Nota Bene:Su Crastu de Santu Eliseu (Mores). sulle pendici inferiori del Monte Santo, e' un imponente masso erratico in cui, in età neolitica, venne scavata una domus de janas. Successivamente, in età cristiana, la tomba preistorica venne ristrutturata e ampliata per trasformarla in chiesa rupestre dedicata, appunto, al santo bizantino Eliseo. Il suo asptto attuale fa pensare davvero ad una favolosa "casa di fate"!!
Grazie Flore, l'ho ascoltata è un bel connubio, il delicato suono della chitarra accompagna la voce profonda e intensa di Davide e le Balentas si inseriscono con le loro voci melodiose e delicate...... In qualsiasi lingua si cantino le ninne nanne sono comunque dolci e intense.
Verissimo Tizi, credo sia così proprio perchè rispecchiano la forma più alta di amore, a mio parere, quello della madre per il figlio.
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Avevo già postato il testo...Ma non l'avevo mai sentita cantare dalla splendida voce di Marisa Sannia...
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si l'amore voltato in odio e' spaventoso.. ma ache le donne si difendevano.. magari qualche giorno dopo, da un oliveto" a boghe de oliariu" un cantoaltissimo offendeva l'offensore
la linba tens mala che una limbuda femìna si l'ingruscias s'ischìna sa matta tinde fala a boddire sa ua n'est bona mama tua ovvero : sei linguacciuto come una donna pettegola, se pieghi la schiena ,ti puo' venire l'ernia , a cogliere l'uva ,e' buona tua madre --( nel senso di : sei una donnicciola, sei un poltrone e non ami piegare la schiena per lavorare.. tua madre e' poco seria non io )
anche da noi le serenate all'antica sono rare, ma non inesistenti,,,,ma in un paese vicinissimo, a Romana, usa cantare sas amoradas, passando di casa in casa in periodi particolari....
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Babbò ha scritto: si l'amore voltato in odio e' spaventoso.. ma ache le donne si difendevano.. magari qualche giorno dopo, da un oliveto" a boghe de oliariu" un cantoaltissimo offendeva l'offensore
la linba tens mala che una limbuda femìna si l'ingruscias s'ischìna sa matta tinde fala a boddire sa ua n'est bona mama tua ovvero : sei linguacciuto come una donna pettegola, se pieghi la schiena ,ti puo' venire l'ernia , a cogliere l'uva ,e' buona tua madre --( nel senso di : sei una donnicciola, sei un poltrone e non ami piegare la schiena per lavorare.. tua madre e' poco seria non io )
anche da noi le serenate all'antica sono rare, ma non inesistenti,,,,ma in un paese vicinissimo, a Romana, usa cantare sas amoradas, passando di casa in casa in periodi particolari....
Assolutamente vero, quando l'amore si trasforma in odio è terribile. Era presumibile che ci fosse un botta e risposta....offesa porta offesa, come sempre si cerca di colpire il punto debole...la famiglia, in questo caso la mamma . Non conoscevo questo tipo di canto, comunque interessante, se la rabbia veniva sfogata nel canto e non si andava oltre.......non andavano oltre vero?
che bello mi piacerebbe sentire cantare sas amoradas, non hai qualche testo da postare? E in che periodi particolari cantano queste canzoni?
Pia ha scritto: Brava Tizi! Hai avuto un'idea fantastica!
Grazie Pia, mi sono sempre piaciute le ninne nanne, cantate in sardo hanno un "sapore" particolare....di immagini e ricordi che ognuno di noi porta in fondo al cuore.....
Ho letto su Intenet di questa iniziativa del sindaco di Ottana, trovo che sia molto bella ed interessante
"Ottana. La singolare Iniziativa del Sindaco Gian Paolo Marras che ha deciso di regalare un libro di fiabe e filastrocche in sardo e un cd di ninna nanne, anch’esse in sardo, per ogni bambino che nasce nel paese Benvenuto al mondo a suon di «duru duru» e ninne nanne «a frore meu»: canti e filastrocche in sardo per attutire il pianto e conciliare il sonno, dopo la poppata. Ma, se non bastasse a fare chiudere gli occhietti, c’è anche la lettura di una fiaba. Anch’essa in sardo. Così il bebè dormirà cullato dai suoni dell’identità culturale".
Ho letto su Intenet di questa iniziativa del sindaco di Ottana, trovo che sia molto bella ed interessante
"Ottana. La singolare Iniziativa del Sindaco Gian Paolo Marras che ha deciso di regalare un libro di fiabe e filastrocche in sardo e un cd di ninna nanne, anch’esse in sardo, per ogni bambino che nasce nel paese Benvenuto al mondo a suon di «duru duru» e ninne nanne «a frore meu»: canti e filastrocche in sardo per attutire il pianto e conciliare il sonno, dopo la poppata. Ma, se non bastasse a fare chiudere gli occhietti, c’è anche la lettura di una fiaba. Anch’essa in sardo. Così il bebè dormirà cullato dai suoni dell’identità culturale".
Tizi, se fossi in te però rivendicherei l'idea, l'hai avuta prima tu
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tizi: nella società tradizionale il canto femminile ,tranne che in alcune occasioni, come negli attittos funebri, erano quasi sempre relegati al privato,alle mura domestiche..all'esecuzione di alcuni lavori che, non a caso danno nome al particolare tipo di canto ( bighe 'e riu.. canto delle lavandaie.. boghe de oliariu.. canto delle raccoglitrici d'olive..boghe e' argada.. canto delle donne che sfibrano il lino ) gli uomini avevano ,invece, anche gli spazi pubblici.. e' ovvio che,tuttavia si trovassero modi per il "botta e risposta".. .. sono O.T. .scusate, ma mi piace ricordare il terribile libello ( i cui testi sono ancora cantati in tutta l'isola in diverse forme) del poeta tissese bartolomeo serra.. che ,respinto ( o tradito??) dall'amata, compose Sa Cantone de Flora ..che portò la vicenda di questa donna ( fortunatamente nascosta da uno pseudonimo) praticamente sulla bocca di tutti.. quando la cosa era meno piacevole di adesso...
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Sisinni Sinnai sola andu a mi croccai sola sola a mi dromì a nemus depu timì. Mi raccumandu a Deus a Deus s'anima raccumandu candu istu e candu andu candu andu e candu istu mi raccumandu a Cristu a Cristu e a Deus a Juanni e a Matteu a Matteu e a Juanni e a Santu Mialli (Michele) a Santu Miali in testa anima mia podesta podesta anima mia in su sonnu e in bìa in bìa e in su sonnu in su lettu miu mi dromu in su lettu mi dromìa e s'Angelu ddoi tenia. S'Angelu Gabrieli benit a mi guardiai (castiai) a mi guardiai (castiai) benit po chi su malignu non m'ingannit nè a de dì nè a de notti nè in s'ora de sa morti. Gesus Giuseppi e Maria Osu raccumandu su coru e s'anima mia.
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Pro tue fortuna chi onzi notte t'isplenda sa luna, chi no appa mai dolore, onzi die t'illumine su sole...
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Deu mi croccu allirgu e cuntentu e seu meda cunfidàu nemmancu scìu de certu chi mi ndi pesi a mangianu e nai ad sumancu unu Babbu Nostu. Po chi de sempri siat prepostu chi sa morti non mi bengat prontamenti nè mi bengat de repenti sendi deu riposàu riposàu a dogni ora po chi non fadda su camminu. A Osu m'invocu o Mamma intercessora po chi in su paradisu m'arriciais po chi a su paradisu mi porteis po totu s'eternidadi. Signora de mei biendi piedadi e s'anima m' abbrazzeis. Gesus Nazarenu Fillu de Maria Santissima Rei dei is Judeus proteggei su miu corpus e salvaimì s'anima de su peccàu.
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ninne nanne e preghiere della notte in Sardo
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non ci avevo pensato, quasi quasi vado a parlare con il sindaco di Ottana