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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 28/06/2008 : 08:02:57
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Non ho trovato uno specifico argomento in cui inserire alcune riflessioni sulla funzione dei nuraghi e ho deciso, spero perdonerete questa mia audacia, di aprire una nuova discussioe.
Nel corso di questi ultimi anni è stata avanzata la teoria secondo cui queste strutture sarebbero state adibite come osservatori astronomici o come templi di culto astrale o come forni fusori. Queste teorie sono in contrasto con l'eccessivo numero di nuraghi e con la loro dislocazione particolareggiata sia in luoghi impervi che pianeggianti dell'isola. Anche se li pensiamo come dimore di Re-pastori che svolgevano funzioni di capi-tribù cantonali la teoria è fragile: se è vero che la presenza di spalti, feritoie e antimurali rivela il carattere militare è anche vero che difficilmente potessero essere utilizzate come dimore quotidiane per nuclei familiari composti da donne, vecchi e bambini. D'altro canto è parimenti inverosimile che la Sardegna e i suoi abitanti potessero essere suddivisi in un numero tanto elevato di tribù o di cantoni pari al numero di nuraghi che vi sono presenti. Io sostengo che le costruzioni costituivano un'estesa e complessa rete di cinture fortificate che dall'Età del Bronzo sino ad epoca storica inoltrata avevano la funzione di salvaguardare l'inviolabilità del territorio isolano contro nemici interni ed esterni. Si spiega così la funzione di nuraghi complessi come Barumini. Losa, Arrubiu e altri che appaiono edificati in punti chiave territoriali di alta importanza strategica e che pertanto erano veri e propri capisaldi militari. I nuragici non erano isolati praticanti di attività agro-pastorali, il materiale nuragico esposto al Museo di Cagliari permette di dimostrare che i sardi, lungi da isolarsi dal mondo esterno, sono stati i protagonisti di un'intensa attività marinara, per la quale varcarono i confini marittimi dell'isola e si affacciarono al mondo orientale ed occidentale, ma furono anche protagonisti di meravigliose avventure commerciali ed esplorative che li condussero nelle lontane contrade oltre lo stretto di Gibilterra. In epoca nuragica la vita sarda venne caratterizzata, più che da grossi centri abitati, simili alla città moderna, da una miriade di centri villaggi di piccole dimensioni, dislocati con una certa uniformità nel territorio isolano in funzione delle esigenze fondamentali della vita, quali erano la produttività e la difesa del territorio. Si hanno così villaggi in funzione agro-pastorale, altri in correlazione con l'attività estrattiva mineraria, altri ancora sorgono intorno ai capisaldi militari e ai centri commerciali marittimi. In conclusione la funzione dei nuraghi non può essere univoca perchè non è univoca la destinazione territoriale.
Ciao da Zio Mack.
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 30/06/2008 : 20:46:43
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Mack: tu vuoi un libro, come risposta? Vuoi vedere spargersi il sangue tra sostenitori delle astronavi aliene e i cattedratici ingessati, che descrivono di aggetto, caditoi e strombature? Vuoi la solita diatriba tra ipotesi templare ed ipotesi militare, per veder ricomporre le posizioni in pi? miti funzioni plurime e miste? Non credo, naturalmente. Credo, però, che sia prioritario dare 1) una cornice temporale almeno approssimativa al nuraghe ed una 2) descrizione approssimativa dell'organizzazione sociale dell'epoca, per cominciare almeno ad avvicinarsi ad un tentativo di risposta...
Non credi anche tu?
Maurizio.
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:06:46 |
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Beni: ti naru unu contu... |
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 30/06/2008 : 21:18:49
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Ovviamente...
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Tranquillo
Salottino
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Inserito il - 30/06/2008 : 23:12:26
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E se i nostri avi fossero cos? stati burloni da aver costruito i nuraghi con un solo scopo:
far scervellare i posteri sul loro utilizzo!!!!
Troppo fantasiosa????
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.machiavelli.
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Inserito il - 01/07/2008 : 03:11:25
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Sarebbero dovuti essere burloni troppo ricchi.
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falkittu
Utente Normale
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Inserito il - 01/07/2008 : 12:09:29
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| Credo, però, che sia prioritario dare 1) una cornice temporale almeno approssimativa al nuraghe ed una 2) descrizione approssimativa dell'organizzazione sociale dell'epoca, per cominciare almeno ad avvicinarsi ad un tentativo di risposta...
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Maurizio ha ragione, se non altro per il salto temporale che intercorre tra la costruzione della torre centrale dei nuraghi complessi e le altre torri che lo rifasciano, avvolgendolo. Possiamo ipotizzare che inizialmente la torre centrale sia stata costruita per uno scopo ben preciso (osservatorio astronomico, tempio, manifestazione del potere del clan) e poi con l'aggiunta delle altre torri, lo scopo iniziale sia stato superato per far fronte a nuove esigenze (militari, difensive, controllo del territorio e protezione del villaggio). Ritengo di escludere assolutamente (è un mio parere) la funzione abitativa della costruzione (non potevano accendere fuochi e vivere all'interno era particolarmente scomodo e malsano). Tutto naturalmente in funzione della struttura sociale dei nuragici o magari dell'arrivo di popolazioni aggressive (il numero elevato di bronzetti raffiguranti guerrieri e soldati va verso questa direzione). Soltanto l'unione delle varie discipline (archeologia, ingegneria, astronomia, ecc) potrebbe darci una risposta, senza arrivare al muro contro muro od a sterili battibecchi che non portano da nessuna parte.
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:08:06 |
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asia
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 01/07/2008 : 12:41:33
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| maurizio feo ha scritto:
Mack: tu vuoi un libro, come risposta? Vuoi vedere spargersi il sangue tra sostenitori delle astronavi aliene e i cattedratici ingessati, che descrivono di aggetto, caditoi e strombature? Vuoi la solita diatriba tra ipotesi templare ed ipotesi militare, per veder ricomporre le posizioni in pi? miti funzioni plurime e miste? Non credo, naturalmente. Credo, però, che sia prioritario dare 1) una cornice temporale almeno approssimativa al nuraghe ed una 2) descrizione approssimativa dell'organizzazione sociale dell'epoca, per cominciare almeno ad avvicinarsi ad un tentativo di risposta...
Non credi anche tu? Maurizio.
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Maurizio... il tuo approccio alle discussioni è sempre delizioso. Non dai nulla per scontato e, pur avendo conoscenze inimmaginabili e vastissime, lasci sempre un pertugio agli altri con garbo e signorilità. Sei prezioso e il tuo ritorno non mi lascia indifferente. Volevo dirtelo.
Circa la funzione dei nuraghi, propendo per la multifunzionalità diacronica (nel tempo) più che territoriale (nello spazio).
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:09:55 |
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 01/07/2008 : 13:59:36
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Io propongo, invece, una multifunzionalità sia diacronica che sincronica legata al territorio. Le svariate tipologie costruttive e ubicative devono far pensare ad un differente progetto iniziale. Le torri certamente erano aggiunte nel tempo, ma solo dove era conveniente e possibile. La distribuzione dei nuraghi nel territorio sardo è troppo capillare per lasciare spazio a costruzioni non legate fra loro. I famosi cantoni di cui si parla e scrive tanto erano sicuramente frutto delle alleanze fra clan e tali accordi prevedevano obbligatoriamente una gerarchia. Ecco, allora, che la tesi di Ugas può essere una delle ipotesi meglio rispondenti alla realtà costruttiva adottata: distretti tribali governati secondo uno schema gerarchico che vede i nuraghi più grandi come "centro" del potere decisionale e quelli via via più piccoli (i monotorre) come strutture per principi minori che avevano l'incarico di controllare i confini,.
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:23:27 |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 01/07/2008 : 14:21:53
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Grazie Asia, anch'io ti voglio bene... E grazie anche agli altri per la loro cortesia. Tranquillo, poi, è una certezza, sempre sorridente...
Vorrei aggiungere che non ho molto in simpatia quegli archeologhi troppo prudenti, che descrivono analiticamente l'anatomia dei corpi morti che vanno autopticando, senza formulare mai almeno un'ipotesi sulla funzione dell'organo che stanno sezionando, cioè senza azzardarsi a spiegarci - almeno tentativamente - quale potrebbe esserne la fisiologia... Uso volontariamente termini medici per aumentare il senso di distacco dai termini più comunemente abusati: potrei descrivere per pagine intere una ghiandola acinosa, ma se non azzardo qualche ipotesi (magari sbagliata!) il mio lettore non capirà mai se si trova davanti ad una parotide, ad una mammella o ad una ghiandola salivare o un pancreas. L'aridità descrittiva di tipo Anatomico, insomma, senza qualche slancio elettrico che faccia "muovere" l'architettura descritta, è terribilmente noiosa e - per i più - inutile perché incomprensibile. E' anche la prima spinta verso astronavi ed alieni, perché prima o poi la fantasia chiede qualche soddisfazione. Detto questo, che fortunatamente non riguarda affatto tutto il mondo scientifico archeologico, entrerei in punta di piedi nel merito dell'argomento, nell'attesa che persone più informate ed autorevoli dicano la loro, al riguardo.
Credo sia un fatto riconosciuto dagli addetti ai lavori (anche se io lo ho letto esposto in chiare lettere solo da G. Manca, in un gustosissimo ed economico libretto: "Il nuragico arcaico ed il nuraghe Orgono", edito da Iskra), che esista in Sardegna una continuità culturale edilizia ben riconoscibile, che data almeno dallle grandi muraglie del 3000 avanti Cristo e che giunge fino ai nuraghi più recenti, passando anche attraverso i cosiddetti (erroneamente detti) "pseudonuraghi". Questo è un dato di grande rilevanza (culturale ed anche genetica) per ciò che concerne l'eventuale "venuta dall'esterno" di alcune popolazioni, che potrebbe riguardare questa discussione poco più in là...
Una muraglia ha sicuramente uno scopo difensivo e di deterrenza verso le aggressioni, non c'è dubbio. Evidentemente, nel 3000 avanti Cristo si poteva dover temere qualcuno, persino in Sardegna. Ricordo appena di passaggio che è dal Neolotico recente che in Sardegna esiste una popolazione con la sua Cultura specifica (detta di San Michele di Ozieri), che possiede la quasi totalità dell'isola, grazie probabilmente ad una buona economia, che ha permesso un incremento demografico e - possibilmente - ha prodotto un surplus produttivo sufficiente a cotruire grandi opere. Il grande "Altare" di Monte d'Accoddi - del 4000 a.C. - è soltanto un esempio, seppure isolato e piuttosto strano - di come l'isola si stesse preparando a grandi costruzioni, con enormi elementi costitutivi singoli.
Le grandi muraglie - di cui sopravvivono numerosi esempi in Sardegna - sono costruite "a sacco": un paramento esterno a grandi blocchi naturali poligonali; un paramento interno ad elementi più minuti ed unriempimento intermedio fatto di pezzame medio, piccolo e minuto (praticamente ciò che in seguito i Latini chiameranno "opus incertum"); il loro spessore è sempre superiore ai 4 metri. Sono specialmente diffuse nel Nord della Sardegna, ma non v'è ragione di dubitare che fossero ubiquitarie. Si suppone che, visto il loro moltiplicarsi durante l'inizio dei metalli, e data la loro posizione preferenziale, a cingere gli altopiani già difesi da un dirupo, fossero costruite per difendersi da un crescente diasagio sociale dopo un probabile trasferimento di alcuni gruppi dalle pianure diventate troppo vulnerabili.
Se pieghiamo una muraglia su se stessa, fino a chiudere un cerchio, abbiamo il primo abbozzo di un nuraghe, ciò che realmente succede all'estremità di alcune muraglie (quella di Monte Baranta ? un esempio, mi sembra).
Quindi, riassumendo: la pura e semplice evoluzione edilizia è apparentemente appannaggio di cultura e ideazione locale, pur se probabilmente influenzata da fatti esterni, quale l'arrivo dei metalli. Si accetti che, seppure il rame era locale (Funtana Raminosa e via dicendo), il bronzo - nella sua ideazione primitiva di lega e nella sua produzione iniziale - non poteva esserlo. Va da sè che per sperimentare con qualche prodotto se ne deve avere grande abbondanza naturale in loco e non è questo affatto il caso della Sardegna...
I nuraghi hanno quindi una medesima idea costruttiva e non sono così tanto diversi uno dall'altro - come qualcuno ebbe a dire - pur presentando, ovviamente differenze evidenti a tutti, che possono essere di volta in volta funzionali all'uso cui erano destinati, oppure all'epoca in cui sono stati edificati, oppure quella in cui sono stati riparati e riattati, modificando l'impianto originale. Il fatto che siano una gemmazione da una struttura inizialmente intesa come fortificazione NON mi sembra sufficiente a appuntargli l'etichetta militare. Ma non possiedo io - nè mi risulta che alcun altro possieda - una proposta definitiva e soprattutto "provata", cioè sostenuta da elementi indiscutibili.
Come spesso succede in casi analoghi, pur elencando inesauribili litanie di vetusti pareri (su cui preferirei sorvolare, perch? sono sempre gli stessi e soprattutto perch? sono comunque opinioni inaffidabili di persone che non erano coevi dei costruttori, bensì seriorissimi posteri), si resta sempre impantanati nella palude del dubbio tra le varie ipotesi.
In questo caso, il consiglio dei ricercatori è quello di affidarsi ad "ipotesi di massima verosimiglianza" o di "credibilit? competitiva". Insomma, si deve sciegliere, dopo averne vagliate la maggiore qyuantità possibile e dopo una serena e lucida discussione esaustiva, quell'ipotesi che appare più reale, pur se resta indimostrata.
Mi attendo, naturalmente una serie di contributi dagli altri partecipanti e per il momento mi fermo qui, non senza dichiararmi, naturalmente: io sono propenso ad un uso multifunzionale del nuraghe (lo so: è una posizione che può sembrare un po' pavida, ma come spiegherò in seguito è validamente motivata dal sincretismo religioso osservabile in una società potentemente conservativa della Tradizione, come quella sarda). Vorrei anche rilevare che i bronzetti sardi - con quasi assoluta certezza - NON sono coevi dei nuraghi e NON rappresentano vestiti, costumi ed armature dei costruttori dei nuraghi: sono molto successivi. Un caro saluto
Maurizio.
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:31:14 |
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asia
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 01/07/2008 : 14:59:30
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| maurizio feo ha scritto:
Vorrei aggiungere che non ho molto in simpatia quegli archeologhi troppo prudenti, che descrivono analiticamente l'anatomia dei corpi morti che vanno autopticando, senza formulare mai almeno un'ipotesi sulla funzione dell'organo che stanno sezionando, cio? senza azzardarsi a spiegarci - almeno tentativamente - quale potrebbe esserne la fisiologia... |
Fantastico l'esempio. Hai reso perfettamente l'idea. Meglio sbagliare, formulando delle ipotesi VIVE, che languire nella palude dell'ovvio dimostrabile. Quindi le ipotesi di Shardanaleo dovrebbero essere pulsanti nel loro entusiasmo autoptico. Anche se la tua espressione successiva potrebbe svilire tale slancio:
E' anche la prima spinta verso astronavi ed alieni, perché prima o poi la fantasia chiede qualche soddisfazione.
Mi trovo d'accordo con tutte le tue affermazioni: dalla continuità culturale edilizia, all'iniziale deterrenza difensiva. Mi piace poi l'idea della muraglia a sacco ubiquitaria... da ripiegare ipoteticamente su se stessa per dare origine al nuraghe. Non mi è però chiaro in che senso potesse essere un'opera difensiva contro il disagio sociale. Mi spiegheresti meglio?
L'età dei metalli sicuramente impone una serie di ritmi associativi nuovi e corrobora, motivandola ulteriormente, la navigazione. Ma tornare ai prototipi nuragici o agli archetipi addirittura nel 4000 a.C. significa proiettarsi nella civiltà e nella cultura megalitiche, creando così una consistente frattura tra nuraghi e bronzetti... essendo cronologicamente inconciliabili. Mi piace infine la parte finale del tuo intervento, proprio perché illuminata da un sano possibilismo:
| Il fatto che siano una gemmazione da una struttura inizialmente intesa come fortificazione NON mi sembra sufficiente a appuntargli l'etichetta militare. Ma non possiedo io - nè mi risulta che alcun altro possieda - una proposta definitiva e soprattutto "provata", cioè sostenuta da elementi indiscutibili. Come spesso succede in casi analoghi, pur elencando inesauribili litanie di vetusti pareri (su cui preferirei sorvolare, perché sono sempre gli stessi e soprattutto perché sono comunque opinioni inaffidabili di persone che non erano coevi dei costruttori, bensì seriorissimi posteri), si resta sempre impantanati nella palude del dubbio tra le varie ipotesi.
In questo caso, il consiglio dei ricercatori è quello di affidarsi ad "ipotesi di massima verosimiglianza" o di "credibilità competitiva". Insomma, si deve scegliere, dopo averne vagliate la maggiore quantit? possibile e dopo una serena e lucida discussione esaustiva, quell'ipotesi che appare più reale, pur se resta indimostrata.
... io sono propenso ad un uso multifunzionale del nuraghe (lo so: è una posizione che può sembrare un po' pavida, ma come spiegherò in seguito è validamente motivata dal sincretismo religioso osservabile in una societ? potentemente conservativa della Tradizione, come quella sarda). Vorrei anche rilevare che i bronzetti sardi - con quasi assoluta certezza - NON sono coevi dei nuraghi e NON rappresentano vestiti, costumi ed armature dei costruttori dei nuraghi: sono molto successivi. |
Inutile dirti che è un piacere leggerti e sentirti argomentare in modo tanto pacato e competente.
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:35:04 |
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 01/07/2008 : 16:59:51
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| maurizio feo ha scritto:
Una muraglia ha sicuramente uno scopo difensivo e di deterrenza verso le aggressioni, non c'è dubbio. Evidentemente, nel 3000 avanti Cristo si poteva dover temere qualcuno, persino in Sardegna. Ricordo appena di passaggio che è dal Neolotico recente che in Sardegna esiste una popolazione con la sua Cultura specifica (detta di San Michele di Ozieri), che possiede la quasi totalità dell'isola, grazie probabilmente ad una buona economia, che ha permesso un incremento demografico e - possibilmente - ha prodotto un surplus produttivo sufficiente a cotruire grandi opere. Il grande "Altare" di Monte d'Accoddi - del 4000 a.C. - è soltanto un esempio, seppure isolato e piuttosto strano - di come l'isola si stesse preparando a grandi costruzioni, con enormi elementi costitutivi singoli.
In questo caso, il consiglio dei ricercatori è quello di affidarsi ad "ipotesi di massima verosimiglianza" o di "credibilità competitiva". Insomma, si deve scegliere, dopo averne vagliate la maggiore quantità possibile e dopo una serena e lucida discussione esaustiva, quell'ipotesi che appare più reale, pur se resta indimostrata.
Vorrei anche rilevare che i bronzetti sardi - con quasi assoluta certezza - NON sono coevi dei nuraghi e NON rappresentano vestiti, costumi ed armature dei costruttori dei nuraghi: sono molto successivi. Un caro saluto
Maurizio.
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Secondo quali elementi dati la struttura ziqqurat di Monte d'Accodi al 4000 a.C.? Io avrei detto fine cultura di Ozieri...diciamo intorno al 2700/2800 a.C. così come le prime muraglie non riesco proprio ad immaginarle alla facies Ozieri ma a poco meno di mille anni dopo...diciamo Bonnannaro o, al massimo, fine campaniforme. Grazie.
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:21:38 |
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MirkoZaru
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Inserito il - 01/07/2008 : 17:52:36
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| .machiavelli. ha scritto:
| maurizio feo ha scritto:
Una muraglia ha sicuramente uno scopo difensivo e di deterrenza verso le aggressioni, non c'è dubbio. Evidentemente, nel 3000 avanti Cristo si poteva dover temere qualcuno, persino in Sardegna. Ricordo appena di passaggio che è dal Neolotico recente che in Sardegna esiste una popolazione con la sua Cultura specifica (detta di San Michele di Ozieri), che possiede la quasi totalità dell'isola, grazie probabilmente ad una buona economia, che ha permesso un incremento demografico e - possibilmente - ha prodotto un surplus produttivo sufficiente a costruire grandi opere. Il grande "Altare" di Monte d'Accoddi - del 4000 a.C. - ? soltanto un esempio, seppure isolato e piuttosto strano - di come l'isola si stesse preparando a grandi costruzioni, con enormi elementi costitutivi singoli.
In questo caso, il consiglio dei ricercatori è quello di affidarsi ad "ipotesi di massima verosimiglianza" o di "credibilità competitiva". Insomma, si deve scegliere, dopo averne vagliate la maggiore quantità possibile e dopo una serena e lucida discussione esaustiva, quell'ipotesi che appare pi? reale, pur se resta indimostrata.
Vorrei anche rilevare che i bronzetti sardi - con quasi assoluta certezza - NON sono coevi dei nuraghi e NON rappresentano vestiti, costumi ed armature dei costruttori dei nuraghi: sono molto successivi. Un caro saluto
Maurizio.
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Secondo quali elementi dati la struttura ziqqurat di Monte d'Accodi al 4000 a.C.? Io avrei detto fine cultura di Ozieri...diciamo intorno al 2700/2800 a.C. così come le prime muraglie non riesco proprio ad immaginarle alla facies Ozieri ma a poco meno di mille anni dopo...diciamo Bonnannaro o, al massimo, fine campaniforme. Grazie.
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Io sono propenso per l'utilizzo dei nuraghi monotorre come il luogo della raccolta delle ricchezze (pelli, semenze, carne, ecc.) Chiaramente lo sviluppo verticale ha aggiunto funzionalità di controllo del territorio nonché simbolo di potenza e grandezza!
I rifasci e le modifiche sono avvenute decisamente qualche secolo dopo! I nuraghi monotorre potevano già essere fatiscenti, rifasciati e ampliati in un secondo momento dunque! Ma le fasi di edificazione architettonica devono essere state molteplici!
Per quanto riguarda le muraglie megalitiche: Giacobbe Manca DOCET: nella muraglia di Monte Baranta lo strato "Ozieri", compreso un muro dello stesso periodo, sono addossati alla struttura originaria... quindi la muratura dovrebbe essere ancora più antica!
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:19:14 |
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Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire. |
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tholoi
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Inserito il - 01/07/2008 : 18:02:32
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L'argomento è tanto interessante quanto spinoso. Molto interessanti le analisi dei vari interventi. Personalmente propendo per un utilizzo multifunzionale, la definizione a me cara è quella di "primordiali luoghi di aggregazione sociale". Purtroppo ogni volta che si discute dell'argomento non si può fare a meno di rilevare che approfonditi scavi da fare sui monotorre, potrebbero contribuire magari in modo importante sui tanti punti oscuri che ancora accompagnano le misteriose torri. Detto questo, analizzando le varie tipologie, mi sembra di aver notato, nel caso dei nuraghi monotorre in relazione alle torri principali di quelli complessi, una tecnica costruttiva sostanzialmente analoga. Nicchia d'andito (l'odiata garitta), nicchie di camera basale, scala d'andito, più camere voltate a tholos. A parte andrebbe fatto un discorso sugli interessanti studi di Graziano Dore, editi anche su Sardegna Antica, sui vani d'interpiano. La presenza dei pozzi o cisterne d'acqua, Barumini, Santu Antine, Arrubiu, Losa, Piscu, denota certamente un dato rilevante per l'importanza della presenza dell'acqua in questi edifici, dato che mi porta ad uso polifunzionale. A che cosa poteva servire l'acqua ? Uso militare, civile, cultuale perché no ? Come vedete purtroppo porto ad esempio nuraghi complessi. Per i bronzetti, non sono d'accordo con Maurizio, porto ad esempio i ritrovamenti di Santa Vittoria e Abini in quanto sono convinto che il distacco tra fine di costruzione dei nuraghi e inizio di costruzione dei pozzi non sia così grande, perciò quelle raffigurazioni devono rappresentare immagini di un passato non troppo lontano, qui la'anello di congiunzione per me è il bronzo di nuraghe complesso da Olmedo. Acc... il tempo è tiranno, al prossimo collegamento...
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Modificato da - Petru2007 in data 30/04/2009 23:52:33 |
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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 01/07/2008 : 18:52:39
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Siamo nel campo delle ipotesi, ripeto, quindi tutto può essere discusso e tutto è opinabile...
Mi dispiace di avere portato in campo Monte d'Accoddi, perché così facendo ho introdotto un elemento fuorviante dal discorso principale, che inoltre conduce ad ulteriori necessita di dibattito. Monte d'Accoddi ? un monumento molto atipico e - di fatto - unico in Sardegna, anche se non del tutto unico in Europa (c'è la piramide a gradoni di Amphion e Zethos in Beozia, ad esempio, altrettanto controversa, peraltro). Invece di riportare la datazione di Ercole Contu (che parla di "una costruzione del Neolitico recente, appartenente alla cultura di Ozieri, databile 1600 anni prima dei nuraghi più antichi": ma che datazione hanno i nuraghi più antichi?) ho riportato quella di un altro Autore, dal testo che avevo appena citato. Non ho certamente elementi miei di datazione da potere produrre. Comunque sia, questo fatto - su cui non posso dare alcuna soddisfazione a Mack - è del tutto collaterale all'argomento in esame: chiedo scusa per la distrazione. Le datazioni sarde, purtroppo, sono tutte in via di revisione (credo ci sia la tendenza a produrre uno slittamento verso l'alto) e sono tutte fonte di controversie anche discretamente accese in sede accademica...
Il metallo ha avuto successo sul vetro vulcanico e sui vari tipi di selce per motivi ben precisi:
1) Appena martellato, oppure fuso, è bello come l'oro (con le sfumature rossastre del rame, oppure la lucentezza giallastra del bronzo: non lasciamoci ingannare dall'aspetto ossidato dei reperti archeologici!). 2) Permette un "tagliente" di livello inferiore alla selce ed al vetro (fino a tempi recentissimi usavamo bisturini con lame di vetro, che conservano l'efficacia più a lungo del metallo: tuttora, dopo il taglio cutaneo, il bisturi è praticamente molto meno efficiente e di fatto non si riusa), ma offrono un materiale praticamente "immortale" che può essere rifuso a volontà, mentre gli strumenti in ossidiana e pietra hanno vita molto breve (in più, la pietra doveva essere trasportata fasciata con cura nella pelle, perché altrimenti ciottolando tra loro in una borsa, i taglienti dei vari strumenti si ottundevano). 3) Il metallo (il bronzo - arsenicale oppure di stagno - più e molto meglio del rame) permette di produrre il coltello, il pugnale e la spada, oltre alla riproduzione di tutti gli oggetti e strumenti che prima erano realizzati in pietra o vetro vulcanico.
Il terzo motivo - che a detta di alcuni sarebbe l'unico - è quello che conduce, prima o poi, all'aggressione di alcuni gruppi umani, ancora inermi, da parte di altri, già dotati delle nuove armi. "Disagio sociale" è un eufemismo per questa ipotesi, ma potrebbe riferirsi anche ad altri scenari. Quello che mi induce a pensare che l'aggressione sia la causa del ritiro dalle pianure è l'edificazione contestuale di muraglie, che tra l'altro avviene anche in Spagna, dove le miniere di metalli all'inizio dell'età del Bronzo non erano protette, mentre alla fine erano fortificate, in quanto, evidentemente, la richiesta di metallo si era fatta più feroce. Disagio sociale ? anche quello - gravissimo - che porterà all'altrimenti inspiegabile passaggio da una lega duttile, notissima e facile a trattarsi (il bronzo, ormai reso innocuo dal bando dell'arsenico) ad un metallo rude, più inefficente e ben più difficile (il ferro), per di più deperibile per via della facile ossidazione. Certo, si tratta di un'epoca molto successiva, ma esemplifica quanto poco sappiamo della società di allora e dei problemi che vi si agitavano. Secondo me, il ponte attraverso il quale arrivare alla definizione funzionale del nuraghe è costituito proprio da questo: una credibile definizione della società nuragica, cioè dei costruttori dei nuraghi, che appartenevano, forse, all'età del Bronzo Antico, ma si erano andati strutturando lentamente nelle epoche precedenti. Navigavano? Vista la distribuzione di molti nuraghi che è prevalente lungo le vie d'acqua, presumibilmente sì. Erano padroni dei mari? Io non lo credo, almeno, non più di altri, in ogni modo. Erano coscienti di essere proprietari di un'isola? Sicuramente sì. Conoscevano le terre confinanti di là dal mare? Credo proprio di sì e credo che intrattenessero rapporti non solo commerciali con molte di esse. Come si amministravano? Qui casca l'asino, sicuramente. Io credo di avere già osato molto, ipotizzando una Chefferie (Chiefdom, in inglese: una specie di Capitanato o Principato), cioè una forma di pre-stato, in cui un potere centrale (immagino già la domanda: "Sito dove?") distribuisce i propri simboli piccoli e grandi, ma già fortemente ideologici, su tutto il proprio territorio, in modo da ricordare chiaramente e sempre a sudditi e visitatori chi è che comanda. Credo di avere identificato alcuni di questi simboli nei nuraghi, che nella mia ipotesi dovrebbero servire da centro focale delle attività sociali (tutte le attività, da quelle a carattere religioso a quelle più propriamente giuridiche a quelle ludiche e varie interpersonali: non diversamente da come succede tuttora in Sardegna per le chiesette campestri, in cui, fino a non molto tempo fa, si prendevano accordi per i matrimoni, si vendevano e si compravano bestie, si seppellivano inimicizie e si sancivano varie forme di amicizia, comparato ecc.) di comunità piccole e grandi, in momenti diversi dell'anno. (Proprio così come, successivamente, il coltello gammato, al petto dei successivi abitanti illustrati nei bronzetti, poteva essere un altro segno distintivo di riconoscimento).
Che all'epoca molto più tarda dell'invasione Punica la Sardegna fosse una Chefferie, non v'è dubbio: altrimenti non ci sarebbe stata la difesa organizzata che ha prodotto la nota sconfitta Cartaginese, nel corso del primo tentativo. Lo stadio di aggregazione precedente a quello di Chefferie, secondo l'antropologia - è quello di tribù, che secondo me non esiste più in Sardegna già da molto tempo: la costruzione del nuraghe non sarebbe quell'opera uniforme che si descrive, se esistessero tribù differenti. Già le muraglie, pur testimoniando un conflitto probabilmente violento - o comunque una seria ragione di fuga e di difesa da una possibile aggressione - testimoniano di caratteristiche tecniche troppo intimamente simili per essere frutto di differenti società antagoniste e divise in tribù. Questi sono i motivi per cui considero "oleografica" l'espressione ancora oggi talvolta usata di "Re Pastore", che io considero estremamente fuorviante, e non condivido affatto tutte le ipotesi di "tribù bellicose" e via dicendo formulate dal Lilliu e poi regolarmente ripetute dissennatamente da una serie di paggi vessilliferi dello stesso, con gravissimo danno per la promozione della verità. Immagino che piccole comunità si radunassero frequentemente intorno a piccoli nuraghi e che più grande richiamo, in occasioni più importanti e solenni, avessero i raduni intorno ai grandi nuraghi, che erano comunque piuttosto ben distribuiti nell'isola: proprio recentemente ne ho visitato uno di cui conoscevo l'ubicazione, ma non le veramente enormi dimensioni, il Nuraghe Osana, o Sa Linnarta, presso Onifai (Orosei).
Purtroppo, lo stato di abbandono, di distruzione e di incuria di questi monumenti, oltre al loro riuso in varie epoche, anche antiche, ed ai vari interventi di riparazione e ricostruzione, (a cui possiamo aggiungere l'introduzione di pensieri apocrifi e non scientifici ed il cattivo ed insufficiente "metodo di studio" degli stessi, che spesso si è limitato ad una predazione di quanto amovibile dal sito) li rende poco leggibili e poco utili ad una credibile formulazione della "fisiologia" di questo stupendo periodo storico: la prima Grande Civiltà del Mediterraneo è stata qui!
Perdonate l'esposizione frammentaria e discontinua, ma sto scrivendo di getto: meglio prendere fiato e sentire altre opinioni, nell'attesa che gli archeologi veri subentrino a riportarci in riga.
Un saluto.
Maurizio.
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:03:09 |
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shardanaleo
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Inserito il - 02/07/2008 : 08:55:53
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<<Vorrei anche rilevare che i bronzetti sardi - con quasi assoluta certezza - NON sono coevi dei nuraghi e NON rappresentano vestiti, costumi ed armature dei costruttori dei nuraghi: sono molto successivi. Un caro saluto>>
Maurizio.
Ecco caro maurizio, questa è un'affermazione CORAGGIOSA che costa portare in un forum di discussione in cui leggono Sardi pronuragicinavigatori (maggioranza) e Sardipronuragicicavernicoli (pochi). La strada pare sia la tua. il giorno che ci scrolliamo l'ennesima affermazione (errata) del grande babai (lilliu) sull'origine (nuragica) dei BRONZETTI, capiremo molto di più sul MISTERO del popolo che abitava la Sardinia nel II millennio e oltre. Abbiamo mai pensato (tu hai sfiorato l'argomento) a luogo in cui "nacque" il BGRONZO (che non esiste in natura, ma ? una INVENZIONE tecnologica dell'uomo)? NON SICURAMENTE nel Mediterraneo, dove NON esistevano quantità sufficienti di stagno (tu lo hai sottolineato). Lo STAGNO si trovava (guarda caso) a ORIENTE, in Asia. Questo non dice niente? - Se arrivava dall'Asia... con chi arrivò nel mediterraneo? con quei popoli che "uscirono da Ur" nel 2000 a.C.? Altra ipotesi (per ora) non vi è. E QUEI POPOLI, una volta arrivati nell'Occidente, si mossero per cercare lo stagno dove già lo prelevavano partendo dal GOLFO PERSICO e dal MAR ROSSO?... In Africa?... i testi sumeri parlano spesso di VIAGGI nell'APSU alla ricerca del prezioso metallo. E l'APSU era geograficamente conosciuto "A SUD OVEST a 4000 BERU di nave, rislendo un grande fiume navigabile... Dove Enki aveva il suo SANTUARIO di PIETRA"... Carta geografica alla mano... Una cosa: questi POPOLI "che uscirono da Ur", una volta nel Mediterraneo Occ. dovevano uscire dalle COLONNE degli ERACLDI e CIRCUMNAVIGARE L'AFRICA.. per arrivare al GRANDE FIUME che li portava al "SANTUARIO DI ENKI"... Questo fiume , anzi QUESTI Fiumi hanno un nome, anzi TRE: ZAMBESI, LIMPOPO e SAVE... Portano tutti in Africa subequatoriale, presso il GREAT ZIMBABWE! Leo
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:05:32 |
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EdoSardo
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Inserito il - 02/07/2008 : 14:47:57
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Prima di spararle grosse sul grande babai, croce e delizia della nostra archeologia, bisognerebbe documentarsi e non tirare fuori cose che non ha mai scritto o sostenuto in alcuna sede. Lilliu ha sbagliato tante cose, talvolta con supponenza, ma sui bronzetti mai ha scritto che fossero contemporanei ai nuraghi, almeno da 30 anni a questa parte per restare sicuri. Aspetto una citazione bibliografica in merito, con parole riportate tra virgolette, magari sfugge a me dove lo ha scritto...a me risulta che i nuraghi nel IX-VII a.C. non venissero più costruiti, e mi risulta che Lilliu dati i bronzetti a questo stesso arco temporale, ammesso che sia giusta la datazione, che per me potrebbe subire un rialzo. Non è una polemica: Leo riportami le parole di Lilliu se ha mai scritto che nuraghi e bronzetti sono contemporanei, vediamo un po'! L' affermazione di Maurizio forse è giusta ma non è coraggiosa ne è sua: è quello che sappiamo da 30 o 40 anni. Vorrei poi sapere chi è che in questo forum sostiene che i nuragici fossero cavernicoli (che tra l' altro non è un termine negativo, un po' di relativismo culturale non farebbe male!) che non navigassero: mi pare che nessuno sostenga una baggianata simile. Le ceramiche nuragiche rinvenute a Lipari e a Creta (per citare i due esempi più datati) sono state pubblicate da Contu e dalla Ferrarese Ceruti, non da un qualsiasi appassionato che non conosce materiali, architetture e stratigrafie. L' idea di una Sardegna viva ed inserita a pieno titolo nei traffici mediterranei dell' età del bronzo (e non solo) è stata portata avanti dall' archeologia ufficiale e di certe cose se ne parla da decenni. Semplicemente gli archeologi non pubblicano su L' Unione Sarda, su La Repubblica o su La Nuova, per questo in tanti danno merito, sbagliando, a chi ritrita opinioni altrui e le condisce con qualche informazione deviata rendendole visibili tramite quotidiani o tramite libri dai titoli appariscenti. Chi frequenta convegni di archeologia lo sa bene.
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Modificato da - Petru2007 in data 01/05/2009 00:16:05 |
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