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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 24/08/2009 : 08:50:14
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| .machiavelli. ha scritto:
| Acab ha scritto: La presenza di sollecitazioni orizzontali .(.......) che paiono effettivamente erronei ! |
Una così attenta e precisa analisi merita un applauso. Complimenti.
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....e che ha tenuto conto dello spirito di questa discussione...!!
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 24/08/2009 : 09:23:29
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Ho quotato l'intero intervento dell'amico acab perché ne condivido gran parte. Sarebbe stato riduttivo controbattere alcune affermazioni, anche perché la scientificità in questi argomenti è un'utopia. Rinnovo dunque i complimenti con la preghiera (per tutti) di partecipare serenamente e con contributi che arricchiscono la mia e l'altrui conoscenza.
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 24/08/2009 : 09:43:55
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| .machiavelli. ha scritto:
Ho quotato l'intero intervento dell'amico acab perché ne condivido gran parte. Sarebbe stato riduttivo controbattere alcune affermazioni, anche perché la scientificità in questi argomenti è un'utopia. Rinnovo dunque i complimenti con la preghiera (per tutti) di partecipare serenamente e con contributi che arricchiscono la mia e l'altrui conoscenza.
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Gran parte delle idee che si sono concretizzate nella realtà sono partite da utopie o, forse meglio dire teorizzazioni. Al di là delle certezze che si possono avere, le idee altrui possono far maturare altre idee e dare a tutti la possibilità di ampliarle, o arriocchirle, come dice giustamente Macchiavelli
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Modificato da - Tharros in data 24/08/2009 09:46:46 |
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 24/08/2009 : 10:52:04
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| Acab ha scritto:
Per Mirko Zaru: la presenza di sollecitazioni orizzontali a contrasto di una forza ribaltante (verticale) nelle tholos nuragiche è provata, anche intuitivamente, dal fatto che se si realizzasse un muro rettilineo aggettante, avremmo il crollo dei conci il cui baricentro cada all'esterno della base. Nel nuraghe questo non avviene proprio grazie alla sezione circolare o subcircolare del vano.
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Ma che pasticcio! Ch' olleisi accappiausu su cuaddu anue cheri su meri! Peccato però che non sia così; precisiamo: ci sono parecchi esempi che dimostrano che i nuraghes si reggano per gravità... nessun contrasto...
Come possono questi conci stare "in posto" se ci fosse una spinta orizzontale? o ancora
I conci in questo caso mi volete dire che si reggono per contrasto? Addirittura il muro portante del piano superiore poggia sull'apicale della tholos e i conci di destra mancano...si reggono per contrasto? Dimostrazione che il fatto che sia circolare non implica un contrasto tra i conci. Ogni singolo "masso" è in equilibrio stabile in posa d'opera senza doversi "poggiare" o farsi sorreggere o contrastare (insomma ditelo come volete su quello laterale.
| Acab ha scritto: Dal punto di vista architettonico le talaiots, col pilastro centrale, sono decisamente più semplici.
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Chi ha costruito le Talayots ha messo un pilastro centrale per compensare il contrasto, e in molti casi un grosso tumulo. Il principio è decisamente diverso e pochissimo ha a che spartire con la tecnica dei nuraghes. Le tholos etrusche (e anche quelle greche, minoiche, ecc) si differenziano proprio per questo: i "nuragici" hanno trovato la soluzione per elevare le ogive fuori terra eliminando le spinte orizzontali.
| Acab ha scritto: Sottolinei giustamente la necessità della presenza, accanto a maestranze spesso numerosissime, di progettisti e direttori lavori: sembra superfluo ricordarlo ma non si dà sufficiente risalto a questo aspetto, e lo dimostrano anche i contenuti di questa discussione. Avete presente cosa accade oggi quando si costruisce una seplice casa? Il progettista dimensiona l'opera secondo i voleri del committente; in fase costruttiva, a disegno disponibile, si assiste normalmente a discussioni fra direttore lavori-progettista, impresario edile (muratore) e proprietario che non raramente portano a demolizioni di alcune parti e modifiche varie in corso d'opera. E così è stato anche durante la costruzione delle grandi opere, soprattutto nel passato (ad es. nel medioevo), anche quando gli architetti erano i più famosi e capaci al mondo. Per quanto concerne la costruzione dei nuraghi era assolutamente necessaria la presenza di progettisti (che ovviamente non cioincidevano con i committenti) che dovevano tener conto di determinate richieste ed essere in grado di presentare un disegno dell'opera precedentemente alla sua edificazione (lo erano alcuni dei modellini in pietra ritrovati?) |
Partiamo dal fatto che i "modelli" (betili che hanno tutto un altro significato) sono decisamente attribuibili al periodo in cui i nuraghes venivano smontati piuttosto che al periodo della loro edificazione (forse più di un migliaio di anni che non mi sembra questione di un paio di giorni). Sono inoltre d'accordo in parte sulla progettazione dettagliata (anche nicchie ecc) piuttosto, le nicchie, il vano scala e lo spessore murario veniva valutato in fase di edificazione per ovvie ragioni per le quali non mi dilungherò, ma posso ipotizzare che un nuraghe a ogiva potesse essere costruito in meno di un anno e da 20 persone al massimo. Un appassionato di Ghilarza ha costruito un piano di "nuraghe" in 90 gg in 2 persone. Chiaramente, come ho detto in precedenza "non tutti potevano costruire nuraghes".
| Acab ha scritto: E la committenza era composta da persone di elevata cultura, che non solo capivano il linguaggio architettonico (dimensioni in planimetria, altezza delle camera e della torre, spessore dei muri) ma sapevano anche come volgerlo alle proprie esigenze: "voglio una nicchia in una certa posizione, voglio la scala il talaltra posizione"; se poi è vero, come sembra, che nei nuraghi complessi la facessero da padrone determinati allineamenti astronomici (nuraghe Losa di Abbasanta, il Nolza di Meana Sardo, il Santu Antine di Torralba ne sono degli eccezionali esempi per i quali non si può parlare di "caso") allora è davevro difficile ricostruire l'ambiente in cui hanno avuto origine tali meraviglie architettoniche ed è davvero difficile pensare alle più importanti di esse come a dei "castelli" con semplice funzione abitativa. Ogni nuraghe complesso necessitava quindi per la sua edificazione di diverse figure "professionali" addette alla progettazione, e alla direzione lavori che per forza di cose dovevano essere formate in apposte scuole. Al loro servizio poi una miriade di lavoratori: a partire dagli addetti alle cave, per passare agli addetti ai trasporti (spesso anche di decine di km fra cava e monumento), ai falegnami, alla messa in opera dei conci. Spariamo dei numeri? Per Barumini, maestoso esempio di architettura nuragica che aveva però tantissimi pari a quell'epoca possiamo pensare a 50 cavatori, 20 addetti ai trasporti (2xcarrox10 carri), 10 falegnami, 50 fra muratori e manovali. Sono numeri in difetto rispetto a quelli reali e non abbiamo citato altre figure quali gli addetti alle strade, al rancio, alle stalle, agli arredi, che avrebbero portato all'edificazione dell'opera in tempi dell'ordine della decina d'anni. Almeno 200 addetti i quali, durante la loro vita avrebbero potuto partecipare alla costruzione al più di due nuraghi.
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Non condivido assolutamente! Precisando il fatto che ogni nuraghe complesso non è il risultato di un progetto unitario (e ha voglia la Lo schiavo di dire il contrario parlando si Nuraghe Arrubiu). Un nuraghe complesso è il risultato dell'edificazione di torri aggiunte a trutture precedentemente utilizzate per secoli come monotorre. Fino ad oggi non è stato ancora ritrovato un nuraghe edificato in progetto unitario, e tante sono i parametri per stabilirlo. Addirittura tutto mi lascia pensare che il canone dell'edificazione sia stato dimenticato o perso nei secoli di "non edificazione di nuovi nuraghi" Quando le esigenze (dovute ad un nuovo stile di vita, dato probabilmente anche da una deformazione culturale decisamente diversa) hanno portato all'ampliamento dei nuraghes il canone del monotorre si era già perso.
| Acab ha scritto: Questa analisi, molto semplicistica lo ammetto però spero efficace, risponde anche alle ricostruzioni in termini di numerii fatte da Maurizio: è difficile fare dei paralleli fra densità di popolazione del centro Europa o di qualunque altra terra nell'occidente e la Sardegna; quale altra terra continentale ha espresso tale capacità edificatoria negli stessi secoli? La difficoltà nel costruire consiste proprio nell'avere alle spalle, oltre che un determinato livello di conoscenze tecnologiche, un'organizzazione e una disponibilità di risorse umane che evidentemente la Sardegna aveva, in misura nettamente superiore rispetto a qualunque altra terra dell'occidente (comprese le Baleari).
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Questa affermazione lascia il tempo che trova. Chiaramente è un paragone improponibile per una serie di fattori: Oggigiorno non si può quantificare il "costruito" da popolazioni "continentali" e sopratutto non si può neanche paragonare l'affluenza di persone con il continente. I nuraghi, inoltre, sono stati costruiti quando non il "pericolo dal mare" non esisteva! Non potevano allora esserci flotte di navigli tali da preoccupare i nuragici!
| Acab ha scritto: Affermare che, siccome la Sardegna era sicuramente poco popolata (poco o molto è relativo alle risorse disponibili) nulla di strano che siano arrivati i fenici in forze ad occupare gli spazi disponibili è davvero troppo semplicistico! E' stato superato questo problema in passato dicendo che gli spazi (non solo fisici) occupati dai fenici nell'isola erano quelli trascurati dagli isolani: commerci, lavorazione dei tessuti, coltivazione dell'uva per la vinificazione, pesca del tonno; man mano che scopriamo che queste attività erano conosciute e praticate dai sardi di allora cade tutto un castello che continua a essere tenuto in piedi solo da studi sulla genetica basati su presupposti che paiono effettivamente erronei ! Riguardo ai numeri ho in passato proposto il problema che è passato inosservato: ma è possibile che questi fenici, cananei di dubbia origine, abitanti un fazzoletto di terra la cui estensione è paragonabile a quella della nostra isola, in poco più di 4 secoli siano riusciti a moltiplicarsia a tal punto da, non solo mettere in piedi un'organizzazione industriale e commerciale i cui prodotti giungevano in ogni dove, ma tale da riuscire a colonizzare (nell'arco di soli 2 secosi si badi bene) territori davvero troppo ampi; e sa manera! mancu chi fessant stettius coillusu! E forse neanche i conigli sarebbero capaci di tanto! Sarebbe necessario uno studio specifico: e non mi si parli di colonizzazione culturale portata da pochi illuminati a convertire intere popolazioni!
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In realtà (ed è un dato di fatto) la popolazione di allora doveva essere decisamente superiore a quella odierna, e di gran lunga. Gli studi scientifici, non parlano assolutamente di colonizzazione Fenicia, si parla di un lento inserimento "fenicio" durato secoli fino alla conquista Cartaginese. A mio giudizio, e ripeto puramente personale, I Fenici, prima dell'avvento di Cartagine, non erano di origine prettamente cananea, ma erano una popolazione multiculturale e multiraziale che includeva una buona fetta di "popoli del mare" che avevano perso la loro identità di popolo unitario che, avendo religioni e abitudini simili, si sono uniti nel comersio e nella navigazione. Per quanto riguarda gli studi di genetica dimostrano che il patrimonio genetico è tutt'oggi lo stesso di allora, (nessuna colonizzazione Shardana) probabilmente la purezza del patrimonio genetico Sardo è dovuta maggiormente ad affluenze maschili maggiori.
| Acab ha scritto: Un'ultima cosa sulla lingua dei sardi nuragici: per le parlate attuali del centro Sardegna è sbagliato dire che sono quelle meno contaminate rispetto all'originale latino (vedere Bolognesi) mentre è vero che sono le più vicine a questo dal punto di vista fonetico. E' presente anzi un vero e proprio assurdo: alcune forme fonetiche o alcuni termini sono addirittura simili a analoghe presenti nel latino arcaico (superate già fra il II e il I sec. a.C.), in epoca in cui i romani ancora non avevano conquistato quelle regioni. Come si spiega la cosa? Ad oggi la cosa è spiegata solo da alcuni, Gigi Sanna e l'Alinei fra tutti, che suppongono che i sardi di quelle regioni parlassero una lingua sarda indoeuropea o una lingua protolatina o italide ancora prima dell'arrivo dei romani.... ciao, Mario
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A me sembra che non sia uno studio valido basare Sardoa Gramata (un libro sullo studio della scrittura NURAGICA su stampi per linguelle di periodo Bizantino!
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Modificato da - Petru2007 in data 24/08/2009 11:51:31 |
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Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire. |
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 24/08/2009 : 11:02:42
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| Tharros ha scritto:
| .machiavelli. ha scritto:
Ho quotato l'intero intervento dell'amico acab perché ne condivido gran parte. Sarebbe stato riduttivo controbattere alcune affermazioni, anche perché la scientificità in questi argomenti è un'utopia. Rinnovo dunque i complimenti con la preghiera (per tutti) di partecipare serenamente e con contributi che arricchiscono la mia e l'altrui conoscenza.
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Gran parte delle idee che si sono concretizzate nella realtà sono partite da utopie o, forse meglio dire teorizzazioni. Al di là delle certezze che si possono avere, le idee altrui possono far maturare altre idee e dare a tutti la possibilità di ampliarle, o arriocchirle, come dice giustamente Macchiavelli
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Questo modo di fare è vecchio quanto il formaggio... infatti grazie a questo sistema di valutazione il LILLIU (che qualcuno lo perdoni) ne ha dette di cotte e di crude, e lui, era e forse ancora E' la LEGGE in ambito archeologico isolano. Parecchie delle sue inesattezze vengono tutt'oggi citate e insegnate come valide in ambito accademico. La COSCA mafiosa della citazione ...dove tutto si può dimostrare. Con le citazioni si potrebbe dimostrare che Atlantide è esistita e che la Sardegna non è mai esistita!
Roba da pazzi!
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 24/08/2009 : 11:26:47
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| MirkoZaru ha scritto:
| Tharros ha scritto:
| .machiavelli. ha scritto:
Ho quotato l'intero intervento dell'amico acab perché ne condivido gran parte. Sarebbe stato riduttivo controbattere alcune affermazioni, anche perché la scientificità in questi argomenti è un'utopia. Rinnovo dunque i complimenti con la preghiera (per tutti) di partecipare serenamente e con contributi che arricchiscono la mia e l'altrui conoscenza.
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Gran parte delle idee che si sono concretizzate nella realtà sono partite da utopie o, forse meglio dire teorizzazioni. Al di là delle certezze che si possono avere, le idee altrui possono far maturare altre idee e dare a tutti la possibilità di ampliarle, o arriocchirle, come dice giustamente Macchiavelli
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Questo modo di fare è vecchio quanto il formaggio... infatti grazie a questo sistema di valutazione il LILLIU (che qualcuno lo perdoni) ne ha dette di cotte e di crude, e lui, era e forse ancora E' la LEGGE in ambito archeologico isolano. Parecchie delle sue inesattezze vengono tutt'oggi citate e insegnate come valide in ambito accademico. La COSCA mafiosa della citazione ...dove tutto si può dimostrare. Con le citazioni si potrebbe dimostrare che Atlantide è esistita e che la Sardegna non è mai esistita!
Roba da pazzi!
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Carissimo Mirko permettimi allora un' altra citazione .." Nessuno ha la verità in tasca" e se ci sono dei pazzi che desiderano far conoscere le proprie idee..anche se non corrette, che siano benvenuti.!! Qualcuno diceva che anche dallo scemo del villaggio si può imparare qualcosa, se se si sa ascoltare.. E..non è parlando di "cosca mafiosa della citazione" che si idimostrano le idee...tutt' altro.
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Modificato da - Tharros in data 24/08/2009 11:32:22 |
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 24/08/2009 : 11:55:32
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| Tharros ha scritto: Carissimo Mirko permettimi allora un' altra citazione .." Nessuno ha la verità in tasca" e se ci sono dei pazzi che desiderano far conoscere le proprie idee..anche se non corrette, che siano benvenuti.!! Qualcuno diceva che anche dallo scemo del villaggio si può imparare qualcosa, se se si sa ascoltare.. E..non è parlando di "cosca mafiosa della citazione" che si idimostrano le idee...tutt' altro.
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Forse non hai capito bene cosa volevo dire...mi sembra che la tua risposta c'azzecchi poco con quel che stavo dicendo!
Questa citazione invece viene da mio bis-bis-nonno che diceva sempre "Ogni addì mi castiu fendimì sa braba e biu sempri sa stessa facci"!
Grande uomo di cultura!
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Modificato da - MirkoZaru in data 24/08/2009 11:56:17 |
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kigula
Moderatore
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Inserito il - 24/08/2009 : 16:21:10
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Signori cari ho l'impressione che se vi lasciassero continuare la discussione arriverebbe ad altri pianeti e forse universi. A mio avviso si sta parlando di troppe cose in contemporanea, vi chiedo di ridimensionare il discorso per favore. Ricordo anche che in una discussione il barricarsi dietro le proprie ragioni, convinti di avere in mano la verità e demolendo sempre quelle degli altri, è un atteggiamento poco costruttivo. Nel discutere e confrontarsi pacificamente, al di là di quale sia la verità, c'è sempre qualcosa da imparare.
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Modificato da - kigula in data 24/08/2009 16:22:10 |
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 24/08/2009 : 16:59:29
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Nel discutere e confrontarsi pacificamente, al di là di quale sia la verità, c'è sempre qualcosa da imparare.
Kigula, 22 agosto 2009, ore 16.21
a proposito di citazioni.
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 24/08/2009 : 20:19:43
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| kigula ha scritto:
Signori cari ho l'impressione che se vi lasciassero continuare la discussione arriverebbe ad altri pianeti e forse universi. A mio avviso si sta parlando di troppe cose in contemporanea, vi chiedo di ridimensionare il discorso per favore. Ricordo anche che in una discussione il barricarsi dietro le proprie ragioni, convinti di avere in mano la verità e demolendo sempre quelle degli altri, è un atteggiamento poco costruttivo. Nel discutere e confrontarsi pacificamente, al di là di quale sia la verità, c'è sempre qualcosa da imparare.
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Punti di vista...aspetto la risposta di Acab!
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Acab
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Inserito il - 24/08/2009 : 23:42:40
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Per Mirko Zaru: lo studio di Gigi Sanna ha come punto di forza, per volontà dello stesso autore, le tavolette-sigillo di Tzricotu sulle quali si può dire o che sono dei falsi o che sono autentiche. Su tre tavolette sono infatti incisi, insieme a quelli ritenuti da tanti "ghirigori longobardi" dei segni alfabetici di scritture in uso nel II millennio a.C. Se non sono autentici bisogna avere il coraggio di dire che sono dei falsi. Mi riferivo agli altri documenti studiati da G.Sanna, che pare contengano dei termini di radice indoeuropea, e stavolta ritenuti autentici: il "brassard" di Is Loccis Santus (scomparso), l'anello di Pallosu (San Vero Milis), il sigillo plumbeo di S.Antioco, ecc.ecc. Dici che: "Un appassionato di Ghilarza ha costruito un piano di "nuraghe" in 90 gg in 2 persone" hai omesso di dire come si è procurato i materiali da costruzione (ha cavato le pietre e le ha trasportate con un carro a buoi?), come ha lavorato le pietre (con utensili in bronzo e/o pietra?), che ponteggi ha usato (li ha costruiti con legname procurato nei vicini boschi), come ha tirato su i massi più grandi, come ha approvvigionato di cui cibarsi .... Per il resto, tranne qualche divergenza sulla presenza di spinte di contrasto nelle tolos di cui è ben evidente la presenza nelle foto che hai postato (possiamo aprire una discussione specifica) e sul disegno unitario dei nuraghi complessi (mi sembra strano che le forme dei bastioni nuragici siano venute fuori casualmente costruendo un nuraghe quì e poi uno là e poi ancora un altro...) mi pare la pensiamo sostanzialmente allo stesso modo. Ciao Mario
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Lessa
Salottino
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Inserito il - 25/08/2009 : 00:10:59
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effettivamente se il neo-sconosciuto -neo-appellato "appassionato di Ghilarza" ha costruito la base del nuraghe con una piccola pala meccanica...il paragone non ha molto senso.
Al massimo lo batte un mio amico che in località la crucca ha tirato su un castra romano, una piccola monte d'accoddi e un villaggio nuragico. In qualche mese!
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Modificato da - Lessa in data 25/08/2009 00:12:12 |
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"La storia scritta dai vincitori non può dire cose giuste"
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 25/08/2009 : 09:42:51
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| Acab ha scritto:
Per Mirko Zaru: lo studio di Gigi Sanna ha come punto di forza, per volontà dello stesso autore, le tavolette-sigillo di Tzricotu sulle quali si può dire o che sono dei falsi o che sono autentiche. Su tre tavolette sono infatti incisi, insieme a quelli ritenuti da tanti "ghirigori longobardi" dei segni alfabetici di scritture in uso nel II millennio a.C. Se non sono autentici bisogna avere il coraggio di dire che sono dei falsi. Mi riferivo agli altri documenti studiati da G.Sanna, che pare contengano dei termini di radice indoeuropea, e stavolta ritenuti autentici: il "brassard" di Is Loccis Santus (scomparso), l'anello di Pallosu (San Vero Milis), il sigillo plumbeo di S.Antioco, ecc.ecc. Dici che: "Un appassionato di Ghilarza ha costruito un piano di "nuraghe" in 90 gg in 2 persone" hai omesso di dire come si è procurato i materiali da costruzione (ha cavato le pietre e le ha trasportate con un carro a buoi?), come ha lavorato le pietre (con utensili in bronzo e/o pietra?), che ponteggi ha usato (li ha costruiti con legname procurato nei vicini boschi), come ha tirato su i massi più grandi, come ha approvvigionato di cui cibarsi .... Per il resto, tranne qualche divergenza sulla presenza di spinte di contrasto nelle tolos di cui è ben evidente la presenza nelle foto che hai postato (possiamo aprire una discussione specifica) e sul disegno unitario dei nuraghi complessi (mi sembra strano che le forme dei bastioni nuragici siano venute fuori casualmente costruendo un nuraghe quì e poi uno là e poi ancora un altro...) mi pare la pensiamo sostanzialmente allo stesso modo. Ciao Mario
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Mi sarei aspettato una risposta molto più tecnica sulla spiegazione delle spinte...ma probabilmente queste spinte orizzontali non ci sono... per quanto riguarda il "sigillo di Su pallosu" potrebbe essere di qualsiasi periodo storico ... tant'è che viene da uno scavo clandestino! cmq aspetto il 3d specifico!
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maurizio feo
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Inserito il - 25/08/2009 : 11:30:50
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In mancanza di un'archeologia sperimentale ufficiale, che produca dimostrazioni convincenti e nuove ipotesi di lavoro sulle quali lavorare, a me sembra - invece - che l'esempio del signore di Ghilarza sia molto probante e molto interessante. E' vero che i 90 giorni (nel corso dei quali fu in realtà lasciato solo dal suo compare, mi sembra) si riferiscono unicamente alla messa in opera di materiale già scavato, già scolpito e già trasportato in sede. Non conosciamo i tempi di scavo per l'estrazione (con strumenti dell'epoca), per la scultura definitiva e per il trasporto. Non conosciamo il tempo per preparare le impalcature a partire dall'albero vivo. Possiamo, forse calcolare i tempi di trasporto del materiale con carri a ruote piene trainati da buoi. Manca ancora - evidentemente - un esperimento completo in questo senso. Ma non ne possiamo fare una colpa a Zaru! E non credo sia giusto dichiarare la non significatività dell'esempio portato da Mirko. L'Archeologia sperimentale purtroppo latita. Essa è lasciata in mano degli appassionati, che spesso non possiedono la finezza di un metodo scientifico. Ma solo buona volontà. Abbiamo, dunque, il periodo di tre mesi di lavoro , per una persona sola, per un piano di nuraghe. Chi si offre di dimostrare con i fatti quanto tempo occorre per le altre fasi?
MF
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Lessa
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Inserito il - 25/08/2009 : 22:02:52
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| maurizio feo ha scritto: E' vero che i 90 giorni (nel corso dei quali fu in realtà lasciato solo dal suo compare, mi sembra) si riferiscono unicamente alla messa in opera di materiale già scavato, già scolpito e già trasportato in sede. Non conosciamo i tempi di scavo per l'estrazione (con strumenti dell'epoca), per la scultura definitiva e per il trasporto. Non conosciamo il tempo per preparare le impalcature a partire dall'albero vivo. Possiamo, forse calcolare i tempi di trasporto del materiale con carri a ruote piene trainati da buoi.
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torniamo a bomba! quanto è scritto qua sopra basta per dichiarare l'esperimento falsato, quindi non utilizzabile per nessun paragone (senza farne colpe allo Zaru) . A meno che il cosiddetto appassionato non abbia spostato i massi con rulli di legna, leve, rampe di terra e via dicendo.
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