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Grodde
Utente Attivo
  

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Inserito il - 20/10/2007 : 14:36:08
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ma se allora come sostieni tu, il Gallurese altro non è altro che un Logudorese modificato da influenze Corse, come si spiega il fatto che il Gallurese sia cosi totalmente diverso dal Logudorese se la presenza Corsa era cosi esigua come dici tu. Se l'influenza Corsa fosse stata poca, la lingua non si sarebbe modificata in modo cosi radicale, invece qui si ha a che fare con due lingue, Gallurese e Logudorese che sono nettamente distinte sotto ogni aspetto
p.s.
probabilmente non vi è traccia dell'immigrazione nei registri perchè i coloni vivevano isolati negli Stazzi, lontani dai centri abitati
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_gallurese
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Modificato da - Grodde in data 20/10/2007 14:39:46 |
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Petru2007
Moderatore

    

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Inserito il - 20/10/2007 : 15:09:01
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| Grodde ha scritto:
probabilmente non vi è traccia dell'immigrazione nei registri perchè i coloni vivevano isolati negli Stazzi, lontani dai centri abitati
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Impossibile... perché non si potrebbe spiegare il fatto che gli abitanti degli stazzi lontani dai centri abitati sono stati fra gli ultimi ad abbandonare la vecchia parlata... mentre nei paesi dell'interno si parlava già gallurese fin dal '600... Effettivamente mi pare che più ci si addentri nella discussione e più emergano diverse problematiche... come vedi non è facile definire la questione... è troppo semplice liquidarla come fanno molti affermando che il gallurese è un dialetto corso-sardo oppure sardo-corso... quello che io voglio dire è che dietro un modo di esprimersi oralmente di un popolo o di parte di esso c'è sempre una lingua che è la risultante di tutta una serie di fenomeni sia storici che geografici, che non influiscono solo sulla lingua ma anche sul modo di essere e di pensare e quindi sulle relazioni sociali ed economiche... insomma sono la cultura di un popolo, quantunque possa essere più o meno bella o brutta... è questo che bisogna cercare di salvaguardare... altro che discorsi sterili se sia più sardo il logudorese, il campidanese o il nuorese o altro... qui va a finire che la LSU o LSC non la impara nessuno... e nel frattempo si perdono tutte le parlate locali e con esse un pezzetto della nostra Sardegna... o per meglio dire, della nostra cultura, della nostra storia, delle nostre tradizioni... e quindi l'abbandono del nostro essere sardi... per diventare... italiani... americani... cinesi... etc...
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Grodde
Utente Attivo
  

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Inserito il - 20/10/2007 : 16:37:46
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| Petru2007 ha scritto:
| Grodde ha scritto:
probabilmente non vi è traccia dell'immigrazione nei registri perchè i coloni vivevano isolati negli Stazzi, lontani dai centri abitati
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Impossibile... perché non si potrebbe spiegare il fatto che gli abitanti degli stazzi lontani dai centri abitati sono stati fra gli ultimi ad abbandonare la vecchia parlata... mentre nei paesi dell'interno si parlava già gallurese fin dal '600... Effettivamente mi pare che più ci si addentri nella discussione e più emergano diverse problematiche... come vedi non è facile definire la questione... è troppo semplice liquidarla come fanno molti affermando che il gallurese è un dialetto corso-sardo oppure sardo-corso... quello che io voglio dire è che dietro un modo di esprimersi oralmente di un popolo o di parte di esso c'è sempre una lingua che è la risultante di tutta una serie di fenomeni sia storici che geografici, che non influiscono solo sulla lingua ma anche sul modo di essere e di pensare e quindi sulle relazioni sociali ed economiche... insomma sono la cultura di un popolo, quantunque possa essere più o meno bella o brutta... è questo che bisogna cercare di salvaguardare... altro che discorsi sterili se sia più sardo il logudorese, il campidanese o il nuorese o altro... qui va a finire che la LSU o LSC non la impara nessuno... e nel frattempo si perdono tutte le parlate locali e con esse un pezzetto della nostra Sardegna... o per meglio dire, della nostra cultura, della nostra storia, delle nostre tradizioni... e quindi l'abbandono del nostro essere sardi... per diventare... italiani... americani... cinesi... etc...
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parlando francamente, ma chi la vuole la LSU , lingua sarda unificata?
io sono dell'idea che in ogni regione della Sardegna si debba preservare la variante locale, il Logudorese nel Logudoro, Campidanese nel Campidano e Gallurese in Gallura
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la keta
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Inserito il - 20/10/2007 : 16:40:33
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| Gio ha scritto:
OK due ceppi. Allora cosa si fa...spacchiamo in due l'Isola?
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direi che avere due sole varianti principali e' una gran fortuna! io trovo la cosa piu' che fattibile. Fa ridere che proprio uno svizzero trovi difficile una convivenza di questo genere... La Svizzera, uno stato grosso quanto la Lombardia, tre lingue ufficiali ed un vagonata di varianti, dico male? No, non penso, io abito sul lago maggiore, a 20 km dal confine. Nelle valli sopra Locarno difficile che si senta parlare qualcosa di diverso dal dialetto (che e' insubre come il varesoto ed il comasco). Ma se passi il confine dalla parte di Domodossola la lingua con cui ci si scontra non e' italiano, non e' francese e nemmeno tedesco, lo chiamiamo "vallese" noi (e provate a vedere se qualcuno a Briga fa lo sforzo di capirvi se gli parlate italiano ) Rivalita' tra cantoni? giusto un filo, neh, quel tanto che basta perche' a Lugano raccontino barzellette su quelli di Berna  Eppure lo stato, anzi, la confederazione degli stati elvetici sta insieme ed e' uno stato avanti cento anni rispetto all'Italia. Tutto li' e' scritto in tre lingue, dai menu' ai bugiardini dei medicinali e le tre lingue vengono insegnate nelle scuole pur continuando a parlare le varianti dialettali con orgoglio...
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Grodde
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Inserito il - 20/10/2007 : 16:53:11
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in effetti hai ragione, sentire da uno Svizzero che la convivenza tra lingue diverse è difficile fa un pò ridere 
io non ci vedo nulla di strano che ognuno conservi la propria variante e la tramandi ai figli, anche perchè sono sicuro che visto il carattere orgoglioso di noi sardi, nessuna delle parti sarebbe disposta a cedere e utilizzare un'ipotetica lingua unificata creata a tavolino, e abbandonare la lingua che ha sempre parlato. anche perchè coniugare due lingue cosi diverse come Logudorese e Campidanese non è per niente fattibile, e quello che è venuto fuori dal comitato per la LSU (lingua sarda unificata), è solo un obbrobrio, che non è ne Logudorese ne Campidanese, insomma hanno preso due lingue profondamente diverse e hanno fatto un mix. Per cui la soluzione è la stessa della Svizzera o della Norvegia, insegnamento multiplo e pari dignità per ogni variante
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Modificato da - Grodde in data 20/10/2007 16:54:19 |
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cedro del Libano
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cedro del Libano
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mekieddu
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Inserito il - 20/10/2007 : 17:18:17
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io la penso più o meno così: la regione sardegna dovrebbe redigere i suoi atti ufficiali in: logudorese,campidanese e gallurese-sassarese (oltre l'italiano ovviamente).sono varietà "sovralocali" che coprono abbastanza bene tutto il territorio regionale.chi intende leggersi un atto,lo legge semplicemente nel dialetto più simile al suo. I comuni si dovrebbero invece affidare alle loro parlate locali, rivolte ai diretti interessati. le scuole elementari (o di grado superiore) dovrebbero a loro volta insegnare la propria variante locale.sono comunque del parere che una o due ore alla settimana dedicate all'insegnamento del sardo possano fare poca cosa al giorno d'oggi.lo spazio dedicato dai mass-media al sardo è ancora molto poco e soprattutto si risente ancora troppo del fatto che negli ultimi 50 anni, la scuola e le istituzioni pubbliche abbiano deriso e messo in soggezione chi parlasse in sardo.il risultato è che parte del nostro patrimonio linguistico è morto e sepolto..non basta sapere qualche frase fatta o pensata a tavolino in sardo per poter dire di poterlo parlare.. quello che bisogna cambiare è la mentalità delle persone.non basta qualche legge fatta da chi neanche lo parla il sardo, per riparare al danno fatto.purtroppo mi rammarico di far parte di quella fetta di sardi che hanno come codice linguistico primario l'italiano.nonostante io mi sforzi di conoscere sempre più vocaboli e regole grammaticali sarde,il mio cervello elaborerà pensieri sempre in italiano perchè così è stato abituato dalla nascita.è lì che si vede la differenza tra un vero sardofono e uno che non lo è.ma a chi dare la colpa?ai miei genitori che mi hanno sempre rivolto la parola in italiano (nonostante fra loro parlino sardo) o della società?e voi in che lingua pensate? sperando che fra 50 anni il sardo sia più diffuso rispetto a oggi, vi saluto 
p.s. dico No alla Lingua Sarda Unificada. è una porcheria che non userà e non capirà mai nessuno. e dico anche No a vedere cartelloni segnaletici in Logudorese a Nuoro (che grazie a qualche anima attenta,ogni tanto vengono corretti a suon di bomboletta) o altre zone della Sardegna che non siano nel Logudoro.
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Modificato da - mekieddu in data 20/10/2007 17:27:19 |
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Grodde
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Inserito il - 20/10/2007 : 17:37:36
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io nonostante i miei genitori fino ai 15 anni mi abbiano sempre parlato in italiano, cerco di sforzarmi di pensare sempre in sardo, e devo dire che quando ti ci abitui ti viene automatico, anche se a volte torna fuori qualche pensiero in italiano, di cui però mi rendo conto immediatamente e mi correggo subito, insomma è una sorta di autodisciplina che mi sono imposto, alla quale quando sei abituato non fai più caso e viene naturale pensare in sardo (devo dire che ho una volontà di ferro e non me ne dimentico mai)
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Istella
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Inserito il - 20/10/2007 : 19:02:18
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| mekieddu ha scritto:
io la penso più o meno così: la regione sardegna dovrebbe redigere i suoi atti ufficiali in: logudorese,campidanese e gallurese-sassarese (oltre l'italiano ovviamente).sono varietà "sovralocali" che coprono abbastanza bene tutto il territorio regionale.chi intende leggersi un atto,lo legge semplicemente nel dialetto più simile al suo. I comuni si dovrebbero invece affidare alle loro parlate locali, rivolte ai diretti interessati. le scuole elementari (o di grado superiore) dovrebbero a loro volta insegnare la propria variante locale.sono comunque del parere che una o due ore alla settimana dedicate all'insegnamento del sardo possano fare poca cosa al giorno d'oggi.lo spazio dedicato dai mass-media al sardo è ancora molto poco e soprattutto si risente ancora troppo del fatto che negli ultimi 50 anni, la scuola e le istituzioni pubbliche abbiano deriso e messo in soggezione chi parlasse in sardo.il risultato è che parte del nostro patrimonio linguistico è morto e sepolto..non basta sapere qualche frase fatta o pensata a tavolino in sardo per poter dire di poterlo parlare.. quello che bisogna cambiare è la mentalità delle persone.non basta qualche legge fatta da chi neanche lo parla il sardo, per riparare al danno fatto.purtroppo mi rammarico di far parte di quella fetta di sardi che hanno come codice linguistico primario l'italiano.nonostante io mi sforzi di conoscere sempre più vocaboli e regole grammaticali sarde,il mio cervello elaborerà pensieri sempre in italiano perchè così è stato abituato dalla nascita.è lì che si vede la differenza tra un vero sardofono e uno che non lo è.ma a chi dare la colpa?ai miei genitori che mi hanno sempre rivolto la parola in italiano (nonostante fra loro parlino sardo) o della società?e voi in che lingua pensate? sperando che fra 50 anni il sardo sia più diffuso rispetto a oggi, vi saluto 
p.s. dico No alla Lingua Sarda Unificada. è una porcheria che non userà e non capirà mai nessuno. e dico anche No a vedere cartelloni segnaletici in Logudorese a Nuoro (che grazie a qualche anima attenta,ogni tanto vengono corretti a suon di bomboletta) o altre zone della Sardegna che non siano nel Logudoro.
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quoto!!!!
sembra che, al pari delle altre lingue non italiane, nelle scuole si stia optando per un uso "veicolare" del sardo. non solo studiare la lingua sarda (con le sue regole grammaticali, con ore di lezione dedivate alla storia e alle tradizioni della Sardegna), ma utilizzarla anche per spiegare altre materie, es: una spiegazione di scienze o di diritto in lingua sarda.
a me questa idea piace molto, proprio perchè riporta a lingua alla sua funzione principale: strumento di comunicazione.
non so in quali modi e in quali tempi sia realizzabile tutto ciò, non so se i tempi siano maturi, quali saranno le difficoltà da affrontare....
a questo proposito mi viene in mente ciò che di recente è capitato a cagliari all'università, quando un docente ha previsto di svolgere una parte delle sue lezioni in inglese (perchè era attinente con la materia impartita, non per esterofilia) e la sua idea non è stata accolta a braccia aperte
_____________________ Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. Pascal
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Grodde
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Inserito il - 20/10/2007 : 19:12:55
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| sembra che, al pari delle altre lingue non italiane, nelle scuole si stia optando per un uso "veicolare" del sardo. non solo studiare la lingua sarda (con le sue regole grammaticali, con ore di lezione dedivate alla storia e alle tradizioni della Sardegna), ma utilizzarla anche per spiegare altre materie, es: una spiegazione di scienze o di diritto in lingua sarda.
a me questa idea piace molto, proprio perchè riporta a lingua alla sua funzione principale: strumento di comunicazione.
non so in quali modi e in quali tempi sia realizzabile tutto ciò, non so se i tempi siano maturi, quali saranno le difficoltà da affrontare....
a questo proposito mi viene in mente ciò che di recente è capitato a cagliari all'università, quando un docente ha previsto di svolgere una parte delle sue lezioni in inglese (perchè era attinente con la materia impartita, non per esterofilia) e la sua idea non è stata accolta a braccia aperte |
è un'ottima cosa, anche nella scuola dove ho studiato le lezioni di lingua straniera erano in lingua straniera e non in italiano, a cominciare dalle spiagazioni, le interrogazioni, tutto, persino i temi li dovevamo scrivere in inglese o in francese
è un ottimo metodo, molto più efficace che fare le lezioni in italiano, perchè ti costringe a sforzarti di parlare e scrivere una lingua di cui non hai la padronanza, e ti aiuta con la pratica a renderti conto degli errori e a correggerli
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Gio
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Inserito il - 21/10/2007 : 02:22:31
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A KETA non posso rispondere in quanto il tema trattato qui riguarda la Sardegna. Ribadisco, fin quando la Sardegna rimarrà parte integrante dell'Italia la lingua ufficiale rimarrà l'italiano. Che poi si cerchi di non far morire i vari dialetti è lodevole specie nelle città dove i giovani tra di loro ormai parlano solo in italiano, e non venite a dirmi che non è vero. È successo dappertutto così, il mondo si è globalizzato e la Sardegna isola è ma solo fisicamente. Anche la lingua ufficiale di questo forum è l'italiano.
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calafuria
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Inserito il - 21/10/2007 : 02:46:18
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| Messaggio di S.ard
Leggendo la mia firma potete capire che riguardo alla "sardità" ho idee ben precise; quello che vorrei capire però è che tipo rapporto avete voi con il sardo. Ovvero, secondo voi, l'uso del sardo è una condizione senza la quale non possiamo definirci sardi? E poi, come e quando andrebbe usato? P.S. ovviamente anche il parere dei non sardi sarà molto apprezzato.
S.ard "No semus italianos, no l'amus a esser mai"
|
Pur vivendo in Piemonte mi sento Sardo al 100% ma in primis sento di essere Italiano, credo nel Tricolore e nella nostra Patria. I dialetti della nostra Isola fanno parte delle tradizioni e delle vita quotidiana di certi luoghi per questo dobbiamo conservarli, ricordarli e valorizzarli, l'Italiano rimarrà sempre è comunque la mia lingua.
''Sono Italiano è sono orgoglioso di esserlo.'' Viva l'Italia viva il Tricolore.
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S.ard
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Inserito il - 21/10/2007 : 10:34:12
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| calafuria ha scritto:
| Messaggio di S.ard
Leggendo la mia firma potete capire che riguardo alla "sardità" ho idee ben precise; quello che vorrei capire però è che tipo rapporto avete voi con il sardo. Ovvero, secondo voi, l'uso del sardo è una condizione senza la quale non possiamo definirci sardi? E poi, come e quando andrebbe usato? P.S. ovviamente anche il parere dei non sardi sarà molto apprezzato.
S.ard "No semus italianos, no l'amus a esser mai"
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Pur vivendo in Piemonte mi sento Sardo al 100% ma in primis sento di essere Italiano, credo nel Tricolore e nella nostra Patria. I dialetti della nostra Isola fanno parte delle tradizioni e delle vita quotidiana di certi luoghi per questo dobbiamo conservarli, ricordarli e valorizzarli, l'Italiano rimarrà sempre è comunque la mia lingua.
''Sono Italiano è sono orgoglioso di esserlo.'' Viva l'Italia viva il Tricolore.
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Io non ho nulla contro l'Italia o contro gli italiani, ci mancherebbe. Dico pero' che l'Italia come stato esiste solo da 180 anni, gli italiani forse da un po' di più. I sardi hanno una storia, una cultura, una lingua, un'etica e una morale diversa da quella italiana, francese, tedesca. etc.; per questo io non sono di nazionalità italiana ma sarda e la mia Patria è la Sardegna. Per tornare al discorso sulla lingua concordo con Grodde quando dice che ogni regione della Sardegna deve parlare la sua variante; il problema nasce quando vengono redatti documenti di interesse generale. Se la LSU o LSC non risolvono il problema allora bisogna scrivere gli atti in tutte le varianti. Forse è un pò più complicato ma non nego che potrebbe anche essere la soluzione giusta. L'esempio della Norvegia è illuminante in tal senso. Quello che ritengo necessario e che si adotti quanto prima un sistema che consenta finalmente di avere un bilinguismo perfetto. Calafuria, io non voglio che in Sardegna non si parli l'italiano ma voglio che il sardo in quanto lingua madre abbia il rilievo e l'uso che merita.
S.ard "No semus italianos, no l'amus a esser mai"
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la keta
Utente Normale

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Inserito il - 21/10/2007 : 16:49:05
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| Gio ha scritto:
A KETA non posso rispondere in quanto il tema trattato qui riguarda la Sardegna. Ribadisco, fin quando la Sardegna rimarrà parte integrante dell'Italia la lingua ufficiale rimarrà l'italiano. Che poi si cerchi di non far morire i vari dialetti è lodevole specie nelle città dove i giovani tra di loro ormai parlano solo in italiano, e non venite a dirmi che non è vero. È successo dappertutto così, il mondo si è globalizzato e la Sardegna isola è ma solo fisicamente. Anche la lingua ufficiale di questo forum è l'italiano.
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hai ragione, scusa la provocazione quello che ci tengo a dire è che è più che giusto che in uno stato ci sia una lingua ufficiale, è questione di praticità e mi pare ovvio che l'italiano è e rimarrà tale. Ciò che non trovo giusta è la pulizia lingustica che si è fatta in favore di esso, mi pare che sia stato un grave errore, un'imposizione che ha soffocato dialetti che non erano varianti dell'italiano ma vere e proprie lingue. La voglia di recuperare queste lingue è più che legittima, è un dovere, per conservare non solo un patrimonio che è prezioso (e non solo per i Sardi ma per tutto il mondo) ma anche per un istinto positivo di recupero delle origini che troppo spesso è stato etichettato come fanatismo separatista, a causa sempre del lavaggio del cervello che, in tempi passati (ma nemmeno tanto), hanno attuato per far digerire l'idea di unità d'Italia... Ora, non sto a discutere su quanto sia stato utile l'aver scoraggiato l'uso dei dialetti per imporre l'italiano, erano altri tempi e si usavano altri metodi, ma credo che nel 2007, in uno stato libero, in una regione come la Sardegna, si possa pensare di affiancare le varianti sarde alla lingua ufficiale per reintegrarle progressivamente nell'uso comune. Il fatto che sempre più giovani non usino il sardo non è una scusa per desistere ma, al contraio, un ottimo motivo per cominciare questo percorso, per donare proprio alle nuove generazioni la lingua che, a quanto pare, gli è stata negata... con questo penso d'aver risposto in parte alla domanda di S.ard, da continentale che sono io ed aggiungo che di sicuro non basta parlare il sardo per essere sardi ma un sardo che non sente l'importanza della propria lingua ha ben poco da sventolar mori, le radici non sono una squadra di calcio! 
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Modificato da - la keta in data 21/10/2007 16:50:58 |
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