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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 25/08/2009 : 22:30:08
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[Non è un esperimento falsato, Lessa. E' un esperimento parziale. E come tale è splendidamente valido. Se ciascun ricercatore - autore di libri - e se ciascun appassionato - anche' egli autore di libri - avessero ognuno condotto almeno un esperimento parziale pratico di questo genere, oggi avremmo molte più certezze! (invece di cianciare a vanvera, come siamo costretti a fare). MF
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 25/08/2009 : 23:14:11
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Maurizio... spiegami dove l'esperimento sarebbe valido. L'archeologia sperimentale non funziona per percentuali. Al 50 per cento rigoroso...al 60...e via dicendo.
per fare un'esempio... è come se con trapano e smeriglio mi mettessi a pulire, lucidare e rifinire un martello nuragico. Dov'è il problema? tanto ho fatto tutto con le mani no?
e non ha neanche senso moltiplicare le ore lavoro perchè con tali attrezzi ho dimezzato il tempo (esempio)... durante la sperimentazione tutto dev'essere tenuto sotto controllo, e tutto dev'essere scientificamente attendibile.
tutto, o quasi (diciamo la grandissima parte poichè vi è sempre quel margine di errore dovuto all'alimentazione, alle conoscenze...alla NON totale egualità delle condizioni attuali con quelle originali) deve essere come al tempo.
ma usare una pala meccanica per quantificare il lavoro, o per dimostrare che una persona al tempo poteva sistemare i massi della base del nuraghe, è semplicemente assurdo, falsato, errato. Questo è il mio parere.
cordialità.
[Questo è il metodo scientifico, questa è l'archeologia sperimentale. Applico questo metodo sia quando lavoro in natura, sia quando faccio le mie sperimentazioni, e a quanto pare, non lo faccio solo io, perchè da qualcuno ho pur dovuto imparare].
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Modificato da - Lessa in data 25/08/2009 23:20:42 |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 26/08/2009 : 07:44:36
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Ho ben specificato che non è scientifico. Ma è un buon esempio di come la pura e semplice "posa in opera" del materiale non costituisca un problema. Ma se tu continui ad irrigidirti in una posizione da integralista dell'esperimento scientifico, allora ti giuro che di esperimenti accettabili ne trovi pochi anche dentro le università. Se tu ed io - dopo avere ben ponderato la cosa - ci mettiamo a costruire un nuraghe, è presumibile che (dal momento in cui il materiale è giù pronto) ci mettiamo meno di due mesi. Se facessimo la stessa cosa in otto persone, probabilmente ci metteremmo 15 giorni. Come lo possiamo dire questo? Grazie proprio a quell'esperimento "parziale" che tanto fortemente non vuoi apprezzare. Ma non farmi dire che un esperimento non accademico e non rigoroso - pur nella sua splendida spontaneità innocente - abbia maggiore valore di quanto non abbia in realtà... E' ovvio che - prima - debba esserci il tempo della preparazione del materiale bruto e di quello ausiliario. E' consequenziale che quindi il tempo globale effettivo - per l'edificazione del nuraghe - sia più lungo. Ma per quella fase specifica, che ho chiamato "messa in opera" - capiscimi bene, però - abbiamo davvero un ordine di grandezza apprezzabilmente preciso! Prima di quella realizzazione, non avevamo alcunché! Vogliamo ammetterlo, questo? Ti domando, ancora: hai mai letto quelle ipotesi in cui si calcolava il tempo dell'edificazione di alcuni nuraghi come coprente l'arco di più generazioni umane? Ebbene, ora quelle valutazioni sono del tutto obsolete: infatti non se ne sentono più. Un altra approssimazione estemporaneo/empirica del passato è stata superata. Altrimenti - bada bene - staremmo ancora qui a discutere (e sempre in teoria) di aria fritta senza avere alcun dato in mano. Meglio un dato parziale (ma con il conforto di essere almeno concreto e reale), che nessun dato ed ipotesi campate in aria (e probabilmente del tutto sbagliate, perché pensate a tavolino da chi non ha mai maneggiato un mattone, durante una crisi postprandiale da porceddu). Se un nuraghe è stato rimaneggiato per più generazioni è stato perché lo si è voluto fare, (qualsiasi sia stato il motivo) e non perché la sua costruzione fosse un lavoro così impegnativo da richiedere la forza lavoro di eserciti di operai, per generazioni...
Il discorso può estendersi alle restanti ipotesi: "il nuraghe fu costruito da schiavi". Quali schiavi? E schiavi di chi? Il nuraghe fu fortemente voluto da uomini liberi, io sostengo , che desideravano simboleggiare a sé ed agli altri la solidità ed il benessere da essi raggiunto. Ma questo, ovviamente è un altro discorso, abilmente introdotto per terminare l'intervento con un guizzo. Ciao, MF
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Modificato da - maurizio feo in data 26/08/2009 07:47:09 |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 26/08/2009 : 08:40:50
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Il Nuraghe in sé è una costruzione piuttosto semplice, per i nostri tempi, per allora, è ovvio che la cosa è diversa. Ma non posso non pensare che non vi fosse un’organizzazione per settori. Chi costruiva i ponteggi, chi sbozzava i massi, quelli dei piani superiori perché quelli in basso erano solo sbozzati in opera e solo all’esterno, in certi casi, e chi metteva in opera i massi e quant’ altro. E’ pensabile che la messa in opera fosse la parte più delicata di tutto il lavoro e non poteva, per logica, essere fatta da molti operai. Essendo circolare è ovvio che vi fosse un punto di partenza e i massi andavano messi in sequenza e con la giusta differenza di circolarità (considerando un nuraghe un tronco di cono) Se la costruzione fosse stata quadrata potevano lavorarci due o tre persone per lato. Le prova di costruzione di un nuraghe per quanto possa essere sperimentale da comunque dei punti di partenza e consente di rilevare delle indicazioni su quello che poteva essere il lavoro e la sua organizzazione. Se dall’esperimento si voleva trarre dei dati più o meno confortanti e realistici si doveva prendere una decina di persone, metterle in mezzo ad un campo e far loro costruire il nuraghe, partendo da zero. Quindi costruire attrezzi, trovare il modo di trasportare i massi, di sbozzarli dove serviva progettare la costruzione ecc ecc.
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 26/08/2009 : 09:13:17
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| Lessa ha scritto:
| maurizio feo ha scritto: E' vero che i 90 giorni (nel corso dei quali fu in realtà lasciato solo dal suo compare, mi sembra) si riferiscono unicamente alla messa in opera di materiale già scavato, già scolpito e già trasportato in sede. Non conosciamo i tempi di scavo per l'estrazione (con strumenti dell'epoca), per la scultura definitiva e per il trasporto. Non conosciamo il tempo per preparare le impalcature a partire dall'albero vivo. Possiamo, forse calcolare i tempi di trasporto del materiale con carri a ruote piene trainati da buoi.
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torniamo a bomba! quanto è scritto qua sopra basta per dichiarare l'esperimento falsato, quindi non utilizzabile per nessun paragone (senza farne colpe allo Zaru) . A meno che il cosiddetto appassionato non abbia spostato i massi con rulli di legna, leve, rampe di terra e via dicendo.
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Centinaia di esperimenti di trasporto sono stati fatti con esito positivo prima dell'avvento dei trattori ...e il sistema sicuramente migliore non sono certamente rulli, leve o rampe di terra (queste ultime improponibili per l'edificazione di un nuraghe) ma slitte! Cmq la mia citazione dell'esperimento non voleva dare un metro di paragone con le possibilità del tempo, ma voleva essere uno spunto per ridimensionare le affermazioni precedentemente fatte. C'è da dire inoltre che più che di cavatura io parlerei di sbozzatura del materiale reperibile più facilmente semi pronto e non a grandi distanze. Chiaramente, se si prende come esempio un nuraghe specifico, in località povere di materiale i tempi di realizzazione crescono esponenzialmente. (l'esempio del rancio a mio parere è un esagerazione, in quanto l'insediamento non doveva trovarsi a notevole distanza, anzi, probabilmente era molto vicino, e anche senza la costruzione dei nuraghi, i Sardi avrebbero mangiato lo stesso!)
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 26/08/2009 : 09:25:18
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| Tharros ha scritto:
Il Nuraghe in sé è una costruzione piuttosto semplice, per i nostri tempi, per allora, è ovvio che la cosa è diversa. Ma non posso non pensare che non vi fosse un’organizzazione per settori. Chi costruiva i ponteggi, chi sbozzava i massi, quelli dei piani superiori perché quelli in basso erano solo sbozzati in opera e solo all’esterno, in certi casi, e chi metteva in opera i massi e quant’ altro. E’ pensabile che la messa in opera fosse la parte più delicata di tutto il lavoro e non poteva, per logica, essere fatta da molti operai. Essendo circolare è ovvio che vi fosse un punto di partenza e i massi andavano messi in sequenza e con la giusta differenza di circolarità (considerando un nuraghe un tronco di cono) Se la costruzione fosse stata quadrata potevano lavorarci due o tre persone per lato. Le prova di costruzione di un nuraghe per quanto possa essere sperimentale da comunque dei punti di partenza e consente di rilevare delle indicazioni su quello che poteva essere il lavoro e la sua organizzazione. Se dall’esperimento si voleva trarre dei dati più o meno confortanti e realistici si doveva prendere una decina di persone, metterle in mezzo ad un campo e far loro costruire il nuraghe, partendo da zero. Quindi costruire attrezzi, trovare il modo di trasportare i massi, di sbozzarli dove serviva progettare la costruzione ecc ecc.
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E' proprio qui che ti sbagli... Il nuraghe è una struttura tutt'altro che semplice oggi! Non lo era nel 2000 a.C. , ma probabilmente lo era già nel 1200 a.C.! Ma oggi, sarebbe difficile che qualcuno elevasse un nuraghe per anche solo 2 piani. Questo perchè un architetto di oggi ragionerebbe con spinte orizzontali, ci vorrebbe un capo mastro di allora...
P.s.: ma ancora sei convinto di questa favoletta dei ponteggi per tirare sù il materiale? In nuraghe avevà già tutto quello che serviva in fase di posa in opera senza bisogno dei ponteggi! ...darei inoltre il consiglio di andare a vedere i nuraghi di persona, e rendersi conto che il materiale non è stato martellinato nella faccia esterna in fase di posa d'opera!
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 26/08/2009 : 11:01:22
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| maurizio feo ha scritto:
Ho ben specificato che non è scientifico. Ma è un buon esempio di come la pura e semplice "posa in opera" del materiale non costituisca un problema. Ma se tu continui ad irrigidirti in una posizione da integralista dell'esperimento scientifico, allora ti giuro che di esperimenti accettabili ne trovi pochi anche dentro le università. Se tu ed io - dopo avere ben ponderato la cosa - ci mettiamo a costruire un nuraghe, è presumibile che (dal momento in cui il materiale è giù pronto) ci mettiamo meno di due mesi. Se facessimo la stessa cosa in otto persone, probabilmente ci metteremmo 15 giorni. Come lo possiamo dire questo? Grazie proprio a quell'esperimento "parziale" che tanto fortemente non vuoi apprezzare. Ma non farmi dire che un esperimento non accademico e non rigoroso - pur nella sua splendida spontaneità innocente - abbia maggiore valore di quanto non abbia in realtà... E' ovvio che - prima - debba esserci il tempo della preparazione del materiale bruto e di quello ausiliario. E' consequenziale che quindi il tempo globale effettivo - per l'edificazione del nuraghe - sia più lungo. Ma per quella fase specifica, che ho chiamato "messa in opera" - capiscimi bene, però - abbiamo davvero un ordine di grandezza apprezzabilmente preciso! Prima di quella realizzazione, non avevamo alcunché! Vogliamo ammetterlo, questo? Ti domando, ancora: hai mai letto quelle ipotesi in cui si calcolava il tempo dell'edificazione di alcuni nuraghi come coprente l'arco di più generazioni umane? Ebbene, ora quelle valutazioni sono del tutto obsolete: infatti non se ne sentono più. Un altra approssimazione estemporaneo/empirica del passato è stata superata. Altrimenti - bada bene - staremmo ancora qui a discutere (e sempre in teoria) di aria fritta senza avere alcun dato in mano. Meglio un dato parziale (ma con il conforto di essere almeno concreto e reale), che nessun dato ed ipotesi campate in aria (e probabilmente del tutto sbagliate, perché pensate a tavolino da chi non ha mai maneggiato un mattone, durante una crisi postprandiale da porceddu). Se un nuraghe è stato rimaneggiato per più generazioni è stato perché lo si è voluto fare, (qualsiasi sia stato il motivo) e non perché la sua costruzione fosse un lavoro così impegnativo da richiedere la forza lavoro di eserciti di operai, per generazioni... |
Maurizio allora non ci stavamo capendo...io ben apprezzo un'esperimento parziale, ma non mi si venga a dire che è un'esperimento rigoroso, se non viene fatto con tutti i crismi! E non lo si paragoni sopratutto, ad altri dati, usandolo come prova per avere un tempo di edificazione ben preciso... (al massimo approssimativo). Vorrei capire come è stata effettuata la messa in posa, con che mezzi eccetera eccetera. Per me è assolutamente fuorviante far assurgere questo "tentativo" come probatorio di...alcunchè. Avrei voluto vedere come avrebbero fatto usando i pochi attrezzi disponibili all'epoca (di cui siamo a conoscenza!) con fatiche immani per spostare un solo masso, con rischi di incidenti anche gravi, con problemi di ogni tipo durante il lavoro (con una piccola pala puoi anche spingere un masso, ma con delle slitte -facciamo contento Mirko- come lo sistemi? come togli lo stesso supporto?) Non ho mai sentito parlare di questa teoria sulla costruzione durata intere generazioni. Sotto questo aspetto effettivamente tale "prova" (chiamiamola così) apre la strada a nuove...sperimentazioni... ma nient'altro.
| Il nuraghe fu fortemente voluto da uomini liberi, io sostengo , che desideravano simboleggiare a sé ed agli altri la solidità ed il benessere da essi raggiunto.
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e qui sono pienamente d'accordo.
| Tharros ha scritto: Se dall’esperimento si voleva trarre dei dati più o meno confortanti e realistici si doveva prendere una decina di persone, metterle in mezzo ad un campo e far loro costruire il nuraghe, partendo da zero. Quindi costruire attrezzi, trovare il modo di trasportare i massi, di sbozzarli dove serviva progettare la costruzione ecc ecc.
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lieto di constatare che non sono il solo a pensarla così. Sarebbe anche bastato prendere una decina di persone e dargli gli strumenti del tempo già pronti, eppure...l'esperimento avrebbe avuto il suo costante margine di errore, ma questa volta sarebbe stato tutto decisamente "più rigoroso" (o almeno ci sarebbe stata la volontà di farlo).
Centinaia di esperimenti di trasporto sono stati fatti con esito positivo prima dell'avvento dei trattori | bene, quali? meglio parlare per citazioni piuttosto che così, in generale.
| ...e il sistema sicuramente migliore non sono certamente rulli, leve o rampe di terra (queste ultime improponibili per l'edificazione di un nuraghe) ma slitte! Cmq la mia citazione dell'esperimento non voleva dare un metro di paragone con le possibilità del tempo, ma voleva essere uno spunto per ridimensionare le affermazioni precedentemente fatte. |
adesso ci capiamo.
| C'è da dire inoltre che più che di cavatura io parlerei di sbozzatura del materiale reperibile più facilmente semi pronto e non a grandi distanze. Chiaramente, se si prende come esempio un nuraghe specifico, in località povere di materiale i tempi di realizzazione crescono esponenzialmente. (l'esempio del rancio a mio parere è un esagerazione, in quanto l'insediamento non doveva trovarsi a notevole distanza, anzi, probabilmente era molto vicino, e anche senza la costruzione dei nuraghi, i Sardi avrebbero mangiato lo stesso!) [/quote] Non mi hai capito. Il punto non è poter mangiare o meno, il punto è quanto mangiavano, e che apporto energetico riuscivano a trarre dall'alimento. Ti dico solo che un'oplita Greco del tempo delle guerre persiane mangiava due volte al giorno, a mezzodì e a metà pomeriggio (durante quello che noi chiamiamo "pranzo" solitamente si scannavano) eppure questa gente (i lacedemoni addirittura si alimentavano unicamente dell'orribile "brodo nero") si allenava, marciava, combatteva con armature interamente di bronzo per delle ore, uccidevano, facevano l'amore...in sostanza vivevano con un pasto che non soddisferebbe (oggi) nessuno. Il mio esempio era non tanto per farci riflettere sulle possibilità di mangiare o meno del nuragico di turno...ma del fatto che l'uomo di oggi (lo sperimentatore) non è paragonabile all'uomo di ieri (oggetto della ricerca...lui e ciò che ha costruito). Per cui...ci sarà sempre quel già stra-citato "margine di errore".
Non capisco perchè le rampe di terra non andrebbero bene, allora come veniva portato in cima il materiale?
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Modificato da - kigula in data 03/10/2009 19:02:08 |
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 26/08/2009 : 11:05:19
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il forum non mi inserisce questa parte, la riposto:
-citazione sui trattori-
bene, quali? meglio parlare per citazioni piuttosto che così, in generale.
| ...e il sistema sicuramente migliore non sono certamente rulli, leve o rampe di terra (queste ultime improponibili per l'edificazione di un nuraghe) ma slitte! Cmq la mia citazione dell'esperimento non voleva dare un metro di paragone con le possibilità del tempo, ma voleva essere uno spunto per ridimensionare le affermazioni precedentemente fatte. |
adesso ci capiamo.
| C'è da dire inoltre che più che di cavatura io parlerei di sbozzatura del materiale reperibile più facilmente semi pronto e non a grandi distanze. Chiaramente, se si prende come esempio un nuraghe specifico, in località povere di materiale i tempi di realizzazione crescono esponenzialmente. (l'esempio del rancio a mio parere è un esagerazione, in quanto l'insediamento non doveva trovarsi a notevole distanza, anzi, probabilmente era molto vicino, e anche senza la costruzione dei nuraghi, i Sardi avrebbero mangiato lo stesso!)
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Non mi hai capito. Il punto non è poter mangiare o meno, il punto è quanto mangiavano, e che apporto energetico riuscivano a trarre dall'alimento. Ti dico solo che un'oplita Greco del tempo delle guerre persiane mangiava due volte al giorno, a mezzodì e a metà pomeriggio (durante quello che noi chiamiamo "pranzo" solitamente si scannavano) eppure questa gente (i lacedemoni addirittura si alimentavano unicamente dell'orribile "brodo nero") si allenava, marciava, combatteva con armature interamente di bronzo per delle ore, uccidevano, facevano l'amore...in sostanza vivevano con un pasto che non soddisferebbe (oggi) nessuno. Il mio esempio era non tanto per farci riflettere sulle possibilità di mangiare o meno del nuragico di turno...ma del fatto che l'uomo di oggi (lo sperimentatore) non è paragonabile all'uomo di ieri (oggetto della ricerca...lui e ciò che ha costruito). Per cui...ci sarà sempre quel già stra-citato "margine di errore".
Non capisco perchè le rampe di terra non andrebbero bene, allora come veniva portato in cima il materiale?
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tholoi
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 26/08/2009 : 15:06:34
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Sul metodo costruttivo dei nuraghi vorrei ricordare che tutte le teorie sul campo sono ovviamente delle ipotesi, almeno fino a quando non si avranno delle prove certe, il che già mancando la scrittura... Mi vengono in mente le immagini degli anni 50 per lo scavo di Su Nuraxi in cui vengono utilizzati grossi buoi per spostare/trainare grossi massi. Sul discorso delle spinte orizzontali proposto da Laner, vorrei precisare che egli pone in evidenza anche la forma del concio che va posato favorendone "l'incastro" più stabile possibile, se mi si vuole passare il termine, con il concio su cui viene poggiato, e con questo mi riferisco ai conci facenti parte della tholos, quindi della struttura muraria più interna. Pertanto, a mio parere, le perplessità sulla sua teoria andrebbero orientate più sui filari di base e quelli immediatamente adiacenti. Altro discorso va fatto invece sui filari della torre che vediamo dall'esterno, che inevitabilmente poggiano sul riempimento tra la torre esterna e la tholos tranne che per i tratti dove è presente la scala, spesso crollata, e quei tratti dove sono ricavati vani inframurari che, sempre a mio parere, denotano un maggiore azzardo nella sfida alle leggi fisiche ma che essendo ancora in piedi denotano forse anche maggiore maestrìa nella costruzione della torre.
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Modificato da - tholoi in data 26/08/2009 15:09:47 |
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Tharros
Salottino
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Inserito il - 26/08/2009 : 15:37:54
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| MirkoZaru ha scritto:
| Tharros ha scritto:
Il Nuraghe in sé è una costruzione piuttosto semplice, per i nostri tempi, per allora, è ovvio che la cosa è diversa. Ma non posso non pensare che non vi fosse un’organizzazione per settori. Chi costruiva i ponteggi, chi sbozzava i massi, quelli dei piani superiori perché quelli in basso erano solo sbozzati in opera e solo all’esterno, in certi casi, e chi metteva in opera i massi e quant’ altro. E’ pensabile che la messa in opera fosse la parte più delicata di tutto il lavoro e non poteva, per logica, essere fatta da molti operai. Essendo circolare è ovvio che vi fosse un punto di partenza e i massi andavano messi in sequenza e con la giusta differenza di circolarità (considerando un nuraghe un tronco di cono) Se la costruzione fosse stata quadrata potevano lavorarci due o tre persone per lato. Le prova di costruzione di un nuraghe per quanto possa essere sperimentale da comunque dei punti di partenza e consente di rilevare delle indicazioni su quello che poteva essere il lavoro e la sua organizzazione. Se dall’esperimento si voleva trarre dei dati più o meno confortanti e realistici si doveva prendere una decina di persone, metterle in mezzo ad un campo e far loro costruire il nuraghe, partendo da zero. Quindi costruire attrezzi, trovare il modo di trasportare i massi, di sbozzarli dove serviva progettare la costruzione ecc ecc.
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E' proprio qui che ti sbagli... Il nuraghe è una struttura tutt'altro che semplice oggi! Non lo era nel 2000 a.C. , ma probabilmente lo era già nel 1200 a.C.! Ma oggi, sarebbe difficile che qualcuno elevasse un nuraghe per anche solo 2 piani. Questo perchè un architetto di oggi ragionerebbe con spinte orizzontali, ci vorrebbe un capo mastro di allora...
P.s.: ma ancora sei convinto di questa favoletta dei ponteggi per tirare sù il materiale? In nuraghe avevà già tutto quello che serviva in fase di posa in opera senza bisogno dei ponteggi! ...darei inoltre il consiglio di andare a vedere i nuraghi di persona, e rendersi conto che il materiale non è stato martellinato nella faccia esterna in fase di posa d'opera!
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Basterebbe un capomastro come mio nonno che costriva prevalentemente in muratura portante. In certi casi ho l' impressione, leggendo qualche intervento, che i nuraghe, e non se ne capisce il motivo, esulino da quelle che sono le leggi della fisica.
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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MirkoZaru
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Inserito il - 26/08/2009 : 15:51:02
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| Tharros ha scritto: Basterebbe un capomastro come mio nonno che costriva prevalentemente in muratura portante. In certi casi ho l' impressione, leggendo qualche intervento, che i nuraghe, e non se ne capisce il motivo, esulino da quelle che sono le leggi della fisica.
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Qui non è questione di muratura portante, ma più di equilibri e di baricentri. Le leggi della fisica non cambiano, semplicemente i Nuragici le sapevano usare come si deve... non come gli architetti di oggi. i conci sono messi in modo da equilibrare le murature e , al tempo stesso, sfruttare i baricentri! Ogni muro è portante a sè stesso!
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 26/08/2009 : 15:55:01
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| tholoi ha scritto:
Sul metodo costruttivo dei nuraghi vorrei ricordare che tutte le teorie sul campo sono ovviamente delle ipotesi, almeno fino a quando non si avranno delle prove certe, il che già mancando la scrittura... Mi vengono in mente le immagini degli anni 50 per lo scavo di Su Nuraxi in cui vengono utilizzati grossi buoi per spostare/trainare grossi massi. Sul discorso delle spinte orizzontali proposto da Laner, vorrei precisare che egli pone in evidenza anche la forma del concio che va posato favorendone "l'incastro" più stabile possibile, se mi si vuole passare il termine, con il concio su cui viene poggiato, e con questo mi riferisco ai conci facenti parte della tholos, quindi della struttura muraria più interna. Pertanto, a mio parere, le perplessità sulla sua teoria andrebbero orientate più sui filari di base e quelli immediatamente adiacenti. Altro discorso va fatto invece sui filari della torre che vediamo dall'esterno, che inevitabilmente poggiano sul riempimento tra la torre esterna e la tholos tranne che per i tratti dove è presente la scala, spesso crollata, e quei tratti dove sono ricavati vani inframurari che, sempre a mio parere, denotano un maggiore azzardo nella sfida alle leggi fisiche ma che essendo ancora in piedi denotano forse anche maggiore maestrìa nella costruzione della torre.
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Si Tholoi, ma ogni concio del nuraghe si regge da solo in equilibrio non h a bisogno di conci laterali per restare sù. Cmq, un giorno o l'altro spero di riuscire a fare una escursione insieme a te per farti vedere dal vivo particolari che magari non hai mai notato e al tempo stesso notare quelli che hai visto tu e io no!
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tholoi
Salottino
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Inserito il - 26/08/2009 : 16:47:14
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| Tharros ha scritto: Basterebbe un capomastro come mio nonno che costriva prevalentemente in muratura portante. In certi casi ho l' impressione, leggendo qualche intervento, che i nuraghe, e non se ne capisce il motivo, esulino da quelle che sono le leggi della fisica.
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Per quello che mi riguarda i nuraghi non esulano dalle leggi della fisica, ma non perchè lo dico io, possono dirlo ad esempio i crolli frequenti e visibili nelle torri.
X Mirko, io distinguerei sempre tra i conci della tholos e i conci della torre esterni, tra questi ci metto sempre i conci/pietre di riempimento che per forza devono sollecitare spinta sulle due murature un cui sono contenuti. E mi scuso anche se non ho un vocabolario abbastanza tecnico per spiegare al meglio il mio punto di vista.
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Modificato da - tholoi in data 26/08/2009 16:47:39 |
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tholoi - neroargento.com |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 26/08/2009 : 17:18:37
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| tholoi ha scritto:
| Tharros ha scritto: Basterebbe un capomastro come mio nonno che costriva prevalentemente in muratura portante. In certi casi ho l' impressione, leggendo qualche intervento, che i nuraghe, e non se ne capisce il motivo, esulino da quelle che sono le leggi della fisica.
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Per quello che mi riguarda i nuraghi non esulano dalle leggi della fisica, ma non perchè lo dico io, possono dirlo ad esempio i crolli frequenti e visibili nelle torri.
X Mirko, io distinguerei sempre tra i conci della tholos e i conci della torre esterni, tra questi ci metto sempre i conci/pietre di riempimento che per forza devono sollecitare spinta sulle due murature un cui sono contenuti. E mi scuso anche se non ho un vocabolario abbastanza tecnico per spiegare al meglio il mio punto di vista.
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Per restare in equilibrio i conci delle tholos e anche quelli delle carene devono avere una spiccata precisione per la distribuzione del peso e, soprattutto essendo aggettanti reggono per gravità. I nuragici non hanno considerato, da qui i crolli e la ricopertura dei nuraghe crollati, la forza del vento quale spinta laterale. Per fare una battuta direi che di pietre in testa prima di capire come funziona ne devono aver prese parecchie. Chissà quale era la mortalità allora in edilizia ( che macabro..)
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 26/08/2009 : 21:06:02
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Tharros, scusa se mi permetto ancora... quindi pensi che i nuraghi siano caduti per "il vento"? quindi cadono solo con quel particolare tipo di vento che li fa cadere dal lato della scala oraria nella gran parte dei casi? Non credi che sia una cosa un po azzardata? A mio parere i nuraghi non cadono anche se salti nell'ultima pietra della tholos! Se un nuraghe cade, lo fa per un semplice motivo: spanciamento o lesione delle strutture! Come avviene lo spanciamento? La vegetazione (alberi, arbusti da profonde radici ecc) si insidia tra un concio e l'altro fino a "espellere" verso l'esterno i conci e lesionare la muratura (chiaramente con la giusta manutenzione non sarebbero caduti) ... la vegetazione (tra l'altro) cresce maggiormente nei punti che presentano vuoti , come ad esempio il vano scala. L'osservazione di Tholoi è interessante, però le due murature sono legate insieme e di conseguenza maggiormente stabili. La lesione delle strutture, solitamente avviene per tagli verticali ed è dovuta a assestamenti del terreno. Tuttavia il nuraghe si assesta ottimamente proprio perchè si regge per gravità! Tholoi pensa un po se ci fossero spinte orizzontali nella tholos dell'Orolio ... adesso l'Orolio non ci sarebbe più!
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Modificato da - Petru2007 in data 27/08/2009 21:14:33 |
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Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire. |
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