Nota Bene: Il dolmen Sa Coveccada di Mores (Sassari) e' il più imponente dell'intero mediterraneo: Il monumento conserva tre enormi lastre fitte a coltello ed una grande lastra di copertura. La lastra che ne costituisce la facciata presenta un piccolo portello ben ritagliato nel masso: La maggior parte degli studiosi ascrive l struttura all'Eneolitico.
Sono stato in un posto dove il tempo ha spezzato le lancette e le ha buttate in mare...Isola dell’Asinara... ...E’ un luogo che ti resta dentro, un rifugio dell’anima. ...Una cartolina di ciò che era la terra, un richiamo alla semplicità.
...E speriamo si mantenga così caro Mansardo...
Ci sono angoli in questa meravigliosa Sardegna che meritano essere visitati sempre nel giusto rispetto dell'ambiente e del suo delicato equilibrio. Luoghi dove è bello fermarsi e ritrovarsi adeguandosi ai ritmi della natura. Grazie Mansardo per il prezioso contributo.
Anto ha scritto:
.....tornerò il 3 maggio. Sarà la mia sesta volta....ma come il mal d'Africa..ogni volta che rientro..già vorrei tornarci....l'ho vista in giorni di nebbia, di vento.. di sole padrone... di mare impazzito e di pioggia. Ne conosco la storia..e il dolore annesso, l'abbandono e la nostalgia di una parte della nostra terra sconosciuta ai più....andate a riprendervela , perchè ci appartiene. E ve la porterete dentro...come Mansardo, incollata all'anima. anto
Cara Anto come non condividere questa tua emozione. "Vivere" la Sardegna e le sue tradizioni è per me fonte di gioia e ispirazione. E' ormai anche parte di me che sardo non sono.
Pace a voi amici di suite...
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@ Simurg...non sei sardo....ma ho come la sensazione che tu non sia entrato dalle solite porte, tra questa gente....hai preso una scorciatoia che è per pochi..quella del cuore....posso adottarti ? ...scherzo Simurg...ma grazie.. per l'amore disinteressato che hai per la nostra isola. anto
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Condannato a morte per mancanza di indizi (The Star Chamber, 1983, Peter Hyams). Michael Douglas è un giovane magistrato che un giorno si scontra con una dura (ma non infrequente) realtà processuale: imputati chiaramente colpevoli assolti esclusivamente per vizi formali. Nel caso specifico, muore lo stenografo incaricato di verbalizzare alcune udienze di un procedimento nel quale un omicida era stato condannato in primo grado. Gli appunti dello stenografo sono illeggibili. Si devono rifare le udienze ed esibire di nuovo le prove – schiaccianti – ma, a distanza di anni, alcuni testimoni sono deceduti e diversi elementi probatori si sono irrimediabilmente deteriorati. L’assassino viene assolto. Douglas, nauseato e frustrato dalla propria impotenza davanti a tanta ingiustizia, accetta così di aderire a una specie di collegio parallelo di giudici, altrettanto disgustati dell’eccessivo formalismo, che periodicamente si riuniscono in privato per illustrare casi clamorosi nei quali loro stessi sono stati costretti ad assolvere persone palesemente colpevoli per banali vizi di forma. In caso di “condanna” decretata dal collegio privato scatta il meccanismo di attivazione (in forma anonima) di un sicario al quale viene affidato il compito di riparare al torto provocato dalla giustizia “ufficiale”.
Non proseguo nel racconto della trama per non privarvi della scoperta dello sviluppo narrativo del film. Un eterno dilemma, che farà sempre discutere. Il conflitto tra forma e sostanza. Tra contenitore e contenuto. Peppone, in uno dei memorabili film tratti dai libri di Giovannino Guareschi, risolse a suo modo la spinosa questione...
Al di là dell'ambito processuale reale (e della finzione cinematografica) anche nella vita quotidiana ci troviamo talvolta di fronte a un simile bivio. Nell'educazione dei figli, nelle questioni di lavoro, nella dialettica condominiale, persino in mezzo al traffico stradale. E dobbiamo quasi sempre decidere in pochi istanti. Spesso nemmeno ci rendiamo conto di quante volte nella vita siamo chiamati a schierarci dalla parte della forma o della sostanza. E' comunque una scelta, a volte netta, a volte densa di sfumature. Anche perchè salvare entrambe non sempre è possibile...
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pag. 25: Mansardo dice che Suite non è una ragnatela in cui si rimane invischiati. Sarà ma, da quando ho letto la prima pagina, questo è diventato il mio angolo di lettura preferito, mi piacciono anche i video (troppi non si vedono per un motivo o per un altro) e la musica, moltissimo, ma le parole sono ciò che preferisco e arrivata alle parole di Capriolo Zoppo, mi è piaciuto rimanerne "invischiata". L'uomo d'oggi è ormai lontano dalla saggezza degli antichi popoli, ma finchè ci sarà chi ha un animo sensibile come Tizi, che ci regala ricordi sconosciuti ai più, c'è ancora qualche speranza.
Baroniesa, la tua costanza nel recuperare il "tempo perduto" è commovente...grazie per la grande considerazione di cui ci onori. Quanto ai video, hai ragione. Purtroppo YT ogni tanto è poco tollerante e rimuove tutto senza tante formalità. Figurati che a me ha cancellato l'account per un video di una canzone del 1982...Mah. Ne ho già ricaricato alcuni, ma ovviamente i link sono tutti cambiati. Un po' alla volta posterò qui i video già presenti ma non più accessibili. Per esempio, questo...
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Ritorno. Ho vissuto dieci giorni di Sardegna piovosa, ventosa, fredda, maligna. Ha spiazzato il mio senso di appartenenza come se un qualche maleficio l'avesse trasformata. E, a suggellare questa sensazione, la consapevolezza che l'incantesimo finisse nel momento della partenza. Domenica la strada fra Sadali e Cagliari mi ha salutato con luce abbagliante e cielo terso e paesaggi di verdi intensi e fiori multicolori. Ah! Sardegna!