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Nicola76
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 11:40:57
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| Su foristeri ha scritto: Ti è già stato detto : il sardo non è un dialetto italiano.
Il Sardo è una lingua romanza come il francese, lo spagnolo, ecc...
Tutti i grandi specialisti della lingua sarda lo dicono e sono una ventina fra i quali 70-80% sono sardi...
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Capirsi sarebbe una gran bella cosa... Guarda che sono io il primo a non usare "dialetto", perché è un termine impreciso. Ma se vogliamo usarlo... Non c'è il benché minimo dubbio che, a seconda della nostra interpretazione del termine, potremo CERTAMENTE applicarlo anche al sardo. O meglio, a tutti i codici linguistici parlati in Sardegna.
Come dicevo (e non lo dicevo solo io: lo dice la linguistica mondiale degli ultimi trent'anni almeno), "dialetto" e "lingua" sono concetti sociolinguistici, non intrinsechi alla natura del codice linguistico in questione.
In Italia si parlavano tante lingue nel Cinquecento. Erano tutte imparentate, chi più strettamente, chi meno. A metà Cinquecento si è deciso di scegliere il fiorentino istruito, ovvero la lingua di Dante, Petrarca e Boccaccio, come lingua nazionale. A quel punto TUTTE le altre lingue d'Italia sono "diventate dialetti". Ovviamente non sono cambiate, non sono diventate più brutte o che altro. Semplicemente, hanno acquisito l'etichetta di "dialetto", che NON significa "lingua figlia" o "lingua che deriva da un'altra": identifica solamente il suo àmbito meno diffuso, non ufficiale, meno prestigioso rispetto alla "lingua".
Non c'è il benché minimo dubbio che, secondo questa definizione di "dialetto" (che non mi piace, io non la userei, ribadisco, ma è usatissima), il sardo è uno dei dialetti italiani. Non sto esprimendo giudizi di valore, ma la questione "no, il sardo è una lingua, non un dialetto" (sostituisci "sardo" con un'altra lingua e il discorso non cambia di una virgola) è trita e ritrita e non ha alcun valore linguistico.
Per inciso, ho appena letto "Le lingue dei sardi", che mi hai consigliato tu. Magari apro un filone apposito per i miei commenti, visto che qui rischiamo di fare confusione, s'è già parlato tanto.
Saluti,
Nicola
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Su foristeri
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 11:57:03
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| Nicola76 ha scritto:
| Su foristeri ha scritto: Ti è già stato detto : il sardo non è un dialetto italiano.
Il Sardo è una lingua romanza come il francese, lo spagnolo, ecc...
Tutti i grandi specialisti della lingua sarda lo dicono e sono una ventina fra i quali 70-80% sono sardi...
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Capirsi sarebbe una gran bella cosa... Guarda che sono io il primo a non usare "dialetto", perché è un termine impreciso. Ma se vogliamo usarlo... Non c'è il benché minimo dubbio che, a seconda della nostra interpretazione del termine, potremo CERTAMENTE applicarlo anche al sardo. O meglio, a tutti i codici linguistici parlati in Sardegna.
Come dicevo (e non lo dicevo solo io: lo dice la linguistica mondiale degli ultimi trent'anni almeno), "dialetto" e "lingua" sono concetti sociolinguistici, non intrinsechi alla natura del codice linguistico in questione.
In Italia si parlavano tante lingue nel Cinquecento. Erano tutte imparentate, chi più strettamente, chi meno. A metà Cinquecento si è deciso di scegliere il fiorentino istruito, ovvero la lingua di Dante, Petrarca e Boccaccio, come lingua nazionale. A quel punto TUTTE le altre lingue d'Italia sono "diventate dialetti". Ovviamente non sono cambiate, non sono diventate più brutte o che altro. Semplicemente, hanno acquisito l'etichetta di "dialetto", che NON significa "lingua figlia" o "lingua che deriva da un'altra": identifica solamente il suo àmbito meno diffuso, non ufficiale, meno prestigioso rispetto alla "lingua".
Non c'è il benché minimo dubbio che, secondo questa definizione di "dialetto" (che non mi piace, io non la userei, ribadisco, ma è usatissima), il sardo è uno dei dialetti italiani. Non sto esprimendo giudizi di valore, ma la questione "no, il sardo è una lingua, non un dialetto" (sostituisci "sardo" con un'altra lingua e il discorso non cambia di una virgola) è trita e ritrita e non ha alcun valore linguistico.
Per inciso, ho appena letto "Le lingue dei sardi", che mi hai consigliato tu. Magari apro un filone apposito per i miei commenti, visto che qui rischiamo di fare confusione, s'è già parlato tanto.
Saluti,
Nicola
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Avevo capito per il termine "dialetto".
Ma se diciamo : "il sardo non è una variante linguistica italiana" ma è un altra lingua romanza parlata in Italia.
Giusto è o risulta ancora una cosa errata ?
Oh, Nicola, quando hanno cominciato ad utilizzare il fiorentino in Italia, la Sardegna era spagnola...
Saluti.
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 11:57:53
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Caro Nicola76, Premetto immediatamente che, nel corso dei miei studi, mi sono dedicato alla linguistica solo superficialmente. Essendo ormai trascorso anche un certo tempo, qualcosa è rimasto, qualcos'altro è svanito, tuttavia ho sempre continuato a parlare sardo, con sempre maggiore consapevolezza, stando sempre attento ai nuovi termini che andavo o ancora vado scoprendo e cercando di utilizzarli, con lo scopo di arricchire il mio lessico e di incuriosire o interessare chi, ascoltandomi, magari non li ha neanche mai sentiti. Non sto a dirti quale legame affettivo mi renda caro il sardo: sono cose che non si possono quantificare o calcolare e che, pertanto, non rientrano nei tuoi studi e nelle tue ricerche. È questo un fattore che non sottovaluterei per quantificare gli anni di sopravvivenza della lingua sarda; la storia è fatta di corsi e ricorsi, di reazioni ed eventi che nessuno aveva previsto ma che si sono comunque verificati, con buona pace di esperti e studiosi. Anche io, come tua madre, sono della provincia di Oristano, per cui ho acquisito sin dall'infanzia la parlata del mio paese; nonostante tutto però, riesco a capire e comunicare anche con un sardo del centro-Nord: sono infatti tantissimi i punti di contatto e, una volta che si è compreso il meccanismo che rende una parlata diversa dall'altra, non è difficile capirsi (per la lingua scritta, poi, mi sembra ancora più facile). Basta un po' di elasticità e di apertura mentale, chiedere ciò che non si capisce e osservare le espressioni del viso o la gestualità. È così che si impara e che si ampliano le proprie conoscenze. È giusto ciò che dici: al giorno d'oggi i sardi si spostano di più, escono volentieri dal proprio paese e spesso si confrontano con gli altri sui propri usi e la propria parlata (ti assicuro, succede spesso che, chiacchierando, si finisca col chiedere: - Come si dice da voi...? Da noi si dice...Anche da noi!..Invece da noi...). Quanto al tuo esempio sulla somiglianza tra alcuni termini russi e altri italiani, appena l'ho letto ho pensato una cosa: peccato che Russi e Italiani non appartengano alla stessa nazione (o alla stessa provincia) mentre un sardo di Nuoro e uno di Cagliari si! Esiste cioè un terreno comune, derivante dall'essere tutti Sardi, nel quale ritrovarsi. Un elemento di non secondaria importanza, mi pare. Saluti
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Nicola76
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 12:11:51
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| santobevitore ha scritto: riesco a capire e comunicare anche con un sardo del centro-Nord: sono infatti tantissimi i punti di contatto e, una volta che si è compreso il meccanismo che rende una parlata diversa dall'altra, non è difficile capirsi (per la lingua scritta, poi, mi sembra ancora più facile).
Quanto al tuo esempio sulla somiglianza tra alcuni termini russi e altri italiani |
Caro Amico,
grazie per il tuo contributo finalmente uno costruttivo. Ora, prendo atto della possibilità di comprensione tra le varie parlate sarde. Per esprimermi sull'argomento, non posso che prendere atto di ciò che dicono gli "indigeni". Mia madre mi diceva che era molto difficile, ma è vero anche che mia madre è vissuta in un'altra epoca. Un dettaglio cui hai accennato (finalmente qualcuno l'ha notato!) è che forse negli anni Quaranta si incontravano di rado persone di altre zone dell'Isola e la gente aveva un grado di istruzione molto minore. Oggi forse le varie parlate sarde sono più vicine. Come lo sono, d'altronde, le lingue in generale. Anche l'inglese di oggi è più vicino a tante lingue moderne di quello di Shakespeare.
Quanto al russo, ovviamente la mia era una provocazione: si vorrebbe asserire che per essere intercomprensibili, due lingue debbano solo avere 200 termini comuni o molto simili. Ora, a parte che la somiglianza lessicale è condizione necessaria, ma NON SUFFICIENTE per comprendersi (bisogna vedere fonetica, morfologia, sintassi, atteggiamento mentale...), 200 parole sono ridicolmente poche. Ho dimostrato, col mio giochino linguistico, che allora potremmo benissimo asserire che italiano e russo sono intercomprensibili.
Non ho detto che le lingue sarde non lo siano, ho solo detto che la presunta dimostrazione che mi è stata fornita fa acqua da tutte le parti.
Cordialità,
Nicola
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Nicola76
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 12:14:58
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| Su foristeri ha scritto: Ma se diciamo : "il sardo non è una variante linguistica italiana" ma è un altra lingua romanza parlata in Italia.
Giusto è o risulta ancora una cosa errata ? |
Nessuno l'ha messo in dubbio, mi pare. E tuttavia, si può benissimo parlare di "dialetto ITALIANO", dove "italiano" si riferisce alla "Repubblica Italiana" ("una e indivisibile", recita l'articolo 5 della Costituzione), non al "gruppo linguistico italiano".
Come ho detto tante volte, io aborrisco il termine "dialetto", sempre meno usato dai linguisti di tutto il mondo. Ma se vogliamo usarlo, possiamo benissimo usarlo anche per il sardo. Quello che mi scoccia è che qualcuno dica: "Il nostro non è dialetto, è una lingua!". Oltre ad essere inesatto, mi pare che denoti un certo campanilismo di bassa lega. Ho sentito varianti di questa asserzione in svariate parti d'Italia e del mondo e mi ha sempre fatto ribrezzo, non c'è nulla di personale contro i sardi.
Saluti,
Nicola
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 12:31:21
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| Nicola76 ha scritto: Caro Amico,
grazie per il tuo contributo finalmente uno costruttivo. Ora, prendo atto della possibilità di comprensione tra le varie parlate sarde. Per esprimermi sull'argomento, non posso che prendere atto di ciò che dicono gli "indigeni". Mia madre mi diceva che era molto difficile, ma è vero anche che mia madre è vissuta in un'altra epoca. Un dettaglio cui hai accennato (finalmente qualcuno l'ha notato!) è che forse negli anni Quaranta si incontravano di rado persone di altre zone dell'Isola e la gente aveva un grado di istruzione molto minore. Oggi forse le varie parlate sarde sono più vicine. Come lo sono, d'altronde, le lingue in generale. Anche l'inglese di oggi è più vicino a tante lingue moderne di quello di Shakespeare. Nicola
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Ti ringrazio davvero. Credo però che anche negli altri intreventi ci fossero argomentazioni giuste e interessanti: soltanto, nei toni che a te sono sembrati aggressivi, c'è molta passione e molto amore per la propria Terra e la propra lingua. è il fattore affettivo che si fa sentire e, d'altronde, come biasimarlo? Per tanto tempo la nostra lingua è stata ostacolata quando non ridicolizzata. Ora stiamo ancora pagando lo scotto per questo atteggiamento di chiusura e di scarsa sensibilità. Tuttavia, i Sardi di oggi sono molto più consapevoli di quelli di cinquanta o sessant'anni fa e qualcosa sta cambiando. Io voglio sperare e impegnarmi per questo e, come me o anche molto più di me, ce ne sono altri. Vediamo dove porterà tutto questo. Ti saluto
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Su foristeri
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 13:07:44
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| santobevitore ha scritto:
| Nicola76 ha scritto: Caro Amico,
grazie per il tuo contributo finalmente uno costruttivo. Ora, prendo atto della possibilità di comprensione tra le varie parlate sarde. Per esprimermi sull'argomento, non posso che prendere atto di ciò che dicono gli "indigeni". Mia madre mi diceva che era molto difficile, ma è vero anche che mia madre è vissuta in un'altra epoca. Un dettaglio cui hai accennato (finalmente qualcuno l'ha notato!) è che forse negli anni Quaranta si incontravano di rado persone di altre zone dell'Isola e la gente aveva un grado di istruzione molto minore. Oggi forse le varie parlate sarde sono più vicine. Come lo sono, d'altronde, le lingue in generale. Anche l'inglese di oggi è più vicino a tante lingue moderne di quello di Shakespeare. Nicola
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Ti ringrazio davvero. Credo però che anche negli altri intreventi ci fossero argomentazioni giuste e interessanti: soltanto, nei toni che a te sono sembrati aggressivi, c'è molta passione e molto amore per la propria Terra e la propra lingua. è il fattore affettivo che si fa sentire e, d'altronde, come biasimarlo? Per tanto tempo la nostra lingua è stata ostacolata quando non ridicolizzata. Ora stiamo ancora pagando lo scotto per questo atteggiamento di chiusura e di scarsa sensibilità. Tuttavia, i Sardi di oggi sono molto più consapevoli di quelli di cinquanta o sessant'anni fa e qualcosa sta cambiando. Io voglio sperare e impegnarmi per questo e, come me o anche molto più di me, ce ne sono altri. Vediamo dove porterà tutto questo. Ti saluto
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Grazie Santobevitore,
Tu hai capito tutto perchè sei sardo.
Io sono un prodotto della vecchia emigrazione sarda e bisogna dire che i miei genitori non parlavano mai in italiano a casa... (Nudda, manc'una peraula !)
E chiaro che l'affetto per la lingua c'è e spesso ringrazio mia madre e anche mio padre che non è più di questo mondo.
Questa lingua sarda deve continuare a essere un po viva anche fuori Sardegna e Italia, deve essere viva in Sardegna e non deve sparire...
Unu saludu mannu.
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Modificato da - Su foristeri in data 30/03/2010 13:13:25 |
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Su foristeri
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 14:14:21
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| Nicola76 ha scritto:
| Su foristeri ha scritto: Ma se diciamo : "il sardo non è una variante linguistica italiana" ma è un altra lingua romanza parlata in Italia.
Giusto è o risulta ancora una cosa errata ? |
Nessuno l'ha messo in dubbio, mi pare. E tuttavia, si può benissimo parlare di "dialetto ITALIANO", dove "italiano" si riferisce alla "Repubblica Italiana" ("una e indivisibile", recita l'articolo 5 della Costituzione), non al "gruppo linguistico italiano".
Come ho detto tante volte, io aborrisco il termine "dialetto", sempre meno usato dai linguisti di tutto il mondo. Ma se vogliamo usarlo, possiamo benissimo usarlo anche per il sardo. Quello che mi scoccia è che qualcuno dica: "Il nostro non è dialetto, è una lingua!". Oltre ad essere inesatto, mi pare che denoti un certo campanilismo di bassa lega. Ho sentito varianti di questa asserzione in svariate parti d'Italia e del mondo e mi ha sempre fatto ribrezzo, non c'è nulla di personale contro i sardi.
Saluti,
Nicola
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Ancora una volta, avevo afferrato !...
Dunque, è inutile farla troppo lunga...
Come d'altronde, hai scritto che ho afferrato male per lo studio della OPPO (problemi di interpretazione), ti faro la distillazione necessaria di nuovi elementi... ASAP (in inglese ma forse non conosci ?)...
Saluti.
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Su foristeri
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 15:30:59
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| santobevitore ha scritto:
Caro Nicola76, Premetto immediatamente che, nel corso dei miei studi, mi sono dedicato alla linguistica solo superficialmente. Essendo ormai trascorso anche un certo tempo, qualcosa è rimasto, qualcos'altro è svanito, tuttavia ho sempre continuato a parlare sardo, con sempre maggiore consapevolezza, stando sempre attento ai nuovi termini che andavo o ancora vado scoprendo e cercando di utilizzarli, con lo scopo di arricchire il mio lessico e di incuriosire o interessare chi, ascoltandomi, magari non li ha neanche mai sentiti. Non sto a dirti quale legame affettivo mi renda caro il sardo: sono cose che non si possono quantificare o calcolare e che, pertanto, non rientrano nei tuoi studi e nelle tue ricerche. È questo un fattore che non sottovaluterei per quantificare gli anni di sopravvivenza della lingua sarda; la storia è fatta di corsi e ricorsi, di reazioni ed eventi che nessuno aveva previsto ma che si sono comunque verificati, con buona pace di esperti e studiosi. Anche io, come tua madre, sono della provincia di Oristano, per cui ho acquisito sin dall'infanzia la parlata del mio paese; nonostante tutto però, riesco a capire e comunicare anche con un sardo del centro-Nord: sono infatti tantissimi i punti di contatto e, una volta che si è compreso il meccanismo che rende una parlata diversa dall'altra, non è difficile capirsi (per la lingua scritta, poi, mi sembra ancora più facile). Basta un po' di elasticità e di apertura mentale, chiedere ciò che non si capisce e osservare le espressioni del viso o la gestualità. È così che si impara e che si ampliano le proprie conoscenze. È giusto ciò che dici: al giorno d'oggi i sardi si spostano di più, escono volentieri dal proprio paese e spesso si confrontano con gli altri sui propri usi e la propria parlata (ti assicuro, succede spesso che, chiacchierando, si finisca col chiedere: - Come si dice da voi...? Da noi si dice...Anche da noi!..Invece da noi...). Quanto al tuo esempio sulla somiglianza tra alcuni termini russi e altri italiani, appena l'ho letto ho pensato una cosa: peccato che Russi e Italiani non appartengano alla stessa nazione (o alla stessa provincia) mentre un sardo di Nuoro e uno di Cagliari si! Esiste cioè un terreno comune, derivante dall'essere tutti Sardi, nel quale ritrovarsi. Un elemento di non secondaria importanza, mi pare. Saluti
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Un terreno comune che fà si che l'intercomprensibilità è alta in Sardegna.
Saluti.
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Nicola76
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 18:45:51
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| Su foristeri ha scritto: ti faro la distillazione necessaria di nuovi elementi... ASAP (in inglese ma forse non conosci ?)... |
As soon as possible. Sì, conosco l'inglese. Rimango in attesa. Ti ringrazio perché sei l'unico che mi abbia perlomeno indicato dei documenti, spero di conoscerne altri, magari anche più precisamente a tema.
Saluti,
Nicola
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Donovan
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 21:29:32
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| Nicola76 ha scritto:
| santobevitore ha scritto: riesco a capire e comunicare anche con un sardo del centro-Nord: sono infatti tantissimi i punti di contatto e, una volta che si è compreso il meccanismo che rende una parlata diversa dall'altra, non è difficile capirsi (per la lingua scritta, poi, mi sembra ancora più facile).
Quanto al tuo esempio sulla somiglianza tra alcuni termini russi e altri italiani |
Caro Amico,
grazie per il tuo contributo finalmente uno costruttivo. Ora, prendo atto della possibilità di comprensione tra le varie parlate sarde. Per esprimermi sull'argomento, non posso che prendere atto di ciò che dicono gli "indigeni". Mia madre mi diceva che era molto difficile, ma è vero anche che mia madre è vissuta in un'altra epoca. Un dettaglio cui hai accennato (finalmente qualcuno l'ha notato!) è che forse negli anni Quaranta si incontravano di rado persone di altre zone dell'Isola e la gente aveva un grado di istruzione molto minore. Oggi forse le varie parlate sarde sono più vicine. Come lo sono, d'altronde, le lingue in generale. Anche l'inglese di oggi è più vicino a tante lingue moderne di quello di Shakespeare.
Quanto al russo, ovviamente la mia era una provocazione: si vorrebbe asserire che per essere intercomprensibili, due lingue debbano solo avere 200 termini comuni o molto simili. Ora, a parte che la somiglianza lessicale è condizione necessaria, ma NON SUFFICIENTE per comprendersi (bisogna vedere fonetica, morfologia, sintassi, atteggiamento mentale...), 200 parole sono ridicolmente poche. Ho dimostrato, col mio giochino linguistico, che allora potremmo benissimo asserire che italiano e russo sono intercomprensibili.
Non ho detto che le lingue sarde non lo siano, ho solo detto che la presunta dimostrazione che mi è stata fornita fa acqua da tutte le parti.
Cordialità,
Nicola
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Le 200 parole sono state scelte AT RANDOM da un computer sul dizionario di Mario Puddu (il più completo, al momento) . E' ovvio che, per quanto accurata, pur si tratti sempre di una stima. Stima comunque infinitamente più precisa delle "impressioni" che può avere il parlante comune. Per avere un raffronto sul significato di quel 30% di distanza ti suggerisco di leggere questa ricerca precedente di Bolognesi/Heeringa, scaricabile gratuitamente da Sardegnadigitallibrary:
http://www.sardegnadigitallibrary.i...24500014.pdf
La parte prettamente tecnica si trova nel capitolo 7, pag 91, anche se l' intera lettura certamente non farebbe male, anzi te la consiglio caldamente: darà risposte a molte delle domande che hai fatto.
Un appunto riguardante l' intercomprensibilità. Mettiamoci in testa una cosa: l' intercomprensibilità è sempre RELATIVA, in qualunque lingua o dialetto. Se parlo con mia nonna (stesso dialetto, o pronuncia) non di rado capita che io non capisca alcune parole oramai desuete e che non riesca a cogliere il significato nemmeno dal contesto. Capita anche in italiano, no? Di fatto TUTTI dovrebbero conoscere TUTTE le parole dell' italiano per avere la certezza di una intercomprensione perfetta e questo non è possibile.
Perciò dato che il problema del lessico è da questo punto di vista insormontabile passiamo a quello fonetico. In questo caso non è necessario imparare la differenza parola-per-parola ma semplicemente imparare una ventina circa di regole di corrispondenza tra dialetti (SARDI, non SARDO-CORSI) settentrionali per capire, a parità di lessico, tutti i dialetti sardi. Fino a 4 o 5 anni fa io capivo davvero poco delle varianti meridionali, mi sono bastati un paio di mesi di lettura sui forum per iniziare io stesso a scriverlo, nella variante corrispondente grossomodo al dialetto di Cagliari, in modo abbastanza corretto.
Magari potessi dire altrettanto di una qualunque lingua straniera....
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"I sardi a mio parere deciderebbero meglio se fossero indipendenti all'interno di una comunità europea ma anche mediterranea"
Fabrizio De Andrè |
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Nicola76
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 23:10:59
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| Donovan ha scritto: Un appunto riguardante l' intercomprensibilità. Mettiamoci in testa una cosa: l' intercomprensibilità è sempre RELATIVA, in qualunque lingua o dialetto.
Fino a 4 o 5 anni fa io capivo davvero poco delle varianti meridionali, mi sono bastati un paio di mesi di lettura sui forum per iniziare io stesso a scriverlo, nella variante corrispondente grossomodo al dialetto di Cagliari, in modo abbastanza corretto.
Magari potessi dire altrettanto di una qualunque lingua straniera....
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Ti rigrazio tanto per il riferimento bibliografico, lo leggerò sicuramente.
Per l'intercomprensibilità, io per primo ho sempre sostenuto che sia anche una questione soggettiva. Ma non solo per motivi lessicali o fonetici, bensì per una serie nutrita di motivi. Per esempio, se c'è o meno la volontà di capirsi (e non è scontato). Ma non divaghiamo.
Quello che dici sulla tua esperienza sembra in qualche modo giustificare quanto detto sia da me che da altri sulla possibilità di capirsi tra i vari dialetti sardi: inizialmente hai fatto fatica, dopo un paio di mesi DI LAVORO ce l'hai fatta. Il che significa che certamente ci si può intendere, ma che ci vuole anche tempo e fatica. Ora, per chi non ha questo tempo e magari non ha nemmeno i mezzi per ricavare quelle 15-20 regole fonetiche (tipo mia madre, che poverina, aveva la quinta elementare), può non essere così facile.
In ogni caso, se tu avessi messo lo stesso impegno per imparare il catalano, per esempio, lingua assai affine all'italiano, avresti avuto risultati analoghi. O se ti limiti alla lingua scritta, dal momento che sei di madre lingua italiana (mi pare), anche portoghese e spagnolo ti sarebbero altrettanto facili. Se parliamo di lingue germaniche o slave sono d'accordo, nessuna è simile alle nostre lingue romanze.
Saluti,
Nicola
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Turritano
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Inserito il - 30/03/2010 : 23:15:06
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| Nicola76 ha scritto:
Senti, anziché buttarla sull'umorismo, vorresti smentirmi? Ti prego, sto cercando disperatamente qualcuno capace di farlo ......
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Avevo deciso di non risponderti più, ma dopo questa tue ultime amenità, faccio non posso fare a meno di tornare sui miei passi.
Per non fare un polpettone infinito ti risponderò in due o tre tempi.
1° TEMPO
Pazienza per la confusione fra lingue e dialetti … va be’ per i puntigli maniacali (nei post su i forum, quindi scritti alla svelta e abitualmente in maniera poco ortodossa) … chiudiamo anche un occhio sul parallelo fra una “specialità culinaria tipica di Sassari” che si ritrova (guarda caso) anche a Genova, sia pure con un altro nome, e il dialetto (lingua?) genovese che tanto ha influito su tutto il Mediterraneo (?), per non parlare di Cristoforo Colombo (se ne avrò voglia un giorno ti spiegherà l’assurdità di quanto hai detto), ma adesso si scopre che non sopporti neanche l’umorismo . Ajò, l’umorismo è come le donne: a volte rompono un po’, ma se non ci fossero … che noia … Sei laureato in materie letterarie (non ricordo più esattamente in che cosa) e fai per mestiere il traduttore veterinario, sai a mena dito ogni piega dell’italiano (a proposito, non ho ancora capito bene: ma l’Italiano è una lingua o un dialetto?). Non capisci una parola di Sardo, ma sei padrone del Sardo (per grazia di Dio e di Internet) e persino in tutte le sue lingue più di un sardophono per generazioni e che, magari, sa qualcosa di più (della lingua Sarda) anche teoricamente per averla ben metabolizzata da decenni mettendo a confronto, sia nella pratica di tutti i giorni, sia versioni scritte di diverse varianti fra loro, sia testi di studiosi della Nostra Lingua. Però poi ammetti che stai cercando “disperatamente” qualcuno che smentisca le tue sparate. Ma non faresti prima a chiedere informazioni? Oltretutto stiamo uscendo perennemente OT … Permetti che qualcosa possa dirla anch’io, senza citare testi o autori o siti internet, modestamente (pur conoscendone qualche autore anche di persona) posso farne “anche” a meno (anche perché so benissimo sbagliare da solo) ). Lo so, in men che non si dica, vorresti recuperare tutto il tempo perduto e imparare il Sardo (in tutte le sue varianti, in tutte le sue differenze) meglio di noi sardofoni?: Forse sto estremizzando, ma credo di essere sono molto vicino alla realtà. Oh, porca… mi è scappato di nuovo un po’ di umorismo, deve essere proprio una difetto di natura … Alla prossima Turritano
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Modificato da - Turritano in data 30/03/2010 23:22:47 |
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Le dominazioni passano ... i Sardi restano! |
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Donovan
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 30/03/2010 : 23:44:09
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| Nicola76 ha scritto:
| Donovan ha scritto: Un appunto riguardante l' intercomprensibilità. Mettiamoci in testa una cosa: l' intercomprensibilità è sempre RELATIVA, in qualunque lingua o dialetto.
Fino a 4 o 5 anni fa io capivo davvero poco delle varianti meridionali, mi sono bastati un paio di mesi di lettura sui forum per iniziare io stesso a scriverlo, nella variante corrispondente grossomodo al dialetto di Cagliari, in modo abbastanza corretto.
Magari potessi dire altrettanto di una qualunque lingua straniera....
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Ti rigrazio tanto per il riferimento bibliografico, lo leggerò sicuramente.
Per l'intercomprensibilità, io per primo ho sempre sostenuto che sia anche una questione soggettiva. Ma non solo per motivi lessicali o fonetici, bensì per una serie nutrita di motivi. Per esempio, se c'è o meno la volontà di capirsi (e non è scontato). Ma non divaghiamo.
Quello che dici sulla tua esperienza sembra in qualche modo giustificare quanto detto sia da me che da altri sulla possibilità di capirsi tra i vari dialetti sardi: inizialmente hai fatto fatica, dopo un paio di mesi DI LAVORO ce l'hai fatta. Il che significa che certamente ci si può intendere, ma che ci vuole anche tempo e fatica. Ora, per chi non ha questo tempo e magari non ha nemmeno i mezzi per ricavare quelle 15-20 regole fonetiche (tipo mia madre, che poverina, aveva la quinta elementare), può non essere così facile.
In ogni caso, se tu avessi messo lo stesso impegno per imparare il catalano, per esempio, lingua assai affine all'italiano, avresti avuto risultati analoghi. O se ti limiti alla lingua scritta, dal momento che sei di madre lingua italiana (mi pare), anche portoghese e spagnolo ti sarebbero altrettanto facili. Se parliamo di lingue germaniche o slave sono d'accordo, nessuna è simile alle nostre lingue romanze.
Saluti,
Nicola
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No, e te lo dico perchè un paio di anni prima ho provato la stessa tecnica con lo spagnolo (dovevo dare un esame universitario) partendo dal sardo (che mi assicurava un certo vantaggio competitivo) e non funzionava, nè a livello fonetico nè tantomeno a livello sintattico. In sardo la sintassi è identica ed è già una facilitazione enorme.
In ogni caso non si è trattato di "Lavoro" ma di semplice lettura in un forum notando l' assoluta regolarità delle differenze. La stessa cosa che facevo alle superiori con i dialetti della mia zona (raggio di 40 km, in media) solo in maniera quantitativamente superiore. Perciò: non offendiamo chi lavora davvero etichettando tutto questo come "LAVORO".
Poi è chiaro che se uno non ha la volontà di farlo o ha ormai perduto l' elasticità mentale la cosa è impossibile. Mia nonna 88enne parla un sardo perfetto e naturale ma non riesce a capire la sua amica Ogliastrina (che parla un sardo altrettanto perfetto...) e tra loro comunicano in un italiano comicissimo stracolmo di calchi sardi: di fatto traducono tutto letteralmente.
Avesse avuto 20 anni E' MOLTO PROBABILE che le cose sarebbero andate in maniera decisamente diversa (volontà permettendo, sia chiaro...).
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Nicola76
Utente Medio
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Inserito il - 31/03/2010 : 09:07:02
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| Donovan ha scritto: In ogni caso non si è trattato di "Lavoro" ma di semplice lettura in un forum notando l' assoluta regolarità delle differenze. |
Strano. Lo stesso avresti potuto fare tra italiano e spagnolo, non ti ha aiutato? Se per esempio noti che in spagnolo "ch" intervocalico equivale a "tt" italiano (ocho = otto, techo = tetto...), che la "f" iniziale di parola seguita da consonante diventa "h" ma non se seguita da dittongo (harina, però fuego), etc., ricostruisci quasi completamente la lingua spagnola senza particolare affanno. Immagino che tu abbia agito in modo analogo per ricostruire le altre varietà di sardo, mi sbaglio?
Saluti,
Nicola
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