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McCurry
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 31/07/2009 : 00:02:17
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Ero in zona per altro (ovviamente) e non è certo un piacere fotografare la stupidaggine umana. In questa immagine (forse) si può notare che lo sfondo è completamente devastato da un incendio. Il territorio è quello di Mores .... quello nei dintorni di Bonorva era ancora peggio (ma anche simile)
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Gli specchi farebbero bene a riflettere prima di rimandarci la nostra immagine. (Anonimo) |
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Trambuccone
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 31/07/2009 : 00:32:31
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Spettrale......... JK
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Errare humanum est, perseverare autem diabolicum......et tertia non datum. |
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Nevathrad
Utente Maestro
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Inserito il - 31/07/2009 : 14:01:48
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| McCurry ha scritto:
| Nevathrad ha scritto: Qualche post più su ho scritto esattamente questo: “Averle è praticamente ininfluente… al massimo potrebbero essere utili (con venti non forti) negli stoppieti bassi, dove il fuoco rotola sul terreno rimanendo basso basso (non trova essenza cespugliose o alberi che fanno torcia e propagano fiamme alte) e, contemporaneamente, si autoestingue nella parte retrostante spingendosi sempre in avanti... condizioni queste che si verificano in una percentuale irrisoria (quasi inesistente) di casi. Però, in questo caso, dove le fiamme sono bassissime, basta un tot di volontari o addetti ai lavori che con delle frasche battono le fiamme e le spengono. E anche in questo caso la costosissima fascia tagliafuoco è inutile.”
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E' evidente che parliamo lingue diverse! Ti ricordo che quei territori hanno causato due morti e impiegato numerosi mezzi e uomini per spegnere un incendio durato giorni. Ma forse mi esprimo male .... scusa!
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Sei l’unico con cui, sembra, io non riesca a spiegarmi. Tranquillo, ti tolgo l’ambascia di dire ancora che non ci capiamo.
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 01/08/2009 : 09:10:55
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Perdonatemi, per il mio intervento, ma non credo sia utile litigare. Nè citare le varie classificazioni. Mi sembra che sia invece assolutamente essenziale rendersi conto che gli incendi sono tutti causati dalla mano dell'uomo. Doloso o colposo, non importa un fico secco.
Gli effetti mortali e devastanti sono nei nostri occhi, e nel cuore. Dobbiamo tutti fare qualche cosa. Dobbiamo - ognuno - pensare ai vari possibili rimedi e, soprattutto, ad una prevenzione efficace, sicura. Parlarne, va bene. Ma credo si debba organizzare non una, ma tutta una serie di incontri, di comunicazione a tutti i livelli (comunali, regionali etc) e anche sia ai residenti sia ai turisti, (in tutti i centri, campeggi, ritrovi etc) con avvertenze chiare ed inappellabili.
Nell'anno dell'ultima campagna d'informazione, si ebbero meno incendi. Evidentemente è utile ripetere queste campagne, perché la gente è facile a dimenticare le buone norme di prudenza. Ogni idea può essere preziosa, o almeno utile. Dobbiamo pensare. Con affetto e con rispetto MF
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Beni: ti naru unu contu... |
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McCurry
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 01/08/2009 : 10:13:01
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| maurizio feo ha scritto:
Perdonatemi, per il mio intervento, ma non credo sia utile litigare. Nè citare le varie classificazioni. Mi sembra che sia invece assolutamente essenziale rendersi conto che gli incendi sono tutti causati dalla mano dell'uomo. Doloso o colposo, non importa un fico secco.
Gli effetti mortali e devastanti sono nei nostri occhi, e nel cuore. Dobbiamo tutti fare qualche cosa. Dobbiamo - ognuno - pensare ai vari possibili rimedi e, soprattutto, ad una prevenzione efficace, sicura. Parlarne, va bene. Ma credo si debba organizzare non una, ma tutta una serie di incontri, di comunicazione a tutti i livelli (comunali, regionali etc) e anche sia ai residenti sia ai turisti, (in tutti i centri, campeggi, ritrovi etc) con avvertenze chiare ed inappellabili.
Nell'anno dell'ultima campagna d'informazione, si ebbero meno incendi. Evidentemente è utile ripetere queste campagne, perché la gente è facile a dimenticare le buone norme di prudenza. Ogni idea può essere preziosa, o almeno utile. Dobbiamo pensare. Con affetto e con rispetto MF
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Come non essere d'accordo, concordo in tutto! Il senso del mio intervento era orientato ad evitare di pensare che gli incendi siano sempre dolosi, con menti programmatrici alle spalle per interessi politici, turistici ecc. Purtroppo di incoscienti, imbecilli e ignoranti ne abbiamo troppi ... e forse a queste persone neanche una seria campagna di prevenzione potrebbe inculcare una maggiore attenzione. Anche sui rimedi .... si può pensare che non risolvano completamente ma dire che il prezzo non giustifica il vantaggio ..... Qualsiasi strumento, qualsiasi sforzo, qualsiasi idea .... ben vengano, cerchiamo di essere positivi e propositivi non sempre denigratori di questo o quel sistema.
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UtOld
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 01/08/2009 : 17:49:27
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http://photos-d.ak.fbcdn.net/hphoto...797715_n.jpg Foto di : Cinzia Trazzi
Si dice che non leggiamo con la dovuta attenzione un’immagine fotografica …. E questo è in parte vero, quando la foto è utilizzata come semplice supporto ad un articolo giornalistico. Ci sono invece immagini come questa che ci costringono ad una lettura col cuore in gola, perché lo strazio con cui gli occhi di questo nobile animale che racconta una lotta impari per la vita è più che eloquente. Un invito quindi a leggere l’immagine soffermandoci proprio sulla posizione dell’animale che sembra ascoltare da una posizione di sconfitto le varie voci che hanno animato questa discussione dove alla fine come tanti hanno sottolineato l’uomo è sempre l’unico colpevole dei propri disastri sia dolosi che colposi.
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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 01/08/2009 : 18:04:48
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| redAldo ha scritto:[/red]Si dice che non leggiamo con la dovuta attenzione un’immagine fotografica …. E questo è in parte vero, quando la foto è utilizzata come semplice supporto ad un articolo giornalistico. Ci sono invece immagini come questa che ci costringono ad una lettura col cuore in gola, perché lo strazio con cui gli occhi di questo nobile animale che racconta una lotta impari per la vita è più che eloquente. Un invito quindi a leggere l’immagine soffermandoci proprio sulla posizione dell’animale che sembra ascoltare da una posizione di sconfitto le varie voci che hanno animato questa discussione dove alla fine come tanti hanno sottolineato l’uomo è sempre l’unico colpevole dei propri disastri sia dolosi che colposi.
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Condivido quello che scrivi.....l'immagine è terribile ma esprime pienamente quello che la mano dell'uomo può fare....distrugere tutto, la natura, gli animali e se stesso....non capisce che tutto il male che fa si ritorce poi contro se stesso.....ma niente da fare persevera e continua......giustissimo e straquoto che l'unico colpevole è comunque l'uomo.
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sarrabus72
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 01/08/2009 : 18:08:47
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Aldo condivido il tuo pensiero ... un immagine che colpisce dritto al cuore !
Per le persone incendiarie prive di coscienza penso che questa immagine non faccia un gran che effetto ... ma a persone del "tipo involontario" () come a quello di qualche anno fa a Silius che con la sua auto diffettosa con la marmitta causo un incendio immenso che stava accerchiando l´intero paese e provocando tantissimi danni e devastazione ... invece di dare l´allarme per paura e codardia si nascose a casa !
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Nevathrad
Utente Maestro
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Inserito il - 01/08/2009 : 18:18:08
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| Aldo g ha scritto:
Foto di : Cinzia Trazzi
Si dice che non leggiamo con la dovuta attenzione un’immagine fotografica …. E questo è in parte vero, quando la foto è utilizzata come semplice supporto ad un articolo giornalistico. Ci sono invece immagini come questa che ci costringono ad una lettura col cuore in gola, perché lo strazio con cui gli occhi di questo nobile animale che racconta una lotta impari per la vita è più che eloquente.
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Povera bestia, che strazio vederla, ma fa stare ancora più male l'idea che anche persone potrebbero essere lì, al suo posto, con la sua stessa posizione di sconfitta e di dolore...
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Trambuccone
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 01/08/2009 : 18:33:58
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.........Non fa a guardarla......... T.
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McCurry
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 01/08/2009 : 18:50:31
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Caro Aldo, capisco la forza che volevi dare al tuo intervento ... ma l'immagine (forse) è un pò troppo "cruda". Non vorrei che un argomento così delicato venisse precluso a bambini che, accanto a noi, potrebbero leggere e soprattutto vedere .... ... non vorrei che fosse l'inizio della libertà di postare qualsiasi tipo di immagine. Se dovessimo parlare di guerra, attentati o vivisezione, cosa potremo inserire tutti quanti? Cadaveri straziati? Ripeto, concordo con la forza del discorso ... con l'immagine no!
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McCurry
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 01/08/2009 : 22:35:00
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NUOVA SARDEGNA (01 agosto 2009) Rogo di Loiri, il romeno ai domiciliari di Guido Piga
Non c’è il pericolo di fuga, Victor Paun ottiene gli arresti domiciliari. L’impianto accusatorio della Procura contro il piromane (involontario) di Loiri non passa il primo esame. Ieri il giudice delle indagini preliminari, Vincenzo Cristiano, sentendo le ragioni della accusa e della difesa, ha deciso di far uscire dal carcere il bracciante agricolo, arrestato nonostante l’accusa fosse “solo” di incendio colposo. «Nei prossimi giorni presenteremo l’istanza di libertà - spiega il legale Sara Pala -, perché gli indizi contro sono inconsistenti». Nell’interrogatorio, Victor Paun ha spiegato la sua versione dei fatti. Ha sostenuto che non stava usando il trattore, e che quindi dal mezzo meccanico, come spiegato dalla Procura, non può essere partita alcuna scintilla. Ha poi chiarito che, al momento dello scoppio del rogo, che il 23 luglio ha distrutto 3600 ettari tra Berchiddeddu e Loiri, lui si trovava nella vigna della tenuta Villa Contu, armato solo delle forbici. Infine, il bracciante romeno ha confermato di aver dato subito l’allarme, chiamando i propri datori di lavoro, e ha giurato di non aver mai pensato alla fuga. Un racconto che, sostenuto da prove documentali e testimonianze, ha convinto il giudice ha concedergli gli arresti domiciliari: Victor Paun è tornato a Villa Contu, “difeso” dai proprietari dell’area. La domanda ora è: se Victor Paun non ha veramente colpe, chi ha appiccato l’incendio? «Ci sono delle foto della forestale, che dimostrano il punto di innesco dell’incendio: non posso dire molto, ma quell’area è molto distante dalla vigna in cui stava lavorando Paun» spiega l’avvocato Pala. Le indagini dunque continuano. In un primo momento, la Forestale aveva fatto sapere di essere entrata in possesso di sei (e non dieci) esche incendiare. Una prova chiara che l’incendio era di natura dolosa, così come - sempre secondo il comando regionale - dolosi erano sette roghi su dieci che la settimana scorsa hanno mandato in cenere migliaia di ettari in tutta l’isola. Poi, di quegli inneschi, non se n’è saputo più nulla ed è arrivata, inaspettata, la svolta investigativa. Che, al momento, non ha permesso di assicurare alla giustizia i piromani.
Ecco cosa significa "sbattere il mostro in prima pagina" ..... e soprattutto: cosa significa "siamo in possesso di dieci esche incendiarie, anzi sei .... " e poi non ne possono esibire nessuna? Come ho detto in precedenza, non penso sia molto semplice trovare prove di dolo .... è più facile dirlo.
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Modificato da - McCurry in data 01/08/2009 22:39:46 |
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UtOld
Salottino
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Inserito il - 03/08/2009 : 19:15:33
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@ Lorenzo
| Caro Aldo, capisco la forza che volevi dare al tuo intervento ... ma l'immagine (forse) è un pò troppo "cruda".
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Caro Lorenzo … L’immagine è si cruda però rappresenta la realtà nella sua drammaticità senza filtri come a mio avviso deve essere, e senza sconfinare nella banalità, nel cattivo gusto o tanto meno nella speculazione/spettacolo.
| Non vorrei che un argomento così delicato venisse precluso a bambini che, accanto a noi, potrebbero leggere e soprattutto vedere ....
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Mi preoccupano molto più i programmi della De Filippi e reality vari …. Qui si che personaggi improbabili deformano la realtà quotidiana e a mio avviso producono dei guasti nelle giovani generazioni. Sono pertanto consapevole che un bambino lasciato solo davanti alla televisione o su alcune pagine di internet può essere vulnerabile alla mondezza quotidiana … ma sono altrettanto sicuro che un bambino affiancato da un adulto possa comprendere la tragedia di un incendio attraverso la morte di un cavallo nel cui volto si legge anche la morte di vite umane e la catastrofe del rogo in Sardegna.
| ... non vorrei che fosse l'inizio della libertà di postare qualsiasi tipo di immagine. Se dovessimo parlare di guerra, attentati o vivisezione, cosa potremo inserire tutti quanti? Cadaveri straziati? Ripeto, concordo con la forza del discorso ... con l'immagine no!
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E qui consentimi di dire che stai generalizzando ed estremizzando un modo di comunicare che richiederebbe ben ampia discussione e approfondimento … ma che in ogni caso su questo sito e su questo forum non potranno mai trovare uno spazio appropriato perché come ben sai qua si parla solo e soprattutto di Sardegna. Concludo con la certezza che il giorno in cui avremo la possibilità di incontrarci, nascerà senz'altro una costruttiva e piacevole conversazione sulla fotografia. Con simpatia Aldo.
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Modificato da - UtOld in data 03/08/2009 19:16:23 |
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McCurry
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 03/08/2009 : 19:28:44
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@ Aldo
Diciamo che mi trovi concorde in moltissime cose, ma l'immagine del cavallo ha infastidito tutti a casa mia, moglie e figlia comprese. Posso dirti che (OT temporaneo) una volta ho postato un immagine di un opera d'arte in un cimitero (Sartorio - Monumentale di Bonaria, Cagliari) e mi hanno fatto capire a chiare lettere che non apprezzavano certe immagini (????) Comunque, ho solo espresso una opinione.
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Flore
Salottino
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Inserito il - 06/08/2009 : 08:45:53
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L'opinione del WWF
Gli incendiari hanno due complici
24/7/2009 - Gli incendiari hanno due complici: la scarsa manutenzione del territorio e fenomeni estremi. E' la posizione espressa dal WWF che ha stilato la mappa dei 17 hot spots italiani, aree di maggior pregio naturalistico a rischio incendi. Il decalogo contro il rischio.
Antonello Pollutri del WWF durante la vigilanza antincendio nel Parco Nazionale della Majella. Per il WWF è la mancata manutenzione del territorio il motivo principale a cui risalire per comprendere la virulenza degli incendi che stanno divorando il nostro territorio e quello di Francia, Corsica, Spagna, Grecia, dove la Sardegna ha vissuto persino drammi umani.
In Sardegna, in particolare, le piogge insolitamente intense di questa primavera hanno rinvigorito la vegetazione del sottobosco e dei campi, un’enorme massa vegetale improvvisamente disseccata da un rovente periodo pre-estivo. Questo duplice fenomeno climatico estremo ha prodotto una ‘miccia’ vegetale micidiale anche per il più piccolo focolaio di incendio, un rapporto causa-effetto non debitamente considerato.
“Quello degli incendi non è un appuntamento che ci deve ‘sorprendere’: è importate arrivare preparati, come d’inverno ci prepariamo ad un’influenza. Ed il rimedio migliore sta proprio nella manutenzione del territorio, un’opera da svolgere durante tutto l’anno soprattutto viste le condizioni climatiche estreme che il Mediterraneo dovrà affrontare sempre più nei prossimi anni – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia – Basterebbe, ad esempio, rimuovere nel periodo pre-estivo le sterpaglie cresciute durante la primavera per attutire l’effetto ‘innesco’ che queste producono. Ed è proprio per la manutenzione del territorio che il WWF rivolge l’appello a tutti proprietari di terreni e alle varie autorità competenti, soprattutto in prossimità di aree boschive. Con semplici interventi di cura e attenzione in periodo pre-estivo si potrebbero ridurre notevolmente quegli inneschi incendiari dolosi da sempre legati a contese tra allevatori o a episodi di teppismo”.
Fondamentale per il WWF è poi l’opera dei Comuni chiamati a prevenire le speculazioni sui terreni ormai ‘svalutati’ dal passaggio del fuoco attraverso l’aggiornamento del Catasto incendi: in Sardegna sono soprattutto i comuni costieri ad essere in ritardo rispetto a quest’obbligo, un fenomeno che espone queste aree a future mire edilizie e deturpanti.
UN FUOCO CHE PAGHIAMO CARO
Oltre alle vittime umane, spesso coinvolte negli episodi incendiari più gravi, il ‘bene’ natura’ è quello più colpito. Secondo uno studio del WWF condotto in Spagna, il danno economico causato dagli incendi forestali corrisponde a 5.500 euro per ettaro di bosco incendiato, senza considerare i danni permanenti e il valore delle specie animali e vegetali distrutte. Le foreste offrono infatti servizi naturali importantissimi per la vita dell’uomo e dell’ambiente: consentono la regolazione dell’atmosfera, del clima, la protezione da inondazioni, siccità, frane, dissesto idrogeologico, la regolazione del ciclo dell’acqua, l’approvvigionamento idrico, la ricarica delle falde e la variabilità biologica oltre ai benefici che derivano dal valore estetico, ricreativo e turistico.
Le aree percorse dal fuoco hanno tempi di recupero molto lenti, in relazione alla frequenza, all’estensione e alla complessità dell’ecosistema colpito. Occorrono circa 100 anni a un bosco di latifoglie, come le faggete e quercete, per recuperare, la macchia mediterranea alcune decine.
In Italia dalla metà degli anni ottanta ai primi anni del 2000 gli incendi boschivi hanno distrutto circa 1.100.000 ettari di superficie boscata, pari ad una regione più grande dell’Abruzzo.
Drammatico anche l'impatto sulla fauna: è stato calcolato che un incendio distruttivo di un ettaro di pineta può causare la morte di 300 uccelli, 400 piccoli mammiferi e 5 milioni di insetti: un danno diretto e immediato per la fauna al quale si aggiunge anche la frammentazione degli habitat che inficerà il successo riproduttivo delle stagioni successive.
17 HOT SPOTS IN ITALIA: AREE RICCHE E VULNERABILI
Il nostro paese custodisce aree preziose dal punto di vista della biodiversità che hanno bisogno di un’attenzione particolare: incrociando i dati sul valore ambientale e il rischio incendi il WWF ha stilato la Mappa degli HOT SPOTS, 17 aree più vulnerabili agli incendi estivi e di maggiore pregio naturalistico, tra cui spiccano proprio le regioni più colpite in questi giorni: Sardegna (Sulcis-Iglesiente, Sarrabus-Gerrei, Gennargentu-Supramonte-Orosei, Monte Limbara, Costa da S.Teodoro a Portobello di Gallura-Bocche di Bonifacio), Toscana (Alpi Apuane-Garfagnana e Maremma Tosco-laziale), e Puglia.
In queste 17 aree segnalate dal WWF vivono specie preziose particolarmente vulnerabili agli incendi estivi, perché spesso coincidono col loro periodo riproduttivo: ci sono anfibi come la Rana di Lataste, la Salamandra pezzata appenninica, il Discoglosso sardo; rettili tra cui la Lucertola delle Eolie, la Testuggine di Hermann, il Cervone, la Lucertola ocellata, ecc. Gli uccelli più colpiti sono la Colombella, il Nibbio reale, il Biancone, la Beccaccia, il Falco pecchiaiolo, l’Albanella minore, l’Astore, il Gufo reale, molte specie di picchi, il Frosone; tra i mammiferi il Quercino sardo, il Cervo sardo, il Capriolo italiano, il Gatto selvatico, la Martora e almeno 5 specie di pipistrelli legati agli ecosistemi forestali. Altre specie, con minore grado di rischio di estinzione come Istrice e Lepre, sono comunque colpite dagli incendi perché incapaci di allontanarsi rapidamente dal fuoco.
Nel suo Dossier Incendiometro il WWF ha anche stilato un DECALOGO di azioni per la prevenzione e lotta agli incendi boschivi, tra cui la mappa delle aree più a rischio, il coordinamento degli enti territoriali per sorveglianza e avvistamento intervento, punti di avvistamento permanenti, pattuglie mobili di pronto intervento, collegamento radio con frequenze uniche per i soggetti coinvolti, flotta aerea pronta all’uso, opere di prevenzione (bacini viali parafuoco, sentieristica, manutenzione territorio), divieto di accesso di mezzi privati nelle zone forestali più vulnerabili, campagne di sensibilizzazione permanenti, censimento e mappa dei comuni colpiti.
IL DECALOGO DEL WWF PER UNA EFFICACE AZIONE DI PREVENZIONE E LOTTA AGLI INCENDI BOSCHIVI
Per una lotta efficace contro gli incendi boschivi, comunque, non servono solo sanzioni più severe e più mezzi per lo spegnimento del fuoco, è indispensabile un coordinamento tra i diversi Enti che operano sul territorio, una sorveglianza attiva delle aree a maggior rischio di incendi o di maggior valore ambientale e naturalistico, l’avvistamento degli incendi e l’intervento tempestivo per ridurre al minimo la superficie percorsa dal fuoco e i relativi danni all’ambiente ed alle persone.
Fermare la devastazione del fuoco nei nostri boschi sembra una sfida impossibile: ogni anno si parla di emergenza, si chiedono maggiori risorse di mezzi e uomini, si auspicano maggiori sanzioni penali. Molto di questo è stato fatto ma l’emergenza incendi sembra inarrestabile e senza possibile soluzione. Per il WWF accanto ad una doverosa opera di repressione e un’azione di investigazione per prevenire e punire gli autori degli incendi, è indispensabile avviare una azione di prevenzione per conseguire l’obiettivo della riduzione del danno ambientale e sociale che ogni anno centinaia di incendi determinano lungo la Penisola. In particolare il WWF ritiene indispensabile:
1. LA MAPPA DELLE AREE A RISCHIO. Individuare in ogni regione le aree a maggiore rischio di incendi boschivi e le aree di maggiore valore ambientale e naturalistico dove è prioritario avviare una attività di vigilanza permanente. Questa attività, essenziale per la prevenzione dei danni ambientali ed economici conseguenti agli incendi, deve essere svolta principalmente attraverso gli adempimenti previsti all’art.3 della legge quadro 353/2000 per i “Piani regionali per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi” individuando le zone ad alto rischio e le altre aree in apposite planimetrie. Ai fini soprattutto della prevenzione è importante anche l’identificazione dei boschi a maggiore rischio come “obiettivi sensibili” di vigilanza primaria ad opera di tutte le forze di polizia, seguendo l’ottimo esempio del Prefetto di Terni. 2. COORDINAMENTO DEGLI ENTI TERRITORIALI. Coordinare tra loro i diversi Enti che operano direttamente e indirettamente sul territorio per la sorveglianza e l’avvistamento degli incendi boschivi e per l’intervento sul fuoco. Essenziale è la collaborazione tra gli Enti locali, lo Stato e gli Enti gestori delle aree protette, al fine di dare la priorità nelle attività di prevenzione degli incendi ai territori dei Parchi nazionali e regionali e nelle altre aree ad alto valore di biodiversità (in particolare le aree che fanno parte della “Rete europea Natura 2000) . Casi virtuosi >> 3. PUNTI DI AVVISTAMENTO. Attivare nelle aree più a rischio o di maggiore pregio ambientale (Parchi e Riserve naturali o SIC - siti di interesse comunitario della rete Natura 2000) punti di avvistamento permanenti nel periodo dichiarato ad elevato rischio di incendi boschivi. L’avvistamento non impedisce direttamente il fatto doloso o colposo ma il presidio del territorio scoraggia i malintenzionati e consente una più efficace azione di controllo e repressione. Per il presidio di questi punti di avvistamento possono essere attivate cooperative di giovani locali il cui compenso deve prevedere un premio in relazione al minor numero di incendi verificatisi nell’area sottoposta a vigilanza, utile per interrompere il pericoloso legame tra attività di spegnimento degli incendi ed opportunità di lavoro in molte aree del nostro paese (nel sud dell’Italia in particolare). I punti di avvistamento devono prevedere turni di lavoro in grado di assicurare un presidio nelle ore più critiche della giornata. Ogni punto di avvistamento dovrebbe essere presidiato da due persone dotate di attrezzatura essenzia le come cartina topografica dell’area, binocolo, apparato radio e tenda per ripararsi dal sole e dalla pioggia. 4. PATTUGLIE MOBILI DI PRONTO INTERVENTO. Prevedere insieme ai punti di avvistamento le pattuglie mobili, con attrezzature e materiali per il pronto intervento sul fuoco, in contatto radio diretto con i diversi punti di avvistamento e la centrale operativa. Le pattuglie, oltre a garantire un presidio del territorio, sono in grado di raggiungere in tempi rapidi la località dove viene segnalato il pennacchio di fumo, verificare la fonte e l’entità dell’incendio, intervenire direttamente su piccoli focolai o dare l’allarme alla centrale operativa nel caso in cui l’incendio abbia proporzioni non più controllabili direttamente. Questo presidio mobile sul territorio consentirebbe, oltre alla riduzione dei tempi di intervento, di ottimizzare l’utilizzo dei mezzi e delle squadre antincendio. La rapidità dell’intervento delle squadre operative antincendio, se non risolve il problema del numero degli incendi, permette invece di limitare con efficacia la superficie percorsa dal fuoco e quindi il danno reale al patrimonio boschivo. Anche l’attivazione di queste pattuglie mobili potrebbe consentire una occasione di occupazione stagionale basata sulla prevenzione degli incendi e non esclusivamente sull’opera di spegnimento. 5. COLLEGAMENTO RADIO CON FREQUENZA UNICA. Attivare per tutti i soggetti coinvolti nell’avvistamento e nella sorveglianza degli incendi una frequenza radio unica collegata alla centrale operativa del Corpo Forestale dello Stato. Oggi Province, Comunità Montane, Organizzazioni del volontariato e Corpo Forestale dello Stato operano su frequenze radio diverse, non riuscendo così a comunicare tra loro e sapere cosa i vari Enti stanno facendo nello stesso momento. 6. FLOTTA AEREA PRONTA ALL’USO. Potenziare ulteriormente la flotta aerea destinata all’intervento sul fuoco e prevedere una dislocazione dei mezzi aerei sul territorio nazionale in relazione alle aree forestali a maggior rischio di incendio e di maggior valore ambientale e naturalistico. 7. OPERE DI PREVENZIONE: BACINI, VIALI PARAFUOCO, SENTIERISTICA. Assicurare in via preventiva alcune opere forestali nelle aree con maggior rischio di incendi. Tutti gli interventi di governo del territorio e del bosco svolgono una funzione diretta o indiretta di prevenzione degli incendi, in particolare la costruzione di piccoli invasi d’acqua da utilizzare per il rifornimento delle autobotti e degli elicotteri, la realizzazione dei viali parafuoco e la corretta manutenzione della rete viaria di servizio, compresa anche una adeguata senti eristica, manutenzione del territorio attraverso la rimozione di sterpaglie e masse vegetali secche nel periodo pre-estivo. 8. DIVIETO DI ACCESSO. Chiusura al transito di mezzi motorizzati privati delle strade che attraversano le zone forestali più vulnerabili, e delle strade che penetrano più profondamente nelle aree forestali e sono più difficili da controllare. 9. CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE PERMANENTI. Realizzare campagne di sensibilizzazione sui rischi degli incendi boschivi e di informazione sulle sanzioni penali cui incorre chiunque provochi, anche involontariamente, un incendio. Oltre che diffusa, l’informazione deve essere anche permanente, evitando quella episodicità spesso stimolata dall’ennesima stagione di emergenze sul fronte del fuoco. 10. CENSIMENTO E MAPPA DEI COMUNI COLPITI. Garantire il censimento tempestivo da parte dei Comuni di tutte le aree percorse dal fuoco e la realizzazione delle relative cartografie informatizzate, evidenziando le aree dove gli incendi si ripetono con maggiore frequenza per orientare le investigazioni di polizia, la prevenzione del dolo e per una migliore gestione dell’attività di vigilanza e di intervento sul fuoco. Per le aree percorse dal fuoco escludere l’automatismo degli interventi di riforestazione, privilegiando interventi di bonifica che favoriscano la rinaturalizzazione spontanea della vegetazione, la natura riesce in molti casi a sanare da sola le ferite inferte dall’uomo, quello che chiede è solo tempo. Spesso gli interventi di riforestazione (oltre ad essere inutili o dannosi dal punto di vista ecologico) costituiscono un’altra occasione di speculazione economica che alimenta direttamente o indirettamente l’industria degli incendi boschivi.
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Grazia Orsù, dunque.....
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