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Su foristeri
Utente Medio
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Inserito il - 22/06/2015 : 14:58:18
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| Grodde ha scritto:
| Folkettara Dilettante ha scritto:
| Grodde ha scritto:
| Folkettara Dilettante ha scritto:
Scusate se vado leggermente fuori tema, ma in questo mio intervento c'entra anche la grammatica srda, anche se parlo di canto a chitarra. In due strofe "a sa nuoresa" che ho iparato, stando a quanto ho letto finora mi sembra che ci siano degli errori di coniugazione. Le strofe sono queste: 1) si mi separo no isses in pena/ ischis cantu fidèle deo ti sia (l.errore sarebbe nel cong' pres. el verbo "èsse"; 2) deo ti cheria fagher de compagnia/in custa note diciosa e amena (qui ho l'impressione che "cheria" abbia funzione di condizionale, ma anche lì ho qualche dubbio). Spero di aver spiegato in maniera esaustiva i miei dubbi a proposito delle strofe in oggetto. Salti a tutti
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isses è una diversa forma di istes, si sono mangiati una T, congiuntivo presente di "istare"
1) si mi separo no isses in pena = ne mi separo non stare in pena
ischis cantu fidèle deo ti sia
il congiuntivo presente a seconda della zona è sie o sia, sono entrambi corretti
2) deo ti cheria fagher de compagnia/in custa note diciosa e amena
non è sbagliato in effetti, tante volte l'imperfetto viene anche usato come condizionale, lo usiamo spessissimo in questo senso, si può dire che sia corretto in entrambi i modi, anche se usando il condizionale la frase suonerebbe come se fosse più ipotetica
2) deo ti cheria fagher de compagnia (io ti volevo/vorrei fare) 2) deo ti dìa chèrrer faghere de cumpagnia (si potrebbe tradurre con "mi piacerebbe farti compagnia" in senso più ipotetico)
saludos!
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l'idea di ipoteticità effettivamente c'è, perché poi la strofa uccessiva dice: "...ma deo no poto, amada mia Flora/t'happ'a sognare fin'a s'aurora". Quindi credo che la strofa che inizia con "...deo ti cheria..." e la sucessiva "ma deo no poto..." dànno quest'idea di ipoteticità di cui tu parli. A proposito del suono "sh" è quello che si utilizza anche a 'sassari (ad "esempio "ishcara, "ishcora, "cushta", o sbaglio? Saludos!
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non esattamente, la pronuncia utilizzata a Sassari è una specie di C aspirata come quella descritta da Furisteri
mentre qui da noi è un suono SH con la S molto marcata, tipo scivolare, scegliere
ad esempio nel Sassarese "ishcara, ishcora", la S non è pronunciata e la C è aspirata, tipo la C dell'accento Toscano, è come cercare di pronunciare la C senza muovere la lingua
mentre da noi "iscala, iscola" = pronunciato ISH-CALA, ISH-COLA, con la S e la C pronunciate chiaramente, il suono SH uguale a quello di "scivolo" per intenderci
mentre la pronuncia del Sassarese "cushta" è un pò più difficile da spiegare, la pronuncia di SC ed ST è molto diversa, se nel primo c'è questo suono aspirato, nel secondo non c',è, invece è come cercare di pronunciare una L e una S assieme, è un pò complicato, come pronunciare una specie di L aspirata, anche da noi si pronuncia in modo simile, mentre già 10km a sud di qua si pronuncia come una normale S
saludos
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Attenzione in Sassarese non si dice culstha mà chistha.
Certo che a Giave, Cossoine o Bonorva questa pronuncia non esiste più come non esiste più nella zona del Logudorese Comune Orientale, cioè a Oriente di comuni come Oschiri e Pattada.
Questa pronuncia sarebbe unica al mondo secondo il linguista Gian Paolo BAZZONI, morto da qualche anno ed esisterebbe solo in una quarantina di comuni della Sardegna.
G.P. Bazzoni la chiamava "espirata laterale".
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Modificato da - Su foristeri in data 22/06/2015 15:01:15 |
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Grodde
Utente Attivo
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Inserito il - 22/06/2015 : 15:53:28
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avevo letto da qualche parte che questa pronuncia particolare era molto comune nel medioevo dalle parti di Pisa, ed essendo il dialetto Sassarese nato dalla colonizzazione Pisana dell'area tra Porto Torres e Sassari, grazie all'isolamento della Sardegna ha mantenuto questa pronuncia caratteristica, che poi si è estesa all'area Logudorese nel raggio di 40-50 km da Sassari
mi sembra che la stessa pronuncia esista anche in Gallura, anche qui idem come sopra, il Gallurese arriva dalla Corsica, e la Corsica fu colonizzata da Pisa per secoli, ma mentre nel Corso questa pronuncia è sparita, nel Gallurese è rimasta
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Folkettara Dilettante
Utente Medio
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Inserito il - 22/06/2015 : 16:02:09
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o | Su foristeri ha scritto:
| Grodde ha scritto:
| Folkettara Dilettante ha scritto:
| Grodde ha scritto:
| Folkettara Dilettante ha scritto:
Scusate se vado leggermente fuori tema, ma in questo mio intervento c'entra anche la grammatica srda, anche se parlo di canto a chitarra. In due strofe "a sa nuoresa" che ho iparato, stando a quanto ho letto finora mi sembra che ci siano degli errori di coniugazione. Le strofe sono queste: 1) si mi separo no isses in pena/ ischis cantu fidèle deo ti sia (l.errore sarebbe nel cong' pres. el verbo "èsse"; 2) deo ti cheria fagher de compagnia/in custa note diciosa e amena (qui ho l'impressione che "cheria" abbia funzione di condizionale, ma anche lì ho qualche dubbio). Spero di aver spiegato in maniera esaustiva i miei dubbi a proposito delle strofe in oggetto. Salti a tutti
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isses è una diversa forma di istes, si sono mangiati una T, congiuntivo presente di "istare"
1) si mi separo no isses in pena = ne mi separo non stare in pena
ischis cantu fidèle deo ti sia
il congiuntivo presente a seconda della zona è sie o sia, sono entrambi corretti
2) deo ti cheria fagher de compagnia/in custa note diciosa e amena
non è sbagliato in effetti, tante volte l'imperfetto viene anche usato come condizionale, lo usiamo spessissimo in questo senso, si può dire che sia corretto in entrambi i modi, anche se usando il condizionale la frase suonerebbe come se fosse più ipotetica
2) deo ti cheria fagher de compagnia (io ti volevo/vorrei fare) 2) deo ti dìa chèrrer faghere de cumpagnia (si potrebbe tradurre con "mi piacerebbe farti compagnia" in senso più ipotetico)
saludos!
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l'idea di ipoteticità effettivamente c'è, perché poi la strofa uccessiva dice: "...ma deo no poto, amada mia Flora/t'happ'a sognare fin'a s'aurora". Quindi credo che la strofa che inizia con "...deo ti cheria..." e la sucessiva "ma deo no poto..." dànno quest'idea di ipoteticità di cui tu parli. A proposito del suono "sh" è quello che si utilizza anche a 'sassari (ad "esempio "ishcara, "ishcora, "cushta", o sbaglio? Saludos!
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non esattamente, la pronuncia utilizzata a Sassari è una specie di C aspirata come quella descritta da Furisteri
mentre qui da noi è un suono SH con la S molto marcata, tipo scivolare, scegliere
ad esempio nel Sassarese "ishcara, ishcora", la S non è pronunciata e la C è aspirata, tipo la C dell'accento Toscano, è come cercare di pronunciare la C senza muovere la lingua
mentre da noi "iscala, iscola" = pronunciato ISH-CALA, ISH-COLA, con la S e la C pronunciate chiaramente, il suono SH uguale a quello di "scivolo" per intenderci
mentre la pronuncia del Sassarese "cushta" è un pò più difficile da spiegare, la pronuncia di SC ed ST è molto diversa, se nel primo c'è questo suono aspirato, nel secondo non c',è, invece è come cercare di pronunciare una L e una S assieme, è un pò complicato, come pronunciare una specie di L aspirata, anche da noi si pronuncia in modo simile, mentre già 10km a sud di qua si pronuncia come una normale S
saludos
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Attenzione in Sassarese non si dice culstha mà chistha.
Certo che a Giave, Cossoine o Bonorva questa pronuncia non esiste più come non esiste più nella zona del Logudorese Comune Orientale, cioè a Oriente di comuni come Oschiri e Pattada.
Questa pronuncia sarebbe unica al mondo secondo il linguista Gian Paolo BAZZONI, morto da qualche anno ed esisterebbe solo in una quarantina di comuni della Sardegna.
G.P. Bazzoni la chiamava "espirata laterale".
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Ops! Non mi ricordavo più che "custa in sassarese si traduce "chilshta". D'altra parte finora mi sono concentrata maggiormente sulgallurese fra e varianti sardo-corse. Saluti
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Grodde
Utente Attivo
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Inserito il - 23/06/2015 : 15:56:16
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era sfuggito anche a me, è da tanto che non frequento Sassari quotidianamente
comunque tornando ai discorsi sulla grammatica, oggi vorrei parlare di una particolare categoria di verbi e vocaboli, quelli che in Inglese sono chiamati False Friends (falsi amici), i false friends sono quei verbi o vocaboli che si possono trovare identici o quasi in lingue diverse, ma che da una lingua all’altra hanno un diverso significato, e spesso e volentieri sono la croce dei traduttori poco attenti che li traducono frettolosamente usando il significato della propria lingua, sbagliando la traduzione, anche il Sardo è pieno di questi False Friends, verbi e vocaboli uguali all’Italiano, che che hanno significati completamente diversi
alcuni esempi :
Prendere = in Sardo non significa prendere ma : legare, però solo quando è riferito ad animali; mentre legare si traduce “ligare”
- ho legato il cane, ho legato il cavallo = happo presu su cane, happo presu su caddu
Accudire = non significa assistere qualcuno ma : rincasare, radunarsi, riunirsi
- per la festa si è riunita molta gente = nd’est accudida zente meda pro sa festa - sono rientrato a casa molto tardi = nde so accudidu a domo a tardu mannu
Arribare = non significa arrivare ma : conservare, mettere da parte qualcosa
Appiccare = non significa dare fuoco ma : appendere
Attendere = non significa aspettare ma : assistere qualcuno, badare a qualcuno, aspettare si traduce “aispettare”, In Italiano si conserva il termine “attendente” nel linguaggio militare con significato di assistente
Arressu = non significa arreso ma : immobilizzato a letto
Bruttu = non significa brutto ma : sporco, brutto si traduce con “Feu” in Logudorese, dal Latino “Foedus” o dallo Spagnolo Feo, mentre in Nuorese solitamente è “Lezzu”, e in Campidanese “Leggiu”, dal Catalano Lleig
Cara = non significa solo cara ma anche : viso, faccia, dal tardo Latino "cara"
Càriga = non significa carica ma : fico secco (Latino "ficus carica")
Leàre = non significa levare ma : prendere, dal Latino “levare” afferrare, sollevare, curiosamente in alcune zone del Nuorese dicono “pigare” che da noi significa salire
Battìre = non significa battere ma : portare verso di te; mentre portare verso qualcuno si dice “Jùghere” (dal Latino “Jungere”), Jùghere è anche usato come sinonimo di portare addosso e di avere
- portami la bottiglia dell’acqua = battimìnde s’ampulla de s’abba (portamene la bottiglia) - porta la bottiglia a tuo zio = jùgheche s’ampulla a tiu tou (portaci la bottiglia a tuo zio) - porto addosso una camicia rossa = jutto una camìja ruja - ho un mal di denti incredibile = jutto unu dolore ‘e dentes de no crèere
Cucùmere, Cugùmere = non significa anguria ma : cetriolo, anguria invece si dice "sìndria"
Salire = non significa salire ma : salare, condire col sale
Colare = non significa solamente colare ma anche : passare, attraversare
- in strada sono passati due cani che correvano = che sun colados duos canes currende in carrela (ci sono passati)
Còghere = non significa solo cuocere, ma è anche sinonimo di ubriacarsi : cottu, imbreàgu = ubriaco - cottura, imbreaghèra = ubriacatura
Acutu = non significa solo acuto ma anche : affilato, appuntito, arzillo
- il coltello non tagliava e l’ho dovuto affilare = s’ulteddu no segaìat e l’happo dèvidu acutare - guarda quell’uomo anziano quant’è arzillo = abbàida cuss’homine anzianu itte acutu chi est - molto arzillo, vispo = acutu che troddia (letteralmente “affilato, appuntito come una scorreggia”)
Mortu = non significa solamente morto ma anche : assassinato, ucciso
- hanno assassinato un uomo = han mortu un homine
Cundire = non significa solo condire ma anche : contagiare
- qualcuno mi ha contagiato l'influenza = calicunu mi nd'hat cundidu sa romadìa
saludos, a sa prossima puntada!
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Modificato da - Grodde in data 23/06/2015 16:17:18 |
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Su foristeri
Utente Medio
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Inserito il - 23/06/2015 : 16:49:18
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| Grodde ha scritto:
era sfuggito anche a me, è da tanto che non frequento Sassari quotidianamente
comunque tornando ai discorsi sulla grammatica, oggi vorrei parlare di una particolare categoria di verbi e vocaboli, quelli che in Inglese sono chiamati False Friends (falsi amici), i false friends sono quei verbi o vocaboli che si possono trovare identici o quasi in lingue diverse, ma che da una lingua all’altra hanno un diverso significato, e spesso e volentieri sono la croce dei traduttori poco attenti che li traducono frettolosamente usando il significato della propria lingua, sbagliando la traduzione, anche il Sardo è pieno di questi False Friends, verbi e vocaboli uguali all’Italiano, che che hanno significati completamente diversi
alcuni esempi :
Prendere = in Sardo non significa prendere ma : legare, però solo quando è riferito ad animali; mentre legare si traduce “ligare”
- ho legato il cane, ho legato il cavallo = happo presu su cane, happo presu su caddu
Accudire = non significa assistere qualcuno ma : rincasare, radunarsi, riunirsi
- per la festa si è riunita molta gente = nd’est accudida zente meda pro sa festa - sono rientrato a casa molto tardi = nde so accudidu a domo a tardu mannu
Arribare = non significa arrivare ma : conservare, mettere da parte qualcosa
Appiccare = non significa dare fuoco ma : appendere
Attendere = non significa aspettare ma : assistere qualcuno, badare a qualcuno, aspettare si traduce “aispettare”, In Italiano si conserva il termine “attendente” nel linguaggio militare con significato di assistente
Arressu = non significa arreso ma : immobilizzato a letto
Bruttu = non significa brutto ma : sporco, brutto si traduce con “Feu” in Logudorese, dal Latino “Foedus” o dallo Spagnolo Feo, mentre in Nuorese solitamente è “Lezzu”, e in Campidanese “Leggiu”, dal Catalano Lleig
Cara = non significa solo cara ma anche : viso, faccia, dal tardo Latino "cara"
Càriga = non significa carica ma : fico secco (Latino "ficus carica")
Leàre = non significa levare ma : prendere, dal Latino “levare” afferrare, sollevare, curiosamente in alcune zone del Nuorese dicono “pigare” che da noi significa salire
Battìre = non significa battere ma : portare verso di te; mentre portare verso qualcuno si dice “Jùghere” (dal Latino “Jungere”), Jùghere è anche usato come sinonimo di portare addosso e di avere
- portami la bottiglia dell’acqua = battimìnde s’ampulla de s’abba (portamene la bottiglia) - porta la bottiglia a tuo zio = jùgheche s’ampulla a tiu tou (portaci la bottiglia a tuo zio) - porto addosso una camicia rossa = jutto una camìja ruja - ho un mal di denti incredibile = jutto unu dolore ‘e dentes de no crèere
Cucùmere, Cugùmere = non significa anguria ma : cetriolo, anguria invece si dice "sìndria"
Salire = non significa salire ma : salare, condire col sale
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- in strada sono passati due cani che correvano = che sun colados duos canes currende in carrela (ci sono passati)
Còghere = non significa solo cuocere, ma è anche sinonimo di ubriacarsi : cottu, imbreàgu = ubriaco - cottura, imbreaghèra = ubriacatura
Acutu = non significa solo acuto ma anche : affilato, appuntito, arzillo
- il coltello non tagliava e l’ho dovuto affilare = s’ulteddu no segaìat e l’happo dèvidu acutare - guarda quell’uomo anziano quant’è arzillo = abbàida cuss’homine anzianu itte acutu chi est - molto arzillo, vispo = acutu che troddia (letteralmente “affilato, appuntito come una scorreggia”)
Mortu = non significa solamente morto ma anche : assassinato, ucciso
- hanno assassinato un uomo = han mortu un homine
Cundire = non significa solo condire ma anche : contagiare
- qualcuno mi ha contagiato l'influenza = calicunu mi nd'hat cundidu sa romadìa
saludos, a sa prossima puntada!
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"Prendere" come nella famosa canzone di Soleandro :
Piaghesu, ligadu e presu...
P.S. : Cando appo pius tempus, ti fatto sa rippolstha pro s' "espirata laterale".
Unu saludu mannu.
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Folkettara Dilettante
Utente Medio
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Inserito il - 23/06/2015 : 20:23:40
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| Grodde ha scritto:
era sfuggito anche a me, è da tanto che non frequento Sassari quotidianamente
comunque tornando ai discorsi sulla grammatica, oggi vorrei parlare di una particolare categoria di verbi e vocaboli, quelli che in Inglese sono chiamati False Friends (falsi amici), i false friends sono quei verbi o vocaboli che si possono trovare identici o quasi in lingue diverse, ma che da una lingua all’altra hanno un diverso significato, e spesso e volentieri sono la croce dei traduttori poco attenti che li traducono frettolosamente usando il significato della propria lingua, sbagliando la traduzione, anche il Sardo è pieno di questi False Friends, verbi e vocaboli uguali all’Italiano, che che hanno significati completamente diversi
alcuni esempi :
Prendere = in Sardo non significa prendere ma : legare, però solo quando è riferito ad animali; mentre legare si traduce “ligare”
- ho legato il cane, ho legato il cavallo = happo presu su cane, happo presu su caddu
Accudire = non significa assistere qualcuno ma : rincasare, radunarsi, riunirsi
- per la festa si è riunita molta gente = nd’est accudida zente meda pro sa festa - sono rientrato a casa molto tardi = nde so accudidu a domo a tardu mannu
Arribare = non significa arrivare ma : conservare, mettere da parte qualcosa
Appiccare = non significa dare fuoco ma : appendere
Attendere = non significa aspettare ma : assistere qualcuno, badare a qualcuno, aspettare si traduce “aispettare”, In Italiano si conserva il termine “attendente” nel linguaggio militare con significato di assistente
Arressu = non significa arreso ma : immobilizzato a letto
Bruttu = non significa brutto ma : sporco, brutto si traduce con “Feu” in Logudorese, dal Latino “Foedus” o dallo Spagnolo Feo, mentre in Nuorese solitamente è “Lezzu”, e in Campidanese “Leggiu”, dal Catalano Lleig
Cara = non significa solo cara ma anche : viso, faccia, dal tardo Latino "cara"
Càriga = non significa carica ma : fico secco (Latino "ficus carica")
Leàre = non significa levare ma : prendere, dal Latino “levare” afferrare, sollevare, curiosamente in alcune zone del Nuorese dicono “pigare” che da noi significa salire
Battìre = non significa battere ma : portare verso di te; mentre portare verso qualcuno si dice “Jùghere” (dal Latino “Jungere”), Jùghere è anche usato come sinonimo di portare addosso e di avere
- portami la bottiglia dell’acqua = battimìnde s’ampulla de s’abba (portamene la bottiglia) - porta la bottiglia a tuo zio = jùgheche s’ampulla a tiu tou (portaci la bottiglia a tuo zio) - porto addosso una camicia rossa = jutto una camìja ruja - ho un mal di denti incredibile = jutto unu dolore ‘e dentes de no crèere
Cucùmere, Cugùmere = non significa anguria ma : cetriolo, anguria invece si dice "sìndria"
Salire = non significa salire ma : salare, condire col sale
Colare = non significa solamente colare ma anche : passare, attraversare
- in strada sono passati due cani che correvano = che sun colados duos canes currende in carrela (ci sono passati)
Còghere = non significa solo cuocere, ma è anche sinonimo di ubriacarsi : cottu, imbreàgu = ubriaco - cottura, imbreaghèra = ubriacatura
Acutu = non significa solo acuto ma anche : affilato, appuntito, arzillo
- il coltello non tagliava e l’ho dovuto affilare = s’ulteddu no segaìat e l’happo dèvidu acutare - guarda quell’uomo anziano quant’è arzillo = abbàida cuss’homine anzianu itte acutu chi est - molto arzillo, vispo = acutu che troddia (letteralmente “affilato, appuntito come una scorreggia”)
Mortu = non significa solamente morto ma anche : assassinato, ucciso
- hanno assassinato un uomo = han mortu un homine
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E pensare che prima di lavorare come centralinista, ho fatto per qualche anno la traduttrice e, ovviamente sono inciampata in queste trappole! Una volta durante una vacanza in Bretagna avevo detto a mia sorella se aveva voglia di "tirarmi" qualche foto (ovvia interferenza linguistica con il verbo francese "tirer = scattare foto). Tornando al sardo logudorese credevo che "leàre" significasse "legare" (quando i Tazenda nella canzone "domo mea" dicevano "...ti cherzo leàre" credevo intendessero "voglio legarti a me in senso ovviamente metaforico). Saludos a tottus
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Folkettara Dilettante
Utente Medio
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Inserito il - 24/06/2015 : 09:24:17
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una volta mi è successo di leggere su ýikipedia che n alcune zone della Sardegna la "c" viene pronunciata "alla toscana" (ad esempio "su hane" invece di "su cane". Quindi l'influenza toscana non si è fatta sentire solo nelle zone al confine con la Corsica, se ho capito bene. Saludos
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Grodde
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Inserito il - 24/06/2015 : 14:40:33
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non proprio, ma in alcune zone della Barbagia hanno l'abitudine di non pronunciare la C o la F all'inizio delle parole, però è una cosa circoscritta solo ad alcune zone isolate della Barbagia, penso che sia una cosa evolutasi in maniera autonoma
tornando alla frase dei Tazenda, "ti cherzo leare" significa "ti voglio prendere", comunque c'è da dire che il Sardo dei Tazenda è un pò particolare, probabilmente è dovuto al fatto che loro sono di Porto Torres, una zona dove non si parla Sardo ma Sassarese, io penso che loro il Sardo probabilmente lo capiscono ma non lo parlano, e sicuramente si fanno aiutare da qualcuno per i testi, spesso inoltre fanno uso di una terminologia un pò strana, anche l'accento, il loro modo di pronunciare, fa notare che non sono abituati a parlare correntemente il Sardo
sono andato a leggermi il testo di Domo Mea, in una frase ho avuto bisogno della traduzione, altrimenti non ci sarei mai arrivato a capirla, ho notato un errore grossolano nell'uso di un tempo verbale, e un termine che sembra tradotto dall'italiano, anche il titolo Domo Mea è piuttosto particolare, non è sbagliato dire Mea, ma è un modo di dire che si trova solo in alcune parti della Barbagia, correntemente si direbbe Domo Mia, anche il testo è pieno di stranezze
sotto alcune parti del testo originale, e affianco come si direbbe in Logudorese corrente
Commo deo - como deo (adesso io) So innoe - so in hoghe (sono qui, dal latino "in hoce", abbreviazione di "in hoc loco") Oe eo - hoe deo (oggi io) Soe chene-ene ribos - so chena rios (sono senza fiumi???) qui senza la traduzione non ci sarei mai arrivato, mai sentito dire "ribos"
(Eros) Antigos 'spiritos, umbras - antigos ispiritos, umbras (antichi spiriti, ombre / fantasmi) Parent chi benint a mie - pàren chi bènzan dae a mie (sembra che vengano da me) qui hanno fatto un errore grossolano, hanno usato il verbo al presente indicativo anzichè al presente congiuntivo, tipico di chi è abituato a parlare Italiano
(Beppe) Ti cherzo donare su sambene - Ti cherzo donare su sambene (ti voglio donare il sangue) (Eros) E' la vita mia (Beppe) Ti cherzo leare, oh - Ti cherzo leare, oh (ti voglio prendere) E t'amo, e t'amo - E t'amo, e t'amo Ses sa vida mea - Ses sa vida mia (Eros) Ogni cosa tua (Beppe) E t'amo, e t'amo, oh
Arcanos libros in domo mea - arcanos liberos in domo mia (libri arcani in casa mia) qui sembra che abbiano tradotto "libri" direttamente dall'italiano, mentre in Logudorese è "liberos" dal Latino "liber - libris"
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Modificato da - Grodde in data 24/06/2015 14:44:34 |
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Folkettara Dilettante
Utente Medio
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Inserito il - 24/06/2015 : 15:47:35
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| Grodde ha scritto:
non proprio, ma in alcune zone della Barbagia hanno l'abitudine di non pronunciare la C o la F all'inizio delle parole, però è una cosa circoscritta solo ad alcune zone isolate della Barbagia, penso che sia una cosa evolutasi in maniera autonoma
tornando alla frase dei Tazenda, "ti cherzo leare" significa "ti voglio prendere", comunque c'è da dire che il Sardo dei Tazenda è un pò particolare, probabilmente è dovuto al fatto che loro sono di Porto Torres, una zona dove non si parla Sardo ma Sassarese, io penso che loro il Sardo probabilmente lo capiscono ma non lo parlano, e sicuramente si fanno aiutare da qualcuno per i testi, spesso inoltre fanno uso di una terminologia un pò strana, anche l'accento, il loro modo di pronunciare, fa notare che non sono abituati a parlare correntemente il Sardo
sono andato a leggermi il testo di Domo Mea, in una frase ho avuto bisogno della traduzione, altrimenti non ci sarei mai arrivato a capirla, ho notato un errore grossolano nell'uso di un tempo verbale, e un termine che sembra tradotto dall'italiano, anche il titolo Domo Mea è piuttosto particolare, non è sbagliato dire Mea, ma è un modo di dire che si trova solo in alcune parti della Barbagia, correntemente si direbbe Domo Mia, anche il testo è pieno di stranezze
sotto alcune parti del testo originale, e affianco come si direbbe in Logudorese corrente
Commo deo - como deo (adesso io) So innoe - so in hoghe (sono qui, dal latino "in hoce", abbreviazione di "in hoc loco") Oe eo - hoe deo (oggi io) Soe chene-ene ribos - so chena rios (sono senza fiumi???) qui senza la traduzione non ci sarei mai arrivato, mai sentito dire "ribos"
(Eros) Antigos 'spiritos, umbras - antigos ispiritos, umbras (antichi spiriti, ombre / fantasmi) Parent chi benint a mie - pàren chi bènzan dae a mie (sembra che vengano da me) qui hanno fatto un errore grossolano, hanno usato il verbo al presente indicativo anzichè al presente congiuntivo, tipico di chi è abituato a parlare Italiano
(Beppe) Ti cherzo donare su sambene - Ti cherzo donare su sambene (ti voglio donare il sangue) (Eros) E' la vita mia (Beppe) Ti cherzo leare, oh - Ti cherzo leare, oh (ti voglio prendere) E t'amo, e t'amo - E t'amo, e t'amo Ses sa vida mea - Ses sa vida mia (Eros) Ogni cosa tua (Beppe) E t'amo, e t'amo, oh
Arcanos libros in domo mea - arcanos liberos in domo mia (libri arcani in casa mia) qui sembra che abbiano tradotto "libri" direttamente dall'italiano, mentre in Logudorese è "liberos" dal Latino "liber - libris"
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Beh, on conoscendo la cosiddetta LSC al limite avrei pensato che i Tazenda volessero impiegare proprio questa... Anche il povero (ma mitico) Parodi era di Carloforte, o sbaglio? Comunque li ho voluti citare proprio perché prima di frequentare questo sito l'unica parola sarda che sapevo dire era "eya!". Tutt'al più io provavo a giocare un po' d'intuito... Comunque come molti sanno a me piace la musica trad. vera e propria, invece della musica pop in lingua sarda. Fore è anche per questo che non ho pensato minimamente di studiare il Sassarese (non ce l'ho con i Sassaresi, per carità!!!). Deo ispero solu de no parrere una "razzista continentale". Unu saludu a tie e a tottu sos chi sun in custu forum
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Su foristeri
Utente Medio
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Inserito il - 24/06/2015 : 17:09:41
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| Folkettara Dilettante ha scritto:
| Grodde ha scritto:
non proprio, ma in alcune zone della Barbagia hanno l'abitudine di non pronunciare la C o la F all'inizio delle parole, però è una cosa circoscritta solo ad alcune zone isolate della Barbagia, penso che sia una cosa evolutasi in maniera autonoma
tornando alla frase dei Tazenda, "ti cherzo leare" significa "ti voglio prendere", comunque c'è da dire che il Sardo dei Tazenda è un pò particolare, probabilmente è dovuto al fatto che loro sono di Porto Torres, una zona dove non si parla Sardo ma Sassarese, io penso che loro il Sardo probabilmente lo capiscono ma non lo parlano, e sicuramente si fanno aiutare da qualcuno per i testi, spesso inoltre fanno uso di una terminologia un pò strana, anche l'accento, il loro modo di pronunciare, fa notare che non sono abituati a parlare correntemente il Sardo
sono andato a leggermi il testo di Domo Mea, in una frase ho avuto bisogno della traduzione, altrimenti non ci sarei mai arrivato a capirla, ho notato un errore grossolano nell'uso di un tempo verbale, e un termine che sembra tradotto dall'italiano, anche il titolo Domo Mea è piuttosto particolare, non è sbagliato dire Mea, ma è un modo di dire che si trova solo in alcune parti della Barbagia, correntemente si direbbe Domo Mia, anche il testo è pieno di stranezze
sotto alcune parti del testo originale, e affianco come si direbbe in Logudorese corrente
Commo deo - como deo (adesso io) So innoe - so in hoghe (sono qui, dal latino "in hoce", abbreviazione di "in hoc loco") Oe eo - hoe deo (oggi io) Soe chene-ene ribos - so chena rios (sono senza fiumi???) qui senza la traduzione non ci sarei mai arrivato, mai sentito dire "ribos"
(Eros) Antigos 'spiritos, umbras - antigos ispiritos, umbras (antichi spiriti, ombre / fantasmi) Parent chi benint a mie - pàren chi bènzan dae a mie (sembra che vengano da me) qui hanno fatto un errore grossolano, hanno usato il verbo al presente indicativo anzichè al presente congiuntivo, tipico di chi è abituato a parlare Italiano
(Beppe) Ti cherzo donare su sambene - Ti cherzo donare su sambene (ti voglio donare il sangue) (Eros) E' la vita mia (Beppe) Ti cherzo leare, oh - Ti cherzo leare, oh (ti voglio prendere) E t'amo, e t'amo - E t'amo, e t'amo Ses sa vida mea - Ses sa vida mia (Eros) Ogni cosa tua (Beppe) E t'amo, e t'amo, oh
Arcanos libros in domo mea - arcanos liberos in domo mia (libri arcani in casa mia) qui sembra che abbiano tradotto "libri" direttamente dall'italiano, mentre in Logudorese è "liberos" dal Latino "liber - libris"
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Beh, on conoscendo la cosiddetta LSC al limite avrei pensato che i Tazenda volessero impiegare proprio questa... Anche il povero (ma mitico) Parodi era di Carloforte, o sbaglio? Comunque li ho voluti citare proprio perché prima di frequentare questo sito l'unica parola sarda che sapevo dire era "eya!". Tutt'al più io provavo a giocare un po' d'intuito... Comunque come molti sanno a me piace la musica trad. vera e propria, invece della musica pop in lingua sarda. Fore è anche per questo che non ho pensato minimamente di studiare il Sassarese (non ce l'ho con i Sassaresi, per carità!!!). Deo ispero solu de no parrere una "razzista continentale". Unu saludu a tie e a tottu sos chi sun in custu forum
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Boh ! : https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Parodi
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Folkettara Dilettante
Utente Medio
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Inserito il - 24/06/2015 : 20:27:12
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| Su foristeri ha scritto:
| Folkettara Dilettante ha scritto:
| Grodde ha scritto:
non proprio, ma in alcune zone della Barbagia hanno l'abitudine di non pronunciare la C o la F all'inizio delle parole, però è una cosa circoscritta solo ad alcune zone isolate della Barbagia, penso che sia una cosa evolutasi in maniera autonoma
tornando alla frase dei Tazenda, "ti cherzo leare" significa "ti voglio prendere", comunque c'è da dire che il Sardo dei Tazenda è un pò particolare, probabilmente è dovuto al fatto che loro sono di Porto Torres, una zona dove non si parla Sardo ma Sassarese, io penso che loro il Sardo probabilmente lo capiscono ma non lo parlano, e sicuramente si fanno aiutare da qualcuno per i testi, spesso inoltre fanno uso di una terminologia un pò strana, anche l'accento, il loro modo di pronunciare, fa notare che non sono abituati a parlare correntemente il Sardo
sono andato a leggermi il testo di Domo Mea, in una frase ho avuto bisogno della traduzione, altrimenti non ci sarei mai arrivato a capirla, ho notato un errore grossolano nell'uso di un tempo verbale, e un termine che sembra tradotto dall'italiano, anche il titolo Domo Mea è piuttosto particolare, non è sbagliato dire Mea, ma è un modo di dire che si trova solo in alcune parti della Barbagia, correntemente si direbbe Domo Mia, anche il testo è pieno di stranezze
sotto alcune parti del testo originale, e affianco come si direbbe in Logudorese corrente
Commo deo - como deo (adesso io) So innoe - so in hoghe (sono qui, dal latino "in hoce", abbreviazione di "in hoc loco") Oe eo - hoe deo (oggi io) Soe chene-ene ribos - so chena rios (sono senza fiumi???) qui senza la traduzione non ci sarei mai arrivato, mai sentito dire "ribos"
(Eros) Antigos 'spiritos, umbras - antigos ispiritos, umbras (antichi spiriti, ombre / fantasmi) Parent chi benint a mie - pàren chi bènzan dae a mie (sembra che vengano da me) qui hanno fatto un errore grossolano, hanno usato il verbo al presente indicativo anzichè al presente congiuntivo, tipico di chi è abituato a parlare Italiano
(Beppe) Ti cherzo donare su sambene - Ti cherzo donare su sambene (ti voglio donare il sangue) (Eros) E' la vita mia (Beppe) Ti cherzo leare, oh - Ti cherzo leare, oh (ti voglio prendere) E t'amo, e t'amo - E t'amo, e t'amo Ses sa vida mea - Ses sa vida mia (Eros) Ogni cosa tua (Beppe) E t'amo, e t'amo, oh
Arcanos libros in domo mea - arcanos liberos in domo mia (libri arcani in casa mia) qui sembra che abbiano tradotto "libri" direttamente dall'italiano, mentre in Logudorese è "liberos" dal Latino "liber - libris"
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Beh, on conoscendo la cosiddetta LSC al limite avrei pensato che i Tazenda volessero impiegare proprio questa... Anche il povero (ma mitico) Parodi era di Carloforte, o sbaglio? Comunque li ho voluti citare proprio perché prima di frequentare questo sito l'unica parola sarda che sapevo dire era "eya!". Tutt'al più io provavo a giocare un po' d'intuito... Comunque come molti sanno a me piace la musica trad. vera e propria, invece della musica pop in lingua sarda. Fore è anche per questo che non ho pensato minimamente di studiare il Sassarese (non ce l'ho con i Sassaresi, per carità!!!). Deo ispero solu de no parrere una "razzista continentale". Unu saludu a tie e a tottu sos chi sun in custu forum
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Scusa, devo essermi sbagliata, ma una volta avevo sentito una sua intervista per radio dove lui diceva che probabilmente i parenti paterni erano di Carloforte... ma posso essere stata ingannata dal cognome ligure. Saludos
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Grodde
Utente Attivo
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Inserito il - 24/06/2015 : 20:48:04
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che io sappia era di Porto Torres, cosi come tutto il gruppo, ecco leggendo ora ho visto che il padre era Ligure, infatti Parodi non è esattamente un cognome Sardo, è di quei cognomi "continentali" che si possono trovare solo a Sassari e dintorni
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Modificato da - Grodde in data 24/06/2015 20:51:41 |
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 25/06/2015 : 09:32:06
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| Folkettara Dilettante ha scritto: E pensare che prima di lavorare come centralinista, ho fatto per qualche anno la traduttrice e, ovviamente sono inciampata in queste trappole! Una volta durante una vacanza in Bretagna avevo detto a mia sorella se aveva voglia di "tirarmi" qualche foto (ovvia interferenza linguistica con il verbo francese "tirer = scattare foto).
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Allora qui nn e giusto quello che scrivi il verbo francese ''tirer'' come scrivi nn vuol dire scattare ma ben tirare esempio
Tirer une écharde du doigt. - Tirer une épine du pied. - Tirer une bague de son doigt. - Tirer l'épée du fourreau. - Tirer de l'eau d'un puits, Tirer du vin d'un tonneau. Tirer au fusil..
Il verbo" prends"" l'utilizzi per
Je prends une photo Tu prends une photo Il prend une photo Nous prenons une photo Vous prenez une photo Ils prennent une photo .
Allora avresti dovuto dire a tua sorella ""Tu veux me prendre en photo? "
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Redentore - Monte Ortobene
Nuoro
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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stefi
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 25/06/2015 : 12:36:33
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C'est exact!On ne dit pas "tirer"une photo,ça n'existe pas dans la langue Française!Attention il ne faut pas tout mélanger..
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Grodde
Utente Attivo
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Inserito il - 25/06/2015 : 13:19:11
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è interessante come due lingue neolatine come Francese e Sardo, seppure cosi lontane mantengano sempre una certa somiglianza nella terminologia, secondo gli studi di un linguista Italiano, il Francese è la lingua che più si è allontanata dall'originale matrice Latina, si è allontanata circa del 44%, mentre il Sardo Logudorese è la lingua che si è allontanata di meno, solo del 8%, eppure la comune origine si nota ancora
épine = ispina fourreau = forra (fodero in Italiano) puits = puttu (pozzo in Italiano) fusil = fusile
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