Forum Sardegna - La costruzione delle navi dall'antichità in poi
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Nota Bene: A Orani (Nuoro) si tesseva una singolare stoffa con ordito di lino e canapa e trama di lana nera di pecora, mediante una tecnica ,diversa da quella dell'orbace, che dava una superficie lucida e quasi iridescente. Il tessuto era utilizzato per la gonna nuziale e festiva ed era detto ISCARRAMAGNU , con termine che deriva dal bizantino " scaramanion" riferito a preziosi abiti di corte. La medesima stoffa si ritrova in costumi popolari spagnoli.



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shardanaleo

Utente Attivo



Inserito il - 28/03/2008 : 09:50:34  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di shardanaleo Invia a shardanaleo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
.machiavelli. ha scritto:

. Il mare era un'autostrada...abbastanza sicura (pirati dell'epoca esclusi)


Se dobbiamo credere agli autori greci, erano gli altri a dover temere i "Pirati Sardi". Lo stesso re di creta, che non temeva nessuna potenza tanto da escludere le cinte murarie nel suo regno, chiese a dedalo di costruire un gigantesco autome per "difendere l'isola dai Pirati Sardi".
Strabone soleva scrivere, riferendosi ai Sardi che pirateggiavano nelle coste italiche: "I Tirrenoi facevano frequenti incursionei sulle COSTE oCCIDENTALI ITALICHE"
SHAR






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MirkoZaru

Utente Senior


Inserito il - 28/03/2008 : 10:34:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di MirkoZaru Invia a MirkoZaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
shardanaleo ha scritto:

.machiavelli. ha scritto:

. Il mare era un'autostrada...abbastanza sicura (pirati dell'epoca esclusi)


Se dobbiamo credere agli autori greci, erano gli altri a dover temere i "Pirati Sardi". Lo stesso re di creta, che non temeva nessuna potenza tanto da escludere le cinte murarie nel suo regno, chiese a dedalo di costruire un gigantesco autome per "difendere l'isola dai Pirati Sardi".
Strabone soleva scrivere, riferendosi ai Sardi che pirateggiavano nelle coste italiche: "I Tirrenoi facevano frequenti incursionei sulle COSTE oCCIDENTALI ITALICHE"
SHAR


E magari quello che era stato rinchiuso nel labirinto non era un minotauro, ma un gigantesco guerriero Shardana stile Monti Prama alto quasi 3 metri, muscoloso e nero da sembrare un toro (le corna ce le aveva) che mangiava uomini iniziando dalle orecchie!
Allora Dedalo costruì delle ali di cera e cominciò a volare con il figlio, solo che per effetto della cera a perdere si squagliarono al calore del sole!



P.s:
Vedo che hai trovato un altro nome per i Sardi, i "Tirrenoi" !
Prepara convegno e cumbidu!






Modificato da - MirkoZaru in data 28/03/2008 10:36:52

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Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire.

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kigula

Moderatore



Inserito il - 28/03/2008 : 12:09:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di kigula Invia a kigula un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
.machiavelli. ha scritto:

Nella mia tesi ho proposto, vista la mancanza di pece in Sardegna, che per le navi sarde si utilizzassero delle resine. L'aspetto delle navi potrebbe essere stato differente da quello nero delle orientali. Sono ancora alla ricerca di qualcuno che mi illumini sul tipo di legno utilizzato per le parti nobili delle imbarcazioni. Dubito fortemente che in Sardegna ci fossero alberi di alto fusto (tipo i cedri del Libano utilizzati poi dai fenici) ma non possiamo escludere il pino mediterraneo o la quercia. D'altro canto le imbarcazioni più grandi potevano essere costruite con materiali provenienti dai commerci...chissà. Sappiamo che nel Mediterraneo circolavano merci, uomini e tecnologie e probabilmente i commerci erano più sviluppati di ciò che immaginiamo. Il mare era un'autostrada...abbastanza sicura (pirati dell'epoca esclusi) e viaggiando sottocosta ci si arricchiva velocemente con gli scambi. Tuttavia le alleanze dovevano essere ben salde per evitare le aggressioni delle popolazioni che, non disponendo di risorse interessanti, erano costrette a procurarsi con la forza ciò di cui necessitavano.
Ciao da Zio Mack.


Magari la pece si produceva in Sardegna, i Romani la facevano anche dalle pinacee e nell'isola i pini probabilmente abbondavano.
Oppure avrebbero potuto ottenerla per scambio.
Tuttavia anche l'ipotesi dell'uso di altre resine è interessante.






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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 28/03/2008 : 12:25:50  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
A proposito del passo di Strabone (Strab. V, 2, 7.) mi sono preso la briga di leggerlo integralmente (anche se ho avuto qualche difficoltà perchè non parlo correntemente il latino e ho dovuto tradurlo...quindi abbiate pazienza se non sarò precisissimo).
Conseguentemente a tali incursioni fu deciso da Roma l'invio in Sardegna di governatori militari, e che pertanto i fatti narrati non andrebbero riferiti ad epoca nuragica, bensì intorno all'anno 6 d.C., nel quadro di generale insicurezza che caratterizza l'isola sotto Augusto. In quell'epoca i sardi, avendo già assimilato dai Cartaginesi ( o da chi volete voi) i segreti dell'arte nautica e da Sesto Pompeo la tecnica dell'assalto piratesco, sarebbero stati perfettamente in grado di minacciare le coste tirreniche.

Ciao da Zio Mack.






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altamarea

Nuovo Utente


Inserito il - 28/03/2008 : 15:05:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di altamarea Invia a altamarea un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
X machiavelli:
le resine vegetali non si adattano come la pece a "calafatare i comenti" del fasciame, non sono abbastanza elastiche, nella costruzione navale in legno non ci sono parti nobili, solo elementi robusti per resistere meglio alle sollecitazioni della navigazione.
Il mio intento è di illustrare in modo "sportivo è non da ultras", nella maniera più semplice come sono costruite le barche a vela in legno; esse se "lette" con occhio attento e giusto, raccontano la storia dell'evoluzione umana da e per il mare, umilmente vi informo che:
le sò progettare, costruire e navigare, con l'aggiunta di tutto il "mare" possibile,
a si biri, Luigi






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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 28/03/2008 : 20:21:50  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie per le informazioni. Sapevo che le resine non hanno la stessa resa...pensavo ad un succedaneo visto che non c'era la pece. Per parti nobili intendo chiglia e basti. Il fasciame credo fosse legno comune...ma per resistere le sollecitazioni dovute alle onde...cosa facevano? Nei modellini nuragici con forma a "V" trapezoidale si possono notare delle modanature che potrebbero essere riferimenti a delle corde che venivano legate intorno alle barche per "legare" lo scafo...un pò come si fa anche adesso con le piccole imbarcazioni da pesca. Potresti continuare per favore?





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altamarea

Nuovo Utente


Inserito il - 29/03/2008 : 08:53:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di altamarea Invia a altamarea un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Intorno allo scafo , come dici, vi è una cima chiamata "bottazzo o bottaccio" serve a parare gli urti tra gli scafi all'ormeggio, oggigiorno si usano i parabordi, sono più pratici.
Attorno agli scafi nell'antichità, si dice, ci fossero dei grandi cavi che li cingevono in senso longitudinale da prora a poppa, e mediante un argano venivano messi in tensione per rafforzarne lo scafo.
Sino a oggi non è stato trovato nessun reperto per dimostrarlo, le notizie giunteci si riferiscono solo a navi militari (trireme, pentecontere ecc.) del periodo greco classico.
Vero è che le navi militari per essere veloci venivano costruite con legni leggeri, ma mettere in tensione cavi che mentre stringi si spostano sulle fiancate dello scafo perchè rotondo, significava aggiungere del peso in più per le guide ai cavi, visto che la leggerezza (velocità) era d'obbligo, secondo me esperimento abbandonato.
Mi intriga molto lo scafo nell'era del Bronzo.






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kigula

Moderatore



Inserito il - 29/03/2008 : 19:38:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di kigula Invia a kigula un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nell'età del bronzo io credo che la presenza di bottazzi come protezione dagli urti sarebbe stata inutile, visto che non esistendo porti veri e propri ma semplici approdi difficilmente le navi venivano ormeggiate tanto vicine. E sicuramente non ce n'erano neanche così tante.
Però per rafforzare la struttura magari...
In età classica potrebbe essere più probabile.
Secondo alcuni studiosi le imbarcazioni dell'età del bronzo tendevano ad avere il fondo un po' piatto, in modo da poter arrivare quasi a riva ed essere anche più facili da tirare in secco. Che ne pensate?






Modificato da - kigula in data 29/03/2008 19:44:48

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MirkoZaru

Utente Senior


Inserito il - 29/03/2008 : 21:10:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di MirkoZaru Invia a MirkoZaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
kigula ha scritto:

Nell'età del bronzo io credo che la presenza di bottazzi come protezione dagli urti sarebbe stata inutile, visto che non esistendo porti veri e propri ma semplici approdi difficilmente le navi venivano ormeggiate tanto vicine. E sicuramente non ce n'erano neanche così tante.
Però per rafforzare la struttura magari...
In età classica potrebbe essere più probabile.
Secondo alcuni studiosi le imbarcazioni dell'età del bronzo tendevano ad avere il fondo un po' piatto, in modo da poter arrivare quasi a riva ed essere anche più facili da tirare in secco. Che ne pensate?



Le imbarcazioni a basso pescaggio, con il fondo pressochè piatto, sarebbero potute essere usate solo per attraversate non lunghe, anche perchè non reggono le onde. Esempi di queste imbarcazioni sono le chiatte, tutt'oggi ancora usate e hanno prevalentemente scopo mercantile.
Il pescaggio per la navigazione in acque con grosse onde deve essere alto in modo da dare stabilità all'imbarcazione!
Nel periodo del bronzo sicuramente abbiamo imbarcazioni a basso pescaggio (per lo meno da quello che si può vedere nelle navicelle)






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altamarea

Nuovo Utente


Inserito il - 30/03/2008 : 10:02:36  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di altamarea Invia a altamarea un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
X Kigula:
la carena a forma di U larga favorisce la navigazione in poppa, non avendo nessun appendice sotto la linea di galleggiamento, tipo pinna stabilizzatrice e timone centrale (aumentano l'attrito), lo scafo "scivola" sull'acqua, inoltre la forma a U ne favorisce l'alaggio sulla spiaggia sabbiosa e un maggior carico utile trasportato.

X MirKoZaru:
la carena a V verrà adottata molti secoli dopo, quando la maggior conoscenza nella navigazione ne permise l'utilizzo.

A voi esperti pongo una domanda: nel periodo del Bronzo dalla Sardegna sono uscite migliaia di tonnellate di metalli, in cambio i Sardi
cosa ricevevano?







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kigula

Moderatore



Inserito il - 30/03/2008 : 12:40:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di kigula Invia a kigula un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Io direi essenzialmente beni di prestigio. Metalli che non avevano come lo stagno, ambra, manufatti metallici come spade, asce, pugnali (utilissimi poi come modelli da riprodurre), vasi "di lusso" come quelli micenei. Poi si può ipotizzare anche qualche bene di consumo immediato come qualche vino particolare, ma questo discorso è un po' più complicato da provare.
Non immaginiamo uno scambio equo (ameno non secondo i nostri criteri) o qualcosa simile all'attuale commercio, probabilmente il sistema era in molti casi e soprattutto all'inizio dei rapporti era basato sul dono, per le alleanze reciproche.
Comunque io credo che dalla Sardegna non uscissero soltanto metalli.






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shardanaleo

Utente Attivo



Inserito il - 31/03/2008 : 08:29:55  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di shardanaleo Invia a shardanaleo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
stando alle illustrazioni della tomba del visir di toth.mose II ... del relitto di uluburun... del "Dio del Lingotto" a Cipro... i sardi esportavano sopratutto gli OXIDE di rame... in quantità tali (10 tonnellate a bordo del relitto uluburun) da credere che in cambio dovessero ricevere almeno dell...ORO! Lo Stagno se lo andavano a prendere in territori CONTROLLATI da loro (isole Schilly, Cornovaglia-DANnonia, Simbabwe...). ... A Simbabwe sono state trovate alcune mashcere identiche al BOE e al MAMUTZONE... alcuni ELMI CORNUTI e dei LINGOTTI d'Oro con la forma tipica dell'OXIDE di rame...
SHAR






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.machiavelli.

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Inserito il - 31/03/2008 : 10:53:19  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il relitto di Ulu Burun è eloquente sui trasporti dell'epoca.
Comunque direi che prevalentemente si trattava di armi, legname, ambra, avorio, alimenti, gioielli, oro, stagno...e uomini.






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MirkoZaru

Utente Senior


Inserito il - 31/03/2008 : 13:37:50  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di MirkoZaru Invia a MirkoZaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dal relitto di Uluburun ci sono decine di anfore e vasellame sicuramente non contestualizzabili con le ceramiche del periodo dei bronzi Sardi, uno dei tanti punti che smontano la teoria che il relitto fosse Sardo!






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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 31/03/2008 : 13:57:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Infatti non era sardo...era però dell'epoca...e conteneva prodotti di tutti i popoli che si affacciavano nel Mediterraneo per scambiare. E' una scoperta archeologica essenziale per studiare i commerci e le relazioni di quel periodo.





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