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gallosu
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Inserito il - 05/10/2010 : 13:05:31
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Uno degli aspetti caratteristici della tradizione orale sullo spopolamento dei villaggi in Sardegna è che, come ha accennato anche Giancollu per Gippi, raramente si imputa a guerre, carestie o epidemie ma spessissimo alla famigerata "musca maccedda" chissa perchè mai questo fantomatico insetto ha fatto da caprio espiatorio.
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Modificato da - gallosu in data 05/10/2010 13:06:03 |
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shardan68
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Inserito il - 05/10/2010 : 19:19:50
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ma cosa era la musca macedda? quantomeno cosa faceva?
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shardan68 |
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gallosu
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Inserito il - 05/10/2010 : 19:46:59
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Sa musca maccedda è un insetto fantastico con marie forme e dimensioni che variano a seconda della zona ed è sempre associato ai tesori o alle rovine di edifici o villaggi. Anche il villaggio di Bangiu (Bangiu de Aliri) in territorio di Guasila si dice abbandonato a causa di questo animale. Nella tradizione sarda c'è quasi la riluttanza ad accettare ed a respingere i veri motivi degli abbandoni.
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shardan68
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Inserito il - 05/10/2010 : 20:38:51
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Grazie Gallosu ero andato a cercare anche io cosa era questo fantomatico insetto. Secondo voi non potrebbe essere dovuto al tanfo di putrefazione e alle mosche che che spesso iniziavano a tormentare i moribondi di peste bubbonica ancora prima di morire? Le ricchezze ad essa associata potrebbero essere quelle seppellite con i morti o comunque lasciate nei paesi spospolati ma infestati di mosche? Consideriamo che i bubboni potevano sembrare gigantesche punture ergo inferte da un gigantesco insetto. Le mosche erano un elemento comune nelle pestilenze ma prendevano un aspetto piu' maligno in quanto c'erano i bubboni ergo potrebbe essere che la popolazione ritenesse questa paurosa specie di mosche l'autore della moria non sapendo che i vettori erano le pulci. Consideriamo che addirittura in altri paesi piu' freddi si credeva che fossero miasmi o altre cause di corruzzione comunque collegata ai fluidi.
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shardan68 |
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shardan68
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Inserito il - 05/10/2010 : 20:43:19
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consideriamo che anche la malaria aveva a che fare con insetti ed idem il colera poteva essere equivocato nelle acque inquinate e dunque pullulanti di insetti sia prima sia per gli insetti sopra i malati
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shardan68 |
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gallosu
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Inserito il - 06/10/2010 : 12:46:36
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| giancollu ha scritto:
Eccomi, come al solito in ritardo! Il paese di cui voglio parlare è Gippi Susu a circa tre km. da Decimoputzu in località Bingias Mannas. Le prime notizie su di esso risalgono al 1183 e raggiunse nel 1300 non meno di 1000 individui che lo portarono a essere il più florido paese della Curatoria di Gippi (che aveva preso il nome da esso). Infatti pagava i piu alti dazi sulla produzione agricola e primeggiò fino al 1360 anno in cui fu superata da Serramanna. La sua chiesa dice la Terrosu Asole fosse dedicata a S.Jacu ma parlando dell'altro villaggio Gippi jossu a due tre km a sud dice che la tradizione orale identificava i ruderi di G.Susu con i ruderi di S.Seda (S.Severa). Nel 1500 il Fara dice che G.Susu era estinto. Nella tradizione orale l'estinzione del paese era dovuto ad una infestazione di "muscas Bacceddas" ovvero a "argias" (zanzare?) che avevano costretto i pochi sopravissuti a trasferirsi nel paese sorto attorno alla chiesa di S.Giorgio (già menzionata nel 1089) Decimopupuso. In ultimo segnalo che la chiesa di Gippi Jossu (quello più piccolo) era S.Maria de su Templu. Il nome delle chiese potrebbe significare un nesso con i Templari tutto da discutere e provare.
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Per quanto riguarda Gippi Susu e Josso vorrei portarvi a conoscenza di una piccola scoperta (forse è un termine un pò esagerato) che ho fatto nei mesi scorsi.
Tutti gli annalisti e storici (anche moderni) quando parlano della battaglia in cui venne sconfitto Giovanni Visconti nel 1273/74 affermano che la stessa si svolse in un punto imprecisato tra Gippi e Trexenta. Questo mi aveva meravigliato non poco in quanto era una localizzazione troppo vaga senza considerare inoltre che tra le due curatorie c'era la Curatoria di Nuraminis. Invece ho scoperto una Cronica che da una localizzazione più precisa ed esattamente tra i due centri di Gippi. Il passo è il seguente: "Domino Stephano Rusticanti potestà anno I - 1274. La nostra chiesa ordinò el concilio a Lleone sotto il Rodano, che vi fu tutto el cericato del mondo et simile vi furno tutte le inbasciarie del mondo et re et gran signiori et tutte le cumunità delle ciptà che viveno a cumune, el Papa con tutti li cardinali. Et Iudici d'Arborea si mosse d'Arestanno con tutti li sua cavaglieri e con le gente che li pisani havevan loro mandato et andò a Castello di Castro, et Iudici di Galluri con cavaglieri che e gli erano rimasi andò a combattere con el iudici d'Arborea et fu poca battaglia et fu isconfitto el Iudici di Galluri e se non fussi stato messere Iacopo Villano sarebbe stato un gran male, che non lassò seguire quello che voleva seguire el Iudici d'Arborea et fu la sconfitta tra Glippi in su e Glippi li quali giunti e iudici d'Arborea fece cavaglieri li quali furno questi: messere Cino Villano, messere Villano, messere Gano Chitulo, messere Betto Nazari, messere Puccio Lanbatto de' Lanfranchi, messere Gano Scornigiano, messere Puccio di Casalei et altri."
Speriamo che nei prossimi libri di storia questa imprecisione, per quanto non importante, venga comunque corretta.
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gallosu
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Inserito il - 06/10/2010 : 13:06:44
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@ Giancollu, è corretto il posizionamento in mappa dei due Gippi?
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robur.q
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Inserito il - 06/10/2010 : 20:21:25
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non sono troppo vicini? è vero che gli antichi borghi erano compatti, però questi dovevano essere proprio attaccati l'uno all'altro. A proposito, cos'è quel villaggio in alto a destra? c'entra con la base aerea? Riguardo alle pestilenze, è vero che potevano essere devastanti, uccidendo fino al 50% per ogni epidemia, e che spesso si diffondevano a macchia di leopardo, ma se il centro aveva davvero raggiunto le mille anime, mi sembra improbabile come unica causa. Avete individuato i ruderi della (o delle) chiesa?
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robur.q
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Inserito il - 06/10/2010 : 20:28:01
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| shardan68 ha scritto:
Posso avanzare un' altra ipotesi che abbiano concorso le pestilenze a ridurre la popolazione su cui si sono innestate le devastazioni( razzie, massacri, rapine) degli eserciti in marcia o smobilitati? Consideriamo che le pestilenze iniziano nel 1347 per poi riproprosi ciclicamente sovrapponendosi alle morie da malaria su questo indubbiamente pesa la rapacita' spagnola: i Sardi erano soggetti a tre tassazioni quella del re, dei feudatari e quella della chiesa. Sto' leggendo un libro sull'inquisizione in Sardegna e attorno al 1500 una povera donna accusata di eresia e sortilegi viene tradotta a Sassari ma non ha niente altro che gli stracci che la vestono. Sempre nello stesso libro " L'inquisizione a caccia di streghe" autore Tommaso Pinna si cita un caso estremo di rapacita' fiscale i cittadini di Oristano e del suo contado nel 1554 furono costretti a farsi pignorare tutto dalle lenzuola sino alle tegole per pagare una tassa del marchese di Oristano per la difesa delle coste.Le stesse usanze della paradura e dell'incarica divengono terribilmente pesanti da sopportare da comunita' deboli quali dovevano essere queste prive di quella tutela armata che il feudatario avrebbe dovuto garantire e sottoposte a sistematiche decimazioni che scardinavano le strtture produttive. Gli spagnoli vivevano nei grossi centri e tendono ad abbandonare i castelli posti all'interno se non correlati a citta in quanto considerati irrilevanti anche se ponevano un freno ai banditi ad esempio il castello di Gioisa Guardia tra il 1391 ed il 1492 viene progressivamente abbandonato identica sorte e' per il castello di Acquafredda. In compenso gli spagnoli esercitano in Sardegna la leva ricordiamoci che alla bataglia di Lepanto e' il tercio di Sardegna ad assaltare e decapitare l'ammiraglio turco.
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seconde te, Shardan68, la difesa delle coste da invasioni e piraterie non ti sembra una buona ragione per sforzi fiscali straordinari? non mi sembra un buon esempio di rapacità; e poi, a quella data, di "spagnoli" in Sardegna non ce n'era più nessuno; tuttalpiù erano nobili di lontana origine iberica; e la leva non era certo obbligatoria! scusate l'OT
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shardan68
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Inserito il - 07/10/2010 : 07:19:13
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Robur hai perfettamente ragione, la difesa delle coste era un motivo ottimo per richiedere sforzi fiscali: il punto e' che in un economia depressa qualsiasi sforzo fiscale aggiuntivo puo' portare alla bancarotta. Se esiste questa testimonianza di pignoramento comprese le tegole evvidentemente questo e' controproducente. Riguardo la peste bubbonica, il tasso di mortalita' e' del 70 per cento nei contagiati; in Inghilterra mi ricordo un documentario su un villaggio scomparso durante la peste, i sopravvissuti erano fuggiti. La peste poi puo' sopravvivere benissimo incubata per diversi anni nei sedimenti delle tombe. Riguardo la nobilta' ispanico-sarda sbaglio a considerare questa come una forma di regressione sociale rispetto al sistema giudicale con le sue assemblee? le assemblee giudicali non erano una forma di governo se non paritaria almeno piu' partecipata di quella feudale spagnola? Io penso che gli spagnoli erano sicuramente piu' efficenti per difendere da invasioni scorrerie ma meno attenti allla realta' locale. Certo la leva non era obbligatoria ma se non avevi soldi per pagare le tasse di guerra che scelte avevi se non venderti al feudatario o re o andare di tua volonta' per fare fortuna con le razzie? In un economia agropastorale la perdita di braccia quanto puo' essere pesante nelle microcomunita'? Le citta' sono pur sempre luoghi di aggregazione per cui dopo le pestilenze potevano arrivare nuove persone, in un borgo se non igienizzato ma ritenuto infestato da "sa musca macedda" che possiblita' c'erano di ripresa? Robur cosa intendi per OT di cui ti scusi?
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Modificato da - shardan68 in data 07/10/2010 07:31:33 |
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shardan68 |
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robur.q
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Inserito il - 07/10/2010 : 08:02:27
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OT significa che stiamo parlando di cose non strettamente attinenti al titolo dell'argomento no, shardan, il feudalesimo non mi sembra una forma sociale regressiva: così guardiamo le forme sociali antiche con gli occhi di uomini moderni per i quali certe istituzioni sembrano e sono inaccettabili; ma il passato non va giudicato (anche se certi momenti possono umanamente esserci più o meno simpatici). Le forme istituzionali di epoca giudicale, per le quali non abbiamo molte informazioni sulle reali forze sociali in gioco, non erano "democratiche" come le intendiamo noi, tanto che il regicidio era spesso la via per risolvere impasse politiche. La maggior parte dei sardi era in stato servile e non aveva alcun potere e pochi diritti. Inoltre l'epoca giudicale è caratterizzata da una perenne instabilità interna ed esterna. Per contro, il Regno di Sardegna, nell'ambito della grande monarchia ispanica, e con il sistema feudale, ha garantito all'isola un lungo periodo di pace e sicurezza; fino a quando era ormai divenuta obsoleta ma siamo alle soglie dell'ottocento!! Dal punto di vista economico, possiamo fare una semplice verifica tramite l'architettura: in quasi tutti i nostri paesi e le nostre città, a parte qualche spettacolare esempio precedente, possiamo vedere le opere di difesa dell'isola (le torri costiere, le grandiose fortificazioni di Cagliari), le costruzioni religiose, più numerose, più grandi e più ricche, le residenze civili dei benestanti più grandi e dignitose; potremmo passare alla cultura, con la fondazione di ben due università (perfino troppe per una piccola isola), l'arte pittorica (bottega Cavaro), la letteratura in sardo, spagnolo, latino (dell'epoca giudicale non ci è giunta alcuna opera letteraria in sardo, forse qualcosina in latino). Insomma il sistema istituzionale importato dagli Aragonesi, e confermato dalla monarchia ispanica è stato, dal punto di vista "ecologico" molto più efficiente di quello giudicale; non foss'altro perchè l'isola era unita e non divisa in quattro!
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Modificato da - robur.q in data 07/10/2010 08:04:59 |
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gallosu
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Inserito il - 07/10/2010 : 08:57:49
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| robur.q ha scritto:
non sono troppo vicini? è vero che gli antichi borghi erano compatti, però questi dovevano essere proprio attaccati l'uno all'altro. A proposito, cos'è quel villaggio in alto a destra? c'entra con la base aerea? Riguardo alle pestilenze, è vero che potevano essere devastanti, uccidendo fino al 50% per ogni epidemia, e che spesso si diffondevano a macchia di leopardo, ma se il centro aveva davvero raggiunto le mille anime, mi sembra improbabile come unica causa. Avete individuato i ruderi della (o delle) chiesa?
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Non so se sono troppo vicini per questo ho chiesto la conferma a Giancollu dal momento che lui è del posto e conosce il sito. Io non ci sono ancora stato e li ho mappati in base ai toponimi ed alle indicazioni di Terrosu Asole. Appena possibile ci faccio un salto. Comunque Robur non meravigliarti, Senorbì e Segolay erano praticamente attaccate così come Arixi mannu con Arixi pittiu, e Arco con Simieri ecc. Si, confermo quello che si intravede sulla destra fa parte della base di Decimo.
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Modificato da - gallosu in data 07/10/2010 08:59:13 |
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quattromori
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Inserito il - 07/10/2010 : 11:36:29
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confermo le tesi di gallosu, non c'è da mervagliarsi rigurado la vicinanza dei borghi. Dorgali ad esempio è la risultanza di ben quattro villaggi che ad un certo momento hanno avuto la necessità di riunirsi..
Robur ci fa notare un aspetto importante: va benissimo trattare sulle varie cause dello spopolamento e le varie opinioni ci aiutano meglio ad inquadrare anche le singole vicende. attenzione a non allargarsi su altri campi..
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giancollu
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Inserito il - 07/10/2010 : 13:52:59
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Perfetta la collocazione di Gippi Susu, un po' più a Ovest (penso) Gippi Jossu per il seguente motivo. Ritengo che i suoi ruderi siano stati "spazzati" dalla realizzazione della ferrovia anche sviluppando le notizie di Lina (una mia parente) i cui genitori erano proprietari dei terreni in cui probabilmente sorgeva il villaggio. I ruderi di cui parla la Terrosu Asole non esistono più: i massi squadrati si usava nel mio paese utilizzarli per la costruzione delle case, vespai ecc.. Altre ancora servivano da sedili nel cortile e all'esterno in strada appoggiati ai muri lungo la via. D'estate si riuniva il vicinato a prendere il fresco senza l'assillo dei motorini, macchine e altri disturbi. Solo qualche carro che trasportava "sa palla" nelle "cerdas" dalle aie alla loro "domu de sa palla" veniva assalita dai bambini per utilizzare il bottino (la paglia) nelle cunette. Poi circa 40 anni fa un'ordinanza comunale obbligò tutti a ritirare dalle strade questi massi che pian piano sono finiti sotto qualche massicciata o in qualche pozzo. Un'altra cosa che vorrei ricordare: la Peste Nera è del 1348, senz'altro interessò anche la Sardegna.
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robur.q
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Inserito il - 07/10/2010 : 18:16:55
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La peste nera interesso con certezza la Sardegna nel 1348. Non mi stupisco di ville molto vicine una all'altra: basta pensare a Desulo o Tonara, però in pianura sono, almeno oggi, una rarità. Mi sovvengono anche le ville della Majoria di Seboddas (mi sembra di ricordare così), in agro di Serramanna. Sarebbe interessante vedere dalle fonti storiche, p.e. Angius, se esistevano feste religiose in chiese nella zona di Gippi, feste poi cadute in disuso. Anche se questo non ci aiuta a localizzare il borgo, può darci però una notizia in più.
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