Forum Sardegna - Gestione e salvaguardia dei siti archeologici
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Nota Bene: I più antichi manufatti rinvenuti in Sardegna risalgono al Paleolitico inferiore. Si tratta di oggetti in selce e quarzite databili tra 450.000 e 120.000 anni fa, rinvenuti nell’Anglona nella parte settentrionale dell'isola.



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Aschy
Salottino
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Inserito il - 16/02/2009 : 12:19:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Aschy Invia a Aschy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
gallosu ha scritto:

Quando in precedenza ho affermato che per preservare i siti si dovevano fare recinzioni non intendevo fare muretti a secco con le pietre dei villaggi o recinzioni tipo "pecora".
A Senneru sino a circa 60 anni fà si poteva accedere alle cisterne dell'acqua. Adesso, con la meccanizzazione dell'agricoltura è scomparso tutto. Negli ultimi 50 si è fatto più danni che nei precedenti 1500.



Purtroppo quì in Sardegna si ha la convinzione che i beni archeologici debbano essere immediatamente occultati per evitare che ti venga espropriato il terreno..
Io sono del parere che una piccola rinuncia una persona la possa fare..
E state tranquilli che non parlo in modo egoistico..

Infatti nel territorio comunale di Settimo San Pietro.. possiedo una vigna che si trova in area vincolata dal punto di vista archeologico..
se un giorno il comune deciderà di espropriarmela per valorizzarla dal punto di vista turistico, sarò il primo a consegnarla e a vigilirare che sia davvero vincolata a quella funzione...

P.s. nei pressi hanno fatto tempo fa un supermercato, facendo le fondamente hanno trovato un'importante necropoli romana e per continuare i lavori i proprietari del supermercato hanno finanziato i lavori di scavo alla soprintendenza..
poi ovviamente hanno ricoperto tutto e costruito il supermercato..







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c'è ancora molto da fare per valorizzare la Sardegna in tutti i suoi aspetti..

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Sinnai  ~  Messaggi: 3636  ~  Membro dal: 08/11/2008  ~  Ultima visita: 22/04/2022 Torna all'inizio della Pagina

gallosu

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Inserito il - 16/02/2009 : 12:48:49  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di gallosu Invia a gallosu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aschy, purtroppo i siti che ho proposto non sono stati "occultati" per evitare espropri, questi sono ben noti e documentati ma nonostante tutto nessuno si è sentito in dovere di apporre dei vincoli percui i proprietari ha potuto "leggittimamente" continuare a lavorare i terreni.
Il problema è che mentre con con i vecchi arnesi da lavoro i danni, seppur consistenti, non erano completamente irreversibili oggi invece il primo metro di terreno è irrimediabilmente compromesso.






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Aschy
Salottino
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Inserito il - 16/02/2009 : 13:02:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Aschy Invia a Aschy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
gallosu ha scritto:

Aschy, purtroppo i siti che ho proposto non sono stati "occultati" per evitare espropri, questi sono ben noti e documentati ma nonostante tutto nessuno si è sentito in dovere di apporre dei vincoli percui i proprietari ha potuto "leggittimamente" continuare a lavorare i terreni.
Il problema è che mentre con con i vecchi arnesi da lavoro i danni, seppur consistenti, non erano completamente irreversibili oggi invece il primo metro di terreno è irrimediabilmente compromesso.


Sì il mio discorso era un po' generico.. ma capisco benissimo quello che dici.. in effetti oggi si sentono di ruspe o mezzi pesanti che hanno incidenti con nuraghi o domus de janas e i risultati sono ben peggiori di un carretto trainato da buoi che si abbatte su un nuraghe..








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gallosu

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Inserito il - 16/02/2009 : 13:06:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di gallosu Invia a gallosu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In precedenza ho elencato i punti che a mio avviso erano indispensabili per la conservazione dei nostri beni archeologici al primo punto ho proposto:
" la predisposizione e divulgazione in ogni comune di un catalogo archeologico accurato (anche con l'ausilio di volontari) per censire tutti i siti possibili (anche di quelli meno visibili) che in genere vengono trascurati ma che invece possono essere molto significativi"
era proprio perchè ritengo importante che ognuno sia conscio del danno che può arrecare e chi è preposto possa intervenire in modo adeguato.
Nei casi che ho prospettato, anche volendo, non si sarebbe potuto fare niente perchè in assenza di vincoli cio che è stato fatto era legale.
Se poi consideriamo che la sopraintendenza non conosce l'esatta consistenza del patrimonio archeologico il quadro si compleda da sè.
Provate a chiedere a qualche archeologo, anche tra i più noti e stimati, quanti nuraghi ci sono in Sardegna. La risposta sarà, a seconda dell'intervistato, dai 6 ai 7 mila oppure dai 7 agli 8 mila e cosi via. Ma ci rendiamo conto che ci sono scarti di qualche migliaio? Come si fà a tutelare i beni se non sono ancora censiti e catalogati?






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Aschy
Salottino
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Inserito il - 16/02/2009 : 15:46:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Aschy Invia a Aschy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
gallosu ha scritto:
Giusto per essere costruttivi e non solo critici (anche se purtroppo non se ne può fare a meno) io proporrei:
1) predisposizione e divulgazione in ogni comune di un catalogo archeologico accurato (anche con l'ausilio di volontari) per censire tutti i siti possibili (anche di quelli meno visibili) che in genere vengono trascurati ma che invece possono essere molto significativi;
2) recinzione con rete dei siti di valore storico-archeologico sparsi nelle campagne. Questa soluzione, per quanto sgradevole alla vista, di fatto con un costo relativamente contenuto impedisce che l'attività agricola stravolga e distrugga irrimediabilmente i manufatti. Nel mio paese dal 1944 ad oggi sono scomparsi completamente almeno sette o otto nuraghi di cui non rimane neanche il filare di base e quattro o cinque villaggi (ancora esistenti nel tardo medioevo) dei quali non rimane alcuna traccia salvo poche pietre successivamente utilizzate per recinzioni o ammassate per far posto alle colture;
3) servizio integrato di vigilanza tra i vari corpi (compagnie barracellari, forestali, CC ecc.) che attualmente in campagna si vedono non molto frequentemente e che comunque spesso non sono a conoscenza dei siti di valore archeologico e di conseguenza non possono svolgere un'azione efficace sia contro i vandali che contro i tombaroli;
4) individuazione dei siti di maggior pregio e interesse suscettibili di valorizzazione turistica e effettuazione dei lavori di scavo e restauro sino al "completo recupero" evitando che gli scavi rimangono perennemente in corso per decenni;
5) realizzazione di circuiti storico-archeologici (con adeguate segnalazioni che non si interrompono al primo bivio) in zone relativamente vicine che consentano ai visitatori di programmare un'escursione di mezza giornata o una giornata per evitare che le visite si concludano nell'arco di qualche mezz'ora e poi non si sà cosa fare;
6) solo dopo le precedenti fasi realizzare le strutture ricettive in grado di accogliere i turisti;
7) campagna di sensibilizzazione da parte dei singoli comuni e coinvolgimento di eventuali volontari (per ridurre i costi) nelle pulizie e nelle opere di scavo;


Giusto per rievidenziare le ottime proposte di Gallosu..
per quanto riguarda il censimento dei beni archeologici della nostra regione, è ovvio che hai perfettamente ragione..
In tal merito alcuni comuni della Sardegna stanno realizzando un'accurata opera di censimento, e contemporaneamente pubblicano i risultati dei loro studi..
Altri comuni invece non sanno neanche che alcune emergenze archeologiche ricadono all'interno del proprio territorio comunale..

Inoltre a mio parere si dovrebbe utilizzare le conoscenze derivanti da coloro che forse conoscono meglio il territorio (semplici appassionati, pastori, ma anche tombaroli pentiti, guardie forestali ecc...) che potrebbero integrare le conoscenze cognitive degli archeologi..
In quest'ultimo caso è richiesta un po' di umiltà agli archeologi..

Vi faccio l'esempio di due pubblicazioni "Indagini archeologiche a Sinnai" di Maria Rosaria Manunza, e "Ricerche archeologiche nel Marghine - Planargia".
In queste pubblicazioni sono presenti diverse citazioni di notizie orali apprese dagli abitanti del posto..

Ovviamente il censimento non dev'essere realizzato in tempi biblici e come hai accennato tu dev'essere anche finalizzato ad un futuro utilizzo dei dati raccolti, e non ad una mera esposizione degli stessi!







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Pia
Salottino
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Inserito il - 16/02/2009 : 16:00:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vi segnalo la lettura del capitolo "Tharros" del libro di Luca Goldoni La Sardegna che non ti aspetti. Finalmente una nota positiva da un osservatore (quasi) esterno.






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..un altro meraviglioso angolo di Sardegna


Prof Pia http://www.lezionidibello.blogspot.it

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Aschy
Salottino
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Inserito il - 16/02/2009 : 16:06:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Aschy Invia a Aschy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Pia Deidda ha scritto:

Vi segnalo la lettura del capitolo "Tharros" del libro di Luca Goldoni La Sardegna che non ti aspetti. Finalmente una nota positiva da un osservatore (quasi) esterno.

Ciao Pia, cosa dice in merito Luca Goldoni? almeno in sintesi per poi magari farci in seguito una full-immersion leggendo l'intero suo libro?







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gallosu

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Inserito il - 16/02/2009 : 16:53:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di gallosu Invia a gallosu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Per quanto riguarda la mia zona (la Trexenta) segnalo invece la pubblicazione avvenuta qualche anno fà "La Trexenta Antica" di Silvestro Ghiani. L'autore, ormai defunto, era un appassionato di archeologia ed aveva fatto la tesi di laurea in archeologia proprio sui siti della Trexenta storica tracciando un quadro abbastanza completo di quanto presente all'epoca (se non ricordo male del 1944) apportando successivamente degli aggiornamenti. Quando il libro è stato finito di stampare, cinque o sei anni fà, molti dei siti segnalati erano ormai irriconoscibili.





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Gallosu
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Aschy
Salottino
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Inserito il - 16/02/2009 : 17:01:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Aschy Invia a Aschy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Uno dei tanti casi in cui la parola scritta sopravvive e il monumento no...
Sarà, ma non riesco ad accontentarmi







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Lessa
Salottino
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Inserito il - 16/02/2009 : 17:11:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Lessa Invia a Lessa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aschy ha scritto: Giusto per rievidenziare le ottime proposte di Gallosu..
per quanto riguarda il censimento dei beni archeologici della nostra regione, è ovvio che hai perfettamente ragione..
In tal merito alcuni comuni della Sardegna stanno realizzando un'accurata opera di censimento, e contemporaneamente pubblicano i risultati dei loro studi..
Altri comuni invece non sanno neanche che alcune emergenze archeologiche ricadono all'interno del proprio territorio comunale..
Inoltre a mio parere si dovrebbe utilizzare le conoscenze derivanti da coloro che forse conoscono meglio il territorio (semplici appassionati, pastori, ma anche tombaroli pentiti, guardie forestali ecc...) che potrebbero integrare le conoscenze cognitive degli archeologi..
In quest'ultimo caso è richiesta un po' di umiltà agli archeologi..
Vi faccio l'esempio di due pubblicazioni "Indagini archeologiche a Sinnai" di Maria Rosaria Manunza, e "Ricerche archeologiche nel Marghine - Planargia".
In queste pubblicazioni sono presenti diverse citazioni di notizie orali apprese dagli abitanti del posto..
Ovviamente il censimento non dev'essere realizzato in tempi biblici e come hai accennato tu dev'essere anche finalizzato ad un futuro utilizzo dei dati raccolti, e non ad una mera esposizione degli stessi!



....il fatto è che nessun aiuto viene da parte di archeologi& Co, che dovrebbero tutelare il nostro patrimonio, e renderlo fruibile a tutti.
Dico questo perchè infatti per l'ennesima volta mi è stato posto il divieto di fotografare un sito pur avendo pagato il biglietto...
E tutto questo perchè l'archeo-illogico di turno deve fare una pubblicazione su quel sito, e naturalmente non si potrà manco guardare da lontano una macchina fotografica, sino a quando (qualche secolo) non arriveranno le sovvenzioni per finire lo scavo, pubblicare il lavoro, e finalmente permettere ai visitatori di visitare, fotografare, parlare, nonchè divulgare in internet i nostri beni archeologici.
E non vedo cosa ci sia di strano... Io quando voglio conoscere un sito, cerco in internet, foto, commenti, eccetera . Ma se non trovo manco una foto, o leggo commenti di persone deluse, perchè mai dovrei andare a vedere un posto che so già si rivelerà una delusione?? Non voglio fare pubblicità negativa, per cui NON citerò il posto ed i sito...

A questo punto preferisco un Nuraghe abbandonato in campagna e dimenticato da tutti...almeno posso andare a vedermelo in santa pace, senza per forza pagare alcunchè, senza rotture di balle e potendo fare foto a raffica.
è un pensiero che dà fastidio anche a me...ma ultimamente sto cambiando idea, perchè se "tutela" deve andare a braccetto con "divieti" (ingiusti).....beh, ci siam capiti


Ashy ben conosco il lavoro della Manunza, perchè il comune di Sinnai confina con il mio, quindi spesso mi ritrovo su siti che non appartengono al nostro territorio...e uso il "mattone" per avere qualche info in più....senza contare chequando vado in montagnaper studiare la mia materia (Scienze Naturali) spesso trovo strutture e rinvenimenti superficiali non segnalati;

Non avendo trovato nulla di simile (per Sinnai) al sito di alcuni miei amici che operano nel territorio di Quartu ( Nuraghediana.it ). Ho trovato un importante aiuto nel censimento operato dalla Prof.
Il lavoro della Manunza è veramente un bel lavoro, ma ti dico che mancano non pochi siti archeologici, conosciuti perlopiù da tombaroli, appassionati e forestali.
Se rispetto e buona volontà (nonchè una certa dose di umiltà che li faccia scendere dai seggi su cui si sono posti) non vengono prima dagli archeologi è impensabile che vengano dalle persone comuni, che il territorio lo vivono e lo conoscono palmo a palmo.
Dopotutto questi ultimi non hanno nulla da guadagnarci dal segnalare al Prof di turno che ha rinvenuto tal cosa in tale località.

Salude!







Modificato da - Lessa in data 16/02/2009 17:25:26

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Pia
Salottino
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Inserito il - 16/02/2009 : 17:19:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aschy ha scritto:

Pia Deidda ha scritto:

Vi segnalo la lettura del capitolo "Tharros" del libro di Luca Goldoni La Sardegna che non ti aspetti. Finalmente una nota positiva da un osservatore (quasi) esterno.

Ciao Pia, cosa dice in merito Luca Goldoni? almeno in sintesi per poi magari farci in seguito una full-immersion leggendo l'intero suo libro?

Ok! Ma è un capitolo molto breve in mezzo a tanti flash che parlano delle sue impressioni di vita vissuta in tanti anni in Sardegna. Fa gli elogi alle ragazze della cooperativa che gestisce le guide all'area archeologica. Bacchetta i turisti che si sono portati via le tessere di un mosaico pavimentale ("legioni di turisti ottusi, i tarantolati dal souvenir...)..
Conoscete Antonella? Lui la ricorda.







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Aschy
Salottino
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Inserito il - 16/02/2009 : 17:28:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Aschy Invia a Aschy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Anche a me dispiace non poter fotografare i siti archeologici nella loro interezza, e infatti ho citato (e non solo io) come esempio il sito archeologico di Sant'Andrea Priu a Bonorva..
io dico tuttavia di andare a visitare quest'ultimo sito perchè è possibile visitare e fotografare le altre tombe..

Tuttavia come si denota dal tuo intervento, riconosci il merito che alcuni archeologi, come la Manunza o il Moravetti (l'autore della pubblicazione "Ricerche archeologiche nel Marghine - Planargia" che prima per dimenticanza non ho citato) compiono un lavoro importante nel far conoscere alcune emergenze archeologiche al pubblico..
Un altro esempio è anche Roberto Ledda che ha pubblicato molti libri relativi alle emergenze archeologiche del Sarrabus, senza dei quali difficilmente avrei potuto visitare diversi siti di quella zona..

Però purtroppo bisogna sottolineare come hai scritto tu che ci sono alcuni archeologi (una piccola percentuale per fortuna) che antepongono la propria gloria (e interessi economici ovviamente) a quelli della collettività..
Anche a me è successo in un centro della Trexenta (di cui per ora non diciamo il nome) di non poter visitare un sito perchè da quanto ho sentito dire (da una persona che difficilmente poteva mentire) l'archeologa in questione non voleva far entrare nel sito archeologico nessuna persona finchè non era pronta la sua pubblicazione...

comunque sottolineamo che sono una minoranza come in tutti i campi...







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Aschy
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Inserito il - 16/02/2009 : 17:38:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Aschy Invia a Aschy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Pia Deidda ha scritto:
Ok! Ma è un capitolo molto breve in mezzo a tanti flash che parlano delle sue impressioni di vita vissuta in tanti anni in Sardegna. Fa gli elogi alle ragazze della cooperativa che gestisce le guide all'area archeologica. Bacchetta i turisti che si sono portati via le tessere di un mosaico pavimentale ("legioni di turisti ottusi, i tarantolati dal souvenir...)..
Conoscete Antonella? Lui la ricorda.

A proposito di Tharros (non Giorgio.. ) qualcuno mi sa dire se le colonne sono vere o come ho sentito dire sono una trovata pubblicitaria dell'archeologo G. Pesce che aveva bisogno di sovvenzione per gli scavi archeologici?







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Lessa
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Inserito il - 16/02/2009 : 17:39:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Lessa Invia a Lessa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aschy ha scritto:

Anche a me dispiace non poter fotografare i siti archeologici nella loro interezza, e infatti ho citato (e non solo io) come esempio il sito archeologico di Sant'Andrea Priu a Bonorva..
io dico tuttavia di andare a visitare quest'ultimo sito perchè è possibile visitare e fotografare le altre tombe..

Certo, ci sono stato, ma paradossalmente mi son divertito più nella tomba affianco alla principale (quella con le travi disegnate nel soffitto per intenderci) dove ho potuto sbizzarrirmi a fare foto.
Tuttavia come si denota dal tuo intervento, riconosci il merito che alcuni archeologi, come la Manunza o il Moravetti (l'autore della pubblicazione "Ricerche archeologiche nel Marghine - Planargia" che prima per dimenticanza non ho citato) compiono un lavoro importante nel far conoscere alcune emergenze archeologiche al pubblico..
Un altro esempio è anche Roberto Ledda che ha pubblicato molti libri relativi alle emergenze archeologiche del Sarrabus, senza dei quali difficilmente avrei potuto visitare diversi siti di quella zona..

Certo, anzi se incontrassi la Manunza sarei il primo a farle i complimenti per l'ottimo lavoro svolto.
Come si chiama il libro di Ledda? Sarei interessato a leggerlo...dove lo posso trovare?

Però purtroppo bisogna sottolineare come hai scritto tu che ci sono alcuni archeologi (una piccola percentuale per fortuna) che antepongono la propria gloria (e interessi economici ovviamente) a quelli della collettività..
Anche a me è successo in un centro della Trexenta (di cui per ora non diciamo il nome) di non poter visitare un sito perchè da quanto ho sentito dire (da una persona che difficilmente poteva mentire) l'archeologa in questione non voleva far entrare nel sito archeologico nessuna persona finchè non era pronta la sua pubblicazione...
comunque sottolineamo che sono una minoranza come in tutti i campi...

Purtroppo ci sono...! Almeno di Nuraghi (per ora) ce ne sono a bizzeffe!







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gallosu

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Inserito il - 16/02/2009 : 17:42:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di gallosu Invia a gallosu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aschy ha scritto:



Anche a me è successo in un centro della Trexenta (di cui per ora non diciamo il nome) di non poter visitare un sito perchè da quanto ho sentito dire (da una persona che difficilmente poteva mentire) l'archeologa in questione non voleva far entrare nel sito archeologico nessuna persona finchè non era pronta la sua pubblicazione...

comunque sottolineamo che sono una minoranza come in tutti i campi...


Provo ad indovinare?
Ortacesus






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