Autore |
Discussione |
maurizio feo
Salottino
Utente Master
|
Inserito il - 10/04/2010 : 13:53:41
|
Per Nicola 76: Sono bolognese autentico, per nascita. Sono sardo, per scelta personale e cosciente, effettuata da adulto. Vivo a Roma, bellissima città di antica e grande tradizione, abitata da un misto di gente abominevole.
Che cosa cambierebbe per i sardi di oggi - tu chiedi - se pure la Sardegna fosse stata Atlantide?
Quello che cambia è la Verità della Storia. Ogni popolo deve essere consapevole della propria come anche dell' altrui storia. Soprattutto deve conoscerne gli errori, per non ripeterli.
Invece, quanti errori stiamo ripetendo? E' una lunghissima lista: alcuni sono piccoli e meno importanti. Altri sono di una gravità infernale. E Stiglitz, come anche alcuni altri - grazie al cielo - ne è ben cosciente e li puntualizza, evidenziandoli.
Può sembrare che cambi poco, ad un'occhiata superficiale, dunque: ma non è poco.
|
|
Beni: ti naru unu contu... |
|
Regione Emilia Romagna ~
Città: Roma ~
Messaggi: 2962 ~
Membro dal: 11/01/2008 ~
Ultima visita: 23/03/2012
|
|
|
Nicola76
Utente Medio
|
Inserito il - 10/04/2010 : 14:01:21
|
| maurizio feo ha scritto: Vivo a Roma, bellissima città di antica e grande tradizione, abitata da un misto di gente abominevole.
---
Quello che cambia è la Verità della Storia. Ogni popolo deve essere consapevole della propria come anche dell' altrui storia. Soprattutto deve conoscerne gli errori, per non ripeterli.
|
Interessante la tua definizione di Roma. Sulla prima metà della frase sono pienamente d'accordo. Sulla seconda, evito di pronunciarmi...
Concordo sulla "Verità" (interessante l'uso della maiuscola che fai) della Storia (idem). Io sono appassionato di storia e passo la maggior parte del mio tempo libero alla ricerca di antichi castelli e pievine isolate, quindi non posso che convenire.
Tuttavia, talvolta credo che certi dettagli siano poco importanti. Vorrei sapere molto di più, per esempio, sulla civilta nuragica, purtroppo ci restano solo le pietre e poco altro. Ma se anche le leggende su Atlantide fossero nate in Sardegna anziché altrove, non vedo che cosa cambierebbe di preciso. Sarebbe una bella cosa pubblicitaria, devo ammettere, e chissà quante comitive di giapponesi verrebbero a fare delle visite guidate ad "Atlantide". Già mi vedo quanti alberghi si ribattezzerebbero "Atlantide" o simili e quanti ristoranti escogiterebbero un menù atlantideo!
Però, con tutto ciò che c'è di misterioso nel passato, devo ammettere (opinione personale, per carità) che non è una delle mie curiosità principali.
Saluti,
Nicola
P.S. Non sarò così indiscreto da sondare il tuo passato, però è interessante che tu "abbia deciso" di essere sardo. Posso chiederti se è una questione di amore per la Sardegna o se semplicemente ti sei trovato a vivere in Sardegna e ti è piaciuta? Anche io, come dicevo, ho vissuto altrove (in America da ragazzino, a Milano da adulto) ma non ho messo le radici, coscientemente.
|
|
Multa non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus sunt difficilia (Seneca) |
|
Regione Emilia Romagna ~
Prov.: Bologna ~
Città: Bologna ~
Messaggi: 125 ~
Membro dal: 17/03/2010 ~
Ultima visita: 27/09/2010
|
|
|
maurizio feo
Salottino
Utente Master
|
Inserito il - 10/04/2010 : 19:50:08
|
La questione turistico/commerciale è già stata trattata altrove, in questo Forum. Comunque sia, ripeto che vendere un proprio passato storico consapevolmente falso è come truffare i turisti con le tre tavolette o con sistemi consimili... Inoltre, La Sardegna dovrebbe imparare a non vivere solo di turismo, bensì anche di altre iniziative (come molti sardi fortunatamente stanno facendo). Infatti, di un certo turismo (di cui molti sardi credono di vivere), la Sardegna in realtà può morire definitivamente, se non si prenderanno presto provvedimenti: quando la Sardegna dovesse trasformarsi in un enorme dormitorio devastato (come Rapallo, come Fregene ed Ostia, come gran parte del litorale Italiano), allora non ci verrebbe più nessuno e la pacchia sarebbe comunque finita... Ma non ritornerebbero più né la Fauna, né la Flora, né il Paesaggio distrutti per sempre dalla presenza dell'uomo e dal cemento.
|
Modificato da - maurizio feo in data 10/04/2010 19:51:52 |
|
Beni: ti naru unu contu... |
|
Regione Emilia Romagna ~
Città: Roma ~
Messaggi: 2962 ~
Membro dal: 11/01/2008 ~
Ultima visita: 23/03/2012
|
|
|
Nicola76
Utente Medio
|
Inserito il - 10/04/2010 : 20:06:00
|
| maurizio feo ha scritto: Ma non ritornerebbero più né la Fauna, né la Flora, né il Paesaggio distrutti per sempre dalla presenza dell'uomo e dal cemento.
|
Con me sfondi una porta aperta, io sono un ambientalista... Per quel poco che ho visto, la Sardegna mi sembra (ancora) meno devastata di tante altre zone d'Italia, speriamo solo che duri.
Buona serata,
Nicola
|
|
Multa non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus sunt difficilia (Seneca) |
|
Regione Emilia Romagna ~
Prov.: Bologna ~
Città: Bologna ~
Messaggi: 125 ~
Membro dal: 17/03/2010 ~
Ultima visita: 27/09/2010
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 10/04/2010 : 20:30:29
|
Non si tratta di turismo, ma di rispetto dei passaggi che formano il racconto dell’Isola. In questo senso l’esempio de La Maddalena mi sembra pertinente. Non è la forma che mi disturba, quella ha un suo elemento di contemporaneità che potrei non condividere, ma che potrebbe trovare una sua posizione sostenibile. E’ la discontinuità aperta che mi interessa. E’ la dissociazione fra la risposta e la domanda che ancora una volta azioni artificiali hanno contribuito a allargare, lasciando così, sull’isola, un manufatto assolutamente in balia di se stesso. Non è questione riferibile a un settore produttivo, ma è ragione rivolta al come le azioni possano e debbano essere il racconto di una civiltà E qui torno alla storia, all’archeologia. Certo non sono i reperti che danno lustro a una civiltà, spesso questi sono direttamente proporzionale alle razzie che gli imperi promovono. Vespasiano finanziò il suo Colosseo con la vendita dell’oro delle offerte del tempio di Gerusalemme e la vendita degli schiavi ebrei. La Sardegna sembra mostrare, con i suoi reperti, che non sentisse tanto la necessità di impero, ma indicare un profondo rispetto dell’ESSERE ISOLA.
Scusate se insisto su questo punto , ma , a mio parere, se non riusciremo a capire quale sia stata la relazione fra l’ombra propria e il calendario nel costruire il territorio; se non riusciremo a raccontare, parallelamente alla storia degli assoluti, la storia delle persone, un racconto fatto di isole e non di potere, allora, forse, non riusciremo a dare un senso ai Nuraghi e ai grandi costruttori.
ps. in questo senso é importante il lavoro fatto dalla Satta con 'le pillole'
|
Modificato da - oltre i limiti in data 10/04/2010 20:34:04 |
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
maurizio feo
Salottino
Utente Master
|
Inserito il - 10/04/2010 : 22:27:13
|
Oltre i limiti: trovo qualche difficoltà a comprendere appieno quello che tu scrivi (problema mio, probabilmente: la tua prosa è molto elegante e a tratti quasi poetica). Ma non capisco davvero che cosa c'entri La Maddalena ed in che modo sia buono oppure cattivo esempio. Potresti essere più chiaro?
|
Modificato da - maurizio feo in data 10/04/2010 22:28:44 |
|
Beni: ti naru unu contu... |
|
Regione Emilia Romagna ~
Città: Roma ~
Messaggi: 2962 ~
Membro dal: 11/01/2008 ~
Ultima visita: 23/03/2012
|
|
|
Michael Ventris
Nuovo Utente
|
Inserito il - 10/04/2010 : 22:37:50
|
| maurizio feo ha scritto:
Caro MV, il nickname che hai scelto è impegnativo: è quello dell'architetto anglo ellenico che scoprì come la lingua greca fosse già scritta - in un alfabeto sillabico, il lineare B - prima ancora di comparire come lo si conosceva fino ad allora, cioé in un alfabeto derivato dal Fenicio, cui furono aggiunte alcune vocali. E pertanto, da allora si dovette ammettere che esisteva una lunga continuità temporale culturale delle genti che chiamavano se stesse Elleni ed in seguito noi definimmo greci, con un termine che non gli è gradito tutt'oggi, visto che significa "schiavi". E lo sviluppo che tu proponi, per questo argomento, è altrettanto impegnativo e pregno di connessioni con altri temi piuttosto importanti... Non so se i moderatori ci lasceranno inserire in questa discussione tutte le implicazioni sociologiche, culturali e politiche che già mi vengono in mente. Comunque, non credo che la trattazione del tema proseguirebbe in modo del tutto sereno.
|
Impegnativo dici?
Non mi pare. Per il resto procedi, non credo che la moderazione interromperà un discorso sensato. Potrebbe anche risultare interessante. Al massimo sposterà la discussione altrove. Tuttavia sarebbe anche l'ora di affrontare seriamente il problema.
|
|
|
Regione Estero ~
Città: Heaven ~
Messaggi: 5 ~
Membro dal: 15/03/2010 ~
Ultima visita: 01/05/2010
|
|
|
kigula
Moderatore
|
Inserito il - 10/04/2010 : 23:11:46
|
Signori vi chiedo di non allargarvi troppo. Capisco che il tema si presti a parentesi varie, però attenzione...
|
Modificato da - kigula in data 10/04/2010 23:12:41 |
|
|
Regione Estero ~
Città: Cordoba ~
Messaggi: 1738 ~
Membro dal: 07/05/2007 ~
Ultima visita: 15/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 11/04/2010 : 09:20:24
|
Riparto da qui
Essere isola…
Così Alfonso Stiglitz - “Sembra quasi che ci vergogniamo della nostra storia, che la riteniamo non adeguata e che quindi necessiti di essere abbellita, arricchita, fino a invocare la distruzione di Poseidone, il maremoto, perché così, distruggendoci ci nobilita agli occhi del mondo. Da qui la spasmodica ricerca di dati archeologici, o presunti tali, che proverebbero la realtà di questo momento apicale della nostra storia, che solo la pervicace volontà di occultamento “dell’Accademia” (qualunque cosa voglia dire questo termine) tiene nascosti al popolo per impedirgli di prendere coscienza della propria identità.” (segue)
Cosa c’entri La Maddalena è presto detto[maurizio feo]. Se fosse espressione del territorio o meglio se il territorio fosse stato coinvolto, oggi, quella struttura sarebbe funzionante e utile per il territorio; invece è lì a fronteggiare se stessa e un mare che specchia solo il narcisismo del suo ideatore, e dunque non è elemento dell’isola ma dell’isola é conquista. Dunque, ciò che mi sembra interessante e vorrei sottolinearle, é capire il passato incominciando a capire le differenze fra noi e il nostro presente.
I motivi di una forma non stanno nella forma stessa, ovvero il significato di una azione non è nell’azione, nell’accadimento, ma è in ciò che accade, è in “ciò che deve essere compreso, in ciò che deve essere voluto, è ciò che deve essere rappresentato in ciò che accade” per citare ancora Deluse. Io aggiungerei, in ciò che accadrà per effetto di quella azione; come dire, oggi,noi siamo ciò che qualcuno prima di noi ha voluto che accadesse.
Quello che vorrei suggerire con questo ragionamento, è che per capire le ragioni della civiltà nuragica non sarà sufficiente lo studio dei reperti, ma occorrerà capirne il significato dell’essere Isola. Non è cosa di poco conto, non esistono, infatti, reperti diretti e non esistono iscrizioni. Personalmente, m’incuriosisce il fatto che non sembra preminente l’aspetto rituale e religioso in ciò che conosciamo di quella civiltà [almeno date le mie conoscenze], non mi sembra evidente la ricerca dell’assoluto quanto, invece, la conoscenza del territorio. Quando avanzai, in altro intervento, l’ipotesi che la civiltà nuragica contenesse qualità più vicine a una società globalizzata di quanto non fossero presenti nelle civiltà a lei contemporanee, e vedessi nei pastori un sistema di comunicazione capillare, simile alle nostre mappe e ai nostri computer, lo indicavo per suggerire un diverso approccio e un diverso livello di relazioni sia verso l'interno che l'esterno[...]. I romani costruirono le strade, e questo è considerato un segno di grandezza, un passo fondamentale per la costruzione dell’impero. La Sardegna non costruì strade ma uso l’isola, preferì confermarsi deserta, e investì sulle donne e sugli uomini: le prime per governare tutto ciò che inizia i secondi per la comunicazioni e per la tecnologia. Come dire in Sardegna non si costruirono la strade ma si inventarono i computer. Allora, tornando all’articolo di Stiglitz, mi sembra interessante l passaggio riportato , come dovrà essere importante l’uso della storia e delle conoscenze oggi che i “conquistatori” hanno finalmente scoperto i computers e la globalizzazione[…]
(segue)
|
Modificato da - oltre i limiti in data 11/04/2010 09:40:27 |
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
maurizio feo
Salottino
Utente Master
|
Inserito il - 11/04/2010 : 20:10:50
|
Insisto che non mi è chiaro a che cosa tu ti riferisca: non certo a Maddalena ed ai Maddalenini. Forse ti riferisci ai recenti accadimenti che vanno dall'allontanamento degli americani (con tutto il loro indotto) e poi al al prima promesso e poi revocato incontro internazionale del G8? Non so. Non sembra quasi che tu ti riferisca ad un mondo reale. Io sono una persona per la quale il mondo esteriore reale esiste... La realtà esercita sempre un fascino irresistibile sulla condotta dell'uomo, che opera sempre come pensa: non certo come pensa alla superficie, o come crede di pensare, ma secondo le sue profonde convinzioni, che sono il suo stesso atteggiamento di fronte alla realtà. Ma - tanto per essere un poco dissacratori, la realtà la si può anche odiare, ma alla fine bisogna pure rendersi conto che è l'unico luogo nel quale trovare una bella bistecca...
|
|
Beni: ti naru unu contu... |
|
Regione Emilia Romagna ~
Città: Roma ~
Messaggi: 2962 ~
Membro dal: 11/01/2008 ~
Ultima visita: 23/03/2012
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 11/04/2010 : 22:31:41
|
Scusami maurizio feo l’attualità mi ha giocato un brutto tiro, ho dato per scontato che il riferimento fosse esplicito, scusami. Mi riferisco al G8 e precisamente agli interventi fatti nell’area dell’Arsenale nell’isola de La Maddalena, e in primo luogo al centro congressi sul mare.
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
exdedalus
Nuovo Utente
|
Inserito il - 12/04/2010 : 11:33:11
|
malefico oltre i limiti!
|
|
|
Regione Estero ~
Prov.: Estero ~
Città: nuchis ~
Messaggi: 44 ~
Membro dal: 11/03/2010 ~
Ultima visita: 10/09/2010
|
|
|
tholoi
Salottino
Moderatore
|
Inserito il - 12/04/2010 : 12:30:10
|
Come ho già avuto modo di dire ad Alfonso "de visu" per quanto mi riguarda la ricerca del mito è già stata soddisfatta. Credo sia necessario porsi come punto di partenza il fatto che il modo di esprimersi dei sardi costruendo le torri sia già stato mito. Non mi preoccupa il fatto che questo possa essere visto con occhi diversi dai miei, in fondo cosa possono essere adesso le torri, cumuli di pietre più o meno disposte in maniera ordinata. Preferisco concentrarmi di più sul perchè siano state erette in così alto numero, sapendo anche che non posso fare a meno di guardare cosa succedeva nel frattempo fuori dai confini isolani. C'è, è vero, molto da riflettere ancora.
|
Modificato da - tholoi in data 12/04/2010 12:30:58 |
|
tholoi - neroargento.com |
|
Regione Sardegna ~
Prov.: Sassari ~
Città: Sassari ~
Messaggi: 1108 ~
Membro dal: 15/10/2007 ~
Ultima visita: 26/03/2012
|
|
|
Acab
Utente Normale
|
Inserito il - 12/04/2010 : 15:35:23
|
Riprendo l’argomento della discussione e quindi la proposizione di eventuali riflessioni suggerite dall’articolo di Alfonso Stiglitz sul Messaggero Sardo. Dice Stiglitz: «Tra le Carte d’Arborea e le Atlantidi attuali c’è un filo rosso, travagliato, che le collega nelle finalità e nel metodo». Credo di non aver capito bene ma mi pare che nell’articolo si mettano sullo stesso piano le false carte d’Arborea e i “falsi?” documenti analizzati da Frau?
Dice ancora Stiglitz: «Per questo è sempre più urgente e necessario che nelle nostre scuole sia presente l’insegnamento della storia sarda, affidata non alle fantasiose proposte di esperti improvvisati, comunicatori della necessità di aumentare le vendite dei propri libri, sostenuti spesso da pubblici amministratori; ma realizzata all’interno della struttura curricolare, da docenti che abbiano fatto i regolari percorsi di studio e ricerca. […] Per questo è necessario anche un salto editoriale qualitativo con la produzione di libri di testo che inseriscano, inquadrandola nel più ampio ambito mediterraneo, la realtà e la grandezza di tutto il nostro percorso storico dalla lontana preistoria sino all’attualità». Sono d’accordo circa la necessità di informare e formare tutti i ragazzi anche sulle storie “minori”, regionali, ma, chiedo, «quale storia?». Avremmo enormi problemi qualora ci riferissimo anche solo ai fatti del diciannovesimo secolo (d.C. intendo) e il testo di storia avrebbe contenuti molto diversi a seconda dello storico incaricato. Dovremmo assistere allo spettacolo fornito da una Certa Commissione, nominata da Certi esperti che non è difficile pensare aderenti ad un Certo credo politico, i cui risultati darebbero poi un seguito di diatribe fra tifoserie. L’adozione di un libro di storia sarebbe cioè, oltre che un importante lavoro di sintesi sulle teorie più accreditate e di imposizione, da parte del più forte, di una certa linea di pensiero, un prodotto “politico”, che deve passare il vaglio della “classe politica” (in senso lato) del momento. Si scopre con gli anni quanta distanza ci sia fra la storia appresa a scuola (e per anni ritenuta verità incontestabile) e quella che si può scoprire leggendo quanti più contributi possibili. Entrando poi nello specifico delle fantasiose ricostruzione della storia isolana in età nuragica, non capisco in che termini possa essere ritenuto pericoloso Paolo Valente Poddighe o il suo eventuale lettore-estimatore. Direi comunque di rompere gli indugi e di evitare le vaghezze invitando tutti a proporre dei titoli per la storia sarda; io dò un contributo per la storia sarda dalletà del ferro all’età romana: P.Bernardini, Le torri, i metalli, il mare; Carlodelfino editore. Ciao, Mario
|
|
|
Regione Sardegna ~
Prov.: Cagliari ~
Città: Villacidro ~
Messaggi: 91 ~
Membro dal: 22/04/2009 ~
Ultima visita: 19/06/2014
|
|
|
DedaloNur
Salottino
Utente Master
|
Inserito il - 12/04/2010 : 16:03:26
|
ciao caro Tholoi,
il tuo intervento è molto interessante: è tanto sintetico quanto rivelatore. Perchè hai inquadrato con esattezza la tesi di fondo su cui tanto la "riflessione", quanto l'articolo di Stiglitz sono impostati. Una piccola citazione di Sartre prima di commentare: | in un certo modo l'Elite Europea prese a fabbricare un indigeno scelto; si selezionavano gli adolescenti, gli si stampavano in fronte col ferro incandescente i principi della cultura occidentale, gli si cacciavano in bocca bavagli sonori parole grosse glutinose che si appiccicavano ai denti; dopo un breve soggiorno in metropoli, li si rimandava a casa contraffatti. Quelle menzogne viventi non avevano più niente da dire ai loro fratelli; risuonavano; da Parigi da Londra, da Amsterdam noi lanciavamo parole: "Partenone! Fratellanza!", e da qualche parte in Africa, in Asia labbra si aprivano " tenone! lanza!" . erano i tempi d'oro.
|
ritornando a noi.. la tesi di fondo dell'articolo e del 3d in sintesi, è che da un lato via sia l'archeologia ufficiale portratrice della fiaccola della conoscenza (tipo statua della libertà); dall'altro v'è l'oscurantismo razzista, strumentalizzatore del Mito, oppio dei popoli: "Poddighe". Poddighe in tutto questo discorso ha funto da paradigma del razzista-nazionalista, cretino o aprofittatore, secondo le parole di Stiglitz o degli astanti. Il paradigma Poddighe s'estende quindi a tutti coloro che abbelliscono la civiltà nuragica di Miti, quali i Shardana (identificati coi nuragici) , yahvè ecc. .
Mi pare una visione manichea, ideologia e irrealistica della cultura sarda, la quale in realtà è molto più sfaccettata e complicata. Intanto i problemi sono almeno 2, o meglio i Contendenti; c'è un problema revanscista; ma c'è pure un problema cupio dissolvi, di cui ovviamente Alfonso non parla. Io chiamo le due parti semplicemente partito nazionalista e anti-nazionalista;
sono però 2 mie astrazioni, perchè le persone che incasello nell'uno o nell'altro in realtà hanno posizioni sfaccettate. D'altronde, so bene dove vengo incasellato , ovvero, tra i cretini. Fatto sta che il Mito arbitrariamente interpretato (per provare la discendenza fenicio punica), l'archeologia declinata a proprio vantaggio son fenomeni che io vedo e trovo in entrambi i campi, utilizzati da entrambi i contendenti: consapevolmete o inconsapevolemte.
alla questione abbellimento della civiltà nuragica col Mito fa per es. fronte l'abbellimento dei Fenici coi miti che si riferiscono alla Sardegna, e che altrove mai si riferiscono a loro per es: Sardus come padre delle genti Sardo-puniche. Altre volte ho letto di Norax il fenicio.
alla questione strumentalizzazione nazionalistica dell'archeologia fa fronte la questione oriente lux per dirla con una formula sintetica. non sarà un caso se Bernardini, nel suo recente libro per 2 volte( se ricordo bene )si scagli contro il nazionalismo Shardana (ma so anche lo aveva fatto in precedenza) ma molte più volte ancora contro gli argomenti ex oriente Lux .
peccato che poi pure Bernardini parli di Norax fenicio!!!
Allora se Poddighe con la sua Atlantide sarda è paradigma del nazionalismo più becero, per simmetria, posso vedere nelle persone dalle cui labbra escono espressioni come Norax fenicio, in cui affiorino spesso argomenti ex-oriente lux, il partito antinazionalista ed il cupio dissolvi all'opera?
cosa pensare allora dell'articolo di Alfonso?
Anzitutto che non bisogna solo rifletterci e ripeterlo tipo mantra, com'è accaduto in questa "riflessione", ma semmai, metterlo in discussione
A dirla tutta l'articolo di Alfoso e i commenti dei suoi groupie (ormai fa pure fashion dirlo...) m'han ricordato quel rito islamico in cui s'afferrano 3 pietre, e le si scaglia contro un cumulo, simulacro del male; più un gesto apotropaico o di maledizione che il veridico ritratto della realtà culturale sarda: descrive e maledice solo una faccia della Luna.
Io d'altro canto sono convintissimo, che di tali gesti e di tale astio saremmo del tutto esenti se non si usasse il ring dell'archeologia per scambiarci pugni e calci affatto politici e ideologici come quelli di cui si "riflette" in questo 3d. ma è una utopia perchè significherebbe risolvere una volta per tutte la eterna questione indipendèntzia Repùbrica de Sardigna
Noi sardi siam davvero dei gran sarcastici; poichè la questione si ripropone da millenni ormai, abbiamo visto nel ring archeologico la sede più consona in cui dibatterne.
La citazione di Sartre fatta all'inizio proviene dalla prefazione dal libro di Fanon , i dannati della terra. Il colonialismo cancella l'identità e lascia sopratutto un ingombrante eredità, un identità snaturata o da ricostruire cme dopo qualsiasi trauma. I neri d'africa meticciati, udivano Partenone! Fratellanza!", che storpiavano in " tenone! lanza!" Noi sardi da millenni udiamo "Fenici, tiro, Pantheon" che storpiamo poi in " nici, ro, theon". Da pochissimo cerchiamo , per mezzo dell'archeologia di pronunciare come possiamo la parola Nuragici...con risultati ancor pessimi, cioè molto nazionalistici o troppo meticci.
il fatto nuovo è che il polo d'attrazione è sempre più quello nuragico, o meglio -gico . e non per una questione di razzismo, ma per una questione di pura e semplice origine e originalità della cultura nuragica.
beninteso, Fanon detesterebbe Poddighe se in effetti fosse come qui lo si è dipinto un razzista, ma detesterebbe, temo, pure le casse di risonanza della colonizzazione, da noi davvero eterne; quelle che richeggiano il meticciato con Tiro, Cartagine, Roma, tralasciando l'origine e l'originalità nuragica. Ovvero gli articoli di stampo anti-nazionalista come quello di Alfonso sarebbero considerati non la soluzione del problema, ma bensì, parte del problema. nel senso che la loro presenza, è il riscontro migliore possibile per dimostrare che ancora ci muoviamo entro la dialettica colonizzati-colonizzatori; malgrado la colonizazzione sia cessata da tempo; forse...
|
Modificato da - DedaloNur in data 12/04/2010 16:23:13 |
|
Freddie Mercury - In My Defence http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related
"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri |
|
Regione Sardegna ~
Prov.: Sassari ~
Città: sassari ~
Messaggi: 2565 ~
Membro dal: 15/09/2008 ~
Ultima visita: 07/10/2014
|
|
|
Discussione |
|
|
|