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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 22/03/2011 : 18:05:41
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| CodicediSorres ha scritto:
A proposito del citato G. M. Angioy (anche se un pò OT rispetto al tema) non ho ancora capito perché a volte tale personaggio venga qualificato come appartenente alla borghesia del Goceano. Ciò non corrisponde alla realtà.
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Ciao, Codice, benritrovato. Vorresti quindi rimarcare che apparteva alla nobiltà ricca e possidente di Bono? Un saluto affettuoso, Ml
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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 22/03/2011 : 18:27:55
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| Turritano ha scritto:
| Gianni_g ha scritto:
| Turritano ha scritto:
Sai chi era quest’Uomo?
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...... Pensala come vuoi, ma se pensi di essere oppresso, vivi male ! .........
PS occhio alla storia....se tu mi citi la storia, allora anche i tedeschi sono stati dei grandissimi tiranni, con tutto quello che ci hanno fatto durante la seconda guerra mondiale. .......
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I martiri non sono mai perdenti: per lo meno hanno lottato. Io come carattere, preferisco perdere lottando per un mio ideale che essere un “vincente” saltando sul carro del vincitore. In Piazza Tola, come tu sai benissimo, c’è solo un monumento: quello del Tola! la lapida a memoria “dei Martiri “ non è un monumento: è sulla facciata di Palazzo d’Usini. Non vivo pensando di essere oppresso, ho un ideale, ho una fiammella da tenere accesa, da portare avanti e darla come testimone a chi verrà dopo di me. Ma ho già la soddisfazione di sapere che le persone con questo testimone sono già tante: e vivo benissimo. Mi dispiaccio ma sorrido, pensando che, a certa gente, questo da fastidio. Forse ci sono anche Sardi che hanno scritto belle pagine di storia spagnola, e non solo! Adesso sarebbe ora di pensare a noi stessi. La Storia insegna, ma il paragone fra i Tedeschi e i Savoiardi-Piemontesi è improponibile: i tedeschi erano in Italia come esercito alleato in stato di guerra. Hanno applicato delle brutali “leggi di guerra” ma … non avevano il possesso dello Stato Italiano e non pretendevano che l’Italia fosse ridotta ad una regione della Germania. I piemontesi, invece, avevano il dominio del Regno di Sardegna, ***che serviva ai Savoia di fregiarsi del titolo di “Re”, non esistendo né un Regno di Piemonte, né un regno di Savoia, ma un semplice “ducato” di Savoia: insomma, un bel salto di categoria. Regno donatogli "gentilmente" dall’Austria, dopo averlo sottratto alla Spagna, ma di “sardo” c’era solo il nome. La capitale del Regno era ben salda in Piemonte, a Torino. Il Popolo Sardo era un popolo estraneo, la Sardegna, sfruttatissima, non aveva diritto nemmeno ad una rappresentanza al parlamento di Torino. La lotta dei Sardi contro gli usurpatori non è stata momentanea, non è durata pochi anni come la resistenza italiana contro i tedeschi, ma parecchi decenni e, ricordiamo, mentre i resistenti italiani avevano il sostegno e l’aiuto degli alleati (USA in particolare), i Sardi non avevano nessuno: erano soli contro un esercito ben armato e organizzato di uno stato straniero, che aveva la pretesa di essere padrone in casa altrui.
Ma le cose cambiano, la Storia è sempre in movimento e quello che sembra impossibile oggi succede all’improvviso domani: i dominatori passano, i Sardi restano Turritano
PS: Inoltre, preciso, io personalmente non ho nulla contro gli italiani, fra i quali ho anche diversi buoni amici.
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Turritano, vorrei che riflettessimo insieme su questo punto: quando noi facevamo parte del Regno di Sardegna quale era lo stato italiano che non era sotto dominazione straniera? Chi di loro stava meglio di noi? Credo nessuno a leggerne quello che raccontano negli scritti non solo storici ma anche romazieri del tempo. Quanti giovani sono morti perchè fossimo uniti sotto una stessa bandiera! Non scandalizzarti se ti dico che io, pur sentendomi sarda, ancor più mi sento Italiana, oggi più che mai perchè i tempi sono difficili e credo che uniti e partecipi si cresca e si migliori. Inoltre non dimentico mai che tutti noi siamo zingari ai margini di questo Universo, come diceva Monod. Un caro saluto, Ml
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CodicediSorres
Utente Medio
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Inserito il - 22/03/2011 : 20:27:04
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Salve. Grazie Marialuisa. Benritrovata. Si, Giovanni Maria Angioy era appartenente a un ramo titolato Angioy, e dunque non era della borghesia. La sua ascendenza semplificata era la seguente
Pietro Francisco Angioy, nobile Sardo di Orani, cavaliere ereditario, titolo di Don, sposò Donna Jannanghela Tolu di Oliena, figlia di don Giovanni Tolu e di Donna Angela Dejana. Don Pietro Francisco Angioy Carta e Donna Jannanghela Tolu ebbero, per figlio primogenito, Juan Maria Angioy Tolu, che si sposò con Donna Marianna Carta. Da lui discendono tutti gli Angioy Ledà Satta Gaja di Bono, gli Angioy Minutili Pes di Benetutti. A Don Pietro Francesco Angioy, per il suo comportamento eroico e per gli alti meriti conseguiti in guerra, il Re di Spagna Filippo IV conferì l'Arma Gentilizia personale raffigurante un Agnello d'Argento in Campo Azzurro.
Dunque come si vede il ramo di Bono dal quale discendeva il Giudice della Reale Udienza Giovanni Maria Angioy era una diramazione di rami generati da un'Angioy insignito del Cavalierato ereditario e poi della nobiltà, con tanto di stemma concesso. E non era neanche un ramo decaduto dal punto di vista del titolo, fatto invece vero per altri rami Angioy e per tantissimi altri rami sardi. Vero è che tale ramo, o meglio alcuni esponenti di tale ramo di Bono, erano economicamente ben messi, ben oltre la media di un normale borghese o titolato benestante (per il contesto della Sardegna ovviamente). Però spesso tale caratteristica viene taciuta o omessa, anche sul web (anche su wikipedia se non sbaglio). Nonostante cmq le notizie che ho riportate siano presenti nel web stesso e naturalmente in opere bibliografiche. E occorre anche precisare che la carica di Giudice della Reale Udienza non era riservata ai soli titolati, ma anche a borghesi. G. M. Angioy era un Giudice della Reale Udienza titolato.
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 22/03/2011 : 22:44:56
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| CodicediSorres ha scritto:
Giovanni Maria Angioy era appartenente a un ramo titolato Angioy, e dunque non era della borghesia. La sua ascendenza semplificata era la seguente
Pietro Francisco Angioy, nobile Sardo di Orani, cavaliere ereditario, .......
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Grazie della precisazione, Codice Interessante. Ma per quanto riguarda le nostre vicende, nulla cambia, sempre Sardo era. Però il fatto sta che la soldataglia realista mise a ferro e fuoco Bono, paese natale dell'alternos, e non Orani ... Turritano
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 22/03/2011 : 23:04:33
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| Marialuisa ha scritto:
Turritano, vorrei che riflettessimo insieme su questo punto: quando noi facevamo parte del Regno di Sardegna quale era lo stato italiano che non era sotto dominazione straniera? Chi di loro stava meglio di noi? ........ Inoltre non dimentico mai che tutti noi siamo zingari ai margini di questo Universo, come diceva Monod. Un caro saluto, Ml
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Cara M.Luisa, mi inviti a nozze … per quanto mi riguarda io ho già riflettuto, e molto prima di oggi.
Mentre la Sardegna era sotto una pesante e proterva dominazione straniera a tutti gli effetti (sabaudo-piemontese) e il "Regno di Sardegna" era soltanto una farsa, uno stato che di Sardegna aveva solo il nome, vediamo la situazione dell' '800 in Italia.
a - Regno delle due Sicilie: il Re era di origine borbonica, è vero, ma ormai si era “italianizzato” (napolizato, sicilianizato, meridionalizato, chiamiamolo come vogliamo) e il regno comprendeva giusto le regioni del meridione d’Italia (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) e la sua capitale era ben salda a Napoli e non dislocata a Parigi. Non aveva niente a che fare con la Francia o con qualsiasi altro stato straniero. I suoi ministri, ufficiali, alti e bassi dirigenti e sino all’ultimo impiegato erano del posto, e non francesi.
b - Stato vaticano: era uno stato indipendente, governato dal Papa (sempre scrupolosamente romano o almeno italiano). La capitale ben salda a Roma e tutti i membri del governo, politici, dirigenti, ufficiali e cavalieri era composto da locali.
c - Repubblica di San Marino attualmente indipendente, beati loro!: capitale S. Marino, il suo presidente era certamente Sanmarinese, tutti i sui dirigenti, impiegati, soldati ecc. ecc. erano cittadini della repubblica.
d - Gran Ducato di Toscana: Anche questo era uno Stato indipendente e sovrano. La sua origine statutaria risale al Risorgimento. Dopo l’estinzione della dinastia dei Medici, il Granducato di Toscana passò sotto la Dinastia dei Lorena, che espresse sovrani tuttaltro che tirannici ed ostili, ma personaggi illuminati e tolleranti che fecero della Toscana uno stato moderno), ma rimase sempre a tutti gli effetti, uno Stato indipendente e sovrano fino alla parentesi Napoleonica (1799 – 1814) mantenendosi sempre indipendente da potenze straniere, fino alla soppressione del Granducato e al passaggio della Toscana nel Regno d’Italia (1860)
e - Liguria : Repubblica indipendente, anche se con influenze straniere, ma sempre indipendente per secoli, ……… la Liguria fu ammessa all'impero francese (1805) ………, poi dopo il Congresso di Vienna del 1815, passò al Piemonte al Piemonte (il cosidetto “Regno di Sardegna”) I sentimenti nazionali (italiani) della popolazione ligure sono indiscussi: liguri furono alcune dei più rappresentativi uomini del Risorgimento (Mazzini, Garibaldi, Mameli, Bixio)
f - Lombardo Veneto, Trentino, Gorizia e Friuli effettivamente, con qualche distinguo, erano dipendenti dall’Impero Austriaco, dopo il tramonto dell’Impero Napoleonico.
g - Sud Tirol (ovverossia Alto Adige), sicuramente austriaco, di popolo germanico, facente parte integrale dell’Austria a cui è stato strappato dopo la guerra del 15-18 (grazie alla Brigata Sassari). È questo è un paradosso: l’Italia che si è (giustamente) liberata dallo straniero ha rubato un pezzo di territorio appartenente, senza ombra di dubbio, a tutti gli effetti ad un altro Popolo, ad un Altro Stato, ad un’altra Nazione. Prima gridavano “al ladro – al ladro!”, ma poi, alla prima occasione, da derubati si son trasformati in ladri!
Alcune riflessioni: 1 - non bisogna fare confusione fra stati autonomi (indipendenti) e stati sotto occupazione straniera. 2 – Gli stati italiani, pur essendo politicamente autonomi, da sempre avevano una storia che si intersecava, una lingua e una cultura fondamentalmente unitaria e tutti si riconoscevano come “italiani”. La Sardegna no!
3 - Chi di loro stava meglio di noi? tutti!
4 - Quanti giovani sono morti perchè fossimo uniti sotto una stessa bandiera! Questa è una domanda che ci porta all’origine del discorso e la risposta è implicita in quanto già detto. Comunque il sangue dei giovani sardi, versato per l’unità d’Italia è estremamente trascurabile. I fanti della Brigata Sassari, sacrificati nella 2^ guerra mondiale, non sono da annoverarsi in quel numero. 5 – proprio perché i tempi, oggi, sono difficili, e l’unità (per noi) giustifica lo sfruttamento, staremmo meglio se ci amministrassimo senza fili o telecomandi dall’esterno (vedi Centrali Nucleari prossime future!)
Infine, perché dovrei scandalizzarmi se tu ti senti sarda ma anche italiana? Sono abituato a sentire quella affermazione e, comunque, ognuno ha il diritto di pensarla come crede. Tutti abbiamo le nostre esperienze e la nostra conoscenza che ci fa fare delle scelte. Io ho le mie e tu le tue: che cosa c’è di strano?
Zingaro? Io sono un po’ ribelle e un po’ anticonformista ma, finché avrò vita, non sarò mai uno zingaro: ho una mia Terra e una mia Casa, che ho ereditato dai miei padri e che lascerò ai miei figli.
Ricambio i saluti con affetto Turritano
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Modificato da - Turritano in data 22/03/2011 23:23:50 |
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CodicediSorres
Utente Medio
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Inserito il - 22/03/2011 : 23:16:47
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Si tale fatto non cambia la natura dei fatti. Ma non riesco a capire se tali omissioni sono consapevoli o se è per ignoranza. Al limite dimostra che tale personaggio era poco affezionato ai titoli.
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Modificato da - CodicediSorres in data 22/03/2011 23:18:52 |
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 22/03/2011 : 23:26:49
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| CodicediSorres ha scritto:
Si tale fatto non cambia la natura dei fatti. Ma non riesco a capire se tali omissioni sono consapevoli o se è per ignoranza. Al limite dimostra che tale personaggio era poco affezionato ai titoli.
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Concordo, Codice, sicuramente era un personaggio anticonformista Turritano
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Modificato da - Turritano in data 22/03/2011 23:27:24 |
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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 23/03/2011 : 11:42:45
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I sentimenti sono moti dell'animo: ognuno ha i suoi, propriamente intimi, talvolta segreti, comunque e sempre insindacabili, per quanto essi possano rientrare nel quadro della cosiddetta "normalità" o esularne in modo più o meno grave. Questo assunto è vero in ogni caso: dal modello nevrotico (patologia lieve, tollerabile) fino a trapassare nella psicosi (patologia grave, da curare, spesso con insuccesso).
"Su qui est intro su coru l'ischit Deus et su punzone": riassume in modo barbaricinamente aggressivo quanto sopra. E' uno dei tanti proverbi sardi cui sono affezionato...
L'amor di patria non è esattamente in auge, in questo periodo di grave discesa e addirittura caduta mondiale di tutti i valori morali. I recenti accadimenti italiani non hanno migliorato le cose, purtroppo.
Ma - se proprio vogliamo puntualizzare - l'amor di patria, quando eccessivo, può anche essere dannoso e trasformarsi in intolleranza per tutto ciò che "patria" non è. In questo aspetto, l'amor di patria ha molto in comune con le religioni: il troppo "integralismo" si sposa con l'intolleranza e con comportamenti criticabili (nella migliore delle ipotesi).
Personalmente, non ho visto altro che scarse e sparute bandiere, in Sardegna: alcune addirittura oltraggiate ed imbrattate, per una festa poco sentita e addirittura osteggiata, sull'isola. Il mio commento è solamente uno, ed è negativo. Se credi in Dio, non lo bestemmi, perché ne hai rispetto. se non credi in Dio, non lo bestemmi, perché per te non esiste. In ogni caso, la bestemmia non ha motivo di esistere, in qualsiasi ambiente: tanto a casa del religioso, quanto a casa dell'ateo. Analogamente, per il patriottismo: o ce l'hai, oppure no. Ma essere irrispettoso dei sentimenti patrii degli altri è un chiaro errore di diplomazia, di saper vivere e di sensibilità umana. Tanto più detestabile quanto più consapevole e deliberato. L'apoteosi del cattivo gusto.
La Sardegna e la Sicilia hanno collaborato in modi squisitamente personali e diversi - tutti utili - all'unità d'Italia, alla formazione della lingua, a ciò che siamo oggi. Ambedue possono, se vogliono, essere fiere del proprio contributo: e credo proprio che qualcuno, in giro per questo malandato stivale, gliene sia grato e gliene renda giusto merito.
Che si sia ancora in presenza di un'opera incompiuta ed imperfetta è vero, ma è un altro discorso, che non è il caso d'intraprendere qui.
La Tirrenia Antica aveva coscienza di sé molto prima di chiamarsi Italia. Ed i popoli che l'abitavano condividevano già allora alcune caratteristiche distintive che li facevano riunire, commossi, sotto un'unico simbolo. E' il nostro passato comune. Cinicamente, possiamo forse non accettare molte cose e criticarne altre... Ma - nei limiti del giusto - mi sembra sbagliato rinnegare le componenti buone di questo nostro antico retaggio: ciò che ci spinge ad onorare i nostri avi, il loro faticoso lavoro comune nella buona volontà, la loro imperfezione umana nella quale ci riconosciamo ancora oggi e per la quale ci dovremmo chiamare fratelli ed aiutarci. Perché nessuno di noi può essere indipendente: non l'Italia, figurarsi quindi una singola regione di essa, andiamo...
Ma in fondo al nostro cuore solo Dio sa che cosa ci sia davvero e speriamo che almeno il coltello non lo sappia mai... Buon anniversario a coloro che ci credono. Buona giornata agli altri, con un sorriso.
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Modificato da - maurizio feo in data 23/03/2011 11:49:24 |
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Nostalgia
Utente bloccato
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Inserito il - 23/03/2011 : 11:50:28
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| maurizio feo ha scritto:
I sentimenti sono moti dell'animo: ognuno ha i suoi, propriamente intimi, talvolta segreti, comunque e sempre insindacabili, per quanto essi possano rientrare nel quadro della cosiddetta "normalità" o esularne in modo più o meno grave. Questo assunto è vero in ogni caso: dal modello nevrotico (patologia lieve, tollerabile) fino a trapassare nella psicosi (patologia grave, da curare, spesso con insuccesso).
"Su qui est intro su coru l'ischit Deus et su punzone": riassume in modo barbaricinamente aggressivo quanto sopra. E' uno dei tanti proverbi sardi cui sono affezionato...
L'amor di patria non è esattamente in auge, in questo periodo di grave discesa e addirittura caduta mondiale di tutti i valori morali. I recenti accadimenti italiani non hanno migliorato le cose, purtroppo.
Ma - se proprio vogliamo puntualizzare - l'amor di patria, quando eccessivo, può anche essere dannoso e trasformarsi in intolleranza per tutto ciò che "patria" non è. In questo aspetto, l'amor di patria ha molto in comune con le religioni: il troppo "integralismo" si sposa con l'intolleranza e con comportamenti criticabili (nella migliore delle ipotesi).
Personalmente, non ho visto altro che scarse e sparute bandiere, in Sardegna: alcune addirittura oltraggiate ed imbrattate, per una festa poco sentita e addirittura osteggiata, sull'isola. Il mio commento è solamente uno, ed è negativo. Se credi in Dio, non lo bestemmi, perché ne hai rispetto. se non credi in Dio, non lo bestemmi, perché per te non esiste. In ogni caso, la bestemmia non ha motivo di esistere, in qualsiasi ambiente: tanto a casa del religioso, quanto a casa dell'ateo. Analogamente, per il patriottismo: o ce l'hai, oppure no. Ma essere irrispettoso dei sentimenti patrii degli altri è un chiaro errore di diplomazia, di saper vivere e di sensibilità umana. Tanto più detestabile quanto più consapevole e deliberato. L'apoteosi del cattivo gusto.
La Sardegna e la Sicilia hanno collaborato in modi squisitamente personali e diversi - tutti utili - all'unità d'Italia, alla formazione della lingua, a ciò che siamo oggi. Ambedue possono, se vogliono, essere fiere del proprio contributo: e credo proprio che qualcuno, in giro per questo malandato stivale, gliene sia grato e gliene renda giusto merito.
Che si sia ancora in presenza di un'opera incompiuta ed imperfetta è vero, ma è un altro discorso, che non è il caso d'intraprendere qui.
La Tirrenia Antica aveva coscienza di sé molto prima di chiamarsi Italia. Ed i popoli che l'abitavano condividevano già allora alcune caratteristiche distintive che li facevano riunire, commossi, sotto un'unico simbolo. E' il nostro passato comune. Cinicamente, possiamo forse non accettare molte cose e criticarne altre... Ma - nei limiti del giusto - mi sembra sbagliato rinnegare le componenti buone di questo nostro antico retaggio: ciò che ci spinge ad onorare i nostri avi, il loro lfaticoso avoro comune nella buona volontà, la loro imperfezione umana nella quale ci riconosciamo ancora oggi e per la quale ci dovremmo chiamare fratelli.
Ma in fondo al nostro cuore solo Dio sa che cosa ci sia e speriamo - almeno - che il coltello non lo sappia mai...
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Non posso che quotare ogni singola tua parola. Condivido totalmente !
Complimenti per la capacità di esprimere in modo pacato e diplomatico concetti sicuramente da te sentiti.
Capacità che a noi sardi spesso manca..
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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 23/03/2011 : 13:25:52
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Quindi, l'inserzione di Marialuisa si legga, da chi la condivide appieno: buon centocinquantesimo compleanno, Italia, piccola patria a cui restiamo fedeli affezionati, malgrado tutto ed oltre ogni difficoltà.
Astenersi perditempo e disinteressati, grazie.
E questo, senza alcuna polemica, naturalmente, ma anzi con profondo senso di giustizia e di equità, oltre che con rispetto umano profondo per il vessillo dei Quattromori e per quello di Arborea e per la loro tribolate e brillante storia.
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jomaru
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Inserito il - 23/03/2011 : 13:34:31
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Il 17 di marzo, ho sentito in tv molti personaggi noti affermare "mi sento italiano ma in questo momento storico non sono orgoglioso di essere italiano".
Personalmente penso che il concetto di patria non possa dipendere da questo o quel momento storico. Essere italiani significa appartenere a un patrimonio culturale che ha di gran lunga preceduto la vicenda politica dell'Unità d'Italia.
Consiglio a tutti di fare, prima o poi, un salto a Torino e di visitare il Museo Pietro Micca. Scendendo nei cunicoli scavati a difesa della città contro i francesi, arriverete fino al punto in cui, nel 1706, Pietro Micca dimostrò, sacrificando la propria vita, cosa significa amare la patria.
Agli amici che ritengono la Sardegna la propria vera patria, guardo con favore, è un sentimento bellissimo che molte regioni non conoscono. Tuttavia ritengo che la Sardegna sia Italia eccome.
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Gianni_g
Utente Medio
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Inserito il - 23/03/2011 : 16:34:26
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| jomaru ha scritto:
Personalmente penso che il concetto di patria non possa dipendere da questo o quel momento storico.
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per la prima volta sono d'accordo con Jomaru ! E' preoccupante (scherzo). A parte il fatto che Maurizio ha detto cose condivisibilissime, il punto è che la gente confonde l'Italia come Stato comunità con il governo italiano, cioè lo Stato apparato. Quindi cosa accade ? Che i tanti, scontentissimi del quadro politico attuale, per un motivo o per l'altro, pensano che la Comunità nazionale si identifichi con le forze al potere (queste, o quelle precedenti al 2008). Quindi, molti dicono "non ho nulla da festeggiare, l'Italia fa schifo così com'è". "Non mi sento italiano". "Non mi sento rappresentato". "Voglio andar via dall'Italia" (magari sono le stesse persone che -giustamente- hanno sventolato il tricolore il 17 marzo).
Ma è evidente che non stanno parlando di un enorme patrimonio di tradizioni, idee, eventi storici e personaggi che hanno fatto la storia dell'Italia, bensì dell'emergenza politica in un dato momento storico. Ecco l'equivoco che a mio parere, ha indotto molti a prendere con una certa freddezza questa importante celebrazione.
Personaggi italosardi misconosciuti? Io ci metto DOMENICO MILLELIRE, maresciallo della marina sardo piemontese, che nel 1793 riuscì a sventare in modo geniale il tentativo (l'ennesimo) di invasione da parte dei francesi, che si erano mossi da Bonifacio verso La Maddalena. E' anche grazie a lui se oggi siamo italiani e non parliamo con l'erre moscia.
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Modificato da - Gianni_g in data 23/03/2011 16:37:51 |
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Siamo sardi Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi. Grazia Deledda.
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 23/03/2011 : 16:41:09
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| Gianni_g ha scritto:
| jomaru ha scritto:
Personalmente penso che il concetto di patria non possa dipendere da questo o quel momento storico.
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per la prima volta sono d'accordo con Jomaru ! E' preoccupante (scherzo). A parte il fatto che Maurizio ha detto cose condivisibilissime, il punto è che la gente confonde l'Italia come Stato comunità con il governo italiano, cioè lo Stato apparato. Quindi cosa accade ? Che i tanti, scontentissimi del quadro politico attuale, per un motivo o per l'altro, pensano che la Comunità nazionale si identifichi con le forze al potere (queste, o quelle precedenti al 2008). Quindi, molti dicono "non ho nulla da festeggiare, l'Italia fa schifo così com'è". "Non mi sento italiano". "Non mi sento rappresentato". "Voglio andar via dall'Italia" (magari sono le stesse persone che -giustamente- hanno sventolato il tricolore il 17 marzo).
Ma è evidente che non stanno parlando di un enorme patrimonio di tradizioni, idee, eventi storici e personaggi che hanno fatto la storia dell'Italia, bensì dell'emergenza politica in un dato momento storico. Ecco l'equivoco che a mio parere, ha indotto molti a prendere con una certa freddezza questa importante celebrazione.
Personaggi italosardi misconosciuti? Io ci metto DOMENICO MILLELIRE, maresciallo della marina sardo piemontese, che nel 1793 riuscì a sventare in modo geniale il tentativo (l'ennesimo) di invasione da parte dei francesi, che si erano mossi da Bonifacio verso La Maddalena. E' anche grazie a lui se oggi siamo italiani e non parliamo con l'erre moscia.
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Sottoscrivo tutto il tuo intervento per intero e ti ringrazio di cuore per averlo fatto.
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Gianni_g
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Inserito il - 23/03/2011 : 17:00:18
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| maurizio feo ha scritto: Sottoscrivo tutto il tuo intervento per intero e ti ringrazio di cuore per averlo fatto.
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figurati, sono io a ringraziarti per la cultura che si coglie nei tuoi interventi E' che in Sardegna spesso viviamo sui luoghi comuni. Ad es., la Spagna. Uno pensa alla penisola iberica, e immediatamente balzano alla mente il sole, le tapas, la lingua delle farfalle e la città di Siviglia. Grazie ! Adesso è così ! "I sardi sono come gli spagnoli". Ai tempi della dominazione, e gli spagnoli sono rimasti qui la bellezza di 222 anni, senza contare aragonesi e catalani, l'Isola non era altro che una piazzaforte militare dell'Impero. Ci trattavano veramente da sudditi. Quando Carlos V venne a Cagliari, nel '500, ci restò due ore ma ebbe il tempo di far erigere qualche forca e di impiccare un po' di oppositori. Quando venne ad Alghero la prima cosa che fece era di verificare le mura, le cortine i cannoni e tutto il resto. La Sardegna non dava alcun vantaggio e non costituiva un costo per l'Impero spagnolo, vasto dalla Filippine al Sud America. I locali algheresi, praticamente dei vassalli, lo incontrarono, fecero una supplica battendo timidamente cassa, e ribadirono la loro devozione all'Imperatore. Eravamo insomma la punta avanzata di un enorme sistema difensivo mediterraneo, contro i Turchi e i pirati maghrebini. I piemontesi, caratterizzati dalla loro insipienza per tutto il '700 non è che cambiarono molto, ma ereditarono un sistema feudale basato sul vassallaggio; ci volle lo sforzo nobile di G.M. Angioy e di parecchie altre persone per indurre i Savoia a qualche riforma, ma ciò avvenne solo nel secolo successivo. Basta pensare alle legge delle chiudende. Se poi pensiamo che una certa Eleonora d'Arborea si sposò con un Doria (quindi Genova), qualche secolo prima...forse la nostra storia è sempre stata italiana.
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Modificato da - Gianni_g in data 23/03/2011 17:04:49 |
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Siamo sardi Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi. Grazia Deledda.
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jomaru
Salottino
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Inserito il - 23/03/2011 : 17:58:01
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| Gianni_g ha scritto:
| jomaru ha scritto:
Personalmente penso che il concetto di patria non possa dipendere da questo o quel momento storico.
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per la prima volta sono d'accordo con Jomaru ! E' preoccupante (scherzo). A parte il fatto che Maurizio ha detto cose condivisibilissime, il punto è che la gente confonde l'Italia come Stato comunità con il governo italiano, cioè lo Stato apparato. Quindi cosa accade ? Che i tanti, scontentissimi del quadro politico attuale, per un motivo o per l'altro, pensano che la Comunità nazionale si identifichi con le forze al potere (queste, o quelle precedenti al 2008). Quindi, molti dicono "non ho nulla da festeggiare, l'Italia fa schifo così com'è". "Non mi sento italiano". "Non mi sento rappresentato". "Voglio andar via dall'Italia" (magari sono le stesse persone che -giustamente- hanno sventolato il tricolore il 17 marzo).
Ma è evidente che non stanno parlando di un enorme patrimonio di tradizioni, idee, eventi storici e personaggi che hanno fatto la storia dell'Italia, bensì dell'emergenza politica in un dato momento storico. Ecco l'equivoco che a mio parere, ha indotto molti a prendere con una certa freddezza questa importante celebrazione.
Personaggi italosardi misconosciuti? Io ci metto DOMENICO MILLELIRE, maresciallo della marina sardo piemontese, che nel 1793 riuscì a sventare in modo geniale il tentativo (l'ennesimo) di invasione da parte dei francesi, che si erano mossi da Bonifacio verso La Maddalena. E' anche grazie a lui se oggi siamo italiani e non parliamo con l'erre moscia.
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Gianni grazie di aver sottolineato l'evento...io confido ci possano essere tante altre occasioni
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Il mare l'abbraccia divina impronta del regale sandalo... |
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