Forum Sardegna - Riti caduti in disuso
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Nota Bene: L'unico capo del costume sardo confezionato con seta non importata dal continente e' la benda della veste femminile di gala di Orgosolo, detta " su lionzu".
Ancor oggi alcune donne si dedicano all'allevamento del baco da seta , che appartiene ad una varietà speciale, detta "Orgosolo" , i fili vengono tinti in trama con lo zafferano, che conferisce un bellissimo colore giallo ocra al caratteristico indumento.



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Autore Discussione
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Andros
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 15/10/2009 : 23:15:56  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Andros Invia a Andros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Erano sicuramente frequenti le opportunità per far festa in Sardegna. Oltre a quelle comuni per onorare le ricorrenze religiose, c’erano quelle istituite in concomitanza con le significative fasi della vita individuale e collettiva.
L'intenzione di questo post è quello di far riemergere quei particolari riti caduti ormai in disuso. Ringrazio sin d'ora quanti vorranno intervenire e segnalare tali cerimoniali dimenticati, attraverso testimonianze letterarie e\o orali.
Comincio io col segnalarvi quanto affermato dal Della Marmora a proposito del "Graminatorgiu".

“Graminatorgiu”
Quando in Gallura termina la tosatura e si deve cardare la lana si invitano i parenti, gli amici e i vicini per fare il lavoro in comune.
Donne e ragazze vi partecipano numerose, spesso in ricchi costumi, e si siedono in circolo per lavorare mentre gli uomini se ne stanno insieme girovagando intorno a loro. Durante il lavoro, che dura parecchie ore, si cantano in continuazione delle strofe accompagnate dal suono di una chitarra dalle corde metalliche.
A volte le strofe sono improvvisate in un dialogo rimato fra uomini e donne, che prende avvio da un fiore offerto e spesso rifiutato, da una dichiarazione o da motivi simili.
Questo passatempo che coinvolge tutte le persone presenti, rende meno noioso il lavoro delle mani che da fattore principale nell’incontro finisce col diventare secondario. E quando non c’è più lana da cardare, si rompe il cerchio e si balla per ore intere. Questa riunione si chiama graminatorgiu, parola derivata dal verbo sardo graminare (cardare).


Un saluto, Andrea








Modificato da - Andros in Data 15/10/2009 23:17:14

 Firma di Andros 
Andrea L.

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Quarto Josso  ~  Messaggi: 645  ~  Membro dal: 26/03/2008  ~  Ultima visita: 15/01/2017

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Andros
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 16/10/2009 : 08:20:25  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Andros Invia a Andros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Altro rito dimenticato...

ll comparatico di San Giovanni.
Oltre al comparatico per il battesimo o la cresima vi è quello di San Giovanni…il legame dura solo per un anno…ed è ritenuto importante e rispettato. Due persone di sesso diverso si scelgono reciprocamente come “compare e comare di San Giovanni”…Alla fine del mese di maggio la futura comare prende un grande ritaglio di sughero e lo curva per farne un vaso in cui, dopo averlo riempito di terra, semina un buon pizzico di grano. Annaffiando regolarmente la terra…dopo una ventina di giorni si vede un bel ciuffo d’erba chiamato erme o nènniri…Il giorno di San Giovanni il compare e la comare prendono questo vaso e, accompagnati da molte altre persone s’incamminano verso la chiesetta dei dintorni dove uno dei due getta il vaso contro la porta. A questo punto viene fatta una frittata con l’ erba e infine, mettendo le mani su quelle del vicino o della vicina, ciascuno dei due ripete più volte ad alta voce “compare e comare di San Giovanni”. La festa finisce con un ballo di molte ore…


Tratto da "Voyage en Sardaigne" di Della Marmora









Modificato da - Andros in data 16/10/2009 08:21:47

  Firma di Andros 
Andrea L.

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Quarto Josso  ~  Messaggi: 645  ~  Membro dal: 26/03/2008  ~  Ultima visita: 15/01/2017 Torna all'inizio della Pagina

musthayoni

Utente Attivo


Inserito il - 16/10/2009 : 19:25:06  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di musthayoni Invia a musthayoni un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Messaggio di Andros

Erano sicuramente frequenti le opportunità per far festa in Sardegna. Oltre a quelle comuni per onorare le ricorrenze religiose, c’erano quelle istituite in concomitanza con le significative fasi della vita individuale e collettiva.
L'intenzione di questo post è quello di far riemergere quei particolari riti caduti ormai in disuso. Ringrazio sin d'ora quanti vorranno intervenire e segnalare tali cerimoniali dimenticati, attraverso testimonianze letterarie e\o orali.
Comincio io col segnalarvi quanto affermato dal Della Marmora a proposito del "Graminatorgiu".

“Graminatorgiu”
Quando in Gallura termina la tosatura e si deve cardare la lana si invitano i parenti, gli amici e i vicini per fare il lavoro in comune.
Donne e ragazze vi partecipano numerose, spesso in ricchi costumi, e si siedono in circolo per lavorare mentre gli uomini se ne stanno insieme girovagando intorno a loro. Durante il lavoro, che dura parecchie ore, si cantano in continuazione delle strofe accompagnate dal suono di una chitarra dalle corde metalliche.
A volte le strofe sono improvvisate in un dialogo rimato fra uomini e donne, che prende avvio da un fiore offerto e spesso rifiutato, da una dichiarazione o da motivi simili.
Questo passatempo che coinvolge tutte le persone presenti, rende meno noioso il lavoro delle mani che da fattore principale nell’incontro finisce col diventare secondario. E quando non c’è più lana da cardare, si rompe il cerchio e si balla per ore intere. Questa riunione si chiama graminatorgiu, parola derivata dal verbo sardo graminare (cardare).


Un saluto, Andrea



.. ciao Andros .. proprio l'altro giorno riguardavo alcune foto metà anni trenta .. che immortalavano il momento della tosatura in paese ... naturalemnte durante il lavoro c'erano anche momenti di pausa .. discantzu .. dal lavoro con tanto di ballo sardo di contorno .. ho chiesto le foto al proprietario .. per poterle scnnerizzare ex-novo .. visto che quelle in mio posesso .. me le hanno passate davvero in miniatura .. (ta lastima)








 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Campidano di Cagliari  ~  Messaggi: 927  ~  Membro dal: 25/08/2009  ~  Ultima visita: 19/09/2013 Torna all'inizio della Pagina

Andros
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 16/10/2009 : 20:25:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Andros Invia a Andros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Come sarebbe bello se riuscissi a condividerle...
Ciao, Andrea









  Firma di Andros 
Andrea L.

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Quarto Josso  ~  Messaggi: 645  ~  Membro dal: 26/03/2008  ~  Ultima visita: 15/01/2017 Torna all'inizio della Pagina

Tizi
Salottino
Utente Virtuoso



Inserito il - 17/10/2009 : 16:24:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tizi Invia a Tizi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Bellissima discussione Andros....adoro sentire raccontare di tradizioni e riti del tempo che fu.....
E' proprio così erano tantissime le occasioni per fare feste, condividere tutti insieme il duro lavoro ma trovare sempre i momenti per il ballo, il canto o la poesia.
Ricordo sa scialla de su procu, quando si uccideva il maiale..... sa binnenna (la vendemmia).....la tosatura delle pecore.....tutte occasioni per stare insieme.....si invitavano i parenti e amici, prima tutti a lavoro, poi il pranzo e infine con chitarra in mano si cantava....che bello.

Forse questi che ho citato sono ancora in uso.

Chiederò ai miei genitori se ricordano qualche rito che si faceva un tempo ma che adesso, purtroppo, non si fa più......

Continua a postare, è davvero bello leggerti, riti di cui non avevo mai sentito parlare......
(a parte la cardatura della lana, ne hanno parlato nella discussione aperta da me "nome di fiori in lingua sarda")









  Firma di Tizi 

Panorama

Villa Sant' Antonio (Or)

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Oristano  ~ Città: Villa S. Antonio/Orbassano  ~  Messaggi: 4943  ~  Membro dal: 10/09/2008  ~  Ultima visita: 01/06/2020 Torna all'inizio della Pagina

manu79

Utente Medio


Inserito il - 18/10/2009 : 02:16:48  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di manu79 Invia a manu79 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Bravo Andros! Complimenti, hai scelto proprio un bel tema da trattare come nuova discussione! Hai una preferenza per i riti legati alle feste, o ti riferisci ai riti in generale (riti funebri, superstizioni, religiosi etc)? Se ti riferisci ai riti del passato in generale, mi sa che sono proprio tantiiiiiiiiiiiii............

Allora, non nascondo che non sò assolutamente nulla del "graminatorgiu gallurese" ho capito soltanto che corrisponde alla fase di cardatura della lana, detta in campidanese "scrami(n)ai sa lana". Sinceramente, a tal proposito mi associo a quanto dice Tizi, cioè al fatto che i sardi amavano rendere speciali tante occasioni di lavoro sapendole trasformare da semplici occasioni di fatica ad occasioni di festa. Insomma i sardi sono un popolo festaiolo, che ama la convivialità, la musica, il ballo, la poesia ed il canto che sono strettamente connessi tra loro: il canto è sempre poesia! Anzi, direi che quest'ultimo aspetto, prevale nella vita dei sardi, più di tutti gli altri già citati. Non c'è, o meglio non c'era per noi sardi alcuna occasione che non fosse accompagnata dal canto: si cantava durante il lavoro, sia domestico che extradomestico, si cantava nelle manifestazioni di fede, si cantava per chiedere, per dare o per ringraziare, si cantava...... anche davanti alla tristezza della morte. A proposito del canto, mi viene in mente la frase di un libro, dove riferendosi in quel caso al canto in sardo come accompagnamento di funzioni religiose (il rosario cantato) si dice: .......Era il fasto propriamente nostro, della folla che canta e cammina, e cammina cantando senza altra apparente
attenzione che l'atteggiamento dell'animo, PROPRIO DEI SARDI E DEGLI UCCELLI, di cantare ascoltandosi e beandosi del proprio canto........... Forse l'autore esagera un pò, ma a me che son sardo e piace cantare questa similitudine dall'apparenza forse un poco ridicola piace tantissimo.........
Nel graminatorgiu quindi, così come viene descritto , non vedo una ritualità particolarmente diversa da quella presente nelle occasioni citate da Tizi: vendemmia, uccisione del maiale, conclusione di lavori edili, raccolta delle olive, "s'incungia" al termine della mietitura,etc in tutti questi ed altri casi si concludeva con un pranzo offerto e condiviso con tutti i presenti, ed al termine, canti ed in passato spesso e volentieri balli! I presenti sono sempre parenti e amici, perche la compagnia lenisce la fatica del lavoro, ed oltre tutto quando il lavoro da soli rischierebbe di divenire troppo lungo o di difficcile svolgimento, si riccorreva a "is aggiudus torraus",lo scambio vicendevole e gratuito della propria prestazione d'opera.

Il discorso invece del comparatico di San Giovanni detto "Su Santu'Anni'e froris", mi pare rientri maggiormente nel concetto di "rito" o "rituale" inteso come "ogni atto, o insieme di atti, che viene eseguito secondo norme codificate". Se vi è gradito, successivamete vi posso dare la descrizione del comparatico di San Giovanni, come è stata tramandata dagli anziani di Elmas, in quanto diversa dalla descrizione riportata da Andrea.

Andrea, c'è mancato poco affinchè ci conoscessimo dal vivo, mi avrebbe fatto molto piacere! Ci saranno comunque e sicuramente altre occasioni! A presto! Ciao a tutti!








  Firma di manu79 
emanuele mudu

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: elmas  ~  Messaggi: 229  ~  Membro dal: 29/09/2009  ~  Ultima visita: 10/11/2021 Torna all'inizio della Pagina

Andros
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 18/10/2009 : 11:00:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Andros Invia a Andros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tizi ha scritto:

Bellissima discussione Andros....adoro sentire raccontare di tradizioni e riti del tempo che fu.....
E' proprio così erano tantissime le occasioni per fare feste, condividere tutti insieme il duro lavoro ma trovare sempre i momenti per il ballo, il canto o la poesia.
Ricordo sa scialla de su procu, quando si uccideva il maiale..... sa binnenna (la vendemmia).....la tosatura delle pecore.....tutte occasioni per stare insieme.....si invitavano i parenti e amici, prima tutti a lavoro, poi il pranzo e infine con chitarra in mano si cantava....che bello.

Forse questi che ho citato sono ancora in uso.

Chiederò ai miei genitori se ricordano qualche rito che si faceva un tempo ma che adesso, purtroppo, non si fa più......

Continua a postare, è davvero bello leggerti, riti di cui non avevo mai sentito parlare......
(a parte la cardatura della lana, ne hanno parlato nella discussione aperta da me "nome di fiori in lingua sarda")



Carissima, era proprio come tu dici a proposito delle tante occasioni di festa dei sardi ed è attestato da tantissimi libri del 1700 e 1800... qualcuno afffermava, pure, che la vita dei sardi ruotava tutta intorno alla festa...ricordi ciò che avevo scritto in un altro post? preparazione e attesa festa - svolgimento rito - ricordo della festa passata..

Credo sia importante che tu descriva le occasioni di festa che hai conosciuto e che tuo padre sarà capace di regalarti... e senza scartare nulla...

Aspetto i tuoi prossimi post (come sempre frizzanti e pieni di vita) e ti saluto...

Andrea









  Firma di Andros 
Andrea L.

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Quarto Josso  ~  Messaggi: 645  ~  Membro dal: 26/03/2008  ~  Ultima visita: 15/01/2017 Torna all'inizio della Pagina

Andros
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 18/10/2009 : 11:15:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Andros Invia a Andros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
manu79 ha scritto:

Bravo Andros! Complimenti, hai scelto proprio un bel tema da trattare come nuova discussione! Hai una preferenza per i riti legati alle feste, o ti riferisci ai riti in generale (riti funebri, superstizioni, religiosi etc)? Se ti riferisci ai riti del passato in generale, mi sa che sono proprio tantiiiiiiiiiiiii............

Allora, non nascondo che non sò assolutamente nulla del "graminatorgiu gallurese" ho capito soltanto che corrisponde alla fase di cardatura della lana, detta in campidanese "scrami(n)ai sa lana". Sinceramente, a tal proposito mi associo a quanto dice Tizi, cioè al fatto che i sardi amavano rendere speciali tante occasioni di lavoro sapendole trasformare da semplici occasioni di fatica ad occasioni di festa. Insomma i sardi sono un popolo festaiolo, che ama la convivialità, la musica, il ballo, la poesia ed il canto che sono strettamente connessi tra loro: il canto è sempre poesia! Anzi, direi che quest'ultimo aspetto, prevale nella vita dei sardi, più di tutti gli altri già citati. Non c'è, o meglio non c'era per noi sardi alcuna occasione che non fosse accompagnata dal canto: si cantava durante il lavoro, sia domestico che extradomestico, si cantava nelle manifestazioni di fede, si cantava per chiedere, per dare o per ringraziare, si cantava...... anche davanti alla tristezza della morte. A proposito del canto, mi viene in mente la frase di un libro, dove riferendosi in quel caso al canto in sardo come accompagnamento di funzioni religiose (il rosario cantato) si dice: .......Era il fasto propriamente nostro, della folla che canta e cammina, e cammina cantando senza altra apparente
attenzione che l'atteggiamento dell'animo, PROPRIO DEI SARDI E DEGLI UCCELLI, di cantare ascoltandosi e beandosi del proprio canto........... Forse l'autore esagera un pò, ma a me che son sardo e piace cantare questa similitudine dall'apparenza forse un poco ridicola piace tantissimo.........
Nel graminatorgiu quindi, così come viene descritto , non vedo una ritualità particolarmente diversa da quella presente nelle occasioni citate da Tizi: vendemmia, uccisione del maiale, conclusione di lavori edili, raccolta delle olive, "s'incungia" al termine della mietitura,etc in tutti questi ed altri casi si concludeva con un pranzo offerto e condiviso con tutti i presenti, ed al termine, canti ed in passato spesso e volentieri balli! I presenti sono sempre parenti e amici, perche la compagnia lenisce la fatica del lavoro, ed oltre tutto quando il lavoro da soli rischierebbe di divenire troppo lungo o di difficcile svolgimento, si riccorreva a "is aggiudus torraus",lo scambio vicendevole e gratuito della propria prestazione d'opera.

Il discorso invece del comparatico di San Giovanni detto "Su Santu'Anni'e froris", mi pare rientri maggiormente nel concetto di "rito" o "rituale" inteso come "ogni atto, o insieme di atti, che viene eseguito secondo norme codificate". Se vi è gradito, successivamete vi posso dare la descrizione del comparatico di San Giovanni, come è stata tramandata dagli anziani di Elmas, in quanto diversa dalla descrizione riportata da Andrea.

Andrea, c'è mancato poco affinchè ci conoscessimo dal vivo, mi avrebbe fatto molto piacere! Ci saranno comunque e sicuramente altre occasioni! A presto! Ciao a tutti!


...e bravo il nostro Manu...sei sempre acuto e il discorso che fai sul canto in Sardegna è molto valido e ben si accosta al post in essere...

certo, puoi postare riti legati alle feste e no...tutti quelli che ti vengono in mente, che sono spariti ma di cui è rimasta traccia sui libri o nella memoria di qualcuno dei nostri "nonni".

A...che peccato per ieri..., non mancheranno sicuramente le occasioni..tu che dici?
Andrea









  Firma di Andros 
Andrea L.

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Quarto Josso  ~  Messaggi: 645  ~  Membro dal: 26/03/2008  ~  Ultima visita: 15/01/2017 Torna all'inizio della Pagina

babborcu
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 18/10/2009 : 15:34:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di babborcu Invia a babborcu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
per il graminatoggiu--- vedete in nomi dei fiori in sardo...
credo,che in gallura la festa diventasse particolarmente solenne quando si sfioccava ( cardare e' un'altra cosa ) la lana per il materasso nuziale...
a ittiri il lavaggio della lana per tale materasso e la confesione de l materasso dava luogo a due feste .. l'ultima tutta femminile.. meno "medioevali2 certo della cerimonia gallurese.. il materasso in quanto deputato a sostenere il sonno( simile alla morte e collegato al misterioso mondo dei sogni) gli atti della riproduzione, la nascita le malattie e la morte era oggetto"delicato"-- e pertanto circondato di particolari cure... a ittiri veniva ornato di fiocchetti di scarlatto atti a scacciare il malocchio e sistemato sul letto nel corso di una piccolacerimonia affidata a donne" sicure" ( che non facessero malefici) in genere una signoria di buona fama , una signorina idem fidanzata ed una sposata con prole di entrambi i sessi,,

ciao: Andros .. ti ho mandato vari messaggi.. senza









 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 4364  ~  Membro dal: 18/02/2008  ~  Ultima visita: 28/05/2012 Torna all'inizio della Pagina

manu79

Utente Medio


Inserito il - 18/10/2009 : 18:56:57  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di manu79 Invia a manu79 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Allora, il comparatico in sardegna assumeva una connottazione di particolare rilievo, nei rapporti interpersonali. In occasione di battesimi e cresime dei propri figli si cercava di scegliere le persone più appropriate per assolvere questo compito. Lo scopo di tali figure, esulava spesso e volentieri quello proprio della loro funzione: far da testimoni all'iniziazione o alla confermazione cristiana. Si stringeva un rapporto simile alla parentela genealogica con delle persone slegate da vincoli di sangue. La scelta non era casuale, ma ben ponderata e talvolta sottointesamente interessosa........ in quanto in mancanza dei genitori i padrini avrebbero dovuto svolgere alcune funzioni strettamente "genitoriali". La scelta ricadeva solitamente su persone in vista: i nobili locali, i prinzipales, coppie senza figli. Capitava infatti che, "i diddini" come si chiamano in campidanese i padrini di battesimo essendo senza prole, scegliessero un figlioccio prediletto da crescere come "fill'e anima" garantendosi un sostegno per la vecchiaia e contraccambiando con il lascito delle proprie sostanze. I padrini di cresima invece, se scelti "di un certo rango", potevano essere utili per l'inserimento nel mondo del lavoro, per risolvere difficoltà burocratiche etc. Riporto quanto ho letto in un vecchio libro: ....... Per antica consuetudine, l'invito per il comparatico va rivolto ai notabili del luogo: marito e moglie, padre e figlia, sorella e fratello o fidanzati...... mentre è esclusa la scelta di persone del medesimo ceto dei genitori del neonato, da cui il detto fra le donne sarde:"No ia passai is doloris po nai goppai a unu commenti a mei" ossia "non soffrirei le doglie per chiamare compare un mio pari". Il comparatico, detto anche il San Giovanni "su Sant'Uanni", è sacro, quindi degno di rispetto divino e, in ossequio al santo, occorre che i padrini rappresentino la superiorità su tutto: ceto, finanze, signorilità. ....... Intendiamoci, non è che tutti fossero così prevenuti nella scelta..... ma quasi tutti......
Il rapporto di rispetto era talmente elevato che il saluto tra goppais e gommais prevvedeva delle formalità ed un galateo superiore a quello per esempio tra parenti stessi.
Il legame che nasceva in queste occasioni era detto appunto "su Santuanni" e ci si chiamava con il titolo di goppais e gommais seguito dal nome, dandosi del lei in seguito alla contrazione del vincolo, anche se in precedenza per ragioni di stretta parentela o coetaneità, ci si dava del tu..

Tuttavia, si sentiva evvidentemente la neccessità di stringere dei rapporti più forti della semplice amicizia anche al di fuori del contesto religioso e non vincolati da eventuali secondi fini. Si riccorreva quindi a "Su santuanni de froris" ossia al comparartico dei fiori, divenendo appunto goppais e soprattutto "gommais de froris"in occasione della festività di San Giovanni Battista.
La scelta di questa festività non è casuale: San Giovanni detto il battista (battezzatore) è colui che battezza Gesù nelle acque del fiume Giordano. Si riccorre quindi al santo che introduce nella cristianità il rito del battesimo, esercitato però in maniera incompleta: solo con l'acqua e non con lo Spirito. La ritualità, la dice molto lunga sopratutto per l'utilizzo dell'acqua, elemento naturale.......
Allo stesso modo nel comparatico "de froris", c'è lo stesso rispetto "sacro" del comune Santuanni anche se manca l'origine religiosa del legame, un pò come dire c'è l'acqua (e nell'usanza masese c'è veramente) ma manca lo spirito, o almeno e diverso da quello del battesimo e cresima ........ Poi continuerò!








  Firma di manu79 
emanuele mudu

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: elmas  ~  Messaggi: 229  ~  Membro dal: 29/09/2009  ~  Ultima visita: 10/11/2021 Torna all'inizio della Pagina

Tizi
Salottino
Utente Virtuoso



Inserito il - 18/10/2009 : 19:29:28  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tizi Invia a Tizi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Andros ha scritto:
Carissima, era proprio come tu dici a proposito delle tante occasioni di festa dei sardi ed è attestato da tantissimi libri del 1700 e 1800... qualcuno afffermava, pure, che la vita dei sardi ruotava tutta intorno alla festa...ricordi ciò che avevo scritto in un altro post? preparazione e attesa festa - svolgimento rito - ricordo della festa passata..

Credo sia importante che tu descriva le occasioni di festa che hai conosciuto e che tuo padre sarà capace di regalarti... e senza scartare nulla...

Aspetto i tuoi prossimi post (come sempre frizzanti e pieni di vita) e ti saluto...

Andrea


Grazie Andros

Si ricordo che ne abbiamo parlato nella discussione dedicata al ballo sardo.....che accompagnava e tuttora accompagna le nostre feste.

Provo a descrivere sa scialla de su procu....in base ai miei ricordi,
era una grande festa, il giorno non si andava a scuola.....noi ragazzini eravamo felicissimi.....
Ricordo che ci alzavamo tutti presto, il giorno prima babbo e i miei fratelli dalla campagna portavano s'abruschiadiu, un erba alla quale veniva dato fuoco e serviva po abruschia su procu dopo morto, così facendo bruciavano le lunghe setole del maiale.
Ricordo che io guardavo dalla finestra, c'erano tanti uomini tutti intorno al maiale, mentre mio padre lo uccideva con un lungo coltello....dicevo "povero animale"....mi sgridavano perchè così dicendo pare che il maiale tardasse di più a morire
La casa era piena di parenti e amici....anche in questo caso come per la vendemmia e altre occasioni di lavoro, come dice giustamente manu, fudi a "aggiudu torrau" ci si aiutava a vicenda gratuitamente.
Poi il maiale veniva diviso in 4 lausu (pezzi) e messo in una stanza fresca.....Dimenticavo una parte importante, quando mio padre pungeva il maiale c'era una donna pronta con su piau (un contenitore in terra cotta (credo))per raccogliere il sangue che fuoriusciva dal collo del povero animale serviva per fare i sanguinacci "coccoeddusu de sangui"...... Dopo aver terminato tutto il procedimento necessario per macellare il maiale....gli uomini si fermavano a bere e mangiare qualcosa, ed era un occasione per ridere e scherzare.....intanto le donne preparavano il pranzo, e lavavano le interiora del maiale..su codru che serviva per fare la salsiccia.
Finalmente arrivava l'ora del pranzo, tutti insieme....che bello, quanti bei ricordi
Dopo pranzo si cominciava a cantare....festa....grandi bevute e tanta allegria.....in questo modo il lavoro sembrava meno faticoso e si faceva più volentieri.
Oltre al pranzo si preparava anche la cena, ma rimanevano solo i parenti, gli amici generalmente andavano via al tardo pomeriggio.
Ma il lavoro non era sicuramente terminato, c'era ancora tanto da fare, si incominciava a affitai sa pezza, (si preparava la carne per la salsiccia), il lardo che il giorno dopo veniva messo sul fuoco per sciogliersi e diventava strutto (utilizzato per friggere le frittelle i zippuasa, e non solo), insomma recuperavano i vari pezzi del maiale, bogai de pari, si faceva sa musteba e tante altre buone cose, si riempivano le budella più grosse del maiale con il sangue, precedentemente condito con uva passa, zucchero, pezzi di buccia d'arancia fatta seccare in precedenza e macinata, saba o caffè, spezie miste....
Ma il lavoro non finiva il giorno dell'uccisione, il giorno dopo mamma preparava il pranzo perchè alcuni parenti (quelli più stetti) venivano a continuare il taglio della carne per la salsiccia, poi la condivano con spezie varie , il vino, l'aglio,e il sale ogni giorno veniva mescolata, la lasciavano abinai per 4 o 5 giorni, poi si riempiva la salsiccia, altro lavoro.

Mamma preparava su mandau, ossia in un piatto metteva varie parti della carne di maiale e noi ragazzini lo portavamo in dono a parenti ed amici.....io, ma anchei i miei fratelli, andavamo molto volentieri a spaiai su mandau, perchè per ringraziarci di quanto avevamo portato ci davano, soldini, zucchero, caffè, uova....insomma facevamo a gara per andare....

Questo è il mio ricordo di una delle tante occasioni per stare insieme.....anche se soffrivo a vedere il maiale morire......ma poi, grazie all'allegria e all'aria di festa che si respirava quel giorno....dimenticavo la mia sofferenza









  Firma di Tizi 

Panorama

Villa Sant' Antonio (Or)

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Oristano  ~ Città: Villa S. Antonio/Orbassano  ~  Messaggi: 4943  ~  Membro dal: 10/09/2008  ~  Ultima visita: 01/06/2020 Torna all'inizio della Pagina

manu79

Utente Medio


Inserito il - 19/10/2009 : 00:19:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di manu79 Invia a manu79 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Immoi ca eus puntu e mottu su proccu, (grazie Tizi!) pozzu sighit a contai de su santuanni de is froris!
La festa di San Giovanni è solitamente accompagnata da dei riti magico terapeutici. L'origine di tali riti è sicuramente precristiana e come tanti altri riti, alla chiesa è piaciuto e fatto comodo affibbiarli un significato cristiano. Ad Elmas, non prevvedeva particolari riti religiosi, ad esclusione della messa. Era una festa più che altro di divertimento. La sera della vigilia (il 23 giugno), si era soliti accendere nei vari vicinati " Is fogaroneddus", dei piccoli falò realizzati per lo più con i resti "de sa ramadura", cioè dell'infiorata della precedente processione del Corpus Domini, e a tal scopo raccolti ed essicati per l'occasione. I ragazzini (ma anche le ragazzine), facevano a gara nel saltare il fuoco, ritenuto ciò un gesto di buon auspicio (sempre che non si bruciassero i vestiti o si cadese in mezzo alla bracie......). Il giorno successivo, dal centro abitato ci si trasferiva sulle sponde dello stagno di Santa Gilla, "si andara a mari". Qui è importante secondo me, ricollegarsi al discorso dell'acqua: San Giovanni battezza nelle acque "de s'arriu 'e Giordanu", e la festa di Elmas, si svolge proprio trasferendosi, da un contesto "di terra" il centro urbano, ad un contesto "d'acqua" lo stagno. Questo spostamento, mi ricorda tanto la bellissima festa di San Giovanni di Quartu, dal centro abitato verso Flumini........ L'accostamento San Giovanni-acqua è molto antico e già nel famoso dizionario Angius-Casalis, a proposito di Elmas si dice: " A viver sani tutto l’anno usano salassarsi, o bagnarsi nello stagno nella vigilia di s. Gio. Battista"...... Si era soliti infatti, incominciare la stagione estiva dei bagni proprio in occasione della festa de Santu'Anni. Al termine della messa cantata o nel primo pomeriggio, ragazzi e ragazze, a gruppi separati, si incaminavano verso lo stagno al canto de su trallellera. Giunti sul posto, ad attendere, vi erano i pescatori che mettevano a disposizione le imbarcazioni per fare "is barcheggiaras", ossia dei giri in barca lungo le rive dello stagno, durante i quali si continuava a cantare e si svolgeva il rito appunto "de su Santuanni". Sopratutto le ragazze, messesi d'accordo sulla persona con la quale condividere il comparatico, gettavano in mare contemporaneamente due fiori (solitamente due garofani). Questi fiori servivano per stabilire una volontà superiore o del caso, sull'accordo del comparatico: se nel fluttuare delle onde, avvessero preso direzioni opposte, il comparatico non si perfezionava. Solitamente invece i due fiori si scontravano, al che, le giovani, incrociando a vicenda il dito mignolo della mano destra ed oscillando il braccio recitavano la formula: "Gommai, gommai, (o goppai nel caso maschile)gommai de Santu 'Anni, Gommai de Santu Perdu, gommai diaderus!". Il comparatico si era realizzato, indissolubile e sacrossanto come quello del battesimo o della cresima! Se le giovani essendo già amiche, erano solite darsi del tu, da quel momento in poi si sarebbero date del lei, in segno di rispetto "po su santuanni". Terminato il giro in barca, qualche volta prima del raggiungimento della riva per via del rovesciamento dell'imbarcazione, ci si intratteneva ancora un pò, mangiando e bevendo ciò che da casa si era portato oppure si acquistava della frutta che i proprietari dei terreni prossimi alle rive dello stagno approffittavano per smerciare in bancarelle improvvisate. Al termine della serata, si rientrava tutti insieme "tottu a una cambarada" verso il paese sempre al canto del trallallera, dove giunti al piazzale di chiesa ciascuno salutava e si dirigeva nella propria abitazione. Questa usanza, che si è protratta sino alla seconda guerra mondiale, veniva riproposta in maniera simile anche in occasione della festa di San Pietro, il 29 giugno, da cui l' introduzine nella formula "gommai de santu Perdu".








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emanuele mudu

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Andros
Salottino
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Tizi e Manu...avete "aperto" una finestra sul passato...
Avete un modo descrittivo nel raccontare le storie, veramente vivo!
Manu: la durata del comparatico do S. Giovanni era sempre di un anno?
A presto, Andrea











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Andrea L.

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manu79

Utente Medio


Inserito il - 19/10/2009 : 01:32:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di manu79 Invia a manu79 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
........Il comparatico si era realizzato, indissolubile e sacrossanto come quello del battesimo o della cresima!....

No Andros, era vita natural durante. Chi mi ha più volte raccontato quest'usanza chiamava ancora "po rispettu" dopo oltre 50/60 anni, gommai, le amiche divenute appunto comari con "su santuanni de froris".








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emanuele mudu

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Andros
Salottino
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Inserito il - 19/10/2009 : 08:52:39  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Andros Invia a Andros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
babborcu ha scritto:

per il graminatoggiu--- vedete in nomi dei fiori in sardo...
credo,che in gallura la festa diventasse particolarmente solenne quando si sfioccava ( cardare e' un'altra cosa ) la lana per il materasso nuziale...
a ittiri il lavaggio della lana per tale materasso e la confesione de l materasso dava luogo a due feste .. l'ultima tutta femminile.. meno "medioevali2 certo della cerimonia gallurese.. il materasso in quanto deputato a sostenere il sonno( simile alla morte e collegato al misterioso mondo dei sogni) gli atti della riproduzione, la nascita le malattie e la morte era oggetto"delicato"-- e pertanto circondato di particolari cure... a ittiri veniva ornato di fiocchetti di scarlatto atti a scacciare il malocchio e sistemato sul letto nel corso di una piccolacerimonia affidata a donne" sicure" ( che non facessero malefici) in genere una signoria di buona fama , una signorina idem fidanzata ed una sposata con prole di entrambi i sessi,,

ciao: Andros .. ti ho mandato vari messaggi.. senza


Ciao Babborcu, ho letto il post dei nomi in sardo e ho lasciato un quesito Poi, la tradizione dei fiocchetti (me ne avevi accennati in quel di Ittiri) ma aspetto altre testimonianze...che dici?

Babborcu, fai sapere se oggi ricevi miei messaggi
Andrea









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Andrea L.

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musthayoni

Utente Attivo


Inserito il - 19/10/2009 : 11:27:19  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di musthayoni Invia a musthayoni un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
manu79 ha scritto:



Andrea, c'è mancato poco affinchè ci conoscessimo dal vivo, mi avrebbe fatto molto piacere! Ci saranno comunque e sicuramente altre occasioni! A presto! Ciao a tutti!


.. già è stato un vero peccato ... tutti e due nello stesso luogo .. ma uno seduto davanti .. tra i primi posti ... l'altro dietro .. in piaccionaia .. e io impossibilitato a fare da .. trait d'union ...








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