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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 19/11/2010 : 15:39:42
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| robur.q ha scritto:
| maurizio feo ha scritto:
Mannaggia! Avevo inserito una o due provocazioni interessanti, (per stimolare conversazioni che mi interessano) ma non ci è cascato proprio nessuno...
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grazie Lessa, ti ringrazio per il complimento che mi fa davvero piacere però non capisco bene la differenza che vuoi sottolinere vuoi forse dire che c'è qualcuno che fa archeologia sperimentale essendo archeologo e chi dice di farla non avendo la preparazione per farla? L'archeologia sperimentale è.......archeologia, una branca dell'archeologia che, oltre ad avere puri scopi di ricerca, può anche utile mezzo di divulgazione perchè solletica l'immaginazione e i sensi della gente comune.
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L'archeologia sperimentale è archeologia. Nel senso che è una scienza vera e propria, con pratiche e metodi ben precisi. Saltare anche uno solo di questi passaggi più inficiare tutto il risultato. Il punto non è che c'è chi fa archeologia sperimentale non avendo la giusta preparazione (anche quello...ma lasciamo perdere per ora). Il punto è che per poter parlare di AS bisogna avere un quadro completo ed esaustivo della materia. Non si tratta solo di preparazione adeguata, ma anche e sopratutto di approccio. Seguire i passaggi della ricerca (prima ho fatto un esempio) punto dopo punto. Se si salta o si compromette un passaggio bisogna farlo presente nella relazione che si scrive alla fine. Si, perchè l'AS oltre che "mostrata" va anche scritta, altrimenti si conclude nel momento stesso in cui si termina il gesto. L'AS di per se non è tesa alla produzione di un manufatto (es gli abiti di questa mostra) quanto alla spiegazione del COME si è arrivati a quel risultato. Per dirla tutta "barare" saltando uno di questi passaggi non serve a nulla...se non a riempirsi la bocca di belle parole dicendo "abbiamo seguito un attenta procedura di archeologia sperimentale blablabla".
| La rievocazione può essere del tutto romanzesca o parzialmente romanzesca, pertanto credo che debba sempre avvenire con la supervisione dell'archeologo, soprattutto se gode di finanziamenti pubblici. |
Questo (la supervisione) è quasi assolutamente impossibile per il paese in cui viviamo e per i tempi che corrono. L'Italia è già di per se arretrata per quanto riguarda entrambe le materie (AS e reenacting) figurati la Sardegna....! Occhio poi a considerare la rievocazione storica come un qualcosa di romanzato. Questo deriva dall'ottica a cui il pubblico si è abituato, vedendo manifestazioni magari non giustamente filologiche.
Ti consiglio una lettura della prima pagina del CERS (consorzio europeo rievocazioni storiche) a cui il mio gruppo è iscritto. Garante della buona qualità della rievocazione prodotta da un gruppo (anche se molto in fin dei conti sta iniziando a dipendere da chi è presente nel gruppo...e dal suo buon senso). Ci sono diversi gradi di rievocazione storica, reenactment, eccetera. Non generalizziamo.
| Comunque, la semplificazione per la divulgazione (anche e soprattutto per fini economici), è un problema che riguarda tutte le materie, è un problema del nostro tempo, tempo della massificazione delle informazioni. Il discrimine tra semplificazione e fantasia non è chiaro a tutti, soprattutto perchè il concetto di "metodo scientifico" non è diffuso e assodato come ingenuamente si è portati a credere, nemmeno per chi ha un'istruzione superiore |
concordo!
Salludi
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Modificato da - Lessa in data 19/11/2010 15:43:35 |
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"La storia scritta dai vincitori non può dire cose giuste"
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 19/11/2010 : 15:54:13
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| maurizio feo ha scritto:
| Lessa ha scritto:
Pensavo volessi aprire un post solo sulla colorazione Penso che un post solo per l'archeologia sperimentale vorrebbe dire parlare dei modi e dei metodi della materia.
La disciplina è enormemente ampia, in quanto tratta dalla produzione di colla dalle piante al sollevamento di massi di notevoli dimensioni!
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Non si può non essere d'accordo! Quindi ci sarebbe - credo - molto spazio per molti argomenti diversi, in ciascuna "branca" differente! Ognuno potrebbe portare il proprio contributo in quello che conosce, o trovare argomenti d'interesse in ciò che non conosce. Io credo che sarebbe un filone molto succolento. (anche se capisco bene, è umano, che ognuno voglia tenersi per sé i "tricks of the trade", i trucchi del mestiere!). Io non ho segreti da mantenere, se non fino a quando ho pubblicato il mio pensiero originale, (in modo da potere dimostrare che un certo pensiero è il mio, a partire da quella particolare data) e non sono particolarmente geloso. Ma è ovvio che chi ha impegnato applicazione mentale, programmazione, materiale talvolta anche costoso e tempo personale comunque prezioso, per ottenere alcuni risultati può desiderare di non mettere in piazza neppure i risultati parziali (specialmente se sono originali), per non vederseli spuntare stampati allegramente a nome di altri, che non hanno fatto null'altro che copiare sfacciatamente (per poi regolarmente negarlo!).
Per quanto riguarda quello che dice Robur, credo che all'estero siano molto più interessati di noi nel "reinacting" (come chiamano la ricostruzione o rievocazione) di epoche passate, da parte di appassionati puri. Basta guardare il numero di Forum e di Blog che ne parlano, anche solamente in tedesco o in inglese. Si cerchi ad es. su Yahoo "Bronze Age reinacting", con tutti i suoi link). Da noi, temo (ma qui mi si corregga senz'altro, lo accetterò volentieri e mi farà piacere!), si lascia che abbia il sopravvento, di volta in volta, l'aspetto economico, promozionale, politico e personale. Di conseguenza, la differenza tra quello che è puramente estetico (una ricerca anch'essa, ma orientata verso il gradevole e magari "firmata") e che comunque richiama pubblico, soldi e fama, non è sempre ben distinta (da parte del grande pubblico) da ciò che è stato ottenuto faticosamente attraverso l'applicazione del metodo scientifico (formulazione motivata di un'ipotesi, tentativo ed errore, correzione dell'errore, nuovo tentativo etc). Quello che ha accennato Lessa sull'elmo è perfettamente esplicativo.
Colgo l'occasione per affermare che la frase di Domenico : "L’uso di tali materiali in epoca antica è avvalorato da citazioni storiche che ne testimoniano l’impiego. Proprio lo studio del piccolo “esercito” di bronzo ci fa vedere come dovevano essere abbigliate le persone in epoca nuragica, come una sorta di scatti “fotografici” dell’epoca" sia esattamente il tipo di frase che vorrei approfondire, per quanto riguarda la prima parte (citazioni storiche: qualcuno sa quali?) e che ritengo invece sbagliata nella seconda (epoca nuragica: i bronzetti non sono di quell'epoca, a meno che non si voglia artificiosamente espandere oltremodo il cosiddetto periodo nuragico).
Spero che Angela Demontis non legga queste righe, oppure che, leggendole, comprenda cchiaramente he le critiche non sono affatto rivolte a lei nella persona, bensì alle scelte dei suoi consulenti.
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carina la prima parte del post Concordo praticamente su tutto, specialmente sulle citazioni. Quali? Le citazioni di età classica sulla Sardegna si contano sulle dita di una mano. A meno che non si intenda un paragone con altri gruppi etnici vicini alla nostra Sardegna in quell'epoca, ma il paragone (chiaramente) è molto sottile. Sarebbe come cercar di desumere da una foto in bianco e nero i colori del costume di Desulo guardando quello di Cabras!
Un studio, specialmente basato sui colori, è quanto di più ipotetico si possa immaginare! Gusti, disponibilità di alcune piante, conoscenza delle stesse, accostamenti di colori, preferenze, eccetera...! è un campo sterminato!
Certo, vedere tutti i costumi in toni di grigio o di nero sarebbe assolutamente deprimente, ma non si dica "erano così".
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Modificato da - Lessa in data 19/11/2010 15:55:55 |
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 19/11/2010 : 16:01:37
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Anche se........ tutta questa fiducia nel metodo scientifico e nella mente umana, soprattutto nelle scienze cosiddette non esatte: l'applicazione del metodo scientifico (formulazione motivata di un'ipotesi, tentativo ed errore, correzione dell'errore, nuovo tentativo etc). Ecco la summa della scienza giuridica: Res indicata facit de albo nigrum, originem creat, aequat quadrata rotundis, naturalia sanguinis vincula et falsum in verum mutat
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 19/11/2010 : 17:58:41
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Guarda... posso anche condividere in parte il tuo scetticismo, Robur, ma non generalizziamo, ti prego. Ho appena finito un articolo (che spero vedrà la luce presto, forse in estate) nel quale pretenderei di dimostrare come chiunque possa svelare un falso (ideologico/ storico ricostruttivo/ archeologico) anche non essendo affatto un esperto in materia archeologica, in otto facili passi. Non ti anticipo nulla, salvo affermare - alla Popper - che è più facile dimostrare la falsità di una tesi errata che non la verità di una tesi giusta. Ma esistono moltissimi indizi utili, che tutti insieme possono contribuire a chiarire le idee, se indicano nella stessa direzione. Esistono infatti anche tristi episodi del passato della Storia dell'Archeologia Mondiale, che hanno visto tesi rigorose e corrette (ma non confermate da prove scientifiche allora non disponibili) sbeffeggiate dal mondo scientifico di allora (parlo solo del 1948), per poi essere provate con accurati metodi interdisciplinari oggi (ma ancora non vengono credute dai soliti self made scientists, che possiedono solo un'infarinatura leggera di sound, simple science). Questo, solo per dire che le bugie hanno gambe corte e i ciarlatani sono sì reperibili in ogni campo, ma prima o poi sono smascherati. Ed essendo il Tempo galantuomo, anche laddove la Vita sia anche stata balrdracca, prima o poi giusti riconoscimenti colpiscono il segno, magari postumi. In questo post mi sembrano molto "on the mark" le considerazioni fatte da Lessa: accurate e perfettamente attagliate al tema. Incluso il corretto spelling del vocabolo "reenacting" che io ho sbagliato per ben due volte nel mio post.
In ogni caso, la mia fiducia non è affatto riposta nell'onestà della mente umana (riguardo alla quale credo di pensarla esattamente come te), ma nella costante ed assoluta ripetitività del metodo scientifico.
Se io ti dico che sono riuscito a fondere il rame e stagno e fare il bronzo in un fornello di fusione alimentato unicamente ad olio d'oliva, devo descrivere passo passo quello che ho fatto, cioé il metodo, i materiali, le dosi, i tempi, gli errori da evitare e le precauzioni da prendere e perché. Alla fine del mio esperimento, io posso decidere di concludere con un'inferenza: "Secondo me, questo uso dell'olio d'oliva come combustibile è stato uno dei motivi che hanno condotto all'espansoine abnorme dell'ulivo nell'area mediterranea".
Tu puoi dubitare di quello che io scrivo, ne hai tutto il diritto. Ma prima di potere dire "E' assolutamente falso!" devi provare in prima persona - o demandare a persona capace - l'esecuzione dell'esperimento che io ho descritto, per verificarne la fattibilità, cioé appunto la ripetitività. Se l'esperimento è ripetibile (e ti assicuro che lo è, in questo caso), l'unica parte che tu puoi confutare è la mia ipotesi finale non dimostrata e non dimostrabile circa uno dei motivi dell'espansione dell'areale dell'ulivo.
Ma se l'esperimento non è ripetibile, allora l'autore è sicuramente nei guai: e questo è precisamente il motivo per il quale non abbiamo ancora la "Fusione Fredda" dell'atomo, che Fleischman e Pons avevano giurato di avere ottenuto e nessun altro è stato in grado di ottenere.
Ecco perché concordo pienamente con le parole di Alessandro. Con questa nuova iniziativa Gesico e la Trexenta si pongono alla ribalta...punto.
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 19/11/2010 : 19:35:21
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essendo il Tempo galantuomo, anche laddove la Vita sia anche stata baldracca no, non generalizzo naturalmente, ma concorderai con me che nelle scienze umane la ripetibilità dell'esperimento è più l'eccezione che la regola; in economia l'esperimento non esiste (quasi mai per fortuna ), ma non per questo l'economia non è una scienza! Una scienza formatasi con la somma delle esperienze più che con gli esperimenti, che sarebbero assai costosi. Spesso nelle scienze umane siamo nel campo del non dimostrato e soprattutto del non dimostrabile Non è forse dimostrata la iconografia elaborata dalla Demontis, ma non è dimostrabile neppure il contrario. Diciamo che sarebbe una questione di onesta intellettuale nei confronti del pubblico avvertire che è un'ipotesi non dimostrata e forse mai dimostrabile, fino a quando non riesumeremo una mummia Shardana perfettamente conservata nelle calde sabbie d'Egitto
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Modificato da - robur.q in data 19/11/2010 19:41:01 |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 19/11/2010 : 22:16:15
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Sì: sono d'accordo con te, in questo. Anche perché non si dica che siamo (io in particolare, magari) malelingue ad ogni costo. Alla fine, credo che la mostra - che è studiata per piacere - dia ai visitatori quel piacere dell'occhio che in genere si ricerca in una manifestazione del genere: ne esce insoddisfatto (culturalmente) chi avrebbe voluto vedere il faticoso risultato di una ricerca non solo estetica, ma anche ricostruttiva e documentale.
Metto tra parentesi un occasionale Off Topic da cui non posso esimermi, pregando i moderatori di non leggerlo. (Ma attenzione a parlare di mummia Shardana. Molte ed autorevoli recenti ricerche multidisciplinari infatti allontanano in modo definitivo "Shardana" da "Sardegna". Ammesso che i Sherden fossero tra i "Popoli del Mare" (che poi non erano affatto "del mare", perché ve n'erano altrettanti "della terra"), ne erano una componente minore: la componente maggiore, più vera e di gran lunga principale erano i Peleset, forse di lingua greca (Pelastoi, Pelasgoi...). Le etnie erano molto numerose (appaiono essere circa 23 / 24) ed i nomi con cui ci sono note sono prevalentemente quelli Egizi, non quelli veri (qualche volta anche Ittiti). Alcuni - dalla forma gentile usata in Egizio, non erano mai stati noti agli Egizi prima di allora... Le assonanze (errate in partenza) con cui si sono date destinazioni finali ai PdM sono vecchie di 130 anni e non affatto dimostrate. Recentemente, anzi, esse sono più refutate che accettate. Tra l'altro, è dimostrato che i Sherden nelle sabbie d'Egitto erano perfettamente integrati tra gli Egizi e ne condividevano abitudini e costumi, nomi e tutto il resto. Non avevano alcunché di "sardo" (né mai lo avevano avuto).
E la distruzione attribuita ai PdM è stata enormemente ingrandita rispetto alla realtà che si conosce adesso. Drews si sbagliava in pieno. Come, nel suo piccolo, l'Amministrazione Comunale di Gesico.
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Modificato da - maurizio feo in data 19/11/2010 22:28:34 |
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robur.q
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Inserito il - 19/11/2010 : 22:47:40
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| maurizio feo ha scritto:
Sì: sono d'accordo con te, in questo. Anche perché non si dica che siamo (io in particolare, magari) malelingue ad ogni costo. Alla fine, credo che la mostra - che è studiata per piacere - dia ai visitatori quel piacere dell'occhio che in genere si ricerca in una manifestazione del genere: ne esce insoddisfatto (culturalmente) chi avrebbe voluto vedere il faticoso risultato di una ricerca non solo estetica, ma anche ricostruttiva e documentale.
Metto tra parentesi un occasionale Off Topic da cui non posso esimermi, pregando i moderatori di non leggerlo. (Ma attenzione a parlare di mummia Shardana. Molte ed autorevoli recenti ricerche multidisciplinari infatti allontanano in modo definitivo "Shardana" da "Sardegna". Ammesso che i Sherden fossero tra i "Popoli del Mare" (che poi non erano affatto "del mare", perché ve n'erano altrettanti "della terra"), ne erano una componente minore: la componente maggiore, più vera e di gran lunga principale erano i Peleset, forse di lingua greca (Pelastoi, Pelasgoi...). Le etnie erano molto numerose (appaiono essere circa 23 / 24) ed i nomi con cui ci sono note sono prevalentemente quelli Egizi, non quelli veri (qualche volta anche Ittiti). Alcuni - dalla forma gentile usata in Egizio, non erano mai stati noti agli Egizi prima di allora... Le assonanze (errate in partenza) con cui si sono date destinazioni finali ai PdM sono vecchie di 130 anni e non affatto dimostrate. Recentemente, anzi, esse sono più refutate che accettate. Tra l'altro, è dimostrato che i Sherden nelle sabbie d'Egitto erano perfettamente integrati tra gli Egizi e ne condividevano abitudini e costumi, nomi e tutto il resto. Non avevano alcunché di "sardo" (né mai lo avevano avuto).
E la distruzione attribuita ai PdM è stata enormemente ingrandita rispetto alla realtà che si conosce adesso. Drews si sbagliava in pieno. Come, nel suo piccolo, l'Amministrazione Comunale di Gesico.
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e il povero Ugas che fine fa? non è andato a scavare nelle calde sabbie d'Egitto per trovare una mummia in costume orgolese? prego caro Maurizio: riferimenti più precisi sulle recenti ricerche multidisciplinari, che io sono molto molto ignorante così possiamo gettare benz... ehm ravvivare precedenti tread
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 20/11/2010 : 01:54:40
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| credo che la mostra - che è studiata per piacere - dia ai visitatori quel piacere dell'occhio che in genere si ricerca in una manifestazione del genere: ne esce insoddisfatto (culturalmente) chi avrebbe voluto vedere il faticoso risultato di una ricerca non solo estetica, ma anche ricostruttiva e documentale.
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Ecco, questo è un buon riassunto del Topic! Non che la mostra non sia bella o interessante, tutt'altro! Magari non è riuscita a soddisfare me, visto che non era assolutamente ciò che mi aspettavo di vedere. Comunque moltissime persone sono rimaste sicuramente soddisfatte di quello che hanno visto. Dubito che anche solo un dieci per cento di loro sappia la differenza tra una parma e un pelta, o tra un arco composito e uno semplice...ma chissà! Esteticamente magari li ha soddisfatti!
In sintesi di gran parte di ciò che è stato ampiamente spacciato come "ricostruito con antiche metodologie" (quali? e come è dimostrabile?) non c'è assolutamente niente.
| robur.q ha scritto: Diciamo che sarebbe una questione di onesta intellettuale nei confronti del pubblico avvertire che è un'ipotesi non dimostrata e forse mai dimostrabile, fino a quando non riesumeremo una mummia Shardana perfettamente conservata nelle calde sabbie d'Egitto
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Onestà intellettuale che non è stata assolutamente messa in pratica...da nessuna parte.
Sull'ultima parte non concordo. I bronzetti e gli shardana si assomigliano solo vagamente. L'unica cosa in comune forse sono un paio di corna e lo scudo rotondo. Ciò non toglie che io pensi che centrino qualcosa con la Sardegna. Ma sono ben diversi dai bronzetti nuragici, questo è palese, basta guardarli e paragonarli. Non ci vuole molto. E ci credo, hanno come minimo qualche secolo di differenza.
...non affrontiamo l'argomento shardana in questo topic comunque. Salludi.
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Modificato da - Lessa in data 20/11/2010 01:55:35 |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 20/11/2010 : 08:08:56
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Sono d'accordo sul fatto che non non si debba andare fuori tema e mi scuso per averlo fatto. Pertanto risponderò a Robur privatamente.
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 20/11/2010 : 10:45:36
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Si può affrontare in un topic già usato allo scopo...
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 20/11/2010 : 12:12:20
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| Lessa ha scritto:
Si può affrontare in un topic già usato allo scopo...
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Sì: lo farò. Ma non adesso: per ora - scusami - è ancora un po' presto... Non è ancora uscito il mio articolo.
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Sitzikid
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Inserito il - 20/11/2010 : 17:38:49
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Saludi e trigu a tottus!
Intanto una comunicazione di servizio! La mostra rimarrà aperta fino al 30 Novembre e questi sono gli orari per visitarla:
MATTINA: Dalle h.10,30 alle h.13,00 SERA: Dalle h. 15,30 alle h.19,00
Per le scolaresche ovviamente è utile telefonare prima alla segreteria organizzativa! Abbiamo a disposizione alcuni filmati didattici (mandatici da Alberto Angela) da proiettare in sala convegni, con appositi dibattiti guidati ideati appunto per i più piccoli! Inoltre, a richiesta, illustreremo lo stato dell'arte sulla situazione presente e futuro di Gesico ed ovviamente di tutta la Trexenta dal punto di vista Archeologico e Ambientale. Vedi il recente varo del Sic San Mauro (Sito di interesse Comunitario).
Ho seguito con molta attenzione il vostro dibattito e ritengo che ci sono alcune precisazioni da fare. Intanto la bellissima mostra di Angela non è fine a se stessa e non preclude e non esclude nulla alla discussione sulla bronzettistica Sarda. Può piacere oppure no, la realtà è che uno dei pochi lavori che l'Archeologia Ufficiale ha condiviso ed avvalorato. Ma è anche (e soprattutto) l'inizio del progetto "Conosci il tuo Territorio", un autentico contenitore dal quale partire per la valorizzazione e tutela dell'immenso nostro patrimonio. La Soprintendenza di Cagliari con le nostre Associazioni sta collaborando. E penso con reciproca soddisfazione! Certo è vero alcune importantissime scoperte non sono ancora state rese note, ma presto lo saranno, appena finito di indagare. Gli appassionati e ricercatori che lo richiederanno in occasione di questa mostra, potranno conoscerle in anteprima. Basta chiederlo agli organizzatori. Durante questa "Settimana in progress", studieremo e faremo il punto della situazione di importanti scoperte. Siamo pronti al dibattito ed all'organizzazione di eventi ad hoc nella nostra sala multimediale, si accettano suggerimenti. Sabato prossimo ad esempio sarà il turno dei giovani archeologi (da poco laureati) che si incontreranno per discutere delle loro prospettive e del futuro dell'Archeologia in Sardegna. Martedì 30, invece 70 giovani del territorio si incontreranno per un seminario (durata tutto il mese di Dicembre) promosso dalla Comunità Europea e dall'Assessorato al Turismo della Provincia di Cagliari rivolto a creare una Carte dei Servizi per l'Archeologia nel Territorio ed a formare nuove professionalità. Il Progetto è in collaborazione con i paesi della Federazione Russa, della Tunisia, della Romania e della Germania. Paesi che presentano alcune dinamiche in comune con il nostro territorio ovviamente e per questo gemmellate con noi. Vi assicuro non la solita aria fritta! Durante la Settimana vogliamo incontrarci per parlare di emergenze archeologiche? Di nuove scoperte? Di ricerche? Noi siamo pronti e a disposizione! Vi aspettiamo! Infine quanto è costato e costerà alla comunità tutto questo? La bellezza di 600 Euro (diconsi seicentoeuro)! Non è vero che per fare cose interessanti si spende una marea di soldi! "Intelligenze" c'è ne sono a fuiadura, iniziamo allora con abolire i Consulenti! Dopo l'Invidia, le consulenze sono al secondo posto come male endemico della Sardegna! E per produrre che cosa? Il nulla assoluto! Oggi i bambini (numerosissimi) hanno apprezzato tantissimo la Mostra ed al Convegno sono stati attentissimi ed arguti nelle loro domande! Ebbene solo questo ci ripaga enormemente degli sforzi organizzativi effettuati.
Vi aspetto!
A si biri mellus!
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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 20/11/2010 : 18:33:42
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..."Certo è vero alcune importantissime scoperte non sono ancora state rese note, ma presto lo saranno, appena finito di indagare"... Ma davvero!
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Sitzikid
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Inserito il - 21/11/2010 : 16:23:25
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Giuro non ho capito nulla!
A si biri mellus!
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Forrighesos
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Inserito il - 21/11/2010 : 17:01:16
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Ho partecipato,anche attivamente, a diversi simposi di Archeologia Sperimentale, devo concordare con gli amici che mi hanno preceduto, la sperimentazione archeologica deve essere suffragata da prove scientifiche incontestabili. Ad onor del vero diversi archeologi azzardano delle tesi che spesso non sono suffragate da solide basi scientifiche dando sfogo alla libera interpretazione. Sicuramente Angela farà tesoro di questa sua grande " avventura", per dare in futuro, delle risposte a tutti i dubbi che sono sorti in questo forum e non solo.
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Forrighesos
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