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Nota Bene: La più antica attestazione delle launeddas ( il tipico strumento a tre canne della Sardegna) risale ad età nuragica.
Il notissimo "Suonatore Itifallico" ritrovato a Ittiri , oggi esposto al Museo Archeologico di Cagliari, infatti, suona un flauto a tre canne.
Questo fa presumere che i nuragici possedessero un sistema musicale che prevedeva l'accordo di tre note. Si pensi che il sistema musicale dei greci antichi accordava soltanto due note!



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Aschy
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 31/03/2010 : 12:50:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Aschy Invia a Aschy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Premetto che non sono un esperto linguista e che a me il sardo piace e so parlarne (ma sopratutto comprendo) discretamente la variante Campidanese.

Ciò nonostante penso che le conclusioni di Nicola76 circa la fine inesorabile del sardo così come le altre lingue (non voglio invece entrare nella polemica lingua-dialetto che invece dovrebbe essere l'argomento principale e me ne scuso!) parlate in Italia.

Infatti se considero le persone che frequento (non solo dell'area di Sinnai, ma un po' di tutto l'hinterland cagliaritano) mi rendo conto che il sardo campidanese sta sempre più scomparendo come lingua parlata (per non parlare di quella scritta!).
Ultimamente molte parole italiane che descrivono nuove situazioni, tecnologie, che sono molto tecniche ecc.. non trovano riscontri credibili nel sardo campidanese.
Quando infatti chiedo la traduzione di qualche nuova parola, ricevo come risposta una parola italiana che magari termina per "U"
E quando sento parlare sopratutto le nuove generazioni, a parte le parolacce (pronunciate egregiamente e penso che saranno i termini che davvero sopravivranno per secoli ) sento termini improponibili nati da il tentativo di rendere sardi dei vocaboli italiani ("sa finestra", "is fungusu", "su pippistrellu").
Ciò probabilmente significa che mentre l'italiano continua ad essere una lingua "viva" che si evolve, il sardo purtroppo resta ancorato.
Anche i poeti sardi dell'improvvisazione, i c.d. "is cantadoris" sono ormai numericamente calati.

Ciò non toglie che vorrei insegnare ad un futuro figlio qualche parola in sardo (sopratutto i modi di dire che rendono l'idea più di cento parole italiane equivalenti!), ma di sicuro non potrò contare sul lessico e sulle competenze che aveva mio padre in relazione al sardo campidanese.

Per quanto riguarda la comprensione di altre varianti del sardo, pur confermando che anch'io non riesco a capire molti vocaboli delle canzoni dei Tazenda (che personalmente adoro comunque per la musicalità della lingua parlata), sono rimasto sorpreso quando durante un'escursione archeologica in quel di Sennori, nella Romangia, sono riuscito a comprendere almeno il 90% di quanto mi veniva detto daparte del proprietario del terreno su cui era ubicata una tomba di giganti!









  Firma di Aschy 
c'è ancora molto da fare per valorizzare la Sardegna in tutti i suoi aspetti..

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Sinnai  ~  Messaggi: 3636  ~  Membro dal: 08/11/2008  ~  Ultima visita: 22/04/2022 Torna all'inizio della Pagina

Su foristeri

Utente Medio


Inserito il - 31/03/2010 : 13:02:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Su foristeri Invia a Su foristeri un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Donovan ha scritto:

Nicola76 ha scritto:

santobevitore ha scritto: riesco a capire e comunicare anche con un sardo del centro-Nord: sono infatti tantissimi i punti di contatto e, una volta che si è compreso il meccanismo che rende una parlata diversa dall'altra, non è difficile capirsi (per la lingua scritta, poi, mi sembra ancora più facile).

Quanto al tuo esempio sulla somiglianza tra alcuni termini russi e altri italiani


Caro Amico,

grazie per il tuo contributo finalmente uno costruttivo. Ora, prendo atto della possibilità di comprensione tra le varie parlate sarde. Per esprimermi sull'argomento, non posso che prendere atto di ciò che dicono gli "indigeni". Mia madre mi diceva che era molto difficile, ma è vero anche che mia madre è vissuta in un'altra epoca. Un dettaglio cui hai accennato (finalmente qualcuno l'ha notato!) è che forse negli anni Quaranta si incontravano di rado persone di altre zone dell'Isola e la gente aveva un grado di istruzione molto minore. Oggi forse le varie parlate sarde sono più vicine. Come lo sono, d'altronde, le lingue in generale. Anche l'inglese di oggi è più vicino a tante lingue moderne di quello di Shakespeare.

Quanto al russo, ovviamente la mia era una provocazione: si vorrebbe asserire che per essere intercomprensibili, due lingue debbano solo avere 200 termini comuni o molto simili. Ora, a parte che la somiglianza lessicale è condizione necessaria, ma NON SUFFICIENTE per comprendersi (bisogna vedere fonetica, morfologia, sintassi, atteggiamento mentale...), 200 parole sono ridicolmente poche. Ho dimostrato, col mio giochino linguistico, che allora potremmo benissimo asserire che italiano e russo sono intercomprensibili.

Non ho detto che le lingue sarde non lo siano, ho solo detto che la presunta dimostrazione che mi è stata fornita fa acqua da tutte le parti.

Cordialità,

Nicola


Le 200 parole sono state scelte AT RANDOM da un computer sul dizionario di Mario Puddu (il più completo, al momento) .
E' ovvio che, per quanto accurata, pur si tratti sempre di una stima. Stima comunque infinitamente più precisa delle "impressioni" che può avere il parlante comune.
Per avere un raffronto sul significato di quel 30% di distanza ti suggerisco di leggere questa ricerca precedente di Bolognesi/Heeringa, scaricabile gratuitamente da Sardegnadigitallibrary:

http://www.sardegnadigitallibrary.i...24500014.pdf

La parte prettamente tecnica si trova nel capitolo 7, pag 91, anche se l' intera lettura certamente non farebbe male, anzi te la consiglio caldamente: darà risposte a molte delle domande che hai fatto.


Un appunto riguardante l' intercomprensibilità. Mettiamoci in testa una cosa: l' intercomprensibilità è sempre RELATIVA, in qualunque lingua o dialetto.
Se parlo con mia nonna (stesso dialetto, o pronuncia) non di rado capita che io non capisca alcune parole oramai desuete e che non riesca a cogliere il significato nemmeno dal contesto. Capita anche in italiano, no? Di fatto TUTTI dovrebbero conoscere TUTTE le parole dell' italiano per avere la certezza di una intercomprensione perfetta e questo non è possibile.

Perciò dato che il problema del lessico è da questo punto di vista insormontabile passiamo a quello fonetico. In questo caso non è necessario imparare la differenza parola-per-parola ma semplicemente imparare una ventina circa di regole di corrispondenza tra dialetti (SARDI, non SARDO-CORSI) settentrionali per capire, a parità di lessico, tutti i dialetti sardi.
Fino a 4 o 5 anni fa io capivo davvero poco delle varianti meridionali, mi sono bastati un paio di mesi di lettura sui forum per iniziare io stesso a scriverlo, nella variante corrispondente grossomodo al dialetto di Cagliari, in modo abbastanza corretto.

Magari potessi dire altrettanto di una qualunque lingua straniera....


Donovan buongiorno,

Veramente una bella dimostrazione e ti ringrazio.

Grazie per il pdf di Bolognesi&Heeringa.

Unu saludu mannu.








 Regione Estero  ~ Città: Parigi  ~  Messaggi: 226  ~  Membro dal: 15/01/2010  ~  Ultima visita: 13/01/2024 Torna all'inizio della Pagina

Su foristeri

Utente Medio


Inserito il - 31/03/2010 : 13:08:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Su foristeri Invia a Su foristeri un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aschy ha scritto:

Premetto che non sono un esperto linguista e che a me il sardo piace e so parlarne (ma sopratutto comprendo) discretamente la variante Campidanese.

Ciò nonostante penso che le conclusioni di Nicola76 circa la fine inesorabile del sardo così come le altre lingue (non voglio invece entrare nella polemica lingua-dialetto che invece dovrebbe essere l'argomento principale e me ne scuso!) parlate in Italia.

Infatti se considero le persone che frequento (non solo dell'area di Sinnai, ma un po' di tutto l'hinterland cagliaritano) mi rendo conto che il sardo campidanese sta sempre più scomparendo come lingua parlata (per non parlare di quella scritta!).
Ultimamente molte parole italiane che descrivono nuove situazioni, tecnologie, che sono molto tecniche ecc.. non trovano riscontri credibili nel sardo campidanese.
Quando infatti chiedo la traduzione di qualche nuova parola, ricevo come risposta una parola italiana che magari termina per "U"
E quando sento parlare sopratutto le nuove generazioni, a parte le parolacce (pronunciate egregiamente e penso che saranno i termini che davvero sopravivranno per secoli ) sento termini improponibili nati da il tentativo di rendere sardi dei vocaboli italiani ("sa finestra", "is fungusu", "su pippistrellu").
Ciò probabilmente significa che mentre l'italiano continua ad essere una lingua "viva" che si evolve, il sardo purtroppo resta ancorato.
Anche i poeti sardi dell'improvvisazione, i c.d. "is cantadoris" sono ormai numericamente calati.

Ciò non toglie che vorrei insegnare ad un futuro figlio qualche parola in sardo (sopratutto i modi di dire che rendono l'idea più di cento parole italiane equivalenti!), ma di sicuro non potrò contare sul lessico e sulle competenze che aveva mio padre in relazione al sardo campidanese.

Per quanto riguarda la comprensione di altre varianti del sardo, pur confermando che anch'io non riesco a capire molti vocaboli delle canzoni dei Tazenda (che personalmente adoro comunque per la musicalità della lingua parlata), sono rimasto sorpreso quando durante un'escursione archeologica in quel di Sennori, nella Romangia, sono riuscito a comprendere almeno il 90% di quanto mi veniva detto daparte del proprietario del terreno su cui era ubicata una tomba di giganti!


Grazie anche a te Aschy.

Tanti saluti.








 Regione Estero  ~ Città: Parigi  ~  Messaggi: 226  ~  Membro dal: 15/01/2010  ~  Ultima visita: 13/01/2024 Torna all'inizio della Pagina

Nicola76

Utente Medio


Inserito il - 31/03/2010 : 13:28:50  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Nicola76 Invia a Nicola76 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aschy ha scritto:
Ultimamente molte parole italiane che descrivono nuove situazioni, tecnologie, che sono molto tecniche ecc.. non trovano riscontri credibili nel sardo campidanese.


Bravo, hai colto uno dei punti cruciali. Mi è venuto da sorridere quando qualcuno in questo filone ha detto che vorrebbe che la chimica nei licei sardi si insegnasse in sardo. Palesemente non è possibile. In tutte le lingue minoritarie italiane si è verificato lo stesso fenomeno: non esistono termini e stili adatti per certi settori, come ad esempio la lingua scientifica.

Per insegnare la chimica in sardo (tralasciando che poi uno studente non parlerà mai di chimica in sardo, men che meno scriverà articoli scientifici in quella lingua) occorrerebbe usare una quantità immane di calchi dall'italiano e forse dall'inglese. In pratica, sarebbe un brutto sardo che "sa" di un'altra lingua.

Qualcuno ha provato a inventare termini nuovi, per esempio relativi al computer, in alcune lingue d'Italia. A me fanno sorridere, sono parole simpatiche, ma poco serie e difficilmente applicabili. Se poi contiamo che mancano anche sintassi e stile "scientifici", mai codificati...

Aschy ha scritto:
E quando sento parlare sopratutto le nuove generazioni, a parte le parolacce (pronunciate egregiamente e penso che saranno i termini che davvero sopravivranno per secoli


Infatti, non a caso tra le 50 parole di bolognese che conosco, la metà è costituita da imprecazioni. Ciò che hai detto è simpatico, ma per nulla scherzoso!

Si è visto infinite volte in passato che quando una lingua è sul viale del tramonto, di solito attraversa una fase come quella che sta attraversando il sardo. In altre zone d'Italia, per esempio dove vivo io, è successo prima, per questo so quello che dico. I discorsi che fanno certi nostalgici su questo forum assomigliano molto a certi discorsi che faceva mio nonno.

Secondo me, quando si arriva a questo punto, quando ci si rende conto che una lingua è a rischio, di fatto il conto alla rovescia è già cominciato. Le eccezioni sono davvero poche e solo in un caso (l'ebraico) ho visto una chiara inversione di tendenza.

Ovviamente posso sbagliarmi, non ho la palla di cristallo, ma visto che in àmbito linguistico ho un atteggiamento realista, penserei piuttosto al futuro che a restare ancorato con unghie e denti ad un passato che non ritorna più.

Saluti,

Nicola








  Firma di Nicola76 
Multa non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus sunt difficilia (Seneca)

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Su foristeri

Utente Medio


Inserito il - 31/03/2010 : 14:45:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Su foristeri Invia a Su foristeri un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
antonio ha scritto:

Su foristeri ha scritto:

....
A s'iniziu e su seculu passadu nachi in Logudoro si naraiada "bonas dies". Sas cosas cambiana.

Custu Nigola, asa reione nalzende chi ba bisonzu e lu lassade peldere.

No ischit nudda e no ha cumpresu chi semus ind'unu foru de limba saldha (ite b'intrana inoghe su "yiddish" ei "s'ebraicu" ?).

Ite ..................


oh su furistè,
mi sembra che anche se sei nato in francia il sardo lo parli meglio di quelli che ci abitano, in sardegna!
Ma dove hai imparato a scriverlo?

Mi sembra che sei delle mie parti,
deo soe de sa planargia, e tue?






Mio padre era del Sassarese e mia madre è dell'Anglona.

Inoltre la madre di mio nonno materno era di Ozieri e mio nonno era nato a Ozieri.

Te ne diro di più in privato fra qualche giorno (in sardo pero !)

Saluti.








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Su foristeri

Utente Medio


Inserito il - 31/03/2010 : 15:22:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Su foristeri Invia a Su foristeri un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nicola76 ha scritto:

Su foristeri ha scritto: ti faro la distillazione necessaria di nuovi elementi... ASAP (in inglese ma forse non conosci ?)...


As soon as possible. Sì, conosco l'inglese. Rimango in attesa. Ti ringrazio perché sei l'unico che mi abbia perlomeno indicato dei documenti, spero di conoscerne altri, magari anche più precisamente a tema.

Saluti,

Nicola


Correct. Your popularity rating has gone up by one point.

Saluti.








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musthayoni

Utente Attivo


Inserito il - 31/03/2010 : 15:35:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di musthayoni Invia a musthayoni un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
.. sa mellus manera de dda tenni binta est kussa de sighiri a iscriri e fueddai in sadru ...







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Nicola76

Utente Medio


Inserito il - 31/03/2010 : 17:01:36  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Nicola76 Invia a Nicola76 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Su foristeri ha scritto: Your popularity rating has gone up by one point.


Please, I might blush...

Nick








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Multa non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus sunt difficilia (Seneca)

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Su foristeri

Utente Medio


Inserito il - 31/03/2010 : 18:14:41  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Su foristeri Invia a Su foristeri un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nicola76 ha scritto:

Su foristeri ha scritto: Your popularity rating has gone up by one point.


Please, I might blush...

Nick


I hope not to the roots of your hair ?...








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Su foristeri

Utente Medio


Inserito il - 31/03/2010 : 18:18:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Su foristeri Invia a Su foristeri un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
musthayoni ha scritto:

.. sa mellus manera de dda tenni binta est kussa de sighiri a iscriri e fueddai in sadru ...


Cussu est beru ma inoghe paret chi si faeddede meda in italianu...








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Tzinnigas
Salottino
Moderatore




Inserito il - 31/03/2010 : 19:13:55  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tzinnigas Invia a Tzinnigas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Negli anni 50 a casa mia, come del resto in tutte le famiglie del mio paese, si parlava solo in sardo, ed io la prima parola in italiano l’ho appresa il primo giorno di scuola…
Gli ultimi ¾ della mia esistenza l’ho vissuta lontano dalla Sardegna e , purtroppo, il sardo che parlavo io e che parlo tutt’ora, è assai diverso dalla parlata delle nuove generazioni che usano molti termini “italianizzati” e molti termini che io uso parlando con mia mamma per loro risultano pressochè incomprensibili.
Io ho sempre parlato il campidanese, ma grazie alla mia passione per la poesia sarda posso dire di comprendere il logudorese e non ho difficoltà a comprendere le parlate del nuorese ( se dovessi scriverlo avrei qualche difficoltà).
Se leggo qualsiasi cosa scritta in sardo la capisco e se c’è qualche parola sconosciuta la riconosco dal contesto… Ma sarei curioso di sapere se tutti i campidanesi, e non solo, riescono a conoscere l’esatto significato di tutte le parole di questa poesia del grande Remundu Piras senza ricorrere all’aiuto di Antoninu Rubattu…

Istat totu s’ierru in su foghile, / trisinadu che batu in sa chijina. / Continu a mossu istupat sa barile / E si l’asat che una signorina.

Asendesila incalcat su atile, / si tocat cun su cucuru s’ischina / e poi cun su brutzu ‘ e sa frachina / si robbit s’untinadu mutzighile.

Faghet ugn-ugn, e da sa foghilaja / nde acoglit su tappu e si lu frigada / in mustazzos. E cando sa tedaja

A pitiche in trempa, a drommi-sue / si asat, narat: “ Deu ti eneigada / po cantu late a mie as dadu tue”.










  Firma di Tzinnigas 


... Este de moros custa bandera ki furat su coro...(Cordas & Cannas)


"Ci sono due cose durature che possiamo sperare di lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali” (Hodding Carter)

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Predazzo /Villa S. Antonio  ~  Messaggi: 4940  ~  Membro dal: 27/08/2008  ~  Ultima visita: 04/06/2020 Torna all'inizio della Pagina

Nicola76

Utente Medio


Inserito il - 31/03/2010 : 19:33:39  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Nicola76 Invia a Nicola76 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Su foristeri ha scritto:
Please, I might blush...

I hope not to the roots of your hair ?...


Dal momento che sono capellone e che per giunta ho i capelli rossi, sarebbe sconveniente, l'effetto cromatico non sarebbe dei migliori...

Au revoir,

Nicola








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musthayoni

Utente Attivo


Inserito il - 31/03/2010 : 21:06:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di musthayoni Invia a musthayoni un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tzinnigas ha scritto:

Negli anni 50 a casa mia, come del resto in tutte le famiglie del mio paese, si parlava solo in sardo, ed io la prima parola in italiano l’ho appresa il primo giorno di scuola…
Gli ultimi ¾ della mia esistenza l’ho vissuta lontano dalla Sardegna e , purtroppo, il sardo che parlavo io e che parlo tutt’ora, è assai diverso dalla parlata delle nuove generazioni che usano molti termini “italianizzati” e molti termini che io uso parlando con mia mamma per loro risultano pressochè incomprensibili.
Io ho sempre parlato il campidanese, ma grazie alla mia passione per la poesia sarda posso dire di comprendere il logudorese e non ho difficoltà a comprendere le parlate del nuorese ( se dovessi scriverlo avrei qualche difficoltà).
Se leggo qualsiasi cosa scritta in sardo la capisco e se c’è qualche parola sconosciuta la riconosco dal contesto… Ma sarei curioso di sapere se tutti i campidanesi, e non solo, riescono a conoscere l’esatto significato di tutte le parole di questa poesia del grande Remundu Piras senza ricorrere all’aiuto di Antoninu Rubattu…

Istat totu s’ierru in su foghile, / trisinadu che batu in sa chijina. / Continu a mossu istupat sa barile / E si l’asat che una signorina.

Asendesila incalcat su atile, / si tocat cun su cucuru s’ischina / e poi cun su brutzu ‘ e sa frachina / si robbit s’untinadu mutzighile.

Faghet ugn-ugn, e da sa foghilaja / nde acoglit su tappu e si lu frigada / in mustazzos. E cando sa tedaja

A pitiche in trempa, a drommi-sue / si asat, narat: “ Deu ti eneigada / po cantu late a mie as dadu tue”.




.. a nai beridadi .. no happu cumprendiu totus is fueddus .. perou innoi puru mi paridi ki funti imperaus calincunus fueddus ki benint de s'italianu ... a donnia manera su ki Arramundu iscriri innoi est dde ddu pigai a sentidu ..

O sardu, si ses sardu e si ses bonu,
Semper sa limba tua apas presente:
No sias che isciau ubbidiente
Faeddende sa limba 'e su padronu.

Sa nassione chi peldet su donu
De sa limba iscumparit lentamente,
Massimu si che l'essit dae mente
In iscritura che in arrejonu.

Sa limba 'e babbos e de jajos nostros
No l'usades pius nemmancu in domo
Prite pobera e ruza la creides.

Si a iscola no che la jughides
Po la difunder menzus, dae como
Sezis dissardizende a fizos bostros








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Campidano di Cagliari  ~  Messaggi: 927  ~  Membro dal: 25/08/2009  ~  Ultima visita: 19/09/2013 Torna all'inizio della Pagina

Turre

Utente Medio


Inserito il - 01/04/2010 : 10:34:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turre Invia a Turre un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ci provo:
mutzighile = muso (viso = cara);
pitighe = pizzicotto
trempa? = fatica; forse "a trampa" = con l'inganno;
drommi-sue = letteralmente "scrofa addormentata"; modo di dire che forse vuol dire ugualmente "con l'inganno", oppure "a tradimento".








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Ittiri  ~  Messaggi: 106  ~  Membro dal: 19/08/2009  ~  Ultima visita: 25/12/2012 Torna all'inizio della Pagina

Tzinnigas
Salottino
Moderatore




Inserito il - 01/04/2010 : 17:14:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tzinnigas Invia a Tzinnigas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Turre ha scritto:

Ci provo:
mutzighile = muso (viso = cara);
pitighe = pizzicotto
trempa? = fatica; forse "a trampa" = con l'inganno;
drommi-sue = letteralmente "scrofa addormentata"; modo di dire che forse vuol dire ugualmente "con l'inganno", oppure "a tradimento".


... Trempa dovrebbe essere guancia;
...drommi- sue = succhiando e addormentandosi alternativamente, come fanno i lattanti.









  Firma di Tzinnigas 


... Este de moros custa bandera ki furat su coro...(Cordas & Cannas)


"Ci sono due cose durature che possiamo sperare di lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali” (Hodding Carter)

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Predazzo /Villa S. Antonio  ~  Messaggi: 4940  ~  Membro dal: 27/08/2008  ~  Ultima visita: 04/06/2020 Torna all'inizio della Pagina
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