la necessità di farla, proprio perché questo è un tema molto conflittuale, in cui è facile finire per litigare - tra due o più - anche quando le rispettive posizioni non sono molto distanti e non è quindi giustificata una lite. Ci sono ora nel mondo due tendenze:
1) Quella di unificare le società e le culture, abbattendo i confini, eliminando i dazi e le dogane, uniformando i costi e via dicendo;
2) Quella di distinguere i differenti gruppi etnico linguistici, sottolineandone le identità con la creazione di nuove barriere doganali, creando nuovi stati (proprio come abbiamo visto succedere nell'Europa che ci è più vicina, da qualche anno a questa parte e fino a ieri in Kosovo).
Ambedue queste tendenze sono sostenute da ottime motivazioni teoriche e giustificate dalle ambizioni e speranze tradite dei loro rispettivi sostenitori.
(Ad esempio: unificare la moneta, lo scartamento delle ferrovie ed il tipo di prese elettriche in Europa, avrebbe dovuto avere un effetto positivo per l'economia ed il commercio: la cosa non è stata ancora completata, ma già si è visto che la globalizzazione uccide le imprese familiari ed individuali e che le economie più deboli, come quella italiana, ne ricevono pochi vantaggi e molti danni, a differenza di Francia e Germania).

Ambedue possiedono difetti e conseguenze che le rendono indesiderabili, se applicate indiscriminatamente a tutti i costi e per principio. (Ad esempio: nelle regioni che si sono fatte Stati, separandosi da nazioni più grandi, nelle quali non si riconoscevano, né si sentivano tutelate, si sono verificati chiari sintomi di insofferenza etnica, che prima almeno non erano giustificati dal crisma dell'ufficialità. Inoltre, i desiderati vantaggi economici non solo non sono arrivati, ma si sono allontanati in prospettiva.

Ora, è vero che lo statuto di regione autonoma non ha prodotto gli effetti che molti desideravano. E' vero che molti "piani di rinascita" sono state amare burle, con la finta creazione di industrie che prima ancora di iniziare a lavorare erano già dimostrate fuori da ogni possibile mercato. E' vero che... potrei andare avanti, citando tutto ciò che è stato perpetrato sul corpo della Sardegna e dei sardi fin dal tempo dei Savoia, creando illusioni e distruggendole.
Ma l'amarezza (pagu fele amargurat meda mele, e qui di fiele ce n'è stato davvero tanto!) e la delusione non devono far perdere lucidità, consigliando misure estreme ed "esemplari".

Deve, invece esistere una ricetta - difficile e laboriosa, come tutte le buone ricette - che conservi soltanto il meglio delle due tendenze opposte e che ci permetta di migliorare realmente le cose. Discutendone serenamente i punti, credo si possa arrivarci insieme.


Anzi, credo sia un discorso al quale appassionarsi.

Ciao, Maurizio


Maurizio, mi complimento per i tuoi interventi.
Quando io penso all'indipendenza della Sardegna non la motivo come rivalsa verso le vere o presunte ingiustizie della storia, anche recente, di cui siamo stati protagonisti; credo che una nazione e il relativo stato siano inscindibili, dove c'e' l'una dovrebbe esserci l'altro.
L'esperienza inoltre dovrebbe insegnare a disegnare il proprio futuro evitando gli errori del passato. Credo anche che in un mondo sempre piu' globalizzato sia importante relazionarsi ad esso senza filtri di nessun genere. Pensa ad esempio che la Sardegna appartiene allo stesso collegio elettorale europeo della Sicilia e , in virtu' del numero delle popolazioni i siciliani eleggono tutti e otto i rappresentanti spettanti a tale collegio.

son od'accordissimo con te quando parli di colleggio elettorale europeo...ma e`una condizione nn sufficiente per dichiararmi a favore della proclamazione di uno stato Sardo. a domani...ciaoo






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S.ard

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sardosempre ha scritto:

S.ard ha scritto:

maurizio feo ha scritto:

S.ard ha scritto:
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?

Scusa l'intromissione: sento la necessità di farla, proprio perché questo è un tema molto conflittuale, in cui è facile finire per litigare - tra due o più - anche quando le rispettive posizioni non sono molto distanti e non è quindi giustificata una lite. Ci sono ora nel mondo due tendenze:
1) Quella di unificare le società e le culture, abbattendo i confini, eliminando i dazi e le dogane, uniformando i costi e via dicendo;
2) Quella di distinguere i differenti gruppi etnico linguistici, sottolineandone le identità con la creazione di nuove barriere doganali, creando nuovi stati (proprio come abbiamo visto succedere nell'Europa che ci è più vicina, da qualche anno a questa parte e fino a ieri in Kosovo).
Ambedue queste tendenze sono sostenute da ottime motivazioni teoriche e giustificate dalle ambizioni e speranze tradite dei loro rispettivi sostenitori.
(Ad esempio: unificare la moneta, lo scartamento delle ferrovie ed il tipo di prese elettriche in Europa, avrebbe dovuto avere un effetto positivo per l'economia ed il commercio: la cosa non è stata ancora completata, ma già si è visto che la globalizzazione uccide le imprese familiari ed individuali e che le economie più deboli, come quella italiana, ne ricevono pochi vantaggi e molti danni, a differenza di Francia e Germania).

Ambedue possiedono difetti e conseguenze che le rendono indesiderabili, se applicate indiscriminatamente a tutti i costi e per principio. (Ad esempio: nelle regioni che si sono fatte Stati, separandosi da nazioni più grandi, nelle quali non si riconoscevano, né si sentivano tutelate, si sono verificati chiari sintomi di insofferenza etnica, che prima almeno non erano giustificati dal crisma dell'ufficialità. Inoltre, i desiderati vantaggi economici non solo non sono arrivati, ma si sono allontanati in prospettiva.

Ora, è vero che lo statuto di regione autonoma non ha prodotto gli effetti che molti desideravano. E' vero che molti "piani di rinascita" sono state amare burle, con la finta creazione di industrie che prima ancora di iniziare a lavorare erano già dimostrate fuori da ogni possibile mercato. E' vero che... potrei andare avanti, citando tutto ciò che è stato perpetrato sul corpo della Sardegna e dei sardi fin dal tempo dei Savoia, creando illusioni e distruggendole.
Ma l'amarezza (pagu fele amargurat meda mele, e qui di fiele ce n'è stato davvero tanto!) e la delusione non devono far perdere lucidità, consigliando misure estreme ed "esemplari".

Deve, invece esistere una ricetta - difficile e laboriosa, come tutte le buone ricette - che conservi soltanto il meglio delle due tendenze opposte e che ci permetta di migliorare realmente le cose. Discutendone serenamente i punti, credo si possa arrivarci insieme.


Anzi, credo sia un discorso al quale appassionarsi.

Ciao, Maurizio


Maurizio, mi complimento per i tuoi interventi.
Quando io penso all'indipendenza della Sardegna non la motivo come rivalsa verso le vere o presunte ingiustizie della storia, anche recente, di cui siamo stati protagonisti; credo che una nazione e il relativo stato siano inscindibili, dove c'e' l'una dovrebbe esserci l'altro.
L'esperienza inoltre dovrebbe insegnare a disegnare il proprio futuro evitando gli errori del passato. Credo anche che in un mondo sempre piu' globalizzato sia importante relazionarsi ad esso senza filtri di nessun genere. Pensa ad esempio che la Sardegna appartiene allo stesso collegio elettorale europeo della Sicilia e , in virtu' del numero delle popolazioni i siciliani eleggono tutti e otto i rappresentanti spettanti a tale collegio.

son od'accordissimo con te quando parli di colleggio elettorale europeo...ma e`una condizione nn sufficiente per dichiararmi a favore della proclamazione di uno stato Sardo. a domani...ciaoo


Questo e' il link ad una petizione per la modifica del collegio elettorale europeo
http://firmiamo.it/sardegnacollegiounicoeuropeo che io ho firmato ,affinche i sardi abbiano un collegio unico in cui eleggere 2 rappresentanti.

lo Stato di Malta pero', composto da 400.000 abitanti ha 5 deputati nel parlamento europeo.

Ciao!






  Firma di S.ard 
S.ard
"No semus italianos, no l'amus a esser mai"

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Grodde

Utente Attivo



Inserito il - 20/02/2008 : 21:48:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Grodde Invia a Grodde un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
sardosempre ha scritto:

S.ard ha scritto:

Sardosempre,
gli italiani sono indipendenti avendo un loro Stato o no?
Sono per caso una regione autonoma della Germania?
Quindi per te' e giusto che gli italiani in quanto nazione abbiano il loro Stato, o che
i francesi in quanto nazione abbiano il loro Stato, ma non ritieni corretto che i sardi in
quanto nazione abbiano un loro stato; due pesi e due misure?





stiamo discutendo su questo...l'itlaia e`uno stato la sardegna no....o sbaglio?


la Sardegna in passato era uno stato indipendente e sovrano, finchè non è stata invasa da Pisani, Genovesi, Aragonesi, ed essere in seguito passata ai Savoia dopo che gli Spagnoli avevano perso una guerra contro un'alleanza di stati europei

quindi come vedi la Sardegna oggi è parte dell'Italia solo per un capriccio della storia, non perchè abbiamo una cultura in comune (che non c'è)






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