Forum Sardegna - Il Cane Fonnese, fra passato e futuro
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Nota Bene: Ales - Piccolo centro della Sardegna centrale. Situato ai piedi del Monte Arci su una depressione naturale attraversata da un fiume (ora incanalato), ha sempre rivestito un ruolo determinante nell'economia della Marmilla ospitando scuole, sedi di importanti enti pubblici e privati, di forza pubblica e uffici vari. E' probabilmente la più piccola sede Vescovile d'Italia . Il paese è noto a livello internazionale soprattutto per aver dato i natali ad Antonio Gramsci.



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Autore Discussione
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Perdixeddu

Utente Medio


Inserito il - 17/11/2010 : 00:41:40  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Perdixeddu Invia a Perdixeddu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Davvero per chiudere la cosa...
penso che in un forum su internet sia davvero difficile capire il prossimo, non vedendo l'interlocutore! E la probabilità di fraintendimenti è molto alta...credo che fino ad ora è successo questo...ne ridiscutiamo al prossimo pranzo???








 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 336  ~  Membro dal: 22/01/2008  ~  Ultima visita: 12/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 17/11/2010 : 00:52:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Visto questo can can che è stato fatto, secondo me eccessivo e un pochino fuori luogo, è bene sintetizzare il succo del discorso descrivendo i fatti:
Tutto è nato dal Raduno di Orosei del 31.10.10 , del quale mi piace rifare una breve relazione:
Non molto affollato, ma tanti appassionati e discussioni franche e amichevoli. Ho avuto il piacere di conoscere personalmente diversi amici di GdS. Bella iniziativa sotto tutti i punti di vista: prima di tutto dei rapporti umani e poi per lo scambio di opinioni, sempre cosa utile e costruttiva. Insomma finalmente ci si incontra fra appassionati e si esce da un isolamento, un individualismo e, perché no, da atteggiamenti perniciosi come l’invidia che tanto danno hanno portato alla Sardegna e che ancora ne porta (vedi i puledri ammazzati nottetempo Sabato scorso all’ipodromo Pinna di Sassari). Di tutto questo, come già detto a suo tempo, bisogna rendere omaggio a Sardo R.
I cani non erano molti, quasi tutti Fonnesi, qualche Dogo e un levriero molto bello ed elegante. Molto diverso da quei (pochi) levrieri rustici da me conosciuti personalmente. Ho manifestato la mia perplessità e la proprietaria mi ha detto che sì, effettivamente chi glielo aveva dato l’aveva informata che c’era in mezzo “sangue inglese” (lasciamo perdere la parola “metticio”). A questo punto, che me l’abbia detto non la proprietaria o qualsiasi altra persona, che il cane l’avesse comprato o avuto in dono, ai fini del discorso, è irrilevante. E creare una polemica su questo è come arrampicarsi sugli specchi: Il fatto è che tutti lo sanno e tutti lo hanno ammesso in questo Forum. Tralasciamo quanto sia la percentuale di questo sangue inglese, perché al momento non è dato saperlo, e invece vediamo di rispondere alla domanda, non polemica ma tecnica: che bisogno c’era di immettere nei nostri levrieri sangue estraneo? Secondo me non c’era nessun bisogno perché il materiale genetico su cui lavorare e portare avanti un bel lavoro, per fortuna ancora c’è: basta cercarlo. E il discorso per me finisce qua.
@ Frantziscu:
Mia madre aveva uno splendido antico arazzo di Ploaghe dove era rappresentata una battuta di caccia: cacciatori a cavallo e, in primo piano, un bellissimo levriero che assaliva un cervo.
Secondo me, per riportare i levrieri di Ploaghe agli antichi splendori, non c’era bisogno di immettere del sangue estraneo. Questo è il punto.
Se il sangue inglese, introdotto mediante quello che tecnicamente si chiama “metticiamento”, non è stato immesso “per migliorare la razza”, mi sapete dire perché mai è stato immesso?
Questa operazione è stata compiuta diversi decenni fa (addirittura!?) ? Ploaghe dista 20 km da Sassari, ho degli amici. Datemi tempo e spero di riuscire ad avere risposte precise.
Ma permetti che risponda direttamente al tuo post, quando fai direttamente riferimento a Turritano.
Chiedere permesso di pubblicare foto scattate in un pubblico raduno?? Ma andiamo … Foto dei miei cani, comprese alcune del raduno di Orosei, sono state pubblicate in vari siti internet (spesso addirittura anche foto eseguite dal sottoscritto), a mia insaputa e senza che nessuno me ne abbia chiesto il permesso. Non mi è passato neanche per la testa di gridare allo scandalo. E lo stesso posso dire di tante altre persone.
Invitare i proprietari del cane a partecipare alla discussione? Non ne avevo l’obbligo neanche dal punto di vista della “correttezza”. Non ne vedevo il motivo: si parlava essenzialmente di questioni tecniche e non di cose personali. Sono incorso in qualche equivoco? Me ne dispiace. Di sicuro non potevo certo immaginare che ne sarebbe scaturita una simile “cagnara”
Nella frase “Tu qui puoi dire quello che vuoi...Chi me lo avrebbe detto, l'uccellino verde?.. ...” non vedo dove ho mancato di rispetto, ma se qualcuno è così sensibile da vederlo, chiedo tranquillamente scusa.
Capisco l’amore per il vostro cane e l’orgoglio di averlo. Lo capisco e lo condivido perché la stessa cosa provo io per i miei cani (che porto avanti da 15 anni, cucciolata dopo cucciolata).
Ma ribadisco quello che ormai è noto a tutti e nessuno ha smentito: il sangue inglese in quel cane è presente. Che poi il cane sia stato regalato anziché comprato, ho già ammesso di aver sbagliato, ai fini del discorso però, tutti possono capire che è un fatto trascurabile. Ma dov’è la mancanza di rispetto in tutto questo?
Spero di aver chiarito un po’ meglio il mio punto di vista.
Apprezzo la tua intenzione di esprimere di partecipare alla discussione in futuro, vuol dire che questa vivace polemica, frutto di malintesi e di equivoci, ha avuto un risvolto positivo: quello acquisire, in GdS, altri utenti appassionati ai “nostri” amici animali, utenti con i quali condividere la nostra passione e scambiare francamente e civilmente delle opinioni
Per quanto mi riguarda ricambio i saluti
Turritano








  Firma di Turritano 
Le dominazioni passano ... i Sardi restano!

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 4480  ~  Membro dal: 13/01/2008  ~  Ultima visita: 04/10/2016 Torna all'inizio della Pagina

Sardo Randagio

Utente Medio


Inserito il - 17/11/2010 : 01:47:41  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Sardo Randagio Invia a Sardo Randagio un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Turritano ha scritto:

Visto questo can can che è stato fatto, secondo me eccessivo e un pochino fuori luogo, è bene sintetizzare il succo del discorso descrivendo i fatti:
Tutto è nato dal Raduno di Orosei del 31.10.10 , del quale mi piace rifare una breve relazione:
Non molto affollato, ma tanti appassionati e discussioni franche e amichevoli. Ho avuto il piacere di conoscere personalmente diversi amici di GdS. Bella iniziativa sotto tutti i punti di vista: prima di tutto dei rapporti umani e poi per lo scambio di opinioni, sempre cosa utile e costruttiva. Insomma finalmente ci si incontra fra appassionati e si esce da un isolamento, un individualismo e, perché no, da atteggiamenti perniciosi come l’invidia che tanto danno hanno portato alla Sardegna e che ancora ne porta (vedi i puledri ammazzati nottetempo Sabato scorso all’ipodromo Pinna di Sassari). Di tutto questo, come già detto a suo tempo, bisogna rendere omaggio a Sardo R.
I cani non erano molti, quasi tutti Fonnesi, qualche Dogo e un levriero molto bello ed elegante. Molto diverso da quei (pochi) levrieri rustici da me conosciuti personalmente. Ho manifestato la mia perplessità e la proprietaria mi ha detto che sì, effettivamente chi glielo aveva dato l’aveva informata che c’era in mezzo “sangue inglese” (lasciamo perdere la parola “metticio”). A questo punto, che me l’abbia detto non la proprietaria o qualsiasi altra persona, che il cane l’avesse comprato o avuto in dono, ai fini del discorso, è irrilevante. E creare una polemica su questo è come arrampicarsi sugli specchi: Il fatto è che tutti lo sanno e tutti lo hanno ammesso in questo Forum. Tralasciamo quanto sia la percentuale di questo sangue inglese, perché al momento non è dato saperlo, e invece vediamo di rispondere alla domanda, non polemica ma tecnica: che bisogno c’era di immettere nei nostri levrieri sangue estraneo? Secondo me non c’era nessun bisogno perché il materiale genetico su cui lavorare e portare avanti un bel lavoro, per fortuna ancora c’è: basta cercarlo. E il discorso per me finisce qua.
@ Frantziscu:
Mia madre aveva uno splendido antico arazzo di Ploaghe dove era rappresentata una battuta di caccia: cacciatori a cavallo e, in primo piano, un bellissimo levriero che assaliva un cervo.
Secondo me, per riportare i levrieri di Ploaghe agli antichi splendori, non c’era bisogno di immettere del sangue estraneo. Questo è il punto.
Se il sangue inglese, introdotto mediante quello che tecnicamente si chiama “metticiamento”, non è stato immesso “per migliorare la razza”, mi sapete dire perché mai è stato immesso?
Questa operazione è stata compiuta diversi decenni fa (addirittura!?) ? Ploaghe dista 20 km da Sassari, ho degli amici. Datemi tempo e spero di riuscire ad avere risposte precise.
Ma permetti che risponda direttamente al tuo post, quando fai direttamente riferimento a Turritano.
Chiedere permesso di pubblicare foto scattate in un pubblico raduno?? Ma andiamo … Foto dei miei cani, comprese alcune del raduno di Orosei, sono state pubblicate in vari siti internet (spesso addirittura anche foto eseguite dal sottoscritto), a mia insaputa e senza che nessuno me ne abbia chiesto il permesso. Non mi è passato neanche per la testa di gridare allo scandalo. E lo stesso posso dire di tante altre persone.
Invitare i proprietari del cane a partecipare alla discussione? Non ne avevo l’obbligo neanche dal punto di vista della “correttezza”. Non ne vedevo il motivo: si parlava essenzialmente di questioni tecniche e non di cose personali. Sono incorso in qualche equivoco? Me ne dispiace. Di sicuro non potevo certo immaginare che ne sarebbe scaturita una simile “cagnara”
Nella frase “Tu qui puoi dire quello che vuoi...Chi me lo avrebbe detto, l'uccellino verde?.. ...” non vedo dove ho mancato di rispetto, ma se qualcuno è così sensibile da vederlo, chiedo tranquillamente scusa.
Capisco l’amore per il vostro cane e l’orgoglio di averlo. Lo capisco e lo condivido perché la stessa cosa provo io per i miei cani (che porto avanti da 15 anni, cucciolata dopo cucciolata).
Ma ribadisco quello che ormai è noto a tutti e nessuno ha smentito: il sangue inglese in quel cane è presente. Che poi il cane sia stato regalato anziché comprato, ho già ammesso di aver sbagliato, ai fini del discorso però, tutti possono capire che è un fatto trascurabile. Ma dov’è la mancanza di rispetto in tutto questo?
Spero di aver chiarito un po’ meglio il mio punto di vista.
Apprezzo la tua intenzione di esprimere di partecipare alla discussione in futuro, vuol dire che questa vivace polemica, frutto di malintesi e di equivoci, ha avuto un risvolto positivo: quello acquisire, in GdS, altri utenti appassionati ai “nostri” amici animali, utenti con i quali condividere la nostra passione e scambiare francamente e civilmente delle opinioni
Per quanto mi riguarda ricambio i saluti
Turritano
Sono lieto che i toni siano andati smorzandosi e che gli equivoci siano stati chiariti. Per rispondere al tuo quesito: non c'era alcun bisogno di immettere sangue di inglese, è stato fatto perchè un levriero inglese gli è capitato tra le mani in quel momento e, viste le similitudini, hanno pensato forse di uscire dalla consanguineità... oppure potrei pensare che l'inglese fosse un campione a caccia (i cacciatori badano poco alla purezza, spesso incrociano cani di razze diverse se li considerano entrambi bravi a caccia). Il meticciamento è stato una questione di una o 2 monte diversi decenni fa, per cui non ha lasciato tracce evidenti, tanto che cani del tutto simili ad Anei si vedono anche in altre linee. La cosa sarebbe ben diversa se avessero volutamente usato sangue inglese per fissarne caratteri tramite reincroci prolungati nel tempo, per fortuna così non è stato! Ovviamente è importante confrontare attentamente i cani di linee diverse e stare attenti alle possibili differenze, le quali, alla luce di questa consapevolezza, andranno messe a confronto col levriero inglese per capire se ci sono relazioni con quel sangue. Io considero più preziosa una linea di cui si conoscono bene gli ascendenti comprese le "magagne" di una di cui si sa poco o niente!

In primavera ho intenzione di organizzare un altro incontro, stavolta rendendolo un po' più ufficiale; quello del 31 ottobre è servito come prova generale e devo dire che sono felice di come è andata la giornata; mi spiace solo che sia mancato il tempo per approfondire la conoscenza di tutti i partecipanti; la prossima volta vedrò di organizzare meglio la giornata in modo da rendere più costruttivo l'incontro! Per me era già un' utopia pensare a tante persone riunite a parlare di cani sardi immersi in una tale armonia; il mio entusiamo in tal direzione è centuplicato da allora! Spero possa nascere un bel gruppo affiatato di collaboratori e che le inevitabili idee contrastanti non ci impediscano di lavorare insieme al recupero e la salvaguardia dei nostri amati cani! Spero inoltre che la prossima volta il levriero sia maggiormente rappresentato, in modo che ci siano gli elementi per un primo confronto che sono mancati in questo primo incontro (un giovane levrierino verrà affidato presto al padrone del locale che ci ha ospitati, per cui uno in più è sicuro).








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Nuoro  ~ Città: Orosei  ~  Messaggi: 160  ~  Membro dal: 03/06/2010  ~  Ultima visita: 07/03/2013 Torna all'inizio della Pagina

Friaxolaxu

Nuovo Utente


Inserito il - 17/11/2010 : 09:17:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Friaxolaxu Invia a Friaxolaxu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao a tutti,
sono d'accordo con Perdu quando parla delle difficoltà di comunicazione e della facilità con cui possano nascere malintesi all'interno di una discussione in un Forum.
Anche per me la questione si può ritenere chiusa in maniera pacifica, e anzi vorrei contribuire anche io alla discussione circa l'immissione di sangue "esterno":

dal quel che ho capito, fino a poco tempo fa la selezione veniva fatta (quasi) esclusivamente a scopo utilitaristico, ovvero non si pensava a "mantenere una certa linea perchè sarda" ma si tentava di mantenere certe linee di cani perchè utili a determinati lavori, ovviamente seguendo anche un gusto estetico dettato da certi schemi tradizionali che però come sappiamo bene erano molto variabili e di certo non incorruttibili alle "novità".
Questo in ogni caso non poteva essere l'atteggiamento generale di tutti i sardi e di tutti i padroni dei cani da "sempre", vuoi per motivi sociali, vuoi per motivi storici, vuoi per altri mille motivi. La Sardegna era in passato strapiena di cani di ogni tipo, forse appena poco meno di quanto lo sia oggi. Daltronde il cane è l'animale che ha viaggiato di più in compagnia dell'uomo, e flussi di cani per e dalla Sardegna devono esserci sempre stati in maniera quasi continua da sempre, e in maniera sempre più massiccia e con una variabilità fenotipica sempre maggiore, fino ad arrivare alla situazione dei giorni nostri.
Se poi consideriamo che i cani hanno sempre avuto molta più libertà e quindi mobilità di oggi.. pensare che nei secoli (preferisco non parlare di millenni, il discorso si farebbe molto complicato e abbiamo davvero poche informazioni per provare che attuali razze canine autoctone fossero già presenti in epoca romana o antecedente tali e quali o anche molto simili a come si presentano oggi) non siano avvenuti innumerevoli casi di insanguamento in tutte le tre "razze" che oggi definiamo autoctone sarde (fonnese, dogo, levriero) è davvero davvero poco credibile.
Con questo non voglio giustificare l'immissione sporadica di sangue inglese avvenuta decenni fa in una linea di levriero sardo attualmente presente oggi nell'isola, vorrei semmai far notare come sia davvero improbabile che i nostri cani (tutte e tre le razze) che ora definiamo Sardi abbiano una storia di assoluta "purezza": è naturale che avranno una storia ben precisa, che ha permesso loro di sviluppare e mantenere caratteri del tutto unici e spesso arcaici, ma non possiamo minimamente pensare che questa non abbia ricevuto dei contributi esterni (in Sardegna la stessa cosa si può dire per tutti gli altri animali domestici e ovviamente anche per..gli uomini, per le tradizioni di quest'ultima specie come anche per la lingua etc etc).
Ovviamente ai giorni d'oggi, la volontà è quella non solo di mantenere delle razze autoctone da lavoro (condivido il pensiero di tutti coloro hanno già parlato di questo argomento), ma anche di conservare delle preziose e bellissime testimonianze della nostra storia, e quindi -anche a causa del talvolta scarso "materiale" disponibile- evitare l'immissione di sangue esterno è d'obbligo.

Un caro saluto a tutti e attendo un vostro parere,
Frantziscu








 Regione Sardegna  ~ Città: Seddori  ~  Messaggi: 12  ~  Membro dal: 16/11/2010  ~  Ultima visita: 21/08/2012 Torna all'inizio della Pagina

Sardo Randagio

Utente Medio


Inserito il - 20/11/2010 : 17:41:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Sardo Randagio Invia a Sardo Randagio un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Marianna, la padrona della levrierina oggetto dell'animata discussione su questo forum, mi ha fornito tutte le misure della sua Anei, io le sto confrontando con gli standard del levriero inglese. Le similitudini sono molte (del resto sono pur sempre entrambi levrieri), ma ci sono anche differenze abbastanza importanti. Una è data dal rapporto cranio/muso: 1/1 su Anei, 1/1,5 nell'inglese; le zampe posteriori di Anei risultano un po' più lunghe del cugino britannico (in proporzione alla lunghezza del tronco), questo perchè le selezioni in funzione delle corse inglesi hanno portato a zampe posteriori un po' più corte favorendo la corsa nelle curve del cinodromo. Zampe lunghe come quelle di Anei cmq compaiono in molte linee di levrieri inglesi selezionate per la caccia, per cui obiettivamente non le considero una differenza sostanziale, oltre al fatto che è una differenza minima seppur visibile ad occhio in un minuzioso confronto. Anche il peso sembra essere diverso, nell' inglese una femmina alta quanto Anei pesa mediamente 3-4 kg in meno e lei non mi è parsa davvero sovrappeso. Purtroppo è difficile fare confronti basandosi solo sullo standard del Greyhound, in quanto tale standard è molto elastico e le differenze tra i cani di linee diverse sono notevoli. Basandomi su diverse centinaia di foto suddivise per linee di sangue ho notato la presenza dell'occhio sporgente "da criceto" in tutte le linee di inglesi (non su tutti i cani cmq), questo dettaglio non l'ho mai riscontrato sui levrieri sardi, se mi sarà possibile proverò a vedere se compare nella linea Ruju da cui proviene Anei!
Questo è l'unico modo che abbiamo per poter valutare e poi poter fare considerazioni su una linea alla luce di una nota contaminazione tra gli ascendenti! Sarebbe interessante raccogliere i dati su tutte le linee di levrieri sardi e, in seguito ai vari confronti, provare a farsi un'idea di come dovrebbe essere il nostro cane; io sto svolgendo una ricerca in tal direzione, per cui sono ben accette tutte le informazioni in materia! Spero possa nascere una seria collaborazione tra gli appassionati e che tutto non si limiti alle opinioni o alle critiche più o meno costruttive che ognuno di noi condivide su internet, spesso con tanta leggerezza!








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Nuoro  ~ Città: Orosei  ~  Messaggi: 160  ~  Membro dal: 03/06/2010  ~  Ultima visita: 07/03/2013 Torna all'inizio della Pagina

Sardo Randagio

Utente Medio


Inserito il - 20/11/2010 : 17:45:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Sardo Randagio Invia a Sardo Randagio un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Friaxolaxu ha scritto:

Ciao a tutti,
sono d'accordo con Perdu quando parla delle difficoltà di comunicazione e della facilità con cui possano nascere malintesi all'interno di una discussione in un Forum.
Anche per me la questione si può ritenere chiusa in maniera pacifica, e anzi vorrei contribuire anche io alla discussione circa l'immissione di sangue "esterno":

dal quel che ho capito, fino a poco tempo fa la selezione veniva fatta (quasi) esclusivamente a scopo utilitaristico, ovvero non si pensava a "mantenere una certa linea perchè sarda" ma si tentava di mantenere certe linee di cani perchè utili a determinati lavori, ovviamente seguendo anche un gusto estetico dettato da certi schemi tradizionali che però come sappiamo bene erano molto variabili e di certo non incorruttibili alle "novità".
Questo in ogni caso non poteva essere l'atteggiamento generale di tutti i sardi e di tutti i padroni dei cani da "sempre", vuoi per motivi sociali, vuoi per motivi storici, vuoi per altri mille motivi. La Sardegna era in passato strapiena di cani di ogni tipo, forse appena poco meno di quanto lo sia oggi. Daltronde il cane è l'animale che ha viaggiato di più in compagnia dell'uomo, e flussi di cani per e dalla Sardegna devono esserci sempre stati in maniera quasi continua da sempre, e in maniera sempre più massiccia e con una variabilità fenotipica sempre maggiore, fino ad arrivare alla situazione dei giorni nostri.
Se poi consideriamo che i cani hanno sempre avuto molta più libertà e quindi mobilità di oggi.. pensare che nei secoli (preferisco non parlare di millenni, il discorso si farebbe molto complicato e abbiamo davvero poche informazioni per provare che attuali razze canine autoctone fossero già presenti in epoca romana o antecedente tali e quali o anche molto simili a come si presentano oggi) non siano avvenuti innumerevoli casi di insanguamento in tutte le tre "razze" che oggi definiamo autoctone sarde (fonnese, dogo, levriero) è davvero davvero poco credibile.
Con questo non voglio giustificare l'immissione sporadica di sangue inglese avvenuta decenni fa in una linea di levriero sardo attualmente presente oggi nell'isola, vorrei semmai far notare come sia davvero improbabile che i nostri cani (tutte e tre le razze) che ora definiamo Sardi abbiano una storia di assoluta "purezza": è naturale che avranno una storia ben precisa, che ha permesso loro di sviluppare e mantenere caratteri del tutto unici e spesso arcaici, ma non possiamo minimamente pensare che questa non abbia ricevuto dei contributi esterni (in Sardegna la stessa cosa si può dire per tutti gli altri animali domestici e ovviamente anche per..gli uomini, per le tradizioni di quest'ultima specie come anche per la lingua etc etc).
Ovviamente ai giorni d'oggi, la volontà è quella non solo di mantenere delle razze autoctone da lavoro (condivido il pensiero di tutti coloro hanno già parlato di questo argomento), ma anche di conservare delle preziose e bellissime testimonianze della nostra storia, e quindi -anche a causa del talvolta scarso "materiale" disponibile- evitare l'immissione di sangue esterno è d'obbligo.

Un caro saluto a tutti e attendo un vostro parere,
Frantziscu
Beh! Noi sardi siamo gente passionale e tendiamo a lasciarci un po' tropoo andare nelle discussioni, ma sono sicuro che la stessa chiacchierata, di fronte ad un bicchiere di vino e una coscia di maialetto, sarebbe stata ben diversa! Cerchiamo di comunicare tutti in maniera più costruttiva d'ora in poi!








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Nuoro  ~ Città: Orosei  ~  Messaggi: 160  ~  Membro dal: 03/06/2010  ~  Ultima visita: 07/03/2013 Torna all'inizio della Pagina

Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 22/11/2010 : 23:14:25  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Friaxolaxu ha scritto:

Ciao a tutti,
...................
...................
vorrei contribuire anche io alla discussione circa l'immissione di sangue "esterno":

dal quel che ho capito, fino a poco tempo fa la selezione veniva fatta (quasi) esclusivamente a scopo utilitaristico, ovvero non si pensava a "mantenere una certa linea perchè sarda" ma si tentava di mantenere certe linee di cani perchè utili a determinati lavori, ovviamente seguendo anche un gusto estetico dettato da certi schemi tradizionali che però come sappiamo bene erano molto variabili e di certo non incorruttibili alle "novità".
.............. La Sardegna era in passato strapiena di cani di ogni tipo, forse appena poco meno di quanto lo sia oggi. Daltronde il cane è l'animale che ha viaggiato di più in compagnia dell'uomo, e flussi di cani per e dalla Sardegna devono esserci sempre stati in maniera quasi continua da sempre, e in maniera sempre più massiccia e con una variabilità fenotipica sempre maggiore, fino ad arrivare alla situazione dei giorni nostri.
Se poi consideriamo che i cani hanno sempre avuto molta più libertà e quindi mobilità di oggi..
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Un caro saluto a tutti e attendo un vostro parere,
Frantziscu

Per non infondere in chi ci legge perplessità e confusione, lasciando una idea distorta dalla realà, è necessario precisare alcuni fondamentali, già discussi e chiariti in questo come in altri forum (specifici dei cani). Lo farò in due parti e cercando di essere il più sintetico possibile:
1^ Parte:
1 - non confondere le intromissioni occasionali in una popolazione canina, molto numerosa ed abbastanza omogenea, con immissioni volontarie in un certo allevamento.
Il concetto l’ho già espresso, ma mi sembra il caso di ribadirlo, e lo farò ancora ogni volta che sarà necessario ((repetita juvant … chissà!)
In una massa genetica di migliaia e migliaia di individui, una intromissione sporadica non lascia segno. Il segno invece, geneticamente, lo lascia all’interno di un singolo allevamento.


2 - La selezione veniva sì fatta in Sardegna come altrove, a scopo opportunistico, ovverossia utilitaristico, ma “lavorando” su un genoma già ampiamente diffuso e notevolmente tipizzato in tutta l’Isola. Ovviamente anche l’aspetto, la morfologia dei cani aveva la sua importanza, eccome. Essa permetteva di escludere da una certa razza, cani che, pur presentando caratteristiche comuni, ne avessero altre che si discostavano visibilmente da quelle tipiche. Mi è capitato nel raduno di Fonni del 2001, di sentire allevatori.pastori di Fonni, rivolti ad alcuni cani presenti: “ma cussu no est Fonnesu!”.
Quindi non è esatto dire che la selezione veniva fatta “(quasi) esclusivamente a scopo utilitaristico” e “non si pensava a "mantenere una certa linea perchè sarda"
All’interno della razza la selezione veniva sempre fatta in maniera empirica ma pratica, tenendo conto di fattori caratteriali (nel caso del Fonnese, cane propriamente da guardia e da difesa più che cane “pastore"), non trascurando, anzi stando bene attenti anche alla morfologia. Certi aspetti morfologici erano (e sono) irrinunciabili, senza per forza pensare di "mantenere una certa linea perché sarda" (!?). Questo viene da se
Se così non fosse quello che oggi si chiama Cane Fonnese non sarebbe esistito e noi avremmo perso un patrimonio irripetibile della nostra “bio diversità”. Gli influssi di altre razze erano sempre occasionali e saltuari e il loro effetto veniva diluito nella massa dei geni esistenti in quella determinata razza.
Immaginiamo, nei secoli scorsi, una moltitudine di viaggiatori che arrivavano in Sardegna senza interruzione, portandosi dietro migliaia di cani … è realistico?
Tutti sanno che la Sardegna è un’isola lontana. Già ora, andare in Europa o in Africa, può presentare delle difficoltà, figuriamoci nei secoli scorsi, quando non credo che esistessero navi di linea come quelle della “Tirrenia”, “Grandi Navi Veloci” Moby ecc. Non c’era certo un flusso di turisti di centinaia di migliaia di persone all’anno e, chi veniva qui, sobbarcandosi viaggi lunghi e faticosi, lo faceva nella massima parte, per motivi di commercio (perlopiù pelli, formaggio, vino)
Quindi, è inconfutabile, le persone arrivavano in Sardegna in modo saltuario, e certamente, di solito non viaggiavano con cani al seguito.
Detto questo, il cerchio si chiude: non erano certo cani arrivati dall’esterno in modo occasionale ed in numero estremamente limitato nel tempo, a cambiare la genealogia (e la morfologia) dei cani sardi, che nel complesso, rimaneva inalterata
Turritano








Modificato da - Turritano in data 22/11/2010 23:21:37

  Firma di Turritano 
Le dominazioni passano ... i Sardi restano!

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 4480  ~  Membro dal: 13/01/2008  ~  Ultima visita: 04/10/2016 Torna all'inizio della Pagina

Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 22/11/2010 : 23:37:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La Sardegna era in passato strapiena di cani di ogni tipo
e chi lo dice? Per farla breve, sappiamo che già in tempi storici relativamente vicini ai nostri giorni (fine ‘700 e ‘800) alcuni naturalisti, che descrivendo le cose della Sardegna, hanno lasciato testimonianza anche dei cani presenti a quel tempo nell'Isola e non sembra avessero questa impressione. Hanno lasciato descrizioni non molto particolareggiate, è vero, ma abbastanza per farci capire l’essenziale. Prima di tutto erano meravigliati (e questo in se è già abbastanza) del gran numero di cani presenti in Sardegna. Praticamente ogni uomo ne possedeva almeno uno. Parlavano di poche razze (= cani simili tra loro), peculiari e ben caratterizzate, diffuse in tutta l’Isola. Quello più comune era un cane che riassumeva nella forma e nelle attitudini il carattere di cane da caccia e di cane da guardia (un po’ mastino e un po’ levriero). Questo lo rendeva di aspetto non bellissimo ma efficientissimo nella vita di tutti i giorni. Poi c’erano anche, non diffusi come i primi, ma sempre numerosi e non “sporadici”, cani più specializzati e come i mastini e i levrieri.


abbiamo davvero poche informazioni per provare che attuali razze canine autoctone fossero già presenti in epoca romana”.
Sicuramente non abbiamo a disposizione dei trattati, ma quello che abbiamo basta e avanza.
Con questo nessuno vuol dire che il cane (o i cani) nuragico si è conservato intatto fino ai nostri giorni e “abbia una storia di assoluta purezza" (ma chi l’ha mai detto???!). Chi mette in bocca ad altri una affermazione simile sta commettendo una grossolana forzatura.
Non si può ignorare però che, tenendoci ai fatti, è dimostrato direttamente e indirettamente, da fonti le più disparate (bronzetti, ritrovamenti “zoo archeologici”, descrizioni scritte e, infine, DNA) che i cosidetti “Molossi Nuragici”, non erano tanto diversi dagli attuali Cani Fonnesi e Doghi Sardeschi. Abbiamo anche qualche documentazione di cani levrieroidi presenti in Sardegna fin dall’antichità.
Il paragone fra le razze canine sarde antiche ed attuali (e, in parte, con i Sardi antichi e moderni) con la lingua (latino è sardo attuale)? Per ora mi limito solo ad accennare che è non solo fuori luogo, ma del tutto improponibile e frutto di estrema improvvisazione. Mi riservo di entrare, eventualmente, più in dettaglio nei post seguenti per evidenziare le differenze macroscopiche esistenti fra queste categorie.
Turritano








Modificato da - Turritano in data 22/11/2010 23:40:16

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Sardo Randagio

Utente Medio


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Turritano ha scritto:

La Sardegna era in passato strapiena di cani di ogni tipo
e chi lo dice? Per farla breve, sappiamo che già in tempi storici relativamente vicini ai nostri giorni (fine ‘700 e ‘800) alcuni naturalisti, che descrivendo le cose della Sardegna, hanno lasciato testimonianza anche dei cani presenti a quel tempo nell'Isola e non sembra avessero questa impressione. Hanno lasciato descrizioni non molto particolareggiate, è vero, ma abbastanza per farci capire l’essenziale. Prima di tutto erano meravigliati (e questo in se è già abbastanza) del gran numero di cani presenti in Sardegna. Praticamente ogni uomo ne possedeva almeno uno. Parlavano di poche razze (= cani simili tra loro), peculiari e ben caratterizzate, diffuse in tutta l’Isola. Quello più comune era un cane che riassumeva nella forma e nelle attitudini il carattere di cane da caccia e di cane da guardia (un po’ mastino e un po’ levriero). Questo lo rendeva di aspetto non bellissimo ma efficientissimo nella vita di tutti i giorni. Poi c’erano anche, non diffusi come i primi, ma sempre numerosi e non “sporadici”, cani più specializzati e come i mastini e i levrieri.


abbiamo davvero poche informazioni per provare che attuali razze canine autoctone fossero già presenti in epoca romana”.
Sicuramente non abbiamo a disposizione dei trattati, ma quello che abbiamo basta e avanza.
Con questo nessuno vuol dire che il cane (o i cani) nuragico si è conservato intatto fino ai nostri giorni e “abbia una storia di assoluta purezza" (ma chi l’ha mai detto???!). Chi mette in bocca ad altri una affermazione simile sta commettendo una grossolana forzatura.
Non si può ignorare però che, tenendoci ai fatti, è dimostrato direttamente e indirettamente, da fonti le più disparate (bronzetti, ritrovamenti “zoo archeologici”, descrizioni scritte e, infine, DNA) che i cosidetti “Molossi Nuragici”, non erano tanto diversi dagli attuali Cani Fonnesi e Doghi Sardeschi. Abbiamo anche qualche documentazione di cani levrieroidi presenti in Sardegna fin dall’antichità.
Il paragone fra le razze canine sarde antiche ed attuali (e, in parte, con i Sardi antichi e moderni) con la lingua (latino è sardo attuale)? Per ora mi limito solo ad accennare che è non solo fuori luogo, ma del tutto improponibile e frutto di estrema improvvisazione. Mi riservo di entrare, eventualmente, più in dettaglio nei post seguenti per evidenziare le differenze macroscopiche esistenti fra queste categorie.
Turritano
Sebbene condivida in parte il discorso di Turritano, vorrei precisare un paio di cose: sento parlare troppo spesso di DNA, il DNA ottenuto dai prelievi fatti nell'ultimo decennio è servito (e servirà) per ricercare una eventuale omogeneità genetica tra gli esemplari diffusi in tutta l'isola, ma non si hanno certezze riguardo l'eventuale purezza dei soggetti su cui sono stati fatti i prelievi; non a caso si parla di una certa affinità genetica col maremmano. Purtroppo non è possibile recuperare del DNA dai resti ossei fossili ritrovati in Sardegna (l'osso non contiene DNA, lo si potrebbe recuperare se ci fosse del midollo osseo conservato, ma con ii nostro clima è impensabile), per cui non si hanno certezze neanche sulla reale affinità genetica tra i cani attuali e il cane antico che affiancava i popoli nuragici, ciò che si è visto è che esistevano molossi morfologicamente simili agli attuali fonnesi e doghi.

Il discorso di Francesco non è campato in aria, infatti sebbene le considerazioni di Turritano siano più che fondate, bisogna considerare il grande incremento di scambi commerciali avvenuto dalla fine dell' '800 in poi. Qui ad Orosei, ad esempio, in alcune spiagge basta scavare un metro per trovare sabbia nera che ci riporta ai carichi di carbone (le nostre antiche foreste sono scomparse per questo) sulle navi che approdavano nel nostro golfo (cosa che gli anziani ricordano bene), io possiedo migliaia di fotografie (mia madre le colleziona, Francesco ne ha viste un po') dei primi del '900 e anche alcune più vecchie (perfino dagherrotipi); nella mia ricerca di testimonianze di cani sardi ho trovato centinaia di foto di cani delle più svariate razze (sopratutto da caccia) portati dal continente per lo più dai "Don" del periodo, accadeva anche che molti sardi si facessero incantare dal cane continentale del nobilastro di turno e alla prima occasione gli incroci ci scappavano eccome! Ovviamente in zone di mare, specie in prossimità di porti le "contaminazioni" erano maggiori rispetto all' interno, ma è impensabile che non ci siano state anche lì!
In quanto alla considerazione, sempre di Turritano, riguardo agli incroci all'interno del singolo allevamento, nessuno credo abbia mai affermato nulla di diverso; ciò che alcuni di noi continuano a ripetere è che nella linea Ruju (è evidente che tali considerazioni erano sempre rivolte in quella direzione) non c'è stata una immissione continuata di sangue di inglese, sono solo abbastanza onesti da ammettere un occasionale incrocio molti anni fa (chissà in quanti hanno fatto ben di peggio e si guardano bene dal dirlo); Turritano stesso afferma che incroci occasionali del passato non hanno intaccato significativamente ciò che era il fenotipo del fonnese antico; per cui trovo che siamo tutti d'accordo su questo punto. Io sono dell'idea che, mentre Dogo e Fonnese sono fortemente imparentati, il levriero si discosti molto dal punto di vista genetico; lo dimostra il fatto che molti tratti genetici che sono recessivi nei molossi sardi sono invece dominanti nei levrieri di tutte le linee che ho potuto vedere; ecco perchè diffido un po' di quei levrieri tozzi e tarchiati che hanno molti tratti del dogo; secondo me il vero levriero sardo va ricercato tra gli esemplari più alti e slanciati, molto simili ai cugini nord-africani (da cui si sa che provengono gli inglesi e, SECONDO ME, pure i sardi); con questo non voglio dire che bisogna ricorrere ad incroci di alcun tipo, ma ritengo che il modello vada cercato alle origini! Non mi dilungo oltre sulle significative differenze tra i cani della linea Ruju e i levrieri inglesi, anche perchè pare che la cosa non interessi granchè a nessuno; finchè si continuerà a parlare di DNA senza approfondire l'argomento (su cui sono preparatissimo) e di meticciamenti veri o presunti, gravi o non gravi, non mi sento di continuare questa sterile discussione che non può sfociare in niente di costruttivo!
Sono aperto ad una qualsiasi reale collaborazione che aiuti tutti noi a farci un'idea più chiara di cosa sia un levriero sardo; ho voluto rendere partecipi i frequentatori di questo forum degli esiti di alcune ricerche; ho evidenziato sia i punti che avvalorano le mie tesi, sia quelli che parrebero smentirle, questo perchè non ho la presunzione di sapere tutto e sono sempre disposto ad ammettere gli sbagli quando mi vengono evidenziati (e dimostrati). Rinnovo l'invito a tutti coloro che hanno levrieri e vogliono approfondire l'argomento: misuriamo e pesiamo i cani, raccogliamo tutti i dati possibili e confrontiamoli con tutte le altre linee; non so se si arriverebbe a capire tutto, ma sicuramente ci faremmo tutti un'idea più precisa a riguardo!

Rileggendo ciò che scrivo ho sempre l'idea di apparire un po' troppo polemico, forse per il mio modo schietto di esprimermi che lascia poco spazio ai convenevoli; spero che a tutti sia chiaro che non sono il classico "bastian contrario" che fa polemica e difende a priori una posizione per orgoglio (so di dare questa impressione talvolta, specie quando scrivo)... spero che Turritano in particolare (qua rispondevo ad un suo commento) sappia vedere oltre il mio atteggiamento e che capisca che nasce da una sincera passione e non da una sterile ed inutile presunzione!








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Friaxolaxu

Nuovo Utente


Inserito il - 25/11/2010 : 12:59:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Friaxolaxu Invia a Friaxolaxu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Concordo con Sardo Randagio per quanto riguarda il discorso sul DNA e sull' inesistenza di evidenze di una reale affinità genetica tra i cani attuali e quelli presenti nell'isola in periodi precedenti.

Daltronde, rispondendo a ciò che ha detto Turritano:

Non si può ignorare però che, tenendoci ai fatti, è dimostrato direttamente e indirettamente, da fonti le più disparate (bronzetti, ritrovamenti “zoo archeologici”, descrizioni scritte e, infine, DNA) che i cosidetti “Molossi Nuragici”, non erano tanto diversi dagli attuali Cani Fonnesi e Doghi Sardeschi. Abbiamo anche qualche documentazione di cani levrieroidi presenti in Sardegna fin dall’antichità.


i bronzetti, come anche le descrizioni, possono darci solo indizi (non descrizioni) su cosa era presente all'epoca. Come ha detto anche Alberto, il fatto che in epoca nuragica ci fossero forme molossoidi di cani non conferma niente al di fuori del fatto che all'epoca fossero presenti cani simili agli attuali da un punto di vista osteologico (unica certezza, daltronde, che ci danno gli studi archeozoologici).

Concordo sempre con SardoRandagio riguardo ai cani arrivati in Sardegna, e ribadisco che (sempre rispondendo a Turritano):

.. in tempi storici relativamente vicini ai nostri giorni (fine ‘700 e ‘800) alcuni naturalisti


si tratta di un periodo davvero molto molto vicino all'attualità, che non ci dà informazioni sui periodi precedenti, inoltre

gran numero di cani presenti in Sardegna. Praticamente ogni uomo ne possedeva almeno uno. ..cani simili tra loro.. peculiari e ben caratterizzate, diffuse in tutta l’Isola. Quello più comune era un cane che riassumeva nella forma e nelle attitudini il carattere di cane da caccia e di cane da guardia (un po’ mastino e un po’ levriero)


conosco molto bene il Cetti e gli altri autori del passato che accennano ai cani presenti in Sardegna: dalle loro descrizioni si può dedurre la presenza di tipologie di cani, ma non traspare di certo l'esclusiva presenza di tipologie canine identiche a quelle che oggi riteniamo sarde.

Per quanto riguarda la parte 1:

2 - La selezione veniva sì fatta .. l’aspetto, la morfologia dei cani aveva la sua importanza ..permetteva di escludere da una certa razza..non è esatto dire che la selezione veniva fatta “(quasi) esclusivamente a scopo utilitaristico” e “non si pensava a "mantenere una certa linea perchè sarda"..la selezione veniva sempre fatta in maniera empirica.. Certi aspetti morfologici erano (e sono) irrinunciabili..


Se ti riferisci a pratiche che hai conosciuto in passato o di cui ti hanno parlato, sta bene. Ma non possiamo sapere come, con quali pratiche e con quale filosofia si allevavano i cani in Sardegna in tempi storici, e come questi fenomeni si siano evoluti col passare dei secoli (ed è quello di cui stiamo parlando).

Gli influssi di altre razze erano sempre occasionali e saltuari...
Immaginiamo, nei secoli scorsi, una moltitudine di viaggiatori che arrivavano in Sardegna senza interruzione, portandosi dietro migliaia di cani....Tutti sanno che la Sardegna è un’isola lontana. Già ora, andare in Europa o in Africa, può presentare delle difficoltà, figuriamoci nei secoli scorsi...Non c’era certo un flusso di turisti di centinaia di migliaia di persone all’anno e, chi veniva qui, sobbarcandosi viaggi lunghi e faticosi, lo faceva nella massima parte, per motivi di commercio (perlopiù pelli, formaggio, vino) Quindi, è inconfutabile, le persone arrivavano in Sardegna in modo saltuario, e certamente, di solito non viaggiavano con cani al seguito


Mi trovo totalmente disaccordo.
1) La Sardegna era un crocevia importantissimo e, vuoi per migrazioni umane, vuoi per commerci, vuoi per motivi bellici, vuoi per mille altri motivi, c'è sempre stato un grande flusso di genti.
2) L'uomo ha sempre portato con sè i propri animali durante gli spostamenti, questo è successo da sempre e in tutti gli angoli del globo.
3) Ovviamente in passato non c'era un grande flusso di turisti..ma l'idea dell'isola lontana, irraggiungibile ed isolata è abbasanza superata: dall'epoca della neolitizzazione del Mediterraneo la Sardegna è sempre stata raggiunta da genti assieme ai loro carichi di piante ed animali (già nel Neolitico antico gli uomini portarono nell'isola il cane, suini in forme domestiche e ferali addomesticate [ovvero maiale e cinghiale], il cervo, il bue domestico, ovicaprini; nel Neolitico medio compaiono muflone, gatto selvatico [che non è altro che la forma inselvatichita di animali addomesticati ed importati], martora e piccoli mammiferi roditori, Gliridae e insettivori probabilmente importati accidentalmente con carichi di materiale..etc etc non vi sto a fare la cronistoria di tutti i momenti storici!), ed ovviamente con il passare del tempo tutti questi fenomeni si moltiplicavano (e continuano a moltiplicarsi tutt'oggi) esponenzialmente.

Il paragone fra le razze canine sarde antiche ed attuali (e, in parte, con i Sardi antichi e moderni) con la lingua (latino è sardo attuale)? Per ora mi limito solo ad accennare che è non solo fuori luogo, ma del tutto improponibile e frutto di estrema improvvisazione.


Non si tratta di un paragone tra le differenze che intercorrono tra cani antichi e moderni, uomini antichi e moderni, culture antiche e moderne: si tratta di un paragone tra dei fenomeni che hanno coinvolto questi aspetti mutevoli della vita dell'uomo e che in una comunità isolata dipendono in gran parte da un fattore essenziale: il contatto con l'esterno. Tutto quì. Affermare che quello che dico sia frutto di estrema improvvisazione mi pare un poco azzardato e poco cortese. Ancora una volta ti invito a esprimere le tue opinioni (che rispetto e mi fa piacere ascoltare) nel rispetto delle persone con cui parli, e magari con un po' più di umiltà.

In ogni caso, anche io non sono interessato ad elucubrazioni poco costruttive, e accolgo l'invito di Alberto a portare avanti indagini approfondite sul levriero sardo, mettendo a disposizione ciò che possiamo dare, esprimendo i nostri pareri senza presunzione e con rispetto, e soprattutto mossi dalla passione che credo contraddistinga tutti noi, e che spero possa far superare tutte le nostre eventuali (passate e future) incomprensioni.

un caro saluto a tutti
Francesco














Modificato da - Friaxolaxu in data 25/11/2010 13:02:20

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Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 25/11/2010 : 23:53:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sardo Randagio ha scritto:


.........
sento parlare troppo spesso di DNA, il DNA ottenuto dai prelievi fatti nell'ultimo decennio è servito (e servirà) per ricercare una eventuale omogeneità genetica tra gli esemplari diffusi in tutta l'isola, ma non si hanno certezze riguardo l'eventuale purezza dei soggetti su cui sono stati fatti i prelievi


Mamma mia quanta carne al fuoco …. Risponderò anche stavolta in diverse puntate
1
Prima di tutto, tranquillo Sardo R., sono profondamente convinto e da prima del Raduno di Orosei, che tu (come me) sei animato da sincera passione per i nostri cani e, in genere, per le tante cose belle e peculiari che fortunata abbiamo in Sardegna
“sento parlare troppo spesso di DNA, il DNA ottenuto dai prelievi fatti nell'ultimo decennio è servito (e servirà) per ricercare una eventuale omogeneità genetica tra gli esemplari diffusi in tutta l'isola, ma non si hanno certezze riguardo l'eventuale purezza dei soggetti su cui sono stati fatti i prelievi; non a caso si parla di una certa affinità genetica col maremmano”

eh, questo DNA …. Oso dubitare del fatto che, forse, non potresti essere il solo a sapere qualcosa di genetica. Forse anch’io, seppure forse non arrivo al tuo livello, potrei conoscerne quanto basta
Scusa, non ti seguo:
prima dici che “il DNA ottenuto dai prelievi fatti nell'ultimo decennio è servito (e servirà) per ricercare una eventuale omogeneità genetica tra gli esemplari diffusi in tutta l'isola”
e poi: “ma non si hanno certezze riguardo l'eventuale purezza dei soggetti su cui sono stati fatti i prelievi”
Preciso:
1 La omogeneità di cosidetti “Cani Fonnesi”, fortunatamente e non a caso “diffusi in tutta l’Isola”, non è eventuale né discutibile, ma effettiva e dimostrata. Se mai bisogna vedere quali soggetti bisogna escludere da questa razza. Io personalmente in più di 15 anni, girando in tutta la Sardegna, spacciati per “Fonnese” ne ho visto di tutti colori. Alcuni molto belli, da riconoscersi a prima vista (e questi erano la grande maggioranza) con caratteristiche morfologiche e caratteriali tipiche, altri alquanto diversi, che poco avevano in comune col Fonnese “tipico”, anche se devo dire che i proprietari ammettevano tranquillamente che non erano “puri”.
Lasciamo tempo al tempo e all’Università Turritana l’opportunità di portare avanti questa l’encomiabile ricerca sui Cani Fonnesi e il monitoraggio dei cani censiti e della loro discendenza.
2 chi ha parlato di “purezza” sui soggetti su cui sono stati fatti i prelievi”? Se ti riferisci a me, stai equivocando di brutto.

Intanto, che cosa vuol dire “purezza”? ne vogliamo discutere? L’argomento è interessante
A parte questo, è ovvio che su circa 200 cani censiti (in ogni parte della Sardegna) segnalati come “fonnesi”, qualche discrepanza genetica doveva pur saltare fuori. Questo si vede anche dalla morfologia: come dicevo ci sono cani dati per “fonnesi” che di Fonnese non mostrano molto, anzi alcuni esemplari sono notevolmente diversi dal “Fonnese tipo” (e su questo “tipo”, prevedo una prossima discussione chiarificatrice), quindi non mi sembra il caso di usare una espressione così impegnativa, anche se è molto frequente una empirica e straordinaria omogeneità morfologica su cani presenti, da Nord a Sud, in ogni angolo della Sardegna. Quello presente nel raduno di Orosei, per quanto limitato nel numero, è statisticamente molto indicativo.
Comunque, io ho sempre parlato di affinità più o meno spinta, di una diffusa, evidente e a volte impressionante omogeneità, non di “purezza”, vera e propria, anche se possiamo esserci molto vicini. Si tratta di un cane obiettivamente molto bello e con caratteristiche peculiari.
Turritano








Modificato da - Turritano in data 26/11/2010 00:08:11

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Turritano

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Inserito il - 25/11/2010 : 23:57:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sardo Randagio ha scritto:


............
non a caso si parla di una certa affinità genetica col maremmano. Purtroppo non è possibile recuperare del DNA dai resti ossei fossili ritrovati in Sardegna ........

2
L’”affinità col Maremmano” … questa mi giunge nuova! a questo punto sono curioso: potresti citare la fonte? Poi, se vuoi, ti ripeto che cosa si sa del DNA rilevato dalla ricerca portata avanti (e ancora in corso) dall’Università di Sassari.
Intanto chiariamo bene una cosa: bisogna intendersi sul significato che vogliamo dare alla parola “affinità” (ma anche su altri termini) e poi attenervisi. Non avrebbe molto senso usare questa parola in “modo variabile” a seconda della circostanza. Io definirei il termine sì “affinità” come qualcosa si molto simile, ma nel nostro caso (parlando di DNA) non basta avere qualcosa di simile per parlare di affinità. Quindi escluderei che avere dei dati genetici comuni ad altre razze, possa essere definito come affine: tutte le razze canine, è indubbio e naturale, hanno moltissimi tratti (genetici) in comune. Nel nostro caso, si tratta di vedere invece le caratteristiche peculiari del DNA dei Fonnesi, cioè dei tratti genetici riscontrati in questa razza ma in nessun’ altra razza (o quasi) su cui questo studio è stato effettuato.

“per cui non si hanno certezze neanche sulla reale affinità genetica tra i cani attuali e il cane antico che affiancava i popoli nuragici, ciò che si è visto è che esistevano molossi morfologicamente simili agli attuali fonnesi e doghi”
Attento, neanche questo è stato scritto né pensato da parte mia. Ma credi proprio che io non sappia che il DNA si può ricavare solo dalle cellule e non da minerali? E poi, così, tanto per puntualizzare, non è esatto dire che ”osso” non contiene DNA, tranne che nel “midollo” (osseo, ovviamente): lo contengono anche gli osteociti che (come dice il nome) sono cellule sempre presenti nell’osso fresco

Se leggi bene il mio post precedente. Per chiarire, in sintesi io parlando del DNA dei cani Fonnesi, mi riferivo solo ai cani attuali, non a quelli ormai fossilizzati. Questi ultimi sono invece comparabili a quelli attuali per forma e dimensione. Quanto basta per dimostrare, in barba a quanti ancora si attardano a credere alla leggenda che i cani molossi o molossoidi in Sardegna, sono stati introdotti dai romani. Tutto qua.
Turritano








Modificato da - Turritano in data 25/11/2010 23:57:44

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Turritano

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Inserito il - 26/11/2010 : 00:06:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sardo Randagio ha scritto:


...............
bisogna considerare il grande incremento di scambi commerciali avvenuto dalla fine dell' '800 in poi.
.........

3
Altro equivoco (evidentemente, ahimé, non riesco a spiegarmi bene ):
Io non ho negato, e non nego che scambi commerciali in Sardegna, specialmente riferendoci all’800, ci siano stati. Non ho negato e non nego che dei cani siano arrivati in quel periodo dal continente (e non solo dall’Italia) ma, consistenti o meno, contestavo e contesto il numero in percentuale di questi cani “istranzos” in rapporto a quelli nostrani. facendo osservare che seppure da quel secolo il traffico commerciale fra la Sardegna e il Continente (non solo italiano) era aumentato, rispetto ai secoli precedenti ciò non vuol dire che gli scambi, con arrivi e partenze di merci fosse intenso, continuo e massivo, ma l’incremento era solo “relativo”, cioè rapportato ai secoli precedenti. In altre parole. Per esmplificare, se nel secolo precedente gli scambi commerciali erano pari a 0,1 e nell’’ ‘800 aumentavano a 1 (cifre indicative), si sarebbe avuto un incremento relativo di 10, statisticamente importante, ma in realtà abbastanza misero, in rapporto agli scambi che nel periodo interessavano altre regioni o nazioni.

Questo per quanto riguarda gli scambi commerciali.
Il traffico passeggeri nell’’800 era, per ragioni intuibili, ancora più limitato che non quello delle merci. D’altra parte non è pensabile che, in genere, che questi passeggeri viaggiassero abitualmente con cani al seguito, ma i cani che arrivavano in Sardegna erano ancora di numero più sparuto di quello degli umani. Questo mi sembra incontestabile.
Non contestavo e non contesto che questi cani si siano riprodotti mischiandosi ai cani sardi, ma ho fatto e faccio rilevare che obiettivamente, stante l’ esiguo numero di cani estranei (esiguo in se stesso e ancora di più se rapportato al numero dei cani esistenti in Sardegna che, come attestano fonti scritte, erano straordinariamente numerosi), questo fatto naturale non può aver influito se non in misura trascurabile e irrisoria, sul genoma dei cani sardi nel loro complesso.
Turritano








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Turritano

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Inserito il - 26/11/2010 : 00:18:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sardo Randagio ha scritto:



4
........... nella mia ricerca di testimonianze di cani sardi ho trovato centinaia di foto di cani delle più svariate razze (sopratutto da caccia) portati dal continente per lo più dai "Don" del periodo, accadeva anche che molti sardi si facessero incantare dal cane continentale del nobilastro di turno
...........

Che i Sardi “esterofili” (all'epoca perlopiù “nobilastri”), che si fanno incantare da ciò che viene e veniva dal continente (non solo italiano) siamo perfettamente d’accordo, ma nell’ambito dei cani, si tratta sempre di episodi marginali.
Per quanto riguarda le antiche fotografie che testimoniano i cani provenienti dall’esterno, non aggiungono nulla a quanto già detto e a quanto già si sapeva.
Tu parli di Orosei, se permetti nel Sassarese il fenomeno, per motivi fin troppo ovvi, era ancora più diffuso. Antiche fotografie di cacciatori sardi con cani da caccia non sardi ne ho visto e ne possiedo anch’io, e parecchie.
Comunque, è appena il caso di osservarlo, che le fotografie possono essere migliaia, ma ciò non deve trarre in inganno: in genere riprendono più volte gli stessi personaggi e gli stessi cani.

Nessuno nega quindi che questi cani importati abbiano occasionalmente prodotto degli “ibridi” (o “meticci” che dir si voglia, magari accoppiandosi con altri meticci) ………..

Aggiungiamo un fatto sinora è stato trascurato, ma molto interessante che : solitamente i proprietari di cani “Fonnesi” o “doghi sardeschi” non erano interessati a far mischiare i loro animali con quelli di altre razze, inoltre possedevano più di un cane e i loro maschi non erano affatto disposti a condividere le loro femmine con altri. Questo è sempre successo e succede ancora. Per non andare lontani, Dago ha ridotto letteralmente a pezzi sparsi per la campagna un pitbull, e costretto alla fuga con la pelle dilaniata, un rotwailer che si erano avventurati incautamente nel loro territorio.

Queste immissioni di sangue estraneo, limitate, occasionali e sporadiche, nella popolazione totale dei cani sardi, mi dispiace ma devo ripeterlo, è fatto del tutto trascurabile ed irrilevante in se stessa e, ancora di più se confrontato alla immissione di un cane estraneo in un singolo allevamento. Questo per parlare di incroci occasionali ma non deliberati.
Turritano








Modificato da - Turritano in data 26/11/2010 00:21:22

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Turritano

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Inserito il - 26/11/2010 : 00:29:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Altra precisazione: com’era “in origine” il levriero sardo? era alto e slanciato o come il levriero inglese o era più tarchiato? Le opinioni possono sono diverse, ma di certo e tangibile al momento abbiamo solo i pochi esemplari rustici presenti. Disegni? Come ho già avuto modo dire non sono documenti molto chiari perché le proporzioni possono essere non corrispondenti alla realtà. Origine “africana”? Possono anche essere stati portati dall’oriente (non dimentichiamo che i Sardi antichi provenivano dall’Asia (dove esistevano cani levrieri autoctoni (non dimentichiamo il levriero Afgano) e, comunque.anche questa è una ipotesi, ma non una certezza. Cani di tipo levrieroide si notano anche in alcuni bronzetti nuragici e non sembrano particolarmente slanciati. Allora, perché il levriero sardo non poteva avere caratteristiche proprie, diverse dagli “altri”? Essendosi evoluto dai tempi antichissimi nel nostro ambiente, complessivamente diverso da quello africano, secondo le esigenze dei nostri antenati, che richiedevano una maggiore robustezza in accordo con i pochi esemplari rustici ancora presenti? Ognuno può pensarle come crede, portare avanti una sua logica più o meno convincente, ma in mancanza di prove certe, si rimane sempre a livello di ipotesi.
, mi sembra che nessuno abbia detto (e tanto meno il soscritto) che le immissioni di sangue inglese, siano state continue e operate con diversi soggetti. È stato detto invece (e per quanto mi riguarda lo ribadisco) che, in un singolo allevamento, l’introduzione anche di un unico un esemplare estraneo sposti la percentuale dei geni “estranei” negli F1 (per chi non lo sapesse: esemplari di prima generazione) da 0 al 50% e non è poco. Se poi si scelgono dagli F1 soggetti che fenotipicamente assomigliano di più al genitore “estraneo”, e poi nelle generazioni successive si continua a selezionare in quel senso, è comprensibile che le caratteristiche iniziali da cui si era partiti (nella fattispecie, il levriero sardo) vengono notevolmente compromesse (e questo è tanto più valido quanto sono rari i soggetti di quella razza). A un certo punto si avranno dei soggetti belli, molto belli, anzi ammirevoli esteticamente, che però sono sempre il frutto di un “meticciamento”. Dire questo non mi sembra offensivo per nessuno, né per il signor Ruju in persona, né per possessori dei suoi cani Mi sembra solo un fatto inconfutabile.
Tu dici che questo è un discorso sterile? Io non credo, si tratta di una esposizione di vedute diverse, di uno scambio, un confronto di opinioni che come tale non è mai sterile ma permette sempre un reciproco arricchimento. Direi piuttosto che siamo abbondantemente OT.

Che poi qualcuno abbia fatto la stessa operazione, tenendola nascosta, con Fonnesi o Doghi Sardeschi, non lo metto in dubbio e, ovviamente, non approvo. Ma se l’azione è più o meno la stessa, l’effetto sulla massa genetica dei cani di quella razza à trascurabile e irrisoria.
Ma questo in particolare (auspicando di rientrare nel tema: “il Cane Fonnese tra passato e futuro”) è un argomento che andrebbe debitamente approfondito nei prossimi post, investendo eventualmente ciò che intendiamo col termine “purezza”.
In conclusione mi sembra di capire che, da quanto sinora emerso, le discordanze fra le mie opinioni e quelle di Sardo R., siano più apparenti che sostanziali
Saludos
Turritano








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