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Niobe
Nuovo Utente
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Inserito il - 25/11/2009 : 11:12:40
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in risposta a Lessa
Lessa, questa domanda l'avresti dovuta formulare in pubblico, durante il dibattito, ero lì e la risposta alle tue perplessità l'avresti avuta immediatamente. abbiamo voluto riportare la rotella bronzea, trovata all'albucciu di arzachena, perchè era importante sottolineare l'idea di un oggetto che potesse esser ricondotto allo Schema Strutturale della torre nuragica. Come dire agli archeologici: fate attenzione che certi oggetti possono avere anche la funzione di strumenti di costruzione e non solo simbolo solare o oggetti con funzione apotropaica. Guardate un pò oltre. Che io sappia e naturalmente confermato da archeologi, quella rotella è ricondotta ad un ambito etrusco, ma non è così certo che lo sia. sicuramente non un qualcosa di "estero" come dici tu. Rispetto a tutto l'argomento esposto questa è una cosa di poco conto. Non si tratta, ti cito "con il prospetto del nuraghe...." ma della pianta e nella stessa slide vi era la sezione della torre. Fai attenzione ai metodi di rappresentazione, è ciò che ti permette di capire. lo schema strutturale di una torre nuragica è così come l'abbiamo esposto, e non si tratta di una ipotesi ma di analisi strutturale a suo tempo già verificata. quando si studia una costruzione, di qualsiasi epoca storica sia, l'individuazione dello schema reagente è la primissima cosa. Magari a te sfugge ma è il linguaggio dell'architettura, non quello dell'archeologia. Mi dispiace che ti sia sfuggita la novità della trattazione e ti sia rimasta impressa solo la rotella, che piaccia o non piaccia, coincide con lo schema strutturale rappresentato in pianta. Ma l'argomento era decisamente più ricco, con delle novità mai dette, mai viste e mai studiate.
Mi avrebbe fatto piacere conoscerti e notare quel piglio di coraggio che ti è mancato, nel farmi la domanda diretta di fronte a tutti ed avere la risposta altrettanto diretta, magari sarebbe stata utile anche ai presenti. ma tu hai scelto di farla nell'anonimato. Ma ti ringrazio di averla comunque formulata.
Noemi
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 25/11/2009 : 12:05:48
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| tholoi ha scritto:
| kigula ha scritto: ...Qualche altro abstract?
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questi di oggi a Barumini: 16.30 M. A. Fadda, G. Salis, Scelte insediative e strategie economiche nelle aree montane in età nuragica
17.15 F. Nieddu, I santuari nuragici
17.30 M. A. Fadda, Templi a pozzo e templi megaron. Riti paralleli
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mizzega... questi piacciono troppo a me....e c'è una buon anima? ma quand'è che inventano il teletrasporto? ditemi...ma gli atti di questi convegni convoleranno in qualche libro?
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Modificato da - DedaloNur in data 25/11/2009 12:10:32 |
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Freddie Mercury - In My Defence http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related
"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.
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tholoi
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 25/11/2009 : 12:29:55
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Dedalo non rompere li ho chiesti prima io !
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tholoi - neroargento.com |
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tholoi
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 25/11/2009 : 14:57:00
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X Niobe, volevo chiedere, nei limiti del possibile, se la particolare tholos del nuraghe Ola sia stata oggetto di studio nel discorso paraboloide. Grazie fin d'ora.
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tholoi - neroargento.com |
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desi satta
Utente Medio
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Inserito il - 25/11/2009 : 15:17:42
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| kigula ha scritto:
PINO FENU, OMAR FILIPPI, MARISA ARCA, MARIO ASOLE, CATERINELLA TUVERI LE INDUSTRIE LITICHE DI ASPETTO PALEOLITICO INFERIORE RINVENUTE NEL TERRITORIO DI OTTANA, NUORO A seguito di ricerche di superficie nel territorio nuorese, effettuate da funzionari della Soprintendenza per i Beni Archeologici, sono stati individuati cinque nuovi siti, in cui sono state raccolte industrie litiche. Complessivamente le industrie contano alcune migliaia di manufatti tra supporti ritoccati e non e nuclei. Le materie prime esclusive in cui sono realizzati i manufatti sono vulcaniti presenti in abbondanza sia sotto forma di grandi massi che di piccoli blocchi e liste su tutta l’area. L’assetto tecnologico, nonché i caratteri tipologici e stilistici dei manufatti, sembrano suggerire una collocazione cronologica delle industrie precedente l’arrivo nell’isola delle prime comunità neolitiche.
Qualche altro abstract?
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Grazie. Qualche immagine dei corredi litici? C'è qualche disponibilità in rete? Quali altri siti oltre a Talicori? Dove? Si tratta di piattaforme fluviali residue come in Anglona? C'è della bibliografia in giro? Dai curricula degli autori si direbbe che non siano esperti del paleolitico (soprattutto inferiore).
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kigula
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Inserito il - 25/11/2009 : 22:58:43
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ANGELA ANTONA NOTA PRELIMINARE SUI CONTESTI STRATIGRAFICI DELLA GALLURA NURAGICA. L’ESEMPIO DI LA PRISGIONA DI ARZACHENA Nuovi dati di conoscenza acquisiti nei recenti scavi nel complesso di La Prisgiona hanno consentito di ricomporre una situazione stratigrafica che scandisce l’evolversi del generale assetto dell’insediamento fra l’età del Bronzo Recente e Finale. Ristrutturazioni importanti intervenute sia nel nuraghe che negli edifici che compongono il villaggio sono ricondotte all’interno di una lettura stratigrafica che si propone chiara ed articolata. Esiti di dinamiche nuove intervenute nell’organizzazione del complesso abitativo sono replicate in altri siti della Gallura indagati di recente. Dalle osservazioni emerse, nuovi dati si aggiungono a sostegno di un ormai noto cambiamento ideologico e sociale di portata massiccia e complessa, nell’ambito del quale l’infrangersi della maestosità dell’architettura dei nuraghi rappresenterebbe appena la punta di un’iceberg.
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kigula
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Inserito il - 25/11/2009 : 23:01:04
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MARIA AUSILIA FADDA, GIANFRANCA SALIS SCELTE INSEDIATIVE E STRATEGIE ECONOMICHE NELLE AREE MONTANE IN ETÀ NURAGICA Le scelte insediative che sottendono l’ubicazione di un nuraghe o di un villaggio nuragico si spiegano alla luce di una molteplicità di concause che, partendo dallo studio dei fattori ambientali, si muovono verso la individuazione delle forme economiche e socio-politiche delle comunità di cui sono espressione, e si legano, unitamente allo studio della cultura materiale e del dato di scavo, alla decodifica della funzione principe per cui il sito è nato e si è sviluppato. Relativamente ai nuraghi, lo stato attuale delle ricerche ha messo in luce la complessità e la polifunzionalità sincronica e diacronica di questi monumenti, che hanno avuto spesso cambi o integrazioni di destinazioni d’uso, marcate dall’evidenza archeologica soprattutto nel passaggio tra il Bronzo Finale e il Primo Ferro. Un contributo importante all’approfondimento di queste problematiche proviene dai recenti lavori nel villaggio nuragico di Ruinas, in territorio di Arzana, noto alla letteratura archeologica per la sua peculiare ubicazione nel cuore del Gennargentu, a 1200 m s.l.m. L’indagine aveva tra gli obiettivi di ricerca la comprensione delle strategie di popolamento e di organizzazione economica di un‘area dalle condizioni climatiche piuttosto ostili all’economia agro-pastorale, e che quindi lasciava supporre una stagionalità della frequentazione mal conciliabile con le dimensioni considerevoli del villaggio di riferimento. La ricerca ha interessato soprattutto il nuraghe, un trilobato con una particolare articolazione planimetrica, che ha restituito una stratigrafia articolata, frutto di una frequentazione che con fenomeni di continuità, abbandoni e riutilizzi, abbraccia fasi fino all’età romana. Il recupero di oggetti inediti e inconsueti per un edificio nuragico, tra cui spicca una spada votiva, lo studio dell’uso degli spazi, gli ancoraggi cronologici forniti dalle analisi a C14, lo studio delle ceramiche, unitamente all’innesto dei dati nel più ampio contesto territoriale, consentono di delineare un quadro relativamente all’uso del monumento e alle relazioni con le strutture del villaggio, ed offrono nuovi spunti per un riesame della funzione d’uso dei nuraghi nel Bronzo Finale, tra continuità e trasformazione, nonché delle modalità del popolamento in età nuragica delle aree montane. Il contributo si concentrerà soprattutto sulle fasi del Bronzo Finale, e proporrà una rilettura di queste problematiche nel contesto generale del periodo in esame.
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kigula
Moderatore
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Inserito il - 25/11/2009 : 23:02:22
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FABIO NIEDDU I SANTUARI NURAGICI Le straordinarie scoperte avvenute negli ultimi decenni in varie parti dell’isola hanno creato un rinnovato interesse per il tema dei santuari di età nuragica. L’argomento può essere affrontato da molteplici angoli visuali. Il primo è quello relativo allo studio degli aspetti architettonici, topografici e insediativi, archeologicamente meglio definibili e relativamente meno problematici, che permette di considerare ormai acquisiti alcuni punti fermi (presenza ricorrente di tipi architettonici definiti, uso della tecnica isodoma, ubicazione in luoghi alti, isolati, o di confine, etc.). Più complessa si rivela la definizione dei rituali praticati, che risulta fondamentale anche per la interpretazione funzionale degli spazi architettonici. Architetture, rituali ed offerte, infine, considerati rispettivamente in termini di risorse investite, negli aspetti simbolici e come indicatori di tesaurizzazione, specializzazione artigianale e commerci su vasta scala, introducono allo studio della dimensione sociale ed economica del santuario.
MARIA AUSILIA FADDA TEMPLI A POZZO E TEMPLI MEGARON. RITI PARALLELI Nella fase iniziale del bronzo finale si diffonde in tutta la Sardegna un’architettura dedicata al culto religioso sconosciuta nelle fasi precedenti.Si ritiene che il fenomeno abbia avuto origine da cambiamenti climatici che resero fondamentale la ricerca e la conservazione delle acque sorgive anche in situazioni geomorfologiche estreme. La ricerca dell’acqua spinse i costruttori nuragici a trovare le soluzioni progettuali più ardite, soprattutto nelle zone interne dell’isola, oppure a modificare le sorgenti già in uso con architetture funzionali alla pratica di riti religiosi che coinvolgevano diverse comunità. Se l’architettura dei pozzi sacri potrebbe essere giustificata dalla necessità di risolvere un grave problema che poteva compromettere anche l’economia dell’isola, risulta di difficile interpretazione la contemporanea costruzione e la moltiplicazione dei templi a megaron all’interno dei quali si praticavano gli stessi riti e gli stessi metodi di offerta documentati nei pozzi sacri.Il moltiplicarsi dei templi è ancora più problematico quando essi si trovano all’interno di contesti abitativi già in uso nelle fasi finali del bronzo medio e recente.Lo scavo del tempio 2 di S’Arcu e is Forros ha portato alla luce uno straordinario esempio di architettura cultuale e offre nuovi spunti interpretativi di questi edifici che potrebbero essere definiti come templi dedicati probabilmente a divinità diverse o dedicati alla stessa divinità dai fedeli che abitavano insulae diverse dello stesso insediamento.
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Modificato da - kigula in data 25/11/2009 23:04:04 |
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kigula
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Inserito il - 25/11/2009 : 23:06:51
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| desi satta ha scritto:
Grazie. Qualche immagine dei corredi litici? C'è qualche disponibilità in rete? Quali altri siti oltre a Talicori? Dove? Si tratta di piattaforme fluviali residue come in Anglona? C'è della bibliografia in giro? Dai curricula degli autori si direbbe che non siano esperti del paleolitico (soprattutto inferiore).
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Ahah quante domande! Intanto non ho seguito l'intervento quindi non ti so dire esattamente cosa abbiano detto e mostrato, poi ho solo gli abstract, i lavori completi appariranno negli atti che non so quando saranno pubblicati.
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kigula
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Inserito il - 25/11/2009 : 23:16:15
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X Trambuccone L'inizio dell'età nuragica secondo la Tanda va anticipata di 200 anni. La novità sta nella datazione radiocarbonica di due frustoli di carbone che data al 1800 a.C. C'è stato un bel dibattito su questo, perchè secondo i più non basta una datazione radiometrica per cambiare la cronologia di 200 anni, credo sia bene fare più analisi e magari incrociate.
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 25/11/2009 : 23:20:40
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| Niobe ha scritto:
in risposta a Lessa Lessa, questa domanda l'avresti dovuta formulare in pubblico, durante il dibattito, ero lì e la risposta alle tue perplessità l'avresti avuta immediatamente. abbiamo voluto riportare la rotella bronzea, trovata all'albucciu di arzachena, perchè era importante sottolineare l'idea di un oggetto che potesse esser ricondotto allo Schema Strutturale della torre nuragica. Come dire agli archeologici: fate attenzione che certi oggetti possono avere anche la funzione di strumenti di costruzione e non solo simbolo solare o oggetti con funzione apotropaica. Guardate un pò oltre. Che io sappia e naturalmente confermato da archeologi, quella rotella è ricondotta ad un ambito etrusco, ma non è così certo che lo sia. sicuramente non un qualcosa di "estero" come dici tu. Rispetto a tutto l'argomento esposto questa è una cosa di poco conto. Non si tratta, ti cito "con il prospetto del nuraghe...." ma della pianta e nella stessa slide vi era la sezione della torre. Fai attenzione ai metodi di rappresentazione, è ciò che ti permette di capire. lo schema strutturale di una torre nuragica è così come l'abbiamo esposto, e non si tratta di una ipotesi ma di analisi strutturale a suo tempo già verificata. quando si studia una costruzione, di qualsiasi epoca storica sia, l'individuazione dello schema reagente è la primissima cosa. Magari a te sfugge ma è il linguaggio dell'architettura, non quello dell'archeologia. Mi dispiace che ti sia sfuggita la novità della trattazione e ti sia rimasta impressa solo la rotella, che piaccia o non piaccia, coincide con lo schema strutturale rappresentato in pianta. Ma l'argomento era decisamente più ricco, con delle novità mai dette, mai viste e mai studiate.
Mi avrebbe fatto piacere conoscerti e notare quel piglio di coraggio che ti è mancato, nel farmi la domanda diretta di fronte a tutti ed avere la risposta altrettanto diretta, magari sarebbe stata utile anche ai presenti. ma tu hai scelto di farla nell'anonimato. Ma ti ringrazio di averla comunque formulata.
Noemi
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Niobe mi stai facendo gentilmente capire di essere un cagasotto Grazie.
Non ho fatto domande sulla rotella perchè 1 ero maledettamente di fretta 2 eri altrettanto di fretta e appena finito sei corsa via (io mi stavo alzando ma nel mentre eri già fuori) Aggiungo che non mi piace essere sotto lo sguardo di tutti i presenti e di cotanti professoroni, visto che di archeologia ne so molto poco, rischiando di sparare belinate (il fatto che la rotella sia "di fuori" cioè, come hai detto in un linguaggio molto più rigoroso del mio "Etrusca" -io sapevo celtica-) and least but not last la domanda sulla rotella era così insignificante nell'intera trattazione, e così stringato il tempo, che non mi è sembrato il caso di domandare (anche perchè me ne son presto dimenticato).
Interessante tutto il resto comunque. Avrei altre domande visto che sul momento mi è risultato impossibile porle (tu dici per vigliaccheria mia, io ho altri motivi :) ) :
Hai detto che le Tholoi risultavano chiuse ed isolate sulla terrazza. Come avveniva questo? Qual era il materiale isolante? Per "chiuse" intendi totalmente obliterate, raggiungibili mediante scale esterne, o avevano la scala che usciva sul terrazzo (con il famigerato cupolino?).
Reputi che in quasi mille anni di evoluzione i nuraghi avessero i mensoloni dall'inizio?
Hai detto che i mensoloni hanno dei conci per sostenerli...e in mensoloni non perfettamente squadrati come quelli di barumini? Dove magari, è squadrato solo un lato?
P.s. L'accostamento rotella-nuraghe (sezione, prospetto...quello che vuoi io non solo un ignorante nella tua materia) l'avevo già visto in un altro libro. Voi invece come ci siete arrivati? i'm curious
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Modificato da - Lessa in data 25/11/2009 23:21:31 |
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"La storia scritta dai vincitori non può dire cose giuste"
Il mio Blog sulla rievocazione storica, il combattimento, e la ricostruzione Nuragica: http://sardinianwarrior.blogspot.com |
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Niobe
Nuovo Utente
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Inserito il - 26/11/2009 : 00:41:26
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Non ti ho dato del cagasotto. La domanda che hai formulato a proposito della rotella, è lecita. tanto la considero utile che ho sottolineato che sarebbe stato meglio formularla durante il dibattito. Se solo tu avessi avuto un pò più di coraggio. e' vero che tutto si è svolto molto in fretta, non sono andata via ma, sono rimasta all'ingresso a rispondere ad altre domande altrettanto lecite dei tuoi colleghi. Il tempo dell'esposizione imponeva pochi cenni, leggeri leggeri, per un argomento complesso. Abbiamo provato la sintesi massima che, evidentemente, non poteva essere esaustiva. Eppure lo è, da questa parte dove ci sono tutte le informazioni tanto da pensare di aver messo su una solida base di analisi. Probabilmente negli atti del convegno,avremmo un limite altrettanto rigido in termini di pagine, di illustrazioni che prevedono animazioni. Ti direi guarda che te lo dimostro come funziona, dal punto di vista meccanico e costruttivo, un Nuraghe. senza avere limiti di alcun genere. così non è. Si richiede trattazione scientifica, perchè questo è il metodo e la documentazione disponibile. si tratta solo di pubblicare e il materiale lo consente.
come ci sono arrivata? sono architetto e ho studiato a firenze, in una facoltà che ha fatto la storia del restauro in Italia, ma con un indirizzo di laurea che ha alla base lo studio dell'Arte del costruire nella storia. Ho fatto l'istituto d'arte e le mie mani seguono la mia mente. se mi serve rappresentare una idea, un concetto, le mie mani hanno imparato a farlo. un modello in argilla e calcoli di equilibrio. Logica e buon senso senza stare a caricare di simbolismo per la necessità di rendere l'argomento per forza interessante. La costruzione parla da sè, senza che sia necessario aggiungere altro al suo linguaggio di geometria e materiali, posti in opera con ingegno. Ho fatto la tesi di laurea su questo argomento, è stato verificato dai docenti del dipartimento di costruzioni, prima della discussione di tesi. tecnica costruttiva e analisi strutturale, hai visto ieri quello che è stato verificato nove anni fa, sistema mensole compreso. Noto, invece, che ti è proprio sfuggito, colpito dall'analisi del sistema mensole, l'argomento delle nervature determinate dalla posa in opera di diatoni. Vedi, un argomento così ricco risucchiato dallo scadere dei minuti sull'orologio della Fadda. Su un forum non potrò mai essere esaustiva.
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.machiavelli.
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Inserito il - 26/11/2009 : 09:59:00
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L'intervento della Fadda è illuminante su quali cause abbiano provocato l'emigrazione di gruppi di persone verso altri lidi. L'acqua potabile divenne un bene ancora più prezioso e si moltiplicarono gli sforzi per raccoglierla e conservarla al meglio. I pozzi esistenti furono risistemati con la tecnica isodoma, altri furono costruiti di sana pianta e il culto dell'acqua si svolgeva certamente anche nei tempietti a megaron che, forse, sono ubicati in luoghi dove l'acqua scomparve e si tentò di farla rientrare con riti o dediche alle divinità (bisognerebbe sentire il parere di esperti topografi, magari di quelle zone). Una mia personalissima ipotesi vede eventi naturali traumatici nei territori costieri (non uno tsunami...ma un lieve aumento di livello del mare, direi qualche metro, che provocò l'avvelenamento salino delle falde e la perdita di grandi appezzamenti coltivabili) fra il 1350 e il 1250 a.C. che provocarono il riversamento di molti abitanti verso l'interno dell'isola e la partenza di altri verso il Mediterraneo Orientale. Qualche altro tassello si aggiunge a ciò che già sospettavo.
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Modificato da - .machiavelli. in data 26/11/2009 10:00:30 |
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norax
Nuovo Utente
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Inserito il - 26/11/2009 : 10:15:05
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| .machiavelli. ha scritto:
L'intervento della Fadda è illuminante su quali cause abbiano provocato l'emigrazione di gruppi di persone verso altri lidi. L'acqua potabile divenne un bene ancora più prezioso e si moltiplicarono gli sforzi per raccoglierla e conservarla al meglio. [...]
Una mia personalissima ipotesi vede eventi naturali traumatici nei territori costieri (non uno tsunami...ma un lieve aumento di livello del mare, direi qualche metro, che provocò l'avvelenamento salino delle falde e la perdita di grandi appezzamenti coltivabili) fra il 1350 e il 1250 a.C. che provocarono il riversamento di molti abitanti verso l'interno dell'isola e la partenza di altri verso il Mediterraneo Orientale.
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Vorrei soltanto accennare al fatto che secondo indagini nei sedimenti del Mare Morto sappiamo che negli ultimi 10.000 anni il Vicino Oriente era colpito da due periodi di aridita´ catastrofica. Uno di questi accadeva addiritura attorno al 1200 a.C.
E`molto probabile, direi logico, che anche il mediterraneo occidentale non era assente di questo fenomeno.
Ceterum censeo che la pseudo-ipotesi riguardante i tsunami in Sardegna non vale nemmeno la pena di metterla in dubbio.
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.machiavelli.
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Inserito il - 26/11/2009 : 10:32:03
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A questo punto capisco alcune stranezze del sistema costruttivo nuragico. In alcuni periodi si dovette costruire molto velocemente (a causa dei problemi derivanti dalle maree e dell'abbandono delle terre pianeggianti e costiere) e l'apparente rozzezza con la quale si realizzarono torri aggiunte e nuovi insediamenti montani non è certo dovuta alla perdita della memoria costruttiva! I pozzi e alcuni templi sono perfetti, quindi le tecniche per questi luoghi erano affidate a maestri, mentre le brutte costruzioni addossate ai vecchi nuraghe derivavano da manodopera reperita velocemente per far fronte alla richiesta di rapidità. Il discorso apre scenari interessanti e spiega, in parte, il cambio di società proposto da Ugas. Nel XI-IX a.C. si cacciarono i vecchi sovrani (che quindi non riuscirono a risolvere i problemi idrici e di sovraffollamento) e si insediò un consiglio di anziani. La società si spostò verso un'aristocrazia che riuscì a conservare buone condizioni di vita e destinò gran parte delle proprie energie all'accoglimento di quei commercianti levantini che presto si integrarono nella "nuova" Sardegna. Le coste furono ripopolate, i problemi economici finirono e l'isola superò quel periodo di carestia che innescò, come in altre terre oltremare, lo spostamento in massa di genti occidentali verso oriente, terra che poteva ancora garantire buone risorse agricole grazie ai grandi fiumi.
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