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gallosu
Utente Attivo
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Inserito il - 04/10/2010 : 11:18:27
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| .machiavelli. ha scritto:
Hai ragione Maurizio nell'affermare che costa fatica proporre un elaborato tratto da un convegno, ma lo faccio volentieri perché sono fermamente convinto che solo con la divulgazione si possano avvicinare questi argomenti un po' tosti al grande pubblico degli appassionati. Il 17 Ottobre, stesso luogo ma alle 10.30, Mauro Perra, direttore del museo di Villanovaforru, integrerà con altre due orette di convegno (dopo qualche giorno proporrò, come questa volta, la sbobinatura dell'evento per chi non riuscisse ad essere presente) dedicato a "Alimentazione, economia e ambiente al tempo dei nuraghe".
@ Gallosu: Mauro Perra è stato molto disponibile nel dibattito...perché non sei intervenuto? Spero ti farai riconoscere al prossimo convegno, fare domande dal vivo è sempre intrigante.
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Non sono intervenuto perchè non sono certo un esperto di archeologia ma un semplice appassionato percui quando vado ai convegni preferisco ascoltare. Ciò non toglie che non sia in grado di notare le incongruenze.
Ps non ho ancora capito se il prossimo convegno di Lunamatrona si terrà nella biblioteca oppure al nuraghe di Genna Maria
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Modificato da - gallosu in data 04/10/2010 11:19:54 |
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 04/10/2010 : 13:38:23
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Lunamatrona? No, è a Villanovaforru il 17 Ottobre. Alle 10.30 nella biblioteca in centro, poi Dr. Perra ci accompagnerà a visitare il nuraghe, la tomba dei giganti e il museo. Il tutto con pausa pranzo presso il ristorante "i 4 venti".
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gallosu
Utente Attivo
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Inserito il - 04/10/2010 : 15:40:14
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| .machiavelli. ha scritto:
Lunamatrona? No, è a Villanovaforru il 17 Ottobre. Alle 10.30 nella biblioteca in centro, poi Dr. Perra ci accompagnerà a visitare il nuraghe, la tomba dei giganti e il museo. Il tutto con pausa pranzo presso il ristorante "i 4 venti".
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Scusa Mack, Lunamatrona è stato ovviamente un mio lapsus.
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 05/10/2010 : 00:34:51
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Bello l'articolo di Perra. Io però più che far risaltare l'assenza di armi del bronzo medio recente farei risaltare, sempre segunedo il Perra la mancanza di contesti archeologici del bronzo medio e redente. .
Come si possono trovare armi dl bronzo medio-recente se mancano contesti archeologici intatti ed inerenti a quel periodo? la Sardegna nuragica è schiacciata al bronzo recente (1300-1100 a.C.), dai rinvenimenti archeologici che in maggior parte riguardano bronzo recente e ancor di più età del ferro. manca più o meno tutta la fase precedente dal 1350 -1600: un bel buco nero..
Perra infatti annota: "è importante osservare che al momento nessun nuraghe a corridoio o tomba di giganti ha restituito contesti relativi al BA o al BM iniziale, rendendo così quantomeno evanescente la fase I" a cui fa da pendant quest'altra affermazione: | Relativamente alle fasi più arcaiche, riferibili almeno al bronzo medio 2, i dati a nostra disposizione sono piuttosto lacunosi e contradditori: se da un lato infatti mancano contesti stratificati che colleghino l’insorgere del fenomeno dei nuraghi a corridoio con gli esiti delle fasi precedenti del BA2 (facies di S. Iroxi) e del BM1 (facies di Sa Turricula). |
Il buco nero del bronzo medio-recente è reso ancora più nero sia dalla caratteristiche dell'inumazione delle tombe dei giganti sia dal fatto che sono rarissime le TdG del bronzo medio-recente trovate integre.
| Ma il rituale funerario delle tombe di giganti è veramente così uniforme ed indistinto come appare dalla letteratura archeologica? Bisogna intanto ricordare che solamente poche tombe di giganti scavate scientificamente hanno presentato intatto il corridoio funerario, in modo tale da poter osservare i corredi che eventualmente accompagnavano singoli defunti. Gran parte delle camere funerarie si presenta, all’autore dello scavo, completamente manomessa dai clandestini e priva degli elementi scheletrici. È inoltre di una certa utilità distinguere gli elementi di corredo presenti, come vedremo, all’interno dei corridoio funerari, dalle offerte rinvenute all’esterno, nello spazio rituale dell’esedra e del suo bancone. Queste ultime appaiono abbastanza chiaramente come il risultato di rituali collettivi nei quali la comunità intera celebra la memoria dei propri antenati. All’interno dei corridoi delle rare tombe che hanno restituito depositi non del tutto manomessi, quali quelli delle tombe di San Cosimo di Gonnosfanadiga (Ugas 1981, 1982), di Madau 3 a Fonni (Lilliu 2002), delle tombe A e B di Sa Sedda ’e Sa Caudeba di Collinas (Santoni 2001b), di Perda ’e Accuzzai di Villa San Pietro (Cocco e Usai 1992) di Iloi di Sedilo (Bagella 2003) ecc., sono stati recuperati elementi di collana in pasta vitrea, faïence e ambra, chiaramente collegabili ad ornamenti personali di particolare pregio in quanto di fabbricazione non indigena (sono infatti o egee o egizie, Ugas). La tomba A di Collinas, attribuibile al BM 3, comprendeva nel corredo funerario anche un pugnale in bronzo. Le stesse pissidi in ceramica, tutte decorate con motivi che le distinguono dal corpus vasario del corredo, sono forme articolate, nobili diremmo, che possono essere interpretate come beni di pregio. Quanto detto finora non vale però a modificare sostanzialmente l’aspetto isonomico del rituale funerario nuragico. Bisogna considerare che è tutt’altro che certo e diretto il rapporto fra il dato funerario e la sua rappresentatività nella sfera sociale, come non è immediata la coincidenza fra la società dei vivi e la comunità dei morti (D’Agostino 1985). Talvolta, per i motivi più vari, la composizione dei corredi funerari può mascherare piuttosto che rivelare l’effettiva struttura di una società (Hodder 1982, 1986). Risulta particolarmente interessante il caso del Lazio del periodo arcaico (VI secolo a.C.), nel quale le leggi suntuarie, attestate dalle fonti letterarie, impediscono la manifestazione di spreco di ricchezza nelle tombe. Conseguentemente, tutti i corredi funerari sono indistintamente ”poveri” (Colonna 1977). Una situazione simile è documentata da Cicerone (De Legibus, II, 26, 64-65) per la città di Atene, dove effettivamente le ricerche archeologiche registrano tra il 480 e il 430 a.C. e poi alla fine del IV secolo, sotto Demetrio Falereo, una quasi totale assenza di stele funerarie come segnacolo tombale, e un ridimensionamento dei corredi (Pontrandolfo 1999) (...) L’effetto d’insieme di una certa uniformità sociale non deve trarre in inganno circa la presenza effettiva di differenziazioni socio-economiche e l’esistenza di ceti egemoni. |
In archeologia, che io sappia, ciò che non si trova non costituisce prova del fatto che tale reperto non vi sia mai stato. anche le spade raffigurate nelle statue menhir di Corsica non sono mai state trovate.
è d'altronde verosimile immaginare una sardegna nuragica del bronzo medio recente senza armi...quando è preceduta da una cultura guerriera come quella Bonnannaro (come dice lo stesso Bernardini e Ugas) e che nel bronzo recente (fase ginale del bronzo recente secondo Perra) presenta addirittura una oplolatria...cioè un culto delle armi? Inoltre Perra parla sì di una comunitarizzazione delle risorse nei polilobati e nelle offerte alle tombe dei giganti, ma contemporaneamente parla di gerarchizzazione dei siti e di elite che rendono possibili lo scambio di doni tra eguali con i micenei. la contraddizione nuragica tra una società fortemente gerarchica indicata dai polilobati e una sardegna almeno apparentemente comunitaria ed egualitaria rappresentata nelle tombe dei giganti, continua...
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.machiavelli.
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Inserito il - 05/10/2010 : 09:03:49
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Non vedo contraddizione Dedalo, sono due mondi separati: quello dei vivi e quello dei morti. Miscelarli non mi pare corretto. Sappiamo che il culto dei morti era praticato, altrimenti avremmo avuto sepolture meno monumentali, e sappiamo che le tombe dei giganti non sono gerarchizzate (sono pressoché tutte simili). Allo stesso modo osservando i nuraghe rileviamo immediatamente che sono diversi fra loro ma legati visivamente. Una delle spiegazioni plausibili l'ha offerta Perra nella sua relazione.
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maurizio feo
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Inserito il - 05/10/2010 : 19:12:53
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Sì: molto bello l'articolo di Perra... Molto brutto il vocabolo oplolatria, che - peraltro - mi pare un po' esagerato. Concordo con Dedalonur circa il fatto che la mancata dimostrazione di una particolare evenienza non possa bastare ad escluderla necessariamente dal campo del possibile: altrimenti il 90% della storia dell'Uomo sarebbe da negare. Vediamo il resto...
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 07/10/2010 : 09:20:38
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@ Machiavelli, la contraddizione la vedono tutti, Perra compreso; infatti tenta ua sintesi e una soluzione nella proposta di una sardegna nuragica sfacettata divisa per cantoni, entro i quali , a loro volta, vi sono società più gerarchizzate (quelle nei quali sono presenti più polilobati) o solo egualitarie: quei cantoni dove i polilobati non sono prsenti mentre sono presenti le TdG.
il culto dei morti è praticato, sempre da tutti, anche senza tombe monumentali come quelle nuragiche. i problemi sono: in base alle poche tombe rinvenute quasi integre (e sottolineo...il quasi) cosa significa la differenza tra corredo del corridoio e l'offerta collettiva dell'esedra? dice Perra che i beni del corridoio interno possono essere intesi come beni elitari (perline di vetro o egee o egizie come dice Ugas, pugnale, uguale alla daga del nuraghe Mulinu del bronzo medio, particolare ceramica di pregio), mentre quelli all'esterno possono essere intesi come ex-voto della collettività.
Secondo Perra è troppo poco per discostarsi dal'immagine di una società egualitaria. Ma si dovrebbe dire anzitutto che la stessa Lo Schiavo propugnatrice di una società nuragica egualitaria (quindi al di sopra di ogni sospetto, diciamo) in un suo articolo dice chiaramente che a tutt'oggi le TdG sono troppo poche per essere la sepoltura standard dell'intera popolazione nuragica, erano pertanto, delle tombe elitarie? i pochi corredi quasi integri elencati da Perra confermerebbero questa deduzione. l'isonomia degli ex-voto dell'esedra allora è il tributo del popolo agli "aristoi" sepolti all'interno.
dai dati riportati dal Perra si può ricavare anche questa conclusione che è, mi pare, ugualmente logica e dignitosa quanto la sua. ecco perchè la contraddizione rimane.
Poi non ho capito cosa intendi per miscelare mondo dei vivi e dei morti. Perra parla della politica della morte per usare la pregnante espressione di Vernant. peregnante e significativa perchè la politica della morte come tutte le politiche strumentalizza i morti e la morte ma come tutte le politiche, ha per oggetto, il controllo e il dominio sui vivi, i discendenti e gli epigoni dei morti.
infine i si deve chiedere: posto che la gran parte dei siti del bronzo medio o non è scavato (come dice anche Ugas) o non è riuscito a pervenire a noi che "quasi intatto" in rarissimi casi, quest'ultimi, non dovrebbero avere nella costruzione delle varie interpretazioni un peso maggiore? Ritorno brevemente sul problema delle armi e della metallurgia nel bronzo medio: abbiamo vari reperti che per tipologia possono essere ascritti al bronzo medio (daghe uncinate cipriote, daghe del wessex, daghe italiane) ma purtroppo tute fuori contesto. poi abbiamo daghe di uguale fattura (San Cosimo, Su mulinu) trovate in contesti ben studiati dal punto di vista archeologico.
pochi reperti in generale...e ancor meno pochi reperti scientificamente studiati. ma nella consapevolezza che il bronzo medio o non è studiatoo non ci è pervenuto...questi rarissimi casi non dovrebbero spostare l'ago della bilancia sull'immagine di una società armata piuttosto che disarmata? anche perchè tutte le società dotate di metallurgie, per quanto rada, scarsa, antiquata, impiegano le risorse metalurgiche, in primis, nella costruzione di armi....poi se ne avanza di utensili! perchè le armi garantiscono potenza e sopravivenza e la loro efficacia deve essere massimizzata con la miglior tecnologia possibile. gli utensili, se manca il metallo, possono continuare ad esser fatti di roccia, ossidiana..per es o legno
si tratta di una scelta razionale che secondo me...il nuragico...come tutti gli altri popoli coevi, antecedenti e postumi, faceva. non vedo perchè dovrebbe fare ecczione.
insomma pongo un problema di regole ermeneutiche circa l'interpretazione del dato archeologico...e se ci fosse qualcuno in grado da rispondermi..in quanto archeologo, ringrazierei...
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Modificato da - DedaloNur in data 07/10/2010 09:35:20 |
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maurizio feo
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Inserito il - 07/10/2010 : 09:41:22
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Credo di avere capito - ma potrei senza altro sbagliare - che Perra tenti di tenersi abbastanza equidistante da tutte le conclusioni degli altri autori, ritenendole prudentemente tutte in qualche modo insoddisfacenti per descrivere la realtà isolana cui si riferiscono. Da qui, forse, le critiche (almeno, le mie, che poi non sono realmente critiche, ma un ormai abituale senso d'insoddisfazione), ma confesso che non mi aspettavo molto di più, oltre ad una conclusione lasciata un po' così, sospesa. Personalmente e per quel che vale, credo che la società che costruì i nuraghi fosse ormai abbastanza evoluta per mostrare un incremento della tendenza alla differenziazione sociale già iniziatasi nel precedente periodo Neolitico.: credo quindi che potesse già essere presente un'elite. Non avrebbe senso - altrimenti - qualsiasi accenno alla Chefferie/ Chiefdom ed ai simboli di appartenenza alla stessa (necessari, nella Chiefdom e praticamente inutili nella Tribù). Ecco, forse, perché citare la possibilità di una "Petty Chiefdom" (traducibile in Capitanato allo stadio iniziale), cioé una Chiefdom nella quale il cammino verso lo Stato maturo è appena iniziato e ancora molto lungo. Sono anche io d'accordo (sembrerà strano...) con Dedalonur sul fatto che la società Sarda Nuragica fosse armata: naturalmente , questo non mi conduce alle stesse sue conclusioni, ma questo poco importa qui.
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Modificato da - maurizio feo in data 07/10/2010 09:44:42 |
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.machiavelli.
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Inserito il - 07/10/2010 : 11:10:21
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| DedaloNur ha scritto: la contraddizione nuragica tra una società fortemente gerarchica indicata dai polilobati e una sardegna almeno apparentemente comunitaria ed egualitaria rappresentata nelle tombe dei giganti.
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Mi riferivo esplicitamente e unicamente a questa tua affermazione. Non puoi miscelare la società dei vivi con quella dei morti per giustificare una tua visione contradditoria. Ti suggerisco di separare inequivocabilmente i due mondi, altrimenti rischi di perdere di vista il pensiero di Perra.
Per quanto riguarda la militarizzazione della società ritengo, ma potrei sbagliare, che le società di quell'epoca (siamo in pieno Bronzo) non potessero essere disarmate in costante contemplazione delle divinità. Tutte le società agricole, e quella nuragica lo era, manipolavano l'ambiente nel quale vivevano (costruendo utensili adatti allo scopo) ed erano attenti (come oggi) a non sbagliare i tempi della semina e della raccolta (un raccolto compromesso era fonte di carestia, e le riserve sarebbero state contingentate). Eseguite le operazioni primarie di sussistenza, dovevano difendere i raccolti, ridistribuire la ricchezza, mantenere in vita la comunità (alimentarsi e riprodursi) e cercare di ottenere un surplus (non necessariamente agricolo) per effettuare degli scambi. Se fossero stati disarmati avrebbero avuto qualche difficoltà a realizzare tutto ciò.
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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 07/10/2010 : 11:43:40
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Credo che esista un consenso comune sul fatto che i Sardo-Nuragici fossero armati. Anche se - naturalmente - essere armati (e bisogna vedere in che misura) non equivale automaticamente ad essere guerrafondai aggressivi. E' su questo ultimo punto, forse, che da parte di alcuni si vorrebbe insistere. Io non ne vedo la necessitò, visto che ciò che si è effettivamente trovato esprime una discretamente chiara predisposizione agricola fin dal Neolitico, in un'attività crescente in intensità e qualità fino a produrre l'aumento demografico. Il che - come correttamente puntualizzi tu - non implica proprio per niente un'attività di sognatori e contemplatori. Comunque sia - nell'incertezza imperante o quasi - restiamo in attesa molto interessata di quanto verrà detto il 17.
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 08/10/2010 : 11:49:48
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| .machiavelli. ha scritto: Mi riferivo esplicitamente e unicamente a questa tua affermazione. Non puoi miscelare la società dei vivi con quella dei morti per giustificare una tua visione contradditoria. Ti suggerisco di separare inequivocabilmente i due mondi, altrimenti rischi di perdere di vista il pensiero di Perra.
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Machiavelli io sinceramente continuo a non seguirti e a non capirti. Palro di politica della morte (occhio al significato dell'espressione..per favore) proprio sulla scia del Perra. è lui ad asserisce che le società del passato, a seconda della loro ideologia e delle necessità del potere, potevano rappresentare se stesse in modo da distorcere la realtà; la conseguneza è che loro, cioè gli archeologi, ne hanno un immagine falsata. ciò che è bianco potrebbe esser nero..
Ad esempio: elitè ricche possono rappresentarsi con povertà di corredo per non creare eccessiva distanza rispett al popolino e non destare, così, invidia sociale, è un modo per stabilizzare il potere. Ma ci sono pure casi di estrema ostentazione dell'opulenza; quando il potere di un gruppo si è appena affermato esso necessita di tale ostentazione per intimidere e quindi legittimare il potere. In realtà le società di quest'ultimo esempio, essendosi di recente insediati in un nuovo territorio, magari dopo dura lotta, potrebbero essere tutt'altro che ricche.
e così si continua...
ecco cos'è la politica della morte. se tu non afferri questo concetto (creando un muro tra la società dei vivi e dei morti, che non c'è) sei tu che non comprendi un importantissimo passaggio dello studio del Perra.
tra l'altro stai applicando una separazione netta, quasi una cortina di ferro tra mondo dei vivi e dei morti che è molto, moderna. in antico, esattamente in virtù della politica della morte e della religiosità onnipresente la musica era differente.
come molto concettualmente e idelogicamente moderne sono le critiche basate sulle immagini astratte che muovete sui guerrafondai, dei sognatori e contemplatori tipo lotofagi
che devo pensare quando vi sono simili estremizzazioni concettuali?
Machiavelli tu ce l'hai con l'ipotesi dei nuraghi-templi e con quella estremizzazione penso tu voglia destituirla di ogni fondamento; ma ti faccio presente (così ritorniamo nel topic) che lo studio del Perra (checchè ne dica lui stesso) non è così conflittuale con quella ipotesi, e ch il Perra come gli altri archoelogi (per ritornare a quanto dico sopra) dovrebbero spiegarci quali fossero i templi del bronzo medio i quali, come tutte le cose del bronzo medio, mancano, latitano, sono evanescenti...;
o si ipotizza che non ne avessero e che i nuragici (del medio e del bronzo antico) fossero concentrati sull'esclusivo culto degli antenati? p.s. visto che parlo sia di nuragici guerrieri che di nuraghi templi le opposte critche sulla società guerrafondaia e sulla società dei templi sognatrice e inetta...come tutti gli opposti, potrebbero annullarsi vicendevolmente? senz'altro sì.
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Modificato da - DedaloNur in data 08/10/2010 11:54:56 |
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tholoi
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Inserito il - 08/10/2010 : 14:29:36
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| DedaloNur ha scritto: ... dovrebbero spiegarci quali fossero i templi del bronzo medio i quali, come tutte le cose del bronzo medio, mancano, latitano, sono evanescenti...;...
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Dedalo, per capire volevo chiederti se sei propenso a pensare ai nuragici come dediti a più culti oppure li vedi concentrati su manifestazioni religiose molto circoscritte ? Inoltre come inquadri la situazione di Nurdòle, forse l'esempio emblematico di nuraghe-tempio, ma che non dovrebbe essere il solo ? Con questo non voglio dire ovviamente che qui la conversione al culto delle acque sia avvenuta nel bronzo medio
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.machiavelli.
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Inserito il - 08/10/2010 : 15:00:19
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| DedaloNur ha scritto:
1) se tu non afferri questo concetto (creando un muro tra la società dei vivi e dei morti, che non c'è) sei tu che non comprendi un importantissimo passaggio dello studio del Perra. tra l'altro stai applicando una separazione netta, quasi una cortina di ferro tra mondo dei vivi e dei morti che è molto, moderna. in antico, esattamente in virtù della politica della morte e della religiosità onnipresente la musica era differente.
2) Machiavelli tu ce l'hai con l'ipotesi dei nuraghi-templi e con quella estremizzazione penso tu voglia destituirla di ogni fondamento;
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Caro Dedalo, sul mio pensiero sei totalmente fuori strada in ambedue i punti. Per quanto riguarda le società del periodo in questione (1° punto) devi sapere che la divisione fra vivi e morti era fortissima, tanto che, ad esempio, si divideva geograficamente (possibilmente con un fiume) la zona del villaggio dalla necropoli. (lo potrai riscontrare in qualunque libro che tratta l'età fenicia) Se parliamo della funzione nuraghe-tempio non so proprio quali siano le fonti dalle quali deduci che io sia contrario. Ho scritto, esposto, ribadito, affermato in convegni, lezioni, conferenze...che non si può attribuire ai nuraghe una funzione univoca. Quelli con cinta muraria sono palazzi, con le stesse funzioni di quelli coevi in oriente. Quelli costieri sono di avvistamento (e controllo della costa) e culto del sole e dell'acqua (e divinità). Quelli con torre singola sono di controllo del territorio. Sono anche possibilista verso torri che avessero funzione di controllo delle vie di passaggio verso le zone minerarie o comunque ricche di risorse. L'unica cosa che escludo con fermezza è che fossero esclusivamente templi! Trovo questa ipotesi riduttiva per la società nuragica, una civiltà con potenzialità invidiabili da parte di tutto l'Occidente di quell'epoca.
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maurizio feo
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Inserito il - 08/10/2010 : 15:12:20
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Non comprendo appieno, ma seguo attentamente, anche se stiamo poco alla volta scivolando fuori dal tema. Resta sempre tutto interessante.
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DedaloNur
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Inserito il - 08/10/2010 : 23:13:56
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| tholoi ha scritto:
| DedaloNur ha scritto: ... dovrebbero spiegarci quali fossero i templi del bronzo medio i quali, come tutte le cose del bronzo medio, mancano, latitano, sono evanescenti...;...
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Dedalo, per capire volevo chiederti se sei propenso a pensare ai nuragici come dediti a più culti oppure li vedi concentrati su manifestazioni religiose molto circoscritte ? Inoltre come inquadri la situazione di Nurdòle, forse l'esempio emblematico di nuraghe-tempio, ma che non dovrebbe essere il solo ? Con questo non voglio dire ovviamente che qui la conversione al culto delle acque sia avvenuta nel bronzo medio
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bhe mi costringi ad un O.T. fuori come un poggiolo
io vedo almeno 3 tipi di culto corrispondenti ad altrettante fasi dell'età nuragica. quella del nordule è forse l'ultima cesura. Non credo che al sopraggiungere del nuovo culto quello vecchio si estingua. così forse si psiega il perchè gli archeologi vedano slo alcuni nuraghi trasformati in templi, e non gli altri, che continuano ad esere ciò che erano prima.
Nuraghi, tombe dei giganti, caverne (troppo trascurate), megaron templi a pozzo, sono collegati tutti da una catena i cui anella affiorano un po qui un po lì a seconda dei ritrovamenti. ci sono manifestazioni religiose in tutti i suddetti tipi di monumenti e siti naturali, per cui il termine "circoscritto" ... almeno come mi pare che lo utilizzi tu, lo scarterei.
Ovviammente mi riferisco al periodo del bronzo recente-finale e primo ferro; il medio e l'antico come ripetutamente detto sono off-limits. purtroppo è l'imperscrutabilità (almeno per me...) dell'ideologia dei nuraghi a corridoio a rendere vari costrutti privi di fondamenta; questo vale per tutti ovviamente...non mi riferiscoalle posizioni di nessuno in particolare. è lo stato dell'arte che è così. P.s. io sono per il politeismo. forse nelle tue domande ci sta pure questo appunto...
scusa se son criptico...ma spero di averti ugualmente risposto.
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