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Marialuisa
Utente Master
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 Inserito il - 05/02/2008 : 15:06:57
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| Turritano ha scritto:
A Sassari si chiama "mezuraddu" o "joddu". A casa mia si fa da sempre. Mia mamma, mia nonna e, per quanto ne so, anche mia bisnonna e così via. Adesso lo fa mia moglie e io lo sempre mangiato tutte le mattine. E', come hanno già detto altri nel forum, il latte fermentato con bacilli lattici. Per farlo si usa "sa madrighe" ("la maddrigga" in Sassarese), cioè si lascia un po’ del vecchio jodhu, si mischia col latte scaldato a 40° C. (circa) e si lascia coperto con una copertina di lana per una notte. La quantità della madrighe può variare (da un cucchiai a un bicchier per litro di latte, ma il tempo per la fermentazione varia in proporzione). Per quanto ne so, quello originale è col latte di pecora ( o capra), ma si può fare anche col latte di vacca (allora viene meno denso, più liquido e con sapore meno forte). La parola originale in Sardegna è "Jodhu".
Lo yogurth, è simile, ma il fermento è di un'altro ceppo. Questo termine è di origine bulgara, perchè venne scoperto da un nutrizionista (credo francese) fra i pastori bulgari. In Europa era praticamente sconosciuto, quindi fu diffuso con quel termine. Se quel signore fosse venuto in Sardegna lo avrebbe diffuso col nostro nome, il nostro Jodhu sarebbe diventato internazionale. In italia non si conosceva. Ha cominciato a diffondersi, forse negli anni '50, e lo chiamavano "Latte Acido". Poi ha prevalso la parola Yogurth, ormai internazionale. La cosa che mi da fastidio è che noi sardi la parola per indicarlo ce l'avevamo già, ma invece non solo non abbiamo imposto in nostro termine, ma abbiamo adottato quello bulgaro, scimmiottando (come al solito) l'Italia. cucchiaio abbondante per circa un litro di latte.
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Turritano , che belli i tuoi ricordi ! Tanto simili a quelli di una grande scrittrice :
"Mio padre s’alzava sempre alle quattro del mattino.La sua prima preoccupazione , al risveglio , era andare a guardare se il “ mezzorado” era venuto bene.Il mezzorado era latte acido ,che lui aveva imparato a fare , in Sardegna , da certi pastori.Era semplicemente yoghurt.
Lo yoghurt , in quegli anni , non era ancora di moda:e non si trovava in vendita , come adesso , nelle latterie o nei bar.
Mio padre era , nel prendere lo yogurt come in molte altre cose , un pioniere…………..
- Lidia ! il mezzorado non è < venuto > ! – tuonava per il corrdidoio.
Il mezzorado era in cucina , dentro una zuppiera , coperto da un piatto e ravvolto in un vecchio scialle color salmone , che apparteneva un tempo a mia madre .
A volte , non era < venuto >affatto, e si doveva buttar via: non era che un’acquerugiola verde , con qualche blocco solido di un bianco marrone .
Il mezzorado era delicatissimo , e bastava niente a far sì che non riuscisse: bastava che lo scialle che lo ravviluppava fosse un po’ scostato , e lasciasse filtrare un po’ d’aria ……
Quando andavamo in villeggiatura , dovevamo ricordarci di portar via < la madre >del mezzorado che era una tazzina di mezzorado ben incartata e legata con uno spago
– Dov’è la madre? Avete preso la madre?- Chiedeva mio padre in treno , rovistando nel sacco da montagna.
- Non c’è ! Qui non c’è ! – gridava ; e a volte la madre era stata davvero dimenticata , e bisognava ricrearla dal nulla , col lievito di birra ."Da “Lessico famigliare “ di Natalia Ginzburg
Natalia Gizsburg , era figlia di Giuseppe Levi , professore ordinario di anatomia comparata, il quale , prima che Natalia nascesse nel 1916, insegnò all’Università di Sassari presumibilmente intorno al 1914 /15.
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Casteddaia
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 05/02/2008 : 23:14:20
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Interessante racconto,complimenti MariaLuisa
Lella
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| Domani è un'altro giorno |
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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 06/02/2008 : 10:05:58
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Lella ,
non ho alcun merito a tal riguardo.
Prescindendo dalla bellezza di "Lessico famigliare " della Ginzburg , il merito è di Paradisola che ci dà opportunità e spunto per compulsare libri , documenti o di attingere al nostro bagaglio culturare - in senso lato - per condividere qua con chi come te sa apprezzare dimostrandolo .
Grazie a te , cara !
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Anurai
Nuovo Utente
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Inserito il - 08/03/2008 : 20:11:37
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se avete la fortuna di leggere "LESSICO FAMILIARE" di
Natalia Ginzburg potrete verificare che questa notizia ha un fondo di verità
'spettate che vado a cercarmelo..
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| Lunedi mi metto a dieta |
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Anurai
Nuovo Utente
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Inserito il - 08/03/2008 : 20:14:29
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OPs!
Scusate, non avevo letto tutte le risposte e vedo solo ora che Maria Luisa mi aveva preceduto! maleretta fretta!
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| Lunedi mi metto a dieta |
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Agresti
Moderatore
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Inserito il - 06/05/2008 : 19:59:54
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 qualcuno ha una foto de su Gioddu???
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Il Poetto dalla Sella del Diavolo
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Albertina
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 06/05/2008 : 20:14:57
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Quand'ero bambina andavo a Nuchis, vicino a Tempio, perchè mia mamma aveva una malattia alla pelle e si faceva curare da un signore
che abitava in quel paesetto.
Così avevamo fatto amicizia con alcune famiglie del luogo e io ci stavo anche quindici giorni.
La prima cosa che la signora di Nuchis preparava era " su gioddu", e come lei tutte le altre signore del paese.
Quest'abitudine l'avevamo portata da noi in Marmilla e però avevamo sempre difficoltà a prepararlo, perché non azzeccavamo dosi e temperatura.
Poi abbiamo comprato i fermenti lattici in farmacia e la yogurtiera, così lo prepariamo sempre senza difficoltà.
Qualche volta lasciamo perdere, poi riprendiamo.
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Perdixeddu
Utente Medio
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Inserito il - 16/09/2009 : 09:37:25
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novità? 
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afabica
Salottino
Utente Master
Manuse de Oru
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Inserito il - 16/09/2009 : 13:11:57
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| Perdixeddu ha scritto:
novità?
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no
da fonti certe continuo a dire che gli unici microrganismi "utili" sono quelli che ho già citato ma può essere che nel frettempo ne abbiano inventato altri come quello pubblicizzato abbondantemente da una nota signora
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Punzone
Nuovo Utente
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Inserito il - 23/10/2010 : 00:59:31
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| Ela ha scritto:
Vi dico come facevano "su gioddu" anticamente i pastori
I pastori prendevano del pane a fette, lo immergevano nel latte e lo lasciavano finchè questo non inacidiva.Poi si colava il tutto e si mescolava con altro latte precedentemente scaldato. Da questa mescolanza si otteneva il fermento (la màtrica) del gioddu.
Intanto si bolliva il latte gettando dentro la caldaia di rame, quindici o venti sassi roventi, lavati in acqua pura. Appena il latte è tipido si versa in una mastella insieme alla màtrica. Si mescolava bene e se il tempo era propizio e caldo, con la mastella ben coperta, dopo appena un'ora il gioddu è pronto,si poteva consumare caldo o freddo. I pastori lo consumavano tra loro, servendosi doi cucchiai di corno.....
Una curiosità per dimostrare quanto è antico questo prodotto..
Un passo preso
" da una rivista scientifica"
.....Per la nostra salute, per rafforzare le difese immunitarie, bisognerebbe mangiare cibi crudi o cotti a bassa temperatura..Anticamente sulle polverose camionabili della Turchia si beveva l'Airon, yogurt allungato con acqua e non moriva nessuno. In Russia e in Medio oriente si difendevano col Kefir....In Italia si trovava qualcosa di simile solo in Sardegna, il gioddu, yogurt di latte di pecora o di capra fatto artigianalmente....spazzato via dall'industria...
Mezus terra senza pane, que terra senza justitia
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Punzone
Nuovo Utente
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Inserito il - 23/10/2010 : 01:12:09
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salve a tutti...un pò in ritardo!!!
da ragazzo la mattina facevo colazione con "su joddu" (facevo il pastore nel logudoro), ricordo che mio padre prelevava da "su labiolu" un pò di latte cagliato per la preparazione del formaggio, lo lasciava in questa pentola per consumarlo l'indomani, naturalmente era acidulo...ma sul pane era una vera BONTA'. Per me questo era "su joddu", latte cagliato ottenuto da "su jagu" (rumine del capretto o agnello). Ho letto invece di inoculazioni di fermenti o lattice di fico...BHO! io lo ricordo così, semplicemente latte cagliato e consumato l'indomani, acido ma buono.
un saluti a tutti.
Punzone
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Monteferru
Moderatore
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Inserito il - 23/10/2010 : 09:13:36
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Buongiorno Antonio se ti fa piacere puoi aprire una nuova discussione di presentazione "che è sempre gradita nel forum"
http://www.gentedisardegna.it/forum...?FORUM_ID=36
Maurizio
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Modificato da - Monteferru in data 23/10/2010 09:14:32 |
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Punta Sirboni
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Lore
Salottino
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Inserito il - 23/10/2010 : 09:25:00
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a Siniscola lo yogurt si chiama "soru", e io sono stata sempre abituata a mangiare quello che si fa in casa, comprarlo non esiste...
sarà poi che le cose fatte in casa sono più buone....
se non ho la "màtriche" uso uno yogurt già pronto, di consistenza abbastanza grassa, lo spalmo sulle pareti di un recipiente e poi ci verso piano piano il latte caldo precedentemente bollito, e che sia di pecora(sennò non mi piace), poi lo lascio riposare bene coperto (coperchio e un paio di coperte ad avvolgerlo) per tutta la notte, e l'indomani mattina....magnifica colazione, yogurt e pane carasau!!! che fame...
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chin sa conca non si 'endet su coro (ASKRA) |
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trakkadda
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 23/10/2010 : 12:21:04
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| Lore ha scritto:
a Siniscola lo yogurt si chiama "soru", e io sono stata sempre abituata a mangiare quello che si fa in casa, comprarlo non esiste...
sarà poi che le cose fatte in casa sono più buone....
se non ho la "màtriche" uso uno yogurt già pronto, di consistenza abbastanza grassa, lo spalmo sulle pareti di un recipiente e poi ci verso piano piano il latte caldo precedentemente bollito, e che sia di pecora(sennò non mi piace), poi lo lascio riposare bene coperto (coperchio e un paio di coperte ad avvolgerlo) per tutta la notte, e l'indomani mattina....magnifica colazione, yogurt e pane carasau!!! che fame...
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Stesso modo di prepararlo e stessa fame e gusto nel mangiarlo...
L'unica differenza è che a Bitti noi lo chiamiamo Latte Vischidu...
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Una volta un uomo chiese a Chuck Norris se il suo vero nome fosse Charles, Chuck Norris non rispose, si limito' a fissare l'uomo fino a farlo esplodere!!!
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 23/10/2010 : 17:26:58
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io lo preparo ogni 3 giorni, mi è stato consigliato per un piccolo problema di salute, mi hanno regalato i fementi vivi da aggiungere al latte e dopo 24 ore è pronto lo yogurt. Ma sarà paragonabile allo "joddu" che si preparava una volta dai nostri avi?
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Pro tue fortuna
chi onzi notte t'isplenda sa luna,
chi no appa mai dolore,
onzi die t'illumine su sole...
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