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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 09/02/2011 : 17:57:19
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| Adelasia ha scritto:
Mi pare che racconti un momento di tristezza, di scoramento. Quando l'ha perso...o meglio, quando si è spezzato qualcosa, quando non c'è stata complicità, condivisione, comprensione?
Potrebbe essere questo un filone interpretativo?
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Sicuramente si Ade, ora che l'hai detto riesco a comprendere meglio il significato dei versi.. Grazie
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 09/02/2011 : 22:13:04
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| Adelasia scrive: Brava Tizi, Piace molto anche a me. L'ho conosciuta grazie a Marialuisa, qualche anno fa.... per cui non mi vengano a dire che i forum servono solo a parlarsi addosso inutilmente!
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Grazie Adelasia Penso che il forum abbia ben altro scopo che littigare inutilmente e questo post come tanti altri ne sono l'esempio
A me Luisa ha fatto conoscere Maria Lai, una piccola grande donna, bravissima artista della"nostra" amata Terra, trovo sia geniale.
Per lei l'arte è vita è poesia visiva. "La magia della poesia è stupore" srive Maria Lai. Trascrivo una filastrocca che ho preso dal libro "Ulassai da legarsi alla montagna alla stazione dell'arte"
La filastrocca del volo del gioco dell'oca.
Il guscio dell'uovo si rompe da dentro quando il pulcino comincia a bussare
bussa il pulcino che vuole passare dal guscio dell'uovo al guscio del mondo
passi passetti l'oca giuliva cerca soltanto dove beccare
quando un pantano di fango e di cielo vede riflessa un'ombra volare
L'oca si volta cercando quel volo nell'arco lontano di un arcobaleno
sembra la fuga di un prigioniero che vola libero cercando il cielo
L'oca rapita dal sogno del volo prova a volare ma batte nel suolo
Batte e ribatte prova e riprova le viene vicino un burattino
Il burattino era briccone sognava di essere un bravo bambino
Dentro la favola del burattino c'è la fatina dal velo turchino
col burattino l'oca smarrita entra nel gioco della magia
al sogno dell'oca che vuole volare sorride la fata dal velo turchino
batte sul guscio del sogno proibito e libera l'oca nell'infinito.
Maira Lai
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Modificato da - Tizi in data 09/02/2011 22:14:06 |
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Panorama
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 09/02/2011 : 22:23:24
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Conosco Maria Lai da quando ho cominciato ad appassionarmi all'arte in genere. Non conoscevo pero' questa filastrocca, che racconta in modo giocoso alcune verità.. Bella bella Tizi.. grazie.
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 10/02/2011 : 09:20:08
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@ Nura
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 10/02/2011 : 18:00:11
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posso ?
e da un paio di giorni che "vi leggo" un pò di tempo fa sentii parlare di Tetta Becciu, le sue poesie sono in limba-sarda logudorese a me piacciono moltissimo ne inserisco alcune spero vi piacciano
A s’intirinada di Tetta Becciu
Che unu trastu 'ezzu de che frundire bentulo in mesu a su campu de sa vida...
Sa tremula 'e sos annos s'est imberta in sas traschias murinas de sos anneos.
Mutza como hap'ogni ala... andan lentos sos pessos e sos passos si faghen apporados.
S'atunzu hat in sos pilos unu punzu 'e nie... e fozas ingroghidas ingroghidas dae tempus.
Che fioccu 'e nie a lenu a lenu mi movo e in d'una lagrima de lughe incunzo sas farfaruzas de s'anima...
No drommo di Tetta Becciu
....... Curret su riu... Sas pedras di frischinan. Che nèulas s' 'upa 'e s'omine si cunfundet in sa notte...
cando su coro soffrit non perdonat.
Rios de sambene s'ispijana in chizos chen'assèliu.
Sa notte est longa... est noedda
Mi ninno, no drommo
bivo e piango s'ammentu ' frades mios.
Che i su 'entu in sas pedras a torroju piango a coro in bula dai sempre.
Sunu ancora rujas sas piaes de sa terra mia....
Notte ‘e istiu di Tetta Becciu
Istanotte sa luna hat sapore ‘e mele…
Notte amena ‘e istiu.
Tra mares de isteddos nadat sa mudesa manna…
Cantan attesu sas chigulas… ...........e sos ultimos puzones andana in chirca ‘e alapinna pro sa notte.
E deo, in su laolzu tra nuscos de armidda e mannujos de trigu reposo e lasso chi rajos de luna ......mi tocchen su coro, e m’imbreago dae sa cuba manna ‘e s’infinidu ‘ue unu passu isconnottu iscantiat sos isteddos vagabundos.
E s’anima s’imberghet… in s’unda lugorosa e naufragat in fogos de chelu, in isteddos noos, ‘ue su coro s’ammentat ancora s’ammentu.
Cun pessos de mudesa, sutta sos rajos lughentes isetto… chi sos ojos si serrene in d’unu sonnu ‘e maja e sutta sos chizos mi restet s’infinidu….cun tottu sos isteddos…
l'unico rammarico non ho trovato le traduzioni
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 10/02/2011 : 18:21:48
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un'altra scritrice- poetessa sarda è Savina Dolores Massa è nata e risiede in Oristano. Ho avuto il piacere di conoscerla e mi piace il suo modo di scrivere
alcune sue poesie
Nome proprio: Nubenda
Nel vespro carezza la carne sfiorando il riflesso sullo specchio scalfito da unghie laccate di vergini umori e cronici pudìchi tremori. Domani ti sposi: glielo mente una vita quel perfido specchio ammuffito in cornice tarlata. Eterna ingannata lei sorride sdentata e ballano allegri i seni di pera bacata dai vermi del velo in attesa sul letto a una piazza.
Nonna
Deu mi croccu in su lettu miu con un angelu froriu con un angelu cantèndi Gesù Cristu è predichendi
e ho paura dei muri bagnati di schizzi d’urina e pianti di bambini morti bambini ricordàti stampati in veste di battesimo e copertina d’innocenza di gigli occhi spenti prima di vedere niente la voce ancora non formata quattro volte inchiodata.
Le piccole mani obbligate giunte.
Nonna chiede perdono dei suoi peccati ai grassi gechi del soffitto io sveglia le annuso la carne che di tutto sa meno che di inferno e fiamme. Invece santa è la carne del drago di Giorgio assassino incorniciato, cappello al mio cuscino di crine e scapolario dal troppo baciarlo consumato. Nonna scricchiola nel letto bacia rosari e ogni grano è un nome di figlio già morto o già grande e sbagliato o trafitto non nato da un ferro da calza mal purificato. E se piove Barbara la santa obbligata a bestemmiare più forte del suono del tuono beve pioggia lasciandola in gola a gorgogliare il suo terrore per ogni temporale.
Prega mi dice nonna prega la piccola madonna che non si spegne nella notte e arriva dalla Francia ma io non so dov’è la Francia con un’acqua di fiume che lascia accese solo al buio le madonne. Le civette occhi rotondi mi mostrano i denti dal lucernaio ad ogni lampo e schianto nonna russa come i treni che in giovinezza l’hanno attratta non per fuggire ma per farla in mille pezzi finire.
Il letto è alto per salirvi e per scendervi sotto sul pavimento di fango battuto sonnecchiano le anime degli scampati alla vita: figli di nonna e con beneficio di dubbio quelli che io non avrei avuto.
Da un’antica preghiera in lingua sarda: Mi corico nel mio letto/con un angelo fiorito/con un angelo che canta/ Gesù Cristo sta predicando.
MADRE A DICEMBRE
Sei qui e non ti avevo scelto e ti guardo senza comprendere a chi somigli non a mia madre capelli di lana sbiadita non a mio padre carne di cuoio e di legno non a me che giocavo soltanto a sognarmi odalisca inventandomi sposi dalle mani più grandi del viso che ho. Sei qui figlio di una notte in cui sognai ali e ordini di miele ed ebbi freddo e paura di inganni e mi sentii mortificata d'essermi toccata la schiena sperando di fuggire con due enormi ali io. Sei qui e non ti conosco ti nutro da madre prescelta obbligata a cullarti la vita sotto croci o sotto stelle comete e ricevere ospiti in cenci stracciati e i tre incoronati con cammelli e broccati ma dei giochi che avevo ne guardo gli avanzi non trovo le mani che mi girino in danza ma giro e rigiro nel mio cupo rimpianto quel volo di ali che ormai è già racconto.
ORISTANO, BELLA PER POCHI.
Sui musi dei palazzi padronali la decadenza posa centrini di pizzo inamidato con sale ocra d'arenaria e acini d'uva passa d'oro: gradevoli resti di lusso per viandanti di passaggio
(il piede è pesante se il suo cuore è straniero)
Si concedono i gerani al pizzo sporgendosi ai balconi a mostrare labbra di carminii e rosa d'albe in baci di ironica esistenza.
Una torre affonda radici d'albero in terra di acque mobili con fossili di serpenti marini e di paure di farfalle
Una via dritta all'andata e storta al ritorno si addormenta stordita tra i suoi vezzi di donna
Il fantasma di un prete si aggira ogni notte a cavallo per piazze ignora i lampioni e le chiese e le case annusa soltanto quel buio di canto di mare che ha onde pesanti di rame e ossidiana
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Adelasia
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Inserito il - 10/02/2011 : 20:45:54
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| Nuragica ha scritto:
Conosco Maria Lai da quando ho cominciato ad appassionarmi all'arte in genere. Non conoscevo pero' questa filastrocca, che racconta in modo giocoso alcune verità.. Bella bella Tizi.. grazie.
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Idem, Tizi, idem. Anch'io non la conoscevo....
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 10/02/2011 : 21:09:19
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| milly73 ha scritto:
posso ?
e da un paio di giorni che "vi leggo"
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Ma certo che puoi! Benvenuta in questo angolo di poesia. E che ingresso, il tuo... ti presenti con una poesia che ho letto assaporandola, "S’intirinada": quanta tenera malinconia in quel crepuscolo! Avevo sentito parlare di Tetta Becciu, sono lieta di scoprirne la bravura. Potresti dirci qualcosa di lei, Milly?
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 10/02/2011 : 21:27:23
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| milly73 ha scritto:
un'altra scritrice- poetessa sarda è Savina Dolores Massa è nata e risiede in Oristano. Ho avuto il piacere di conoscerla e mi piace il suo modo di scrivere
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Milly, piace anche a me, che avevo infatti inserito nel post proprio la poesia "Oristano bella per pochi", che riporti anche tu. Anzi, visto che la conosci, sii ambasciatrice della mia ammirazione.
E a proposito di "Oristano bella per pochi", mi piace inserire il commento dell'autrice alla poesia: credo di averlo trascritto qualche tempo fa riprendendolo dalla rivista "Sonos&contos" , se non ricordo male.
L'ho conservato gelosamente.
ORISTANO, BELLA PER POCHI (di Savina Dolores Massa)
“Bella per pochi” è dedicata ad Oristano, la città nella quale sono nata e dove ho scelto di restare.
Alcuni anni fa questa città fu definita, su un quotidiano nazionale, tra le più brutte d'Italia. Ricordo che commiserai molto il giornalista che non seppe vedere, oltre. Ma lo compresi: saper vedere oltre è privilegio per pochi. Forse è vizio dei disincantati, o dei poeti. O dei ciechi, che posseggono la purezza del saper accompagnare l'olfatto all'immaginazione.
Oristano è profumi, ad esempio. Di molti glicini e farfalle innamorate. Di paludi prosciugate dopo aver inghiottito la vergogna della povertà (memoria) di basse case di fango. Di scirocchi che scheggiano le ragioni, e di maestrali che le rattoppano. Di cortili con limoni e nespoli che creino un giusto equilibrio tra asprezza e dolcezza d'aria. Di carciofi in inverno e di briciole d'ostia di clausura raccolte sulle ruote dei conventi. Di immacolato pregare nascosto. Di boria di cavalli in festa e del loro letame che fa fiorire coriandoli. Di sospiri incipriati sui palazzi con l'orrore di invecchiare. Dell'accidia al sapore di antica malaria e disillusione.
Profumi, di angoli dove baciarsi. Dei molti luoghi dove dirsi addio con grazia, ma per sempre. Il profumo del vecchio lavatoio, ancora acre di sudori di donne. Quello dell'ospedale vecchio e delle poche case attorno, di una soprattutto, dove cent'anni fa una donna cieca spaccava pentole per gioco, a carnevale. Di una Torre confusa su ciò che le succede accanto, da quando non ha più addosso l'orologio che le scandiva la notte e il giorno. Dell'eco del ferro battuto sulle incudini e di tegole di terra plasmata e cotta al sole. Dell'amaro di mandorla che possiede la magia segreta di farsi dolce sulla lingua. L'odore dell'indifferenza di chi non si accorge che i bambini non giocano più a nascondersi tra le strade. E l'odore delle urla di chi è rimasto imprigionato nei labirinti sotterranei ai quali hanno murato le porte. Si dice non esistano. Si dice esistano ma ancora popolati da teatranti, da giocolieri di parole, e da assassini della conservazione. Si dice che dimorino là sotto i preti spretati, le monache divenute madri, gli agnelli scampati a Pasque e a Natali, i pesci di stagno fuggiti alle braci. C'è un viale di cipressi, in Oristano, che non si segnano di fronte alle croci. Quelli sul lato sinistro temono i tuoni.
C'è una piazza dove gli storni cantano tenerezze ai sogni dei detenuti. Ci sono vecchi con la memoria intatta e un braciere di smalto accanto ai piedi.
Non è brutta, Oristano, lo siamo noi, di fretta esistendo.
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Modificato da - Adelasia in data 10/02/2011 21:28:48 |
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 10/02/2011 : 21:58:12
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Ciao Milly, bellissime le poesie in limba, anche io le adoro, hanno un suono dolce e melodioso molto brava Tetta Becciu, nei suoi versi traspare un dolce malinconia, il ricordo, il tempo che passa, il dolore, tutto descrito con delicatezza.
Bellissimo il comento di Savina Dolores Massa...."saper vedere oltre è privilegio per pochi" "Non è brutta, Oristano, lo siamo noi, di fretta esistendo"......
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 10/02/2011 : 22:05:21
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Arrempio... di Tetta Becciu
In sas cussorzas de sos sentidos niados, boes arestes curren a totta fua... iscorran sos angrones de s'anima pro iscuttinare chirriolos de sole.
Sentidos vagabundos trobeini isettos austidos incantos incrobados chi m'istringo a su coro.
In s'aidu 'e sas dies arrempio in sas peleas istasidas...
E chirco de domare su tempus cun ojos alluttos de ispera imberriende bisos... pro su sidis de s'anima.
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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 10/02/2011 : 22:20:21
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Questa poesia la trascrissi un po di tempo fa.
Rosina Cossu è nata a Mores nel 1945 dove tutt'ora vive. Le sue prime poesie sono datate i primi anni 70.
Cantu podet sa paraula di Rosina Cossu
Cando s’umanu at Deus creadu de uno faeddu fattu l’at donu a bortas malu a bortas bonu de s’impreu libertade l’at dadu.
‘onzi paraula at significu Chi brotat dae cussu fundamentu, a chie dat gos’ a chie turmentu faeddu o mudu o troppu riccu.
Non sempre issa est ben’impreada, d’arrabiu, insensad’imboligosa o macca, brutta e ingiuriosa, mezus paraula muda che nada.
Pro antigos nostros fit giuramentu E sinzeru signu de onestade Solo un omine de calidade Non beniat mancu a cuss’ammentu.
Chena paraula non b’at amore Chena unu faeddu non b’at cantos Ne cunfortu e preces pro sos santos, a bias illebiat su dolore.
Cantu fit durche sa oghe de mama Cantendemi pianu s’anninnia, cun su coro serenu mi drommia, ninnende s’aboju de una brama.
Una consizu bos apo a dare, faghide bon’usu ‘e sos faeddos, siedas de insinz’a sos piseddos, s’odiu in amore potan jambare
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Modificato da - Tizi in data 10/02/2011 22:21:04 |
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milly73
Salottino
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Inserito il - 11/02/2011 : 19:48:21
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| Adelasia ha scritto:
| milly73 ha scritto:
posso ?
e da un paio di giorni che "vi leggo"
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Ma certo che puoi! Benvenuta in questo angolo di poesia. E che ingresso, il tuo... ti presenti con una poesia che ho letto assaporandola, "S’intirinada": quanta tenera malinconia in quel crepuscolo! Avevo sentito parlare di Tetta Becciu, sono lieta di scoprirne la bravura. Potresti dirci qualcosa di lei, Milly?
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Grazie
Tetta Becciu vive ad Ozieri ed è nata 21/ 5/ 1952. Scrive dal 1993, fino ad oggi ha sempre partecipato ai vari Concorsi letterari dell'isola e del continente, riscuotendo numerosi riconoscimenti. A Milano al Concorso Internazionale di lingua sarda ha vinto il primo premio assoluto. Ha collaborato con l'Università Cattolica di Madrid e l'Università di Berlino per la pubblicazione di un antologia "Bentu 'e terra manna", una raccolta di poesie di poetesse sarde. La Becciu ha tradotto dal napoletano al sardo-logudorese due commedie di Eduardo de Filippo, 'Filomena Marturano" e "Natale in casa Cupiello". Nel 2006 il Rotary Club di Ozieri le ha conferito un riconoscimento per la valorizzazione della lingua sarda. Alcune sue poesie sono state musicate dal coro di Ittireddu.
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Modificato da - milly73 in data 11/02/2011 19:49:48 |
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milly73
Salottino
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Inserito il - 11/02/2011 : 19:54:21
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| Tizi ha scritto:
Ciao Milly, bellissime le poesie in limba, anche io le adoro, hanno un suono dolce e melodioso molto brava Tetta Becciu, nei suoi versi traspare un dolce malinconia, il ricordo, il tempo che passa, il dolore, tutto descrito con delicatezza.
Bellissimo il comento di Savina Dolores Massa...."saper vedere oltre è privilegio per pochi" "Non è brutta, Oristano, lo siamo noi, di fretta esistendo"......
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ciao Tizi, felice che ti siano piaciute
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milly73
Salottino
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Inserito il - 11/02/2011 : 19:59:04
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@ Adelasia
sarò ambasciatrice della tua ammirazione per lei
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