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Discussione |
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callas
Salottino
Utente Senior
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 Inserito il - 03/04/2009 : 11:14:34
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..manco un giorno...e guardate quanto devo leggere!
ora rispondo a Nube...poi leggo il resto.
...dimmi ti amo ogni giorno...
Nube...mi hai commosso...!
spero che tuo marito..ti ami come ami tu!!! 
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Golfo di Marinella
Porto Rotondo
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 03/04/2009 : 11:19:09
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qwuando callas non c'è... i poeti fanno i gattini ciechi.. ho una confusione in testa !!!
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callas
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 03/04/2009 : 16:44:11
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gattini ciechi?....qui state facendo grandi cose....
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Golfo di Marinella
Porto Rotondo
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oltre i limiti
Utente Medio
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Inserito il - 04/04/2009 : 17:40:44
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cando cantat maria
paret una sirena
chi s'intendet in domo
finamenta ai como
chi s'amore fit pena
ancora no l'ischia
sto leggendo i tuoi lavori…mi sono imbattuto in un testo in sardo, se non ho capito male è una cantilena popolare, lo vorrei usare per spiegare meglio quel –i tuoi versi nascono da suoni della lingua sarda , incalzano come memoria-
il testo riportato ha le rime e ciò aumenta la musicalità, ma non mi interessa questo aspetto quanto la fisicità dell’ultimo verso
ancora no l’eschia
il suono è costretto in una sorta di contorsione, come se nel palato si formasse un vortice che allunga il percorso del suono, tanto da rendere tattile il significato
- no l’eschia-
è il suono a non uscire: dopo un percorso lungo che dagli alveoli dei polmoni lo porta nella cassa di risonanza, rimane imbrigliato fra le corde vocali e la lingua sciogliendosi , frantumandosi…e ciò che esce è suono e armoniche, insieme, concreta materia che porge impronta per riconoscersi.
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Modificato da - oltre i limiti in data 04/04/2009 18:04:21 |
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Pia
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 04/04/2009 : 18:18:20
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WOW ragazzi..grandi cose accadono in questo piccolo e umile spazio.
E vaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii..............
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Pedra Longa
Baunei (Ogliastra)
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oltre i limiti
Utente Medio
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Inserito il - 05/04/2009 : 10:04:55
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…
la mia isola ha un mare aperto
brusio
per i miei piedi che avvolgono la sabbia come mantello
io
vago questo deserto per ammutolire il vento
che invito al ricominciamento
vorrei replicare la mia partenza
infinite volte fino a cambiare il mio stato e farlo diventare materia intoccabile
programmata nel sapere ma non pronta per la vista
la mia isola circonda il mare con le sue montagne e scambiando le parole con urla
invita le onde a invertire la marcia nel porgere approdi
la mia isola è un drappo strappato
il sole voltò le spalle per tre volte e per tre impietosì i gesti
a rivoltare percorsi scanditi
la quarta alba si mostrò
profumo di napalm
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Modificato da - oltre i limiti in data 05/04/2009 10:13:38 |
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 06/04/2009 : 10:47:07
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oltre:
hai capito che sono una "volpe" della poesia canto tradizionale...
cwerco di darti qualche dritta: quello che riporti è un muttu... che per me non esiste senza il canto
la parola che ti colpisce è ischìa ( non eschia) e vuol dire sapere.. dal latino scire...
non vorrei ripetermi,, ma il mutu è un componimento quasi esclusivo della sardegna ove si esplica il "pindarismo sardo" .. nei muttos vi è una parte, detta isterrida, che lancia come una proposta... nel caso citato da te i primi tre versi... poi ci è sa torrada.. che è l'intenzione .. il messaggio più ovvio o apparentemente più ovvio.. gli altri versi..
difficilmente isterrida e torrada hanno un nesso logico strettissimo. ma concordano, oltre che per le rime, per allusioni a volte sottili o per contrasto... nel nostro caso non vi è un confine nettissimo..
quello che riporti tu è la forma semplificata ..in realtà si sviluppava cosi' :
cando cantat maria
paret una sirena
chi s'intendet in domo
cando cantat maria
chi s'more fit pena
finamenta ai como
ancora no l'ischia
paret una sirena
ancora no l'ischia
finamenta ai como
chi s'amore fit pena
chi s'intendet in domo
chi s'amore fit pena
ancora no l'ischia
finamente ai como.....
sono queste le normali 3 cambas.. ma il tutto puo essere complicato dalla ripetizione per ogni camba di s'isterrida, alternandone i tre versi
e riportando poi i tre versi ( anch'essi alternati)di sa torrada.. è complesso.. lo so
questo tipo di versi è stato spiegato con l'attegiemto psicologico di poeti solitari,,, che debbono riempire uno spazio , anche temporale, dilatato
ritornando e "rimurginando" ossessivamente su una base molto sintetica
te ne riporto un'altro:
itte bellu fiore
chi non si siccat mai
affacca a una funtana
ti dimandana amore
sos omines sunt gai
e amore non ti dana.. ciau
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 06/04/2009 : 11:04:40
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Puzonedda 'e nidu
chi no' ischis volare
non bessas a de-dìe
ca b'hat un ave mala.
Puzonedda 'e nidu
tue crede solu a mie
si cheres coro fidu
prontu a ti 'acher s'ala
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 Lollove
Nuoro
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 06/04/2009 : 12:14:19
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splendida , doct: illustrapienamente quel che ho detto , anche se qui vi è un legame ( raro) fra isterrida e torrada... il suspu erotico è molto arguto e garbato..
mendula 'e crios tres
chi est de bonu sapore
banderilla chi ses
chei su girasole...
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 19/04/2009 : 03:07:52
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Di notte.
Sei tornata.
Lieve piove, la notte: nubi si rincorrono
dal cielo alla terra.
Le ali di notturni
guardiani mietono le ore.
Piove, è quasi l'alba.
Puoi andare: sarò sereno
se non tornerai.
Foto di Motumboe (Alba alle Maldive) su http://www.flickr.com
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Modificato da - drFolk in data 19/04/2009 03:18:19 |
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Lollove
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 20/04/2009 : 02:22:08
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La Cima.
Giocavamo alle torri, da bambini.
<<Io salirò in alto>>. <<Io giungerò in cima!>>
dicevi. E non capivo
che sceglievi di star solo.
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Modificato da - drFolk in data 20/04/2009 02:28:19 |
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Lollove
Nuoro
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Pia
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 20/04/2009 : 12:17:52
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Il desiderio di solitudine
spesso nasconde
voli pindarici
della fantasia.
Anche qui auguri dottore!
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Pedra Longa
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nube che corre
Utente Senior
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Inserito il - 20/04/2009 : 17:52:06
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il mio Primo Libro.
Sei stato il mio primo libro.
Ti ho sfogliato, da quando sono nata e imparato.
Ti leggevo,
pagina dopo pagina
e sapevo.
Pagine di vita imparate a memoria.
Mi hai insegnato a non piegare le pagine per tenere il segno,basta ricordare.
Una pagina per volta ho letto
ed ogni volta una lezione diversa.
Un capitolo sull'Amore, un altro sulla vita e uno sul dolore.
E poi la fine.
Ti ho finito di leggere il 9 aprile,
ho imparato tante cose da te,
le ho tutte nel cuore
e quando non ricorderò un passaggio
sfoglierò il mio cuore e ti troverò lì
papà.. il libro della mia vita.
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| Piu Antonella |
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callas
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 20/04/2009 : 18:01:54
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Nube....quel cuore..non è spezzato...il tuo amore per lui...è grande...ti sentirà anche da lassù!
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Golfo di Marinella
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Leosardo
Nuovo Utente
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Inserito il - 20/04/2009 : 18:37:48
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Certo non posso essere considerato un Poeta ma quella volta che arrivo' l'ispirazione per "Il Maestrale" ricordo che pensai davvero di diventarlo. Avevo solo 19 anni (sob!). Fu improvvisa e completa: i versi vennero giu' tutti assieme e dovetti spostare solo una parola o due. Era, ed e', il ricordo nostalgico di una persona cara che oggi ha la bellezza di 97 anni!
"Il Maestrale" a nonno Peppino pescatore
A raffiche, profumate di sale marino,
si schianta sulla costa di nordovest
Sconvolti, lunghi capelli di fanciulla al vento,
i rami delle querce s'inchinano al suo passaggio
Perenni e dure, come rocce granitiche,
facce rugose lo attendono erette
E ancora prima che possa infuriare,
leggendo il cielo sussurrano:
"Ecco! Il Maestrale"
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