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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 19/10/2009 : 11:30:52
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ricevuto andros! fiocchi rossi..erano in genere gli avanzi del costume nuziale.. li si metteva nei canestri ( al centro un cuore) nei materassi e nelle bisacce e sottosella di corredo maschile... la cerimoina si chiamava" a fioccare" ed era una sorta di addio al nubilato della sposa... il corredo nuziale maschile e femminile veniva portato cerimonialmente nella nuova casa degli sposi.. era una sorta di pubblicità dei beni della nuova famiglia e del suo rango,, gli oggetti venivano benedetti e aspersi di fiori e grano da parte delle madri degli sposi ( se donne in lutto assistevano dovevano mettere un fazzoletto non nero, allegrittu) e adornati di pervinche ( fiore nuziale in sardegna) il corteo era aperto da ragazze che portavano: un pane con l'uovo, del sale, una caraffa con acqua di sorgente una gallina infiocchettata ( su fiadu iu) all'ingresso della casa veniva recitata la formula: " bonu che pane, pienu che ou, sabiu chei su sale, nettu chei s'abba" nel corteo seguivano le cose degli sposi poste entro canestri . l'abito nuziale, la biancheria personale e da letto, il complesso dei canestri, bisacce , sacchi ecc, le provviste annuali ( s'incominzu) e a volte i mobili... ultimi un bambino che portava il vaso da notte vuoto, spesso pieno di caramelle( altrimenti non lo portava volentieri) e la sposa che portava la misura per il grano ( sa meazza) e lo sposo il bastone per "rasare" il grano quando lo si misurava ( a rasu e non a columu)( le allusioni sessuali sono ovvie).. tutti ipartecipanti alla processione in antico ( questo anche a Ploaghe) ricevevano dagli sposi in regalo dei nastri di seta o dei galloni dorati o delle strisce di scarlatto,, a seconda delle possibilità economiche e del grado di parentela-- la gallina infiocchettata doveva restare viva almeno per un anno e se, entrata nella casa faceva i bisognini era reputato di buon augurio!!
a villanova monteleone il corteo, simile, veniva aperto , dal cuscino da parto con sopra sa cicchera de sa sogra, una tazza di porcellana contenente grano e stoppa di lino non filata ( augurio di lunga vita, abbondanza e buon governo della casa alla sposina)
corrette e interessanti le cose dette sul comparatico,, aggiiungo che la chiesa lo situa in una giornata con situazione astrale cara al paganesimo ( solstizio d'estate) e che da noi il rapposto sessuale fra compari e comari era considerato un incesto.. tanto era sacro e considerato quasi rapporto di consanguineità-- da noi le ragazze da marito legavano con nastri un tipo di cardo ( sa pubunzula de santu juanne) e alla vigilia della festa ne prelevavano alcuni semi che mettevano sotto la soglia delle case o sotto i sedili di pietra che vi erano all'esteno,, a seconda degli insetti che la mattina vi trovavano traevano gli auspici sul mestiere dei futuri mariti: mosca= macellaio,, insetto detto carabineri = militare, formica nera= zappatore ( che aveva il costume tutto nero) formica rossa = massaio ( che aveva il costume col corpetto rosso) ecc Altra usanza era la veglia di santa lucia che si faceva alla vigilia della festa della santa per scioglire un voto, in genere, per affezioni oculari,, si faceva nelle abitazioni private, vi partecipavano, ad invito, solo donne,soprattutto signorine ( di cui a ittiri s. lucia è patrona) l'ìilluminazione era fornita da sas lampanas.. fatte con bicchieri ricolmi d'olio in cui lo stoppino di cotone o lino galleggiava inserito nel foro di una lastina di sughero,, o di una lametta da barba!
nell'aoocaione si facevano sos orzos o sos piumbos.. in pratica due semi d'orzo col loro rivestrimento venivano "battezzati" col nome di un giovanotto e di una signorina, se immersi in acqua si univano, il fidanzamanto era certo,,, a volte piombo fuso si gettava in acqua e dalle forme che prendeva si trevano previsioni ( questo anche a capodanno)
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musthayoni
Utente Attivo
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Inserito il - 19/10/2009 : 11:56:17
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| Tizi ha scritto:
[quote][red]
Provo a descrivere sa scialla de su procu....in base ai miei ricordi, era una grande festa, il giorno non si andava a scuola.....noi ragazzini eravamo felicissimi.....
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... bel racconto Tizi ... un evento molto simile a quanto avveniva anche nel mio paese .. ma dimmi solitamente in che periodo si ammazzava il maiale da voi?
... festa de Santu Anni ... comparatico correlato .. notte magica della vigilia ... cun fogadonis .. me is bixinaus .. e la gente attorno che lo saltava per diverse credenze e motivazioni ...
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Andros
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 19/10/2009 : 12:27:10
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Ok GM Babborcu, molto, molto interessante...come sempre... Per ciò che riguarda il passaggio dal paganesimo alla chiesa...come affermi anche tu.... | aggiiungo che la chiesa lo situa in una giornata con situazione astrale cara al paganesimo ( solstizio d'estate) |
...ci sono tanti "riti", che la chiesa ha volutamente e furbescamente "ereditato" dal paganesimo. Mi viene in mente "is cumbessias", "su nenniri" e altri riti della Settimana Santa. Secondo te e secondo voi, il rispetto delle date dei riti pagani da parte della chiesa, era solo per creare meno scompiglio possibile, nel passaggio da un culto ad un altro, o che cos'altro?
Per passare a cose più "leggere"...l'interpretazione del piombo fuso caduto nell'acqua...la prima volta che vidi fare questo "rito", fu circa 15 anni fa, per un capodanno, ad opera di una mia amica austriaca. Dolly, questo il suo nome, affermava che era in uso anche li da loro... Andrea
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Andrea L. |
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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 19/10/2009 : 12:37:10
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| Manu ha scritto: Immoi ca eus puntu e mottu su proccu, (grazie Tizi!) pozzu sighit a contai de su santuanni de is froris!
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ahahaha ci voleva tra un racconto e l'altro, sa scialle de su procu.
Molto bello e interessante il tuo racconto....quante cose si imparano in questo post.......ieri pensavo proprio alla cresima e al battesimo....e a tutte quelle usanze che si facevano in queste occasioni ma che purtroppo si sono perdute nel tempo. Gommai e goppai esiste ancora....ma il saluto che un tempo si rivolgevano appunto i goppaisi, non esiste più, la sera: "Ave Maria" e si rispondeva, "Grazia a prea" (non so se si scrive così) ....al mattino mi sembra fosse "Gesu Cristo" e si rispondeva "Osempri".
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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 19/10/2009 : 12:39:53
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| musthayoni ha scritto... bel racconto Tizi ... un evento molto simile a quanto avveniva anche nel mio paese .. ma dimmi solitamente in che periodo si ammazzava il maiale da voi?
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Se non sbaglio si uccideva ai primi di Gennaio....chiederò conferma
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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 19/10/2009 : 12:43:40
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| Andros ha scritto: Babborcu, molto, molto interessante...come sempre... |
Condivido pienamente.....veramente interessante
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Tzinnigas
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 19/10/2009 : 13:11:59
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| Tizi ha scritto:
| Manu ha scritto: Immoi ca eus puntu e mottu su proccu, (grazie Tizi!) pozzu sighit a contai de su santuanni de is froris!
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ahahaha ci voleva tra un racconto e l'altro, sa scialle de su procu.
Molto bello e interessante il tuo racconto....quante cose si imparano in questo post.......ieri pensavo proprio alla cresima e al battesimo....e a tutte quelle usanze che si facevano in queste occasioni ma che purtroppo si sono perdute nel tempo. Gommai e goppai esiste ancora....ma il saluto che un tempo si rivolgevano appunto i goppaisi, non esiste più, la sera: "Ave Maria" e si rispondeva, "Grazia a prea" (non so se si scrive così) ....al mattino mi sembra fosse "Gesu Cristo" e si rispondeva "Osempri".
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Tiziana... al contrario, Ave Maria di mattino....
Ed in chiesa le donne (comari), se entrava un compare, se erano sedute o in ginocchio, si alzavano in piedi al suo passaggio...in segno di rispetto... Ma forse mi viene in mente anche qualche altra cosa, appena avrò un po' di tempo libero proverò a postarlo...
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... Este de moros custa bandera ki furat su coro...(Cordas & Cannas)
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 19/10/2009 : 13:47:10
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andros: l'atteggiamento della chiesa rispetto alle credenze pagane.. che restavano dentro la coscienza popolare e no... e' molto complesso e sfaccettato... in soldoni grossi alcune credenze "innoque" /o "radicate" vengono tollerat o acquisite preche "preesistevano affinchè, come in una sorta di destino" venissero vinte ed acquisite dal cristianesimo o divenissero sombolo cristiani ( il pavone di era diviene simbolo dell'anima e dell'immortalità... l'aquila di giove segno di un evangelista ecc) gli stessi avanzi dei templi cristiani sono rifunzionalizzati nelle cattedrali... perchè segno della vittoria della fede sul paganesimo o perchè nati per segnare tale vittoria... molti templi pagani vengono trasformati in chiese e dedicati a santa maria della vittoria ecc) ma vi è un altro aspetto importante.. le feste cristiane non potevano scollegarsi dall'anno agrario... semina, coltivazione, raccolto.. tanto segnato dal paganesimo..
per motivi meramente economici. dovendo segnare i momenti di lavoro e quelli di festa, atti a "scaricare le tensioni sociali"... pertanto come il grano muore e rinasce... il cristo muore e rinasce per cui il natale e' collocato nel dies natalis solis invictis... la pasqua segna il culmine vegetativo delle messi, il ferragosto la fine del raccolto.. ecc sos piumbos da noi si facevano anche a capodanno,, si usano in altri luoghi extrainsulari e molto in spagna.. tipica della pasqua era la predizione dell'annata..la facevano vecchi esperti gurdando la scapola dell'agnello consumato nel pranzo a seconda della forma, delle lacune e delle bruciature si avevano molte notizie, in base ad un cosice molto complesso..
a Thiesi per il capodanno si preparava un pane speciale , detto cabude, che ha la forma "mimetizzata", credo, dei genitali femminili... il pane era spezzato ritualmente sul capo del primogenito ( oggi nello "scadimento" del rito dell'ultimogenito)
le femmine avevano anche loro un pane a forma di corona, detto affelta, ma lo ricevevano soltanto in dono senza frammentazioni rituali ( la frammentazione era un rito fertilistico e moltiplicatore..da uno..tanti)
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furittu
Salottino
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Inserito il - 19/10/2009 : 17:14:10
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in genere la chiesa non tanto incoraggio le superstizioni quanto le eredito dall,immaginazione popolare o dalle tradizioni del mondo mediterraneo. la fede in oggetti miracolosi talismani amuleti formule speciali era cara sia all,islam che al cristianesimo e ambedue le religioni avevano ricevuto questa fede dall,antichita pagana.antiche forme di culto fallico permangono fino al medioevo ma vengono a poco a poco abolite dalla chiesa.le processioni continuano riti agrari antichissimi le vesti del clero e il titolo papale di pontefix maximus si collega alla roma pagana la chiesa vedendo che nelle campagne i convertiti continuavano a onorare fontane..pozzi...alberi.. e pitre credette piu saggio benedirli a vantaggio del cristianesimo piotosto che infrangere troppo duramente quelle consettudini sentimentali....cosi a plouaret un dolmen fu consacrato a capella dei 7 santi e il culto della quercia fu neutralizzato con l,appendere agli alberi immagini di santi cristiani....feste pagane care al popolo o necessarie in quanto catartiche concessioni sulla morale riapparvero come feste cristiane e alcuni riti agrari pagani passarono trasformati nella liturgia cristiana...nel solstizio d,estate la vigilia di san giovanni il popolo continuo a accendere fuochi e la celebrazione della risurrezione di cristo prese il nome pagano di eostre l,antica dea teutonica della primavera ..il calendario dei santi cristiani sostitui i ...fasti romani... e le antiche divinita care al popolo rivissero sotto i nomi di santi cristiani...un esempio la dea victoria delle basse alpi divenne santa vittoria ...e castore e polluce rinacquero coi nomi deiss. cosma e damiano...........tuttora oggi tutto cio che fa la chiesa e collegato ai riti pagani e solo cambiato il nome
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Tzinnigas
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 19/10/2009 : 21:47:53
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Per organizzare i festeggiamenti del Santo Patrono, “Is oberaius”, del comitato, fanno la questua passando di casa in casa per racimolare un po’ di soldi…Una volta non era così… Quando il paese viveva soprattutto di agricoltura e si arava con i buoi, e si mieteva a mano…e giravano pochi soldi, c’erano altre usanze. La mietitura richiedeva molte braccia e poteva durare anche un mese… Dietro ai mietitori c’erano sempre le spigolatrici… Ne ricordo molte che durante il lavoro cantavano “tra la lera”, spesso con parole inventate da loro e a volte anche un po’ colorite… Noi mietitori ( anch’io lo ero malgrado la giovane età) preparavamo i manipoli “mannugus” stendendoli per terra, e raggiunto il numero di nove si procedeva a “ liai” (legare) “sa maiga” (il covone)… A fine giornata era bello vedere tutti quei covoni…Terminata la mietitura il datore di lavoro organizzava una gran festa, un cenone coi fiocchi dove non mancavano mai “is cruguxionis”. Erano invitati tutti i mietitori che avevano partecipato all’opera… e si finiva sempre cantando, giocando alla morra e a volte anche un po’ su di giri… I covoni venivano trasportati nell’aia con il carro dei buoi, e nello spazio assegnato dal guardiano de “s’axroba”, venivano accatastati perfettamente allineati in attesa del passaggio della trebbia. Ogni giorno, durante il periodo della trebbiatura, alcuni dei componenti del Comitato si aggiravano per l’aia chiedendo grano per “ su Santu”… Il grano veniva portato al monte granatico e venduto… Col ricavato veniva pagata la Messa, la processione, il predicatore, su sonadori e is cantadoris. ( allora in piazza ancora non si ballava il liscio e giravano pochi gruppi musicali).
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Andros
Salottino
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Inserito il - 19/10/2009 : 22:57:11
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Questa discussione sembra prendere una buona consistenza di qualità... Babborcu e Furittu, grazie per aver risposto ad un mio quesito...avete anche dei libri al riguardo da potermi segnalare? Tzinnigas, grazie anche a te per aver contribuito... un'altra finestra aperta sul passato!!! Compaesano di Tizi? Io, non avendo avuto esperienze dirette...mi rifaccio alle "mie" cose lette...(rarie) e voglio riportarvi un rito alquanto interessante e singolare...
Riconciliazione tra famiglie Ancora in Gallura, nella eventualità che i familiari di una persona uccisa perdonassero l’omicida, l’atto di pace veniva effettuato in campagna, attraverso un rito che stimo proficuo – perché poco conosciuto – riportare. Convenivano in località campestre uomini, donne, fanciulli di entrambe le parti: i primi, tutti armati. Un sacerdote si infrapponeva fra gli offensori, alla sua sinistra e gli offesi, alla sua destra. Sollevava un crocefisso: si deponevano le armi, si levavano le berrette e tutti contemporaneamente avanzavano e si avvicinavano. Il sacerdote saliva sopra un sasso e pronunciava un sermone esortante la pace. Discendeva, ripigliava la croce e chiamava a se gli offensori. Da notare che nel periodo precedente, quando cioè gli offensori e gli offesi si appressavano tra di loro, questi ultimi frmevano ed esclamavano parole d’ira e strida di dolore. Ma tutto si rischiarava, quando quelli chiedevan loro il perdono. A passo lento, quasi vergognosi di se stessi, pallidi, gli offensori si avvicinavano verso la persona principalmente offesa: questa, lanciato un cupo gemito, apriva le braccia e pronunciando “Dio ti perdoni”, suggellava la pace con un bacio. Le donne piangevano consolate e davano grazie al Signore, e anche quelle che più direttamente eran legate al morto, desolate, non imprecavano, ma invocavan il loro caro e, persistendo nel gemetre, si traevan verso la macchia o all’ombra degli alberi e dopo breve tempo raggiungevano le loro dimore. Tutti gli altri partecipavano ad un lauto banchetto, durante il quale partivano pistolettate e fucilate, e, alla fine, si cantava e si ballava. La pace così determinata soleva essere perpetua. La danza – ultima scena orgiastica di un dramma le cui radici sono addentellate verosimilmente a periodo precristiano – era denominato “ballu di lu sangu”, danza del sangue.
Andrea
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Modificato da - Andros in data 19/10/2009 22:58:25 |
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Andrea L. |
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 20/10/2009 : 10:04:51
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andros: [:I ricevuto e risposto l'argomento del "sincretismo religioso" viene ripreso in molti saggi... cerca su internet studi di Mario atzori e di maria margherita satta,, ad esempio e poi, faccio cicero pro domo sua.. andros: aspetta fra qualche mese che esca il libro di fotografie Giovanni Porcu sulle feste di primavera.. li c'è una mia introduzione ,che tratta l'argomento calata sulla realtà delle feste sarde in trasformazione.. dovrebbe usire anche prima... da noi le feste religiose erano molte.. ogni categoria sociale o di mestiere aveva un santo patrono e ne curava i festeggiamenti: san narciso: i massai, san pietro e san pasquale : i pastori, san giovanni: gli zappatori: la madonna di mezzagosto: le dame, San Maurizio capimastri edili, san sebastiano artigiani queli icalzolai, madonna della salute, carrettieri ed oggi autotrasportatori, santa lucia: signorine, sant'antonio : gli scapoli ecc. si faceva la questua: un tempo anche in derrate poi in danaro.. gli obrieri sono due Il nuovo e l'uscente e sfilano in processione accanto alla statua del santo,, le porte delle loro case, come la chiesa sede del santo, sono incorniciate di alloro,, la processione si ferma presso le loro case, dove viene allestito un altarino per la benedizione ( ricordo i pianti di commozione delle donne della casa) .. Alcuni santi prima della festa vengono vestiti.. hanno un corredo di abiti ed accessori che si rinnovano di anno in anno a cura degli obrieri.. poche donne avevano il diritto di vestire le statue e se lo tramandavano in famiglia.. la sera prima della festa si faceva la veglia dentro i santuari campestri ( su izzadolzu) vi partecipavano soprattutto donne e bambini alla luce di candele... era la sede per raccontare favole, contos e anche cose un po' "sollacciate" ..io vi ho partecipato e l'atmosfera che vi si respirava era "magica" indescrivibile... il ballo avveniva fuori del santuario , sul sagrato.. ma quando non vi erano funzioni religiose.. quando non vi erano suonatori o cantadores si ballava a toccu san cosma e damiano a giave era aspettato dagli abitanti dei paesi intermedi perche' le donne , portate alle groppe da mariti, babbi o fidanzati, indossavano i loro abiti più splendidi ed era uno spettaccolo, anche per i sasaresi..
gli ittiresi erano preannuciati dal suono argentino delle bottoniere delle donne,, si faceva silenzio.. gli spettatori maschi diventavano ancora più curiosi.. le giovani donnedi ittiri erano note per la loro bellezza.. ( cosi' per osilo)
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Tzinnigas
Salottino
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Inserito il - 20/10/2009 : 10:53:45
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Qualcuno si ricorda delle “Rogazioni”? Quelle processioni che si facevano nelle campagne, al mattino presto? Io le ricordo vagamente; erano preghiere di suppliche, accompagnate dalla recita delle litanie dei santi, che si facevano per propiziare il raccolto e la salute delle piante e degli animali. Le preghiere erano in latino, ma ho sentito anche qualche vecchietta che faceva la traduzione istantanea: …desideria erigas, te rogamus, audi nos. = disigiu a is origas , arrogadasa e giadas a nosu!
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musthayoni
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Inserito il - 20/10/2009 : 13:11:58
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| Andros ha scritto:
Babborcu e Furittu, grazie per aver risposto ad un mio quesito...avete anche dei libri al riguardo da potermi segnalare?
Andrea
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.. oltre a M. Atzori e M.M. Satta segnalati da .. babbai .. io ti consiglio anche D. Turchi .. A. Cattabaiani .. M. Eliade ..e lo stesso A.M. Cirese
.. quanto al mito correlato al dio che .. muore e risorge .. come la vegetazione .. di cui Dioniso è l'emblema palese .. (ma anche Dumuzi .. Tammuz .. Attis .. Osiris .. Adone .. Telipinu ..etc .. ) bisogna sottolineare che queste credenze esistevano molto tempo prima dell'avvento .. di Cristo ... e che da questi miti il cristianesimo ha attinto non poco .. soprattutto in relazione ai cosiddetti .. misteri dionisiaci .. .. se poi pensiamo al culto mariano ... Iside .. docet ..
.. babbai .. da noi la festa di San Sebastiano .. era organizzata dai pastori ... e a lui si invocano per proteggere le bestie dai mali e dalle pestilenze ... i riti attorno al fuoco .. erano cmq correlati a quelle forme di sincretismo che affondano le loro radici in riti ancora più antichi di cui si è cercato di far perdere la memoria ...
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 20/10/2009 : 13:28:39
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pensiamo all'uccisione del primogenito ( sacrificio) che talora facevano i fenicio.punici...e che spesso nella bibbia ( gli ebrei erano i" cugini "dei fenic) viene chiesto da dia come prova di feldeltà-- uno fra tutti il sacrificio di isacco... ebbe' non suona simile a quello del dio che sacrifica il figlio per lavare i peccati del mondo? anche il mito del salvatore partorito da una vergine e' precristiano... 4 ma stiamo un po' deviando,, torniamo ai rituali--- da bambini facevamo un gioco.. che era l'esito di un rituale.. si faceva d'estate in periodi di siccità.. si andava presso una sorgente e si tagliavano canne palustri e i rami di una pianta, chiamata lansan, arbusti con fiorellini gialli di cui non so il nome italiano.. si componeva una croce, legando sempre con fili tratti da foglie verdi , con le canne e poi gli si dava forma quasi umana aggiungendo i rami fioriti e legando sempre con fili di foglie verdi.. trte bambini portavano la croce- bambola in orizzontale.. la bambola si chiamava sa poppia de mannaghe.. la si portava per le case e le massaie, con la mano sinistra vi versavano sopra un bicchiere o un mestolo d'acqua.. si credeva che facesse scoppiare temporali... esisteva un'altra versione in cui si aggiungevano immaginette e si chimava sa rughe de santu jolzi ( san giorgio) ( giorgio il generatore) alcuni bambini seguivano con canne in cui si mettevano ciuggi di lanam, stoppa, fiori e immaginette... la croce era anch'essa bagnata alle fontane e corgenti..
il canto era a gosos : santu jorzi cavaglieri dadennos abba e laore chi bos fatto una cogone ( pane con miele) manna cantu unu tazzeri.. ciau..
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