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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 13/02/2011 : 22:43:57
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IL SEGRETO (di Lucia Pinna)
Tu hai dato anima ai miei versi per lunghi mesi, senza saperlo forse ma questo non toglie niente al dono che mi hai fatto e che non ha l’eguale. E’ stato un mondo fatto su misura per entrambi, e anche se a goderne e a soffrirne ero soltanto io il mio respiro si nutriva del tuo.
Trasalimento di pensieri calori cangianti di un acquario umano cieli aperti alle voci e ai silenzi.
L’uccello azzurro è volato via dal bosco non più incantato la barca dondola nel mare di un altro emisfero le ombre delle cose hanno cambiato forma non riconosco più il rumore del vento. Se voglio ritrovare il cammino percorso devo cercarlo nei miei versi dove ciò che era naturale mutasse è stato fissato e non conosce declino.
Lucia Pinna, poetessa e, per diversi lustri, straordinaria docente nel Liceo Classico di Nuoro, era la figlia di Gonario Pinna, celebre avvocato antifascista e scrittore ( tra le sue importanti opere "Memorie di un penalista sardo").
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Modificato da - Adelasia in data 13/02/2011 22:49:02 |
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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 14/02/2011 : 09:13:36
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Non conoscevo Lucia Pinna, bellissima poesia, parole profonde e intense
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Panorama
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errante
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 14/02/2011 : 12:24:59
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Vi seguo con interesse, posso partecipare?
Rosalba Satta Ceriale
Insegnante elementare in pensione, è nata a Nuoro, nel rione antico di San Pietro, nel mese di novembre del 1948. Da oltre trent’anni risiede a Budoni, dove è stata Assessore alla Pubblica Istruzione, alla Cultura e allo Spettacolo. Figlia d’arte – il padre è il famoso poeta in lingua sarda Franceschino Satta, scomparso il 25 luglio del 2001 -, è sposata con Liberato Ceriale ed è madre di due figli, Massimo e Luciana. Ha iniziato a scrivere da adolescente. In seguito alla pubblicazione di alcune sue poesie nel settimanale “L’Ortobene” – diretto, allora, da Don Salvatore Bussu -, visti le sollecitazioni e i riconoscimenti ricevuti da parte di lettori più o meno conosciuti, ha pubblicato, nel 1986, a cura delle Arti Grafiche AR.P.E.F di Nuoro, il suo primo libro di poesie , con prefazioni dello scrittore Mario Lodi e del poeta nuorese Giovanni Piga. Libro che ha avuto un’immediata, calda accoglienza e che è stato recensito, tra gli altri, dal critico Leandro Muoni. Convinta da sempre che la poesia sia un’opportunità in più per contribuire a costruire un mondo a misura d’uomo, ha portato avanti nel suo “fare scuola”, per oltre vent’anni, un progetto di sperimentazione alla scrittura poetica dei bambini – che comprendeva anche l’insegnamento della lingua sarda nelle sue varianti – raggiungendo risultati di rilievo a livello e prestigiosi riconoscimenti a livello regionale e nazionale. Ha ottenuto, anni addietro, il terzo posto a livello nazionale, con una silloge di dieci poesie, al Concorso Nazionale di Poesia, organizzato a Sesto Fiorentino, dalla casa editrice Agemina. Ha partecipato alle trasmissioni televisive “Nuoro e i suoi poeti” (Teleisola), “Un libro per amico” (Teleregione), “Fatti vostri” (Rai1). Non ha mai smesso di scrivere poesie. Tanti dei suoi articoli e recensioni trovano spazio, da anni, ne “L’Ortobene”, diretto attualmente da Don Carta e in alcune riviste sarde e nazionali. Ha pronto, da tempo, un libro di poesie per bambini, con prefazioni dello scrittore Albino Bernardini ed Elena Melis. Libro che attende un editore che scelga di scommettere sul valore formativo e la forza terapeutica della poesia nella crescita dei bambini-adolescenti. Comunicando, per iscritto, con lei, lo scrittore Marcello Argilli ha scritto: “Io non sono un poeta, sono uno scrittore (che talvolta scrive filastrocche) e neanche sono un critico. Ma credo di avere un certo orecchio (e un amore) per la poesia, che mi fa sentire la differenza fra chi ambisce ad essere poeta e chi lo è veramente. Questo soprattutto mi ha colpito nelle sue poesie: la naturalezza poetica, il dono di sentirsi e vivere poeticamente in rapporto al mondo…”.
Ma sa poesia non morit Mi cubo inintro a tie terra istimada… Su tempus - nigheddu - imbruttat su chelu de malesa e de fele. M’arrimo inintro a tie terra pistada …chin s’astragu in su coro. Commo tue ses pranghende …e deo chin tecus. Su manzanu paret notte in s’ifferru ’e sa vida. Male assortau, ferit tottube, e tottube frorin tristura e tejos. Ma sa poesia non morit: juchet ocros d’incantu e gana d’amistade. Irfaghinat ischintizzas de pache e de recreu. Secat cadenas… Ischidat sas bertudes bentulande banderas ’e libertade. Cheret battire prendas de lucore chin sa frusa de sa luche ’e su coro
Ma la poesia non muore Traduzione
Mi nascondo dentro te terra stimata… Il tempo - più nero del nero - sporca il cielo di malizia e di fiele. Mi appoggio a te terra offesa …col gelo dentro il cuore. Ora tu stai piangendo …ed io con te. Anche il mattino è privo di luce nell’inferno della vita. Malmesso, ferisce ovunque, e ovunque fioriscono tristezza e piagnistei. Ma la poesia non muore: ha occhi d’incanto e fame di amicizia. Sparge scintille di pace e di gioia. Rompe catene… Sveglia le virtù sventolando bandiere di libertà. Vuole riportare meraviglie col fremito della luce del cuore.
Rosalba Satta Ceriale
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errante
Salottino
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Inserito il - 14/02/2011 : 13:05:59
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All’ombra di una stella di Rosalba Satta Ceriale (A Marisa Sannia)
Sosto all’ombra di una stella …e all’ombra, penso. Voglio perdermi nel cuore del tuo canto . Immagini di luna… Grani di note chiare… Fantasie di parole vestite di colore. E’ serena la notte: ha il profumo del lentischio e del mirto … e la tua voce il sapore di accordi cristallini. Sosto all’ombra di una stella …e all’ombra, penso. E’ una notte vestita del tuo mare del tuo vento dei tuoi sogni bambini del tuo tocco leggero. Sa di incanto…
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 14/02/2011 : 19:16:41
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| errante ha scritto:
Vi seguo con interesse, posso partecipare? ............................ ............................ Rosalba Satta Ceriale
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Come no, benvenuto! Davvero grazie per le poesie- e il profilo- di Rosalba Satta.
Curiosamente, ho trovato dei versi della Satta dedicata proprio a Lucia Pinna: le abbiamo evocate entrambe, e poichè la poesia si intreccia con la poesia . . .
SINFONIA DI COLORI (di Rosalba Satta Ceriale) (a LUCIA PINNA )
Con i tuoi versi regali i tuoi pensieri i vicoli di ieri il verde di un passato che ora muore. Canti l’orgoglio di una terra che odora di fatiche di sudore di pianti di dolore… Pettini sentimenti rissosi desideri imbrigliati nella rete la tua tristezza atavica la tua arsura di favola. Racconti - e dal tuo canto traspira tenerezza - la storia di un amore vivo ma non vissuto : scelta di un abbandono. Ci parli -ed i tuoi versi si vestono di pianto- delle stelle lontane e del sole che -indifferente- nasce anche quando la primavera della vita, muore.
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Modificato da - Adelasia in data 14/02/2011 19:19:50 |
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errante
Salottino
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Inserito il - 15/02/2011 : 17:11:40
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Grazie Adelasia! La Satta racconta con i suoi versi descrivendo le persone divinamente, come questa
Ad Andrea Parodi
Adesso che sei altro nasce, chiara, una stella più vicina alla terra …dono della tua voce regalata a quel Dio che tutti accoglie. Ed ancora il tuo canto accarezza il presente. Lo imbeve di stupore. Lo profuma di terra. Lo cosparge di nuvole e di mare. Leggère, le tue note, attraversano il cielo ripercorrendo strade bianche di luna colme di speranza. Oggi scorgo - nel ventre del tuo canto - le ali del tuo volo. C’è tanta luce intorno. C’è pace. C’è il sapore del respiro del cuore. C’è quella tenerezza che, in terra, con le note, hai raccontato.
(Rosalba Satta)
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 15/02/2011 : 19:47:28
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Ma che brave!!! Riprendo a leggervi con avvidità dopo un'assenza i pochi giorni Ho dovuto abbandonare il nuraghe per recarmi al "castello" Bellissime tutte le poesie inserite. Piacevolissima la lettura del commento dell'autrice alla poesia "Oristano bella per pochi"
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Modificato da - Nuragica in data 15/02/2011 19:49:17 |
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 17/02/2011 : 13:37:47
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Rosalba Satta, bellissime anche le sue poesie, hai ragione Errante riesce a trasmettere attraverso i suoi versi semplici ma infinitamente toccanti l'amore e la stima che prova per le persone a cui dedica le sue poesia..... quante donne fantastiche stiamo conoscendo attraverso questo post
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 17/02/2011 : 14:29:36
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GAVOI. “Donne di Sardegna”. Sono tante quelle che appaiono nel Calendario 2010 realizzato dagli alunni dell’Istituto d’istruzione superiore (Iis) “Carmelo Floris” di Gavoi e stampato dalla tipografia locale Imago. Donne della storia ma anche donne dei giorni nostri. Molte famose e conosciute nell’intera isola, altre protagoniste nel territorio barbaricino, dove opera da circa quarant’anni la scuola superiore a servizio degli studenti di una decina di paesi. Il “Calendario” è frutto della ricerca di un gruppo di lavoro, costituito dagli alunni della 5ª Geometri, della 4ª Igea e delle 2ª e 3ª liceo classico e dai docenti Maria Itria Cidu, Francesca Mazzette e Rita Nivola, nell’ambito del progetto “Lingua e cultura sarde”, finanziato dalla Regione. La ricerca aveva come argomento “Eleonora d’Arborea, la Carta de Logu e una riflessione sulle conquiste culturali e sociali della donna nel 1900 in Sardegna e nel nostro territorio”. Il risultato è stato quello di proporre le immagini delle donne storiche come Eleonora d’Arborea ma anche quelle divenute famose come Grazia Deledda, Premio Nobel, Adelasia Cocco primo medico del’900 in Italia, Eva Mameli, prima docente universitaria, Maria Carta, cantante di fama nazionale, Maria Lai, artista di 91 sanni vivente e ancora “fanciulla”, Teresa Mundula, la prima laureata in chimica e poi le prime sarde deputate, laureate e diplomate, e anche le prime donne sindaco. Donne che accompagneranno i mesi del 2010, esposte nelle case dei dodici paesi dove entreranno attraverso il dono degli studenti. Il calendario è, infatti, l’atto conclusivo di tutte le attività didattiche e di ricerca di studenti e insegnanti. «L’intento - si legge nell’ultima pagina del calendario - è stato quello di mettere in evidenza che la cultura, la laboriosità e la partecipazione alla vita sociale e politica delle donne hanno contribuito a superare tanti pregiudizi e costruire una società migliore». Giovanni Maria Sedda
Da "La Nuova Sardegna" del 30/01/2010
Dirette voi....ma cosa posta? non sono poetesse....avete ragione, mi è piaciuto l'articolo e l'iniziattiva di quest'istituo di Gavoi, e poi di donne Sarde si tratta, e che donne! questa nome ha attirato la mia attenzione....Adelasia.....un mome una garanzia
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 18/02/2011 : 23:26:26
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| Tizi ha scritto: [brDa "La Nuova Sardegna" del 30/01/2010 ........................................ ........e poi di donne Sarde si tratta, e che donne! questa nome ha attirato la mia attenzione....Adelasia.....un mome una garanzia
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Tizi, grazie, sei davvero gentile: ecco, mi confondi....
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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 18/02/2011 : 23:33:55
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Adelasia, è quello che penso
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 19/02/2011 : 00:01:21
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ANNA CRISTINA SERRA Nata nel 1960, originaria di San Basilio, paese di pastori e minatori, situato nella regione storica del Gerrei, nel sud-est della Sardegna. Vive e lavora a Cagliari. Nei primi anni ’90 inizia a partecipare ai più importanti concorsi letterari dell'isola riscuotendo continui successi: il Premio Ozieri (1993 e 1998), il Premio Michelangelo Pira nel 1996 con pubblicazione con la Tema Editrice della silloge "Su fragu 'e su 'entu" nel 1997, il Premio Mamoiada (1994 e 1997), il Premio Internazionale di Milano (1997), Olmedo (1993, 1994, 1995), Tissi nel 1993, il Premio Partigiani nel 1995, Silius nel 1994, Porto Torres nel 1998, Cossoine nel 1999, Osilo nel 1996, il Premio A.C.L.I. nel 1997, Dolianova nel 1993, il Premio Colleziu nel 1997, il Premio "Paolo Mossa" (Bonorva) nel 1999, il Premio "Benvenuto Lobina" (Villanovatulo) nel 1996, il Premio "Se Fermentu" (Marrubiu) nel 1995, Premio S. Caterina -Mores- nel 2001, e tanti altri. In prosa ha vinto il Premio "Sa terzina" di Macomer nel 1998. È presente in diverse giurie dei concorsi letterari più importanti dell’isola, quali: l’Ozieri, l’Anselmo Spiga di San Sperate, il Romangia (Sorso – Sennori), il "Premio Tiscali" (Dorgali), il "Premio Città di Nuraminis", il "Premio S.Antoni de su 'ou" (Mamoiada)-. "Premio S: Barbara" (Silius), "Premio Bonvhei" (Cagliari). Scrive articoli in lingua sarda sul quotidiano "L'Unione Sarda", su "Notiziario", su “Lacanas” e su altre riviste. Molte sue poesie sono state pubblicate in riviste letterarie come "S'Ischiglia", la "Grotta della vipera", "Nur", "Notiziario" , "Nae" e “Lacanas” . Alcuni dei suoi testi vengono musicati e cantati. Collabora con la Compagnia Teatrale "Fueddu e Gestu". Ha pubblicato una raccolta di versi in campidanese, Follas (Frorias, Cagliari, 2003), dedicata al suo Maestro Benvenuto Lobina. Collabora all'organizzazione di convegni, mostre e presentazioni di libri con esponenti di rilievo dell'arte e della cultura isolana.
SU CITIRI NÀSCIU INNOI
Nanta ca su citiri est nàsciu innoi, innoi ancà deu no apu pòtziu tzerriai mai comente is follas chi nd’arruint a disora. No apu tzerriau candu ant spratzinau su prùniu de sa memória a su ‘entu, no apu tzerriau candu, ananti miu, ant steressau sa perda prus arta posta a càstiu, e no apu tzerriau candu portau in is ogus padentis chi lompiant fintzas a celu e in is manus una funi. E aici apu giogau cun custu citiri po intendi’ sempri, aintru e de prus su prùniu sa perda is padentis, e-i-custa tròpera de cuaddus chi, cun-d-una funi, tragant ancora a grai su citiri nàsciu innoi.
2009
Traduzione IL TACERE NASCE QUI
Dicono che il tacere è nato qui/ qui, dove io non ho potuto/ urlare mai/ come le foglie/ che cadono anzitempo/. Non ho urlato/ quando hanno disperso/ la polvere della memoria nel vento,/ non ho urlato/ quando, davanti a me,/ hanno distrutto la pietra più alta/ messa a guardia,/ e non ho urlato/ quando avevo negli occhi/ boschi che giungevano sino al cielo/ e una fune tra le mani./ Così/ ho giocato con questo tacere/ per sentire sempre,/ dentro e di più/ la polvere/ la pietra/ i boschi,/ e questo branco di cavalli/ che, con una fune,/ trascinano ancora a fatica/ il tacere nato qui./
Tempus nostru
No ddu sciu chi est cust’enna aberta in su crofu ’e su scuriu a sbeliai is bisus de notesta o si est ancora s’umbra impostada in sa luna bagamunda candu s’ora si stitillat e no est totu su chi ti nau. In cust’ànima chi tzérriat no ddu at babbu e no ddu at fillu: ddoi at unu titillu imbriagu e cantadori peliendu ancora a tui. No ddu scit ca ses mori chi si pendit tra pitzioleddas e lutzinas in is orus cuaus de un’andera antiga ancà t’incraras timarosu. In su tempus aresti fust nasciu che spiga po obrescidroxus de arrosa. E imoi ses dònnia cosa chi mi ndi torrat una stòria arrèscia de ancà si spannat un’àlidu ‘e memòria. Traduzione Tempo nostro
Non so se è questa porta aperta nel colmo del buio a distrarre i sogni di stanotte o se è ancora l’ombra in agguato sulla luna vagabonda quando l’ora si frantuma e non è tutto ciò che ti dico. In quest’anima che urla non c’è principio né discendenza: c’è un frantume ubriaco e poeta che invoca ancora te. Non sa che sei sentiero che propende tra cime altissime e pozzanghere nelle rive nascoste di un antico cammino dove, timoroso, ti mostri. Nel tempo indomito eri nato come spiga per albe di rosa. Ora sei ogni cosa che mi riporta una storia impigliata dove sboccia un respiro di memoria. Anna Cristina Serra Primo Premio 4° Concorso Circoscrizione n° 2 di Sassari
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Tizi
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Inserito il - 19/02/2011 : 00:17:42
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No Apu Postu Cosas Medas
No ddoi apu postu cosa meda
in sa bertula prima ‘e saludai
ca est apretu ‘e sciri
custa stula arregordu ‘e trigu
e immoi fogu chi abruxat fogu.
Movu,
de sa perda manna posta a castiu
sigu
in ateras tundas e avrigadas
chi m’amostant su mori.
Tenint sabori
de memorias e di erriu
e de cuddu niu
fungudu che –i– s’anima de s’acua
ancà nascit vida.
Ma si custu est dolori ‘e dispidida
est semini ch’inzeurrat candu
no nascit ebra frisca in terra noas
e custu viagiu tra coru e inferru
est liaga chi trigat a sanai.
Traduzione Non ho messo molte cose
Non ho messo molte cose/ nella bisaccia prima di partire/ perché è bisogno di sapere/ questa stoppia ricordo di grano/ e ora fuoco che brucia fuoco./ Parto/ dalla grande pietra messa a guardia/ continuo/ su altre tonde e roventi/ che mi mostrano il sentiero./ Sanno di memorie e di fiume/ e di quel nido/ profondo come l’anima dell’acqua/ dove nasce la vita./ Ma se questo è dolore di commiato/ è seme che germoglia quando / non nasce erba fresca in nuove terre/ e questo viaggio tra cuore e inferno/ è ferita che tarda a rimarginarsi.
Aditziu aditziu una cantzoni
Fortzis furiat s’arrosu
de is follas iscarescias
o fortzis is istiddius
de s’acua tua di aiseru,
is chi m’ant sciustu is ogus
notesta in su scuriu.
Aici ti pregontu, erriu,
de is pannus mius
e mi nas ca oi no funt beridadis
e parint sciacuaus cun acua ‘e mari
che is chi, scarescius, nci tragas tui.
E deu
chi pannus de pannus
no sciu scerai
ma’catu ca acua di acua
no sciu pratziri
ni sali de sali.
Ma tui deretu andas
facias a cuss’acua manna
chi in sali acollit
donnia durciura ‘e obrescidroxu.
De tui a mimi,
In custu scurigadroxu
Chi in coru si fait perdaxu,
aditziu ditziu una cantzoni
circat de ponni’ paxi in custu tretu.
Traduzione A malapena una canzone
Forse era la rugiada/ delle foglie dimenticate/ o forse erano gocce delle acque tue di ieri/ a inumidirmi gli occhi/
nel buio di stanotte./ Così ti chiedo, fiume,/ dei panni miei/ e mi dici che oggi non sono verità,/ e che sembrano
lavati con acqua di mare/ come quelli, dimenticati, che ci trascini tu./ E io,/ che panni da panni/ non so distinguere/mi accorgo che acqua non so separare/ né sale da sale./ Ma tu vai dritto/ verso quell’acqua grande/ che nel sale accoglie/ ogni dolcezza d’alba./ Da te a me,/ in questo imbrunire/ che nel cuore diventa una pietraia,/ a malapena una canzone/ cerca di mettere pace in questo tratto.
Anna Cristina Serra
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errante
Salottino
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Inserito il - 19/02/2011 : 15:58:45
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Tizzi ha scritto
e poi di donne Sarde si tratta, e che donne!
Brava Tizzi, quanto hai ragione!
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errante
Salottino
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Inserito il - 19/02/2011 : 16:01:38
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Teresa Mundula Crespellani (1894-1980) (Teresetta) Nata a Cagliari nel 1894, in una famiglia di letterati e di figure di primo piano nella vita culturale civile e politica della Città. Riconobbe sempre la sua enorme fortuna, quella di potere vivere serenamente respirando quotidianamente la cultura. La sua vena poetica esplose, a seguito del matrimonio e la nascita dei quattro figli, senti il bisogno di liberare la sua felicità, e fortuna nostra, lo fece con la poesia. L’opera di Teresa Mundula è dolce, traspare in delicatezza e voglia di vivere, è commovente come si possa esprimere, un sentimento semplice della vita, come l’amore per tutto, per la famiglia, la città i vicini, l’incontro casuale con un viandante, un raggio di sole, la risacca marina. È una sognatrice Teresetta, una persona che ama la vita e lo vuole gridare. La sua cultura di docente universitaria, non le impedisce certo di scegliere il veicolo di trasmissione, che è la lingua sarda, e per questo gli saremmo sempre grati. La sua poesia è priva di qualsiasi durezza, ricorda il passo della mamma, leggero per la tutela del sonno dei figli, richiama il focolare e la serenità familiare, il profumo della cucina, il silenzio, e la musica della natura. E si, anche un passero ha le sue tragedie, ma quando cinguetta, non possiamo che apprezzare il suo canto, così è la poesia di Teresa, soave, leggera, ed in punta di piedi ci trasmette e ci insegna che la vita è bella, basta vederne il lato positivo, che è sempre presente.
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Modificato da - Adelasia in data 20/02/2011 22:16:43 |
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