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maniscialli
Utente Medio
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Inserito il - 05/10/2009 : 09:41:33
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| maniscialli ha scritto:
Babbo da tempo ho un dubbio… negli scialli la scelta di ricamare una varietà di fiori invece che un altra era dovuta solo ad una scelta di ordine estetico, oppure si può attribuire la loro riproduzione ad qualche altro fattore religioso o superstizioso… anche i ricami come gli indumenti erano soggetti alle mode… nei post precedenti ho notato che i ricami degli scialli nordisti con quelli sudisti si assomigliavano stesse varietà dei fiori stessa tipologia di posizionamento degli stessi… perciò…moda, canoni da rispettare…o cosa…
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Babbo...chiariscimi meglio le idee... non sono riuscito a capire bene le ultime risposte... Non vorrei aver capito una cosa per un'altra...
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 05/10/2009 : 12:39:50
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MANISCIALLI : CERCO I SINTETIZZARE le docorazioni in fasi antiche avevano significati simbolici-magici tesi soprattutto a proteggere la persona da malattie e influssi negativi... questo in tutta la nostra arte popolare.. per cui i leoni, i pavoni, il disegno del corallo, le rose , gli uccelletti affrontati.. questi antichi significati sol tempo sono andati quasi completamente persuti a favore di quello decorativo e di "lusso"... molte tessitrici, ad esempio chimano il pavone oca o upupa o addirittura il cervo legato al cancello perchè orendono la grande coda stilizzata per una grata... la sintassi decorativa e' il modo con cui sono disposte le decorazioni ... prevale ,direi, una cornice che segue il perimetro del trinagolo, un mazzo importante centrale e piccoli motivi di : campitura del resto dello spazio, distanziati fra loro... credo che inb questa composizione vi sia, anche se non unico, l'inflisso delle decorazioni di certi fazzoletti stampati, dei veli di tulle che piegati a tringolo sono spesso cosi' strutturati nella decorazione... e' ovvio che, anche se con scelta ormai estetica venivano selezionati alcuni motivi, parlo degli scialli, rose, garofani foglie d'uva ecc.. e con determinate dimensioni, e' un salto azzardato fare altri fiorami ( non so: orchideee, iris calle, grossi gigli di sant'antonio) ecc) e tentare effetti" non stilizzat" per esempio a punto raso.. perchè il punto tipico è il pieno acostato al nodi..
MANU: dalla documentazione in mio possesso ,fra l'altro centinaia di a testamenti, ti posso assicurare che nella prima metà del 1800 gli indumenti popolari ricamati erano rarissimi, se non assenti, la decorazione era affidata a stoffe già decorate in fabbrica e ad applicazioni di passamanerie... sarà necessario che le donne sarde si liberino della schiavitu' della confezione del pane, della tessitura, ecc... e questo avviene dopo il 1870 grosso modo... perchè il ricamo, prima appannaggio dei ricchi e dei borghesi, scenda a livello popolare..
un documento molto interessante e' citato da leonardo.. in questo o altro post per bosa... aghli inizi del secolo a bosa erano presenti diversi tipi di scialli...ma, direi, non ricamati... le teorie vanno supportate da prove e ragionamenti, per cui se ritieni gli scialli ricamati più antichi di quelli di seta, spiega su quali basi,,ciau
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maniscialli
Utente Medio
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Inserito il - 05/10/2009 : 12:54:16
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Babbo...ora perfettamente tutto chiaro...
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sabry
Utente Attivo
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Inserito il - 05/10/2009 : 13:17:57
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| manu79 ha scritto:
Allora cara sabry, ti scrivo visto l'orario "in notturna dall'Italia" o meglio "in notturna da Elmas", nella mia presentazione ho avvertito che sono un nottambulo!!! Ho visto la foto dei costumi da te realizzati, e non mi sento di aggiungere molti commenti in più rispetto a quelli che ti hanno già fatto i colleghi del forum, sopratutto per quanto riguarda i bottoni del corpetto di tuo figlio (li puoi tranquillamente sostituire in qualsiasi momento, è un lavoro facile ,facile!). Anche a me non piace il broccatello della donna di sinistra utilizzato per confezionare su cossu quello che indossi tu non si vede bene in che tessuto è confezionato. Per il resto, vista la distanza alla quale è scattata la fotografie, non posso esprimere un giudizio per ciò che concerne la fattura degli abiti: a questa distanza sembrano fatti bene, bisognerebbe vederli più da vicino per giudicare meglio. Un osservazione per is cossusu: volevo sapere se sei partita visionando un modello originale di vallermosa o se hai fatto di testa tua; le brettelle a mio giudizio, anche a questa distanza, mi paiono troppo larghe rispetto a tutti i modelli antichi che finora ho visto, ma ciò può dipendere chiaramente dai modelli che erano presenti al tuo paese. Ti sei informata inoltre se anche da voi come quasi in tutto il campidano si usava il fazzoletto sopra il corsetto, quello chiamato "panneddu " o "pann'e pitturras"? Mi pare che tu stessa abbia tirato in ballo Villasor, da loro, tra l'altro non così lontano da vallermosa, lo usavano sia sopra is cossussu che sopra i giacchini (contrariamente alla moda di Sestu, a Villasor é messo sopra il giacchino onde per cui non si sa se si tratta di gipponis o giaccus ma vedrò di informarmi). Un'altra piccola osservazione: mi pare che tu abbia il fazzoletto legato ad un lato, qualcuno ti ha specificamente indicato che si usava portato così o era uno dei tanti modi di portarlo che magari tra le anziane si è conservato fino ad oggi? Lo usava messo in quel modo una particolare categoria di persone o un determinato ceto sociale, si legava cosi in occasioni particolari o solo in abbinamento a quel tipo di vestiario? Insomma è stata una tua scelta o ti è stato consigliato da qualcuno? Hai visto per caso delle foto in cui lo portavano in quel modo? Ed infine, mi par di vedere l'altra signora con indosso uno scialle ricamato, vedo bene? Se così fosse, a me non convince assolutamente l'uso dello scialle a manica di camicia, mi suona un pò come portare la cravatta sulla maglietta polo invece che sulla camicia e con la giacca! Su quest'ultimo argomento credo che aprirò una nuova discussione ben presto( non abboccate adesso per favore perche prima dobbiamo risolvere il problema della distinzione tra i vari giacchini, grazie!) Oltretutto anche tua bisnonna, nella foto "inquisita", indossa lo scialle ricamato, ma non mi che sia a manica di camicia e tantomeno ce l'abbia indossato così scusami se te lo dico, buttatto all'indietro! o in qualche altra foto che non ci hai postato l'hai visto messo in quel modo? Non preoccuparti comunque, sono cose che si affinano con il tempo, anch'io ho ancora molto da imparare e non ti dico come si vestivano le mie amiche all'inizio che ci siamo occupati di abbigliamento tradizionale! Se riesci, la prossima volta che ti rivesti, pettinati facendoti la riga in mezzo e ricorda che quella al tempo dei costumi era l'unica pettinatura nota! Riga in mezzo e crocchia bassa, sotto la nucca, una regola valida per tutto il campidano. Non offenderti se sono stato per certi aspetti un pò troppo puntiglioso, serve per spronarti a migliorare. Questo anche per Maniscialli: appena riesco mando le foto per sbrogliare il discorso gipponi, blusetta, giaccu.... baschina..... Ma voi avete dato uno sguardo dove già vi ho indicato? Ciao a presto!
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grazie manu, non mi offendi affatto con queste critiche anzi ne ho davvero bisogno. il modello de su cossu l'ho disegnato io, il fazzoletto incrociato sotto il mento perchè così lo usava mia bisnonna e anche perchè lo ricordano varie persone. de su pannu e pitturras non ho ancora nessuna notizia. non posso trattenermi mi collegherò in seguito così inserirò anche foto dettagliate in modo che possiate dare un giudizio approfondito.
per musta ..... Vallermosa faceva parte del marchesato di Villasor per questo motivo ci sono similitudini. ciao a presto.
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sardina
Utente Normale
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Inserito il - 05/10/2009 : 16:25:42
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Diffusione blusa: anni 15/20 evidentemente è così per elmas e dintorni, che stanno più distanti dai centri propulsori cittadini. Ma in altre zone l’arrivo è precedente, quindi va studiato paese per paese. la blusa riprende modelli di gippone ma è più larga, in genere non foderata, non decorata esternamente, con chiusura ad automatici; non viene più usata con s’abodrau ma con gonne arricciate (non più plissate) in tela quadrettata, rigata, etc. E’ ancora un contesto “tradizionale”, come se si riproponesse il completo de s’abodrau, ma senza alcuni particolari, ad esempio, non si usa su trubanti nell’acconciatura né la riga centrale ma laterale. Che intendete per “blusa cittadina”? la blusa è così in città e nel contado.. d’accordo con manu per: gipponi quello marrone dell’enciclop., perfetto nella descrizione di manu; Ultima foto (antica): baschina, perfetto il nero, non solo a sinnai ma in generale nei centri attorno a cagliari; quella che maniscialli (scusa, cosa significa? ricorda i nativi americani.. ) chiama blusa, anche per me è un gippone, sia per la forma che per la decorazione. Il fatto che sia in tessuto a fiorami e non tinta unita non deve confondere.
Manu: il copricapo è un elemento che si è mantenuto a lungo anche con cambi di vestiario (soprattutto dalle anziane). Quindi si copricapo stile ‘antico’, resto dell’abbigliamento’moderno’. Ma in quello della parente di sabry tutto fa pensare a una foto fine ‘800 - primissimi ‘900.
Babborcu: dal profondo nord al profondo sud le cose cambiano.. nei dintorni di cagliari lo scialle ricamato, di cui esistono pochi esemplari, ha un uso precedente agli scialli di seta viola-nero, viola-verde ‘antico’, viola-verde ‘recente’. Quando sono arrivati quelli in seta, chi lo ha potuto fare lo ha acquistato, certamente ceti agiati, poi piano piano è diventato più frequente, associandosi a quello nero ricamato, poi lo ha soppiantato. Sappiamo dell’uso di farsi inumare con gli abiti ‘buoni’ per cui molti sono scomparsi.. e oggi forse si ha un rapporto di 2-3 ricamati ogni 8-10 in seta. Il ricamo è ‘obbligatorio’ nel momento in cui per avere qualcosa di bello e prezioso lo si deve autoprodurre. Ma quando arrivano gli scialli pronti da fuori che non hanno bisogno di nulla, lo si adotta (ma nella bella mostra di sestu c’era un meraviglioso scialle in seta ricamato). Come alcuni vestiari anche del centro dell’isola che utilizzano le passamanerie a fiorami anziché il ricamo. E siccome viene da fuori, e noi sardi siamo ‘pocos locos e male unidos’ ci piace di più e magari facciamo la cuccia al cane con quello ricamato...
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manu79
Utente Medio
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Inserito il - 06/10/2009 : 04:38:19
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Bona genti salve a tutti! Ancora una volta in notturna da Elmas! Sardina non potevi inserirti un pochino prima nella discussione? Mi avresti fatto risparmiare un bel pò di "inchiostro"............. Son felice che almeno con qualcuno riesca ad intendermi senza troppe difficoltà! Babborcu, c'e poco di cui mi debba rassegnare! Se rileggi bene i miei interventi nell'altra discussione sull'abbigliamento, ti accorgerai che io stesso mi son battuto per affermare la minor considerazione che si aveva degli scialli ricamati rispetto a quelli in seta (tra l'altro leggo con piacere che si tratta di un'opinione diffusa). Ti dò pienamente ragione nel momento in cui chiedi ad ognuno di noi di supportare le proprie posizioni con delle prove certe ed inconfutabili ( .........le teorie vanno supportate da prove e ragionamenti........). Sul discorso degli scialli ricamati precedenti a quelli in seta, volevo dare delle spiegazioni: Sardina mi ha battutto sul tempo, solo che il suo discorso è secondo me un pò incompleto.
Non ti nascondo che in un primo momento, come Sardina, ho ritenuto causa determinante dei nostri punti di vista differenti, il fatto che ci si riferisse a realtà distanti tra loro, il sud ed il nord dell'isola. Dove tu dici: .....................dalla documentazione in mio possesso ,fra l'altro centinaia di a testamenti, ti posso assicurare che nella prima metà del 1800 gli indumenti popolari ricamati erano rarissimi, se non assenti.......... qui io ho letto, mal pensando, che tu stessi parlando solo degli scialli (invece ti riferivi al ricamo in generale, come lo intendiamo noi). Quando parli dei testamenti (prove certe ed attendibili) il discorso non mi toccava affatto proprio perche li ritenevo inerenti realtà diverse e ragionavo cosi: babborcu è del nord Sardegna, i testamenti sono del nord sardegna e non del sud, riguardano una realtà probabilmente diversa dalla nostra solo che lui partendo da delle fonti documentarie certe ed esclusive della sua zona , fa poi un discorso generalizzato. Se invece i testamenti fossero stati campidanesi....................... (non sarebbe cambiato nulla ovviamente!!!)
Poi prosegui dicendo: .........sarà necessario che le donne sarde si liberino della schiavitu' della confezione del pane( poi questa teoria me la spieghi meglio!!!), della tessitura, ecc... e questo avviene dopo il 1870 grosso modo... perchè il ricamo, prima appannaggio dei ricchi e dei borghesi, scenda a livello popolare........... A questo punto mi son ricordato il discorso sull'evoluzione e la presenza del ricamo..........nelle camicie....giusto per esempio.........
Sai babborcu qual'è il passaggio che manca? Sardina dice: .............nei dintorni di cagliari lo scialle ricamato, di cui esistono pochi esemplari ( dipende dai centri), ha un uso precedente AGLI SCIALLI DI SETA VIOLA-NERO, VIOLA- VERDE 'ANTICO', VIOLA VERDE 'RECENTE'............ aggiungerei a quanto dice Sardina ........e tanti altri colori con la presenza o meno dello sfondo nero, che compaiono successivamente nel mercato!!!!!!!!!. Gli scialli che Sardina cita, diffusissimi in campidano (ma non solo), si trovano in grande quantità perche comunque più recenti ( a partire grossomodo proprio dal 1870); mi pare vengano classifficati come scialli "cannellati". Si diffondono sempre di più man mano che ci si allontana da tale data anche perchè, pur essendo ancora molto costosi, risultano via via sempre meno cari rispetto al passato. Come mi pare di aver già detto nell'altro forum sull'abbigliamento, a Settimo S.pietro, Maracalagonis e sopratutto Sinnai, ve ne è una quantita straordinaria, talvolta anche più di uno in ogni casa. A sinnai in particolar modo dove è sconosciuto l'uso dello scialle ricamato, si è continuato ad acquistare scialli in seta sin che erano disponibili sul mercato, anni 20/30 se non ricordo male, ed è ovvio che seppur anche in quegli anni il costo fosse alto, la disponibilita monetaria per contro, rispetto all'800 era maggiore è cio consentiva anche alle famiglie meno agiate di affrontare la spesa. A Sardina e sfuggito il particolare (o forse non l'ha evvidenziato) che prima di quel tipo di scialle in seta ne esistevano già degli altri simili per fattura, ma con disegno differente e degli altri ancora più leggeri simili a dei grandi foulard di seta affrangiati, chiamati "muncadoris a sciallu".
Per dirla tutta , l'uso comune degli scialli ricamati potrebbe essere quindi coevo a quello degli scialli di seta (quel modello che è presente in quasi tutti i paesi e che presumo tutti noi conosciamo - di particolari ve ne sono nel sulcis, ma quelli non so a che periodo risalgano) o al massimo di poco precedente solamente e ribadisco solamente a questo tipo specifico di scialle in seta. Un modello di scialle in seta più antico, su sciallu de arroda, giusto per citarne uno: di questo modello son rimasti pochissimi esemplari proprio perche è più antico e perchè la sua minor diffusione era causata probabilmente dal costo ancora troppo elevato. Aggiungerei, la tesi secondo cui più antichi degli scialli ricamati vi siano i grandi fazzoletti marron con il bordo stampato, Muncadoris mannus, muncadoris maurredinus o tanaus che dir si voglia relegati anche questi ultimi col diffondersi degli scialli serici ad indumenti quotidiani. Anche quest'ultima e comunque una teoria sulla quale discutere!
Noi campidanesi o meglio io perlomeno (giusto per non generalizzare), siamo abituati a ragionare in termini temporali di prima, durante e dopo, come se la storia del costume iniziasse con su bordau e gli spenzus (dalla seconda metà dell'ottocento quindi), e cronologicamente a seguire gipponis, ...giaccus...... baschina............. blusette e ciò spesso ci porta a dimenticare che in quel periodo inizia solamente ciò che noi abbiamo potuto conoscere , giusto perche si è conservato fino ai nostri giorni (sia con capi d'abbigliamento sia con le fotografie), ma non tutto il discorso generale sull'abbigliamento che come è ovvio seppur a volte difficilmente documentabile ha una storia molto più vecchia alle spalle. Oltretutto, lasciando perdere le veladas e simili, siamo proprio sicuri che gli spenzus siano i modelli più antichi? E i giaccus (quelli tipo Sestu per intenderci) compaiono effettivamente tra fine ottocento ed inizi novecento?
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emanuele mudu |
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 06/10/2009 : 11:23:28
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| manu79 ha scritto: A Sardina e sfuggito il particolare (o forse non l'ha evvidenziato) che prima di quel tipo di scialle in seta ne esistevano già degli altri simili per fattura, ma con disegno differente e degli altri ancora più leggeri simili a dei grandi foulard di seta affrangiati, chiamati "muncadoris a sciallu".
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Esattamente a questi ho pensato quando Babborcu ha affermato che gli scialli di seta sono più antichi. Questo tipo di scialli, per lo più color paglierino, con o senza frangia, in seta operata e stampata, è ben descritto dal Bresciani per il costume dell'Oristanese e prima ancora dall'Angius (siamo tra gli anni '30 e '40 dell'Ottocento). Un esemplare con frangia e disegno cachemire, invece, è visibile in una stampa del costume di Oristano (1860 circa) gentilmente postata da Maniscialli qualche tempo fa. E pensare che da noi non ne è rimasto uno, accidenti! Is muccadoris tanaus scuri dovrebbereo essere arrivati intorno agli anni '80 dell'Ottocento. Non essendo di mia competenza la butto lì, ma credo non sia un caso che gli scialli ricamati siano scuri, neri o marron, e che la sintassi del disegno sia identica a quella di un muccadori tanau.
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 06/10/2009 : 12:39:41
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manu: chiedo scusa de confondo i vostri nomi.. ormai per me manu e' "quello che scrive tanto",,, cone detto da lui non è questione di nord o sud.. ( tra l'altro nella zona che conosco profondamente il sassarese, meilogu,romangia ecc gli scialli sono poco usati e compaiono quasi dappertutto dopo il 1910-20! per il ricamo, confermo, intendevo non quello delle camicie.. ( sulla cui evoluzione il discorso esula) ma quello a fiorami in sete colorate in generale... posso assicurare che e non parlo solo del sassarese ec c negli atti ra rissi mamente si parla di questi ricami, ma di passamanerie , applicazioni ecc. sino cl 1870 circa per l'affrancamento dalla tessitura panificazione l'esempio sta adf osilo, uno dei centri di eccellenza del ricamo, lo afferma il tolu liperi nella sua monografia sul paese del 1913... più in generale vedi Piquereddu in : il merletto nel folkore italiano.. di una ventina di anni fa.. saggio sui ricami in sardegna...
e' evidente che la tipologia degli sialli in seta è cambiata nel tempo ... i venendo via via più ricca e abbattendo i costi... si tratta, ripeto e ripeto, di un accesorio di origine orientale, che ai tempi napoleonici è stato acquisito i e poi imitato n europa, i primi erano specie di stole.sciarpe ed erano di cachemir--- è con gli anni 30-40 dell'800 che si diffondono enormemente con "discesa"dal mondo colto a quello popolare... posso accettare la contemporaneità .. ma non la precedenza di quelli in tibet ricamati... ad ogni modo concordo sul fatto che l'iconografia ottocentesca, a parte il dalzani non ha attenzione grossa per gli scialli... comunque tutte le ipotesi restano aperte,..erchè dire i che le prove ( non i ragionamenti) sono poche poche e vanno confrontate sull'intera area isolana...
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manu79
Utente Medio
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Inserito il - 06/10/2009 : 13:53:15
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Babborcu , secondo i tuoi studi, la prima comparsa dei muncadoris mannus o tanaus a che periodo dovrebbe risalire?
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emanuele mudu |
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 06/10/2009 : 16:21:16
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la questione e'aperta,manu, come credo per gli scilli , in attesa di studi e prove a vasto raggio... ma nella documentazione iconografica precedente il 1840-50 grosso modo si vedono drappisimili, ma condromatismi accesi... giallo, celeste, toni di rosso.... io posseggo unacquerello inedito cheraffigura l'abito di elmas e da vari indizi presuno pia degli anni a cavallo del 1850 .60,, doce si riconosce inconfondibilmente uno di quei fazzoletti con coloti di terre e cornici decorate.. biziofolk riferiva di possederne uno ove c'è un bollo o cartellino che recita "regie gabelle" il che farebbe ipotiare un'importazione...
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manu79
Utente Medio
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Inserito il - 06/10/2009 : 17:20:15
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Babborcu, siamo pienamente d'accordo, tutto è teoria e supposizione finchè non viene comprovato con documenti inconfutabili! Dai miei ragionementi e da ciò che ho potuto valutare di persona, ritengono di poter affermare con assoluta certezza che i muncadoris mannu fossero già presenti e di uso comune intorno al l 1860. Certo i capi d'abbigliamento che sono pervenuti fino a noi non hanno lo scontrino allegato con la data d'acquisto, ma............. ci sono altri modi per stabilire a che epoca risalgano !!!!!
Scusami ma credo di non aver capito bene ....... o forse ho le traveggole:I]! Parli di un acquerello inedito raffigurante l'abito di Elmas? Siamo sicuri, che sia proprio di Elmas? Non per mettere in discussione la tua parola, ma non è che si tratta di un falso d'autore? Sai com'è, in giro se ne vedono è sentono di tutti i colori...............
Dal momento che conosco le tue difficoltà nel postare le foto, potresti almeno descrivere il resto dell'abito raffigurato in quel documento "inedito" di cui parli. Ma ha proprio la dicitura Elmas!!!!???? Capisci bene quanto sia curioso ed interessato alla cosa!!!!!!
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emanuele mudu |
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 06/10/2009 : 18:01:54
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invecchio ... d'ora in avanti chiedetemi conferma di ogni cosa che dico.. spero di non darti una delusione . ho confuso,,, e' PULA ... non è un falso.. GARANTITO ... fa parte di una serie di più di cento acquerelli ...ma perchè ho scritto elmas? appena avro' un po' di tempo li passo in rassegna e vedo cosa c'è del campidano..certamente ci sono sinnai e quartucciu e diversi di cagliari...
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laier
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Inserito il - 06/10/2009 : 18:11:31
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| babborcu ha scritto:
invecchio ... d'ora in avanti chiedetemi conferma di ogni cosa che dico.. spero di non darti una delusione . ho confuso,,, e' PULA ... non è un falso.. GARANTITO ... fa parte di una serie di più di cento acquerelli ...ma perchè ho scritto elmas? appena avro' un po' di tempo li passo in rassegna e vedo cosa c'è del campidano..certamente ci sono sinnai e quartucciu e diversi di cagliari...
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c'è qualcosa pure su iglesias? qui http://www.gentedisardegna.it/topic...PIC_ID=13383 trovate il manifesto sulla mostra che curiano, incentrata sulla filiera dei tessuti e sugli abiti della Sortilla, siete tutti invitati
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Tramonto a Porto Cauli - Masua
Iglesias (CI)
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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sardina
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Inserito il - 06/10/2009 : 18:51:51
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babborcu ha ragione a dire che le donne sono state schiave per troppo tempo di lavori duri e lunghi come la panificazione, che poco tempo lasciavano ad altro.. però, se non sbaglio, esistevano anche le donne che lo facevano per mestiere, quello della sartoria e del ricamo.. e poi le donne dell’alta società.. mica dovevano fare il pane.. Penso ancora che il ricamo esiste quando non esiste qualcosa che lo sostituisce. Appena arriva qualcos’altro, cambio volentieri.. no? D’accordissimo con lo scialletto precedente a frange, santobev e manu Giustamente non l’ho messo in conto perché mi pareva si discutesse degli scialli viola, verdi e -hai ragione manu!- di altri colori, ad esempio nero-azzurro, di periodi fine otto-inizi novecento, e a questi mi pare un po’ tutti pensavamo si riferisse babborcu. tra l'altro lo scialle in seta ricamato che citavo l'altro giorno per la mostra di sestu, potrebbe dimostrare che: 'si ricamava lo scialle, e io lo ricamo, anche se questo non è in tibet nero ma in seta e già a disegni colorati!', un pò come è successo a quegli uomini che hanno messo 's'arroda' sopra i pantaloni 'civili'.. cioè consuetudini che marcano i passaggi.. Non ho citato i muccadori’ mannusu (o tanausu..) perché non in tutti i centri intorno a cagliari si usavano.. Una cosa fondamentale mi pare appunto questa: dire si - no a cose che non si conoscono non è corretto, e a volte tutti noi ci incorriamo.. (giusto manu!) . Non so se su spensu sia antecedente a su gipponi.. nella moda europea sono più o meno coevi, forse anzi precede il ‘jubòn’. Penso - ma potrei sbagliare - che da noi, intorno a cagliari, gipponi e spensu fossero grosso modo coevi con spensu più di gala, con le maniche a nido d’ape, sete, fiocchi, nastri e passamanerie, gipponi meno di gala, con decorazioni al polsino ed, eventualmente, sull’apertura centrale (il famoso nastrino cucito a zig-zag), quindi per ceti/ occasioni diverse. La blusa però è l’ultimo esito, sicuro! poi viene il jeans! Sui giaccus sestesi.. sarei felice di vederne “in stoffa e filo” per capire meglio. Probabilmente il nome è diverso per indicare qualcosa di comune agli altri centri, probabilmente su gipponi. Manu, attenzione, non so proprio se sinnai non conosca gli scialli in tibet ricamato: ne ho visto uno splendido l’anno scorso, ma mi accerterò! un abbraccio a tutti
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santobevitore
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Inserito il - 06/10/2009 : 19:00:09
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| manu79 ha scritto: Dai miei ragionementi e da ciò che ho potuto valutare di persona, ritengono di poter affermare con assoluta certezza che i muncadoris mannu fossero già presenti e di uso comune intorno al l 1860. Certo i capi d'abbigliamento che sono pervenuti fino a noi non hanno lo scontrino allegato con la data d'acquisto, ma............. ci sono altri modi per stabilire a che epoca risalgano !!!!!
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Aspetta, io mi riferivo a quelli scuri. Quelli con un cromatismo più acceso, in seta paglierino o in mussola celeste, amaranto o rossiccia sono ben descritti dal Bresciani e questo è un dato certo. Così come è un dato certo la loro presenza ancora negli anni '60 e '70 dell'Ottocento (v. la tempera postata da Maniscialli, un acquerello del Manca di Mores, una descrizione del costume oristanese, piuttosto dettagliata, del 1869). La prima volta che, in una descrizione, si parla di un muccadori tanau (o mannu) esplicitamente scuro è ne La Bella di Cabras (1887). Da allora si parla sempre e solo di fazzoletti nei toni del marron, viola scuro, amaranto e, in qualche caso, verde oliva. In altre parole, sembra che il periodo che vede il tramonto de is muccadoris mannus di colori vivaci (anche in seta) e l'affermarsi di quelli scuri sia intorno agli anni '70 dell'Ottocento. E guarda caso, proprio in questo periodo, per i ricchi, arrivano gli scialli di seta che conosciamo anche noi. Tra l'altro, anche nel libro Costumi della Ilisso, si dice che i muccadoris tanaus scuri siano arrivati alla fine dell'Ottocento.
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