Forum Sardegna - Siamo alle solite...

Turritano ha scritto:

Gio ha scritto:

Amare non vuol dire non poter criticare. Il rispetto lo si porta osservando le leggi, rispettare i luoghi e le persone in cui ci si trovi. Se sono in un albergo non sono un ospite ma un cliente con tutti i diritti-doveri del caso. Cosi se viaggio su una strada sia a piedi sia in auto, se visito un monumento, ecc. Se noto qualcosa che ai miei occhi appare sbagliato ho il diritto-dovere di dirlo in quanto lascio dei soldi in quel luogo. Un ospite è uno ospitato gratuitamente se pago per i servizi corrispostomi sono un cliente e in quanto tale posso dire la mia giusta o sbagliata che sia.

Il paragone col cliente non sta in piedi: se il “cliente” non è soddisfatto del suo albergo, prende i piedi e se ne va, magari dopo aver fatto le sue critiche, oggettive o soggettive che siano. Non rimane li, a criticare questo e quello: questo non va, quell'altro non va, quest’altro è peggio, la gestione dovrebbe essere come dico io ecc. ecc.
Però non si muove da lì! Un “cliente” così, non piacerebbe a nessuno, non sarebbe gradito. Si possono anche fare delle critiche. Da esterno uno può fare le sue critiche, ma garbate o addirittura dare consigli, ma c’è modo e modo: dalla critica alla mancanza di rispetto, il passo è breve… senza contare poi la supponenza: solo perché uno viene da fuori, ne sa più di uno che è qua da generazioni? E quando si ficca nella nostra politica e nella nostra Storia o Lingua, non solo per “criticare”, ma addirittura per negare i Nostri Valori, ancora peggio. Qualcuno che gliele canti a un certo punto salta fuori.
A proposito dell’ aneddoto sulla mia “esperienza” in Svizzera (Paese che per molti versi ammiro), sì, è vero, l’avevo già detto, ma non è mica finita lì! Il nostro svizzerotto capocameriere, esempio tipico di montanaro corpulento e zoticone, dopo aver detto quella frase ha cominciato a ironizzare, ridacchiare e anche a minacciare con la sua possanza fisica. Ma non mi ha fatto paura. Ho risposto come si conviene, pronto con la testa e con una mano in tasca (cosa c’era nella tasca non te lo dico, sta di fatto che io non mi separo mai dalla mia pattadese). Alla fine gli ho detto, chiaro e netto: “ride bene chi ride ultimo”. Non ci crederete, ma il “nostro”, si è subito calmato, pensieroso. Il resto alle prossime puntate.
Turritano