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manu79
Utente Medio
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Inserito il - 13/10/2009 : 03:36:41
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Sono perfettamente d'accordo con te Maniscialli! Per me è inutile tirare in ballo le divisioni feudali, per cercar di capire la diffusione e l'evoluzione dell'abbigliamento popolare, oltretutto, di un tipo di abbigliamento, che per certo ha un ispirazione "esotica", e che si sviluppa in un periodo successivo (anche se solo immediatamente successivo), a quel tipo di gestione del territorio. Certo Mustha, hai ragione, l'assetto di tipo feudale ha lasciato i segni sotto molti aspetti, e questi segni sono stati evvidenti ancora per diversi decenni dopo che è venuto a mancare. Tuttavia le dinamiche delle mode del vestire mi pare, per tutti i discorsi che noi stessi facciamo anche qui nel forum, siano evvidentemente ben altre. Comunque sia, la tua teoria è tutta da confutare, e non nego, ripeto, che la possa ritenere valida per l'abbigliamento precedente is spenzus.
Vedo comunque con piacere che qui fioccano i complimenti e gli elogi! Cara Sardina (la misteriosa Sardina, sarà una sardina dello stagno di Molentargius? Boh!, il mistero permane........) grazie per i complimenti, c'e sicuramente da parte di tutti noi la serietà, la passione e la faticosa ricerca, da parte mia per ciò che riguarda la competenza ho molto ancora da imparare e ringrazio per ciò chi è più competente di me, che se non altro con i suoi interventi, mi dà degli spunti utili per approffondire le mie conoscenze e le mie riflessioni riguardo l'affascinante tema del vestiario sardo: mi salvo un pochino in corner, solo per il fatto di saper "mettere quattro punti" con l'ago ed il filo, oltretutto, mi dicono che sono molto bravo, ma a me sembra sempre di essere un pò "improdderi" o "imbudrugheri" come dicono altrove. Mi sa che son l'unico campidanese tra i frequentatori del forum (oltre Sabry) che si occupa a largo raggio del vestiario tipico: teoria e pratica!
Ed infine Santobevitore! Ho già evidenziato il fatto che a mio avviso, i giacchini di Gergei, mi fanno pensare ad un modello primitivo di Spenzu. Da loro, prendendo per buono ciò che dice l'enciclopedia, li chiamano gipponis, a me per comodità di classifficazione e per il fatto che hanno il palloncino sul gomito, piace chiamarli spenzus. La descrizione degli "spencer", parla di giacchino corto, sotto il seno e quelli di Gergei, sono così corti, però non sono accollati, caratteristica ques'ultima che troviamo nei nostri spenzus "a foll'e stoia" (quelli a maniche piegate e non grinzite). Ti ringrazio anche per la segnalazione di aidomaggiore, che evvidentemente mi era sfuggito: il bustino hai ragione, per via della punta, ricorca gli spensus campidanesi, ma le maniche non mi pare abbiano lo sbuffo a palloncino. Oltretutto, viene indicato come un giacchino molto antico, occorrerebbe ancora una volta stabilire se la data indicata nella ciclopedia sia veramente attendibile, io penso proprio di no. Sul discorso dei boleri poi, non so che dirti, certo l'unica etimologia del termine spenzu, spensu. spenseru è inequivocabilmente "spencer", se poi da un'unico modello di giacchino ne siano derivati piu di uno, con caratteristiche molto diverse tra loro, boleri compresi, non lo so. Ma oltretutto tu cosa intendi esattamente per bolero?
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emanuele mudu |
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maniscialli
Utente Medio
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Inserito il - 13/10/2009 : 08:15:36
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sabry...grazie per i complimenti...dietro la ricerca c'è il vasto mondo degli usi e costumi popolari che con il passare del tempo si sono persi...o pian pian si stanno perdendo...le fonti della ricerca per la maggior parte delle volte è orale ...allora viene il bello riuscire a mettere con santa pazienza al loro posto i mille tasselli che hai a disposizione... e purtroppo bisogna sbrigarsi perchè le fonti si stanno “seccando”...ndi deppu pappai ancora de pani tostau....
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 13/10/2009 : 09:14:22
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la lunga durata della giacchetta denominata spencer nella moda europea generalizzata, ha portato a trasformazioni nel tempo da quello tardosettecentesco a vita alta, a quelli immediatamente successivo , neoclassico, a vita altissima, a quelli del II° impero più bassi di quelli tardosettecenteschi a quelli metà ottocento spesso con punta anteriore.. se non ricordo male le lezioni di storia della moda che ho avuto modo di seguire in un lontano passato il nome spencer deriva da un militare che adotto' una giacchetta simile nella sua divisa "personalizzata" il successo della foggia la fece diventare veste da caccia femminile ... e poi abito da città--- per bolero si itende un indumento, stretto e sagomato m con maniche discretamente aderenti, aperto sul petto e molto corto in corrispondenza dei lati e della schiena.. quando ho citato quest'indumento ,,, mi riferivo strettamente a quelli del sassarese, chimati corittos,, quelli tipici di ossi, thiesi, ittiri, bonorva ecc tanto perintendeci e non volevo arrivare gli ampliamenti ( interessantissimi) a cui è arrivato santobevitore... credo che sia interessante , anche per il sud,,, rissumere qualcosa di questi boleri .. delle giacchette, ed altre forme di giubbetti nel nord.. abbiate pazienza ,, l,o faro' appena possibile..presto eh!
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 13/10/2009 : 12:58:40
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come promesso , digressione sui boleri troviamo le immagini di questi boleri logudoresi nella collezione cominotti(1825-26) li indossano la donna d'usini , ad esempio , e la donna di Muros , rispetto alla maggior parte di quelli che ci sono pervenuti, in media, queste illustrazioni evidenziano boleri a corpo lungo, che giungono sin quasi alla vita... e' probabile che la maggior parte dei boleri, di cui troviamo qualche descrizione nel casalis ( voce tissi e thiesi) fossero comunemente in panno scarlatto o saia.. lo dico per dati dagli atti d'archivio.. ve ne erano probabilmente in velluto ( di lusso) ve ne erano anche neri, forse in velluto o panno... molti presentavano applicazioni di sete su un verso ed erano double face.. . il modello "cassico " ha nelle maniche, sagomate e discretamente aderenti , uno squarto , spesso diviso in due da un "filo" rinforzato a punto occhiello, in corrispondenza dell' incavo del gomito ed un altro, inferiore, dal gomito al polso , sull'esterno, in zona avambraccio, vi e' la serie di asole per la buttonera... attorno al 1870 questi boleri ritornano nelle immagini del manca di mores ( ittiri, florinas, meilogu ) con corpo più corto e sono sovente rossi o neri, probabilmente in velluto ,ed ornati di fitti ricami florali stilizzati. in seguito in talune comunità le maniche diventano aderentissime, gli squarti divengono esigui e spesso scompaiono , a volte anche le asole ( corittu serradu) alla fine del 1800 molti esemplari sono in velluto operato terziopelo ed accolgono o ricami floreali sfumati di grande e medio modulo o applicazioni di passamanerie ( agremani) commerciali... la situazione centro per centro è articolata.. esempio.. a ittiri sono tuttora in uso corittos squartati in velluto di seta granato o viola.. sia con le decorazioni lineari di fili di seta a cordones più antica,, sia con agremani, sia con le costure ricamate a fiori sfumati ( raro) vi è poi la versione in velluto nero domenicale, restano esemplari antichi, double face , in scarlatto, decaduti all'uso feriale, ma in antico ( sino al 1910 circa) anche di gala.. poi vi sono i manighiles feriali con maniche a palloncino, in stoffette commerciali, in uso dal 1920 circa..
ho potuto vedere un bolero di bonora del primo ottocento , in panmmo rosso, con pochi ricami stilizzati che nel taglio conserva la struttura perfetta degli SPENCER signorili del primo ottocento ed ha persino una sorta di basso colletto rivoltato.. dettaglio che ritorna in corittos della metà orTTocento di usini, ossi, tissi,,, dove a livello decorativo tutto lo scollo e le falde regano un'applicazione smerlata.. ( i confronti sono con certe figure di majas di goia,, che occorrerebbe osservare bene ,, anche per le giacchette campidanesi).
l'esame dei testamenti, ad esempio quelli dell'anglona , con i legittimi dubbi, fa immaginare che alla fine del 1700 e sino al 1830 , grosso modo, ci fossero altri tipi di giubbetti, contemporaneamente anche in un'unica località , in quanto si citano, spesso nello stesso atto, gippones e corittos, a volte camijolas , che farebbero immaginare diverse tipologie di giacchette.. a osilo, nulvi , ploaghe e sennori permane un tipo di giacchetta lunga, sulla quale si porta il busto... a osilo e nulvi questa giacchetta è chiusa ermeticamente sul petto, in antico mediante bottoncini e asole, oggi spesso con automatici.. quelli di nulvi pervenuti preferiscono il terziopelo fioradu o sete scure, a osilo, prima dell'attuale in velluto, ve ne era uno di scarlatto , double face,,, le fonti attestano che le maniche erano molto squartate.. a sennori vi è il tipo in scarlatto ( dei poveri o di mezza festa) e quello in velluto granato, ricamatissimo , di alta gala, idem a ploaghe ( dove, più che nel coipittu di scarlatto di sennori) e' evidente l'uso double face--- ( i documenti evidenziano per entrambi i centri un'enfatizzazione massiccia dei ricami nel corso del tempo)
accanto a questi indumenti vi sono poi le" bluse signorili " dette isciaccas sia in forme lussuose con velluti, sete, passamanerie, sia dimesse in stoffette scure di cotone, , la cui diffusione inizio' attorno al 1880... e in alcuni centri resto' ai margini ( ittiri -thiesi) in altri ( Tula, Nughedu s. nicolo') soppianto' quasi del tutto i corittos.. a putifigari , si portava un gippone, sempre di terziopelo a fiori scuro, chiuso sul petto percorso da pieghette , con punte anteriori irrigidite, e maniche "a prosciutto", a volte con passamanerie e agremani , destinato alle "ricche" e ( forse recentemente) alle anziane ... a pattada e dove ho detto prima l'abito delle dame prevedeva uno una giacchetta simile agli spensus meridionali e si contrapponeva ai corittos quasi sempre in scarlatto e con maniche squartate delle "vassalle" specifico che a Thiesi , ai primi dell'800 le dame portabano veladas di velluto scuro,, mentre le popolane corittos-boleri... altro che manu! ho scritto tanto anch'io, ma lascio a voi le ipotesi di tipo generale ..all'acume si santo, musta, mani , manu ecc perchè credo si intravvedano delle costanti e delle linee di convergenza interessanti per avere un quadro più completo ..aspettiamo che Ampuriesu , pero', ci ragguagli sulle camisciolas e sui gipponi galluresi.. ciau
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ampuriesu
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Inserito il - 13/10/2009 : 16:51:39
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Babborcu ha già detto e stradetto e anche se non cita la Gallura ha già fatto luce sui corpetti galluresi. Premetto che in gallura già dalla prima metà dell'800 sono stati dismessi i corpetti e questo non saprei dire se a causa dell'influenza dell'abbigliamento borghese comune nel resto d'Italia o della Francia oppure, ma è solo una mia supposizione, che le donne abbiano adattato il costume ai balli rendendolo così più leggero e facilitando i movimenti alla donne durante i balli. Considerate che i balli galluresi a differenza dei balli del resto dell'isola, sanno molto di spagnoleggiante e di francese e con un busto rigido addosso sarebbe quasi impossibile per esempio ballare la danza di Aggius con il coreografico dansè. Mi è arrivato alle orecchie che in gallura esistevano i busti e se la sorte non mi è contraria, proprio una signora di Aggius ne possiede uno granato e me lo dovrebbe dare per una fedele ricostruzione. Una canzone gallurese dice "lu to bustu di ballena cintu alla francesina" (il tuobusto di balena cinto alla francesina), infatti nel territorio sono presenti diversi corpetti stile francese irrigiditi proprio da ossa di balena. Ritorniamo al discorso gipponis... da noi esistono due varianti di giacca femminile: la prima è detta "lu Jupponi", una sorta di giacchino molto aderente in terziopelo di seta a fiorami detto "biddutu lunatu" o in broccato di seta. Le maniche solitamente sono strette sino all'altezza del gomito e poi vanno ad allargarsi sino all'altezza dei polsi dai quali fuoriesce un'abbondante pezzo di manica della camicia che serviva per tergere il sudore. Altra variante ma meno diffusa porta le maniche strette e aderenti tipo un polsino di camicia. Sul davanti è chiuso da dei ganci e sul giro vita senpre anteriormente porta una sorta di alette simile ai busti di Ploaghe, Nulvi, Sennori ecc. ma non rigidi, nei quali vanno fermati i lembi dello scialle del collo. Altra variante invece non presenta queste alette ma il taglio è netto rifinito da passamaneria. Con l'avvento della moda francese i mercanti francesi, attraverso la Corsica iniziarono a esportare passamanerie realizzate con del vetro e perline, ed ecco che alla fine dell'800 troviamo jupponi arricchiti nelle maniche e lungo l'abbottonatura centrale da queste passamanerie scintillanti, alternate da delle frange dorate o pizzi valencienne. Al museo di Aggius si possono trovare anche altre versioni più rare come per esempio delle plissettature sul davanti o delle pens, inesistenti nei modelli precedenti. Questa giacca veniva indossata dal ceto sociale povero giornalmente e in occasioni di festa o del proprio matrimonio mentre il ceto sociale alto lo indossava quotidianamente. C'è il detto in gallura di "la femina vistuta in camisgiola" (la donna vestita in camiciola" che sarebbe la donna agiata proveniente da famiglia importante. LA camisgijola è una sorta di giacchino double face che da un lato porta il panno rosso arricchito di una passamaneria d'argento che rifinisce i polsi e forma le finte asole dai quali pendono dei bottoni in lamina d'argento (uno per ogni finta asola), e dall'altro lato invece si trova il broccato di seta per le donne abbienti o una seta meno pregiata per quelle meno ricche. Le maniche sono completamente aperte a partire dalle ascelle, all'infuori di due cm di cucitura nel polsino che serve per formare proprio il polsino stesso, chiuso da un gancetto metallico. La camisgjiola è alquanto scollata, a forma di V e legata sul davanti da due lacci di fettuccia di seta rossa.Quasi all'altezza dei fianchi ha una sorta di volant sempre di panno per il lato rosso e di raso viola per il lato in broccato. Al centro, posteriormente, c'è una sorta di plissetatura che una volta indossata si apre a mo di ventaglio. Il lato rosso veniva indossato in occasioni importanti come la domenica per la messa, il matrimonio, le feste ecc., mentre il lato in broccato veniva indossato durante la settimana. Vedendo la camisgjiola affianco al giubbetto indossato dalle giubbe rosse francesi si trovano moltissime similitudini, al punto di far pensare che la foggia adottata in Gallura provenga proprio dai militari della Francia. Spero di non aver detto troppo e aver annoiato ma non è possibile sintetizzare quando si descrive un pezzo di abbigliamento tradizionale
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 13/10/2009 : 18:12:07
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ampuriesu . sei stato davvero chiaro e esauriente... già altre volte ho fatto notare come il modello di certi giubbetti sia maschili che femminili sardi, in panno rosso soprattutto... ( notiamo la somigliaza fra la camijola gallurese e i gippones femminili di nuoro, di oniferi ecc o con quelli di oliena ecc) si rifanno ad un tipo di giacca secentesca che poi resta nelle divise maschili militari e no,, ad esempio le livree dei domestici.... nel caso della gallura il giubbetto di scarlatto indica la classe sociale elevate e la gala,,, l'altro modello assimilabile in parte alle giacchette campidanesi di cui parliamo .. indicale classi sociali basse e la quotidianità... mentre il secondo modello non trova documentazione figurata ampia ottocentesca, il primo e' ben attestato sin dalla fine del 1700 esempio le donne di tempio della collezione luzietti.
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 13/10/2009 : 21:34:04
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| babborcu ha scritto:
come promesso , digressione sui boleri troviamo le immagini di questi boleri logudoresi nella collezione cominotti(1825-26) li indossano la donna d'usini , ad esempio , e la donna di Muros , rispetto alla maggior parte di quelli che ci sono pervenuti, in media, queste illustrazioni evidenziano boleri a corpo lungo, che giungono sin quasi alla vita... attorno al 1870 questi boleri ritornano nelle immagini del manca di mores ( ittiri, florinas, meilogu ) con corpo più corto e sono sovente rossi o neri, probabilmente in velluto ,ed ornati di fitti ricami florali stilizzati. in seguito in talune comunità le maniche diventano aderentissime, gli squarti divengono esigui e spesso scompaiono , a volte anche le asole ( corittu serradu).
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Esattamente questo succede ai gipponis di Oristano e paesi del Sinis:
Prima un bolero lungo fino alla vita, nero (testimoniato dal Tiole) o bianco (in una tavola del Cominotti), manica stretta, spacchi posteriori, direi di foggia settecentesca. Poi, nei disegni del Manca di Mores, appare un bolero di ridotte dimensioni, corto sotto il seno, in panno rosso oppure azzurro, in seguito sempre e solo nero, un solo bottone alla fine della manica, sempre stretta. Quest'ultimo modello dovrebbe essere quello che appare in una delle prime immagini fotografiche del costume di Cabras: usato aperto (ma probabilmente ha dei ganci), molto semplice, con qualche piega sul davanti. Dalla fine dell'Ottocento il modello perde il bottone alla fine della manica ma si fa via via piu raffinato (il passaggio è testimoniato in due foto, una di Cabras e l'altra di S. Vero Milis). Viene confezionato in velluto, liscio o operato, seta liscia o operata, piquè, lanetta, con pieghe più sottili che si dipartono da grinziture all'altezza delle scapole, orlature in velluto, cuciture ornamentali, passamanerie, festoni di nastro di taffetà. Mettendo insieme le nostre diverse testimonianze, per il cagliaritano si potrebbero fare due ipotesi:
- O su spentzu, essendo lungo alla vita, si rifà allo spencer modello tardo settecentesco.
- Oppure, lo spencer corto sotto il seno, pur rimanendo in uso in diverse aree del centro-nord, a Sud si è nuovamente allungato, secondo i dettami della più recente moda di metà Ottocento.
Infine una domanda: a questo punto, la moda del bolero corto verrà da Nord o da Sud?
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 14/10/2009 : 11:48:20
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le oscillazioni della lunghezza del corpo dei boleri hanno corsi e ricorsi.. ad esempio a thiesi è provato che dopo il 1910 circa si ha un allungamento notevole, sin quasi alla vita ,, per imitazione delle giacchette borgehsi.. a ittiri sembrerebbe, rispetto a quanto dipinto dal manca di mores, invece un accorciamento sin quasi a pochi cm dall'ascella ( per enfatizzare il bustino)... non è detto che il luogo di persistenza attuale sia quello di origine ( consideriamo che nel logudoro sono presenti da antico altre tièpologia di giacchette) comunque per il circondario di cagliari mi fano pensare quei giubbetti rafficurati nella luzietti , che pur essendo lunghi hanno le linee di taglio identiche a quelle dei boleti logudoresi ,, e l'ornamentazionelineare, per me, più antica...
è solo un'impressione , ma rivolgo l'attenzione in questo senso al giubbetto antico di osilo, di cui esistono esemplari ,,, tutto in scarlatto, double face, lungo sino alla vita, con asole all'avambraccio, chiuso sotto il collo tramite una doppia fila di asolette.... i confronti mi riamandano: a quello tardosettecentesco di nuoro al locale museo del costume, a quello di maria piras e per alcuni versi a quello da sposa antico di oliena ( in velluto granto pero') ed alle camisciole tanto care ad ampuriesu... vi è un'oscillazioni in tutti questi esemplari dello squarto delle manicahe , a volte assente, a volte presente.. ad osilo è ben chiaro che sino al 1850 almeno le maniche erano squartate... questi giubbetti hanno caratteri marcatamente secenteschi... i boleri corti parrebbero risentire della moda tardo settecentesca e di esemplari tipici della moda spagnola...
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musthayoni
Utente Attivo
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Inserito il - 14/10/2009 : 15:47:11
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... ciau ragazzi e ragazze .. .. intervengo velocemente perchè non ho davvero tempo .. a causa di impegni imminenti .. e quindi in attesa di chiarire meglio la mia posizione (sull'aspetto correlato agli usi, tradizioni e costumi nelle giurisdizioni feudali) ... invito cmq mani a riflettere meglio sul concetto di area demologica cagliaritana .. (studiata peraltro anche dall'Alziator) .. e sulle radici storiche e culturali che l'hanno strutturata ... ... per Santo ... che mi dici del giacchino tipo bolerino in uso a Sestu (vedi foto d'epoca pag. precedenti) .. ma sappiamo anche a Maracalagonis ?
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musthayoni
Utente Attivo
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Inserito il - 14/10/2009 : 15:51:02
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.. naturalmente la domanda sul bolero è estendibile a tutti ... babbai ... a tui prus de tottus ka ndi scisi duas crubas in prus de su dimoniu .. .. saluti e a presto ...
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 14/10/2009 : 16:12:07
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mustayoni: ho fato passi indietro e ho scorso immagini belle, ripassando piacevolmente, ma non sono riuscito a dindividuare il bolero sestese.. ripostalo, se puoi.. mi interessa tanto... nd'iscu pius de su dimoniu? esagerato!! anche tu e mani, e ampuriesu ecc ecc, non scherzate! meno male che c'è qualcuno chesi cura di queste cose, no???
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sardina
Utente Normale
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Inserito il - 14/10/2009 : 18:03:23
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bene, vedo che tanti vanno di fretta.. musthayoni.. e maniscialli, che ringrazia sabry per i complimenti.. che avevo fatto io!
manu dice: grazie per i complimenti, c'e sicuramente da parte di tutti noi la serietà, la passione e la faticosa ricerca, mi salvo un pochino in corner, solo per il fatto di saper "mettere quattro punti" con l'ago ed il filo Mi sa che son l'unico campidanese tra i frequentatori del forum (oltre Sabry) che si occupa a largo raggio del vestiario tipico: teoria e pratica!
manu, anch'io faccio queste cose.. non mi piace troppo parlarne, e non sempre chi sta intorno capisce..
saluti
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Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. Bertrand Russell |
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musthayoni
Utente Attivo
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Inserito il - 14/10/2009 : 18:47:51
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... babbai eccoti accontentato ... e adesso ... illuminami d'immenso ...
.. ciau sardina .. ti saluto .. en passant .. e se vuoi .. illuminami .. anche tu se vuoi ... insieme .. al nostro .. santo .. bevitore ....
... ciao .. e se avete un pomeriggio libero fate un salto nel di .. Sestu ... sentire Gian-Giacomo è sempre un buon investimento ...
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maniscialli
Utente Medio
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Inserito il - 14/10/2009 : 20:46:59
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Sardina...ti chiedo umilmente scusa...molte volte non è la fretta...si tratta di distrazione...dover rispondere a vari post comporta questi inconvenienti...scusami ancora...
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 14/10/2009 : 22:16:16
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| musthayoni ha scritto:
... per Santo ... che mi dici del giacchino tipo bolerino in uso a Sestu (vedi foto d'epoca pag. precedenti) .. ma sappiamo anche a Maracalagonis ?
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Mustha, mettiti gli occhiali da sole che quello che leggerai qui sotto ti illuminerà a giorno... Inizialmente, appena avevi postato questa bella immagine, avevo pensato a una somiglianza con i nostri gipponis, poi ho avuto modo di vedere che la fattura è diversa: questi restano più lunghi (sfiorano comunque la vita), non sono sollevati dietro, non hanno il taglio "sagomato", nè le pieghe per il seno davanti (che invece sono presenti proprio negli spentzus). Non so se ricordo bene ma non avevate detto che questi giaccus sono più recenti rispetto a su spentzu? Magari si può ipotizzare un'ascendenza diversa (moda borghese fine '800 ?) rispetto a questo (moda borghese fine '700 -primi '800) . In altre parole, mi sembra più imparentato con lo spencer su spentzu (non solo per il nome!), piuttosto che su giaccu. Nei miei (astrusi) ragionamenti, tengo penso alla vicinanza di questi centri con Cagliari, città certo più aggiornata sulle mode borghesi rispetto ad una Oristano per esempio. Ciò detto, credo di aver illuminato quanto una lucina fulminata dell'albero di Natale!
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