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mekieddu
Salottino
Utente Medio
 

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Inserito il - 27/01/2008 : 13:12:11
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secondo me grodde hai ragione ma non del tutto... sicuramente in sardegna esistono differenze linguistiche molto grosse,ma con un pò di sforzo un logudorese e un campidanese arrivano a capirsi. io,che parlo Nuorese, trovo molto difficile invece capire il gallurese e il sassarese (per non parlare ovviamente del tabarchino o dell'algherese,che meritano un discorso a parte) ciao
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Petru2007
Moderatore

    

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Inserito il - 27/01/2008 : 13:43:34
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| mekieddu ha scritto:
io,che parlo Nuorese, trovo molto difficile invece capire il gallurese e il sassarese.
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Forse lo stesso problema lo hanno anche i sassaresi e i galluresi nei confronti del nuorese.
Se poi il gallurese o il sassarese si confronta con il campidanese allora le differenze sono abissali, tanto da essere difficilmente comprensibili...

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asia
Salottino
Utente Senior
   

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Inserito il - 27/01/2008 : 22:12:41
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La questione della lingua sarda è un mare di contraddizioni e, pertanto, è irrisolvibile CONCRETAMENTE a livello di recupero generalizzato (SLC= Sa limba comuna).
Rispetto al friulano, che presenta poche varianti nelle varie zone, il sardo è composto da una miriade di rivoli linguistici. Da bambina venivo d'estate dalla penisola, in villeggiatura. Capivo il gallurese, essendo mio padre originario di quella zona. Capivo il logudorese con qualche difficoltà, perchè era parlato dalle mie zie che ci ospitavano nel comprensorio di Olbia. Ed ero convinta di conoscere tutto.
Finchè non mi trasferii, dalla penisola, a Cagliari. E fu il buio. Nonostante la mia curiosità e la mia predisposizione ad apprendere... trovai enormi difficoltà perchè, già dagli anni '70, il cagliaritano non era parlato dai ragazzi, che comunicavano tra di loro in rigoroso italiano, a parte qualche frase idiomatica (castia a biri dui, ma itta ses narendi, ci poris contai, pigarì unu piccu, m'as segau sa conca e via inframmezzando). Dove sta la contraddizione, mi chiederete?
Eccola: se sa limba è indice di sardità e i genitori ne hanno fatto volentieri a meno, preferendole l'italiano tout court... che senso ha tentare, per i figli, un recupero nei banchi di scuola? Come si può tradire il proprio idioma, rinnegarlo, accantonarlo... facendolo uscire dalla porta principale... e poi pretendere di farlo rientrare dalla finestra... dimostrando addirittura alle nuove generazioni che è un valore? A scuola di sardo... e di identità... a questo punto ci manderei i genitori. Colpevoli di un vero e proprio saccheggio di su connottu.
C'è sempre un angolo di silenzio nelle più sincere confessioni delle donne
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Modificato da - asia in data 27/01/2008 22:13:51 |
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Grodde
Utente Attivo
  

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Inserito il - 28/01/2008 : 11:12:37
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| mekieddu ha scritto:
secondo me grodde hai ragione ma non del tutto... sicuramente in sardegna esistono differenze linguistiche molto grosse,ma con un pò di sforzo un logudorese e un campidanese arrivano a capirsi. io,che parlo Nuorese, trovo molto difficile invece capire il gallurese e il sassarese (per non parlare ovviamente del tabarchino o dell'algherese,che meritano un discorso a parte) ciao
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posso dire lo stesso anche io, riesco a capire pochissimo il Sassarese e il Gallurese, vedendoli scritti riesco a capire un pò di più, ma col parlato è un altro paio di maniche
per il Campidanese ora mi sono un pò abituato, da quando in questi ultimi anni vado spesso dalle parti di Cagliari a trovare i parenti, e sento gente del vicinato parlare in Campidanese, riesco a capire il senso delle frasi, ma mi sfugge comunque il 50% delle parole; mentre all'inizio era una tragedia, mi ricordo la prima volta che ho sentito parlare Campidanese avrò avuto 10 o 12 anni, giocavo in strada con i miei amici, e quel giorno erano venuti in visita da Gonnosfanadiga i parenti di una famiglia del vicinato, c'era questo ragazzino che parlava in Campidanese, e noi bambini della zona che capivamo e parlavamo perfettamente il nostro Sardo guardavamo questo ragazzino come se fosse appena arrivato da Marte, dato che non capivamo una parola di quello che diceva. Con gli anni poi ci ho fatto l'abitudine, mi sono reso conto delle differenze di pronuncia, differenze nei verbi, nelle coniugazioni, negli infiniti, all'inizio addirittura non riuscivo a capire quali fossero gli infiniti dei verbi, poi alle superiori studiando latino mi sono reso conto perchè in Campidanese fossero cosi diversi dal Logudorese. In pratica i verbi Campidanesi prendono la desinenza finale da quelle latine ARI, ERI, IRI, solamente che con l'evoluzione della lingua nel Campidano la R è andata persa, e i verbi oggi finiscono in AI, EI, I; mentre nel Logudorese le desinenze finali degli infiniti derivano da altre desinenze latine, cioè ARE, ERE e IRE, come per l'Italiano, in pratica per i verbi in queste due zone c'è stata un'evoluzione parallela che ha preso due strade diverse.
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Modificato da - Grodde in data 28/01/2008 11:14:16 |
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asia
Salottino
Utente Senior
   

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Inserito il - 28/01/2008 : 11:32:57
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| Grodde ha scritto:
Con gli anni poi ci ho fatto l'abitudine, mi sono reso conto delle differenze di pronuncia, differenze nei verbi, nelle coniugazioni, negli infiniti, all'inizio addirittura non riuscivo a capire quali fossero gli infiniti dei verbi, poi alle superiori studiando latino mi sono reso conto perchè in Campidanese fossero cosi diversi dal Logudorese. In pratica i verbi Campidanesi prendono la desinenza finale da quelle latine ARI, ERI, IRI, solamente che con l'evoluzione della lingua nel Campidano la R è andata persa, e i verbi oggi finiscono in AI, EI, I; mentre nel Logudorese le desinenze finali degli infiniti derivano da altre desinenze latine, cioè ARE, ERE e IRE, come per l'Italiano, in pratica per i verbi in queste due zone c'è stata un'evoluzione parallela che ha preso due strade diverse.
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Interessante... Mi piacerebbe sentire il tuo parere sulla contraddizione della LSC (Limba sarda comuna) cui ho fatto riferimento alla fine del mio post precedente. Ci terrei particolarmente. Grazie.
| Sa limba è indice di sardità e i genitori ne hanno fatto volentieri a meno, preferendole l'italiano tout court... che senso ha tentare, per i figli, un recupero nei banchi di scuola? Come si può tradire il proprio idioma, rinnegarlo, accantonarlo... facendolo uscire dalla porta principale... e poi pretendere di farlo rientrare dalla finestra... dimostrando addirittura alle nuove generazioni che è un valore? A scuola di sardo... e di identità... a questo punto ci manderei i genitori. Colpevoli di un vero e proprio saccheggio di su connottu. |
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Grodde
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Inserito il - 28/01/2008 : 13:58:58
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per quanto riguarda la LSC io sono contrario, Logudorese e Campidanese sono troppo diversi, e andrebbero conservati cosi come sono, non cercando di inventare di sana pianta una lingua comune che non esiste, e che nessuno vuole
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Turritano
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Inserito il - 28/01/2008 : 17:00:52
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Grodde, non te la prendere se, in questo caso, io la penso un po’ diversamente da te Intanto io NON ho detto che fra logudorese e Campidanese non ci siano differenze, ho detto anch’io che cambia, ma non tanto da essere (quasi) incomprensibile fra di loro. Lo dimostra proprio la frase bilingue da te inserita, dove le differenze vere mi sembrano un po’ scarsine (ma ognuno la vede a modo suo). Analizziamo: Sant’Aìne e Ottobre non fa differenza, perché, come tu ben saprai, ormai anche in Logudoro quasi nessuno usa più il termine Sant’Aìne, ma Ottobre. “Annusu” in campidanese e “annos” in logudorese cambia solo una vocale, la u finale del campidanese è ininfluente perché è evidentemente scritto secondo pronunzia, infatti anche in logudorese si pronuncia “annoso”, cioè l’ultima vocale si ripete dopo la esse (anche Torres si pronunzia Torrese); narada e narat, stesso discorso: se lo scrivi secondo pronunzia, anche in logudorese si scriverebbe “narada”; “finzasa” e “finza” stessa cosa (anche in logudorese si può scrivere “finzas” e pronunciare “”finzasa” ; “beccia” e “Bezza” non è che ci sia una grande differenza (anche in Sassarese si dice “beccia” ma questo è un altro discorso); picciochedda e pizzinnedha sono parole diverse, ma si capiscono benissimo ( se per quello, in logudorese si usa anche il termine “pisedha”) e così via. Nel testo citato, di parole abbastanza diverse, fin qui, ce n’è una sola: “inzandusu” per “tando”. L’ultima frase provo a tradurla io: e no naro ki calki (calicunu si usa anche in logudorese, ma più che altro per indicare persone) beranu ( termine ormai sostituito con “primavera” anche in logudorese) in palas (pronuncia “palasa”) jà mi la poto… Quindi, riassumendo, si tratta di un’unica lingua, con due varianti principali, che pur con le dovute, notevoli differenze, può essere capita da entrambi i parlanti, con un po’ di buona volontà e un pizzico di pratica.
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Turritano
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Inserito il - 28/01/2008 : 17:15:56
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| Petru2007 ha scritto:
| mekieddu ha scritto:
io,che parlo Nuorese, trovo molto difficile invece capire il gallurese e il sassarese.
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Forse lo stesso problema lo hanno anche i sassaresi e i galluresi nei confronti del nuorese.
Se poi il gallurese o il sassarese si confronta con il campidanese allora le differenze sono abissali, tanto da essere difficilmente comprensibili...

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Il “nuorese” è parte integrante del sardo-logudorese. “Se poi il gallurese o il sassarese si confronta con il campidanese allora le differenze sono abissali, tanto da essere difficilmente comprensibili...” non è proprio così. Infatti fra sassarese ( e gallurese) e campidanese le differenze sono pressoché uguali a quelle fra sassarese e logudorese. Il problema (non molto dificile, per la verità) è per un sassarese capire il… logudorese, ma una volta che si capisce, non è molto difficile capire anche il campidanese. Ma le differenze non sono abissali e, se volete, ve lo dimostro.

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Modificato da - Turritano in data 28/01/2008 17:22:30 |
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Grodde
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Inserito il - 28/01/2008 : 17:20:15
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| Turritano ha scritto:
Grodde, non te la prendere se, in questo caso, io la penso un po’ diversamente da te Intanto io NON ho detto che fra logudorese e Campidanese non ci siano differenze, ho detto anch’io che cambia, ma non tanto da essere (quasi) incomprensibile fra di loro. Lo dimostra proprio la frase bilingue da te inserita, dove le differenze vere mi sembrano un po’ scarsine (ma ognuno la vede a modo suo). Analizziamo: Sant’Aìne e Ottobre non fa differenza, perché, come tu ben saprai, ormai anche in Logudoro quasi nessuno usa più il termine Sant’Aìne, ma Ottobre. “Annusu” in campidanese e “annos” in logudorese cambia solo una vocale, la u finale del campidanese è ininfluente perché è evidentemente scritto secondo pronunzia, infatti anche in logudorese si pronuncia “annoso”, cioè l’ultima vocale si ripete dopo la esse (anche Torres si pronunzia Torrese); narada e narat, stesso discorso: se lo scrivi secondo pronunzia, anche in logudorese si scriverebbe “narada”; “finzasa” e “finza” stessa cosa (anche in logudorese si può scrivere “finzas” e pronunciare “”finzasa” ; “beccia” e “Bezza” non è che ci sia una grande differenza (anche in Sassarese si dice “beccia” ma questo è un altro discorso); picciochedda e pizzinnedha sono parole diverse, ma si capiscono benissimo ( se per quello, in logudorese si usa anche il termine “pisedha”) e così via. Nel testo citato, di parole abbastanza diverse, fin qui, ce n’è una sola: “inzandusu” per “tando”. L’ultima frase provo a tradurla io: e no naro ki calki (calicunu si usa anche in logudorese, ma più che altro per indicare persone) beranu ( termine ormai sostituito con “primavera” anche in logudorese) in palas (pronuncia “palasa”) jà mi la poto… Quindi, riassumendo, si tratta di un’unica lingua, con due varianti principali, che pur con le dovute, notevoli differenze, può essere capita da entrambi i parlanti, con un po’ di buona volontà e un pizzico di pratica.
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la frase in effetti non aveva grandi differenze
comunque per quanto riguarda i termini sostituiti di cui dicevi, i mesi da noi si dicono ancora nel modo giusto e non italianizzati, idem per primavera, che è detta sempre beranu, e il fatto delle vocali finali di cui dicevi sopra, non è così in tutti i posti del logudoro
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Modificato da - Grodde in data 28/01/2008 17:21:42 |
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Turritano
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Inserito il - 28/01/2008 : 17:45:08
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"la frase in effetti non aveva grandi differenze
comunque per quanto riguarda i termini sostituiti di cui dicevi, i mesi da noi si dicono ancora nel modo giusto e non italianizzati, idem per primavera, che è detta sempre beranu, e il fatto delle vocali finali di cui dicevi sopra, non è così in tutti i posti del logudoro".
Ci sono differenze anche fra varie località del Logudoro (parlando di zona linguistica), questo è indubbio, ma le differenze sono minime. Inserire una vocale dopo la esse finale, che ripete quella antecedente la esse, è una regola generale per tutte le varianti del Sardo (compreso il sassarese), quindi sarei curioso di sapere quale zona fa eccezione. Mi fa piacere che da voi si usi ancora "beranu" e i nomi antichi e originali dei mesi dell'anno sardo. Ma, scusa se insisto: de cale logu de su logudoro ses, tue? Si apo cumpresu 'ene, dai calchi paraula impitada, sa idha tua no deves essere meda allalgu dai Thathari. No est gai?
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Grodde
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Inserito il - 28/01/2008 : 17:53:00
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| Turritano ha scritto:
"la frase in effetti non aveva grandi differenze
comunque per quanto riguarda i termini sostituiti di cui dicevi, i mesi da noi si dicono ancora nel modo giusto e non italianizzati, idem per primavera, che è detta sempre beranu, e il fatto delle vocali finali di cui dicevi sopra, non è così in tutti i posti del logudoro".
Ci sono differenze anche fra varie località del Logudoro (parlando di zona linguistica), questo è indubbio, ma le differenze sono minime. Inserire una vocale dopo la esse finale, che ripete quella antecedente la esse, è una regola generale per tutte le varianti del Sardo (compreso il sassarese), quindi sarei curioso di sapere quale zona fa eccezione. Mi fa piacere che da voi si usi ancora "beranu" e i nomi antichi e originali dei mesi dell'anno sardo. Ma, scusa se insisto: de cale logu de su logudoro ses, tue? Si apo cumpresu 'ene, dai calchi paraula impitada, sa idha tua no deves essere meda allalgu dai Thathari. No est gai?
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Zona de su Mejlogu, 40 km dae Tathari, su Mejlogu si podet narrere chi est su centru de su Logudoro, difatti su nomene Mejlogu derivat dae su nomene chi haìat in epoca romana, est a narrere Medium Locus (terra de mesu), chi fit esattamente a su centru de una 'e sas battor zonas amministrativas chi in epoca imperiale dividìan sa Sardigna, e chi calchi seculu da poi sun diventadas sos battor judicados
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Turritano
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Inserito il - 28/01/2008 : 18:29:53
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Grodde ha scritto. "Zona de su Mejlogu, 40 km dae Tathari, su Mejlogu si podet narrere chi est su centru de su Logudoro, difatti su nomene Mejlogu derivat dae su nomene chi haìat in epoca romana, est a narrere Medium Locus (terra de mesu), chi fit esattamente a su centru de una 'e sas battor zonas amministrativas chi in epoca imperiale dividìan sa Sardigna, e chi calchi seculu da poi sun diventadas sos battor judicados" Apo cumpresu e l'aìa pensadu. Insomma: "Mesumundu".
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Grodde
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Inserito il - 28/01/2008 : 18:52:47
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| Turritano ha scritto:
Grodde ha scritto. "Zona de su Mejlogu, 40 km dae Tathari, su Mejlogu si podet narrere chi est su centru de su Logudoro, difatti su nomene Mejlogu derivat dae su nomene chi haìat in epoca romana, est a narrere Medium Locus (terra de mesu), chi fit esattamente a su centru de una 'e sas battor zonas amministrativas chi in epoca imperiale dividìan sa Sardigna, e chi calchi seculu da poi sun diventadas sos battor judicados" Apo cumpresu e l'aìa pensadu. Insomma: "Mesumundu".
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si ti riferis a sa cheja Bizantina de Mesumundu (ex impiantu termale romanu) , mi paret de ammentare chi su nomene Mesumundu est derivadu dae su fattu chi sa cupola interna est sa meidade perfetta de una sfera, pro custa rejone Mesu Mundu (mezza sfera)
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Modificato da - Grodde in data 28/01/2008 18:53:20 |
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afabica
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Inserito il - 28/01/2008 : 19:48:53
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eu kistionu su campidanesu ma custa discussioni d'apu comprendia meda beni su propriu mancai siada stetia fatta cun fueddus chi no funti de sa kistionada mia.
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DEU SEU "very" sarda |
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Grodde
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