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Pagina: di 29

babborcu
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 21/02/2011 : 13:15:42  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di babborcu Invia a babborcu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
traduco: nell'ordine( della vite nuova) con pampini e grappoli d'uva entro una rete di esagoni
( della vite) con soli pampini
( del tulle ) fiorami ispirati ai disegni dei veli di tulle del costume nuziale
( dei leoni) torie di leoni con code alzare"a pennacchio"
( dell'"albero della vita ") e' una sorta di albero - candelabro







 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 4364  ~  Membro dal: 18/02/2008  ~  Ultima visita: 28/05/2012 Torna all'inizio della Pagina

milly73
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 25/02/2011 : 17:22:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di milly73 Invia a milly73 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
babborcu ha scritto:

milly: ho letto solo ora il tuo elenco delle mostas e le consideraioni su quelle antiche e recenti. a p. 7 e hai pienamente ragione..
a quelle che hai indicato antiche ne aggiungo altre che si ritrovano in logudoro:
sa mustra de sa ide noa
sa mustra de sa ide
sa mustra de su tullu
sa mustra de sos leones
sa mustra de sa cataluffa.....

ciao


ops hai ragione
ma tu ne dimentichi un'altra, non meno importante
Sa mustra de sa tiliccas







  Firma di milly73 
Pro tue fortuna
chi onzi notte t'isplenda sa luna,
chi no appa mai dolore,
onzi die t'illumine su sole...

 Regione Sardegna  ~ Città: ..................  ~  Messaggi: 3255  ~  Membro dal: 22/04/2009  ~  Ultima visita: 08/11/2023 Torna all'inizio della Pagina

milly73
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 25/02/2011 : 18:38:41  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di milly73 Invia a milly73 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@ Sartinocchja

quando dico da un minimo di 5 a un massimo di 15, intendo le passate della lana, non si misurano in cm.
Un punto, secondo me molto importante,è la lana, oggi è filata grossolanamente, i nostri avi usavano lana filata in casa e ti posso assicurare che il manufatto cambia non solo al tatto ma anche per il fatto che erano tessute belle fitte e in "fine".
Le mie bisacce al tocco rimangono rigide invece ho avuto modo di ammirarle tessute tanti anni fa e al tocco risultavano morbide.
Ho visto bisacce anche con solo 5 passate di lana, per lo scambio a volte due ma a volte anche solo una passata.
Sono molteplici le varianti che ho potuto notare.
Tutte le bisacce che ho avuto modo di ammirare hanno un massimo di 15 passate, sicuramente nella bisaccia che tu descrivi la tessitrice ha voluto mettere un qualcosa di suo.
Non ho mai sentito o letto una regola per la bisaccia inerente le passate a scaccu o battoro in posta o a mattoneddos.

Tutelare il passato è importante ma non facile, sicuramente è facile scroprire il numero delle passate della lana,i filati e le tecniche di realizazzione.
Ho avuto modo di scoprire che possono essere "ricamate" a pibiones, o "a punto", (per ogni punto si fa un giro sui fili dell'ordito ) diverso dalla tecnica a pùnt'e agu e troviamo i seguenti metodi, detti a "perra a posta" "punto a fiu sparrau"e "punto a duas postas"
il tutto con il rimettaggio da te descritto, 14142323, maggiormente usato nel campidano, ripeto, in marmilla il rimettaggio è diverso.

Il mio telaio ha circa 100 anni gli unici cambiamenti che ho voluto sono le carrucole,i licci e il pettine, sicuramente il tuo è così

quando premi i pedali le canne vanno giù facilmente con le carrucole invece legate così (come nella foto) devi aiutarli

continua........









  Firma di milly73 
Pro tue fortuna
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 25/02/2011 : 19:01:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di babborcu Invia a babborcu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
sa tilicca, rosas a cadena, rosas e ganzos, sas battor rosas, su puzone in su rattu, s'ispola, s'isfera, su coraddu, sa pramma, su fiore de sa zucca, sos limones, sas mendulas boidas, sas mendulas pienas ecc eeeeH ne esistono molte...






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milly73
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 25/02/2011 : 19:42:39  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di milly73 Invia a milly73 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
babborcu ha scritto:

sa tilicca, rosas a cadena, rosas e ganzos, sas battor rosas, su puzone in su rattu, s'ispola, s'isfera, su coraddu, sa pramma, su fiore de sa zucca, sos limones, sas mendulas boidas, sas mendulas pienas ecc eeeeH ne esistono molte...


aspeeeee.... dammi tempo ti cito le mustras del mio paese







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milly73
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 25/02/2011 : 20:37:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di milly73 Invia a milly73 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

La bisaccia (bèrtula) era fra i manufatti tessili più diffusi in Sardegna.
Si ottiene tessendo una lunga striscia di tessuto larga 50/60 cm e lunga circa 230, ripiegata alle 2 estremità a costituire due tasche, ciascuna lunga 50 cm, separate dalla parte mediana che fa da bilanciere per essere portata in spalla o sotto la sella del cavallo.
"Contenitore" indispensabile per tutti quelli che lavoravano in campagna, le tasche venivano utilizzate per riporvi il pane, il companatico,il recipiente dell'acqua i semi e i piccoli attrezzi da lavoro.
Il pastore la utilizzava per il trasporto del latte, gli agnellli nati durante la transumanza e a volte nell'ovile, stesa per terra come letto o cuscino.
Son fatte di lana tessuta e quasi sempre ligate da strisce di colori diversi.

Lo scrittore inglese D.H. Lawrence sbarcò in Sardegna il 6 gennaio del 1921 e ciò che lo colpì furono le bisacce, le descive così :
sono rozzamente tessute a strisce di lana grezza nero- ruggine, alternate a strisce bianche; le fasce e le strisce sono di varia ampiezza e corrono in senso trasversale.
E nelle fasce chiare sono intessuti a volte fiori di colori incantevoli:
rosso, azzurro e verde, di disegno contadino; a volte animali fantastici, bestie in lana scura.
Così che queste misteriose altre fantastici, grifoneschi animali, sono veri paesaggi a se.

Nel corredo della futura sposa non dovevano mancare le bisacce il cui numero variava in rapporto alle possibilità economiche e alla posizione sociale nell'ambito della comunità.
Generalmente era la futura sposa che si tesseva e confezionava la bisaccia ed è per questo motivo che appare il nome della donna che l'ha tessuta,la data di realizzazione,le iniziali dell'uomo al quale era destinata, oppure le iniziali degli sposi.

La prima bisaccia era semplice, a volte bicolore, piccoli motivi decorativi ma niente altro, in sardo chiamata "sa bèrtula pro andare a monte".

La seconda era "delle grandi occasioni" tessuta con lanette colorate di importazione, sfuttando tutti gli spazzi disponibili.
Durante la confezione delle bisacce, i bordi e le tasche venivano orlati con strisce di tessuti vari, ma sempre preziosi (brocato,seta, velluto) e venivano mostrate in occasioni festive e cerimoniali, in sardo chiamata "sa bèrtula frorida".


continua.......







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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 26/02/2011 : 11:53:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sartinocchja Invia a sartinocchja un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
babborcu ha scritto:

sa tilicca, rosas a cadena, rosas e ganzos, sas battor rosas, su puzone in su rattu, s'ispola, s'isfera, su coraddu, sa pramma, su fiore de sa zucca, sos limones, sas mendulas boidas, sas mendulas pienas ecc eeeeH ne esistono molte...


Babborcu grazie per la traduzione ti chiedo se gentilmente puoi tradurre anche queste (abbi pietà ma non capisco). Grazie







  Firma di sartinocchja 
“(…) Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” Antoine De Saint-Exupéry
“Osare è la forza più grande …” Selene

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Oristano  ~ Città: Oristano  ~  Messaggi: 609  ~  Membro dal: 21/11/2010  ~  Ultima visita: 17/01/2014 Torna all'inizio della Pagina

sartinocchja
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 26/02/2011 : 11:57:48  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sartinocchja Invia a sartinocchja un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
milly73 ha scritto:

@ Sartinocchja

quando dico da un minimo di 5 a un massimo di 15, intendo le passate della lana, non si misurano in cm.
Un punto, secondo me molto importante,è la lana, oggi è filata grossolanamente, i nostri avi usavano lana filata in casa e ti posso assicurare che il manufatto cambia non solo al tatto ma anche per il fatto che erano tessute belle fitte e in "fine".
Le mie bisacce al tocco rimangono rigide invece ho avuto modo di ammirarle tessute tanti anni fa e al tocco risultavano morbide.
Ho visto bisacce anche con solo 5 passate di lana, per lo scambio a volte due ma a volte anche solo una passata.
Sono molteplici le varianti che ho potuto notare.
Tutte le bisacce che ho avuto modo di ammirare hanno un massimo di 15 passate, sicuramente nella bisaccia che tu descrivi la tessitrice ha voluto mettere un qualcosa di suo.
Non ho mai sentito o letto una regola per la bisaccia inerente le passate a scaccu o battoro in posta o a mattoneddos.

Tutelare il passato è importante ma non facile, sicuramente è facile scroprire il numero delle passate della lana,i filati e le tecniche di realizazzione.
Ho avuto modo di scoprire che possono essere "ricamate" a pibiones, o "a punto", (per ogni punto si fa un giro sui fili dell'ordito ) diverso dalla tecnica a pùnt'e agu e troviamo i seguenti metodi, detti a "perra a posta" "punto a fiu sparrau"e "punto a duas postas"
il tutto con il rimettaggio da te descritto, 14142323, maggiormente usato nel campidano, ripeto, in marmilla il rimettaggio è diverso.

Il mio telaio ha circa 100 anni gli unici cambiamenti che ho voluto sono le carrucole,i licci e il pettine, sicuramente il tuo è così

quando premi i pedali le canne vanno giù facilmente con le carrucole invece legate così (come nella foto) devi aiutarli

continua........






Milly, tenere i centimetri lontano dall’organizzazione spaziale di un manufatto è a mio avviso impossibile, credo che nella realizzazione non si possa prescindere dai numeri (che poi si traducono in passate naturalmente), ma che pure corrispondono a un tot di centimetri (anche se spesso sentivo dire a mia madre “a ogu” ma stranamente poi corrispondeva a un tot di passate ben precise).

Come dici te è importante non solo la lana ma anche il cotone con cui è preparato l’ordito (anche questo non è più quello di una volta), tutto questo pesa insieme agli altri elementi del telaio e non ultimo chi realizza il manufatto sul risultato finale.

Concordo con te che le varianti siano molteplici in tutta l’Isola. È pure vero che alcune sono tipiche di alcune zone e non di altre, quindi il tuo “(…) Ho visto bisacce anche con solo 5 passate di lana, per lo scambio a volte due ma a volte anche solo una passata”, si riferisce a questo. Dove forse quei 5 piuttosto che 15 ha un significato, codificato nel tempo.

Dici che non ci sono regole, ma il tuo affermare che non hai visto bisacce che superano le 15 passate è di per se una regola, che sapevano bene le nostre nonne. Questa “regola” forse ci serve per fare una distinzione fra manufatti realizzati in passato e manufatti recenti (come ti ho detto ho visto bisacce sia con un numero superiore a 15 passate sia realizzate interamente a làuru).
Qui mi vengono in mente le parole di Babborcu riferite al costume “(…) Le fogge tradizionali hanno tutte subito un evoluzione finita quando il costume non era più d'uso normale (quotidiano, festivo, ecc) qualsiasi momento di tale evoluzione testimoni il costume è valido … non è valido ciò che si aggiunge dopo (perchè non filtrato e digerito attraverso il gusto della comunità) …” mi chiedo se si debba fare un discorso simile anche per l’arte tessile?
È questo che mi chiedo: “quanto di quello che vediamo oggi in tutta l’isola “è filtrato e digerito attraverso il gusto della comunità?”. Dove collocare … “la tessitrice ha voluto mettere un qualcosa di suo”. Sono d’accordo con te che bisogna tutelare il passato.


Per le tecniche di realizzazione:
Cerco di capire tecnica “a pibiones”, per ogni punto si fa un giro attorno al ferro appoggiato sul dritto del lavoro.
Tecnica “a briali, “a most’e pei”, “lizza pintara” per questa tecnica come dici te (bisogna decidere che disegno eseguire, in base al disegno si fa il rimettaggio, deve essere un disegno geometrico e il numero dei licci può variare da 4 a 18, più è complesso il disegno più licci occorrono).

Tecnica a “pùnt'e agu, “a lauru”, “a bagas” oltre alla trama di fondo a seconda del disegno si inseriscono di volta in volta le trame supplementari (in lana, fili dorati ecc) che si portano sul dritto del lavoro per creare le decorazioni, questi ricoprono interamente il tessuto di fondo (l’ordito).

Tecnica "a punto", per ogni punto si fa un giro sui fili dell'ordito,

“a posta” (4 fili)
"perra a posta", “mesu posta” (2 fili)
"punto a duas postas" (8 fili)
"punto a 3 postas" (12 fili)
"punto a 4 postas" (16 fili)

Tecnica "punto a fiu sparrau" ?
Milly puoi spiegare cosa significa: passate a scaccu a battoro in posta a mattoneddos.


Ok per il rimettaggio di Rocky e il mio che tu dici appartiene al campidano e al barigadu. Posso chiederti com’è quello della Marmilla, Mogoro Morgongiori? Così per quella biddobraesa?

Con mio grande dispiacere il telaio di mia madre non è così vecchio, quello appartenente alle mie nonne (sia materna sia paterna) sono finiti nelle mani delle mie zie più grandi. In compenso sono riuscita a recuperare il fuso, che custodisco gelosamente, quello si ha oltre 100 anni. A Pasqua ho provato a filare la lana (che ridere, un vero disastro, ringrazio mia zia ottantenne per la pazienza).
Grazie, a presto







Modificato da - sartinocchja in data 26/02/2011 12:12:31

  Firma di sartinocchja 
“(…) Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” Antoine De Saint-Exupéry
“Osare è la forza più grande …” Selene

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milly73
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 26/02/2011 : 15:05:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di milly73 Invia a milly73 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@ sartinocchja

tu pensi che i nosri avi lavoravano con il metro?
Secondo me non lo usavano, e io non lo uso....
o meglio lo uso ma ti faccio un esempio,
se la tasca della bisaccia ha cm 50 è normale che anche il "dietro deve avere 50 cm e più c'è da tener conto della piega, per fare la parte mediana io non uso più il metro ma il tot di mattoncini che ho fatto per il dietro della bisaccia, stesso discorso per il dietro della seconda tasca.
Se decido di fare 10 passate....io le conto per tutto il lavoro e non uso i cm, per me è impossibile, naturalmente questo è il mio punto di vista .

Quando cito le 5 o 15 passate ti parlo del campidano barigadu e marmilla.
Mi dispiace ma ripeto nessuno mi ha parlato di regole.....

La persona che lo ha voluto mi disse:
voglio un qualcosa di moderno e un qualcosa di tradizionale, un mix
(non ridete sono abituata a richieste strane )

questo lavoro sempre tessuto a battoro in posta ha solo 5 passate prima dello scambio...tradizione e innovazione

Questi giorni sto rielaborando un disegno per una bisaccia quindi ho fatto una ricerca, ma niente di niente neanche le persone anziane hanno saputo dirmi niente

Il mio affermare un massimo di 15 è riferito alla mia zona e alle bisacce che ho avuto la fortuna di ammirare da vicino,
però se tu noti io ho inserito una foto di una bisaccia con i mattoncini senza lo scambio, a mio aviso questo fa riflettere, io stessa ne ho realizzato una simile


interamente tessute a lauru non ne ho mai viste, e qui penso che con la tradizione non ci siamo propio

quanto ho citato questo:
Ho avuto modo di scoprire che possono essere "ricamate" a "pibiones" "a punto" o a "a pùnt'e agu"
il tutto con il rimettaggio da te descritto, 14142323

esempio, questa tovaglietta e stata realizzata a pibiones con il rimettaggio 14142323

questa tovaglietta ha 150 anni e un pò vecchiotta

per quanto riguarda la tradizione....non sempre viene tutelata ho visto di tutto e di più....disegni che vengono "deffiniti" tipici sardi ma non lo sono....
L'introduzione dei fili argentati o dorati, non fanno parte del passato, è una "moda" dei giorni nostri, anche io li uso per abellire il tutto e sopratutto per una questione di richiesta ma rimane il ma...
e torno li li non ho mai visto ricami dorato o argentati sulle bisacce che vanno dal 1800 al 1900.







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milly73
Salottino
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Inserito il - 26/02/2011 : 15:18:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di milly73 Invia a milly73 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
milly73 ha scritto:


La bisaccia (bèrtula) era fra i manufatti tessili più diffusi in Sardegna.
Si ottiene tessendo una lunga striscia di tessuto larga 50/60 cm e lunga circa 230, ripiegata alle 2 estremità a costituire due tasche, ciascuna lunga 50 cm, separate dalla parte mediana che fa da bilanciere per essere portata in spalla o sotto la sella del cavallo.
"Contenitore" indispensabile per tutti quelli che lavoravano in campagna, le tasche venivano utilizzate per riporvi il pane, il companatico,il recipiente dell'acqua i semi e i piccoli attrezzi da lavoro.
Il pastore la utilizzava per il trasporto del latte, gli agnellli nati durante la transumanza e a volte nell'ovile, stesa per terra come letto o cuscino.
Son fatte di lana tessuta e quasi sempre ligate da strisce di colori diversi.

Lo scrittore inglese D.H. Lawrence sbarcò in Sardegna il 6 gennaio del 1921 e ciò che lo colpì furono le bisacce, le descive così :
sono rozzamente tessute a strisce di lana grezza nero- ruggine, alternate a strisce bianche; le fasce e le strisce sono di varia ampiezza e corrono in senso trasversale.
E nelle fasce chiare sono intessuti a volte fiori di colori incantevoli:
rosso, azzurro e verde, di disegno contadino; a volte animali fantastici, bestie in lana scura.
Così che queste misteriose altre fantastici, grifoneschi animali, sono veri paesaggi a se.

Nel corredo della futura sposa non dovevano mancare le bisacce il cui numero variava in rapporto alle possibilità economiche e alla posizione sociale nell'ambito della comunità.
Generalmente era la futura sposa che si tesseva e confezionava la bisaccia ed è per questo motivo che appare il nome della donna che l'ha tessuta,la data di realizzazione,le iniziali dell'uomo al quale era destinata, oppure le iniziali degli sposi.

La prima bisaccia era semplice, a volte bicolore, piccoli motivi decorativi ma niente altro, in sardo chiamata "sa bèrtula pro andare a monte".

La seconda era "delle grandi occasioni" tessuta con lanette colorate di importazione, sfuttando tutti gli spazzi disponibili.
Durante la confezione delle bisacce, i bordi e le tasche venivano orlati con strisce di tessuti vari, ma sempre preziosi (brocato,seta, velluto) e venivano mostrate in occasioni festive e cerimoniali, in sardo chiamata "sa bèrtula frorida".


continua.......



questo riassunto che ho riportato, secondo me, aiuta a capire quali erano le usanze, i filati usati, anche qui un punto interrogativo ????
I filati in seta non vengono usati nelle bisacce del 1800-1900 si parla di lanette di importazione, oggi molti manufatti sono realizzati con questo tipo di filato.
A me fa molto riflettere l'affermazione di D.H. Lawrence
le fasce e le strisce sono di varia ampiezza

ma continuerò le mie ricerche








Modificato da - milly73 in data 26/02/2011 15:21:31

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chi no appa mai dolore,
onzi die t'illumine su sole...

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sartinocchja
Salottino
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Inserito il - 26/02/2011 : 19:02:48  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sartinocchja Invia a sartinocchja un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
milly73 ha scritto:

@ sartinocchja

tu pensi che i nosri avi lavoravano con il metro?
Secondo me non lo usavano, e io non lo uso....
o meglio lo uso ma ti faccio un esempio,
se la tasca della bisaccia ha cm 50 è normale che anche il "dietro deve avere 50 cm e più c'è da tener conto della piega, per fare la parte mediana io non uso più il metro ma il tot di mattoncini che ho fatto per il dietro della bisaccia, stesso discorso per il dietro della seconda tasca.
Se decido di fare 10 passate....io le conto per tutto il lavoro e non uso i cm, per me è impossibile, naturalmente questo è il mio punto di vista .

Quando cito le 5 o 15 passate ti parlo del campidano barigadu e marmilla.
Mi dispiace ma ripeto nessuno mi ha parlato di regole.....

La persona che lo ha voluto mi disse:
voglio un qualcosa di moderno e un qualcosa di tradizionale, un mix
(non ridete sono abituata a richieste strane )

questo lavoro sempre tessuto a battoro in posta ha solo 5 passate prima dello scambio...tradizione e innovazione

Questi giorni sto rielaborando un disegno per una bisaccia quindi ho fatto una ricerca, ma niente di niente neanche le persone anziane hanno saputo dirmi niente

Il mio affermare un massimo di 15 è riferito alla mia zona e alle bisacce che ho avuto la fortuna di ammirare da vicino,
però se tu noti io ho inserito una foto di una bisaccia con i mattoncini senza lo scambio, a mio aviso questo fa riflettere, io stessa ne ho realizzato una simile


interamente tessute a lauru non ne ho mai viste, e qui penso che con la tradizione non ci siamo propio

quanto ho citato questo:
Ho avuto modo di scoprire che possono essere "ricamate" a "pibiones" "a punto" o a "a pùnt'e agu"
il tutto con il rimettaggio da te descritto, 14142323

esempio, questa tovaglietta e stata realizzata a pibiones con il rimettaggio 14142323

questa tovaglietta ha 150 anni e un pò vecchiotta

per quanto riguarda la tradizione....non sempre viene tutelata ho visto di tutto e di più....disegni che vengono "deffiniti" tipici sardi ma non lo sono....
L'introduzione dei fili argentati o dorati, non fanno parte del passato, è una "moda" dei giorni nostri, anche io li uso per abellire il tutto e sopratutto per una questione di richiesta ma rimane il ma...
e torno li li non ho mai visto ricami dorato o argentati sulle bisacce che vanno dal 1800 al 1900.



Milly, non mi sembra di aver detto che "i nostri avi lavoravano con il metro" (ora che leggo mi hai fatto venire in mente che mia madre, per vedere se il manufatto non è difettoso utilizza una cordicella), sul fatto del numero, passate centimetri, tradizione innovazione confermo quello che ho detto nell’ultimo post.
Ora forse diventa importante chiedersi cosa intendiamo “per regole” prima di proseguire.

Puoi dire in che senso fa riflettere “(…)però se tu noti io ho inserito una foto di una bisaccia con i mattoncini senza lo scambio, a mio aviso questo fa riflettere, io stessa ne ho realizzato una simile”.

Milly io credo sia importante spiegare il più possibile, in modo da comunicare più informazioni possibili a chi si avvicina per la prima volta a quest’arte e non solo:
in questo senso ti chiedo nuovamnte del rimettaggio ... so quello che usa Rocky, quello descritto da me che tu dici appartiene al campidano e al barigadu. Posso chiederti com’è quello della Marmilla, Mogoro Morgongiori? Così per quella biddobraesa?

Per le tecniche di realizzazione mi riferivo in generale e non solo per la bisaccia, anche qua credo sia importante spiegare di che cosa si tratta:

Cerco di capire tecnica “a pibiones”, per ogni punto si fa un giro attorno al ferro appoggiato sul dritto del lavoro.
Tecnica “a briali, “a most’e pei”, “lizza pintara” per questa tecnica come dici te (bisogna decidere che disegno eseguire, in base al disegno si fa il rimettaggio, deve essere un disegno geometrico e il numero dei licci può variare da 4 a 18, più è complesso il disegno più licci occorrono).
Tecnica a “pùnt'e agu, “a lauru”, “a bagas” oltre alla trama di fondo a seconda del disegno si inseriscono di volta in volta le trame supplementari (in lana, fili dorati ecc) che si portano sul dritto del lavoro per creare le decorazioni, questi ricoprono interamente il tessuto di fondo (l’ordito).

Tecnica "a punto", per ogni punto si fa un giro sui fili dell'ordito, ????

“a posta” (4 fili)
"perra a posta", “mesu posta” (2 fili)
"punto a duas postas" (8 fili)
"punto a 3 postas" (12 fili)
"punto a 4 postas" (16 fili)

Tecnica "punto a fiu sparrau" ?

Milly puoi spiegare cosa significa: passate a scaccu a battoro in posta a mattoneddos.


I fili d’oro/dorati sono usati anche nell’antichità, raramente visto che pochi si potevano permette il costo, non certo nella bisaccia, non mi riferivo a questo.

“(…)A me fa molto riflettere l'affermazione di D.H. Lawrence le fasce e le strisce sono di varia ampiezza”. Se per fascia o striscia intendiamo la parte a lauru (e non la lunghezza totale della bisaccia) come ho detto io, non sono ferrata sull’argomento ma ti dico quello che ho appreso osservando mia madre (e i racconti su mia nonna) nel realizzare questi pezzi. Dai ricordi da bambina di chi usava quest’oggetto in paese e nel circondario. Per quella di uso quotidiano la parte “a bettua” era prevalente. Mentre per quella delle feste la parte realizzata a làuru occupava una parte della bisaccia (le due frontali e non del tutto). Io non ho letto gli scritti di D.H. Lawrence, mi sembra che non aggiunga nulla di nuovo, se mai conferma.
A presto







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“(…) Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” Antoine De Saint-Exupéry
“Osare è la forza più grande …” Selene

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babborcu
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la misura antica dei tessuti ( ma non solo) in sardegna era la "canna) circa un metro e mezzo...
nel logudoro, dove le bisacce con molti colori e con decori ricchi e non geometrici sono rare, esiste una gamma di bisacce, che, aldilà della bisaccia di gala, che talvolta confezionavano le fidanate, facevano parte del corredo maschile ( messo a disposizione dalla famiglia dello sposo) assieme all biancheria personale, ai sacchi per il grano e per la semina, e a tutto quello in tessuto che poteva servire ai lavori rurali maschili... faceva parte del corredo maschile anche almeno un asciugamano di lino con iniziali ricamate e grangie macrame' molto elaborate ( in genere dono della nonna materna o della madrina di battesimo)..
le bisacce andavano da quelle tutte in cotone e bianche ( de ogni die) .. le si faceva di cotone perchè il tessuto si piegava ed adattava bene agli omeri.. a quelle di mezza festa, generelmante a quadretti ( bianchi e neri o ruggine, rosso ,ocra, giallo , marrone ecc) su armatura a spigato ,tutte in lana con semplici decorazioni in tessuto di cotone azzurro o in velluti di cotone, a quelle di gran festa caratterizzate da decorazioni a bande nere su spigato bianco e nero ( a listrones) e filatura finissima ,sempre tutte in lana, e con applicazioni ad archetti, arabeschi ecc in velluto di seta granato, verde, cremis, viola ,azzurro sottolineato da cordoncini applicati.... in quellenuziali non mancano mai auori in stoffe preziose, applicati
qeste bisace erano abbianate a sottosella ( battiles) decorati con hli stessi velluti e fitti di piccoli fiocchi rossi di panno
( ittrti, utri, villanova M leone, ploaghe) ad osilo la tessitura finissima si accosta a nastri ( sa coldedda) in lino o cotone color crudo ,tessuti sul posto con un telaio particolare..

a ploaghe, bonorva, thiesi ,cossoine si hanno anche bisacce più elaborate ( ma in antico erano rare e destinate ai "ricchi") anche con tecnica "ad agu"..


presto vi tradurro'le mostas nella "misteriosa" parlata del logudoro.. ciau







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milly73
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babborcu ha scritto:

la misura antica dei tessuti ( ma non solo) in sardegna era la "canna) circa un metro e mezzo...
nel logudoro, dove le bisacce con molti colori e con decori ricchi e non geometrici sono rare, esiste una gamma di bisacce, che, aldilà della bisaccia di gala, che talvolta confezionavano le fidanate, facevano parte del corredo maschile ( messo a disposizione dalla famiglia dello sposo) assieme all biancheria personale, ai sacchi per il grano e per la semina, e a tutto quello in tessuto che poteva servire ai lavori rurali maschili... faceva parte del corredo maschile anche almeno un asciugamano di lino con iniziali ricamate e grangie macrame' molto elaborate ( in genere dono della nonna materna o della madrina di battesimo)..
le bisacce andavano da quelle tutte in cotone e bianche ( de ogni die) .. le si faceva di cotone perchè il tessuto si piegava ed adattava bene agli omeri.. a quelle di mezza festa, generelmante a quadretti ( bianchi e neri o ruggine, rosso ,ocra, giallo , marrone ecc) su armatura a spigato ,tutte in lana con semplici decorazioni in tessuto di cotone azzurro o in velluti di cotone, a quelle di gran festa caratterizzate da decorazioni a bande nere su spigato bianco e nero ( a listrones) e filatura finissima ,sempre tutte in lana, e con applicazioni ad archetti, arabeschi ecc in velluto di seta granato, verde, cremis, viola ,azzurro sottolineato da cordoncini applicati.... in quellenuziali non mancano mai auori in stoffe preziose, applicati
qeste bisace erano abbianate a sottosella ( battiles) decorati con hli stessi velluti e fitti di piccoli fiocchi rossi di panno
( ittrti, utri, villanova M leone, ploaghe) ad osilo la tessitura finissima si accosta a nastri ( sa coldedda) in lino o cotone color crudo ,tessuti sul posto con un telaio particolare..

a ploaghe, bonorva, thiesi ,cossoine si hanno anche bisacce più elaborate ( ma in antico erano rare e destinate ai "ricchi") anche con tecnica "ad agu"..


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mi spieghi come puoi misuare con una canna da un metro e mezzo un lavoro tessuto al telaio orizzontale ?
Sarebbe bello capire il metodo dei nostri avi, tenendo conto che le antiche bisacce hanno misure differenti l'una dall'altra

con il mio telaio puoi misurarne al massimo cm 25 cm senza toccare il subbio
mai e poi mai bisogna sgolvere il manufatto tessuto dal subbio
regola antichissima










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Pro tue fortuna
chi onzi notte t'isplenda sa luna,
chi no appa mai dolore,
onzi die t'illumine su sole...

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babborcu
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non pensare ad una canna di fiume secca.. forse la misura derivava da quella.... pero' la canna era il nome dell'unità di misura.. ne sono certo .. i tessuti si misuravano e vendevano a canne... e come per il metro , vi erano i sottomultipli : dalla mezza canna : circa 70 cm ; sino al palmo: circa 25 cm...






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milly73
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Inserito il - 27/02/2011 : 20:42:49  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di milly73 Invia a milly73 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
babborcu ha scritto:

non pensare ad una canna di fiume secca.. forse la misura derivava da quella.... pero' la canna era il nome dell'unità di misura.. ne sono certo .. i tessuti si misuravano e vendevano a canne... e come per il metro , vi erano i sottomultipli : dalla mezza canna : circa 70 cm ; sino al palmo: circa 25 cm...


ok adesso è più chiaro non capivo mai e poi mai metto in dubbio quel che mi si dice.....ma non mi era chiaro
"a prammusu" ne avevo sentito parlare ma non me ne sono ricordata
questo sicuramente è più che attendibile
grazie mille







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