Forum Sardegna - Paesi e città sarde. I nomi, la storia
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Nota Bene: Nel castello giudicale di Sanluri è ospitato il Museo Risorgimentale “Duca d’Aosta”. Nelle varie sale sono esposti numerosi cimeli sia del periodo risorgimentale che dei due conflitti mondiali. E’ inoltre presente una collezione di ceroplastiche riproducenti cammei, medaglioni in cera d’api che viene ritenuta una delle più importanti e pregiate d’Europa.



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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 12/09/2009 : 06:11:14  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
BAUNEI

Per ricostruire la genesi di un paese si è soliti partire dal toponimo perché, nella maggior parte dei casi, è l’unico elemento certo di cui si dispone e sul quale vengono formulate le ipotesi. Alcuni ritengono che Baunei sia stato fondato da un capraio che intorno al X secolo ha abbandonato la pianura invasa dalla malaria e minacciata dai saraceni; il nome lo avrebbe assunto in seguito dal castello costruito dai Doria tra il X e l’XI secolo, chiamato appunto Baun. Altri attribuiscono il toponimo al fenicio Baun col significato di luogo munito, altri ancora al greco bainòs che ha il significato di fornace per i metalli e per la calce. Ancora c’è chi attribuisce a Bau il significato di “guado” al quale fu più tardi aggiunto il suffisso -enei in ricordo di una sosta del leggendario Enea nella foce del Rio Pramaera prima di raggiungere il Lazio. L’ ipotesi più accreditata è quella che vede il paese di Baunei sorgere nell’anno Mille, secondo Flavio Cocco in seguito all’invasione araba di Mugahit al Amiri avvenuta tra il 1015 e 1016.

Tracce di storia


Il nome di Baunei appare per la prima volta nel 1313 nell’elenco delle ville che costituivano la curatoria d’Ogliastra, Quirra, Sarrabus e Colostrai, conservato nell’archivio della corona d’Aragon, col titolo di Rentas de Cerdeña contenente il registro delle imposte richieste da Pisa. Tale documento era scritto in latino e il paese viene registrato in questo modo: «Baunei de Montibus Judicatus Ullastre». Troviamo ancora Baunei nel Ripartimento de Cerdeña del 1358, dove sono elencate le imposte aragonesi dovute non al re, ma ai feudatari ai quali i vari paesi erano stati dati in feudo, subito dopo la conquista aragonese. Da questi documenti risulta che Baunei avesse una debole condizione economica e anagrafica che migliora decisamente dopo l’acquisizione dei territori dei paesi di Osono ed Eltili. Il primo censito nel 1217 è forse già scomparso nel 1316, il secondo censito nel 1504 scompare nell’elenco delle imposte nel 1584. In entrambi i casi, o per faide interne o per faide con i paesi vicini, è probabile che abbiano chiesto protezione a Baunei, finendo per l’esserne assorbiti. Nel XIII secolo Baunei faceva parte del Giudicato d’Ogliastra e poi di quello di Cagliari. Nel 1324 passò agli Aragonesi e nel 1363 venne incorporato nella contea di Quirra, data in feudo a Berengario Carroz, che stabilì a Tortolì la sede del giudicato. La contea nel 1603 divenne Marchesato e passò ai Centelles e poi agli Osorio dai quali fu riscattata solo nel 1839. Nel 1806 Baunei fu compreso nella provincia di Tortolì la cui sede fu trasferita a Lanusei nel 1821. Nel 1857 la provincia fu soppressa e fu costituito il Circondario di Lanusei che rimase fino al 1927, data in cui fu creata la provincia di Nuoro della quale fa parte Baunei. probabilmente il Paese è stato originato dall’abbandono dei villaggi costieri di origine punica e romana tra il IV e il XII secolo, anche a causa delle incursioni barbaresche. Queste popolazioni, che si spinsero fino al culmine dei Tacchi, si unirono alle popolazioni già insediate nell’entroterra organizzandosi in biddas, che ha partire dal XII secolo sono attestate nelle fonti disponibili. ( tratto dal sito www.galoglistra.it)










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Ursec Curter

Utente Medio



Inserito il - 15/09/2009 : 13:54:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ursec Curter Invia a Ursec Curter un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Molto interessante questo argomento. Qualcuno di voi ha sostenuto l'esame di Glottologia con il professor Paulis?







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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 15/09/2009 : 15:07:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non saprei..a malapena riesco a camminare sopra la terra, figurati sotto..








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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




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Mamoiada

Il toponimo Mamoiada (propriamente Mamojada o Mamujada) è di origine latina. Si crede che sia derivato da una originaria (mansio oppure statio) manubiata, cioè «fermata o stazione sorvegliata», sorvegliata da un presidio militare romano stanziato in maniera permanente nel sito.
www.massimopittau.it


Tracce di storia


La storia di Mamoiada, tra il 550 e il 238 a.C.(epoca dell'invasione dei Cartaginesi in Sardegna) e nei secoli successivi, si identifica con quella dei "fieri montanari, sempre ribelli alla prepotenza straniera". In antichi documenti di archivio appaiono le varianti: Marmoiada, Mamoyata, Mamuiata. Attorno al sec. XI fece parte del Giudicato di Arborea e successivamente della Curatoria della Barbagia di Ollolai. Durante il lungo periodo della dominazione Aragonese-Spagnola (1324-1720), il re di Spagna Ferdinando V, assegnò Mamoiada ed altri centri del Nuorese a Pietro Massa di Arborea, mentre nel 1604 fu unita al Ducato di Mandas, feudo in origine dei Mazza e successivamente dei Tellez-Giron. (tratto da: http://www.mamuthonesmamoiada.it/storia.)











Modificato da - Tharros in data 18/09/2009 10:36:43

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Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 18/09/2009 : 23:59:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:
Il toponimo Mamoiada (propriamente Mamojada o Mamujada) è di origine latina. Si crede che sia derivato da una originaria (mansio oppure statio) manubiata, cioè «fermata o stazione sorvegliata», sorvegliata da un presidio militare romano stanziato in maniera permanente nel sito.

Io ne dubito. Ci sono altre parole sarde, non certo di origine latina, come "Mamone", "Maimone", "Mamuntones", "Mamutanas" che si assomigliano molto.
E poi, chissà quante altre zone della Sardegna avevano dei presìdi romani permanenti ...
Turritano








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Tharros
Salottino
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Inserito il - 19/09/2009 : 05:04:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Come ebbe modo di dire il prof Pittau " È da precisare che in glottologia o linguistica storica "dimostrazioni cogenti" non sono possibili, perché non possono essere "verificate" con la ripetizione sperimentale dei fatti, ma sono possibili solamente "ipotesi più o meno verosimili o più o meno probabili". (http://www.mamoiada.net/page39.html)








Modificato da - Tharros in data 19/09/2009 05:04:44

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Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 19/09/2009 : 07:59:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E' vero, Tharros, e Pittau lo sa bene, ma ne ha fatte di "sparate"! E, stando alle sue parole, dovrebbe usare più spesso il condizionale e non l'indicativo (un po' come succede per l'origine dei vini sardi).
Pittau (che ho conosciuto personalmente) è comunque un punto di riferimento ... ma io credo (sempre col condizionale") che l'origine del nome "Mamoiada" sia molto più antica della conquista romana, ci sono molti elementi per provarlo. Certo, la conoscenza di linguaggi nuragici o prenuragici avrebbe fatto luce sulla questione, ma così non è
Saluti
Turritano








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Tharros
Salottino
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Luogosanto (Locusanto)


La nascita del centro risale al medioevo, ricostruito, come sostengono alcuni dai Francescani nel XIII secolo e a questo si dovrebbe il nome

Tracce di storia


Luogosanto, paese di origini medioevali, era compreso nel giudicato di Gallura e incluso nella curatoria della Montangia. Nel 1330 a causa delle continue ostilità degli abitanti nei confronti dei sovrani aragonesi, il territorio venne occupato dalle truppe di Raimondo Cardona. Qualche anno più tardi, nel 1338, il centro fu concesso in feudo a Raimondo di Senesterra. Nei decenni successivi, il villaggio subì danni per via di un'eccessiva pressione fiscale, dell'arretratezza nelle attività agricole e delle epidemie, infatti intorno alla prima metà del 1400, si spopolò completamente. A partire dal XV secolo il piccolo borgo appartenne dapprima ai Carroz, nei secoli successivi ai Maza de Licana, agli Hurtado de Mendoza e ai Tellez Giron. Quando fu amministrato dal regidor del feudo di Mandas divenne rifugio di banditi e di pastori erranti. Dai primi anni del XX secolo il piccolo centro cominciò a crescere riuscendo ad affiancare alla pastorizia una buona attività agricola, grazie ai terreni sempre più fertili. A lungo frazione del comune di Tempio Pausania, Luogosanto ha ottenuto l'autonomia amministrativa nel 1947, conquistando via via un notevole sviluppo sia demografico che economico.











Modificato da - Tharros in data 28/09/2009 17:25:43

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Tharros
Salottino
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Inserito il - 09/10/2009 : 09:44:55  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Escolca


Il toponimo - (i)scroca - deriva dal sardo medievale "scolca" (dal tardo latino 'exculca') un corpo di guardia addetto alla sorveglianza dei campi. Oppure termine che deriva da Solca che dovrebbe significare insieme di borghi. Pare che la prima apparizione del nome risalga al IX° secolo.

Tracce di storia

Nel Medioevo la villa appartenne alla curatoria di Siurgus nel Regno giudicale di Calari, e dal 1324 entrò a far parte dei territori catalano - aragonesi del Regno di Sardegna. Con le ville di Mandas e Nurri, Escolca fu infeudata a Francesco Carros, figlio omonimo dell'ammiraglio che guidò la flotta dell'infante Alfonso nell'invasione dei territori pisani di Sardegna. Come le altre ville infeudate della Sardegna il primo embrione del suo municipio sorse nel 1771 quando nell'isola furono istituiti i Consigli comunitativi, prima forma di rappresentanza municipale. Ai Tellez - Giron, ultimi signori di Escolca, il feudo fu riscattato nel marzo 1843. Nel 1848 con la promulgazione della L. n. 295, in seguito alla fusione dei territori insulari del Regno di Sardegna con quelli peninsulari, per i quali con R. D. del 7 ottobre 1848 era stata decretata la riforma della legge comunale e provinciale, Escolca fu riconosciuta come ente autonomo. La successiva Legge Rattazzi del 23 ottobre 1859 diede un nuovo assetto territoriale al Regno e nel 1865 l'ente assunse la struttura politico amministrativa propria del comune moderno. Il Comune faceva parte del territorio della Provincia di Nuoro ma, con l'istituzione nel 2001 delle nuove province, voluta dalla Regione Autonoma della Sardegna, L. R. n. 9, e divenuta operativa nel maggio del 2005, a seguito delle elezioni per il rinnovo dei Consigli provinciali, Escolca è entrato a far parte del territorio della Provincia di Cagliari












Modificato da - Tharros in data 09/10/2009 09:46:13

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Tharros
Salottino
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Santadi

Sembra che il primo nome di Santadi sia stato Adda. Il nome poi, verso il 1500 diventa Santa Ada. Ci sono poi varie congetture e i nomi di Santadi paiono avere radici diverse.
Sant’ Aghtha de Zulkes, Sant’ Agata di Sulcis Santa Ada, Santady, Santader, Santa Adi ed infine Santadi.
Si è cercato di fare anche riferimento a parole puniche come Sin o Suan Duadi, ma, come ha detto Lilliu, è ridicolo.

Tracce di Storia

Il territorio dell’attuale comune di Santadi, frequentato sin dalla preistoria e per tutto il periodo nuragico ,come testimoniano i resti dei numerosi nuraghi sparsi nelle campagne ,conobbe insediamenti umani anche in epoca fenicio-punica e romana .
In età medioevale l’abitato ,detto anche di S.Agata de Zulkiso de Sols e la qui prima attestazione risale al 1066, era compreso nella curatoria di Sulcis o Sols, appartenente al regno sovrano di Cagliari .Nel 1257 entrò in possesso della famiglia pisana dei Donaratico della Gerargesca e nel 1324 venne concesso in feudo dall’Infante a Pietro De Sena .
Santadi nel corso del 500 e nel 1572 era ormai deserta ,ma si cistituì nel corso del 700 come centro agricolo ; in epoca moderna col suo territorio e quello di Tratalias una baronia che venne concessa al vescovo di Sulcis , dal quale passo al vescovo di Iglesias da qui fu riscatata in epoca sabauda .Nel tardo 800 fu sfruttata da una società francese per estrae olii minerali e carbone vegetale .L’attività cessò negli anni 1939-40. Negli ultimi anni questo comune ha preso parte al dibattito che a portato alla costituzione della prov. Di Carbonia- Iglesias o del Sulcis.












Modificato da - Tharros in data 19/10/2009 10:40:38

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Tharros
Salottino
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Chiaramonti


Il toponimo medievale Claramontis si è trasformato in Claramunt; quindi Saramonte, Caramonte, Ciaramonte e, finalmente, Zaramonte [1], denominazione tuttora in uso nella variante sarda locale. In breve, il nucleo abitato è posto “a giaru”, e cioè in luogo chiaramente visibile anche da lontano, perché in posizione dominante.

Tracce di storia

Gli aspetti più significativi della storia locale sono legati a un insediamento camaldolese nelle aree di Orria Manna e Orria Pitzinna, verso sud-ovest e lungo la direttrice Ploaghe-Nulvi, dove pare si sia costituito un primo nucleo di persone che, successivamente, diedero vita al borgo di Chiaramonti. Vi si ammira, in uno stato di conservazione ancora buono, la chiesetta di Santa Maria Maddalena, esempio interessante di architettura romanico pisana, ricca di fascino anche per l’utilizzo sapiente della policromia dei conci, oltre che per il sito in cui è stata eretta, forse, agli inizi del 12° secolo.
Successivamente alla sua divisione in giudicati, in Sardegna furono costruiti numerosi castelli e altre strutture a scopo difensivo. Fra questi il castello di Chiaramonti, edificato dalla potente famiglia genovese dei Doria intorno al 13° secolo. Gli stessi Doria avevano già realizzato le rocche di Castelgenovese e di Alghero. L’antico maniero chiaramontese dominava, dall’alto del monte San Matteo (Su Monte nella parlata locale), la vallata che si estende da Martis e Laerru fino a Perfugas; aveva, quasi dirimpettaia, l’altra rocca genovese di Casteldoria, che guarda anche verso Castelgenovese. Sotto i bastioni della fortificazione e per ragioni evidenti di sicurezza, ma anche per la salubrità del luogo, sorse il primo nucleo di quello che divenne poi il villaggio di Chiaramonti. Le fortune alterne dei Doria hanno coinvolto anche il nostro castello. Sconfitti nel 1348 da Rambaldo di Corbera, i genovesi riebbero la rocca due anni dopo in conseguenza del loro riavvicinamento al re d’Aragona, cui si erano prima ribellati. Dopo la pace del 1355, fra il giudice d’Arborea e il re d’Aragona don Pietro si conveniva che il castello venisse consegnato all’arcivescovo di Arborea, in attesa che si pronunciasse al riguardo il papa Innocenzo VI. Nel 1357, il castello venne ceduto a Brancaleone Doria, marito di Eleonora d’Arborea e che non potè tuttavia possederlo.
Nel 1410, il castello venne assediato inutilmente da Guglielmo di Narbona, figlio del Visconte Almerico. Precipitate per sempre in Sardegna le sorti dei Doria, il forte continuò a far parte del patrimonio della casa d’Aragona. Tant’è che il re don Alfonso lo cedette in feudo nel 1439 (oppure nel 1443?) a certo Angelo Cano di Sassari, il quale lo abbandonò, lasciandolo andare definitivamente in rovina. Sui ruderi della fortezza venne edificata, probabilmente intorno al 1500, la prima chiesa parrocchiale, intitolata a San Matteo. Dell’antico maniero resta ancora una torre, già utilizzata come campanile dopo la costruzione della chiesa. Sottoposte a restauro conservativo, ora le architetture candide del monumento svettano sulla sommità del paese, quasi a vigilare ancora sulle sottostanti e fertili terre anglonesi.














Modificato da - Tharros in data 08/11/2009 11:38:43

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Sarrokesu

Utente Normale



Inserito il - 21/11/2009 : 21:11:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Sarrokesu Invia a Sarrokesu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto che un delle etimologie del nome Baunei derivebbe da "badu" e poi l'agiunta del suffisso " eneis" riferito ad Enea.
Io ricordo d'aver letto che tale nome deriverebbe da "badu" e " nei" = neve; infatti in taluni periodi dell'anno, in inverno, l'antica strada orientale sarda, in quel punto risultando il più alto, era spesso bloccato dalla neve, da ciò il nome "bau-nei" "bau-nie": guado/passaggio nella neve.

Saluti, Sarrokesu.








Modificato da - Sarrokesu in data 21/11/2009 21:13:48

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Sarrokesu

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Tharros
Salottino
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Inserito il - 17/12/2009 : 11:39:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ESTERZILI


Il toponimo deriva verosimilmente dal paleosardo . Esterzili una volta Stertilis, deriverebbe dal nome della gens Stertinia, che avrebbe posseduto latifondi nella zona. Faccio notare che il prof. Pittau dissente ma non da una versione diversa.



Tracce di Storia

Il toponimo deriva verosimilmente dal paleosardo. Il centro abitato ha forse origine romana considerato che nel suo territorio fu rinvenuta una tavola bronzea del I sec. d.C. che definiva i confini tra le comunità locali dei Galillenses e i Patulcenses. La villa medievale appartenne alla curatoria di Barbagia di Seulo nel Regno giudicale di Calari. Dal 1324 Esterzili entrò a far parte dei territori catalano - aragonesi del Regno di Sardegna e fu infeudata congiuntamente a Nicolò Carros, Bartolomeo Subirats e Guglielmo Montgry. Come le altre ville infeudate della Sardegna il primo embrione del suo municipio sorse nel XVIII sec. quando nell'isola furono istituiti i Consigli comunitativi, prima forma di rappresentanza municipale. Il 23 marzo 1843 la villa fu riscattata ai Marchesi Tellez Giron che ne detenevano il possesso dal 1777. Nel 1848 con la promulgazione della L. n. 295, in seguito alla fusione dei territori insulari del Regno di Sardegna con quelli peninsulari, per i quali con R. D. del 7 ottobre 1848 era stata decretata la riforma della legge comunale e provinciale, il centro fu riconosciuto come ente autonomo. La successiva Legge Rattazzi del 23 ottobre 1859 diede un nuovo assetto territoriale al Regno e nel 1865 l'ente assunse la struttura politico amministrativa propria del comune moderno. Il Comune faceva parte del territorio della Provincia di Nuoro ma, con l'istituzione nel 2001 delle nuove province, voluta dalla Regione Autonoma della Sardegna, L. R. n. 9, e divenuta operativa nel maggio del 2005, a seguito delle elezioni per il rinnovo dei Consigli provinciali, Esterzili è entrata a far parte del territorio della Provincia di Cagliari












Modificato da - Tharros in data 17/12/2009 11:40:46

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Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 19/12/2009 : 23:26:14  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tzaramonte
Tharros ha scritto:

Chiaramonti
Il toponimo medievale Claramontis si è trasformato in Claramunt; quindi Saramonte, Caramonte, Ciaramonte e, finalmente, Zaramonte [1], denominazione tuttora in uso nella variante sarda locale. In breve, il nucleo abitato è posto “a giaru”, e cioè in luogo chiaramente visibile anche da lontano, perché in posizione dominante.
....... verso sud-ovest e lungo la direttrice Ploaghe-Nulvi, .......
Vi si ammira, in uno stato di conservazione ancora buono, la chiesetta di Santa Maria Maddalena ..... è stata eretta, forse, agli inizi del 12° secolo.
Successivamente alla sua divisione in giudicati, in Sardegna furono costruiti numerosi castelli ...... Fra questi il castello di Chiaramonti, edificato dalla potente famiglia genovese dei Doria intorno al 13° secolo. Gli stessi Doria avevano già realizzato le rocche di Castelgenovese e di Alghero. ....... aveva, quasi dirimpettaia, l’altra rocca genovese di Casteldoria, che guarda anche verso Castelgenovese. ......Le fortune alterne dei Doria hanno coinvolto anche il nostro castello. Sconfitti nel 1348 da Rambaldo di Corbera, i genovesi riebbero la rocca due anni dopo in conseguenza del loro riavvicinamento al re d’Aragona, cui si erano prima ribellati. ......il castello venne ceduto a Brancaleone Doria, marito di Eleonora d’Arborea e che non potè tuttavia possederlo.
.................

Mi permetto, come al solito, di fare delle precisazioni, sicuro che Tharros capisca il mio intervento:
"Tzaramonte": nome che è riduttivo e improprio definirlo "ancora in uso nella variante locale", in quanto ché la "variante locale", non è altro che il Logudorese, una delle colonne della Lingua Sarda (e il paese è chiamato ancora oggi "Tzaramonte" in tutto il Logudoro).
"A giaru" in logudorese significa "in chiaro", a prescindere dalla sua "visibilità" e "dominanza". Quindi, in questo caso, "a giaru" sarebbe una traslazione del vero significato del termine.
"Successivamente alla sua divisione in giudicati": i Giudicati hanno un origine decisamente anteriore al 12 secolo.
"edificato dalla potente famiglia genovese dei Doria io esiterei due volte prima di affermare che i Doria erano, in quei tempi, una "famiglia genovese", ma direi, credo più esattamente, di "origine genovese". Infatti i Doria, una volta venuti in Sardegna e ottenuta la parte Nord orientale del Giudicato di Logudoro (o Torres), si sardizzarono ben presto: matrimoni ripetuti nel tempo con gente Sarda (l'esempio più noto è quello di Brancaleone Doria con Eleonora d'Arborea, prima che diventasse "Giudichessa" del Giudicato omonimo), e non erano certo una testa di ponte in Sardegna della Repubblica Genovese.
"Castelgenovese, oggi "Castelsardo
"Alghero, al tempo denominata S'alighera (che in Sardo Logudorese significa "luogo di alghe", sinonimo: "mondezza") termine tutt'ora in uso in tutto il Logudoro e che, ancora oggi, è il nome sardo di Alghero.
"aveva, quasi dirimpettaia, l’altra rocca genovese di Casteldoria,: sempre per il ragionamento fatto prima, è completamente sbagliato definire "genovese i territori e castelli dei Doria e, comunque, è esagerato e stravagante dire che i due castelli sono "quasi dirimpettai" (si tratta di una distanza di almeno una 30na di km e non credo che da un castello si veda l'altro.
"i genovesi riebbero la rocca due anni dopo": insisto, è equivoco e fuorviante (in quel periodo storico), definire tout court i Doria "genovesi"
Turritano








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Le dominazioni passano ... i Sardi restano!

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Tharros
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Inserito il - 21/12/2009 : 14:26:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie Turri..le precisazioni sono sempre ben accette..anche perchè per le notizie io mi affido ad internet nei vari siti comunali e altri.








Modificato da - Tharros in data 21/12/2009 14:29:29

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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

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