Forum Sardegna - Traduzione in sardo di poesie
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Autore Discussione
Pagina: di 9

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 02/07/2007 : 00:06:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Queste sono quelle ancora non tradotte:








Zingaro, si zingaro
io sono del luogo
senza luogo
io sono del tempo
senza tempo
io canto l’armonia
dell’istante perduto
io canto la geometria
del punto ch’esiste
senza essere
io danzo tra le stelle
io perso nel cuore
di ogni uomo
navigo nel mare
delle lacrime materne
lacerato dal vento
io perso nel grido del parto
vado cercando
la sapienza dell’innocente
coprendo la testa
col velo delle gocce
d’oceano notturno
gocce nude fraterne
come parole dimenticate.


LA NUOVA IMPRESA

Alla nuova impresa ti avvii senza voltarti
e
salgo allora sulla collina delle tombe eroiche
ove innalzo il tumulo di pietre nere
e seppellisco il mio cuore
e
lancio l'ultimo saluto che rotola nel nulla
dove alito di zefiro che scorre nel tempo
spazza i petali delle mie parole
e li dissemina nello spazio eterno
e
la tua tomba
non è nella sabbia
non è nella terra,
non è nel mare,
è nel nostro petto di semplici uomini.







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

Titti
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 02/07/2007 : 00:25:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Titti Invia a Titti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ora ci provo







 Regione Emilia Romagna  ~ Prov.: Modena  ~ Città: Modena  ~  Messaggi: 4532  ~  Membro dal: 01/06/2006  ~  Ultima visita: 21/10/2011 Torna all'inizio della Pagina

Ela

Moderatore




Inserito il - 02/07/2007 : 00:26:26  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ela Invia a Ela un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ora è tardi...ma domani mi voglio cimentare in queste altre poesie...molte volte è difficile trovare la parola giusta......ma è un buon esercizio anche per ricordare ......buonanotte



Mezus terra senza pane, que terra senza justitia






 Regione Marche  ~ Prov.: Cagliari  ~  Messaggi: 6439  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 03/07/2020 Torna all'inizio della Pagina

Titti
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 02/07/2007 : 00:47:14  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Titti Invia a Titti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
zingaru eia zingaru
deu seu de su logu
chene logu
deu seu de su tempusu
chene tempusu
deu cantu s'armonia
de sistanti perdiu
deu cantu sa geometria
de su putu chesistidi
chene essi deu
danzu immesu a sa stellasa
deu perdiu in su coru
de ogna ommi
navigu in mari de lacrimasa maternasa
lacerau de su bentu
deu perdiu in su zerriusu de su partu
anddu cicchendi sa sapienza
de s'innocenti
immbusendi sa conca
cun su velu de gociasa
spolincasa fraternasa cummenti
a fuedusu scaresciusu..



francesco non so se sono stata al'altezza ma ci ho provato ciaoooooo







 Regione Emilia Romagna  ~ Prov.: Modena  ~ Città: Modena  ~  Messaggi: 4532  ~  Membro dal: 01/06/2006  ~  Ultima visita: 21/10/2011 Torna all'inizio della Pagina

Grodde

Utente Attivo



Inserito il - 02/07/2007 : 01:12:36  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Grodde Invia a Grodde un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
francesco44 ha scritto:

Queste sono quelle ancora non tradotte:








Zingaro, si zingaro
io sono del luogo
senza luogo
io sono del tempo
senza tempo
io canto l’armonia
dell’istante perduto
io canto la geometria
del punto ch’esiste
senza essere
io danzo tra le stelle
io perso nel cuore
di ogni uomo
navigo nel mare
delle lacrime materne
lacerato dal vento
io perso nel grido del parto
vado cercando
la sapienza dell’innocente
coprendo la testa
col velo delle gocce
d’oceano notturno
gocce nude fraterne
come parole dimenticate.


LA NUOVA IMPRESA

Alla nuova impresa ti avvii senza voltarti
e
salgo allora sulla collina delle tombe eroiche
ove innalzo il tumulo di pietre nere
e seppellisco il mio cuore
e
lancio l'ultimo saluto che rotola nel nulla
dove alito di zefiro che scorre nel tempo
spazza i petali delle mie parole
e li dissemina nello spazio eterno
e
la tua tomba
non è nella sabbia
non è nella terra,
non è nel mare,
è nel nostro petto di semplici uomini.



Zingaru, eja zingaru
Deo so de su logu
Kena logu
Deo so de su tempus
Kena tempus
Deo canto s'armonia
De s'iscutta pèrdida
Deo canto sa geometria
De su puntu ki esistit
Kena essere
Deo ballo intre sas istellas
Deo pèrdidu in su coro
De ogni homine
Navigo in su mare
De sas lagrimas maternas
Istrazzadu dae su 'entu
Deo pèrdidu in su tichìrriu de s'ilierada
Ando chirchende
Sa sapienzia de s'innozzente
Covacchende sa conca
Cun su velu de sos guttìos
De oceanu notturnu
Guttìos nudos fraternos
Comente paràulas imentigadas


S'impresa noa

A s'impresa noa t'avvias kena ti girare
E
Pigo tando subra su montiju de sas tumbas heroicas
In ue alcio su muntone de pedras nieddas
E interro su coro meu
E
Imbòlo s'ultimu saludu ki lòddurat in su nudda
In ue s'alènu de zefiro ki iscurret in su tempus
Ispazzat sos petalos de sas paràulas mias
E los semenat in s'ispaziu eternu
E
Sa tumba tua
No est in sa rena
No est in sa terra
No est in su mare
Est in sa pettòrra nostra de semplices homines











 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Tana de su Grodde  ~  Messaggi: 930  ~  Membro dal: 05/06/2007  ~  Ultima visita: 12/10/2015 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 04/07/2007 : 13:40:40  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ho fatto un po' di pasticci ed alcune mie cose sono andate a finire in un'altra discussione che ho aperto inavvertitamente. Questa è CIAO MAMMA, c'è anche uno scritto di qualche tempo fà che credo buono.






 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 04/07/2007 : 18:31:50  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
APPELLO ALLO STAFF DEL FORUM

è possibile allegare in qualche modo un file .doc?







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 05/07/2007 : 16:20:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ADDIO AMICI ADDIO

addio amici addio
non siedo più tra voi
nella polvere della strada
lascio il calore del fuoco
per la luce fredda delle stelle

i canti mi seguono ricordi
d'infanzia cieca
ho girato l'ultimo angolo del mondo
perso nella luce
della via oscura

fui con voi oggi
sono con voi ieri
la pioggia scava la polvere
cancella i segni della mia ombra
nessuno sa dove m'incammino

il destino come il vento
frantuma in sabbia
le rocce della vita
ed il vento si rompe in refoli
come i fati umani

muovo guerra all'universo
la grande discendenza
del ripudio umano
trema ai tre colpi
del cuore pulsante dei fratelli

ho raccolto la veste degli antenati
mi cinge il corpo protettiva
dai fendenti del destino umano
con essa prego davanti alla scala
davanti alla cascata davanti al sepolcro

erede di antenati confitti
come frecce nella memoria
nessuno sparo di cannone seguirà la mia morte
nessun pianto di femmina seguirà la mia morte
solo la veste candida coprirà il mio volto

addio amici addio
da me infedele dei vostri sogni
dipingo d'azzurro i miei sogni
tracciando righe di sangue
rituale nel silenzioso cadere dei feticci

cresce l'albero della fratellanza
e sui rami salta il leopardo
maculato salmodiando preghiere
nella notte stellata
silenziosa inquilina del nulla.

5 Marzo 2007








 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 05/07/2007 : 16:21:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
MADRE

Madre, in ginocchio alla tua soglia
Osservo il buio della tua stanza
Illuminato dal biancore del tuo corpo
Il tuo respiro lieve riempie il mio vuoto
Le tue parole sento
Perse nel mondo antico dei ricordi
Ricadono su di me come pioggia di primavera
Mi avvicino con timoroso rispetto
Accarezzo la tua mano gonfia
I tuoi occhi mi penetrano guardando la mia anima
Per scoprire chi io sono diventato
Si madre io sono quello che tu ricordi e
Io sono quello che tu sai che sarò
Il bambinetto nudo sulla spiaggia
Che chiedeva la frittatina,
L’uomo che nella tua memoria del futuro
Solo io sarò.
Il dolore madre può raggiungere le vette dell’impassibilità
Il mio sguardo si perde nel mare celeste dei tuoi occhi
Mare dolce ed assente di chi è sopra ogni giudizio
Vedo le tuo ossa madre e le accarezzo con la mano fredda
Riscaldata da esse ed io madre
dipingo le tue ossa con l’ocra sacrale.
Le tue dita tremano come la carezza di ali di farfalla
Tra le mie dita lievi come il mio amore.
Perché mi guardi così ?
Perché alla mia domanda non rispondi?
Il tuo sguardo è severo ma senza rimprovero
Cosa chiedi madre?
Il mio silenzio è pieno di ciò che solo un figlio può dire
La mia lingua immobile vibra d’amore inesprimibile
Le mie labbra sono serrate sul rimprovero al tuo lasciarmi
Controllo la mia rabbia con lo sforzo dell’operaio
Che ha costruito con fatica inumana il suo tempio dell’amore
Ritrovo lo strazio del mio distacco dal tuo capezzolo
Non sento l’odore del tuo corpo di fanciulla
Tocco il tuo corpo e non trovo le membra sode conosciute
Madre sei un filo evanescente di fumo
Che si perde nelle spire del tempo
Il mio sguardo ti segue e si perde nell’infinito
Della mia maternità.







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

Grodde

Utente Attivo



Inserito il - 05/07/2007 : 20:44:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Grodde Invia a Grodde un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
francesco44 ha scritto:

ADDIO AMICI ADDIO

addio amici addio
non siedo più tra voi
nella polvere della strada
lascio il calore del fuoco
per la luce fredda delle stelle

i canti mi seguono ricordi
d'infanzia cieca
ho girato l'ultimo angolo del mondo
perso nella luce
della via oscura

fui con voi oggi
sono con voi ieri
la pioggia scava la polvere
cancella i segni della mia ombra
nessuno sa dove m'incammino

il destino come il vento
frantuma in sabbia
le rocce della vita
ed il vento si rompe in refoli
come i fati umani

muovo guerra all'universo
la grande discendenza
del ripudio umano
trema ai tre colpi
del cuore pulsante dei fratelli

ho raccolto la veste degli antenati
mi cinge il corpo protettiva
dai fendenti del destino umano
con essa prego davanti alla scala
davanti alla cascata davanti al sepolcro

erede di antenati confitti
come frecce nella memoria
nessuno sparo di cannone seguirà la mia morte
nessun pianto di femmina seguirà la mia morte
solo la veste candida coprirà il mio volto

addio amici addio
da me infedele dei vostri sogni
dipingo d'azzurro i miei sogni
tracciando righe di sangue
rituale nel silenzioso cadere dei feticci

cresce l'albero della fratellanza
e sui rami salta il leopardo
maculato salmodiando preghiere
nella notte stellata
silenziosa inquilina del nulla.

5 Marzo 2007




ADIOSU AMIGOS ADIOSU

Adiosu amigos adiosu
No sezzo piùs intre a bois
In su piùghere de sa carrela
Lasso su calore de su fogu
Pro sa lughe fritta de sas istellas

Sos cantos mi sìghin, ammentos
De pizzinnìa tzega
Happo giradu s'ultimu cuzone de su mundu
Pèrdidu in sa lughe
De sa 'ia oscura

Fia cun a bois hoe
So cun a bois hèris
S'abba iscavat su piùghere
Cancellat sos signos de s'umbra mia
Niunu ìschit in ue mi incamino

Su destinu comente su 'entu
Frantumat in rena
Sas roccas de sa vida
E su 'entu si segat in alènos
Comente sos destinos humanos

Movo gherra a s'universu
Su grande sambènadu
De su ripudio humanu
Tremat a sos tres toccos
De su coro pulsante de sos frades

Happo regoltu sa 'este de sos antenados
M'affiànzat su corpus protettiva
Dae sos fendentes de su destinu humanu
Cun issa prego in anti a s'iscala
In anti a sa cascada, in anti a su sepulcru

Herede de antenados infeschìdos
Comente frizzas in sa memoria
Per unu isparu de cannone hat a sighire sa morte mia
Per unu piantu de fèmina hat a sighire sa morte mia
Solu sa 'este candida hat a covaccare sa cara mia

Adiosu amigos adiosu
Dae a mie infidele de sos sonnios bostros
Pinto de azzurro sos sonnios mios
Tracciende rigas de sàmbene
Rituale in su silenziosu rùere de sos feticcios

Creschet s'àrvure de sa fratellanzia
E subra 'e sos rattos brincat su leopardu
Maculadu, salmodiende preghieras
In su notte istelladu
Silenziosu inquilinu de su nudda



Più tardi faccio anche l'altra

Salute










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francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 06/07/2007 : 04:42:25  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tempo fa mia figlia mi chiese:" Quando nonna ci lascerà, in quel momento, se non ci sono, apri subito la finestra".
Intuii il senso del suo desiderio.
poi scrissi questa:


LA TUA FINESTRA APERTA

Madre ho aperto la finestra,
Il tuo spirito voli via
Dalle mie lacrime tristi,
Vai ridendo sulle spiagge assolate,
sui prati colorati,
vai danzando tra le nubi gentili
vai fanciulla persa nei tuoi occhi celesti.
Poi potremo correre tutti
Lì dove il sole non secca
Dove l’ombra non ghiaccia.







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francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 06/07/2007 : 04:44:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il mio nome è Parola
Come l’ombra sono senza corpo
Perché Uno è l’Essere.


Marzo 1007







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francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 06/07/2007 : 04:54:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Questa è una poesia nata da un'invocazione islamica, dunque difficilmente traducibile in sardo, a meno che non esista in sardo un'invocazione simile, che esprima il senso del sacro così difficile da perseguire nelle piccole cose della vita, la mia segreta vita

ASTAGHFIR ULLAH
(perdonami o signore)

Astaghfir Ullah
Per non vedere il tuo viso

Astaghfir Ullah
Per non udire la tua voce

Astaghfir Ullah
Per non sentire il tuo respiro

Astaghfir Ullah
Per non averti trovato sotto ogni granello di sabbia

Astaghfir Ullah
Per non averti riconosciuto in ogni goccia di pioggia

Astaghfir Ullah
Per non averti visto nel sorriso della mia amata

Astaghfir Ullah
Per non averti conosciuto nello sguardo di mio padre

Astaghfir Ullah
Per non aver stretto la tua mano nella mia

Astaghfir Ullah
Per non aver accompagnato il mio passo al tuo

Astaghfir Ullah
Per ogni pensiero triste che ti ho negato

Astaghfir Ullah
Per ogni pensiero felice che ti ho negato

Astaghfir Ullah
Per aver chiuso gli occhi alla luce dell’alba

Astaghfir Ullah
Per essere uomo


9 Marzo 2007







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 06/07/2007 : 05:08:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Questa è una poesia dedicata a Federico Garcia Lorca, leggendo un suo scritto sul "duende". Chi vuole leggere il suo stupefacente scritto vada su:
http://www.antoniogramsci.com/garci...rosa_ita.htm
E' poesia mia in cui esoterismo e misticismo ho cercato di fondere assieme ai ricordi dell'Andalusia
Non è da tradurre in sardo. Lasciamola così.

QUANDO IL MAESTRO ASCOLTA …

… dico con Federico:
No. Non vorrei che entrasse nella sala quel terribile moscone della noia che infilza tutte le teste con un tenue filo di sonno e mette negli occhi degli ascoltatori minuscoli gruppi di punte di spillo.”

Che la mia poesia parli
col registro lieve e scattante dello zoccolo andaluso,
che tracci nell’aria saettanti lampi di lame d’ironia,
che dal sole annoiato rubi
la cenere piccante del sogno mai sognato.
A Federico chiedo: “dammi duende”.
Alla tua ombra, uomo,
strappo l’incalzare sonante del verso.
Fammi rapire, uomo,
l’istinto efficace del duende,
quando canterò la Parola
rivali non avrò col duende.
Ed i Fratelli diranno: “Ha duende!”
ed il suono nero del duende
scenderà a bagnarli.
La nostra azione è duende.
Potenza della Parola
nera di terra feconda.
Parola ignota al filosofo, duende
è respiro oscuro del poeta,
è potenza non agita,
è lotta non pensata, duende dice Federico.
Parola che non vive nella gola
che sorge dalla terra e
attraversa dai piedi il corpo
dice il maestro di chitarra.
Con il tocco pesante
dello stile sanguigno,
grido strozzato quello della Parola
che danza con le ballerine di Minosse,
sulle schiene affilate dei tori.
Che la mia parola
spazzi il cielo tenebroso del dubbio
sveli la cagna nera del diavolo amico di Dio,
uccida la scimmia di Cervantes.
Che la mia parola
passeggi barcollante tra i vicoli di Venezia
cantando ubriaca,
calpestando le rovine della ragione.
Che i miei versi siano i gradini
della scala salita da Nietzsche
verso la perfezione,
con il fiato rauco del duende.
Che la mia Parola danzi
con le ali dell’angelo
all’ombra della musa
ed inchiodi alla parete luminosa
d’una via di Cordoba
la mia ombra,
così potrò correre sulle onde del ricordo,
lento sanguigno respiro di duende.
Soffio di musa percuote la mia Parola,
la fa pesare come marmo e basalto.
Pericoloso è il duende che fa vacillare
la sintassi della mia anima,
e la beve.
La Parola è duende che non dà forma
e nel suo gorgo trascina
il rude eremita ed il lascivo mistico.
Che nel discorso lavano dio
con la liscivia del loro furore,
aprendo il paesaggio delle ottocento colonne
tra le regole dell’orto sacro,
tra le luci sanguigne delle stanze sacre.
Che la mia Parola sia lavata
dalla muffa di violette marce,
sfuggendo la paura del telescopio
dell’anima limitata.

8 aprile 2007







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina

francesco44
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 06/07/2007 : 05:15:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di francesco44 Invia a francesco44 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sono giunto madre all’estremo limite del mondo
Lì dove lo sguardo si perde nell’azzurro sbiadito dei tuoi occhi
Ascoltando il mormorio di risacca delle tue parole ignote.

Mi siedo padre fuori dalla tua porta di sughero antico
Dondolandomi tra i ricordi ondeggianti d’una domenica d’autunno
Ascoltando il fluido silenzio del tuo dolore antico

Nella polvere acre come spilli di lacrime
Mi siedo antenati afferrando i fumi delle vostre vite
Portandoli ai sensi dei perduti affanni

16/4/2007







 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 172  ~  Membro dal: 25/06/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2008 Torna all'inizio della Pagina
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