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Flore
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 12/01/2010 : 12:05:10
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Lungo ma illuminante.......
(ASCA) - Roma, 29 dic - L'anno che si sta chiudendo ha segnato la caduta del tabu' contro il nucleare che aveva fatto dell'Italia un caso unico tra i grandi paesi europei. Dopo il disastro di Chernobyl e 22 anni di scelte di politica energetica confuse e spesso contradditorie, con l'approvazione della legge sviluppo, a meta' luglio, e' partito ufficilmente il percorso che dovra' portare l'Italia nel giro di 15-20 anni a produrre il 25% della sua elettricita' con l'atomo. Un percorso, ancora allo stato poco piu' che embrionale, iniziato l'anno scorso con il nuovo governo Berlusconi e culminato il 24 febbraio con gli accordi intergovernativi tra Italia e Francia che hanno spianato la strada all'intesa tra Enel ed il gigante francese Electricite de France. E' stato il primo passo pratico del rientro al nucleare con la scelta della tecnologia francese per i primi quattro reattori EPR da 1.600 MW che saranno realizzati proprio dall'Enel con un investimento di 16-18 miliardi di euro. Il piano della societa' italiana prevede l'individuazione di due o tre siti dove costruire le centrali con la prima che andra' in linea al massimo a meta' del 2020 e le altre operative a seguire ad un ritmo di un reattore ogni 18 mesi. Il piano del governo, per la verita', punta ad avere tempi piu' stretti con l'apertura del primo cantiere EPR entro il 2013 per avere la prima centrale operativa nel 2018, massimo 2019. Quello di Enel rappresenta la meta' del programma nucleare disegnato dal governo che prevede 8 reattori per circa 13.000 MW che andranno a coprire un quarto del fabbisogno energetico italiano stimato a 400 TW/h al 2020 rispetto agli attuali 350 TW/h. Ancora non e' chiaro chi saranno gli altri operatori a costruire i restanti 4 reattori previsti. Molto probabile un coinvolgimento di Edison, A2A e, forse di GDF-Suez, attraverso Ansaldo con la tecnologia Westinghouse AP1000 che pero' ha una potenza di ''solo'' 1.100 MW e che quindi richiederebbe un numero maggiore di reattori rispetto all'EPR per ottenere l'obiettivo di 13.000 MW. Il 2009 lascia pero' ancora sostanzialmente aperto il problema dei siti nei quali far sorgere le centrali e il deposito nazionale per le scorie e, piu' in generale, dell'accettazione da parte dei territori degli impianti.Non e' un segreto che gli operatori stiano gia' lavorando all'individuazione dei siti idonei anche perche' in base alla legge saranno loro a dover fare le proposte. Ma il nodo e' stato prudenzialmente rinviato a dopo le elezioni regionali. L'anno del rientro dell'Italia al nucleare si e' concluso infatti con il primo varo da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo con i principi generali per l'individuazione dei siti e con le compensazioni ai territori. Manca ancora l'Agenzia per il nucleare che dovra' tradurre questi principi in prescrizioni dettagliate e che dovra' esaminare le proposte puntuali degli operatori. Non ha avuto poi ancora risposta, almeno ufficialmente, la ferma richiesta delle societa' elettriche, Enel in testa, di avere una sorta di ''assicurazione'' sugli ingenti investimenti che si apprestano a fare in caso di un nuovo 'dietro-front' della politica sul nucleare. Insomma se il 2009 ha segnato il rientro dell'Italia al nucleare dal punto di vista legislativo, si puo' dire che per ora il percorso e' ancora 'reversibile'. Il vero rientro potrebbe avvenire l'anno prossimo con il completamento del quadro normativo e con l'avvio delle discussioni piu' delicate: quelle sui siti e quelle sui soldi. - L'ITER. Entro il 15 febbraio prossimo, secondo quanto previsto dalla Legge Sviluppo, e' prevista l'emanazione degli altri decreti legislativi stabiliti dal provvedimento, l'emanazione della delibera del Cipe per la definizione degli impianti, la creazione dell'Agenzia per il nucleare con il varo del suo statuto e del suo regolamento (con un DPCM) e la nomina dei suoi componenti. Il presidente sara' scelto da Presidente del Consiglio mentre, dei quattro componenti, due saranno indicati dal Ministero dello Sviluppo Economico e due dal Ministero dell'Ambiente. Il collegio dovra' ottenere il parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti. Sara' dunque un percorso parallelo che dovra' mettere nelle condizioni l'Agenzia, da meta' febbraio, di avviare la la definizione della procedura per l'individuazione dei siti dove costruire le centrali sulla base dei criteri generali stabiliti dai decreti attuativi. L'Agenzia potrebbe, sul modello di quanto si fa in Gran Bretagna, individuare delle ''macro-aree'' nel Paese idonee alla costruzione di centrali nucleari demandando alle aziende produttrici la proposta di siti particolari. Su queste macro-aree il Ministero dell'Ambiente dovra' svolgere la Valutazione Ambientale Strategica mentre all'Agenzia sarebbe demandata la competenza di certificazione dei siti scelti dagli operatori. A questo punto sarebbe possibile arrivare alla Via e all'Autorizzazione Unica di concerto tra Ministero Sviluppo, Ministero dell'Ambiente e la stessa Agenzia. La pubblicazione dei criteri tecnico ambientali per i siti dovrebbe arrivare a meta' luglio dell'anno prossimo mentre l'esito della VAS sulle aree idonee alla costruzione di centrali dovrebbe giungere entro la meta' di dicembre del 2010, tre mesi dopo e' prevista la certificazione dei siti, ad agosto del 2011 il permesso di sito, mentre si dovrebbe arrivare fino a maggio del 2013 per l'ultimo passaggio autorizzativo, ovvero la licenza combinata di costruzione ed esercizio. A quel punto partirebbero i lavori civili per la realizzazione della prima centrale, della durata di due anni, mentre il primo calcestruzzo dell'edificio reattore e' previsto per meta' luglio 2015. - GLI IMPIANTI. Saranno reattori del tipo European Pressurised Reactor, la tecnologia sviluppata dalla Francia che rappresenta un'evoluzione delle centrali di terzo generazione oggi operative sul suolo transalpino, la cosiddetta ''terza generazione e mezzo''. Rispetto ai suoi predecessori, l'EPR e' piu' potente (1.600 MW contro i 1.400 MW dei reattori piu' recenti) consuma il 17% di combustibile in meno, riduce del 30% i rifiuti nucleari ed ha una vita utile di 60 anni contro i 40 degli attuali impianti. Ogni reattore ha un costo complessivo di circa 4 miliardi di euro e consente di produrre energia ad un costo di circa 54-60 euro per Mw/h. Si tratta, secondo le valutazioni dell'Enel, di un costo inferiore del 20% rispetto ad un moderno inmpianto a gas a ciclo combinato e analogo a quello di un impianto a carbone dell'ultima tecnologia ma con emissioni zero di C02. - LA SICUREZZA. Gli impianti EPR rappresentano un deciso passo avanti rispetto ai reattori di terza generazione oggi in esercizio anche sul fronte della sicurezza, aumentata, calcolano i progettisti, di un fattore 10. Il nucleo del reattore puo' contare su quattro sistemi di raffreddamento indipendenti, due dei quali contenuti in una campana di cemento armato a prova di urto d'aereo e ciascuno dei quali in grado da solo di garantire il funzionamento del reattore. Anche in caso di panne completa dell'impianto, dei potenti motori diesel riescono a garantire il flusso dei sistemi. Il reattore, l'edificio combustibile, la sala controllo e tutti i sistemi di sicurezza sono contenuti in un triplo stato di protezione: il primo di calcestruzzo precompresso, il secondo di metallo ed il terzo, il guscio esterno, realizzato in calcestruzzo rinforzato a prova di impatto. Tutte le colate di cemento e le saldature vengono controllate scrupolosamente mentre sotto il nucleo e' presente un basamento in grado di contenere il reattore anche nel caso di fusione del nucleo. Ogni reattore produce circa 9 metri cubi l'anno di rifiuti ad alta attivita' radioattiva. Il plutonio e l'uranio possono essere rigenerati e riutilizzati nello stesso reattore EPR per fornire circa un terzo del combustibile necessario. Il resto viene vetrificato, inserito in contenitori di acciaio speciale, chiuso nel cemento armato e posto in un deposito temporaneo in attesa di finire in un deposito geologico. - I COSTI. Un sistema, pero', che ha un ''peso'' dei costi fissi dell'85% rispetto ai costi totali, un livello decisamente piu' alto rispetto alle centrali a gas (20%) e a quelle a carbone (22%) ma che garantisce una bassa sensibilita' all'andamento dei costi del combustibile. Se infatti a a fronte di un raddoppio del costo del conmbustibile il costo finale di un MWh prodotto col gas aumenta del 70%, ad un raddoppio del costo dell'uranio il MWh nucleare sale solo dell'8%. Se la bassa dipendenza del prezzo finale dalle oscillazioni delle quotazioni internazionali e' un'indubbio vantaggio, l'alto livello dei costi fissi implica comunque la necessita' di avere in qualche modo garantita la vendita di quasi tutta l'energia prodotta. Questo perche', in estrema sintesi, una centrale a gas che ''lavora'' poco costa anche poco mentre una centrale nucleare costa sostanzialmente lo stesso sia che operi a piena potenza sia che sia tenuta in stand-by. In questo senso si inquadrano i possibili assetti societari del consorzio che costruira' le centrali ed il quadro commerciale con il quale queste stesse centrali saranno operate. Tra le possibilita' allo studio, l'ingresso nel consorzio di ''grandi consumatori'' di energia che a fronte di una partecipazione nel capitale di rischio potrebbero prelevare una corrispondente quantita' di energia a prezzo di costo. Altra ipotesi, non in contraddizione con la precedente, la possibilita' di stipulare contratti 'take or pay' di lungo termine che garantiscano la produzione per periodi di tempo molto lunghi. Quel che e' certo e' che con l'attuale sistema di mercato del ''prezzo marginale'' l'impatto positivo sui prezzi del nucleare rischia di non esserci. Ad oggi, infatti, il prezzo sulla borsa elettrica viene fatto dall'ultima centrale che entra in produzione e quindi da quella con i costi piu' alti. Costi che vengono applicati a tutta l'energia prodotta. Per risolvere questo problema e' gia' allo studio la possibilita' di passare dal prezzo marginale ad un sistema 'pay as bid' che fissa prezzi differenziati in base a quanto proposto dal produttore per ciascuna ''partita'' di energia prodotta. In questo modo si possono trasferire i vantaggi di prezzo a chi compra energia prodotta col nucleare. In ogni caso, secondo Enel, la sostenibilita' del programma nucleare (si parla per i quattro reattori di 16-18 mld) ''dovra' essere garantita da un eventuale cambiamento della volonta' politica e dell'opinione pubblica'' e garantire i partecipanti al programma da ''rischi finanziari legati ad un eventuale blocco dei lvori, mancata realizzazione dell'impianto o orresto del suo funzionamento''. Da vedere, infine, come includere i meccanismi di finanziamento dei costi relativi allo smaltimento delle scorie e al decommissioning dell'impianto una volta terminata la sua vita utile.
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Grazia Orsù, dunque.....
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sonos
Utente Attivo
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Inserito il - 14/01/2010 : 09:28:57
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Un interessante studio tedesco dell'Ente governativo per il controllo radioattivo (Bfs), quindi non di ecologisti fondamentalisti, sul pericolo di contrarre leucemie infantili nei pressi delle centrali nucleari.
Germania: Maggiori rischi di leucemia e cancro per bambini che crescono nei pressi di una centrale nucleare
I bambini che crescono nei pressi di una centrale nucleare in Germania corrono un rischio chiaramente maggiore di ammalarsi di cancro. È quanto risulta da uno studio realizzato dal "Registro tedesco malati infantili di cancro" per conto dell'Ufficio federale per la protezione dalle radiazioni.
"Lo studio mostra che il rischio di ammalarsi di leucemia aumenta per bambini sotto i cinque anni quanto più la loro abitazione è vicina ad una centrale nucleare", afferma in un comunicato la responsabile della ricerca, Maria Blettner.
L'Organizzazione medici per la prevenzione della guerra nucleare (IPPNW) ha chiesto di rimettere in discussione i valori di soglia finora presi in considerazione. "Secondo questo studio, non si può escludere che le radiazioni nucleari possano essere responsabili per l'aumento del tasso di tumori tra i bambini" ha detto l'epidemiologo Wolfgang Hoffmann, secondo il quale non esiste nessuna conoscenza affidabile sulle dosi di radiazioni dannose per bambini e embrioni.
Le centrali nucleari in funzione in Germania nel 2006 erano 17 e secondo gli accordi attualmente in vigore sulla rinuncia al nucleare, l'ultima dovrebbe essere disconnessa nel 2022.
L'articolo più corposo (in Inglese) http://www.ehjournal.net/content/8/1/43
Ovviamente ecco la fonte originaria con la documentazione (tutto solo in Tedesco) http://www.bfs.de/en/bfs/druck/Ufop...34_KIKK.html
Da questa lettura risulta evidente l'assoluta salubrità dell'avere una centrale nucleare vicino a casa (gli amici oristanesi dovrebbero gioire!)
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www.sulcisnaturalmente.eu
http://fabiocoronafotografie.blogspot.it |
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Flore
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 14/01/2010 : 12:35:24
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sonos, non solo quello che hai postato tu..... siccome la cosa mi riguarda, leggi qua.....
L'INQUINAMENTO NUCLEARE Anche l'inquinamento nucleare ha inciso più volte sull'aumento di incidenza di patologie tiroidee autoimmuni e neoplastiche. Se pensiamo allo scoppio della bomba atomica "little boy" ad Hiroshima e Nagasaki nell'Agosto del 1945 o all'incidente nucleare di Cernobyl del 1986 ben si comprende quale quantità di radiazioni siano state sprigionate. Come conseguenza di un esplosione nucleare, le polveri e la terra vengono sollevate dal terreno, si mescolano con le microparticelle radioattive derivanti dall'esplosione e formano le cosiddette "piogge radioattive o fall out" che possono venire trasportate dal vento e dalle correnti turbolente anche a diversi chilometri di distanza contaminando zone limitrofe ed anche più lontane. Nel caso dell'incidente nucleare di Cernobyl dell'Aprile 1986, in Ucraina, a 12 chilometri dal confine della Bielorussia, per lo scoppio della IV unità nucleare, si verificò una massiva immissione nell'atmosfera di materiale radioattivo e di combustibile, conseguente all'esplosione di vapore con grave contaminazione dell'ambiente circostante. In particolare l'esplosione ha immesso nell'aria numerosi radionuclidi tra cui uranio e transuranio, vari isotopi dello iodio, cesio, antimonio, stronzio ed un numero considerevole di altri radioisotopi a decadimento breve. Il "fall out" di isotopi volatili come lo iodio 131, il cesio 134#8208;137 fu elevato (50%) ed il fall out di gas rari quali lo xenon ed il kripton è stato del 100%. La pioggia radioattiva ha investito prima le zone vicine alla centrale contaminando dapprima la Bielorussia, l'Ucraina e la Russia. I due giorni seguenti (27 e 28 Aprile 1986) il fall out raggiunse anche i paesi scandinavi. Il 28 e 29 Aprile la nube radioattiva venne per così dire spaccata in due tronconi da una corrente di aria fredda. Una parte della nube radioattiva si diresse a nord est e l'altra verso la Polonia e la Germania. Il 30 Aprile e l'1 Maggio 1986 questa seconda nube arrivò sino in Grecia, Italia, Svizzera, Austria e Cecoslovacchia dove fù dimostrato un aumento di radioattività. Il 2 e 3 Maggio il fall out raggiunse anche la Gran Bretagna, il Belgio, l'Irlanda e la Francia Sud#8208; Occidentale. Dal 3 Maggio la nube si propagò sino alla Turchia e, successivamente aumentati livelli di radioattività furono dimostrate in zone geografiche molto lontane da Cernobyl (Cina, Giappone, India, Canada USA). Le conseguenze di tale radioattività sono state catastrofiche per le popolazioni della Bielorussia con aumento della percentuale di malattie infantili del 16%, di anemia, di anormalità funzionali etc. La conseguenza sanitaria più grave è stata però la drammatica impennata delle patologie tiroidee. La tiroide infatti è l'organo più vulnerabile all'immissione ambientale di I131. L'incidenza di malattie tiroidee è stata più marcata nei bambini che al momento dell'incidente nucleare avevano un età compresa da 0 a 6 anni. La presenza di gozzo è triplicata. Il gozzo da ipotiroidismo autoimmune e tiroidite è raddoppiato. Nelle regioni di Gomel e Mogilev il gozzo è presente nel 48% e 75% dei bambini, rispettivamente. L'incidenza dei tumori tiroidei è aumentata di circa 20 volte. Nella regione del Gomel vi è la più alta incidenza al mondo di carcinoma tiroideo: 11,7 casi ogni 100 mila bambini. Dopo l'incidente di Chernobil circa 400 bambini dal 1986 al 1994 hanno contratto un tumore tiroideo: il 65% entro i 4 anni di età e l'altro 35% in età compresa tra 5 e 9 anni. Sempre nei bambini si è assistito ad un impennata delle malattie autoimmuni e ad un abbassamento delle difese immunitarie.
http://www.vincenzopiazza.it/inquin...tiroide.html
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 06/02/2010 : 08:37:42
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Eolico selvaggio, servitù militari, inquinamento (edilizio) delle coste, crisi industriale e disoccupazione, trasporti (aerei e marittimi) a rischio, Sassari-Olbia ancora nel futuro, La Maddalena beffata: adesso anche il nucleare? Abbiamo già dato. E' pronta la delibera unanime del Consiglio Regionale contro il nucleare? Non arriviamo primi ad essere CONTRO ma è importante farlo subito. Oppure no? Giuseppe
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 06/02/2010 : 12:46:19
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| sonos ha scritto:
E' passato un pò di tempo...io ancora aspetto di conoscere quanto realmente costa 1 kWh di energia elettrica prodotta con il nucleare. Senza questo dato parlare di "convenienza" dell'energia prodotta dal nucleare mi sembra quantomeno inopportuno
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ROBUR.Q ha scritto: "io penso che si debba discutere sulla via nucleare senza pregiudizi o paure ingiustificate, ma facendo i conti per bene, valutando costi e benefici; e non dimenticando che i tempi di realizzazione di una centrale nucleare sono piuttosto lunghi! che non significa non progredire anche con le cosiddette fonti rinnovabili; però se per produrre energia solare dobbiamo sacrificare enormi estensioni di territorio (ho letto 800 ettari di pannelli per una città come Sassari), forse, anche dal punto di vista ambientale, meglio il nucleare"
Anche altri amici del forum (come Flore e Sonos) hanno fatto interventi molto documentati (soprattutto per quanto riguarda l'epidemiologia collegata al nucleare) e abbiamo il dovere di ringraziarli. Vorrei che altri ci dicessero quali sono le altre possibili alternative. Penso alla Puglia e alle altre Regioni italiane (e Paesi europei) che hanno posto il problema che va dall'idrogeno (che non piace ai petrolieri; è vero?), all'eolico razionale, al solare nelle sue diverse applicazioni, al geotermico, al marino, ecc. Non pretendo di saperne né poco né molto ma mi intendo di statistica, di epidemiologia e di prevenzione. Vorrei che non ci limitassimo a pochi "idealisti" e "sognatori" di un "mondo migliore". Vorrei che la politica si impadronisse del problema-energia e del problema-salute e ci dicesse cosa si può e cosa non si può fare in Sardegna, oltre l'acquiescenza al governo centrale. A questo come a tutti gli altri. Vorrei che la smettessimo di credere al miliardo del generale Gandolfo (anni 20), all'insurrezione indipendentista (anni 40), al Piano di Rinascita (anni 50), alle proteste folkloristiche (60-70), al rivendicazionismo sterile (fine XX secolo), al servilismo romano-centrico (inizio del XXI). Mentre la strada letale Sassari-Olbia è ancora in cima alle promesse elettorali. E una fonte (anonima ma giornalistica) indica, in Sardegna, cinque siti idonei a ospitare il nucleare. Come se già non ospitassimo gli scenari di finta-guerra, con tutto quello che comportano in termini di turismo, di economia e di salute. La scelta dei siti nucleari in Sardegna non è colpa della stabilità sismica dell'isola. E' colpa della staticità cronica degli isolani. Giuseppe
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Modificato da - Giuseppe in data 06/02/2010 12:51:51 |
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luca56
Utente Attivo
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Inserito il - 06/02/2010 : 21:48:16
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LO SCANDALO DELLA FRANCIA CONTAMINATA
http://www.youtube.com/watch?v=RiJE...er_embedded#
Dopo le raffinerie, le industrie dell'alluminio, la cattedrale nel deserto di Ottana, la cartiera di Arbatx etc. etc. per portare occupazione in Sardegna ci manca solo una bella centrale nucleare !!
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Modificato da - luca56 in data 06/02/2010 21:53:34 |
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Proverbio cinese Lo sciocco ha mille certezze, il saggio non ne ha alcuna.
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domusdejanas
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 07/02/2010 : 11:44:30
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| Giuseppe ha scritto:
| sonos ha scritto:
E' passato un pò di tempo...io ancora aspetto di conoscere quanto realmente costa 1 kWh di energia elettrica prodotta con il nucleare. Senza questo dato parlare di "convenienza" dell'energia prodotta dal nucleare mi sembra quantomeno inopportuno
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ROBUR.Q ha scritto: "io penso che si debba discutere sulla via nucleare senza pregiudizi o paure ingiustificate, ma facendo i conti per bene, valutando costi e benefici; e non dimenticando che i tempi di realizzazione di una centrale nucleare sono piuttosto lunghi! che non significa non progredire anche con le cosiddette fonti rinnovabili; però se per produrre energia solare dobbiamo sacrificare enormi estensioni di territorio (ho letto 800 ettari di pannelli per una città come Sassari), forse, anche dal punto di vista ambientale, meglio il nucleare"
Anche altri amici del forum (come Flore e Sonos) hanno fatto interventi molto documentati (soprattutto per quanto riguarda l'epidemiologia collegata al nucleare) e abbiamo il dovere di ringraziarli. Vorrei che altri ci dicessero quali sono le altre possibili alternative. Penso alla Puglia e alle altre Regioni italiane (e Paesi europei) che hanno posto il problema che va dall'idrogeno (che non piace ai petrolieri; è vero?), all'eolico razionale, al solare nelle sue diverse applicazioni, al geotermico, al marino, ecc. Non pretendo di saperne né poco né molto ma mi intendo di statistica, di epidemiologia e di prevenzione. Vorrei che non ci limitassimo a pochi "idealisti" e "sognatori" di un "mondo migliore". Vorrei che la politica si impadronisse del problema-energia e del problema-salute e ci dicesse cosa si può e cosa non si può fare in Sardegna, oltre l'acquiescenza al governo centrale. A questo come a tutti gli altri. Vorrei che la smettessimo di credere al miliardo del generale Gandolfo (anni 20), all'insurrezione indipendentista (anni 40), al Piano di Rinascita (anni 50), alle proteste folkloristiche (60-70), al rivendicazionismo sterile (fine XX secolo), al servilismo romano-centrico (inizio del XXI). Mentre la strada letale Sassari-Olbia è ancora in cima alle promesse elettorali. E una fonte (anonima ma giornalistica) indica, in Sardegna, cinque siti idonei a ospitare il nucleare. Come se già non ospitassimo gli scenari di finta-guerra, con tutto quello che comportano in termini di turismo, di economia e di salute. La scelta dei siti nucleari in Sardegna non è colpa della stabilità sismica dell'isola. E' colpa della staticità cronica degli isolani. Giuseppe
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Buongiorno a tutti e ben ritrovati,
leggo con interesse i vari interventi, sicuramente siete più documentati di me , quindi faccio un ragionamento che a molti potrebbe sembrare generalista.
la convenienza economica nel produrre nucleare non è mica riferita agli utenti finali ( anzi magari ci ritroviamo un aumento sulla bolletta elettrica per finanziarne la costruzione ) . Tale convenienza credo sia riferita a chi come l'ENEL ( ma il mercato non era stato liberalizzato ? ) tramite lo stato si libera dei costi che deve sostenere per importare energia ( in tutte le forme ). Ovviamente lo farà con i soldi dello Stato , quindi i nostri.
Per quanto riguarda l'impatto ambientale delle energie rinnovabili, se sui tetti del 20 % delle case italiana impiantiamo dei pannelli solari che problema c'è ? Parlo del 20 % delle abitazioni per indicare una percentuale a caso , ovviamente se installo un pannello su un monumento, l'impatto c'è , ma se lo metto sul tetto di una scuola o di un edificio pubblico ( notoriamente sono brutti di loro ) non credo che qualcuno storcerà il naso.
ovviamente impiantare pale eoliche in una spiaggia incontaminata o in un parco nazionale ha i suoi effetti , ma il solare è un'alternativa valida , realmente economica per gli utenti e di basso impatto ambientale
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luca56
Utente Attivo
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Inserito il - 07/02/2010 : 13:52:41
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Bravo Domusdejanas !
Questo è un esempio pratico di quello che dici, basterebbe solo copiare da chi ha già realizzato delle soluzioni intelligenti !! Forse il Trentino Alto Adige ha più sole della Sardegna ?? (no ! ha solo dei finanziamenti migliori !! )
http://www.autobrennero.it/interne/...hx?id=51&l=1
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 07/02/2010 : 17:13:45
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| luca56 ha scritto:
Bravo Domusdejanas !
Questo è un esempio pratico di quello che dici, basterebbe solo copiare da chi ha già realizzato delle soluzioni intelligenti !! Forse il Trentino Alto Adige ha più sole della Sardegna ?? (no ! ha solo dei finanziamenti migliori !! )
http://www.autobrennero.it/interne/...hx?id=51&l=1
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Tu dici: ha solo dei finanziamenti migliori !! Io dico: ha solo amministratori migliori. Oppure: ha solo cittadini più capaci di difendere i propri diritti. Giuseppe
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robur.q
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Inserito il - 08/02/2010 : 14:06:09
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senza pregiudizio, ma dubito che i pannelli solari possano risolvere in maniera sostanziale il problema dell'approvigionamento energetico: può risolverli per piccoli comuni ma non per le città, è una questione di numeri. Certo, io sono del parere che se la Sardegna venisse ritenuta il luogo ideale per una centrale nucleare, credo che si debba essere disponibili: ma anche la disponibilità ha il suo costo, non so se mi spiego KNF KA NISCIUNO E' FESSO
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Modificato da - robur.q in data 08/02/2010 14:17:46 |
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sonos
Utente Attivo
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Inserito il - 08/02/2010 : 15:07:32
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| robur.q ha scritto:
Certo, io sono del parere che se la Sardegna venisse ritenuta il luogo ideale per una centrale nucleare, credo che si debba essere disponibili: ma anche la disponibilità ha il suo costo, non so se mi spiego KNF KA NISCIUNO E' FESSO |
Mi piacerebbe conoscere il tuo "prezzo" per la leucemia di un bambino Se ci sono rischi per la salute...non esistono soldi che possano in alcun modo risarcire il danno.
In proposito, il modo "pulito" di operare dell'AREVA (la multinazionale francese che opererà nell'ambito dell'energia nucleare in Italia)
CONTAMINAZIONE DA URANIO NEL NIGER, COLPA DI AREVA!
Roma, Italia — A novembre una nostra spedizione aveva rilevato alti livelli di radioattività nel villaggio di Akokan nel Niger. Oggi la compagnia nucleare francese AREVA - che dovrebbe avviare la "rinascita nucleare" in Italia - ammette le sue colpe. Il villaggio, infatti, sorge presso due miniere di Uranio gestite da affiliate di AREVA. Già dal 2003 erano emersi indizi di contaminazione ad Akokan e nel 2007 si sono riscontrati livelli di radioattività fino a cento volte oltre il livello di fondo. Nel 2008 AREVA aveva affermato di aver bonificato la zona, sotto il controllo delle autorità locali.
Lo scorso novembre 2009 la nostra spedizione - con la collaborazione del laboratorio francese CRIIRAD e della rete di associazioni locali ROTAB - ha visitato sia le miniere sia i villaggi vicini. Risultato: livelli di contaminazione fino a cinquecento volte oltre il livello di fondo, anche negli stessi punti che AREVA sosteneva di aver bonificato.
Non possiamo fidarci di AREVA, né nel Niger né in Italia: quali garanzie possono dare con questo approccio fantasioso alla sicurezza nucleare?
La contaminazione per le strade di Akokan, e presumibilmente in altre zone del circondario, è causata dalla folle idea di AREVA di "riciclare" gli scarti delle miniere di uranio per la costruzione delle strade: un modo comodo e poco costoso per smaltire scorie radioattive. Ai livelli di radioattività da noi rilevati basta stare fermi un'ora al giorno in queste strade per assorbire il massimo della dose annua ammessa dalla Commissione Internazionale per la Radioprotezione (International Commission on Radiological Protection, ICRP).
Adesso AREVA ha ricominciato a pulire i siti che abbiamo segnalato ma ovviamente l'affidabilità dei padroni del nucleare francese è ai minimi storici: quelle strade erano state già bonificate due anni fa, e con tanto di conferma del Niger Department of Mines (Ministero delle Miniere del Niger).
Solo una valutazione estesa, trasparente e indipendente dello stato dell'ambiente della zona colpita potrà mettere al sicuro le popolazioni del Niger dalla radioattività. E solo la chiusura del capitolo 'nucleare' potrà metterci tutti al sicuro dalla follia di chi continua a fare soldi sulla nostra pelle.
Link all'articolo: http://www.greenpeace.org/italy/news/areva-niger
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domusdejanas
Salottino
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Inserito il - 08/02/2010 : 15:27:38
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| robur.q ha scritto:
senza pregiudizio, ma dubito che i pannelli solari possano risolvere in maniera sostanziale il problema dell'approvigionamento energetico: può risolverli per piccoli comuni ma non per le città, è una questione di numeri. Certo, io sono del parere che se la Sardegna venisse ritenuta il luogo ideale per una centrale nucleare, credo che si debba essere disponibili: ma anche la disponibilità ha il suo costo, non so se mi spiego KNF KA NISCIUNO E' FESSO
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Ciao Robur
se ognuno di noi si dotasse di un impianto a pannelli solari , la domanda di energia cala, quindi renderebbe antieconomico il Nucleare. Gli effetti collaterali del nucleare sono indiscutibili, e francamente preferisco vivere a lume di candela od andare a letto dopo il tramonto che far rischiare la vita a mia figlia.
Per quanto riguarda la fattibilità degli impianti nelle grandi città , credo che sia comunque fattibile.
Vi giro un link della camera di commercio della mia città ( Catania ) che comunque è più grande di Cagliari per abitanti ed estensione:
http://www.ct.camcom.it/1000-tetti-...oltaici.html
Non è una città che brilla per efficenza ambientale ( riciclaggio rifiuti pessimo , vivibilità fra le ultime nella classifica italiana ) , nonostante ciò con un piccolo accordo con una società, che opera nella microelettronica e nella nuova impiantistica e qualcosina si muove... La ricetta è semplice , rendi un'energia, rinnovabile e non inquinante, economicamente vantaggiosa e guarda come i politici scendono dal carro del Nucleare.
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Tzinnigas
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 08/02/2010 : 15:56:37
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...Sempre a proposito di fotovoltaico... http://www.cpl.it/casi_di_successo/..._a_carano_tn
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robur.q
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Inserito il - 08/02/2010 : 16:16:13
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Sonos, purtroppo le malattie vengono con o senza "contaminazioni"; malattie orrende possono venire a chiunque, bambini compresi, anche facendo la vita più "naturale" di questo mondo! Te lo dico per drammatica esperienza personale; quindi, fintanto che il creatore ci lascia su questa terra, tantovale passarcela il meno peggio possibile, il che vuol dire con tutte le comodità della vita moderna, che sono energivore. E' un illusione pensare che abbiamo sempre in mano le chiavi del nostro destino: magari! Non è pessimismo, è realismo, da eccessive frequentazioni ospedaliere questo è il mio prezzo.
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Modificato da - robur.q in data 08/02/2010 16:17:08 |
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Flore
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Inserito il - 08/02/2010 : 17:13:35
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| robur.q ha scritto:
Sonos, purtroppo le malattie vengono con o senza "contaminazioni"; malattie orrende possono venire a chiunque, bambini compresi, anche facendo la vita più "naturale" di questo mondo! Te lo dico per drammatica esperienza personale; quindi, fintanto che il creatore ci lascia su questa terra, tantovale passarcela il meno peggio possibile, il che vuol dire con tutte le comodità della vita moderna, che sono energivore. E' un illusione pensare che abbiamo sempre in mano le chiavi del nostro destino: magari! Non è pessimismo, è realismo, da eccessive frequentazioni ospedaliere questo è il mio prezzo.
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Sono sinceramente dispiaciuta per le tue esperienze Robur. Hai ragione quando dici che le contaminazioni sono innumerevoli, da quello che mangiamo, beviamo, respiriamo. Ma proprio per questo, non pensi che forse sarebbe meglio evitare di costruirne altre? Non pensi che una buona politica energetica dovrebbe partire dal 'non sprechiamo quella che abbiamo'? Abbiamo tante comodità, verissimo. Mi è capitato di leggere quanta energia si risparmierbbe 'solo' spegnendo gli apparecchi tv, stereo, video, pc etc. senza lasciarli in stand by e la cifra al livello di kw è impressionante. Così come lo è sostituendo le lampadine ad incandescenza (ormai bandite grazie al cielo) con quelle risparmiose o i led. E ci sarebbero tante altre cose da poter attuare solo partendo dal nostro piccolo. Basterebbe farlo tutti. Ieri sera Margherita Hack parlava delle centrali nucleari di quarta generazione che sono sicurissime ma diceva anche che la prima cosa da fare è individuare dove stipare le scorie, cosa che non viene MAI fatta. A conferma di ciò, ho letto stamani una intervista a scajola che dice 'mercoledì pomeriggio il cdm si riunirà per decidere dove costruire le centrali. Dopodichè ci saranno 2 anni di tempo per affidarne la costruzione a .... privati!' Capito ora?
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Grazia Orsù, dunque.....
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