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Nota Bene: Capoterra. Ugolino di Guelfo della Gherardesca, immortalato da Dant Alighieri nei canti XXXII e XXXIII dell'Inferno, ebbe per qulache tempo in feudo la villa di Capoterra, che però venne presto ceduta ai Genovesi, dopo la sconfitta patita dai Pisani alla Meloria nel 1284.



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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 26/04/2011 : 09:27:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
kigula ha scritto:
DedaloNur a che domanda devo rispondere?

Ciao Kigula, chiedevo una risposta sulle caratteristiche generali della civiltà nuragica, e l'hai data qui di seguito, dunque non devi rispondere a null'altro, e per quel che conti condivido in pieno.
kigula ha scritto:
Se andiamo a vedere situazioni come quella della Penisola Iberica, della stessa Italia, o più in piccolo persino della Sicilia, vediamo davvero la disomogeneità che rende necessario parlare di diverse culture anche all'interno di una stessa epoca. Non si vede la continuità nelle produzioni materiali che si nota durante l'età nuragica, lo stesso controllo del territorio, la continuità d'uso degli insediamenti o luoghi di culto.
Vi sembra niente il fatto che le testimonianze nuragiche dal B.Medio all'età del Ferro siano le stesse in tutta l'isola? Ci sono si diverse varianti locali nei dettagli, ma i tipi di strutture, le produzioni materiali, il sistema di controllo del territorio e di insediamento sono gli stessi dappertutto. Solo in età storica con le dominazioni esterne si riavrà un'omogeneità simile, ma forzata e comunque con evidenti nuclei di resistenza locali.

da questo passo posso tentar di definire una caratteristica generale della civiltà nuragica: una generale capacità d'includere e rielaborare gli apporti esterni lungo i vari secoli della sua esistenza senza tuttavia perdere la propria identità, il suo quid specifico. Come dici, questo si vede nelle strutture edilizie, nelle tecniche metallurgiche (per es. i manufatti del bronzo medio, asce e panelle di rame, non scompaiono quando arrivano nuove tecniche e manufatti) nella ceramica ed in molto altro. La stessa ritualità dei pozzi sacri per es. è legata a più antiche pratiche del bronzo medio, visibili anche in alcune culture continentali.

Molto contò la fortuna/sfortuna per le quali in Sardegna la prima vera invasione militare si concretizzò solo in epoca Punica preservando la cultura nuragica da fratture più drammatiche in età più risalenti: probabilmente un antropologo che avesse avuto la fortuna d'aggirarsi in Sardegna prima dell'invasione Punica, avrebbe potuto analizzare un relitto dell'età del bronzo in piena età storica. Ma anche adesso, ciò che più affascina della Civiltà Nuragica è il fatto che ci consegni l'immagine di un mondo dell'età del Bonzo sopravvissuto nell'età del ferro.

Nel resto d'Europa Occidentale, lo spettacolo di una fotografia così nitida dell'età del bronzo, ormai, non si può più vedere. come diceva il Finzi se altrove in Europa, la Preistoria è qualcosa, in Sardegna è tutto.

-la necessità di aggiungere "Bronzo Medio, Recente, Finale, Ferro" al termine nuragico non significa che esso non sia sufficiente a definire la civiltà, la cultura in genere. Ma data la lunga durata, quando si definisce un aspetto particolare (strutture, produzioni materiali,ecc.) risulta riduttivo e incompleto dire semplicemente "nuragico". Come ho già detto dire "olla nuragica", "ripostiglio nuragico", "villaggio nuragico" non ci da quell'inquadramento cronologico necessario per la comprensione.

Concetto semplice e lineare: speriamo che riesca a sostituirsi all'astrusità di altri concetti. anche se visti pure i più recenti interventi, oramai dispero...

tharros scrive
Io penso che nuragico non sia una definizione incompleta. Considerato tutto ci sono dei popoli che pur nella complessità della loro civiltà sono conosciuti col loro nome ( Egizi, Sumeri, Incas e anche i romani) Io trovo che definire l'antica civiltà "Sarda Nuragica " sia invece una segno distintivo di questa civiltà. Chiamarli Sardi o sardi antichi non farebbe altro che accomunarli agli altri popoli senza definire una loro peculiarità.

Io mi riferivo ad un messaggio di Kigula che forse ho "estremizzato troppo". Sul fatto che basti il termine nuragico a definirli in modo convenzionale sono d'accordo.

Almeno sino a quando in Sardegna non si fondano le prime città: infatti perdiamo i nuragici proprio quando si urbanizzano e diventano più cosmopoliti.
Credevo che Kigula però si riferisse pure al fatto che i Nuragici del bronzo recente, oltre al nuraghe, finirono col legare la loro presenza sul territorio anche ad altre strutture (pozzi sacri, megaron, rotonde) le quali mostrano una società nuragica più articolata: in questo senso parlare solo di nuraghe-nuragici diventa ridutttivo. Risolveremmo se avessimo il loro nome etnico, ma in "assenza" di questo ripieghiamo sui nomignoli architettonici.

Quindi poichè nella sostanza le modalità d'insediamento restano le stesse e il nuraghe continua a rivestire importanza insediativa e simbolica, sino ad età storica, conserviamo il termine "nuragico".







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Freddie Mercury - In My Defence
http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

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“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 26/04/2011 : 09:41:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
A proposito degli insediamenti in epoca tardo nuragica (750 - 650 a.C.) il prof. Marco Rendeli dell'Università di Sassari, dopo gli scavi a Porto Conte - Sant'Imbenia, è stato molto preciso.

La campagna 2010 ha ulteriormente chiarito la funzione di questo ampio spazio aperto, all’interno del quale vi è anche un pozzo perché, soprattutto nel settore occidentale, abbiamo potuto portare alla luce un lastricato formato da grandi lastre di arenaria spesse circa 15 cm. Appare evidente come questo spazio, che ha un suo andito principale nel settore meridionale e sul quale si affacciano mediante degli ingressi ambienti chiusi e spazi aperti, non fosse privato ma fosse deputato a essere un luogo di riunione e di mercato “della comunità” e dei mercanti che arrivavano in questa parte della Sardegna. Questa sorta di piccola piazza fa parte di un programma urbanistico che è ben ancorato ai modelli dell’edilizia privata o sacra tardo nuragica come si può ben vedere a Barumini, a Sa Sedda ‘e sos Carros, a Gonnesa dove, a partire dalla tarda età del Bronzo, le capanne vengono sostituite da edifici a più vani posti attorno a uno spazio aperto.

L'articolo completo è visibile al seguente link:
http://pierluigimontalbano.blogspot...alghero.html






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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 26/04/2011 : 09:52:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
[red]MirkoZaru ha scritto:
Per quanto mi riguarda, in Gallura ci sono parecchi polilobi, anche quadrilobi (ne conosco diversi ma sono inediti e non li citerò, li voglio prima pubblicare) ... il fatto che siano sconosciuti non implica che non ci siano... tutto questo è dipeso da:

quindi confermi ne più ne meno delle voci, che ho sentito anche io: ma sino a quando queste "voci" non saranno ufficializzate ( e soprattutto verificate dagli scavi degli archeologi) continuerò a dire che non ci sono quadrilobati in Gallura: è tutto qui il discorso; devo fidarmi a sentimento del primo che viene a parlarmi di un "probabile quadrilobato sepolto in qualche zona"? tu lo faresti?io no, anche se provo stima verso quella persona: perchèsbagliano sia quelli che non stimo, sia quelli che stimo.

Ma come DICI tu in un altro post, forse è meglio se ne parli "con gente più preparata" o con Kigula, che per te sembri essere sicuramente più preparata e intelligente di noi.
Anche se poi fai l'offeso e il permaloso... ma ti inviterei a parlare di archeologia e non a vittimizzarti.

ancora con queste cacchiate? Io cerco sempre di parlar di archeologia e motivo e argomento sempre le mie critiche, senza condirle con epiteti offensivi come altri. al limite reagisco a quest'ultimi.

Quanto a te, so che non andrò mai d'accordo coi tuoi !!!!!!!!!!!!, però so pure che il tuo spirito è in qualcosa diverso. Quello che irrita non è infatti il senso di certezza inossidabile su cui si fondano le proprie convinzioni, ma un certo senso di superiorità e prepotenza, che porta all'inferocimento per pochi secoli in più sui "bronzetti" , e a vittimizzarsi se qualcun altro dice (ridendoci pure su..) che i 4800 a.C dei Nuraghi., non sono mica bruscolini. è questa asimmetria a disturbare, più di altro.

Per favore, non reintrodurre più questo discorso.







Modificato da - DedaloNur in data 26/04/2011 09:55:04

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 26/04/2011 : 20:16:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Però! Stamattina non mi ero accorto del tuo post; Mack, hai apportato un grosso contributo al topic, quindi spero di poter citare altre frasi di Rendeli anche per stuzzicare la lettura completa dell'articolo nel tuo Blog.

Intanto l'articolo di Rendeli segna un la siderale distanza tra tutti quei falsi problemi ed etichettature sul non-nuragico dai quali si è partiti in questa discussione e i sentieri attualmente imboccati dalla ricerca:
Sant’Imbenia: la sua importanza poteva essere letta da molti punti di vista. (...) per gli studiosi della Sardegna tardo nuragica testimoniava una vitalità dei rapporti fra mercanti e indigeni in una fase per la quale gli studiosi avevano decretato la fine della “bella età dei nuraghi” imponendo una serie di quesiti importanti sull’età del Ferro in Sardegna

Più o meno le parole sono le medesime del Bernardini che citavo poc'anzi.

Sorge a partire dal XIV a.C. un nuraghe monotorre che, nel corso del tempo, diventa punto aggregante di un villaggio che gli si dispone attorno.

Questa è una notizia per me, perchè ricordavo come il sito di Sant'Imbenia fosse un po più antico, invece a quanto pare non si va oltre l'inizio del bronzo recente.

Alcune asce hanno un fusto di maggiore spessore, altre sono meno spesse e presentare il fusto rettilineo oppure lievemente curvilineo secondo un modello di ascia ancora oggi usato per la carpenteria navale.

piacevolessima notizia. Questi reperti rientrano sia nel discorso sulla continuità della produzione materiale tra il bronzo medio e periodo ferro, sia nel discorso tra i Nuragici e il Mare, che alla fine condiziona tantissimo la nozione da noi sviluppata sui Nuragici.

I rapporti coi "Fenici" giungono solo all'inizio del I millennio, poichè le asce a margini rialzate (non necessariamente le singole asce del ripostiglio qui citato) provengono come detto, da una tradizione molto più antica, mi chiedo a questo punto se non si possa parlare per S.Imbenia come di un porto nuragico sin dal XIV secolo.

Anche per le panelle di rame, vale il medesimo discorso delle asce a margini rialzate. almeno da quanto è a mia conoscenza, tuttora le panelle sono da considerarsi una produzione metallurgica nuragica del bronzo medio protrattasi sino all'età del ferro:

però vorrei sapere se gli studiosi si siano potuti occupare della provenienza del rame delle panelle e dunque la probabile miniera del minerale.

Io ricordo in proposito di una ricerca di tale Ferruccio Zarini (di cui non so nulla) che riteneva di aver individuato nella miniera sotto monte Evangeres (?) il rame ritrovato nei nuraghi della Nurra.
http://www.alghero.tv/articoli.asp?id=3084
http://notizie.alguer.it/n?id=18170
però di quest'opera non ho saputo più nulla e non saprei quanto sia attendibile.

Dice ancora Rendeli:
Sant’Imbenia come l’inizio di un percorso simile a quel che avviene in altre parti del Mediterraneo, in particolare nella penisola italiana, e che conosciamo come un’esperienza di tipo urbano


Questi interrogativi sullo "sbocco urbano" della cultura nuragica, sono più o meno ricorrenti, mi pare, da quando furono ritrovati i Giganti di Monte Prama che non avrebbero dovuto trovare posto nella cultura nuragica, essendo che la statuaria monumentale è in genere ritenuta un portato delle società già urbanizzate, come disse Lilliu prima di disotterrare le statue.

Simili interrogativi sulle città sarde di fondazione Fenicia se li pone pure Tronchetti in questo video:
http://www.facebook.com/video/video...638003077378
Per sintesi, egli considera: tra tutti i centri soltanto Sulky è di sicura fondazione fenicia, anche se pure in questo insediamento e sin dal principio abitarono popolazioni di tradizione nuragica.
Tutte le altre "città", sarebbero un "evoluzione di centri nuragici presso i quali, con l'andare del tempo, furono sempre maggiori le presenze e le influenze i fenice (ma non si sa se fu una presenza "stagionale" o permanente), come dimostrano, la preesistenza, in tali siti, di insediamenti, monumenti, corredi funerari tipicamente nuragici.

ma forse questo può essere oggetto di un altro topic. Intanto, se passa il concetto di Sant'Imbenia come porto nuragico, e di centro per la produzione vinaria e metallurgica credo che la definizione del nuragico aumenti di contenuti...

ancora Grazie Mack







Modificato da - DedaloNur in data 26/04/2011 20:25:39

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Trambuccone
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 27/04/2011 : 00:13:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Trambuccone Invia a Trambuccone un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il buon Rendeli usa due volte la parola "indigeni" riferendosi ai padroni di casa.
Poi dice anche "i gruppi umani di questa parte della Nurra".
Tali termini vengono usati più volte anche nel volume "Phoinikes b Shrdn ". Chissà perchè.
Parla sì di "epoca tardo nuragica" ma non di Nuragici.
Da quanto racconta, pare sospetti che sotto il livello del villaggio ora in scavo, ce ne possa essere un altro. Non a caso infatti nomina il Palmavera dove, appunto, c'è un altro villaggio sotto quello ora visitabile.
Parla di sondaggio in profondità a lato del rifascio con date del XIV a.C.
Dimenticandosi però di quanto riportato su Phoinikes b Shrdn dove si cita altro saggio lungo il rifascio con date del 2000 a.C....
Parla di nuraghe nato come monotorre....e meno male!

Finalmente qualche dubbio su chi fossero realmente i Nuragici?

Alle punte dei picconi e delle trowel (e al C14 calibrato) l'ardua sentenza.

Mollate il villaggio e scavate il nuraghe!

T.








Modificato da - Trambuccone in data 27/04/2011 00:33:46

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Errare humanum est, perseverare autem diabolicum......et tertia non datum.

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 27/04/2011 : 09:43:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In effetti il nuraghe centrale non è stato ancora scavato. Se, come tutto lascia pensare fosse più antico del villaggio non mi meraviglierei, perchè in genere tutti i grossi villaggi nuragici hanno antichi precedenti nella cultura bonnannaro, che non a caso è definita cultura pre-nuragica.

Io ho letto, ma non ho il saggio Phoinikes b Shrdn quindi gradirei, visto che lo si cita, sapere almeno in quale modo si è datato un altro (?) saggio al 2000 a.C., ovviamente mi aspetto come minimo della ceramica bonnannaro. ma ripeto, questa evidenza non mi stupirebbe perchè è propria anche di altri siti.

Ma ammetto pure che mi rende perplesso la dimenticanza di Rendeli, e il fatto che ci si riferisca in entrambi i casi ad un saggio presso un rifascio. Ho il dubbio insomma che i 2 saggi siano un unico saggio, prima datato erroneamente al 2000 a.C. (gli errori sono possibili) e poi rivalutato e ridatato al XIV secolo.

Ove non si voglia citare per esteso, ed in attesa di poter rivedermi il libro, ipotizzo questo. una dtazione più risalente (che infatti ricordo anche io vagamente) per di più, non farebbe altro che corroborare la antica presenza nuragica nel sito. ancora meglio.

Senza offesa, la mania di attaccarsi alle espressioni utilizzate dall'Autore non riesco a spiegarmela. Invece le espressioni di Rendeli di, "indigeni", "i gruppi umani di questa parte della Nurra", me le spiego nel seguente modo:
- indigeni sta per popolazione autoctona che è non può essere altra che quella nuragica
- l'altra è una perifrasi atta ad indicare la popolazione residente nella nurra.

in un testo è pesante veder ripetuta per mille volte la parola "nuragico", dunque si utilizzano anche questi espedienti, tutto qui. Indigeno non vuol dire, non-nuragico, filisteo o fenicio.

Nel sito sono state rinvenute tante attestazioni levantine e di diversi popoli: Phoenu ossia fenici, filistei ossia uno dei più noti popoli del mare, i Pheleset. Ma, il nuraghe è nuragico, la ceramica prevalente è nuragica (per es. ceramica decorata a pettine, e pure le ceramiche che imitano modelli levantini), sulle asce e le panelle piano convesse ho già accennato alla loro nuragicità, e anche l'architettura del villaggio è nuragica, dice infatti Rendeli:

Questo modello progettuale è sardo, in quanto non abbiamo tipologie simili in altri siti mediterranei di quel periodo. Architettura e modelli edilizi domestici simili, a cavallo fra Bronzo e Ferro, li troviamo a Gonnesa-Seruci, a Serra Orrios, a Barumini, Santa Vittoria di Serri…Sono gruppi di abitazioni con uno spazio aperto, un corridoio e vani chiusi disposti intorno. In alcuni casi si nota la presenza di camere con bacili e sedili, forse luoghi religiosi per praticare un culto domestico. Finisce il tempo delle grandi capanne circolari monovano, e queste capanne vengono rimodulate. Vanno a far parte di complessi più articolati che racchiudono più capanne circolari e rendono l’unità abitativa più ampia, consentendo di praticare tutte le fasi della vita giornaliera in questi spazi aperti interni.

http://pierluigimontalbano.blogspot...imbenia.html

Ora, assumere il termine "sardo" come sinonimo di non-nuragico piuttosto che di nuragico come si converrebbe dopo tutto quanto si è detto, sarebbe quanto mai segno di ............................................
anche perchè soggiunge Rendeli:

I villaggi contengono dunque nuovi edifici, ma mantengono il nuraghe come simbolo che funge da ombrello protettivo delle attività, pubbliche o private esse siano.


poi si riveda la frase di sopra sulla fine della bella età dei nuraghi....che non era una fine, ma soltanto una fase di trasformazione che una cultura plurisecolare come quella nuragica necessariamente dveva attraversare. Più chiari di così.

------------
invece, per, abbandonare la "problematica etichette" e ritornare a discorsi più sostanziosi, non si potrebbero vedere nel sito di S.Imbenia ulteriori elmenti validi per una definizione di nuragico a tutto tondo? e se sì, quali? questo conta molto di più.

grazie.








Modificato da - DedaloNur in data 27/04/2011 09:58:52

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 27/04/2011 : 21:04:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nulla? Scartabellando?

Io in alcuni miei appunti ho annotato che tanto la Bafico,(1996, 1998), Oggiano (2000) proponevano la stessa ultima data di Rendeli: XIV secolo.

Come cercavo di spiegare sopra non ho preconcetti verso il 2000 a.C.

ma siccome ora mi ritrovo per le mani queste mie annotazioni, mi domando:
Ho sbagliato a prender nota?
è sbagliata, la citazione che parla di S.Imbenia al 2000 a.C?

oppure come paventavo sopra, fu proposta e poi rivista meglio?
non mi so spiegare il fatto che già i primi scavi parlino del XIV secolo , poi ci sarebbe Phoikes b shrdn al 2000 a.C., e poi di nuovo Rendeli col XIV secolo.

chiaramente io chiedo per evitare di usare annotazioni sbagliate, ma chi volesse rispondere potrebbe sempre farlo tenendo in mente la...... Scienza...









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Trambuccone
Salottino
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Inserito il - 27/04/2011 : 21:56:34  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Trambuccone Invia a Trambuccone un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non sempre è necessario scartabellare, basta un minimo di problem solving. Anche questo è un metodo scientifico.
E l'ipotesi che si tratti di due saggi diversi in tempi diversi fatti da persone diverse?......magari con una breve mail a Rendeli si risolve...
T.







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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 28/04/2011 : 00:22:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
credevo fosse bastevole applicare il "problem solving" a colui/colei che con tanta puntualità ha sottoposto la citazione sulla datazione al 2000 a.C.: era la via più breve, soprattutto, se si ha il volume sottomano, non dovrebbe costare nulla.

per questo ho fatto appello allo spirito scientifico collaborativo...

in mancanza di tutto ciò, prendo atto: bisogna rompere le scatole a Rendeli.
Ps:
"E l'ipotesi che si tratti di due saggi diversi in tempi diversi fatti da persone diverse?"

vedasi la mia frase segunete ( scritta almeno due volte):
potrebbe trattarsi di una datazione errata(quella del 2000 a.C.), poi rivalutata e ridatata.

per quel che posso, cerco di prendere tutto in considerazione.

PPS:
Rilancio la domandona: non si potrebbero vedere nel sito di S.Imbenia ulteriori elmenti validi per una definizione di nuragico a tutto tondo? e se sì, quali?







Modificato da - DedaloNur in data 28/04/2011 00:36:50

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tholoi
Salottino
Moderatore



Inserito il - 28/04/2011 : 00:49:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di tholoi Invia a tholoi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Urc ti assenti qualche giorno e perdi il filo. Mi vien difficile rispondere ai vari interventi. Cerco di sintetizzare così: sono un perfetto neofita di storia e preistoria di Sardegna, spesso sento parlare di civiltà nuragica, allora chiedo, quali sono gli elementi distintivi che caratterizzano tale civiltà ?
Con questa domanda spero di mettere meglio a fuoco

P.S. Davvero interessanti le informazioni su Sant'Imbenia







  Firma di tholoi 
tholoi - neroargento.com

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Trambuccone
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 28/04/2011 : 01:05:41  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Trambuccone Invia a Trambuccone un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Rispostona:
No, proprio perchè ci sono rifascio e villaggio.
Il libro è troppo costoso e voluminoso...quando serve si va a consultarlo dove sta. E non è esattamente a portata di mano.
T.







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.machiavelli.

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Inserito il - 28/04/2011 : 08:35:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
A chi fosse sfuggito...

Convegno organizzato dalla Biblioteca Provinciale di Cagliari

Atlantide e i nuraghi: incontro - dibattito a Monte Claro
sabato 30 aprile 2011

Un incontro-dibattito sul tema Atlantide e i nuraghi. E’ l’ultima delle iniziative organizzate dalla Biblioteca provinciale, che ha chiamato intorno ad un tavolo alcuni studiosi di differenti discipline per discutere sull’identificazione della Sardegna nuragica con l’isola descritta da Platone nel racconto su Atlantide.

All'incontro-dibattito promosso dalla Provincia di Cagliari e previsto per sabato 30 aprile, alle ore 17.00, nella sala conferenze del Parco provinciale di Monte Claro, prenderanno parte: Giulio Angioni, antropologo dell’Università di Cagliari, Alfonso Stiglitz, archeologo del Comune di San Vero Milis, Paolo Bernardini, archeologo dell’Università di Sassari, Antonio Ulzega, geologo dell’Università di Cagliari, Alessandro Usai, archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano e Mauro Perra, direttore del Parco e Museo “Genna Maria” di Villanovaforru. Sarà presente l'archeologo Marco Rendeli dell'Università di Sassari.

L’incontro, aperto a tutti e con ingresso libero, sarà curato e moderato da Pierluigi Montalbano.

Gli studiosi interverranno domandandosi se con Atlantide, Platone intendesse veramente costruire un mito o se semplicemente volesse “edificare nobili menzogne” , come peraltro non si preoccupa di nascondere nel suo “Racconto fenicio”, nel testo del suo scritto più conosciuto: “La Repubblica”. Quale il fine nascosto della mitopoiesi antica e moderna? Ci si chiederà inoltre quali sono le ragioni del collasso dei nuraghi e del loro abbandono sulla base dei dati che ci provengono dai sempre più numerosi scavi di tali monumenti.

Informazioni: Biblioteca Provinciale di Cagliari, Vico XIV San Giovanni, 8/12 - 09127 Cagliari






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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 28/04/2011 : 09:42:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Questione volume: bastava dire subito così; comprendo benissimo la questione costi e spostamenti per consultazione, dato che mi sveno per entrambi.

Rispostona alla rispostona: ovviamente non condivido e non capisco perchè rifascio e villaggio siano d'Ostacolo, al fine d'usare il sito di S.Imbenia per comprendere il nuragico. Anzi mi suona affatto incomprensibile come punto di vista.

Se non avessimo lavori di restauro già nel bronzo medio-antico, o villaggi nel bronzo medio, potrei aprire un "pertugio", ma poichè lavori di restauro, adeguamento, addizioni dei nuraghi ed i centri abitati sono presenti sin dalle fasi più remote, il pertugio rimane occluso. Poi ovviamente c'è la questione produzione materiale...più volte fatta presente.

spero almeno si abbia la bontà di comprendere che la mia personale impossibilità ad aprire il suddetto pertugio sul post-non-nuragico, abbia per fonte le leggi della logica-archeo, e non la si addebiti ad ostilità, pregiudizio, ignoranza, terrorismo mediatico, iscrizione al KGB e perorazione della Disinformatija

@ Tholoi:
spesso sento parlare di civiltà nuragica, allora chiedo, quali sono gli elementi distintivi che caratterizzano tale civiltà ?

Secondo me temiamo un po tutti di rispondere, perchè necessariamente la risposta include troppe questioni aperte e incandescenti (ovvero, casini...).

Una civiltà con economia diversificata, ad insediamento diffuso, basata su clan in grado di elaborare un ideologia e una cultura comune ed unificante, sotto le insegne della religione, per tutta la Sardegna. questa è la base. e credo sia abbastanza condivisibile.

Poi: una società guerriera o pacifica?
per me guerriera, considerando l'imprinting dalla/della cultura bonnannaro. se si considerano i bronzetti e le navicelle i quali mostrano una società di guerrieri e di pirati. Naturalmente per i bronzetti c'è l'incandescente problema cronologico - ma non quello della loro nuragicità - problema sul quale il servizio Meteo dell'Aereonautica prevede l'arrivo di spesse nubi nere all'orizzonte...
Una società egualitaria (bianco) o gerarchica (nero)?
la pratica della guerra in teoria presupporrebbe una società fortemente gerarchica - e così infatti molti autori rispondono - ma bisogna intendersi pure sul tipo di gerarchia e di eguaglianza: entrambi i concetti soprattutto nelle società preistoriche diventano sfuggenti e traditori: entro la cultura nuragica bisogna combinare entrambi gli elementi per ottenere il giusto tono di grigio.
Una società ripiegata su se stessa o aperta e dinamica?
rispondere a questa domanda comporta una generalizzazione perchè tutte le società attraversano sempre fasi di stanca e di tumultuosa trasformazione. I nuragici non sfuggono. ma almeno quando si ha sotto gli occhi, un porto e centro produttivo-commerciale come S.Imbenia, mi pare si debba propoendere più per il carattere dinamico che non per quello refrattario a cambiamenti e relazioni extramarine.

per me, molto poi conta ai fini delle specifictà nuragiche, il discorso religioso, ma su questo chi vivrà vedrà, spero. anche qui si attendono grosse novità...







Modificato da - DedaloNur in data 28/04/2011 09:57:15

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Freddie Mercury - In My Defence
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“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

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Trambuccone
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 28/04/2011 : 12:43:17  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Trambuccone Invia a Trambuccone un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
"Se non avessimo lavori di restauro già nel bronzo medio-antico, o villaggi nel bronzo medio, potrei aprire un "pertugio", ma poichè lavori di restauro, adeguamento, addizioni dei nuraghi ed i centri abitati sono presenti sin dalle fasi più remote, il pertugio rimane occluso"

Esatto. Il pertugio si sa che c'è. E va "sfondato". Ed è anche molto probabile che sia un tunnel pieno di "diverticoli" afferenti a diversissimi campi di indagine, da analizzare secondo le loro proprie metodologie, dei quali ci sono gli indicatori.
Ed ho detto fin troppo.
Il resto sarà molto più soddisfacente entro i prossimi due anni.
Spero.

T.







  Firma di Trambuccone 
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum......et tertia non datum.

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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 28/04/2011 : 12:44:18  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
DedaloNur ha scritto:
Quali sono gli elementi distintivi che caratterizzano la civiltà nuragica?

1) Una civiltà con economia diversificata, ad insediamento diffuso, basata su clan in grado di elaborare un ideologia e una cultura comune ed unificante, sotto le insegne della religione, per tutta la Sardegna. questa è la base. e credo sia abbastanza condivisibile.

2) Una società guerriera o pacifica?
per me guerriera, considerando l'imprinting dalla/della cultura bonnannaro. se si considerano i bronzetti e le navicelle i quali mostrano una società di guerrieri e di pirati. Naturalmente per i bronzetti c'è l'incandescente problema cronologico ma non quello della loro nuragicità.

3) Una società egualitaria (bianco) o gerarchica (nero)?
la pratica della guerra in teoria presupporrebbe una società fortemente gerarchica - e così infatti molti autori rispondono - ma bisogna intendersi pure sul tipo di gerarchia e di eguaglianza: entrambi i concetti soprattutto nelle società preistoriche diventano sfuggenti e traditori: entro la cultura nuragica bisogna combinare entrambi gli elementi per ottenere il giusto tono di grigio.

4) Una società ripiegata su se stessa o aperta e dinamica?
rispondere a questa domanda comporta una generalizzazione perchè tutte le società attraversano sempre fasi di stanca e di tumultuosa trasformazione. I nuragici non sfuggono. ma almeno quando si ha sotto gli occhi, un porto e centro produttivo-commerciale come S.Imbenia, mi pare si debba propoendere più per il carattere dinamico che non per quello refrattario a cambiamenti e relazioni extramarine.



Concordo al 100% con i 4 punti esposti da Dedalo, parola per parola, pensiero per pensiero, sfumatura per sfumatura.
Questo è un post che esprime gran parte del modo di vivere dei nuragici.






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