Forum Sardegna - il metanodotto Galsi
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Nota Bene: Il nuraghe Ura 'e Sole che si trova sulla sommità di Bruncu Nurage nel territorio comunale di Desulo, rappresenta il nuraghe che si trova alla maggiore altitudine della Sardegna: ben 1331 metri sopra il livello del mare!
Seguono il nuraghe Orotzeris (al confine fra i territori comunali di Talana e Villagrande Strisaili) con 1268 m. s.l.m., quindi il Nuraghe Nostra Signora de Su Monte (Fonni; 1252 m. s.l.m.), il complesso nuragico di Ruinas (Arzana; famoso per il villaggio nuragico più in alto della Sardegna 1205 m. s.l.m.) e il recinto megalitico di Santa Vittoria (Esterzili; 1200 m. s.l.m.).



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dany
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 16/11/2011 : 06:03:48  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany Invia a dany un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Bidus ha scritto:

Accettare che la nostra isola sia solo un passaggio di tubi mi fa imbufalire
... e dato che il ruolo di terra di servitù della Sardegna non è una favola, mi sembra più che legittimo dubitare.
Appunto !!!!









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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 16/11/2011 : 08:56:41  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
dany ha scritto:
Pare che la convenienza economica superi l'impatto ambientale .


io non penso questo, come si sarà capito. però bisogna anche sottolineare il fatto che le attuali attività economiche-energetiche son già molto impattanti, sotto il profilo ambientale. se il gas, nel suo complesso (centrali-gasdotto-emissioni), riducesse tale impatto son dell'idea che occorrerebbe valutare l'idea.

proprio in funzione d una maggiore tutela dell'ambiente: posto che dovremmo decidere seriamente cosa farne di questi "poli industriali" energivori e non molto produttivi visto che sono sempre sull'orlo del fallimento.

la "convenienza economica" non mi è ancora chiaro se nel complesso ci sia o meno...ma su questo adesso risponderò a Sonos.









Modificato da - DedaloNur in data 16/11/2011 08:58:36

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Freddie Mercury - In My Defence
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 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: sassari  ~  Messaggi: 2565  ~  Membro dal: 15/09/2008  ~  Ultima visita: 07/10/2014 Torna all'inizio della Pagina

DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 16/11/2011 : 09:15:05  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
sonos ha scritto:
Il carbone attualmente è il combustibile fossile più conveniente economicamente ma il più inquinante in assoluto. La convenienza economica è calcolata senza considerare i danni ambientali che questo combustile comporta in primis l'enorme quantità di CO2 emessa in atmosfera e senza dimenticare NOx e SO2 emessi dopo la combustione; i costi ambientali di estrazione e trasporto del combustibile.
L'efficienza energetica che fornisce il carbone è circa del 35% (vuol dire che il restante 65% viene perso nei fumi in atmosfera);

su questo non posso far altro che quotare


una centrale a gas a ciclo combinato arriva quasi al 60%.
Questo tipo di centrale produce elettricità sfruttando due impianti a turbina: una turbina produce vapore bruciando gas (fornisce i 2/3 produttivi) più una seconda turbina a vapore che produce il restante terzo recuperando il calore della combustione precedente.
Una centrale a ciclo combinato a gas di 400MW produce una potenza termica di 700MW.

non conoscevo questo particolare tipo di centrale, per cui ti ringrazio dell'informazione.
D'altronde dai link ce hai piazzato, noto che si tratta di progetti assai recenti.

la domanda delle domande è a questo punto: in Sardegna si prevede la costruzione di una centrale a ciclo combinato? . naturalmente il tuo discorso da questo punto, fila Sonos. ma bisogna vedere se qualcuno ha concretamente previsto tale progetto, o se sia, per così, un tuo legittimo desiderio.

Altrimenti, pur essendoci la possibilità teorica e tecnica, rimarrà la centrale a carbone con ciò che comporta e la sostituzione del carbone sarà rinviata all'infinito. Poi,
quanto costa una centrale a gas di quel tipo?
e chi la finzanzierebbe?

sono altre domande legittime, per ragionare con i piedi ben piantati per terra.

Il consumo di una centrale a ciclo combinato a gas dovrebbe essere (purtroppo non ho certezze) di 1 miliardo di metri cubi di gas naturale;
Nel progetto originario, la Sardegna avrebbe avuto una quota fissa annua di 2 miliardi di metri cubi di gas naturale.
Dato che per l'industria pesante l'importante è avere energia elettrica (e non come si produce), il problema del suo impiego non esiste.
Tra l'altro nella centrale di Fiumesanto sono operanti due gruppi turbogas da 40 MW ognuno.

Quindi grosso modo abbiamo un margine per 2 centrali, o meglio per 1 dato c'è da sottrarre la quaota per i consumi familiari e delle restanti aziende.

Diciamo che il gas sostituirebbe una quota importante di carbone, ma non l'intyero impiego di olio/carbone.

Il costo della rete distributiva del gas sarà a carico dei comuni e della Regione (presumo), un costo stimato di circa 550 milioni di Euro (secondo me potrebbero essere recuperati con la percentuale di utili della Regione nella società GALSI).
Da quel che so le reti distibutive di aria propanata esistenti possono essere adattate all'utilizzo di metano (credo attraverso la sostituzione delle valvole). Le reti distributive in costruzione ed in progetto nella nostra isola, seppur volte all'uso del gas naturale, potranno comunque utilizzare l'aria propanata.

grazie mille, per la tua opinione, adesso vedrò di recuperare al riguardo info aggiuntive, appena possibile. ciao e grazie per il contributo.









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sonos

Utente Attivo


Inserito il - 16/11/2011 : 10:35:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sonos Invia a sonos un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In Sardegna non si prevede la costruzione di centrali a ciclo combinato a gas per il fatto che non avendo la disponibilità di gas naturale sarebbe illogico. In più aggiungici che non esiste la volontà dei produttori d'energia essenzialmente per questioni economiche (a questa gente l'efficienza energetica e la possibilità di produrre con minori impatti ambientali non importa nulla, scopo principale è fare soldi).

La centrale francese costerà 300 milioni di Euro. Ovviamente il costo sarebbe a carico del proprietario/produttore come succede in tutte le parti del mondo.
La Sardegna però, se gli accordi iniziali del progetto GALSI fossero rispettati, disporrebbe di 2 miliardi e mezzo di metri cubi di gas naturale all'anno (precedentemente ho scritto erroneamente solo 2 miliardi) come risarcimento, o compensazione, per la presenza del gasdotto sul territorio isolano, credo un vantaggio considerando che il carbone o gli idrocarburi utilizzati oggi li dobbiamo pagare ed inoltre ci dobbiamo accollare i costi di smaltimento delle ceneri e residui del processo di combustione.
Dobbiamo anche considerare che la maggior parte dell'energia elettrica prodotta nell'isola era destinata all'industria pesante, oggi questa richiesta è venuta a mancare per cui per la Sardegna occorrebbe una quantità minore di energia quindi meno centrali od almeno di potenza (e consumi di combustibile) inferiore. Spingendo verso l'efficienza energetica di abitazioni, aziende ed industrie si potrebbe abbattere la richiesta di energia elettrica senza rinunciare a comforts ed abitudini ormai acquisiti.

Per parlare dei vantaggi per i cittadini, le famiglie, facciamo l'esempio di quanto costa utilizzare il GPL per gli usi domestici (cucinare, riscaldare, ecc) rispetto al metano.
1 Kg di GPL corrisponde a 1,446 mc di metano, 15 kg di GPL (quello della nostra bombola) quindi equivalgono a 21,69 mc di metano. La bombola da 15 kg ormai costa quasi 40 Euro, un mc di metano poco meno di 1 Euro, abbiamo circa 22 Euro (ovviamente ci son da aggiungere le spese fisse ma dubito che si posso arrivare alle cifre del GPL) paragonando alla bombola di GPL da 15 kg. Sempre che si utilizzi il GPL anche per lo scaldabagno altrimenti dovremmo aggiungerci i costi elettrici.

Pongo un domanda ai sardi non residenti nell'isola: rinuncereste al metano che arriva nelle vostre case per pagare l'energia ai costi della Sardegna?








Modificato da - sonos in data 16/11/2011 10:42:29

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Barbaricina

Moderatore


Jana Ojos-de-Luche



Inserito il - 16/11/2011 : 18:59:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Barbaricina Invia a Barbaricina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
sonos ha scritto:
Pongo un domanda ai sardi non residenti nell'isola: rinuncereste al metano che arriva nelle vostre case per pagare l'energia ai costi della Sardegna?



ti rispondo subito di no!!!!








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S'Ena 'e Thomes / Dorgali (NU)
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lorson
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 16/11/2011 : 22:08:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di lorson Invia a lorson un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
..anch'io risponderei di no, peccato che non sono sardo ma mia moglie si e io ho avuto la residenza in Sardegna per anni e so quanto pesava il gas in bombole sul bilancio familiare.
l.









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Voglio essere, non apparire (L.T.).

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 17/11/2011 : 08:52:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
sonos ha scritto:

La Sardegna però, se gli accordi iniziali del progetto GALSI fossero rispettati, disporrebbe di 2 miliardi e mezzo di metri cubi di gas naturale all'anno (precedentemente ho scritto erroneamente solo 2 miliardi) come risarcimento, o compensazione, per la presenza del gasdotto sul territorio isolano, credo un vantaggio considerando che il carbone o gli idrocarburi utilizzati oggi li dobbiamo pagare ed inoltre ci dobbiamo accollare i costi di smaltimento delle ceneri e residui del processo di combustione.

potresti chiarirmi meglio questo punto?









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sonos

Utente Attivo


Inserito il - 17/11/2011 : 11:33:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sonos Invia a sonos un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
DedaloNur, chiarisco il punto da te evidenziato perchè non ho effettivamente ben spiegato (anzi ho commesso qualche errore).

L'uso del metano sarà un vantaggio poichè lo avremo ad un prezzo inferiore alle quotazioni di mercato e poi con certezza della fornitura.
Ti riporto due stralci di questo articolo (è un pò datato ma penso che i termini dell'accordo del progetto GALSI non siano cambiati)
http://www.regione.sardegna.it/mess...embre_07.pdf

"...Su 8 miliardi di metri cubi di metano che arriveranno in Italia dall'Algeria attraverso il gasdotto Galsi, 2 miliardi saranno a disposizione della Sardegna ad un prezzo di maggior favore rispetto ai 900 milioni di metri cubi che rappresentano il fabbisogno energetico attuale dell'Isola."

"...Il metano che si fermerà in Sardegna sarà una piccola aliquota di quello che supererà il Tirreno, ma per i sardi sarà doppiamente prezioso: avrà un costo inferiore, poiché la Regione è essa stessa infrastruttura del gasdotto e quindi imporrà una piccola tassa sul prezzo finale che abbasserà il costo della bolletta, e sarà la prima volta che il sistema economico sardo potrà utilizzare una fonte energetica più pulita, alternativa al petrolio e venduta da altri soggetti che non siano i duopolisti Enel-Endesa."

Considera che il carbone ed il petrolio che utilizziamo ora per produrre energia non arriva certamente a prezzi di favore ma a prezzo pieno.








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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 17/11/2011 : 15:49:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
grazie per l'articolo Sonos, invito gli altri forumisti a considerare questui 2 passaggi, secondo me molto importanti:

“La quota di gas riservata alla
Sardegna consentirà - ha spiegato
Soru - di far fronte alle esigenze delle imprese e delle famiglie sarde fino al 2030. Inoltre ci sarà abbattimento del 40% della bolletta energetica sarda”. Lo stesso
Presidente Soru ha osservato, infatti, i vantaggi del gas naturale
rispetto all’olio combustibile: “un metro cubo di metano costa circa 0,25 dollari contro gli attuali 60 dollari al barile per il petrolio. Arriviamo tardi, arriviamo per ultimi,
le nostre imprese in questi anni hanno pagato uno svantaggio


Il metano che si fermerà in Sardegna
sarà una piccola aliquota
di quello che supererà il Tirreno,

ma per i sardi sarà doppiamente
prezioso: avrà un costo inferiore,
poiché la Regione è essa stessa
infrastruttura del gasdotto e
quindi imporrà una piccola tassa
sul prezzo finale che abbasserà il
costo della bolletta, e sarà la prima
volta che il sistema economico
sardo potrà utilizzare una fonte
energetica più pulita,
alternativa
al petrolio e venduta da altri soggetti
che non siano i duopolisti
Enel-Endesa.
Ma chi commercializzerà il gas
algerino? Secondo ipotesi accreditate
sarà una azienda mista ad
assumersi il delicato compito: socio
di maggioranza dovrebbe essere
la stessa Sonatrach, mentre
la Sfirs cercherà di ritagliarsi un
ruolo di ‘ampia minoranza’, con
una quota non inferiore al 40 per
cento









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dany
Salottino
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Inserito il - 18/11/2011 : 06:29:42  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany Invia a dany un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
... se continuate così mi convincerete senz'altro che il metanodotto è indispensabile per la Sardegna . Mi riservo comunque di commentare l'articolo del 2006 postato da Sonos ...








Modificato da - dany in data 18/11/2011 06:31:21

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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 18/11/2011 : 08:52:20  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dany io sono in fase esplorativa...attendo di sentire l'altra campana...

Mi riservo comunque di commentare l'articolo del 2006 postato da Sonos



quella scadenza al 2030, andrebbe considerata per bene...messa così nell'articolo, suona un po inquietante.









Modificato da - DedaloNur in data 18/11/2011 08:54:11

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sonos

Utente Attivo


Inserito il - 18/11/2011 : 15:32:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sonos Invia a sonos un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
dany ha scritto:

... se continuate così mi convincerete senz'altro che il metanodotto è indispensabile per la Sardegna . Mi riservo comunque di commentare l'articolo del 2006 postato da Sonos ...

Per ora non hai portato nulla di concreto a sostegno della tesi opposta, ma
ovviamente i tuoi commenti e le tue opinioni son sempre benvenuti.
Ho inserito il link all'articolo per rispondere ad un precisa esigenza di DedaloNur.

Comunque resto in attesa dei mesi di articoli de L'Unione Sarda sulle proteste degli abitanti di Paringianu anti-GALSI.








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dany
Salottino
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Inserito il - 20/11/2011 : 09:27:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany Invia a dany un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
sonos ha scritto:

Per ora non hai portato nulla di concreto a sostegno della tesi opposta,
Guarda Sonos , o Fabio , visto che il tuo vero nome è questo (almeno così leggo nel tuo profilo ) mi voglio riferire a te con amicizia e concedimi anche un pizzicco d'affetto dettato dalla nostra vicinanza geografica . Mi spiace molto che tu dica che non ho portato nulla di concreto alla tesi " opposta " . Opposta a chi e che cosa potresti spiegarmelo per favore ? Chi sei tu per dire che non ho portato niente di concreto ? Ho portato il mio parere , il mio punto di vista ... che per te può valere quanto il due a briscola , ma magari per qualche altro potrebbe essere interessare . Le parole sono esclusiavamente mie . Scrivo sempre così nei forum , sempre e solo il mio parere . In tanti anni di partecipazione non ho mai usato link per esprimere la mia opinione . Ora che questo mio modo di fare possa non essere accettato lo capisco , capisco meno che mi si dica che non ho portato nulla di concreto . Il fatto stesso che stiamo qui a distanza di parecchi giorni a trattare l'argomento significa che qualcosa di concreto lo stiamo apportando . Dico "stiamo " , perchè a parer mio lo stai facendo tu , lo sta facendo Dedalo ... e lo sto facendo umilmente io , usando solo ed esclusivamente la mia testa . Dov'èscritto che per essere efficace un'opionione deve avere il supporto dei link ? Tu ritieni di doverli mettere per perorare le tue cause ? Benissimo . Io ritengo invece che per perorare le mie di cause sia più che sufficiente il mio pensiero , pensa un po' che fare copia incolla di articoli lo vivo come una specie di plagio e mi sento quasi strumentalizzata dall'autore dello scritto . Abbiamo due modi di esposizione differente . Quale sia la giusta non saprei .
ma
ovviamente i tuoi commenti e le tue opinioni son sempre benvenuti.
troppo buono .
Ho inserito il link all'articolo per rispondere ad un precisa esigenza di DedaloNur.
Si si certo , ho seguito la discussione , quindi ?
Comunque resto in attesa dei mesi di articoli de L'Unione Sarda sulle proteste degli abitanti di Paringianu anti-GALSI.
Vedi anche questo tuo commento lo leggo intriso di supponenza . Io nn so perchè lo facciate . Ma è come se dubitaste di ciò che scrivono gli altri . In questo caso mi stai dando ad intendere che non sto dicendo il vero e che gli abitanti di Paringianu non hanno dimostrato malcontento per il passaggio del gasdotto nella loro frazione . Mi chiedo ... quale mente così contorta potrebbe inventarsi una fandonia del genere e soprattutto a quale scopo dovrebbe farlo . Ero tentatissima prima di leggere quest'ultimo tuo post di cercare davvero qualche articolo che dimostrasse che anni fa ci furono dimostrazioni di malcontento in quella frazione di Portoscuso . Ma oggi mi hai fatto passare la voglia , scusa . Rimani nelle tue convinzioni , io rimarrò nelle mie . Mi dispiace solo che questo gasdotto , se si farà , lo dovrò subire anche io , la mia famiglia e i mie nipoti e pronipoti . Nonchè tutti coloro che nel metadonotto vedono un'opera distruttiva per il nostro territorio e ,credimi , siamo tantissimi .









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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 20/11/2011 : 11:09:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
dany ha scritto:
Il fatto stesso che stiamo qui a distanza di parecchi giorni a trattare l'argomento significa che qualcosa di concreto lo stiamo apportando . Dico "stiamo " , perchè a parer mio lo stai facendo tu , lo sta facendo Dedalo ... e lo sto facendo umilmente io , usando solo ed esclusivamente la mia testa


Ok allora un link lo inserisco, breve, perchè in realtà è super-ot

In Florida sorgera' un'intera citta' fotovoltaica

Autore: Stefano De Mitri Data: 10/02/2010 Stampa la pagina in .pdf Invia la notizia via mail Stampa la notizia
In Florida sorgera' un'intera citta' fotovoltaica

Un progetto ambizioso e rispettoso dell’ambiente. Parliamo di un’intera città alimentata da impianti solari. Questo complesso residenziale si chiamerà Babcock Ranch e sorgerà in Florida, negli Stati Uniti. L’amministratore delegato della Kitson & Partner, Syd Kitson, conferma la notizia ribadendo che quello che verrà alla luce sarà un centro abitato completamente alimentato a pannelli solari tramite una centrale capace di produrre una potenza pari a 75 MW. Il progetto, oltre che dalla società immobiliare, sarà sostenuto anche dalla Florida Power & Light, nota società energetica statunitense. Babcock Ranch, la futura città solare più grande del pianeta, sarà costituita da circa 20mila tra immobili residenziali, immobili commerciali e immobili industriali. L’energia pulita prodotta sarà in grado di alimentare tutta la comunità, e non solo: si prevede un avanzo di energia che in questo caso verrà venduta a paesi limitrofi. Inoltre, dato che i cittadini saranno dotati di auto a trazione elettrica, verranno disposte sul territorio delle colonnine per la ricarica elettrica.

L’opera residenziale verrà completata, secondo le stime, entro il 2019. Gli edifici dotati di pannelli solari saranno ad alta efficienza energetica e dotati delle migliori tecnologie ecosostenibili per il risparmio energetico e delle risorse: Smart Grid, rete internet Wireless, tetti verdi, sistemi di raccolta e riciclo dell’acqua piovana. 17 mila acri saranno costituiti da parchi naturali, laghi e viali alberati. Nota molto importante: questo mastodontico progetto permetterà la creazione di 20mila posti di lavoro.

Immagine tratta da: resourceactionprograms.org


http://www.mgenergy.it/includes/pag...mazioni=7647

Ecco, tutte le obiezioni di Dany, nascono dal fatto, che tutti gli investimenti in energie non rinnovabili, in confronti a progetti come questo, semplicemente impallidiscono.

Sonos, parla di usare il gas, ed il gasdotto, come energia di transizione, ma per dany, la vera transizione, andrebbe direttamente fatta verso questi progetti (ed io la penso come lei)

l'aggetivo transitorio, andrebbe quantificato anch'esso... quantificare è un mio vizio.. :
tra pochi anni in Sardegna avremmo un gasdotto; tra qualche anno in Florida inizieranno ad avere le città solarizzate.

ma anche in Italia, le avranno: proprio da pochi giorni sentivo alla tv di una città olarizzata (la prima in Italia) già in fase di costruzione/realizzazione. Purtropp non ricordo il nome di questo esempio nostrano.

quindi a conti fatti, può apparire che il galsia sia un progetto con lo sguardo rivolto al passato, funzionale per industria anch'essa rivolta al passato.

a conti fatti si sta dicendo :

1) con le centrali a ciclo combinato (gas) si alimenteranno le vecchie centrali: ma noi vogliamo ancora quest'ultime?
2) con il gas risparmieremo e riscalderemo le abitazioni: ed il solare? il geotermico?
3) si creeranno numerosi posti di lavoro: l'esempio della Florida, da solo, prevede 20.000 posti di lavoro per la realizzazione: analoghi e anche meno mastodontici progetti in Sardegna, potrebbero rendere ancora di più in termini occupativi crispetto al Galsi.

Concludendo, momentaneamente: la realizzazione e la manuntenzione del galsi, consentae di creare posti di lavoro immediati, perchè qui in Sardegna non abbiamo imprese tanto sviluppate e al passo coi tempi come in Florida e persino in Italia, quindi ci aggrappiamo a quei settori come l'edilizia, le vecchie energie, che promettono un riscontro in termini di posti lavoro...immediato: manca una strategia di lungo periodo, manca l'innovazione, manca il futuro.

poi non c'è la volontà politica per innovare e dare impulso a certe imprese sarde (che altrove realizzano interi laghi solari" (cerca nella sezione sardegna che mi piace Sonos)
http://www.gentedisardegna.it/topic...PIC_ID=17206

quindi cosa accade? Noi non formulando proggetti innovativi, subiamo i proggetti retrivi altrui...
P.s.
se altrove costruiscono le centrali a cilo combinato, non è detto che lo si dbba fare anche qui: anche se non nego che esse siano meno inquinanti e pertanto preferibili di quelle alimentate ad oli...(e su questo sono d'accordo con Sonos)

ma ritorniamo all'indovinello iniziale: quale progetto di Sardegna vogliamo parteare avanti?









Modificato da - DedaloNur in data 20/11/2011 11:16:16

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 20/11/2011 : 11:38:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
sempre a Sonos,

per continuare il confronto con realtà circostanti: in Sicilia, ad un tiro di schioppo da noi, costruiranno la terza fabbrica europea (in termini di grandezza e produttività) di pannelli solari, l'obiettivo è la creazione di una struttura in grad di invadere, i mercanti africani e medioerientali: sai questo che significa?

ma perchè quella fabbrica nasce in Sicilia e non in Sardegna? Perchè lìla fabbrica e qui il Galsi? cosa abbiamo in meno? Magari ci accontentiamo del vecchio? Oppure forse, perchè abbiamo solo il "vecchio"? è un problema che dobbiamo porci

http://www.3sun.com/?q=it/node/104

Da La Sicilia

Catania, 8 settembre - Gli "appetiti" delle multinazionali (alcune con gli occhi a mandorla), ma anche l'orgoglio delle aziende siciliane. Che si muovono, investono, diversificano. La vivacità del mercato del sole è dimostrata da numerosi segnali di movimento. Del resto, quella fotovoltaica è l'industria col più alto tasso di crescita in Italia (+500% nel 2010), mentre a livello globalizzato l'incremento si attesta sul 118%. La filiera è alquanto composita: dalla costruzione dei componenti alla produzione di energia, passando per la gestione Epc (Engineering procurement & construction) degli impianti.

LE SCELTE DEI BIG. Il simbolo del forte investimento dei grandi gruppi sul fotovoltaico in Sicilia è "3Sun", ormai noto in tutto il mondo (ne ha parlato anche il Wall Street Journal) come "la fabbrica del sole". Inaugurata lo scorso 8 luglio, è la più grande industria italiana di pannelli fotovoltaici, una joint venture paritetica tra Enel Green Power, Sharp e STMicroelectronics. Un investimento nell'Etna Valley di 400 milioni di euro, 280 occupati subito, 160 megawatt l'anno (con la possibilità di triplicarli a regime). E, soprattutto, apre una finestra strategica sul Mediterraneo: sia come "culla" del sole sia come mercato in espansione. Uno dei partner di questa "triplice alleanza", il gruppo Enel, sta premendo l'acceleratore su altri investimenti in Sicilia. In agosto Enel Green Power ha messo in esercizio il campo fotovoltaico "Eurelios" di Adrano, nello storico sito dove tren'anni fa nacque la prima centrale solare a concentrazione del mondo. Una superficie di "specchi" di 7.800 metri quadrati, con una potenza installata di 9 MW e una capacità produttiva di 14 milioni di chilowattora. Ma anche l'esperimento-pilota del solare termodinamico dell'Enel "Archimede" di Priolo (5 MW a sostegno di una centrale termoelettrica "classica") va a gonfie vele. Tant'è che sono stati chiesti all'Ue i fondi per un Archimede-bis da 30 MW in Sicilia e per una centrale da 25 MW da affiancare a un desalinizzatore nel Nord Africa.

«ARRIVI» E «PARTENZE». Ma la lista degli "arrivi" non si ferma qui. All'orizzonte c'è l'ipotesi dello sbarco dei colossi del fotovoltaico che vorrebbero implementare produzione e gestione di impianti. Nella top ten dei produttori mondiali di celle solari ci sono ben quattro aziende cinesi, due giapponesi e altrettante di Taiwan, più un'americana e una tedesca (il principale mercato nell'Ue). Ma l'invasione dei colossi mondiali potrebbe essere arginata da una recente novità. Il "Quarto Conto energia" assegna infatti una premialità del 10% sugli incentivi erogati a chi utilizza pannelli fotovoltaici certificati "Made in Eu" (ossia costruiti interamente in Europa e con componenti comunitari) per produrre energia dal sole. E così, oltre a frenare le invasioni già annunciate, questo fattore ha velocizzato i percorsi produttivi già intrapresi da alcune aziende siciliane. Come la Cappello Alluminio di Ragusa, prima azienda del Mezzogiorno ad aggiudicarsi il marchio europeo per un'intera gamma di pannelli fotovoltaici. L'altro effetto è il rafforzamento dell'interesse dei grossi gruppi del Vecchio Continente. La costola italiana del gruppo spagnolo Corporatión Gestamp, multinazionale da 5 miliardi di euro di fatturato, ha aperto una sede anche a Palermo per lanciare il suo insediamento nel Sud Italia: 29 MW in sei impianti fra Sicilia, Campania e Puglia.

Ma le aziende siciliane non stanno a guardare. E così ad Agrigento il Moncada Energy Group, storico leader siciliano dell'eolico, ha cominciato a diversificare gli investimenti anche sul fotovoltaico. In Sicilia, ma soprattutto all'estero: in Bulgaria un impianto solare da 120 MW; in Tunisia un impianto da 200 MW; in Usa una pipeline di progetti solari per 180 MW e un impianto solare nell'area del Deserto del Mojave, più due progetti fotovoltaici da 14 Mw in New Jersey; trattative anche in Malesia per un progetto integrato solare-biomassa da 50 MW.
L'indirizzo dell'ultimo decreto del ministero premia gli impianti più piccoli in edificio, dando più slancio alle imprese siciliane di questo segmento. Come il Gruppo Spes, con base a Catania e oltre 1.000 clienti sparsi in tutto il territorio siciliano, per un totale di impianti realizzati e in corso di ultimazione per 20 MW.

IL MERCATO DEL LAVORO. Digitando su Google "fotovoltaico Sicilia" escono fuori decine di offerte di lavoro nel settore: tecnici e operai specializzati, soprattutto. E in base alla domanda si regola anche l'offerta occupazionale: la Sicilia è al quinto posto nella classifica 2010 di Evoluzione Academy, società di formazione specializzata nel settore. Su 30mila italiani che nel 2010 hanno partecipato ai seminari e ai corsi di formazione per intraprendere una carriera lavorativa nell'ambito delle energie rinnovabili, 2.680 provengono dalla Sicilia.



Da BlogSicilia.it, di Walter Giannò

Ed il giorno tanto atteso è arrivato: a Catania è stata inaugurata oggi la più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici di Italia, ed una delle maggiori in Europa, frutto di una joint venture tra Enel Green Power, la giapponese Sharp e ST Microelectronics.

Come ha spiegato l’amministratore del gruppo Enel, Fulvio Conti, “l’impianto è posizionato in maniera strategica in uno snodo tra i grandi mercati europei e i mercati in espansione dell’Africa, con una tecnologia a film sottile che nasce all’avanguardia e che ha davanti a sé un promettente sviluppo tecnologico che ne sosterrà la competitività nei prossimi anni. La fabbrica ci consentirà anche di ridurre la quota di mercato dei pannelli esteri venduti in Italia, in primis quelli cinesi”.
La produzione della fabbrica catanese sarà destinata a soddisfare la domanda dei più promettenti mercati del solare della regione EMEA (Europa, Medioriente e Africa) con particolare riguardo all’area mediterranea, nella quale Enel Green Power e Sharp contano già su un’importante rete di vendita. Anche Enel.si, la società di Enel Green Power specializzata nell’installazione di impianti fotovoltaici sul mercato retail, parteciperà alla commercializzazione, offrendo i pannelli sia direttamente, sia attraverso la propria rete in franchising.

“Il progetto – ha aggiunto Conti – ha comportato un investimento iniziale di quasi 400 milioni di euro e ha ricadute occupazionali importanti: 280 risorse qualificate permanenti presso lo stabilimento, altrettante risorse stabili nell’indotto e mediamente 500 persone in fase di cantiere”.

Lo Stato ha supportato il progetto con un incentivo pubblico da 49 milioni deliberati dal Cipe. I pannelli prodotti dall’impianto saranno commercializzati attraverso la rete di vendita di Enel.si e Sharp e in parte verranno utlizzati dalla joint venture tra Enel Green Power e Sharp per sviluppare impianti produttivi a energia solare in Italia, Europa, Medio Oriente ed Africa.

Ha partecipato all’inaugurazione anche Raffaele Stancanelli, sindaco di Catania:
“Sono onorato di dare il benvenuto a coloro i quali hanno permesso di realizzare a Catania questo straordinario polo del fotovoltaico, il più grande d’Italia, tra i più grandi d’Europa. Ricordo che a pochi mesi dal mio insediamento si cominciò a parlare di questa ‘avventura’. Sono felice che il progetto sia stato realizzato perché ciò significa che a Catania si può ancora sperare, crescere e superare le difficoltà anche attraverso l’impegno di tutte le istituzioni. La realizzazione di oggi testimonia che da noi si può investire, come dimostra la St nella sua permanenza qui, lunga 40 anni, che continua a dare i suoi frutti. Ringrazio Enel Energia, Sharp e St per questa realizzazione che costituisce una boccata d’ossigeno in termini d’occupazione sia diretta (300 assunzioni) che dell’indotto, ma soprattutto incentiva e rafforza il settore dell’alta tecnologia nel nostro distretto produttivo”.

Soddisfazione anche da parte di Concetta Raia, deputato regionale del Pd: “L’apertura della ‘3Sun’ è doppiamente importante, sia sotto il profilo occupazionale che per l’orientamento produttivo: sviluppo, innovazione tecnologica e rispetto dell’ambiente sono infatti i filoni sui quali puntare per il futuro”.

“Da tempo – aggiunge – in Sicilia non si aprono cancelli di siti produttivi, anzi troppo spesso assistiamo alla loro chiusura: questa inversione di tendenza in un momento particolarmente pesante sia sotto il profilo economico che sociale, è un segnale di speranza per Catania e per la Sicilia. Dobbiamo lavorare in questa direzione – conclude Raia – per far sì che il nostro territorio torni ad essere attrattivo per gli investimenti”.

Ecco, infine, le parole del presidente di Confindustria di Catania Domenico Bonaccorsi di Reburdone: “Catania ritorna al centro di formidabili processi di investimento, sviluppo e occupazione. La messa in produzione della più grande fabbrica d’Europa di pannelli fotovoltaici a film sottile, apre uno scenario di crescita nuovo, proiettato anche nell’area Mediterranea. 3 Sun, joint venture tra St, Enel e Sharp, ha scelto Catania, cogliendo l’opportunità offerta da risorse umane qualificate e capaci, formate grazie anche alla storica sinergia avviata nel nostro territorio tra grandi imprese e Ateneo. Oggi è stato piantato il seme dello sviluppo del nuovo polo fotovoltaico, un settore nel quale esistono ottime possibilità di replicare il successo del fenomeno Etna Valley e dell’industria microelettronica trainata da St”.

http://www.3sun.com/?q=it/node/61









Modificato da - DedaloNur in data 20/11/2011 11:39:34

  Firma di DedaloNur 
Freddie Mercury - In My Defence
http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

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