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Nota Bene: Oasi di Monte Arcosu, area protetta di proprietà del WWF. Tra le Oasi italiane del WWF è la più estesa con i suoi 3600 ettari. Situata nella montagne del Sulcis a pochi chilometri da Cagliari, nasce nel 1985 per la salvaguardia del Cervo Sardo.



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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 27/02/2011 : 10:06:41  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Proseguo poi per Baunei e mi fermo in paese per fare colazione e passeggiata. Ho visto diverse case molto “ sgarrupate” girando per le stradine. Passata una mezz’ora risalgo sul van alla volta del Golgo. La strada è in certi punti piuttosto stretta, in forte pendenza, ma panoramicamente eccellente. L’altopiano è una vasta estensione più o meno pianeggiante, con boschi di lecci e rovelle. Situato a circa 400 metri sul livello del mare, l’altopiano è delimitato da costoni dolomitici percorsi da torrenti e corsi d'acqua che arrivano fino alla costa Ci sono diversi sentieri che iniziano qui e portano alla Codula di Sisine ( le “codule” sono piccole e strette valli percorse da torrenti, quando c’è acqua) ed all’ omonima spiaggia; un altro sentiero porta a Cala Goloritzè. Prima tappa a S'Isterru, una voragine carsica, formatasi dalla spaccatura di rocce, profonda circa trecento metri, che costituisce il pozzo naturale più profondo dell'isola, e che sino a poco tempo fa era ritenuto un cratere vulcanico. Poi proseguendo arrivo alla chiesetta di San Pietro. Il piccolo complesso è recintato da un muretto in pietra. All’interno si trovano le cumbessias, le case per i pellegrini. La chiesa, di piccole dimensioni, è stata costruito sopra un sito recanti le tracce di antichi culti pagani. Lungo la via principale, o bia majore, si notano i resti di un lastricato romano arrivando poi alle cosiddette “piscinas” delle piccole conche naturali adibite alla raccolta dell’acqua piovana. Sono gia le 9.30. Se voglio arrivare alla meta e avere il tempo di fermarmi lungo il percorso è ora di ripartire. Ritornato a Baunei, altre strade non ci sono, faccio un ulteriore cambio di programma; percorrerò la 125 fino al bivio per il paese di Urzulei. Mi piace moltissimo questa strada. Transito per il paese poi su, a destra, fino ad arrivare a Talana e poi, gia che ci sono una visita al Nuraghe Bau e Tanca. Ogni tanto mi prende la voglia di ritornare in certi posti gia visitati solo per vedere se è cambiato qualcosa. - L’ ultima volta che venni qui incontrai un gruppetto di persone che stavano discutendo nei pressi del nuraghe. Parcheggiata l’auto passai accanto a loro salutandoli e uno di essi mi domandò perché fossi arrivato fin lassù. Risposi che avevo avuto notizie di questo sito da una persona incontrata a Talana e mi aveva incuriosito. Mi disse che non erano molti coloro che si spingevano lassù e che era assai difficile soprattutto per eventuali turisti. Allora approfittai dell’occasione per dirgli che, a mio avviso, se il sito fosse stato valorizzato e messo in condizioni di visite approfondite forse le cose sarebbero cambiate. Mi rispose che erano proprio li per questo e mi presentò le persone che erano con lui le quali facevano parte dell’assessorato ai beni culturali venute nel sito per pianificare un eventuale intervento di recupero. – da quello che posso vedere ora erano lì e basta, non vedo differenze. Il nuraghe è piuttosto mal messo, a fatica se ne distingue la forma dalla strada. Ci sono altri che sono venuti a vederlo. Nel piccolo parcheggio c’è una macchina con targa tedesca. Percorro a ritroso cinque o sei chilometri che mi hanno portato fino qui. Arrivo a Biddamanna Strisaili, questo il nome in sardo di Villagrande.






























Modificato da - Tharros in data 27/02/2011 10:16:03

  Firma di Tharros 
E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Trento  ~  Messaggi: 4702  ~  Membro dal: 02/12/2006  ~  Ultima visita: 22/03/2020 Torna all'inizio della Pagina

Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 27/02/2011 : 10:17:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando




Il paese nel 2004 ha subito gravi danni per l’ esondazione dei piccoli fiumi che scendono dai monti dai quali è circondato. Al bar, dove mi sono recato per avere informazioni mi dicono che molti sono i siti nuragici dei dintorni. Tombe dei giganti, pozzi sacri e i resti di un tempio a megaron. Sono cose sparse su tutta l’Isola e decido di proseguire ma, prima di andare via, compero il calendario che la pro loco del paese stampa ogni anno. Una breve passeggiata, per dare uno sguardo al borgo, fare delle foto e poi in marcia. Decido di non andare subito verso la meta, anche perché c’è ancora tempo, e dirigo verso Arzana e Lanusei. Attraverso il primo borgo senza fare soste ed a pochi chilometri dopo Lanusei vedo il cartello che indica la direzione per l’osservatorio astronomico del monte Tricoli. La strada è come la ricordo: sterrata, piuttosto stretta e percorrendola trovo anche dei punti un po’ impegnativi ma dopo circa 30 minuti sono arrivato. L’osservatorio è quello classico a cupola in parte apribile ma quello colpisce maggiormente è il panorama che si vede intorno. Ormai sono quasi le due è ora di mettere qualcosa nello stomaco e questo mi sembra un ottimo posto per farlo. Circa un’ ora dopo riparto verso quella che è la mia metà finale. Una sosta sulle sponde del lago dell’alto Flumendosa. Al lago mi sono fermato per vedere se è come lo avevo visto alcuni anni fa e anche perché è sempre uno spettacolo della natura. Sembra cambiato, l’impressione è che molti alberi siano scomparsi, forse un incendio. Una breve passeggiata per un sentierino fin sulle sponde. Riordinato un po’ mi rimetto in viaggio, lasciando ben presto la provinciale per una laterale che mi porterà alla meta. Salendo da questa parte non avrò occasione di vedere la montagna se non quando ci sarò proprio sotto. Sono gia stato qui l’anno scorso ma non mi sono fermato. C’era molta gente arrivata fin quassù per vedere questa particolare costruzione della natura. Tacchi, cosi sono chiamate queste particolari “costruzioni” montuose (In una rivista ho letto un articolo sui tacchi, queste particolari torri di roccia; il fatto è che il singolare di Tacchi fu chiamato “ Tacchio “ e detto da una casa editrice come la De Agostini mi è parso assai strano). La strada procede in salita, ha anche dei tratti di sali-scendi, ci sono molte buche alle quali bisogna fare molta attenzione, anche piccoli guadi nei quali ora non c’è acqua. La strada si snoda in costa alla montagna, quasi collina per i canoni di un montanaro, e si inoltra attraverso una vallata ampia cosparsa di cespugli e radi alberi di olivastro; ci sono anche degli ovili con i recinti in pietra e le basse casette per il riparo dei pastori. Gli ovili non sono mai semplici recinti. All’interno è stata costruita una piccola dimora per i pastori e un’altra, con il tetto di rami e in forma conica, serve per il ricovero dei capretti e gli agnellini che qui sono chiamati “cuili”. Ogni tanto è posteggiata qualche automobile, quasi sempre pick-up. Tra parentesi ho notato, nelle auto parcheggiate in paese, quanto sia facile capire quando sono di proprietà di un pastore. Se è piena di graffi orizzontali provocati dai cespugli quella lo è quasi sicuramente Il percorso non è lungo, molto panoramico e anche molto piacevole. Procedo ad una velocità di circa 30 km ora e questo mi permette di guardare il panorama che ad ogni curva si apre e si rinnova. Salgo lentamente, in fondo non devo arrivare a grandi altezze. Il dislivello è di circa 350 m dal lago.










Dopo circa un’ora arrivo alla base della montagna. Sono le sei e mezza, seduto vista Perda, pondero se è il caso di andare su adesso o domani mattina. Meglio domani, per ora mi accontento di fare una passeggiata lungo la strada. Torno poi al van e preparo la cena, ormai sono le otto e mezza, è ora di mettere qualcosa sotto i denti. Il silenzio della montagna è diverso da quello del mare. Rumori in sottofondo diversi, come il rotolare sui pendii di qualche sasso, il rumore dei motori degli aerei che passano sopra, animaletti che di notte lasciano le loro tane per procacciarsi il cibo. La limpidezza del cielo mi consente di vedere innumerevoli stelle, è una notte senza luna ed il buio è quasi totale. Arriva il momento della consuetudine serale, sigaretta e bicchierino di mirto, meno male che ho il frigo altrimenti… La temperatura è ottima, ho indossato una maglia, questa notte dormirò meglio del solito. Ogni tanto si vedono dei lampi nel cielo ma non ho visto una nuvola in tutto il giorno. Si è fatto tardi, la giornata è stata lunga, ho percorso qualche strada piuttosto disagevole anche se breve; in questi casi mi stanco un pò di più. Nonostante i programmi chissà cosa mi riserverà il domani…sorprese, come sempre.





Buona notte











Modificato da - Tharros in data 27/02/2011 10:26:13

  Firma di Tharros 
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 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Trento  ~  Messaggi: 4702  ~  Membro dal: 02/12/2006  ~  Ultima visita: 22/03/2020 Torna all'inizio della Pagina

Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 27/02/2011 : 10:32:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dopo ardua lotta finalmente ci sono riuscito...navigazione con mare forza 8...






  Firma di Tharros 
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maria
Salottino
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Inserito il - 28/02/2011 : 14:17:19  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di maria Invia a maria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Wauuuuuuuuuuuuuuuuuuu stupende foto






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Redentore - Monte Ortobene

Nuoro

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 01/03/2011 : 10:46:34  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie Maria...arriverò anche a Nuoro...






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maria
Salottino
Utente Maestro




Inserito il - 01/03/2011 : 14:22:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di maria Invia a maria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:

Grazie Maria...arriverò anche a Nuoro...

Lo spero bene







  Firma di maria 

Redentore - Monte Ortobene

Nuoro

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 02/03/2011 : 11:34:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Errata corrige: Il monte Tricoli non è esatto, il monte dove risiede l'osservatorio è il Monte Armidda!! Chiedo scusa!!






  Firma di Tharros 
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sarrabus72
Salottino
Utente Maestro




Inserito il - 02/03/2011 : 14:16:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sarrabus72 Invia a sarrabus72 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Come un tuffo allo stomaco sensatione bellissima sentir raccontare di percorsi gia fatti e vedere foto di posti gia visti alimenta i ricordi che te li fa sentire di nuovo freschi freschi ! Uhhhhhhhhhh nostalgiaaaaaaaa ...






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Valle di Oddoene

Dorgali (NU)

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna



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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 02/03/2011 : 14:34:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Questo è il mio modo di combatterla la nostalgia...facendola venire agli altri!!!!






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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 19/03/2011 : 10:10:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Da
Perda e’ Lliana
ad
Esterzili

Km percorsi 242



Mi sono alzato per vedere l’alba sfiorare la Perda Lliana. Non ci sono nuvole in giro. Il cielo è terso, la temperatura si sta alzando. Portate a termine le piccole cerimonie del mattino uno sguardo al territorio in giro. E’ quasi selvaggio, se non fosse per la strada che vedo scendere la valle fra le macchie dei cespugli; sembrerebbe che l’uomo non sia mai passato di qui. Il sole, ancora non lo posso vedere, sta illuminando Sa Perda che torreggia imponente sopra di me.
Preparo lo zainetto e mi avvio per un sentiero piuttosto agevole che mi fa arrivare, in 20 minuti, sotto il Tacco. Durante L’avvicinamento ho potuto guardare da diverse angolazioni questa particolarissima montagna. Sa Perda Lliana è uno dei più caratteristici monumenti naturali della Sardegna. E' un torrione calcareo che arriva a 1293 slm. e appartiene ai tipici "tacchi" della zona che risalgono all'Era Mesozoica, cioè circa 150 milioni di anni fa. Una vecchia leggenda racconta che Perda ‘e Lliana sarebbe stata una delle porte dell’inferno, da cui uscivano demoni e streghe per fare del male ai comuni mortali; un antico detto popolare recita “A sa Perda e Liana su hi cheres ti dana”, ovvero: alla Perda ‘e Liana ciò che chiedi ti viene dato, il significato è che chi voleva diventare ricco o desiderava qualcosa, che difficilmente poteva avere, si poteva recare ai piedi del monte per vendere la propria anima al diavolo ed in cambio vedrebbe avverato il suo desiderio. Pare anche che in tempi Nuragici ai piedi del Tacco si riunissero in consiglio i vari capi delle tribù che abitavano i dintorni. La giornata è limpida e posso apprezzare pienamente tutto il panorama che a 360° mi scorre sotto gli occhi. Mi siedo su una roccia. Riesco vedere Punta La Marmora, s’ Arcu di Corr’ e Boi, i monti della Barbagia di Seulo. Non conosco i nomi delle varie alture ma non mi pare importante. Credo che sia uno dei posti più belli di montagna che io abbia mai visto in Sardegna, fino ad ora. L’architettura di questa grande roccia va dai tetti, ai canaloni che in verticale la percorrono fino alla cima, ci sono venature di rosso e grigio. Sono tentato a fare dei confronti con le mie montagne ma non ne vengo fuori. Resto seduto guardandomi in giro aiutato dal binocolo e come di consueto scattando delle fotografie. Sto pensando di fare una tappa montana oggi, per un giorno restare lontano dal mare e fare un giro fra questi monti. Ridiscendo il sentiero per tornare al van; mi avvio in discesa percorrendo una strada più o meno simile a quella della sera precedente. Fino ad un certo punto è lo stesso panorama del giorno prima poi la strada si allarga e diventa a due corsie. Arrivo all’incrocio con la 198 e giro a destra verso Seui.














Transito per il paese nel quale sembra ci sia una festa. Ci sono macchine parcheggiate su ambo i lati della strada e molta gente a piedi che la percorre. Ci metto molta attenzione se non voglio tirare la riga ai pantaloni di qualcuno. Avevo pensato di fare una sosta ma considerato tutto è meglio che prosegua, sarebbe difficile anche trovare un parcheggio e, inoltrandomi per il paese, non è escluso, come mi successe tempo fa di ritrovarmi a non capir più da che parte uscire soprattutto perché trovare delle strette stradine che m’impediscono il passaggio è abbastanza facile. Proseguendo, sulla destra, costeggio il paese di Sadali, il paese delle cascate che intendo visitare la prossima volta, in un altro viaggio. Devio sulla strada in direzione Nurri e poi ad Orroli per una visita al nuraghe Arrubiu. Assolutamente solo perlustro il nuraghe mettendo il naso in ogni possibile pertugio. E’ il colore che ha assunto nel tempo che gli ha dato il nome di Arrubiu, cioè rosso. Chiamato anche Gigante Rosso è un complesso formato da diverse torri delle quali una centrale e altre laterali. Risale probabilmente al XIV° a.C. ed è stato anche utilizzato durante il periodo romano per la produzione del vino, una specie di cantina sociale ante litteram. Intorno al nuraghe i resti delle capanne che formavano il villaggio. Portata a termine la visita ritorno indietro per riprendere la strada che mi porterà in direzione di Serri per poi puntare verso nord alla volta di Isili. Prima del paese, a circa due chilometri, c’ è una fontana ed è necessario che io svolga qualche operazione di contorno. Sono quasi le undici e vado verso il paese per dare un’occhiata al Nuraghe Is Paras, che si trova all’entrata del borgo ed è in fase di ristrutturazione. Entro in un negozio d’alimentari per comperare quanto mi serve per il pranzo poi torno alla fontana per la sosta di mezzodì. Ripartito con l’ intenzione di proseguire verso Laconi nei pressi di un incrocio un cartello indica la direzione verso Barumini e mi sovviene che potrei fare una deviazione: poiché oggi il trend è andare per nuraghi non sarebbe male dare uno sguardo anche a Su Nuraxi. Su Nuraxi (in sardo campidanese, in italiano Il nuraghe), sorge ad Ovest del centro abitato.












Si trova su un'altura dominante una vasta pianura, e si staglia inconfondibilmente lungo il profilo orizzontale dell’altopiano delle Giara di Gesturi situata subito dopo, verso nord. E’ una piccola città nuragica e dal mio punto di vista la più interessante della Sardegna. E’ chiamata anche Reggia perché, oltre al grande Nuraghe quadrilobato, intorno vi sono i resti delle case che furono abitate dalla popolazione nuragica e gli esperti suppongono che la parte monumentale fosse abitata da un re. Subì anche diverse distruzioni e rifacimenti sia dai Cartaginesi che dai romani dopo di che fu definitivamente abbandonata. L’anno scorso ero venuto in questo bellissimo sito e l’ ho visitato. Mi è solo venuta voglia di rivederlo e, per non andarmene a mani vuote, compero nel negozio accanto un cd di canzoni sarde interpretate da vari autori, due tazzine da caffè corredate di zuccheriera e vassoio in porcellana con le pavoncelle blu e un anellino corredato da Su Puzzones (uccellini) Adesso l’abbandono pure io e riparto in direzione di Laconi, distante una ventina di chilometri circa. Ho diversi motivi per andare a Laconi: per vedere il paese e i dintorni e perché tempo prima, a Trento, ho assistito ad un concerto del coro e, parlando con il direttore, gli dissi che in estate venivo sempre in Sardegna e lui allora mi invitato a far loro visita se avessi avuto un po’ di tempo. Hanno diverse esibizioni nel periodo estivo e per questo motivo sarebbe stato opportuno che gli telefonassi per sapere se erano in paese o in qualche altro luogo. Arrivato nel borgo chiedo l’indicazione per arrivare alla sede dove solitamente il coro fa le prove ma, arrivatoci, la trovo vuota. Ho trovato, invece, una piccola mostra di prodotti vari locali e mi fermo a visitare e, quando chiedo informazioni, un artigiano del posto, presente alla mostra, mi fornisce le indicazioni per trovare un appartenente al coro che, dice, gestisce una rivendita di tabacchi sulla via principale. Trovo subito la persona che cerco la quale sembra essere contenta, ma anche sorpresa, di vedermi e dopo alcuni convenevoli andiamo insieme in un bar vicino per festeggiare l’incontro con un aperitivo e parlare un po’. Mi informa che avrebbero fatto uno spettacolo due giorni dopo e mi fece promettere che ci sarei andato. Rimango ancora per un po’ seduto al tavolino nel giardino del bar; poi ci salutiamo, con la raccomandazione, da parte del mio ospite, d’andare al concerto. Lo rassicuro e quindi vado a fare una visita al castello e al parco Aymerich. D’origine iberica gli Aymerich furono tra i primi a giungere in Sardegna al seguito dei conquistatori catalano-aragonesi nel 1323 e rapidamente acquisirono posizioni di rilievo nella città di Cagliari, dove nel Castello fissarono la loro residenza abituale, mentre il castello di Laconi fu successivamente acquistato dalla famiglia. Nel parco il bosco secolare, che si estende per 22 ettari, è formato da lecci, rovelle, olivastri e querce da sughero, presenta anche rare specie di orchidea, cedri dell‘Himalaya; è possibile percorrere, inoltre, numerosi sentieri e ammirare piccole cascate e suggestivi angoli con un fitto sottobosco. In una porzione del parco si trovano anche numerose specie di piante esotiche. Tra una cosa e l’altra si sono fatte le sei. E’ ora di riprendere il viaggio. La meta per la notte non è lontana ma la strada presenta di tutto tranne che rettilinei e vorrei, fin che c’è luce, fermarmi per la cena. Inizialmente percorro una strada stretta che mi porta fino alla provinciale verso Villanova Tulo. Fatti si e no 15 chilometri trovo uno spiazzo con annessa fontana e allora decido di sostare. Alle 20 ho portato a termine le incombenze. Forse è tardi per andare fin sul Monte Vittoria; la strada è stretta e piena di curve e preferirei percorrerla l’indomani. Decido di arrivare fino ad Esterzili in modo tale da essere in zona; in oltre so dove trovare un posto per andare a riposarmi senza doverlo cercare col buio. Faccio questi ultimi chilometri con molta calma. Posso ancora vedere il panorama che mi circonda, almeno fino a Villanova perché poi scendo in una vallata per poi risalire verso Esterzili. Arrivando in paese ho trovato la stessa ressa di persone che ho incontrato stamattina a Seui; evidentemente anche qui è giorno di festa. Ho trovato un posto tranquillo dove parcheggiare. Dall’altra parte della strada c’è un giardino con delle panchine in pietra e una fontana. In pratica la strada sale da Esterzili, fa un tornate e prosegue in salita verso il monte Vittoria. Lo spazio creato dal tornante è stata adibito a piccolo parco.
Ho qualche cosetta da lavare ed approfitto. Oggi ho percorso qualche chilometro in più del solito e da queste parti le strade sono abbastanza impegnative anche se non molto più di quelle che posso trovare in Trentino. Ho notato un comportamento piuttosto pericoloso da queste parti. Più di una volta ho incrociato auto che tagliavano le curve e in qualche occasione non sono stato molto ben educato verso chi incrociavo mandandolo in un paese diverso da quello dove era diretto. Giornata prevalentemente culturale fra i Nuraghe della Zona. Ce ne sono molti ma non posso visitarli tutti e poi, devo pur lasciare indietro qualcosa per il prossimo viaggio.








































Modificato da - Tharros in data 19/03/2011 10:26:35

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 19/03/2011 : 10:28:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando












Una mattina, l’anno scorso andai a visitare il Nuraghe Losa e fu un’esperienza unica. Ci sono dei momenti e dei luoghi dove è necessario, almeno per me, essere il più solo possibile. Andare in montagna, vistare un sito archeologico od un museo o leggere un libro sono azioni che abbisognano di quiete, di silenzio e concentrazione. Ero gia stata al Losa, un pomeriggio d’estate e vi avevo trovato tantissima gente. Ovviamente parlare di quiete era fuori discussione. Ma la visita che feci quella mattina era tutt’altra cosa e potei sperimentare delle sensazioni che allora non ebbi e che poi mi hanno quasi sempre guidato, e a volte in modo poco ortodosso, in queste piccole scoperte. Questo è il racconto di quella visita: - Durante la notte cadde qualche goccia di pioggia, quanto bastava per inumidire un po’ le strade e le campagne intorno. Stavo percorrendo la Carlo Felice dopo aver lasciato Porto Torres. Era ancora scuro, anche se alle mie spalle il cielo andava leggermente schiarendo. Durante la notte scese una nebbia sottile che si stava ispessendo man mano che mi addentravo nell’Isola. Non viaggiavo a grande velocità, circa 80 km all’ora a cavalcioni della linea di mezzarìa. Ero il padrone della strada, nessuno davanti e nessuno dietro e nell’altra corsia incrociai solo qualche solitario viaggiatore. Dovetti azionare i tergi-cristalli, ogni tanto, per togliere il velo d’ umidità; mi precedevano i coni di luce dei fari che illuminano la strada per poche decine di metri mettendo in risalto le strisce che passano sotto il van. Sulla destra sfilavano i cartelli delle località che stavo oltrepassando come Bonnanaro, Torralba, attraversai il Meilogu, la terra di mezzo, attorniato da forme indistinte. La Valle dei Nuraghi, l’altopiano della Campeda, Macomer, del quale intravidi qualche luce. La strada correva in discesa con lunghi rettilinei. La notte stava lentamente lasciando il posto ad un debole chiarore ma i contorni d’ogni cosa restano sfumati. Borore, Abbasanta mi stavo avvicinando alla meta. Mi alzai prestissimo, quella mattina, per poter essere da solo in quel posto che mi aveva sempre destato meraviglia per la sua imponenza. Erano da poco trascorse le sei. Il sole stava facendo la sua comparsa, un batuffolo di colore bianco, dalla luce soffusa, che sfiorava ancora gli alberi, penetrava a fatica la cortina nebbiosa. Fermai il van nel parcheggio adiacente al Nuraghe. Non c’è anima viva in giro. Ero lì, osservando quel monumento di pietre che raccontava tremila anni di storia, nel silenzio, col profumo dell’erba bagnata e nella nebbia. Non è la prima volta che mi accadeva di trovarmi la mattina presto in qualche sito archeologico ma, al contrario di altri, qui le sensazioni per qualche arcano motivo, siano diverse. E non è solo la solitudine ed il silenzio, ma anche la storia di questo sito antico; sentivo una leggera inquietudine ad aggirarmi tra quelle rovine. Era come se mi percepissi fuori posto, mentre calpestavo il terreno sul quale, molto tempo fa, erano all’opera uomini d’ingegno. Provai ad immaginare coloro che vi abitavano, quello che facevano ogni giorno per poter sopravvivere in quei tempi e in queste remote lande. Chissà quale effetto aveva sui visitatori o i mercanti che per la prima volta venivano qui in visita, forse anche loro meravigliati, probabilmente in soggezione di fronte a queste imponenti mura. Quali riti potrebbero testimoniare queste pietre, quale vita scorreva intorno a queste mura o dietro di esse. M’immagino i bambini che giocano, le donne che attendono ai loro lavori. Gli uomini che stavano approntando una battuta di caccia o, forse, preparavano le loro armi, per un prossimo confronto con qualcuno che, per loro, era un intruso o un pericolo. Con una piccola pila entrai all’interno percorrendo il breve andito fino ad illuminare l’alta volta, le nicchie nei muri; c’era una rampa, forse una volta formata da scalini in pietra, che sale fra il muro interno e l’antemurale, arrivando fino in cima. Sotto intravedevo i resti di quelle che una volta erano capanne. Scesi, ed uscii all’esterno aggirandomi tra i resti che cingono la parte centrale del Nuraghe. La precisione, con la quale questi conci furono posti in opera, ha fatto sì che questo mastio fosse in grado di resistere al passaggio dei secoli. Mura millenarie, una volta casa e riparo di popoli che lasciarono tangibile traccia del loro tempo. Molti misteri restano, tante domande che non hanno ancora una risposta e molto tempo ci vorrà per conoscere questo popolo, che al pari di altri più declamati, ha lasciato queste evidenti tracce del suo passato. Essere andato in quel posto ed in quel momento accentuò l’aria di mistero che sprigionava da quelle pietre antiche e pareva che un’aura di magia si diffondesse attraverso la leggera nebbia.-












La giornata è arrivata al termine. Dal paese sotto arriva la musica di qualche piccolo gruppo folk che sta facendo la sua esibizione. Qualche rara macchina, compresa una dei carabinieri, è transitata sulla strada. I carabinieri si sono fermati. Probabilmente vedere qualcuno la notte seduto sulle panchine del piccolo parco con una lampada a gas, la bottiglia del mirto, il pc acceso non era di tutti i giorni, o delle notti, in questo caso. Uno di loro è sceso e si è avvicinato. Le solite cose che succedono in questi casi, patente libretto e cosa sto facendo. E cosi l’ho spiegato in poche parole. Era preoccupato per la bottiglia ma l’ho rassicurato dicendogli che non avrei più guidato quella notte ma sarei ripartito l’indomani mattina e il van non si sarebbe mosso da dove era parcheggiato. Comunque mi salutò raccomandandomi prudenza risalì in macchina e partì. Una delle pochissime volte in cui ebbi occasione di parlare con dei tutori della legge. Mezzanotte…ora di chiudere bottega.

Buonanotte!!











Modificato da - Tharros in data 19/03/2011 10:38:44

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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

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maria
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Inserito il - 21/03/2011 : 09:35:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di maria Invia a maria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:

Questo è il mio modo di combatterla la nostalgia...facendola venire agli altri!!!!

Tharros Attento con le Nostalgie
Superbo reportage intanto







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Redentore - Monte Ortobene

Nuoro

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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Tharros
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Inserito il - 21/03/2011 : 13:55:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie Maria...!!!






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Flore
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Inserito il - 23/03/2011 : 10:48:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Flore Invia a Flore un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Messere, sempre preciso e circostanziato
La fai venire pure a me la nostalgia







  Firma di Flore 
Grazia
Orsù, dunque.....

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Tharros
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Inserito il - 23/03/2011 : 14:22:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sempre meglio del morbillo Flore!!






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