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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 31/07/2012 : 01:00:06
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A Rita: sono vissuto a Cagliari fino all'etá di 33 anni e giá da quando ero piccolo (anni '70) chi parlava in sardo a Cagliari era solo qualcuno! A Tzinnigas: per il paese dove vivo io, Orotelli (vicino a Núoro), é come per il tuo paese, la gente dice una parola in sardo e quattro in italiano, certe parole che io uso parlando in sardo certi non le capiscono.
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Agostino Zoroddu |
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 31/07/2012 : 16:52:55
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Quando dicevo che la lingua sarda è in guerra non scherzavo mica!! Ma come si può pensare che una lingua sopravviva se non è insegnata ed utilizzata nelle scuole, se con essa non vengono scritti nè giornali nè riviste e ben pochi libri e nessuno a carattere tecnico, se non è utilizzata in televisione, su internet, negli uffici pubblici, a messa, ecc. ecc.. Però attenzione: la perdita dell'uso diffuso della terminologia tecnica dell'agricoltura e dell'allevamento è fisiologica. Io non conosco i termini sardi delle parti dell'aratro, ma non li conosco neppure in italiano, perchè l'aratro tradizionale non si usa più e non faccio l'agricoltore. Questa è una terminologia destinata a rimanere patrimonio dei pochi che continueranno a dedicarsi all'agricoltura e all'allevamento. Ma questa non è una brutta notizia, anzi, è una buona notizia perchè vuol dire che la Sardegna è entrata a pieno titolo nel XXI secolo, che è una società pienamente moderna. Capisco che a coloro fra noi che non sono più giovanissimi ciò possa creare un senso di perdita quasi dolorosa, perchè questi termini sono legati alla nostra lontana (mia almeno ) gioventù, ma ricordiamoci anche delle povertà e dei dolori del recente passato. Ora non ci sono più.
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Modificato da - robur.q in data 31/07/2012 16:55:17 |
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Rita Niffoi
Utente Medio
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Inserito il - 31/07/2012 : 19:01:14
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Sono naturalmente convinta del fatto che la lingua vada parlata, scritta, studiata, non mi stancherò mai di ripeterlo, e devo dire che la mia realtà è abbastanza diversa dalla vostra: a Orani il dialetto viene usato e esiste un interesse reale che va comunque stimolato, coltivato. Siamo lontani dai tempi in cui la persona di cultura, s'istudiàu, si esprimeva in italiano e quasi si vergognava della lingua appresa da bambino. Per esempio, alcuni dei miei colleghi medici oranesi, pur se non tutti, usano correntemente sa limba, e questo non toglie nulla, anzi aggiunge molto in termini di comunicazione e confidenza con il paziente. Però scusa Robur non sono d'accordo sul fatto che i termini della società agropastorale si possano lasciare andare così, sono radici importanti che devono essere fissate, non ricordi spiacevoli di un tempo che fu. Forse l'ho già detto in altra discussione, a me per esempio dispiace non avere nella memoria il carro a buoi, nemmeno con l'immaginazione posso vederlo, ma voglio, per dire, che non si dimentichi la differenza tra unu pinnettu e una pinnetta, e non perchè ho nostalgia dei tempi in cui i miei antenati utilizzavano queste ingegnose e scomode abitazioni!
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 31/07/2012 : 21:48:50
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appunto
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Gonariu
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Inserito il - 01/08/2012 : 15:31:42
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A robur: neanche io conosco i termini che si usano in campagna, né in italiano, né in campidanese, né in nuorese. A Rita: anche io, benché sia un professore di liceo, parlo tranquillamente in sardo senza averne vergogna, a scuola anche con alcuni colleghi e alunni. Il punto é che prima il sardo veniva presentato come una lingua di serie B, parlata da gente arretrata (ció si accorda con la politica di distruzione linguistica a cui il sardo é stato oggetto da parte dello stato italiano, anche lo stato francese ha fatto e fa lo stesso con l'occitano che é una lingua a sé rispetto al francese).
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Agostino Zoroddu |
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Rita Niffoi
Utente Medio
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Inserito il - 01/08/2012 : 19:31:50
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Si, si, una lingua, anzi un volgare dialetto di serie B; anche fino a pochi anni fa era SCANDALOSO insegnare ai figli il sardo come prima lingua: e come, ti dicevano, non imparerà mai bene l'italiano! Rimarrà ignorante per tutta la vita! Non si inserirà nella sociatà! Tutte storie!
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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 02/08/2012 : 01:17:14
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Il problema per lo stato italiano ed i suoi emuli (tra cui la Francia con la sua grandeur) é che le minoranze linguistiche possono creare problemi, quindi preferisce digerirle a fuoco lento; l'Italia tutela veramente solo le minoranze linguistiche che hanno alle spalle degli stati (come i tedeschi del Sud Tirolo e i fraco-provenzali della Valle D'Aosta). D'altronde il concetto manzoniano, espresso in Marzo 1821 dell'Italia una di lingua, trova tutti i suoi limiti al giorno d'oggi, ma Manzoni é vissuto 150 anni fa!
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Rita Niffoi
Utente Medio
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Inserito il - 02/08/2012 : 19:10:58
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Chi è in minoranza ha sempre torto! Ma, naturalmente, la cosa peggiore è adeguarsi a venire trattati come inferiori, anzi sentirsi inferiori e vergognarsi di se stessi. Certo è mooolto meglio esprimersi in quell'orrido italianu porcheddhinu: quante frasi pensate in sardo e tradotte (male) in italiano! Un esempio, vero: un saluto (in un ufficio), "a meglio vedere", traduzione estemporanea di uno dei bei saluti sardi, "a menzus vìere". Che dire?!
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Gonariu
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Inserito il - 02/08/2012 : 22:06:22
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Non sono d'accordo in questo caso particolare che chi é in minoranza ha sempre torto, l'Italia non rispetta la Sardegna non solo per la questione della lingua sarda, ma anche per altre cose. Io non sono un estremista e credo nell'unitá nella diversitá e non vorrei arrivare a dire come Lutero: "via da Roma", ma se l'Italia continua cosí nei nostri confronti.... Ovviamente non siamo inferiori per niente rispetto a chi sta in continente, peró per parlare in "italiano porcheddino" preferisco parlare in sardo e cercare di migliorare il mio sardo parlandolo tutti i giorni (una lingua si impara veramente parlandola, altrimenti é un discorso a tavolino !). Poi, l'italiano che parlo io é un sardo cammuffato da italiano, e come potrebbe essere diversamente ? Quello che una lingua guadagna in estensione lo perde in purezza !
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Agostino Zoroddu |
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Oneye
Nuovo Utente
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Inserito il - 03/08/2012 : 18:30:38
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da me la situazione è complicata : una pate degli abitanti del paese parla il sardo un po in tutti gli ambiti , mentre altri o non lo parlano o dicono solo qualche parola , ma quasi tutti , come credo in tutta la Sardegna si vergognano della lingua , la ritengono inferiore all'italiano e non la insegnano ai figli . Comunque srispetto a Cagliari e ai paesi più vicini il sardo da noi è molto più diffuso.
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robur.q
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Inserito il - 04/08/2012 : 08:47:00
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| Oneye ha scritto:
da me la situazione è complicata : una pate degli abitanti del paese parla il sardo un po in tutti gli ambiti , mentre altri o non lo parlano o dicono solo qualche parola , ma quasi tutti , come credo in tutta la Sardegna si vergognano della lingua , la ritengono inferiore all'italiano e non la insegnano ai figli . Comunque srispetto a Cagliari e ai paesi più vicini il sardo da noi è molto più diffuso.
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dipende dalle generazioni, dagli ambiti socio-economici: in tutto il sud il sardo è ancora la lingua ufficiale in agricoltura ed edilizia; quando lavoro in questo tipo di aziende mi diverto molto a parlare sardo; in altre situazioni magare le persone che si conoscono parlano in sardo coi conoscenti ed in italiano con gli estranei.
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robur.q
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Inserito il - 04/08/2012 : 08:48:19
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| Oneye ha scritto:
da me la situazione è complicata : una pate degli abitanti del paese parla il sardo un po in tutti gli ambiti , mentre altri o non lo parlano o dicono solo qualche parola , ma quasi tutti , come credo in tutta la Sardegna si vergognano della lingua , la ritengono inferiore all'italiano e non la insegnano ai figli . Comunque srispetto a Cagliari e ai paesi più vicini il sardo da noi è molto più diffuso.
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dipende dalle generazioni, dagli ambiti socio-economici: in tutto il sud il sardo è ancora la lingua ufficiale in agricoltura ed edilizia; quando lavoro in questo tipo di aziende mi diverto molto a parlare sardo; in altre situazioni magare le persone che si conoscono parlano in sardo coi conoscenti ed in italiano con gli estranei.
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Rita Niffoi
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Inserito il - 04/08/2012 : 18:53:20
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Certo, se incontro una persona per la prima volta mi rivolgo a lei con l'italiano, ma se la circostanza lo consente passo al sardo appena posso. Per esempio, in un ufficio in cui non son sono mai stata non uso sa limba, se ho un paziente nuovo inizio con l'italiano, ma niente di strano che si vada al sardo nel giro di pochi minuti, se le persone che ho davanti vengono da qualche paese vicino. In particolare, gli abitanti di Orotelli parlano quasi tutti in dialetto (strano, vero, Gonà?). Ci sono anche persone che tranquillamente confessano di non saper parlare il sardo, ma poichè lo capiscono bene amano sentirlo parlare, e anche questo capita, non è strano. Si, c'è chi si vergogna, è quasi una caratteristica genetica dei Sardi sentirsi inferiori, purtroppo!
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Gonariu
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Inserito il - 04/08/2012 : 22:57:08
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Rita ha scritto: "In particolare, gli abitanti di Orotelli parlano quasi tutti in dialetto (strano, vero, Gonà?)" Non é strano Rita, quello che io critico nel modo di parlare in sardo degli orotellesi é che dicono una parola in sardo e quattro in italiano! Sará perché ho iniziato a parlare il sardo di Orotelli a 33 anni (ora ne ho quasi 45), che sono molto "purista" quando parlo in orotellese; per me o uno parla tutto in sardo o tutto in italiano, i patois come li fanno ad Orotelli non mi piacciono!
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Agostino Zoroddu |
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 06/08/2012 : 08:40:08
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Questo di vergognarsi di parlare sardo o addirittura di essere sardo e' un problema antico che ha come giustificazione l'arretratezza storica della Sardegna ma nello stesso tempo e' sintomo di un forte amore per la propria patria: chi di noi non si e' vergognato quando rapirono Faruk Kassam, o quell'altro bambino? Chi di noi non si e' vergognato e nello stesso tempo ha provato rabbia verso quelle bestie che li avevano sequestrati? Che avevano umiliato la nostra patria? Se non e' patriottismo questo...
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