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lucio
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 16/11/2009 : 08:49:01
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Ciao, Maurizio Complimenti per l'articolodell'11/11, molto condivisibile. Non sono d'accordo però sulle origini del cavallo in sardegna. Ossa di equino sono state rinvenute anche in reperti del neolitico rinvenuti in una grotta( ti farò sapere quale) Quanto al prolago, è esistito fino al 1700 circa.
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L. |
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 16/11/2009 : 09:31:38
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| gina ha scritto: caro dedalonur la frase di Sesto Pompeo Festo continua così:Quia estrusca gens orta est sardibus-- ovvero: poiché il popolo etrusco è di stirpe sarda. Questo però, il buon Leonardo Melis forse non lo sapeva. Tant'è che non lo ha messo nel suo libro. Questa è la prova che gli etruschi erano di origine sarda. Gina
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Sardi venales alius alio nequior: ex hoc natum proverbium videtur, quod ludis Capitolinis, qui fiunt a vicinis praetextatis auctio Velentium fieri solet, in qua novissimus quisq deterrimus producitur a praecome senex cum toga paretexa, bullaque area, quo cultu reges soliti sunt esse E ...corum, qui Sardi appellantur: quia Etrusca gens orta est Sardibus ex Lydia. Tyrrhenus enim inde profectus cum magna manu eorum, occupavit eam partem Italiae, quae nunc vocatur Etruria. At Sinnius Capito ait, Ti. Gracchum Consulem collegam P. Valeri Faltonis Sardiniam, Corsicamq subegisse, nec praedae quicquam aliud, quam mancipia captum quorum vilissima multitudo fuerit.
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 16/11/2009 : 12:12:49
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Sardibus ex Lidia.... ecco cosa ne modifica leggermente il significato...
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 16/11/2009 : 12:45:17
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Bisognerebbe capire quest'altra frase per sapere se effettivamente ex sardibus (cioè da Sardi, Lidia) modifica nella sostanza il concetto: Diodoro Siculo, per il quale la Sardegna era abitata (prima che venisse Jolao) da Tirreni. e Tyrseni, come spiega Giovanni Colonna ed altri ancora..non vuol dire altro che "costruttori di torri".
quindi quando si dice che Tirreno approdò in etruria fondando l'Etruria, o che gli etruschi sogliono avere Re chiamati sardi, si effettuano 2 affermazioni coerenti.
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 16/11/2009 : 13:31:04
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Infatti per me il significato non cambia, è solo un pò più difficile da capire....
Anche perchè sappiamo che Sardi fu fondata in tempi relativamente recenti...e i conti non tornano....
forse stiam andando ot?
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kigula
Moderatore
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Inserito il - 16/11/2009 : 19:50:15
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Signori lasciate stare gli Etruschi... rischiamo il fuori tema..
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gina
Utente Medio
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Inserito il - 17/11/2009 : 01:02:23
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Sardi venales alius alio nequior: ex hoc natum proverbium videtur, quod ludis Capitolinis, qui fiunt a vicinis praetextatis auctio Velentium fieri solet, in qua novissimus quisq deterrimus producitur a praecome senex cum toga paretexa, bullaque area, quo cultu reges soliti sunt esse E ...corum, qui Sardi appellantur: quia Etrusca gens orta est Sardibus ex Lydia. [/quote] Non mi risulta che Festo abbia scritto :ex Lidia. Ho il documento sotto mano. Gina
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 22/11/2009 : 09:09:30
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Bentrovati, tutti! Un particolare bentornato a Gina. Sono appena tornato da una sana boccata di ossigeno, porcello e vino novello: e trovo che il Forum si è trasformato in un covo di latinisti assatanati... Molto bene! Vorrei comunque cogliere l'occasione per ricordare che Festo non conosceva la genetica di popolazioni (che negherebbe ogni commistione di rilievo tra le due popolazioni che è facile, invece, ritenere imparentate: tant'è che lo hanno fatto in tanti, antichi e moderni). Ringrazio Lucio per i suoi dati. Quelli in mio possesso mi dicono che il cavallo sia stato introdotto molto tardi (d'altro canto, anche l'iconografia bronzettistica sarda parla - non è una mia opinione, riporto quella di altri - di scarsa familiarità con i cavalli e maggiore conoscenza, per esempio, del toro: e questo a prescindere dalla datazione e dall'importanza che a detta arte figurativa si voglia attribuire) ma sono senz'altro dispostissimo a credere che eventualmente qualche equino potesse anche esistere ed essere presente in Sardegna in epoca antica: se puoi, fammi avere i dati di riferimento... Ho avuto modo e piacere di scambiare qualche idea con ZuanneFranziscuPintore, ma di questo, credo che riferirò altrove... Di nuovo bentrovati, a tutti... MF
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 22/11/2009 : 09:33:31
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Ciao Maurizio. Noto con piacere che l'alimentazione nostrana ti ha messo di buon umore. Il cavallo non è rappresentato nella bronzistica, tuttavia si potrebbe obiettare affermando che se fosse valida quella comparazione si dovrebbe applicare per tanti altri animali. Per la conformazione del suolo sardo penso sia probabile che (oltre al bue) l'asino fosse diffusissimo ma il cavallo sia arrivato poco dopo proprio per affiancare l'altro quadrupede in compiti dove era richiesta la velocità.
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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 22/11/2009 : 11:18:21
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è vero c'è il cavallo con arciere saettante. Quanto al rapporto tra sardi ed estruschi, non è per nulla determinante la correlazione genetica per affermare che gli etruschi derivavano dai sardi o meno.
basta intendersi su cosa significhe il termine derivare. non sempre significa nascere da una data "madre" e un dato "padre" (sarda o etrusca che sia).
Esistono i bronzetti e le ceramiche riportate in etruria. Festo non conosceva neppure queste senz'altro, eppure se abbiamo la tradizine di festo e di altri ancora, che parlano di Sardi quali antichiTirreni, ed altri ancora, assieme ai reperti archeologici, è perchè tale derivazione tirrenica non era immaginaria.
basta intenrdsi appunto...
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 22/11/2009 : 11:22:24
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Naturalmente, Mack: l'argomento "dal silenzio" non è un argomento valido. Ti sto leggendo, dopo avere letto Gianfranco Pintore. Poi ne parleremo in privato... Ma intanto di dico subito che il titolo è - di fatto - un poco fuorviante: te lo avevano detto, questo? Comunque non è questo il posto in cui parlare di bronzo e di bronzetti.
Ma penso che avere sollevato questo problema del numero dei Nuragici sia una buona cosa, in fondo: ho recentemente letto in Sardegna su Sardegna Mediterranea un articolo postumo di Walter Bellodi (di cui uscirà anche un libro, presto, a cura di sua madre, Dolores Turchi), che è molto chiaro e molto sereno, al riguardo,anche se non arriva altro che ad adombrare le cose che io dico: parla dei vari arrivi di gente in Sardegna nelle varie epoche e poi si ferma lì.
Credo che sentirò mio dovere procurarmi il libro, anche se non dovesse trattare la questione del numero: era una bella mente, Walter, anche se non lo ho mai conosciuto...
MF
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CodicediSorres
Utente Medio
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Inserito il - 22/11/2009 : 14:42:42
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Secondo me verso il 5000 a.C. in Sardegna erano presenti tra i 200 e i 300 nuclei familiari, ciascuno con circa 4 o 5 componenti, e con la caratteristica di essere distribuiti in zone abbastanza ampie, probabilmente in quel periodo non in modo uniforme nell'isola, ma a macchia di leopardo. Dunque circa 1000 o 1300 persone distribuite in piccoli villaggi formati ciascuno da un minimo di 10 famiglie a un massimo di 30 famiglie. E ciò corrisponde ad alcune decine di villaggi. E secondo me tale densità e distribuzione di popolazione è compatibile con una crescita di poco più di un fattore pari a due ogni 1000 anni, considerata la presumibile mortalità e l'economia di quei tempi; e dunque dal 5000 a. C. al 4000 a. C. la popolazione sarebbe aumentata da circa 250 famiglie a circa 550, circa il doppio, assumendo nulli apporti di genti esterne. Dal 5000 al 2000 a. C. in base a ciò la popolazione si sarebbe portata, considerando anche un probabile miglioramento dell'economia, da circa 250 famiglie a un numero di circa 2400 famiglie, circa dieci volte tanto, ma sempre con la caratteristica di essere distribuite in un numero abbastanza elevato di villaggi. Ma siccome nel periodo compreso tra il 5000 a. C. e il 1200 a. C. si sono avuti apporti credo non trascurabili di genti esterne, che vennero a formare molti ulteriori ceppi, e influenzando anche la cultura e l'economia delle genti precedenti, allora il discorso precedente deve essere integrato di questi apporti. E così si ottiene che verso tra il 2000 a. C. e il 1500 a. C. erano forse presenti tra le 3500 e le 4000 famiglie, cioè tra le 14000 e le 16000 persone. E verso il 1000 a. C. il loro numero era ulteriormente aumentato, e cioè tra le 30000 e le 40000 persone. Se tra il 1000 a. C. e l'anno 0 dell'era cristiana consideriamo sempre un fattore di crescita pari a tre, o forse di più, e considerando che anche in tale periodo è stato presente un'apporto di popolazioni esterne (legato anche a fenici, romani e popoli deportati) allora verso l'anno zero nell'isola la popolazione raggiungeva tra le 170000 persone e le 230000 persone. Il seguito è storia più recente. Secondo me è plausibile un'andamento del genere, e cmq sono concorde con chi afferma un'andamento demografico come quello che ho riportato. E occorre anche considerare che le epidemie più rilevanti, che hanno inciso notevolmente sull'andamento delle popolazioni, pare siano iniziate, in Europa, a partire dall'era cristiana.
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Modificato da - CodicediSorres in data 22/11/2009 14:50:26 |
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robur.q
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Inserito il - 22/11/2009 : 15:00:29
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uhmm Codice, le tue ipotesi mi sembrano sottodimensionate per il periodo nuragico, sempre tenendo conto dell'attività edilizia del periodo, che peraltro non possiamo definire. Riguardo alle pestilenze, al di là dell'effettivo morbo, peste o altro, epidemie devastanti sono indicate anche prima: famosissima la "peste" di Atene del 430 a.c., e come dimenticare le "piaghe d'Egitto"?
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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 22/11/2009 : 15:21:46
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Codice su cosa basi i tuoi "secondo te"? l'incipit non è incoraggiante (almeno per me), ma se ci spiegassi magari ti potremmo dire se secondo noi hai torto o hai ragione.
Concordo Robur. Al dire il vero, io le trovo sottodimensionate anche per il periodo neolitico, che in Sardegna fiorì in una civiltà che non ha nulla da invidiare a quella nuragica.
Ma in tutto questo discorso la popolazione neolitica rimane un incognita, come pure sono incognite il numero massimo raggiunto dai nuragici(o dai sardi in generale), gli apporti esterni, le dinamiche demografiche (aumenti/diminuzione di popolazione) e via a proseguire.
diciamo che si sta passando dalla moda del "spariamoli più grossi" possibile, a quella del spariamoli più "piccoli possibile".
nell'uno e nell'altro caso i criteri son più o meno quelli che sono.senza che si capisca cosa il tutto dovrebbe comportare ai fini della comprensione, della civiltà nuragica, se le zone continentali,eran uguali alla sardegna, se non peggio.
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Modificato da - DedaloNur in data 22/11/2009 15:29:16 |
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CodicediSorres
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Inserito il - 22/11/2009 : 17:57:04
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In effetti l'andamento che ho descritto è solo una teoria. Credo sia molto difficile decifrare il reale andamento demografico delle epoche precedenti l'era cristiana. Cmq la giustificazione della scarsa popolazione valutata intorno al 5000 a. C. può essere dettata dal fatto che la mortalità nei millenni passati era legata sia al tipo di economia che alle malattie sia infettive che di altro tipo (che in parte dipendono anche dall'ambiente). Le malattie infettive, specie alcune, hanno avuto un peso rilevante nella demografia, fino a tempi abbastanza recenti. E l'incidenza delle malattie infettive (cioè il numero di decessi per ogni ondata epidemica o per centro abitato nel tempo) è legata a vari fattori. Tali fattori dipendono sia dal numero totale di abitanti in una certa regione (x es la Sardegna), sia da come è distribuita tale popolazione nel territorio (e cioè numero di villaggi e relativa densità abitativa). E inoltre dipende dalle condizioni ambientali dei singoli villaggi o città, e dipende anche dal tipo di economia della regione (per esempio se sono significativi anche i vari scambi commerciali all'interno della stessa regione e con l'esterno). E naturalmente l'incidenza di tali malattie dipendeva anche dalle tipologie dei ceppi virali e batterici in circolazione (le varie malattie infettive hanno caratteristiche che le distinguono l'una dall'altra, perlomeno per certi aspetti). E dunque tenendo conto che i citati fattori, tranne l'ultimo, sono legati anche al concetto di probabilità di contagio e di propagazione di una malattia infettiva, il quale è funzione appunto anche delle densità di popolazione e dei possibili scambi commerciali interni ed esterni. Dunque per la Sardegna si potrebbe dire che verso il 5000 a. C. le condizioni di bassa densità abitativa totale e il non piccolo frazionamento di tale popolazione nel territorio, unito al tipo di economia, giustificano un'incremento di un fattore due partendo da meno di di 300 nuclei familiari alla fine del Neolitico, e considerando le condizioni più peggiorative. Però ciò vale solo partendo da una popolazione superiore ad una certa soglia, intorno alle 100 o 150 famiglie. Al di sotto il ragionamento sarebbe meno valido, anche perché basterebbe un certo fenomeno, negativo o positivo, per far estinguere tali genti in breve tempo, o al contrario per avere un'incremento inaspettato. Ma un punto cruciale è anche che tra il 5000 e il 1000 a. C. ci sono stati apporti esterni.
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