Autore |
Discussione |
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 20/09/2009 : 14:39:20
|
tre di tre
potrei parlare sentire il dolore o la guerra dovrei , investigare, domandare a Lawrence se, nei suoi disegni magistrali, avesse contemplato una realtà cosi in-immaginabile simile per reazioni a eventi lasciati cadere , cose naturali, quanto l’acqua che cada per effetto della pioggia e se il suo fustigarsi possa essere considerato giusto risarcimento, dimenticare vite umane, e mentre fiori di coriandolo e semi a lenire la testa e la febbre attraversano il deserto [sorpresa] sento voce copre il vento e i lamenti di donne, ferme a aspettare il ritorno
a chiedere quanto fosse grande la vista per riuscire a abbracciare il mondo conosciuto e quanto il tempo necessario, al giorno, per dimenticare la notte trascorsa
che ne sai tu dei lavoratori o dei diritti dei popoli quando tremendo avanza un profeta a indicare solo una via fra le vie per la terra promessa e quante ne dovrò indicare io e K che in-castello assedia la storia?
tu tracci una linea e la chiami mediana lui guarda un linea e la chiama destino una madre la chiama amore il presidente delle foreste l’ha chiamata democrazia e mentre ognuno la impone saggezza gli stolti ne fondano il buon senso
io, semplicemente, guardo la mano di mio padre e con la saliva la bagno per farne crescere un figlio
K non poté!
|
Modificato da - oltre i limiti in data 20/09/2009 14:40:31 |
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 25/09/2009 : 11:53:36
|
I legni nelle tracce conservano respiro e sono li a mostrare porto e profumi punto e universo tu quattro in tetragono, tu e io con te
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 29/09/2009 : 11:01:43
|
quadri da una esposizione 7 [comunismo]
1[prologo]
e prese il pane , lo spezzo e lo diede ai suoi discepoli. cosi fece con il vino e con i vestiti. Con le parole. Con la vita e con il dolore ma non divise il potere, quello lo lascio al padre suo L’uomo in minimo spazio estrasse una delle sue costole e la riconobbe buona e utile e ne fece arma scudo àspis*
incominciò con tracciare un quadrato e gli diede un nome, Roma
potrei odiare il comunismo e una mano alzata a indicare la terra incolta. La terra da sottrarre a un privilegio e potrei nel pane seminare rito il potere rimarrà inodore e insapore come i soldi mentre ingiallito, tu, sarai chiamato santo e camminerai sulle acque
vorrei essere comunista ma senza una religione, solo comunista e condividere il pane e il vino condividere le parole e il padre mio ma il padre ha confuso, tu, le parole mi hai fatto credere che fossero preghiere e rendessero uguali mi hai promesso sposo sposo come l’amore tuo poi...
poi la guerra
padre ! Mi confondi ancora. Usi su di me il coltello Vuoi le mie interiora per prevederne futuro, per diventarne potere tu ancora, potere assoluto, padre e padre bianco a condannare tracci una riga e la chiami giustizia
vorrei essere una razza e un gentile. Vorrei essere perpetuo pendolo, governare la variazione di un asse obliquo, e mostrare volontà contraria. io non ho nulla da dividere se non le mie mani e le mie mani a confondermi
per vincere una guerra bisogna essere cattivi come il nemico un paesaggio comune consumato da azioni quotidiane ripetute non vorrei essere comunista e non vorrei una fede. Non vorrei rimuovere il mio fallimento in una porta che si chiude e segna il suo movimento con semicerchi simili a ululati di lupo Vorrei essere privato della mia liberta se, nel giusto, sono diventato più cattivo del mio nemico
non ho pugni da aprire e mani da stringere solo un pensiero che non cerca fra i buoni e i cattivi che non prega che non rivendica diritti e non si assolve in doveri un pensiero che non si perdona in indulgenze non vorrei essere libero categoria riconosciuto e assimilato
certa risposta in un sondaggio
2[aspettando]
[…un pezzo di una città. Ridotto a ostia consacrata… rifilo i bordi per incastrare , bene, la bellezza. Una sedia gestatoria e un turibolo. Rito scavato in un tronco di quercia, una cassa, e il suo contenuto orbo - Che vuoi - disse i l giovane ridotto a erede. – cosa vuoi per lasciare questo luogo?- nessuno seppe rispondere, il profeta, invece, eletto dopo una fumata bianca, indicò contorni e frontiere di popolo nobile, gentile , per coprire corruzione e profumo di avana. - No , non esiste un luogo come questo, dove ognuno può rapire la moglie del vicino per il gusto di aumentare il tasso d’interesse delle proprie azioni; ognuno sbatte la tovaglia della finestra tanto è naturale; ognuno scava una fossa, tanto tutti dobbiamo morire
bacio , bacio…gridarono bacio e ancora bacio la festa era simile a un frantoio per le olive. Torchiava ogni azione per ridurla a rito sacrificale e tutto per perpetrare tradizioni e tradimenti Il giudice, eletto deputato per acclamazione, prometteva giustizia per tutti, e tutti aspettavano giustizia gratuita o a prezzi calmierati , come le bagasce lungo la strada di collegamento delle due autostrade cardinali. A intervalli regolari, le bagasce, cambiavano di colore e di prezzo, e, naturalmente, la durata delle prestazioni: se la vuoi per una notte , devi passare dopo le diciannove, per una pompa di pochi minuti, invece, alle dieci della mattina. Le dieci coincidevano con il primo caffè. Qualcuno aveva promosso una petizione, avrebbe preferito, infatti, che l’orario fosse anticipato, erano gli stessi che puntualmente si fermavano alle sei e trequarti, al bar del distributore , erano quelli che ordinavano fernet o grappa. Erano quelli che avevano viaggiato tutta la notte, per loro, le sei e trequarti, è come per gli altri le sei del pomeriggio
bacio, bacio… ma questa volta non era rivolto agli sposi, bacio, bacio era urlato per…]
3 [piacere]
[ dentro
desiderio è ciò che del sapore è il sapere di via ma l’uomo è baratto e cerca nel suono ]
fuori!
* in greco= scudo/ nell'araldica=blasone
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 30/09/2009 : 15:43:44
|
la memoria in provvisoria quiete
Cadavere esposto come monito addita un albero è li da sempre [...] la memoria è solo immagine riflessa un sedere sfiorato e una mano persa al gioco
|
Modificato da - oltre i limiti in data 30/09/2009 15:44:28 |
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 21/10/2009 : 20:18:28
|
ho ripetuto a memoria il vento che porta il colore delle montagne e ho dipinto il dolce racconto del fruscio di un a lucertola attardatasi nella stagione invernale inarca la schiena per raddoppiare il peso ho salutato le orme delle cose che ho voluto sapere ma non dipende da me se la pioggia impone un fragore di foglie morte è solo il caso a indicare il caso in un periodo appena trascorso mentre io non sono qui ci sono stato
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 27/10/2009 : 14:11:45
|
dopo la morte di mio padre un solco mostrò la terra pronta per altre mani mia madre lo seguì, era il suo modo di amarlo lo amo per i suoi occhi cerulei che continuavano a chiedere lo amò con la sua mano ferma e i capelli neri certa nel sapere certa nel tempo perpetuo di un figlio riconosciuto nella morte proprio e prima che il morire lo raccontasse vivo non riuscì a pronunciare per se dolore
dopo la morte di mio padre desiderai un orizzonte chiamato solo per il suo ciclico rappresentarsi uguale per il suo chiudersi e aggrumarsi come sangue munto colostro
dopo la morte di mio padre urlai... -alzati-, pica era l’impulso a mangiare qualsiasi cosa ma per lui era la gazza per me un racconto, prima della richiesta del dio inconosciuto
|
Modificato da - oltre i limiti in data 27/10/2009 14:15:22 |
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 19/12/2009 : 00:30:16
|
Quadri da una esposizione 12
Bozzetto 2 per le porte di Rotterdam
1 rovisto fra le parole rimaste Parole, ancora, con un po’ di musica e con un senso tirato per i capelli, un po’ di pane a rassomigliare le beghe e la lotta di classe. Parole sbagliate e sporche d’inchiostro, cerco fra le verdure ancora buone da mangiare, ma per mancanza di specchio sono munte, labbra chiuse che mandano un popolo a costruire le biche in valli vuote di pioggia Popolo venduto per poche braccia e mio padre ride, ancora a contare i ceppi della vigna ormai sfatta e ridotta a un acerbo frutto mio padre ride mio padre, a tracciare la strada in linea con i ricordi d’infanzia racconti, soglie o strade da abbeverare misurate da voci riportate come auguri di pasqua o segno di pace nella domenica delle palme
2 rovisto rovisto e trovo un pendolo lasciato a ricordo di un pensiero condito con olio di oliva consumato nei giorni di quarantena e una rete lega i piano di ogni sussurro,incredule statuine usate testimonianza, ero lì , a capire ciò che la vita cerca, fra chi non ha era brutta, quella vita, come l’odore che da giorni mi accompagna odore lasciato, presenza e parente incredulo “lasciatelo stare, è malato, non ha parole o talenti, è solo … o forse … “ o forse è andato a cercare una canzone che si possa cantare accompagnandosi con la sola chitarra e senza fratelli un gioco interrotto contando le vertebre rotte e ammansite dal dolore
3 rovisto nella rabbia della notte, aspettando la neve, e immaginando complotti e un futuro costruito incredulo e massimo pretesto vorrei esser qui , ancora, fra qualche anno a pronunciare il suo nome e cercarlo fra i dazi, mentre Erasmo conta ogni suo passo per dichiarare infame ogni cerchio lasciato aperto e pronunciato per centrare il rito mentre la normale azione non esprime più la normale congiura, ma la congiura normale nell’esporre il culo per dire a se stessi nel bene c’è solo bene l’altro è solo diverso, empio e previsto altro
4 [bozzetto1]
gesto fuso per intiepidire il rigido ripiegarsi in automatiche curie parole elette, popoli, e calce viva per restituirne la temperatura, gelida, di un principio gesto a fondere ogni organo della persona e farne canne per accompagnare feretri religioni che hanno perso la via del deserto
[cantano le persone rimaste orfane e i denti persi al bigliardo, sono reliquie al mercato del sale, cantano come rose private da spine in piazze prive di raccolto cantano come monaci nel loro orare verità a sostituire pietre nel costruire cerchi di giustezza e di alleanze non avevo visto i cavalli o i loro cavalieri pronti a imitare i primi, a confondersi ultimi e profanatori di credo non avevo visto i cavalli del devastare per costruire città non avevo apprezzato il cadere dei cavalieri sconfitte, chiuse nei lacrimatoi si mostrarono abbagliati , riflettori vocali ] … [ho dolori forti, il mio ventre dopo il parto morde la mano e l’accompagna ho dolori forti, e i rumori dei mantici riportano terreno alla soglia di dio un piccolo sasso morso fuso in parole]
abiuro i pensieri
in acido stomaco
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 19/12/2009 : 10:51:24
|
Quadri da una esposizione 14 [bozzetto 3 – le porte di Rotterdam ]
1
e guardi dalla feritoia Normale giro di notte n o r m a l e come dormire in un letto che sogna davanzale protetto e s b a r re un letto compagno, elettrochoc vorrei vivere un giorno libero , senza le note di Beethoven senza un letto vorrei vivere con un ricordo di dolore violento un giorno da perdere fra braccia e gambe, da portare e coprire vuoti di preghiere in punto di morte
sono morto di giorno, io sono morto di notte nessuno e tu continui a guardare la feritoia
2
[si sono mostrati, in questi giorni, come lumache dopo un pioggia estiva Si sono mostrati armati, corazzati da impropri dolori e nelle loro navi si sono mostrati agli approdi sono malati di mente , sono labili, circoscritti -hanno detto-
o menti]
3 [ nevica]
Vorrei accompagnarmi in questa notte di neve con un a chitarra di vento banale di una rima stinta meritarsi una carezza e un sorriso in metropolitana o l’anonimato in un treno scavato dalle sopraffazione dei do maggiore o dei fa diesis Una notte laureata oscuro ripetersi di fiocchi caduti neve invernale sana cadenza nelle lingue degli spalatori e negli odori di kebab
Ma tanto suggerisco il prosciutto, quello crudo quello allevato con cura e a norma e poi..
poi vorrei accompagnarmi nel cercare una terra famigliare terra segnata con il sangue dei riti quotidiani vorrei accompagnarmi a un tempo che non si rimette e non cambia come quello di una volta
…e poi ascolto
|
Modificato da - oltre i limiti in data 19/12/2009 10:54:02 |
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 23/12/2009 : 17:21:58
|
Quadri da una esposizione 15 Bozzetto 4 per le porte di Rotterdam
1 faceva solo conversazione…
vedere il tempo scorrere co(n)-me chiacchiere da bar per dimenticare “un figlio di puttana mi ha rubato il portafogli, forse è qualcuno che conosco”
…forse per dimenticare che ha un’anima!
2 antiche terre, sono le parole nel cercare approdo in vulcano e roccia nuova a ribollire nel ritornare luoghi e linee a tracciare
i o t
u
3 Non riconosco alle parole asilo politico Sovversive, nel nascondersi dei significati, sono piccole storie banali assise in sentenze rifatte rimate non meritano attenzione se non, quando, sporche di sangue,sono la morte di mio fratello e il giorno di natale
apro tutte le bottiglie conservate per i giorni di festa e crocifiggo le intenzione guidate da buoni propositi o dai sensi di colpa aver rubato con successo ruggine millenarie nei pensieri ereditati e nei modi di dire ut lacerati e immunizzanti semplice animale da sgozzare, ancora vivo animale a sangue caldo sicuro un colpo e sangue a scaldare sangue futuro , non per redenzione , non per eccellenza nei peccati o in blasfeme meditazioni per pigrizia viltà e per i dubbi mai raccolti
a me stesso offro i passi inutili e il talento rinsecchito dalle continue tinture e creme squisite parole
4
ho escogitato un modo per nascondermi, spogliarmi dell’ incenso dall’odore umano e pietra pronta a rotolare per ricordare che esiste rumore
ho escogitato suoni che fanno pensare a odori poveri odori di cibi da mangiare e ricordi di angoli, di polvere a arrotondare il tempo ma non a allineare piccole monete ,che nel cadere chiamano tintinnio o servitù, fino a non sapere più contare essere, non può cancellare un pensiero morto se, rivoltando, la terra lo fugge nel germogliare legione di nuovo mi stupisce la reale conquista di una necessità, di un pensiero posto in astratti pericoli. No, non sono sufficienti i colori, le parole a effetto, non sono sufficienti le voci e il sangue di un delitto, simulato, o un dolore rovistato fra i tagli, i tabernacoli remoti Eterni
Prenditi l’impero e incoronati ma lasciami morire lungo una strada secondaria in modo che le mie carni, decomposte, siano cibo per gli uccelli “hai visto , gli uccelli, quando si alzano volano, sempre, verso il punto più alto, ignari delle reti” Lascia che le mie idee perdendo l’acqua mostrino polvere così da sparirne presenza cadendo tu , giovanni, non hai accusato, e consumi la mia vita senza ricamare invisibile unzione
5 …
6 da un giorno di natale
|
Modificato da - oltre i limiti in data 23/12/2009 17:24:17 |
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 23/12/2009 : 17:25:29
|
forza paris
2010
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
errante
Salottino
Utente Senior
|
Inserito il - 24/12/2009 : 08:32:36
|
“hai visto , gli uccelli, quando si alzano volano, sempre, verso il punto più alto, ignari delle reti”
Buon Natale, oltre!
|
Modificato da - errante in data 24/12/2009 08:35:52 |
|
I bastioni
Alghero (SS)
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
|
Regione Estero ~
Città: Thajngen ~
Messaggi: 1322 ~
Membro dal: 22/12/2008 ~
Ultima visita: 09/11/2011
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 12/01/2010 : 18:33:42
|
isola è un momentaneo lamento, un orlo un ritorno alla deriva l’isola ha nel pensiero le radici e ne cambia i suoni per mostrarsi deserto sipario che cerca movimento per staccarsi dal fondo segna solchi di pelle munta dal lavoro e dalla terra per il troppo partorire
vorrei uccidere qualcuno senza provare dolore vorrei uccidere per suprema estinzione di me stesso per dare a dio l’inesistenza innominabile e gravida .
non si può conoscere l’isola non la si può afferrare ridurla catapulta
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 06/02/2010 : 23:08:02
|
Faiddendi a jhenti angena
li to’ pensamenti, ripittuti comu valgogni toi
so’canti santi
e l’asculti, ventu calmu e rosi di maggiu
ma è tramontana punziuta e so’ parauli di salpi si è to’ frateddu
a dumandanni pricontu
iddu lu de sapi chi magnendi la nappedda non assuita siti *
vorrei sentirti vicino come canto bambino
scaldare la tua mano ruvida come la sughera
e vorrei saper distinguere dalla collina la differenza fra te e un carro di paglia
vorrei
vorrei mio fratello giovane a raccontare l’incanto di una semplice via
e una fonte
acqua fresca
pietra che pelle di bambino
chiede
perché?
*per i non galluresi
[parlando a persone forestiere
i tuoi pensieri , più intimi e nascosti, ripetuti come tuoi
sono canti santi
sono ascoltati, brezza e rose di maggio
ma diventano tramontana gelida e sono parole d’inganno se è un fratello
e chiedertene ragione
eppure lui sa che quando si mangia non è sufficiente la nappedda a contenere la sete]
[la nappedda è un piccolo manufatto ricavato dalla corteccia delle sughere e viene usato nella fontane campestri per bere]
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 10/03/2010 : 00:27:07
|
1
Potrei immaginare l’uso delle parole come il movimento rotatorio di una ruota che nell’agevolare l’andatura non affatica il cavallo: sempre uguale nel passo scandito dai raggi e dalla fermezza del mozzo. Potrei immaginarle cave, ossa d’uccelli, per consentire il volo privo dei rigori della gravità. E potrei immaginarle opposte, nei doppi significati e nell’atto di appoggiare, in fulcro, la leva fino a farne lanterne, poste in simmetrico andamento, al continuo sbilanciamento del passo. Avanti e dietro, fuori e dentro, ma non nella contrapposizione, opposti, nella ricerca, opposti in salvezze distinte per colori complementari. Avanti e indietro per allontanarne il punto di vista e capirne il contorno non visibile e non, certo, nell’identificare il timbro.
[Mi venne incontro un viandante e gli chiesi delle insidie del camino che aveva percorso. Mi rispose senza rallentare il suo passo, costringendomi a tornare indietro. La sua risposta m’indicò un futuro nel camino percorso. Lo stesso che avevo ripercorso nel sentire, nel pre-dire, il futuro. Ciò non fu simile al precedente mio passo più di quanto il futuro non fosse certo in ciò che la strada precedeva il racconto , e in oltre l’orizzonte apparve ancora celato dalla stessa miopia. Mi chiesi, se, nel determinare l’esistenza della via, contrapponendosi nell’indeterminazione a ciò che l’inconscio nasconde, avrei potuto allontanare la paura. Mi chiesi se fosse importante ciò che esterno a me, e ignoto, contra/pone, l’inaccessibile, mostrato racconto conosciuto nell’esperienza altrui, a determinato. Mi chiesi infine, se potesse influire il mio daltonismo dell’in-conoscenza o delle supeaffettazioni sull’esistenza del reale.]
Potrei immaginare le parole come semplici rondelle opposte nel bullone e al dato, che nel fissare e ripristinare il materiale sottratto nella foratura, distribuiscono lo sforzo fino a rendere trascurabile l’assenza di materiale contiguo. Compresi che é grazie a quel vuoto e a quella assenza di materia, imposta azione volontaria, che la ragione governa non sovrapponendosi , ma semplicemente consentendo nel fuori ciò che del dentro é Naturale. E, quanto più l’allontanarsi incrocia l’indeterminazione, artificiale, del voler comprendere, tanto più l’idea è un terreno dove non esiste il divieto di circolazione.
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
oltre i limiti
Utente Medio
|
Inserito il - 21/03/2010 : 19:58:07
|
…ho bevuto vino Ora vedo del vedere i contorni di uno spazio vuoto circondato da inospitali coste d’approdo parole ipostilo in frastagliati segni ripetuti uguali a ogni respiro coste battute da onde straniere che portano fuori
Scrivi il nome scrivilo usando un liquido che puoi bere fino a vomitarne, guardandone in faccia, le strade battute … ho bevuto per vedere solo i suoni secchi e ciechi significati appesi in gabbie a ogni cardinale ricordo non vorrei ancora vivere per elemosinare un cigolio di un letto e l’odore di urina come un figlio rimasto troppo a lungo fuori casa ho bevuto vino, dimenticando il significato del sapore cadutomi vicino vomito
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Città: milano ~
Messaggi: 132 ~
Membro dal: 17/03/2009 ~
Ultima visita: 10/01/2014
|
|
|
Discussione |
|
|
|