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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 21/11/2009 : 08:55:47
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| babborcu ha scritto:
nonsei prolisso, carissimo santobevitore, fai delle osservazioni sensate ed intelligenti ( come tuo solito ) e fotografi una situazione reale!
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Ha scritto SANTOBEVITORE: " Quello che voglio dire è che mi piacerebbe che il sardo fosse una lingua attuale, non limitata a un mondo anni Cinquanta, una lingua per ridere ma anche per piangere e per riflettere, una lingua viva insomma. Sono convinto, per averlo provato personalmente, che il teatro, anche solo tramite una semplice recita scolastica, possa aiutare ad avere una conoscenza “attiva” del sardo e, più in generale, della nostra cultura. Scusate la prolissità ma mi riesce difficile sintetizzare ciò che mi sta a cuore!" Altro che "prolisso"! Sei stato sensato, ragionevole. Hai dato una risposta confortante agli interrogativi con i quali ho aperto questa discussione, con il contributo di altri. Abbiamo scoperto un sottofondo popolare di sardi che credono ancora nel "nostro" teatro, e dico nostro non solo nel senso linguistico ma anche sociale, antropologico, etnico, storico, culturale. Non attribuirei tutta la responsabilità (come ci capita spesso per giustificare la nostra inerzia) ai soliti politici i quali, del resto, sono eletti da noi. Musthayoni è la prova che, invece, si ottengono risultati se non ci abbandoniamo al fatalismo, al paternalismo, all'inevitabile decadenza. Per quanto mi riguarda, posso dire che da questo forum ho ricavato la consapevolezza che vi sono in Sardegna più forze e più volontà, più capacità e più risorse umane di quanto non appare. Quando quelle forze si sono mosse, organizzate, manifestate, anche i "politici" (senza distinzioni) hanno capito che era necessario sostenerle e incoraggiarle. Giuseppe
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 21/11/2009 : 21:16:44
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torniamo a bomba però: certo che il teatro può aumentare la conocenza della lingua sarda, poi Garau per me era un genio!! Le sue commedie non sono mai volgari nè banali; il punto che però, da solo, non può certo rivitalizzare l'uso del sardo; non si può pensare di salvare il sardo senza un operazione di politica culturale che i detrattori diranno "calata dall'alto". Non credo molto alla cultura che ascende dal basso: solitamente ascendono casini e le veline!! Senza un operazione del tipo LSC il sardo sarà sempre il parlare degli incolti e dei poveri e questo ne segnerà la sua condanna. D'altronde credo anche che un teatro sardo non in sardo perda gran parte della sua origianalità.... un bel dilemma...
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 22/11/2009 : 16:46:26
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| robur.q ha scritto:
torniamo a bomba però: certo che il teatro può aumentare la conocenza della lingua sarda, poi Garau per me era un genio!! Le sue commedie non sono mai volgari nè banali; il punto che però, da solo, non può certo rivitalizzare l'uso del sardo; non si può pensare di salvare il sardo senza un operazione di politica culturale che i detrattori diranno "calata dall'alto". Non credo molto alla cultura che ascende dal basso: solitamente ascendono casini e le veline!! Senza un operazione del tipo LSC il sardo sarà sempre il parlare degli incolti e dei poveri e questo ne segnerà la sua condanna.D'altronde credo anche che un teatro sardo non in sardo perda gran parte della sua origianalità.... un bel dilemma...
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Questo intervento merita una attenta considerazione; apre un nuovo discorso del quale il teatro è solo una parte ma non secondaria: ho sottolineato in rosso la frase sulla quale vorrei il parere degli altri partecipanti a questo forum. E' una frase importante che la si approvi o la si disapprovi. Questo non è il settore preferenziale della mia cultura di base, voglio dire che sono soltanto un cultore della materia. Tuttavia credo di poter dire che "dall'alto" non ci vengono né buoni esempi né buone iniziative né molti incoraggiamenti. Direi di più: in questo e in altri campi abbiamo avuto solo cattivi esempi. Abbiamo, invece, in Sardegna, operatori, studiosi, artisti, letterati, che praticano, studiano, diffondono, familiarizzano la lingua sarda. Dal basso. Un esempio per tuti: Paolo Pillonca (scrittore, conferenziere, editore). Consentitemene un altro: Aquilino Cannas. Ricordate la locandina di Musthayoni? Una quota di popolazione la usa ancora in famiglia o tra amici e non si tratta solo di vecchi decrepiti e nostalgici, ma anche giovani, studenti, sportivi, scrittori, poeti, amministratori locali, commercianti, ecc. e poteri continuare. Anche a Cagliari, la città più colonizzata e inquinata linguisticamente parlando. Pregevole per i settori di nicchia dei nuoresi e dei sassaresi. Il teatro (con i buoni autori e i buoni attori) potrebbe favorire e incrementare questa quota di parlanti e scriventi. Si tratta di una quota che esiste e sopravvive solo perché parla la propria "lingua sarda locale". Non solo a Burcei o a Siniscola o a Buddusò o a Ossi o a Siligo, o a Tonara, ecc. ma anche nei centri maggiori e più trafficati da "stranieri". Sono sicuro che torneremo su questo argomento, sempre parlando di teatro. Giuseppe
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Modificato da - Giuseppe in data 22/11/2009 16:51:21 |
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 22/11/2009 : 17:12:16
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Babborcu e Giuseppe, è una bella cosa avere la possibilità di discutere, scambiandosi opinioni ed esperienze; infatti non sempre è possibile o si trovano persone disposte ad ascoltare!
Robur, naturalmente il teatro, visti i tempi che sta attraversando, non può essere l'unico mezzo per salvare il sardo ma può garantirne l'uso e la sopravvivenza, e questo a tutti i livelli, da quello scolastico, a quello dilettantistico, fino al teatro fatto da professionisti. Sono convinto di questo perché mi pare uno dei pochi strumenti che permettono un uso attivo della lingua. Inoltre, trattandosi di un ambito tradizionalmente “nobile”, potrebbe contribuire a conferire un certo lustro, almeno agli occhi di coloro che ancora non si sono accorti che, probabilmente, il sardo un suo lustro ce l'ha già. E questo sarebbe già un notevole passo avanti. Non sono d'accordo quando parli di cultura che ascende dal basso o scende dall'alto; secondo me esiste la Cultura, che venga dall'alto o dal basso, poco importa. Credo che qualsiasi opera che si presenti, a prescindere dalla sua provenienza, abbia solo due possibilità per essere giudicata: o è Cultura o non lo è. La LSC potrebbe avere pure qualche risultato come lingua burocratica ma non si può escludere la possibilità che possa essere sentita come un'entità estranea, calata dall'alto e per questo respinta al mittente. Credo che il teatro sia immedesimazione, emozione, riflessione. Sarebbe possibile tutto questo in un teatro che si dice “sardo” ma che si esprime in una lingua nella quale nessun sardo riuscirebbe a riconoscersi?
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 22/11/2009 : 17:55:14
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Forse per una reazione "sentimentale" immeditata gia vi dico che io non sono assolutamente propenso a utilizzare la LSC ( orribile anche l'abbreviazione) sembra una malattia o una droga .. . come potrei esprimere i miei sentimenti, le mie emozioni in un'arida lingua meccanica? . cosa rappresenta per me questa lingua meccanica? soltanto razionalmente capisco che puo' accomunare, magari poter salvare,,, ma solo razionalmente... la realtà è che il sardo e' diviso in varianti e questo non lo possiamo saltare ora come e' ora... l'incomprensibilità del mio logudorese ( io non scrivo neppure nella mia variante ittirese ,ma nel logudorese "illustre" ,quello dei poeti improvvisatori ) per un gallurese o trexentese sarebbe pari a quella della LSC... dovrebbero sentire la lsc tante e tante volte per capirla. allora non e'meglio chesentano e sentano il logudorese? ( MEDITIAMO SU QUESTO perchè con la lsc facciamo come quelli che vogliono eliminare un tetto di canne nella speranza di farsene uno megagalatico e poi nella csa piove)
credo che lo sforzo per propagare le diverse varianti ( VERE) sia lo stesso di quello richiesto per la lingua artificiale!! ma e' un discorso che dobbiamo vedere,LO SO BENE, alla distanza, nel futuribile.. credo che non sarà la LSC a rendere nobile il teatro agli occhi dei fruitori,,, ma l'uso che se ne farà..se ci si fermerà alle commediole da dopolavoro ( tanto di capello eh!) rimarrà una cosa da dopolavoro, se se ne farà qualcosa di veramente artistico... il livello sarà diverso.. l'interazione fra alto e basso ( non solo l'alto di politici) e' indispensabile .. la lingua deve essere CONDIVISA , altrimenti sarà soltanto una lettera morta.. so bene che presso altre popolazioni.. il greco moerno, l'isdraeliano .ad esempio... una decisione politica ha creato la lingua nazionale... ma la condivisione ed appropiazione di queste lingue ha richiesto tempo. il discorso lingua comunque, ha ragione giuseppe, trascende il teatro..
il teatro non e' solo linguaggio di parole, pero', e' un insieme di cose, gesti, movimenti, espressioni, musiche, colori, coreografie ecc e credo,se il problema e' la comprensibilità, e non e' solo questo, che tutto l'insieme possa comunicare in toto
saro' un" illuminato", ma vi confesso che ho assistito ad una rappresentazione di teatro NO... non ho capito una parola... ho intuito soltanto la trama...eppure mi sono emozionato e ne sono uscito arricchito..
scusate, lo so,sono inorganico nell'esprimermi, ma ci metto il cuore,, ho pensato e scritto nello stesso momento... spero di aver illustrato quel che penso!!
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grixenda
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Inserito il - 22/11/2009 : 19:07:16
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hai ragione Babbò aqnche io la penso come te sulla questione della lingua comune.Secondo me ogni compagnia dovrebbe avere il repertorio in dialetto e magari la stessa commedia tradotta in italiano,in modo da esportare anche la propria identità provinciale(o paesana).Quest'estate per esempio ho conosciuto dei ragazzi oristanesi e mi sono molto divertita a constatare la loro lentezza nel parlare,il modo in cui si giravanno in bocca le parole era bellissimo(abituata come sono a noi galluresi che parliamo a raffica). Mi spiace anche babbò delle tue disavventure teatrali,anche se mi hanno fatto molto ridere...si vede che sai scrivere,coinvolgi le persone.Permettimi però di dirti che se hai permesso che alcuni attori o attrici sindacassero sulle tue scelte hai fatto male:il regista comanda,quello che dice è legge.Io dico sempre una cosa a chi me lo chiede:nel teatro non c'è democrazia.e lo penso sul serio. Voi impermeate le vostre discussioni anche sulla politica,ed io non capisco ancora bene.Giusè,mi potresti spiegare come i politici influiscano sul teatro?Sicuramente riuscirei a vedere più lontano. Per me invece rimane sempre importantissima la questione della formazione di un attore,anche si esibisce per la parrocchia.Ricordiamoci una cosa:RECITARE è UN MESTIERE.NON SI CAVANO LE PIETRE,NON SI SOLLEVANO BLOCCHETTI MA è UN LAVORO.Questo dovrebbero ricordarsi tutti. Ed ora vi lascio con una perla di Stanislvskij: SE IL CORPO NON VIVE L'ANIMA NON CREDE. bellissima anche per la vita non credete?
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Per aspera sic itur ad astra |
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 22/11/2009 : 19:19:56
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grisce', specifico: mai ho consentito che una battuta o una mia indicazione venissero cambiate dalle paturnie degli interpeti.. ma aunte lotte! adesso mi fanno ridere,debbo ammettere1 aoora un po' si ( non mi sfuggiva il grottesco di certe pretese) e un po' no! anzi :una sola volta ho cambiato una frase le motivazioni addotte dall'attrice erano giustissime ...ma si trattava di un inezia.. neppure i registi hanno mai cambiato i miei testi...
eh! le cose che ho raccontato erano vita vissuta e hai capito bene: volevo farvi sorridere..volervo coinvolgervi!! sul mestiere dell'attore non ci piove!!! non basta essere bravi,, ci vuole tecnica ,impegno ecc ecc.
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 22/11/2009 : 20:44:16
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stiamo parlando di teatro e non vorrei finire OT ho scritto recentemente sull'argomento LSC e magari per approfondire forse è meglio che ci si scriva lì: sono sicuro, anzi certo che un teatro in LSC o cose simili oggi sia quantomeno avventato; il teatro deve trasmettere emozioni, ben difficilmente potrebbero essere trasmesse con una lingua che nessuno sente come sua; non sono d'accordo con voi però sul fatto che il teatro può emozionare in qualsiasi lingua; questo può valere per voi che siete attori, autori, appassionati, gente di teatro insomma, ma non per il grosso del pubblico; inoltre non può sfuggire che i dialetti stanno sempre più diventando una modalità di espressione di nicchia, ormai minoritaria; non basta qualche raro esempio in senso contrario: ci sono evidenti ricerche sociologiche sull'argomento (Anna Oppo). L'idea di scrivere ognuno col suo dialetto è romanticamente attraente ma velleitaria; la divisione Logudore-Campidanese (e algherese, carlofortino, sassarese, gallurese ecc.) largamente artificiale, anche se per opere teatrali potrebbe essere un temporaneo ma utile compromesso; un bel dilemma
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 23/11/2009 : 10:46:40
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gia' robur: interazione fra "addetti ai lavori e pubblico"... il pubblico va pian piano " educato" ma e' un lavoro lungo e forse disperato .. in contro tendenza al molto che "diseduca ( tronisti, veline ecc) sarà che scrivo testi particolari, sarà che ho trovato sempre bravi attori e registi, sarà che sono stato sempre fortunato, ma i miei lavori sono "arrivati " sempre !!!! in sardegna, fuori dal logudoro ecc. magari qualcuno del pubblico, presentatosi per vedere la "commedia" e la farsa , all'inizio restava perplesso, ma subito era "calamitato".. ma i miei lavori sono andati bene anche presso continentali, in olanda, in catalogna.. persino nello scei ccato del Dubai.. hanno percepito... ( e' mostruosamente difficile, pero' lo ammetto, essere universali...
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musthayoni
Utente Attivo
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Inserito il - 23/11/2009 : 12:41:02
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.. salve a tutti .. eccomi di nuovo qui. Innanzi tutto ribadisco .. che da noi in paese malgrado le tante difficoltà da voi sottolineate che cmq toccano un po tutti coloro che opeano in questo settore culturale .. si sta facendo di tutto .. per valorizzare le realtà teatrali esistenti .. anche in funzione del fatto da voi accennato che cmq il teatro dialettale resta ancora un veicolo per la salvaguardia del sardo .. seppur nelle sue differenziazioni locali. Da noi le rappresentazioni hanno uno zoccolo duro .. di spettatori .. di almeno 250/300 appassionati .. anche se è vero che talvolta sono più numerosi a seconda dello spettacolo e della compagnia in atto .. e talvolta purtroppo ... anche meno se la pubblicizzazione dell'evento .. non è stata datta in tempi debiti (spesso accade anche questo). Resta cmq il fatto .. che al di là delle rassegne prima citate ... anche in occasione di certe feste paesane ... (vedi ad es. San Sebastiano .. è un appuntamento ormai consolidato che la gente attende) .. o delle manifestazioni natalizie .. si hanno appuntamenti incentrati alle rappresentazioni teatrali in limba .. e non solo. Altro appuntamento .. fisso è il carnevale .. dove le tre compagnie locali .. si riuniscono creando un gruppo unico che da luogo al processo-farsa di Kranevaloni .. con testi scritti da un compositore locale .. che ricalcano cmq un canovaccio tradizionale ormai consolidato nel tempo. Al riguardo .. voglio però sottolineare .. che anche tra i diversi volenterosi che operano nel settore .. spesso e volentieri si aprono crepe sempre più ampie .. correlate all'immissione nei testi .. di parole mutuate dall'italiano .. e su questo purtroppo tutto il mondo è paese .. e per quanto mi riguarda .. non mi stanco mai di rimarcare questo aspetto agli amici che operano nelle compagnie locali ... al fine di usare le parole pertinenti della parlata locale .... Per quanto riguarda la cosiddetta .. LSC .. non so davvero se la stessa potrebbe applicarsi con successo nel teatro in limba .. se però facciamo un'analisi più prettamente correlata .. alla salvaguardia del sardo .. e quindi, delle cosiddette minoranze linguistiche .. vorrei farvi riflettere sul fatto .. che cmq anche i Baschi .. o meglio la lingua Euskera .. anche se è composta da diverse varianti linguistiche consolidatesi nelle varie aree del paese Basco (inclusa la Navarra e Guipuzcoa) .. sono convenuti nella necessità di unire i nuovi dialetti sotto un insieme di norme linguistiche omogenee per rendere possibile l'insegnamento della lingua nelle scuole con l'introduzione del "euskera batua" (basco unificato). Infatti, come ben saprete l'Euskara è una lingua (come quella sarda) con una grandissima varietà dialettale .. e da ciò il passo verso la fondamentale normalizzazione accademica della lingua .. in funzione della valorizazione e salvaguardia della medesima. Detto questo .. solo per creare ulteriori spunti di riflessione al riguardo ... dico che per quanto mi riguarda .. io parlo in sardo .. senza remora o vergogna .. in ogni occasione ... al lavoro .. con gli amici .. in famiglia ecc.. e non ho difficoltà a capire il logudorese ... o certe parlate del nuorese .. fermo restando cmq .. che leggere in sardo agevola la comprensione anche di quelle parlate che restano .. o mi restano più ostiche rispetto ad altre .. per questioni varie. Un'ultima cosa .. visto che Giuseppe ha citato .. Bullegas (Storia del teatro in Sardegna).. a questo punto vi chiedo cosa ne pensate dell'opera del Toschi .. Le origini del teatro italiano ...? .. mi fermo qui!
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 23/11/2009 : 12:55:47
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caro musthayoni hai centrato il problema; l'esempio che fai tu col basco in realtà è uno dei molti esempi per le "lingue meno utilizzate"(così le ha definite l'Unione Europea per non scontentare nessuno, soprattutto la Francia); magari ne parliamo nel tread apposito, sennò i moderatori ci per il teatro però penso che il passo sia assolutamente prematuro, per le caratteristiche stesse del teatro e della sua evoluzione in terra di Sardegna; ora credo che sia più utile usare le varietà utilizzate dalla gente tutti i giorni, un giorno chissà....
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 23/11/2009 : 13:14:31
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robur e musta : d'accordissimo!! sia chiaro io non sono un nemico della LSU ,,anche se non mi piace l'acronimo... ma penso che debba, in pratica, essere assimilata ed 2 accettata2 per il teatro aggiungerebbe, ora come ora, proplemi a quelli gia gravi, di sopravvivenza... non escludo che qualcuno volenteroso possa tradurre nella LSC testi nati nelle varianti... ma bisognerebbe iniziare non su vasta scvala , con esperimenti mirati... anche per pubblicizzare l'esitensa della limba comuna.. teniamo conto che a volte alcune cose danno risultati molto diversi in pratica, da quanto previsto in teoria...
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musthayoni
Utente Attivo
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Inserito il - 23/11/2009 : 15:58:06
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| babborcu ha scritto:
robur e musta : d'accordissimo!! sia chiaro io non sono un nemico della LSU ,,anche se non mi piace l'acronimo... ma penso che debba, in pratica, essere assimilata ed 2 accettata2 per il teatro aggiungerebbe, ora come ora, proplemi a quelli gia gravi, di sopravvivenza... non escludo che qualcuno volenteroso possa tradurre nella LSC testi nati nelle varianti... ma bisognerebbe iniziare non su vasta scvala , con esperimenti mirati... anche per pubblicizzare l'esitensa della limba comuna.. teniamo conto che a volte alcune cose danno risultati molto diversi in pratica, da quanto previsto in teoria...
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.... ... pensa un po che inizialmente avevo pensato ai .. Lavori Socialmente Utili .. meglio conosciuti con la sigla LSU ...
... anche io in linea di massima ritengo che attulamente le parlate locale si attengano meglio a rappresentazioni e testi .. già consolidati. Il problema della lingua unificata .. però rischia sotto certi aspetti di portarci .. OT ... e cmq .. come dite voi il processo non serebbe immediato .. anche perché una codificazione condivisa ha ancora da realizzarsi. In attesa .. ben vengano le rappresentazioni nelle parlate locali ... restando però attenti a salvaguardarne l'originalità .. evitando per quanto possibile l'introdizione di vocaboli .. italiani sardizzati .. che oltre a corrempere i testi .. corrompono anche le parlate .. e il sardo di ciascuno di noi. .. e per finire ripropongo la domanda sotto altra veste ... pensate che il teatro .. il nostro teatro in limba possa avere correlazioni strette .. con antiche tradizioni a sfondo rituale e propiziatorio .. anche connesse alla celebrazione di feste rustiche stagionali .. come ad esempio il carnevale .. e altre ancora?
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 23/11/2009 : 16:05:22
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| robur.q ha scritto:
caro musthayoni hai centrato il problema; l'esempio che fai tu col basco in realtà è uno dei molti esempi per le "lingue meno utilizzate"(così le ha definite l'Unione Europea per non scontentare nessuno, soprattutto la Francia); magari ne parliamo nel tread apposito, sennò i moderatori ci per il teatro però penso che il passo sia assolutamente prematuro, per le caratteristiche stesse del teatro e della sua evoluzione in terra di Sardegna; ora credo che sia più utile usare le varietà utilizzate dalla gente tutti i giorni, un giorno chissà....
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Non avrei mai creduto che un "non teatrante" come me riuscisse a smuovere le acque dei "teatranti" e a portare attorno a un tavolo (un forum) operatori professionali o semi-professionali o dilettanti per discutere con tanta serietà, tanta competenza e tanto impegno. Era inevitabile che dal teatro (specchio e testimone dell'esistenza di un popolo) si passasse ad argomenti più vasti ma non estranei come la lingua e, più in generale, la cultura e l'identità dei sardi. Sulla LCS non aggiungo niente a quanto ho già detto, anzi mi tengo fuori perché riconosco che la materia o la si conosce bene, oppure....è meglio aspettare. E' meglio, soprattutto, quanto ci si addentra nei confronti e nelle similitudini con altre realtà linguistiche e territoriali, confronti che mi paiono più congeniali alle (rispettabilissime!) ideologie politiche degli autonomisti-federalisti-indipendentisti-separatisti. Infatti a me paiono (ma potrei sbagliare e son pronto a riconoscere l'errore) poco pertinenti al teatro e poco sovrapponibili alla Sardegna. Però è bene che se ne parli. Solo qualche modesta osservazione, tuttavia, non posso tacerla. Dal mio punto di vista culturale seguo con grande interesse le iniziative dei biologi (ma non solo dei biologi), in Sardegna, tendenti a salvaguardare, individuare, tutelare, mantenere la biodiversità (animale e vegetale) quale fattore di identità, di sviluppo anche economico, di forza vitale, di caratterizzazione naturale (aggiungerei, anche politica, in senso etnico e sociale). Un'altra osservazione: la "lingua locale" è una lingua vissuta, in crescita, in evoluzione (come è sempre stato per la lingua sarda, dai romani ai bizantini, ai pisano-genovesi, agli spagnoli, ai piemontesi), con una evoluzione/crescita/trasformazione diversa a Cagliari e a Sassari, a Iglesias e a Olbia. Forse (dico forse) solo a Nuoro riesce a mantenersi armoniosa, poetica, forte, efficace, eccitante e commovente attraverso i secoli. [E adesso dite pure che sono faziosamente amico dei nuoresi, perché è la verità ma ho i miei buoni motivi]. Grazie, amici del forum per questa vostra entusiastica adesione sul teatro e sulla lingua, provocata da un non teatrante e non linguista. Giuseppe
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Modificato da - Giuseppe in data 23/11/2009 16:06:29 |
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babborcu
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Inserito il - 23/11/2009 : 20:11:55
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giuse', guarda che gia' dagli anni 70 si e' percorsa la strada dei rituali e dei carnevali ecc, alcuni autori erano consapevoli della potenza espressiva ed evocativa di qusto "teatro atavico" e lo utilizzarono per innovare , un poco incontrapposizione con le commedie e farse di ispirazione continentale, benchè in sardo. . uno di questi lavori credo fosse Carrasegare di ciccitto masala.. e' lui il padre del teatro sardo contemporaneo, scriveva non in nuorese, ma in una forma nobilissima di logudorese (in realtà qualsiasi nuorese lo reciterebbe benissimo con qualche variante fonetica)... io stesso ho proseguito quella strada.. ad esempio con il lavoro Maimone .. ispirato agli antichi riti per scongiurare le siccità .. ma ormai questi lavori sembrano aver perso forza.. certamente perchè nessuno e' stato capace di proseguire innovando ancora ,ma anche perchè molto pubblico ha il cuore ricoperto di grasso e gli occhi offuscati da veline e grandi fratelli... manca tensione.. entusiasmo,animo.. manca negli autori e nei fruitori,,, ma e' un fenomeno che trascende il teatro sardo e ,a dolu mannu, investe tutta la nostra società...
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